martedì 3 giugno 2025

Recensione || LIBERTÀ A CARO PREZZO. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine, di Giovanni Capurso




Il presente saggio storico-biografico di Giovanni Capurso ruota attorno alla vita del partigiano terlizzese Gioacchino Gesmundo, collocandola all'interno di una delle pagine più dolorose della Resistenza e della storia italiana: l’eccidio delle Fosse Ardeatine.


LIBERTÀ A CARO PREZZO. 
Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine
di Giovanni Capurso


Edizioni Radici Future
126 pp
16 euro
"...con la fermezza degli Eroi affrontò la morte alle Fosse Ardeatine tramandando ai posteri fulgida prova di fede nella dura lotta per la conquista della libertà."

Gioacchino Gesmundo è sicuramente una delle figure più importanti della Resistenza romana, un uomo che si oppose convintamente e fieramente al fascismo e che pagò il prezzo delle proprie idee e dei propri valori antifascisti.

La storia di Gesmundo parte da un paese del Sud italia, nel barese, inserendosi a  cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del nuovo secolo.

La sua è una famiglia di umili origini, di gente abituata a lavorare la terra con fatica e scarsi guadagni, a servizio di proprietari terrieri per nulla intenzionati ad andare incontro alle esigenze delle persone che lavoravano per loro.


Venuto al mondo nel 1908, rimase orfano molto presto di entrambi i genitori, venendo cresciuto da fratelli e sorelle maggiori, a loro volta supportati da vicini generosi.

L'autore usa un registro linguistico accurato ma allo stesso tempo chiaro e semplice, di immediata fruibilità e quindi scorrevole, nel condividere le notizie biografiche salienti riguardanti Gesmundo, partendo dalla sua infanzia e inserendole nella cornice storica, socio-economica e politica del periodo di riferimento, vale a dire gli anni che precedono l'ascesa del fascismo.

Abbiamo modo di farci un'idea della personalità e del carattere di Gioacchino: taciturno, schivo e con un animo gentile, frequenta con profitto il Regio Magistrale e quelli sono gli anni in cui va maturando una coscienza morale e politica che comincia a prendere forma grazie a insegnanti per lui fondamentali e fonte di ispirazione; leggiamo di come, sin da adolescente, abbia sentito una forte passione per l’umanità che soffriva a causa di un regime oppressivo, colpevole di soffocare le libertà individuali e di  impedire, di conseguenza, ogni possibilità di giustizia sociale.

Negli anni universitari emergono le sue già forti "inclinazioni socialiste, vissute sulla pelle attraverso le vicissitudini familiari e che si stavano rafforzando da un punto di vista filosofico."


Apprendiamo del suo lavoro come insegnante di Storia e filosofia, professione che lo vide sinceramente interessato ai propri studenti, lontano dall'essere un docente freddo che svolgeva il proprio lavoro in modo meccanico o per pura formalità burocratica, ma al contrario - come testimoniavano i suoi stessi studenti - intenzionato a calare ogni conoscenza, insegnata ed appresa, nel contesto delle vicende reali, per insegnare ai propri ragazzi  "... quello che era indispensabile fare per costruire un domani diverso per noi stessi e per gli altri".

Un uomo con una mente così vivace e riflessiva e con un animo sensibile all'essere umano e al rispetto per i suoi diritti fondamentali, non può - negli anni che precedono e che poi portano alla seconda guerra mondiale - non prendere apertamente posizione contro il fascismo, fino ad aderire al partito Comunista nel 1943, convinto che i comunisti dovessero essere "la guida, l’avanguardia organizzata dei lavoratori" e cavalcare l'onda del malcontento delle folle nei confronti del fascismo (la cui politica oscurantista aveva impedito al singolo individuo di ragionare col proprio cervello), guidandole verso la libertà ("nell’emancipazione il popolo è arbitro del proprio destino ") e infondendo loro la fiducia in un avvenire migliore.

Con l’occupazione nazista di Roma, Gioacchino si unì alla Resistenza, ospitando nella propria casa
Gesmundo e don Pietro Pappagallo
(Wikipedia)
  prima la redazione clandestina de “L’Unità” e poi l’arsenale dei GAP romani; il suo appartamento divenne il luogo dell’organizzazione della lotta armata, fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione ideologica per i suoi compagni di lotta.
Attività, questa, che ovviamente lo rese nemico del fascismo, e che portò al suo arresto (e con lui altri compagni, tra cui il sacerdote terlizzese don Pietro Pappagallo), il 29 gennaio 1944.

Attraverso diverse testimonianze, l'autore ricostruisce gli ultimi drammatici giorni della terribile e disumana prigionia, fino al triste racconto di ciò che accadde alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, quando 335 persone furono uccise dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella.

Il professor Capurso ha attinto a fonti bibliografiche utili per ricostruire ed esporre tanto la vita e gli eventi personali che riguardano il personaggio centrale del libro, quanto il contesto storico in cui Gesmundo è vissuto e ha operato; ne emerge un ritratto profondamente umano, profondo, che guida il lettore verso una maggiore e più approfondita conoscenza di quest'uomo del Meridione proveniente da una famiglia umile ma che intraprese un percorso di formazione culturale, intellettuale e politica tale da renderlo promotore attivo nell'ambito delle dinamiche della Resistenza, fino al sacrificio della propria vita.

Un testo molto interessante, che si lascia leggere a prezzare per la chiarezza di linguaggio e per il soggetto affrontato.

L'autore.
Giovanni Capurso è saggista e storico meridionalista; tra le sue pubblicazioni ricordiamo "La ghianda e la spiga. Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo", "La passione e le idee. La Puglia antifascista da Giuseppe di Vagno a Giacomo Matteotti". È stato co-curatore del volume storiografico "La fatica dello Storico. Antonio Lucarelli. Carteggi: 1902-1952". Collabora con fondazioni e istituti di ricerca storica.

2 commenti:

  1. Ciao Angela,
    Ho letto con grande interesse la tua recensione su 'Libertà, caro prezzo'. Mi hai incuriosito tantissimo e mi hai fatto venire voglia di saperne di più. Bravissima come sempre!
    Un abbraccio 😘

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io non conoscevo Gioacchino e sono contenta di aver colmato questa lacuna.
      un abbraccio e grazie!! <3

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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