lunedì 14 luglio 2025

Recensione // LA SPIA DELLA REGINA di Clare Marchant



Essere, tornare, sentirsi a casa: è un po' il cuore di questo romanzo storico che, svolgendosi su un doppio piano temporale, ha come protagonisti un uomo e una donna alla ricerca di un luogo da chiamare casa, in cui trovare finalmente pace, stabilità, radici.
E una famiglia.



LA SPIA DELLA REGINA 
di Clare Marchant 



Ed. HarperCollins It.
trad. M. Cerato
384 pp
Tom Lutton
è un giovane erborista sordomuto che, nel 1584, ha lasciato la Francia per approdare in Inghilterra in cerca di fortuna.
Il ragazzo è consapevole di come la propria disabilità sia un grosso limite nei suoi rapporti col prossimo e nella stessa ricerca di un'occupazione, ma quello che è in effetti un handicap si rivelerà una risorsa insospettabile.

Tom, grazie alla propria esperienza (per la quale deve ringraziare la madre) nell'uso delle erbe e piante officinali a scopo medico, trova subito lavoro come assistente di Hugh, speziale di corte, incominciando a coltivare piante "nuove" (come la vaniglia, che viene immediatamente apprezzata da S.M. la regina Elisabetta I) e dimostrando tutta la sua perizia nell'alleviare dolori e risolvere malanni di varia natura per messo dei suoi miracolosi e naturali "intrugli".

La sua abilità non passa inosservata e si ritrova, per una serie di circostanze fortuite, ad entrare nelle grazie della sovrana. 

Donna di acuta intelligenza, Elisabetta I intuisce subito quanto possa rivelarsi utile un servitore con quelle caratteristiche fisiche: oltre ad essere un uomo dalle fattezze molto comuni e a non saltare quindi all'occhio, Tom è impossibilitato sia a parlare che a sentire, e tuttavia riesce a capire ciò che si dice attorno a lui leggendo il labiale...
In breve, la regina - supportata da tutta una formidabile rete di spie ai suoi ordini, capeggiate da sir Francis Walsingham - lo trasforma nella sua spia personale. 

Lutton viene quindi convocato, poco e spesso, da Walsingham per seguire, spiare, captare conversazioni segrete, appuntamenti e incontri di gente che sta tramando per eliminare la sovrana (protestante) e mettere sul trono la sua rivale, la cattolica Maria di Scozia; ed effettivamente, mai spia si rivelerà più efficace in quanto Tom è davvero bravo a cogliere le informazioni e a sventare tradimenti, proprio perché sa come capire ciò che le persone dicono guardando le loro labbra, riuscendo a non farsi notare, essendo lui un semplice domestico vestito modestamente e dall'aspetto di per sé insignificante.

Eppure non per tutti quel volto buono è insignificante: a corte, Tom incontra una donna - che vive lì, presso la Regina, essendo una delle tante dame di compagnia - di nome Isabel, vedova e benestante, con cui nasce, sin dai primi momenti in cui i loro occhi si incrociano, un'affinità sincera e forte.
Inizialmente tra i due ci sono sguardi timidi, rossori e sorrisi appena accennati e Tom vorrebbe avere la voce e il coraggio per farsi avanti, ma sa che non sarebbe opportuno: appartengono a due ceti sociali troppo diversi e distanti, per cui lui rischierebbe la prigione, se non la vita, se si sapesse che corteggia una nobildonna, e pure Isabel passerebbe un brutto quarto d'ora, se certe voci giungessero alle orecchie della rigida e severa Regina.

Ma certi sentimenti sono così puri e sinceri da resistere alle difficoltà e non possono essere soppressi, così i due - nonostante i problemi, tra cui quelli dovuti alla disabilità di Tom - riescono ad approfondire la conoscenza reciproca.

Purtroppo la vita di corte nasconde mille insidie, e Tom dovrà fare di tutto per proteggere se stesso e la donna che ama.

Una cosa è certa: venire in Inghilterra è stata la decisione migliore della sua vita perché, nonostante abbia lasciato la propria terra per farsi strada da solo in un luogo ignoto, per di più tra gente ricca, spietata e senza scrupoli, grazie all'amore di e con Isabel il suo cuore sente che potrebbe aver finalmente trovato casa, un posto in cui stare, riposare, essere felice, gioire delle bellezze che la vita e il buon Dio hanno in serbo per un uomo semplice come lui.

Nel 2021, la giovane fotoreporter francese di origini libanesi, Mathilde, scopre di aver ricevuto un'eredità inaspettata.

Cresciuta con una madre girovaga, segnata nella mente e nel cuore dalla tragedia di guerre e bombardamenti nel proprio paese d'origine, Mathilde non ha mai avuto un posto da chiamare casa, in cui sentirsi al sicuro, in cui mettere radici.

A parte sua madre, non ha mai avuto una famiglia.

È dunque con enorme sorpresa che apprende come suo padre - che lei credeva morto da molti anni ma in realtà è deceduto di recente - le ha lasciato in eredità un'antica tenuta nel Norfolk.

La ragazza non immagina cosa l'aspetta in Inghilterra ma di una cosa sembra essere certa: non si fermerà in quel posto, venderà la casa avuta in eredità e riprenderà la propria vita vagabonda a bordo del proprio rassicurante e solitario furgoncino.

Ciò che non s'aspetta è ciò che invece accadrà: troverà ad accoglierla una sorella minore con la figlioletta, Rachel e Fleur.

Le due sorelle si avvicinano l'una all'altra con un legittimo mix di diffidenza e voglia di conoscersi; Mathilde viene a sapere la verità su ciò che è successo a suo padre e comincia a insinuarsi in lei il rimpianto per un tipo di esistenza che le è stata negata: una vita "normale" in una famiglia, con una sorella, un padre, una nipotina, degli zii.

Un posto al quale sentirsi intimamente legata.
Ma Lutton Hall, per quanto legalmente sia sua adesso, non le appartiene, non la sente sua.
Eppure, la curiosità di visitare quella tenuta, di conoscerne ogni anfratto, sentiero, di entrare nella cappella di famiglia, di appurare come anche lì ci sia stato qualcuno che - come lei - ha amato coltivare le piante aromatiche, è sempre più forte e la porta ad abbattere, pian piano, ogni muro che la separa da un passato, recente e non solo, che comunque le appartiene e che lei ha il diritto e il desiderio di conoscere.

In particolare, nella cappella farà delle scoperte entusiasmanti e criptiche, che le faranno capire come in quella dimora antica siano custoditi dei segreti, i quali non solo potrebbero gettare una nuova luce sul passato della famiglia Lutton, ma anche su vicende importanti che hanno segnato il regno di Elisabetta I.

A testimonianza di ciò, ci sono oggetti che Mathilde trova e che molto probabilmente sono appartenuti a un suo antenato, forse proprio il primo proprietario della villa.
Per levarsi ogni dubbio e capire il valore e l'autenticità dei piccoli "tesori" di famiglia conservati nella cappella, Rachel interpella un critico d'arte: un giovanotto di nome Oliver, bello, simpatico e molto preparato.

Mentre osserva, sfiora, ammira tutto ciò che di antico ed enigmatico scopre - ad es, un trittico tanto affascinante nei contenuti e nelle pennellate, quanto misterioso e inquietante - e discute con Rachel e Oliver, Mathilde sente che quelle vecchie e polverose mura le stanno parlando, sembrano essere vive e comunicarle qualcosa di importante.

Qualcosa che la spinga non a fuggire ancora, ma anzi a restare, a fermarsi, a stabilirsi definitivamente, a sentirsi finalmente al sicuro, in un luogo da poter chiamare casa.

Man mano che passano giorni e settimane, i rapporti con la sorella e la nipote crescono, maturano, si approfondiscono, e anche quello con Oliver, verso cui comincia a provare un nuovo, inaspettato e travolgente sentimento.

La spia della regina è un romanzo storico che ho apprezzato per il suo stile scorrevole e per questo duplice livello temporale in cui trovano spazio due protagonisti, due storie con i relativi intrecci e dinamiche, e ho trovato tutto molto interessante e ben raccontato.

Mi è piaciuto il filone narrativo legato al 1584, ho trovato intrigante vedere la vita di corte, i complotti di palazzo, le congiure da individuare e sventare, attraverso gli occhi non di un uomo che spicca per prestanza fisica o la favella ammaliante, ma al contrario quelli dii un giovane umile, gentile, mansueto, desideroso solo di vivere una vita serena ma costretto, per sopravvivere, a districarsi fra trame oscure, dove proprio lui - così tranquillo - deve vestire i panni scomodi di una spia, armandosi quindi di coraggio, intraprendenza e un pizzico di incoscienza e temerarietà, e per di più essendo un sordomuto!

Anche il 2021 mi ha catturato, soprattutto grazie alla villa, un posto affascinante le cui mura bisbigliano segreti, drammi, perdite e rinascite, storie di resilienza, di dolore.
Storie di famiglia, quella  famiglia di cui entrambi i protagonisti - pur divisi da secoli di distanza - sentono il disperato bisogno.

Un romanzo molto piacevole, lo consiglio a chi, in special modo, ama autrici come Lucinda Riley o Kate Morton, dove la trama si dipana lungo periodi storici diversi, in cui si mescola fantasia e realtà, dove sono importanti i legami famigliari, le storie dei propri avi e dove c'è una casa tanto grande quanto piena di segreti da scoprire.



sabato 12 luglio 2025

SEGNALAZIONI EDITORIALI LUGLIO 2025

 

Lettori, oggi vi presento tre pubblicazioni appartenenti a diversi generi letterari: un'opera narrativa con protagonista una donna molto fragile e che la vita ha messo alla prova, un'autobiografia e un thriller.



Disponibile in tutte le librerie e store digitali "La Stanza Illuminata" (Il Viandante Edizioni, 240 pp.), emozionante romanzo d'esordio di Marianna Meles, scrittrice originaria di Scano di Montiferro e residente a Cagliari. 
Un'opera profonda e toccante, destinata a conquistare i lettori con la sua intensa narrazione.

Il libro ci immerge nella vita di Nella, la cui esistenza, inizialmente serena, viene sconvolta dal padre dispotico e dalla debole opposizione della madre. 
La vita della protagonista si dipana tra sfide e successi professionali, culminati nell'affermazione della sua sartoria. 
Tuttavia, la scomparsa del padre riaccende un passato irrisolto, minando le conquiste raggiunte. 
Intrappolata nelle proprie paure, Nella scivola in una spirale di fragilità mentale. 
Di fronte alla gravità del suo stato, Maria Luisa - amica e socia dell'atelier, con cui ha condiviso gli orrori dei bombardamenti su Cagliari del 1943, si vede costretta a farla ricoverare nel manicomio di Villa Clara. 

"Il titolo è una metafora con la quale ho inteso denominare una qualsiasi passione che porta a motivare la vita di un individuo”, spiega la Meles. “Ognuno di noi ha una sua stanza illuminata che ogni giorno gli dà la forza e l'entusiasmo per affrontare la quotidianità".


L'autrice.
Marianna Meles, laureata in Scienze dell'Educazione presso l'Università degli Studi di Cagliari, dove vive con il marito, ha sempre nutrito una profonda passione per i libri, affinata attraverso corsi di scrittura creativa all'Accademia di Giorgio Binnella. Già nel 2017, due suoi racconti sono apparsi nell'antologia "Giochi, giocattoli e giorni lontani". "La Stanza Illuminata" segna il suo debutto nel mondo del romanzo.



Tutto merito di un Grizzly di Veronica H. Wipflinger è una storia vera. Un viaggio intimo. Una scoperta spirituale.


Cosa succede quando una vita normale si intreccia con avventure straordinarie, paesaggi selvaggi e un
cammino interiore profondo? 

Nasce Tutto merito di un Grizzly, un racconto autobiografico capace di parlare al cuore di tutti,  pubblicato da Red[a]ction – Editrice Roma.

Veronica nasce nel 1970 a Bassano del Grappa, in una famiglia legata alla tradizione locale: il primo birrificio cittadino lo aveva fondato proprio un suo antenato. 
Ma è altrove che si dirige il suo sguardo: verso le bellezze del mondo naturale e verso le domande più profonde dell’anima. 
Nel libro, il locale di famiglia fa da cornice ai ricordi, ma è la natura — e in particolare l’incontro simbolico con un grizzly — ad accendere in Veronica quella scintilla che la porterà lontano, fisicamente e spiritualmente. 
Viaggi, fotografie, relazioni, dubbi e fede si intrecciano nel suo percorso, che la conduce a una profonda
esperienza del divino nella quotidianità. 
Con una scrittura sincera, delicata e riflessiva, l’autrice ci accompagna in un percorso fatto di piccole epifanie, scoperte inattese e domande universali. Una narrazione che è insieme personale e aperta, che parla della vita, della fragilità, della meraviglia... e di un amore che, silenziosamente, sostiene ogni passo. 

Tutto merito di un Grizzly non è solo il racconto di una vita, ma un invito: a fermarsi, ad ascoltare, a guardare il mondo con occhi nuovi. Un libro per chi è in cerca, per chi ama la natura, per chi ha fede o anche solo curiosità.
Per chi, semplicemente, ha voglia di ascoltare una storia vera.




L’ombra del coccodrillo di Paola Beatrice Rossini (Ed. Il Seme Bianco, 335 pp.) è un thriller storico che attraversa i secoli, tra misteri egizi, omicidi contemporanei e legami invisibili.


Cosa unisce un giovane sacerdote dell’Antico Egitto a una serie di omicidi nella Firenze di oggi? Cos'hanno in comune una brillante laureanda in Storia e il Libro dei Morti? 
Nel nuovo romanzo di Paola Beatrice Rossini, il tempo non è una barriera, ma un filo sottile che unisce destini lontani e memorie sepolte. 
L'autrice ci guida in un’avventura sospesa tra passato e presente, dove l’archeologia si fa indagine e la verità è nascosta dietro antichi simboli e segreti custoditi da secoli. Antico Egitto: un giovane sacerdote, ignaro pedone in un intricato gioco di potere e vendetta. 2023: una catena di delitti inspiegabili scuote il
cuore di Firenze. 
Al centro, antichi reperti archeologici, inquietanti rituali e una verità che sfida il tempo. 
A indagare, il vice ispettore Mangani, affiancato da una giovane studiosa, l’unica capace di ricostruire i tasselli sparsi di un enigma millenario. 

L'autrice.
Paola Beatrice Rossini, già autrice di romanzi e racconti apprezzati dal pubblico, costruisce una storia densa di atmosfera e colpi di scena, fondendo sapientemente suspense contemporanea e suggestioni storiche. Con la sua scrittura visionaria, porta il lettore dentro i meandri della mente umana e tra le ombre di una civiltà affascinante, tra papiri, misteri sepolti e frammenti di eternità.“Non Omnis Moriar” – Non tutti moriranno. Così recita il titolo del Libro dei Morti egizio. E così sembra sussurrare ogni pagina di questo romanzo.

mercoledì 9 luglio 2025

LE MIE LETTURE PIÙ BELLE DA GENNAIO A GIUGNO


Buonasera, lettori!

Come ogni anno, superata la metà dell'anno in corso, faccio il punto della situazione sull'andamento delle mie letture nella prima parte del 2025.




NARRATIVA CONTEMPORANEA


Un viaggio nei sentimenti  - malinconia, nostalgia, amore paterno, filiale, vendette e tradimenti, infelicità e voglia di tornare a vivere, l'attaccamento alle proprie radici... - e nei legami umani più profondi - rapporti genitori figli, di coppia, di amicizia.

All'interno di questa sezione più generica, i libri che ho preferito sono stati il secondo e terzo libro della serie L'amica geniale e LA FURIA di Chalandon, che è stata una piacevole scoperta e mi propongo di leggere altro di questo scrittore e giornalista.


  


 Nel complesso, comunque, devo dire che ho avuto letture soddisfacenti e sono diversi gli autori che ho letto per la prima volta e che vorrei approfondire: E. Shafak, L. Imai Messina,  R. Camurri.

Libri letti: 12.


THRILLER/GIALLO/NOIR

In questo anno ho iniziato la trilogia Regina Rossa e sono arrivata al secondo volume; ho visto cadaveri in Trentino, a Venezia, in Puglia e in crociera, alcuni di questi gialli/thriller mi hanno avvolta in atmosfere più cupe, altre più leggere.

Libri che ho preferito: 





Libri letti: 9.


ROMANZO STORICO


Attraverso le pubblicazioni di questa categoria, ho viaggiato in diversi momenti storici: ai tempi di Gesù, durante i due conflitti mondiali, ai tempi di Serse e dell'impero persiano, ora in Ungheria, ora in Palestina, in Italia come in Germania, tra gente povera e benestante.

Libri che ho preferito:





Libri letti: 8.


BIOGRAFIA/TESTIMONIANZE


Sono stata in un lager accanto ad un'adolescente che non è riuscita a sopravvivere all'orrore, in una famiglia religiosa sino al fanatismo, tra i partigiani della seconda guerra mondiale, nei campi profughi palestinesi.

Libri che ho preferito:


 


Libri letti: 5.



NARRATIVA PER RAGAZZI


Tra le strade buie di una Barcellona gotica, affascinante quanto misteriosa, nella cameretta di un ragazzino affetto da una fobia che lo fa soffrire, nei boschi con un curioso colibrì.

Libro preferito:




Libri letti: 3.



FANTASY


Ho proseguito con la saga Blackwater (terzo e quarto volume).


Libri letti: 2.


ROMANCE: 2 libri letti.


Libro abbandonato: IL SUSSURRO DEL LAGO di Elias Dellined.


Totale libri letti da gennaio a giugno: 42.


AUDIOLIBRI: 8.
E-BOOK: 28.
LIBRI CARTACEI: 7



lunedì 7 luglio 2025

STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA di Elena Ferrante - L'amica geniale IV [ RECENSIONE ]

 

Ed eccomi giunta all'ultimo, toccante capitolo della serie L'amica geniale, che si conferma essere un'opera di narrativa ricca di intensità, densa di personaggi e passaggi indimenticabili, ambientata in un periodo di tempo vivacizzato da numerosi ed importanti cambiamenti sociali, politici, culturali e sullo sfondo c'è sempre il Rione, questo quartiere che non è solo un groviglio di palazzi, stradine e botteghe, ma un piccolo universo vivo più che mai, il cuore pulsante di un legame d'amicizia che resiste al logorio del tempo che scorre, che vola oltre le divergenze caratteriali e d'opinione e che continua a tenere vicine, per sempre, due donne tanto diverse tra loro eppure unite così profondamente.




STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA
di Elena Ferrante

Ed. E/O
451 pp
Nel terzo libro, abbiamo lasciato Elena Greco completamente in balia del proprio folle e appassionato amore per Nino Sarratore, ricomparso nella sua vita e pronto a stravolgergliela.

Volata assieme a lui a Montpellier, Elena resta via da casa per cinque giorni, scappando da un Pietro ferito e furioso, e da Dede ed Elsa smarrite di fronte ai litigi dei genitori e alla fuga materna. 

L'ebbrezza, frutto del folle gesto d'amore, fa sì che Elena tenga a bada i sensi di colpa verso le figlie, se non fosse che l'amica Lila, saputa la decisione presa da Lenù di lasciare il marito, la mette in guardia dalle certe scelte che potrebbero far del male alle bambine.

Sullo sfondo romantico di questa relazione con l'uomo amato dall'infanzia, le parole di Lila sono sgradevolmente giudicanti ed Elena cerca di non darvi troppo peso.

Ma già durante i pur incantevoli giorni in Francia, nascono in Elena i primi dubbi su Nino, sciupafemmine e dongiovanni nell'animo. 

La verità è che, nonostante lei ami Nino e lui giuri di amare solo lei, al fianco di quest'uomo ritornano  a galla tutte le insicurezze di Elena, che si sente messa in ombra dalla personalità carismatica e accentratrice di Nino, di cui noi lettori (tutti, vero?) conosciamo (e disprezziamo) l'ambiguità, il suo essere così naturalmente subdolo, il viscidume che lo contraddistingue; in fondo, è degno figlio di suo padre Donato (Elena ricorda a sé stessa e a noi lo squallido amplesso avuto con l'uomo sulla spiaggia ad Ischia. Come dimenticarlo, del resto...?).

Accanto a Nino, Lenù si sente insicura perché sa quanto a lui piaccia piacere ed essere adulato e vezzeggiato da tutti, in particolare dalle donne. 

Intanto, ella continua a cercare di tracciare la propria definitiva strada nel mondo della letteratura e, dopo i soliti suoi tentennamenti, riesce a costruirsi, a fatica e non senza i bastoni tra le ruote da parte dell'ex-suocera, una carriera di scrittrice affermata, cercando allo stesso tempo di trovare un equilibrio tra questa professione - che inevitabilmente le sottrae molto tempo da passare con le figlie, le quali crescono incamerando non poco rancore verso questa madre assente, che le lascia prima con la nonna paterna e poi con "zia Lila" -, la relazione con lo sfuggente e inaffidabile Sarratore (che prosegue con la sua attività da intellettuale e uomo di cultura e poi di politica) e il sempre presente ed enigmatico rapporto con Lila.

Ad un certo punto, Lenù decide di trasferirsi con le figlie a Napoli, decisione che inizialmente verrà presa malissimo dalle bambine, che si vedono di colpo catapultate in una realtà grezza, sciatta, miserabile, abituate com'erano ad ambienti decisamente più educati e raffinati.
Nel tornare a Napoli, la Greco cerca di non farsi risucchiare dal Rione, dai vecchi conoscenti, dalle loro chiacchiere e pettegolezzi, da quella rozzezza dalla quale era fuggita anni prima, ma è impossibile. 

Dopotutto, per quanto si senta ormai un pesce fuori d'acqua, Elena Greco viene da lì, da quel posto rumoroso, caotico, pericoloso, dove per vivere ogni giorno devi intraprendere un qualche tipo di lotta con coloro che, da sempre ormai, spadroneggiano e fanno il bello e il cattivo tempo in quello sputo di mondo.

Ritroviamo, quindi, i fratelli Solara (Michele e Marcello), Carmen Peluso, la famiglia stessa di Elena, Gigliola e tutte le altre donne che hanno caratterizzato l'infanzia e l'adolescenza di Elena, e soprattutto Lila ed Enzo, assieme al figlio di lei, Gennaro (Rino).

Lila, dal Rione, non solo non se n'è andata, ma ha messo radici, costruendosi con Enzo una vita stabile e un lavoro solido grazie alla loro piccola azienda informatica.
Al cospetto dell'amica di sempre, Elena continua a soffrirne la soverchiante personalità, quella sicurezza  che desta ammirazione e invidia, quella capacità che la Cerullo ha di sedurre, catalizzare su di sé ogni attenzione, di riuscire a parlare di qualcosa con convinzione e fascino pur non avendo proseguito con gli studi.

Lila è l'amica intelligentissima, intuitiva, magnetica, decisa e con un gran senso pratico e per gli affari, una donna che sa il fatto suo, capace di ottenere risultati invidiabili a dispetto del postaccio in cui vive, e questa amara consapevolezza ha accompagnato Elena da quando le due erano bambine, influenzando il loro legame.
Per ogni decisione importante presa, Elena (che, per certi versi, è ancora l'adolescente che è stata, vale a dire costantemente bisognosa di conferme) si chiede cosa ne penserà l'arguta e schietta Lila, ma contemporaneamente ne rifugge il parere sapendo che lei la farà sentire sciocca e sbagliata. 

Una delle rare occasioni in cui Lenù si sente importante per Lila e  si scopre più forte di lei, è quello che vede le due amiche atterrite in occasione del forte terremoto del 1980: c'è un momento in cui Lila,  forse per la prima ed unica volta, apre davvero il proprio cuore ad Elena ammettendo le proprie debolezze, la propria vulnerabilità e chiedendole di non abbandonarla mai, neanche quando le dirà cose brutte.

E Lila ha quest'abitudine di essere spessissimo brusca con l'amica, di scagliarle addosso le sue opinioni, il suo modo di vedere le cose e di giudicare le scelte di Elena (circa il matrimonio con Pietro, la relazione con Nino, l'educazione delle figlie...) senza filtri, senza chiedersi mai (non prima, almeno) se ciò che dirà ad Elena la potrebbe ferire o offendere.

In questo ultimo capitolo della serie, si chiudono necessariamente molti cerchi, ma altri resteranno drammaticamente aperti.

Ad esempio, il rapporto conflittuale con Immacolata si rasserena almeno un po' durante la malattia della donna.
Anche con Nino si arriva ad un punto fermo e la conoscenza che il lettore ha di questo individuo gli permette di immaginare in che senso la storia tra lui ed Elena potrebbe evolvere...

Ma ci sono cose che resteranno sospese e che non troveranno soluzione.
Vi è un evento centrale e devastante che coinvolge Lila e che, da un certo momento in poi, diviene il fulcro attorno a cui ruoteranno molte delle vicende successive e che indirizzerà drammaticamente l'esistenza della Cerullo, fermandola, lasciandola come spezzata, interrotta, irrisolta.


L'ascolto dell'audiolibro è stato appassionante e non mi aspettavo nulla di diverso: seguire le storie personali di Lenù e Lila, il modo in cui evolvono i fatti, i rapporti con i personaggi e la loro stessa importante amicizia, mi ha molto coinvolta.
È stato naturale, ancora una volta - e per l'ultima - lasciarmi prendere dal loro legame così viscerale, sincero e ricco di contraddizioni (e per questo così vero), pormi al loro fianco e vederle interagire come amiche che sono tali da quand'erano piccole, e che continuano ad esserlo nell'età matura; è stato emozionante "vederle" cercarsi, darsi supporto a vicenda, oscillare tra momenti di vicinanza intensa e periodi di allontanamento.

Sempre avvincente l'intreccio con gli altri personaggi del Rione, alcuni dei quali crescono, cambiano mentre altri restano intrappolati nelle dinamiche che conosciamo, in alcuni casi subendole e divenendo vittime di certi modi di fare ed essere violenti e intimidatori che, purtroppo, non cambiano col tempo. 

Attraverso gli occhi della protagonista, il lettore si confronta con diverse tematiche, come il ruolo della donna in famiglia, nella società e nel mondo del lavoro, la maternità, la malattia, specifici fatti di natura politica, le trasformazioni sociali che scuotono l'Italia non soltanto dagli anni '70 ma anche dopo, sino ai primi anni 2000.

La scrittura immersiva e potente della Ferrante mi ha irretita e affascinata, in tanti frangenti mi ha commossa e mi ha trasmesso le emozioni e i tormenti delle due donne in modo forte;  ho amato la profondità e la naturalezza con cui l'autrice racconta di legami umani ad ogni livello (di coppia, genitori-figli, amicale, fraterno, con il luogo d'origine...), confermo il mio parere sulla serie e non posso che ribadire anche il consiglio di leggerla perché è una tetralogia che merita, alla quale ci si affeziona di libro in libro.

Confesso che, giunta alla fine, ho sentito immediatamente una sensazione di malinconia e so che ancora per un po' sentirò la mancanza di Lila ed Elena, così agli antipodi, e spesso in conflitto l'una con l'altra, da essere l'una speculare all'altra.

Ciascuna è l'amica geniale agli occhi dell'altra e, al netto delle simpatie/antipatie che di volta in volta ambedue mi hanno suscitata, entrambe lo sono ai miei occhi, in modi e momenti differenti.



Le recensioni dei volumi precedenti

L'AMICA GENIALE
STORIA DEL NUOVO COGNOME
STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI RESTA







giovedì 3 luglio 2025

I PUNKINARI di Alessandro Pagani, Massimiliano Zatini [ Recensione ]



I PUNKINARI di Alessandro Pagani e Massimiliano Zatini  è uno spassoso libro a fumetti con protagonisti due amici (tre-tre-tre e sei-sei-sei) seduti, giorno dopo giorno, sulla panchina, a bordo campo, mentre aspettano che il mister si decida a farli giocare.
E come pensano di passare in modo divertente il tempo? Attraverso un veloce scambio di battute acute e spiritose, che - lungi dall'essere un mero intrattenimento per riempire minuti che altrimenti sarebbero immobili, noiosi e silenziosi - diventa anche un modo per guardare e parlare del mondo, delle persone attorno a loro, delle preoccupazioni e dei problemi quotidiani con quell'ironia che può davvero salvarci da momenti altrimenti tristi e frustranti.


Ed. Nepturanus
ill. Matteo Cialdella
128 pp
14.90 euro
Che la vita sia un continuo aspettare il proprio turno, è un dato di fatto: ogni giorno ciascuno di noi attende qualcosa o qualcuno, che sia il turno allo sportello del bancomat o il marito che è andato a prendere l'auto parcheggiata chissà dove; dal pullman che ci porterà al lavoro alla moka al mattino che, tempo pochi minuti, ci inonderà le narici con quel delizioso profumo di caffè che attiverà gli ultimi neuroni che il caldo ancora non ha bruciato; c'è chi aspetta con ansia il sabato, chi semplicemente l'alba, chi una telefonata che tarda ad arrivare, chi di fare quella visita all'ospedale prenotata un anno e mezzo prima.

E cosa fai mentre aspetti?
Fumi una sigaretta? Leggi il libro che hai messo in borsa? Metti le cuffie nelle orecchie o giochi a Scrabble sul cellulare?

Tre-tre-tre e Sei-sei-sei sono seduti l'uno accanto all'altro e, mentre attendono di entrare in campo per giocare una partita a calcio, chiacchierano, o meglio si scambiano freddure, battutine, indovinelli, insomma ingannano l'attesa con l'arma dell'umorismo.

Un umorismo intelligente, brillante, che fa sorridere per la sua comicità briosa e sagace, e che tiene uniti i due anonimi calciatori i quali, su quella panchina, si trasformano in "atleti della risata" e, a colpi di gag, giochi di parole e doppi sensi, affrontano il malessere, la frustrazione e l'ansia che spesso accompagnano le attese soprattutto quando non hanno un limite temporale ben definito, ma possono pure protrarsi per un tempo più lungo di quanto vorremmo.

"Credo di non star bene, oggi mi sono visto allo specchio e non mi sono riconosciuto."
"Riguardati"

Ingannare la noia, riempire i tempi morti con l'umorismo, per non soccombere al senso di inutilità che i due amici potrebbero facilmente provare constatando come, di partita in partita, essi restino sempre seduti a guardare i compagni mentre corrono dietro alla palla.

"Che hai fatto ieri sera?"
"Ho visto un film distopico"
Stopico, stopico... Mai sentito, è bravo?"

Scherzare e prendersi simpaticamente in giro è la strada per la sopravvivenza, per non restare fermi e non sentirsi inutili ma anzi rendersi attori e protagonisti della propria personale partita. 


Un fumetto che si legge in un soffio e con il sorriso sulle labbra, sia per le battute in sé (divertenti ed efficaci dal punti di vista della comicità che vogliono esprimere) che per la simpatia che suscita l'immaginarsi questi due calciatori che non calciano, di cui non conosciamo i nomi e che vediamo disegnati solo di schiena, mentre assumono diverse posizioni mentre sono in panchina, e che ci danno l'idea di due bei tipi fuori dagli schemi, capaci di guardare il mondo, sé stessi e gli altri con quella vena di ironia e di leggerezza che può realmente alleggerire certe giornate e aiutarci a restare di buon umore anche quando sarebbe più facile lasciarsi andare alla noia o allo sconforto.

Consigliato assolutamente; il susseguirsi di battute argute e vivace fanno di questo libro a fumetti una lettura davvero spassosa.

mercoledì 2 luglio 2025

ACQUISTI IN LIBRERIA (giugno 2025)

 

Oggi vi presento due miei ultimi acquisti librosi:






COME VENTO CUCITO ALLA TERRA di Ilaria Tuti (Longanesi, 384 pp).


Londra, settembre 1914
«Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga, ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo dell'indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete vite su vite. Quando una notte ricevo una visita inattesa, comprendo di non rispondere soltanto a me stessa. Il destino di mia figlia, e forse delle ambizioni di tante altre donne, dipende anche da me. Flora e Louisa sono medici, e più di chiunque altro hanno il coraggio e l'immaginazione necessari per spingere il sogno di emancipazione e uguaglianza oltre ogni confine. L'invito che mi rivolgono è un sortilegio, e come tutti i sortilegi è fatto anche d'ombra. Partire con loro per aprire a Parigi il primo ospedale di guerra interamente gestito da donne è un'impresa folle e necessaria. È per me un'autentica trasformazione, ma ogni trasformazione porta con sé almeno un tradimento. Di noi stessi, di chi ci ama, di cosa siamo chiamati a essere. A Parigi, lontana dalla mia bambina, osteggiata dal senso comune, spesso respinta con diffidenza dagli stessi soldati che mi impegno a curare, guardo di nuovo le mie mani. Non tremano, ma io, dentro di me, sono vento.»

Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria, che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Ma è anche la storia dei soldati feriti e rimasti invalidi, che varcarono la soglia di quel mondo femminile convinti di non avere speranza e invece vi trovarono un'occasione di riabilitazione e riscatto. Ci sono vicende incredibili, rimaste nascoste nelle pieghe del tempo. Sono soprattutto storie di donne. Ilaria Tuti riporta alla luce la straordinaria ed epica impresa di due di loro.





YARA GAMBIRASIO. UN CASO IRRISOLTO di Federico Liguori (Giraldi Ed., 278 pp).


Il 26 novembre 2010, in un paesino in provincia di Bergamo, una ragazza di 13 anni – Yara Gambirasio
– scompare nel nulla dopo essersi recata in palestra. Il corpo senza vita viene ritrovato solo tre mesi dopo, in un campo desolato di una zona industriale. 
L'Italia va nel panico, il terribile caso cronaca esplode su tutte le prime pagine dei giornali. 
È l'inizio di un mistero che durerà per ben otto anni: il 12 ottobre 2018 la Corte di Cassazione condanna con sentenza definitiva l'uomo ritenuto colpevole del delitto. 
Ergastolo. 
Dopo tanti anni, questo libro analizza e mette in fila tutte le domande senza risposta e i punti oscuri che aleggiano su questa tragica vicenda: nessun movente, nessun testimone, nessuna arma del delitto, nessuna confessione. In mezzo ad un'opinione pubblica nettamente divisa e ad una battaglia giudiziaria che pare infinita, l'atroce dilemma resta sempre lo stesso: in carcere c'è l'assassino o un innocente che è rimasto intrappolato in un meccanismo infernale?






Altro libro comprato: IL MORALIZZATORE di Marco Distort, che ho presentato QUI.



Questo, invece, è un prestito da parte di un'amica.


IL DIO CHE HAI SCELTO PER ME di Martina Pucciarelli (HarperCollins, 233 pp).

È una storia intima e dolorosissima, fatta di privazioni, abusi e violenza, ma anche un libro impregnato di una forza straordinaria che ci mostra come il coraggio di cambiare nasca sempre da una forma altissima di amore, in questo caso da quello puro e incondizionato di una madre.

Il racconto di un coraggioso addio, ispirato alla vera storia dell'autrice, cresciuta nella comunità religiosa dei Testimoni di Geova. 

“Sei sempre stata un faro per la nostra famiglia”, le ripeteva sua madre. 

Alessandra, però, seconda di cinque figli, non voleva portare luce, voleva che qualcuno illuminasse la strada per lei e rispondesse alle sue domande di bambina. 
Cresciuta sotto la rigida disciplina dei Testimoni di Geova, ha sempre cercato di soddisfare le attese dei genitori e di non creare problemi. 
Così, fino a ventinove anni, non ha mai partecipato a un compleanno né spento una candelina. Non ha ascoltato la musica che ascoltavano i suoi coetanei né letto libri non approvati in comunità. 
E anche l'amore, quando l'ha incontrato, è stato subito sacrificato. 
Dopo aver sposato Federico, un uomo più grande scelto per lei all'interno dei Testimoni, Alessandra da figlia devota diventa moglie devota. 
Ma quando scopre di essere incinta qualcosa dentro di lei cambia. Non può più ignorare i propri desideri e per i suoi bambini vuole essere migliore: loro devono avere la libertà che a lei è sempre stata negata. Inizia così il coraggioso atto di allontanamento dalla comunità, un percorso di ricostruzione di sé stessa che stravolge il suo destino e quello delle persone che ama. 

Al suo esordio nella narrativa, Martina Pucciarelli scrive un romanzo potente ed emozionante, con il quale si inserisce tra le scrittrici contemporanee che hanno saputo trasformare la propria biografia in letteratura, come Tara Westover nel suo "L'educazione" e Deborah Feldman in "Unorthodox".

lunedì 30 giugno 2025

LE MIE LETTURE DI GIUGNO 2025

 

Buonasera, amici lettori!

Giugno è al termine e io sto per tirare le somme non solo delle letture di questo mese che sta andando via, ma anche delle mie letture in questa prima metà del 2025.

In questo post, comunque, ricapitolo soltanto le letture di giugno :))



  1. LUPA NERA di J.G. Jurado: thriller spagnolo ambientato a Madrid, secondo volume della trilogia Regina Rossa. Antonia Scott e Gutierrez se la devono vedere con assassini professionisti e mafiosi russi (4/5). DINAMICO, COINVOLGENTE.
  2. L'IMPREVEDIBILE CASO DEL BAMBINO ALLA FINESTRA di L. Thompson: giallo per ragazzi - 12enne misofobo si improvvisa investigatore. Ma prima deve riuscire ad affrontare le proprie paralizzanti paure (4/5). ORIGINALE, CON MOLTI SPUNTI DI RIFLESSIONE SUI DOC.
  3. Il BAGLIORE D’ARGENTO di C. Bilson: western romance pulito e squisitamente romantico; storia godibile e carina, se piace il genere; traduzione pessima (2/5). AHIMÈ, NON MI SENTO DI CONSIGLIARLO SPASSIONATAMENTE...
  4. SFUMATURE di A. Falavena: narrativa contemporanea - breve romanzo che esplora l'universo interiore di due uomini e una donna le cui strade si incrociano per pura casualità (4/5). SE CERCHI UNA LETTURA BREVE MA PROFONDA.
  5. L'EDUCAZIONE di T. Westover: autobiografia - l'autrice racconta com'è stato crescere in una famiglia mormona fondamentalista in cui non sono mancati le violenze psicologiche e fisiche (4/5). SE HAI VOGLIA DI UNA STORIA VERA ED EMOTIVAMENTE COINVOLGENTE.



READING CHALLENGE

Per la sfida letteraria, nel mese di giugno gli obiettivi erano i seguenti:

- ROMANZO DI FANTASCIENZA
- LIBRO AMBIENTATO IN MEDIORIENTE
- LIBRO CHE RACCONTI L'AFRICA
. JEZABEL di I.Nemirovsky


Io ho scelto un obiettivo delle categorie fisse - BIOGRAFIA - con
questo saggio storico-biografico incentrato sul partigiano pugliese Gioacchino Gesmundo: 

6. LIBERTÀ A CARO PREZZO. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine, di Giovanni Capurso (4/5). SE RICERCHI UN LIBRO AMBIENTATO DURANTE GLI ANNI DEL FASCISMO/SEC.GUER.MOND.



SERIE TV

Sul fronte serie tv, ho un paio da consigliarvi.

THE SURVIVORS - OMBRE NELL'ACQUA.


Basata sull'omonimo romanzo di Jane Harper, la serie è ambientata nella cittadina costiera di Evelyn Bay, in Tasmania. 

Kieran Elliott torna a casa, dai suoi genitori e dai suoi amici, dopo ben quindici anni di assenza.
Il motivo per cui è stato lontano tanto tempo da casa è presto detto: 15 anni prima egli ha assistito a una tragedia che ha segnato l'esistenza di più famiglie della comunità.

Nel corso di una terribile (quanto prevedibile) tempesta nelle grotte che caratterizzano quelle coste, tre giovani morirono.

Tra essi c'era Finn, il fratello maggiore di Kieran, e questo evento tragico ha comprensibilmente sconvolto la vita sua e dei genitori.

In quell'occasione morì anche un altro giovane uomo, amico di Finn e, sempre nel medesimo giorno ma in circostanze meno chiare, scomparve Gabby, la migliore amica di  Mia (moglie di Kieran). Ad essere precisi, Gabby in teoria non è ufficialmente morta nella e a causa della tempesta, però da quel giorno di lei si son perse le tracce ed è tornato a riva soltanto il suo inseparabile zainetto, il che ha fatto supporre alla polizia che fosse annegata.

Kieran, quindi, torna ormai da adulto e da uomo sposato e da padre; il ritorno in questa comunità che l'ha visto crescere e andar via, è accompagnato da sentimenti contrastanti: alcuni amici sono felici di rivederlo, altri decisamente meno.
La verità è che nessuno, nonostante gli anni trascorsi, ha dimenticato ciò che accadde nelle grotte, e questo crea ancora oggi imbarazzi, malumori, ostilità e rancori mai sopiti.

Del resto, i primi ad essere imbarazzati sono i suoi stessi genitori, o meglio sua madre, che continua a soffrire per la perdita del primogenito e non ha mai smesso di pensare che quella tragedia potesse essere evitata.
Se è successa, la colpa è da attribuire proprio a Kieran, fatto - questo - che ha inevitabilmente incrinato i rapporti tra madre e figlio, generando incomprensioni e distanza.
Il padre, purtroppo, ha cominciato a "non starci più con la testa" e a manifestare preoccupanti, e sempre peggiori, sintomi di demenza senile.

Sulle ragioni della presunta responsabilità di Kieran sulla morte dei due ragazzi non aggiungo nulla perché è una questione su cui si basa lo sviluppo delle vicende.

A rendere ancora più amaro il ritorno di Kieran nella sua città natale, è un'altra disgrazia: il corpo di una giovane donna, Bronte, viene ritrovato sulla spiaggia.

Bronte è stata palesemente uccisa.
Da chi e perché?

Le indagini da parte degli investigatori portano man mano a sospettare di diversi membri della comunità di Evelyn Bay, che è quel classico posto ameno e soleggiato in cui tutti conoscono tutto di tutti... o almeno credono.

La realtà con cui Kieran - e non solo lui, ma chiunque cominci a cercare la verità là dove finora non è stata mai cercata - deve fare i conti è che quelle persone, che lui pensa di conoscere bene come le proprie tasche, possono nascondere dei segreti, dei "peccati", e che sono disposti a tutto pur di far sì che quei segreti restino tali.

Mentre si indaga per scoprire l'assassino di Bronte, Mia si impegna per avere delle risposte anche sulla misteriosa scomparsa della sua amica Gabby: cosa l'è successo in quel maledetto pomeriggio in cui morirono i due amici nella tempesta delle grotte? 
Il suo corpo è stato trascinato dalla corrente - come tutti ad Evelyn Bay hanno da sempre ipotizzato - o qualcuno potrebbe averle fatto intenzionalmente del male?

La serie tv è composta (per ora) da una sola stagione e l'ho guardata in un soffio perché  mi è piaciuta da subito, come mi piacciono sempre  quelle storie ambientate in località tranquille, in cui non succede mai  nulla (o quasi), in cui c'è un'avvolgente senso di famigliarità che ti porta a credere che ciascuno conosca l'altro, che lo tratti come un fratello e che non ci siano segreti... e invece ci sono eccome e farli emergere è il fulcro della narrazione.

I colpi di scena non mancano e si guarda ogni puntata con la voglia di risolvere il mistero,  di chiarire come e perché sia successo quel fatale incidente alle grotte, se realmente Kieran sia in qualche modo responsabile, e soprattutto che n'è stato della povera Gabby, la cui triste vicenda negli anni è stata adombrata dalla morte dei due amici, relegandola nel dimenticatoio, tranne che per la madre e per Mia, che non ha mai smesso di chiedersi cosa sia davvero successo all'amica, che allora aveva solo 14 anni.

Bella, la consiglio, si lascia guardare tutta con interesse.


La seconda serie è sudcoreana.

SE UN ALBERO CADE IN UNA FORESTA


"Se un albero cade in una foresta ma nessuno si trova lì per sentirlo, fa rumore oppure crolla nel silenzio più totale?"

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 Le vicende si sdoppiano lungo due diversi piani temporali e in entrambi i casi abbiamo due uomini, proprietari di una struttura alberghiera.

Jeon Yeong-ha è rimasto vedovo e, dopo la malattia terminale della moglie, si è trasferito in una cittadina isolata nella foresta a poche ore di macchina da Seul; qui, circondato da una natura incantevole, lussureggiante e dai colori brillanti, gestisce una casa vacanze che, quanto ad affari, se la cava piuttosto bene. 

Un giorno, viene a soggiornarvi una giovane donna di nome Seong-a con un bambino, Si-hyeon, che Jeon Yeong-ha ipotizza sia suo figlio. 

Il mattino dopo, però, Seong-a se ne va senza il piccolo, caricando con fatica un grosso trolley e lasciando, nella stanza in cui ha albergato, delle macchie di sangue e l'odore della candeggina. 

La situazione è inquietante e incomprensibile allo stesso tempo ma una cosa Jeon Yeong-ha  intuisce: quella donna - tanto bella quanto sfuggente - ha sicuramente commesso un'azione terribile... ma provarlo è arduo, anche perché a Jeon Yeong-ha  non restano che ipotesi terrificanti e dubbi atroci, ma di concreto nulla.

La cosa assurda è che un anno dopo la donna torna nella casa vacanze ma Jeon Yeong-ha  è turbato, sospettoso ed è assolutamente convinto che lei nasconda dei segreti dietro quel suo sorriso affascinante e quel corpo minuto da modella.
 Seong-a, inoltre, è una pittrice che cerca in tutti i modi di sfondare e di ottenere un proprio spazio nelle gallerie d'arte; la donna ha deciso, in tutta autonomia e con estrema prepotenza, che quel posto meraviglioso (la casa vacanze) sia il luogo ideale per dare sfogo alla propria vena artistica e così... vuol restarci.

 Seong-a ha deciso di stabilirsi presso la struttura di Jeon Yeong-ha a tempo indeterminato, creando grande imbarazzo all'uomo, che non sa come sbarazzarsi di quest'ospite sgradita, che lui è convinto sia un essere ignobile (un'assassina?), una mina vagante, una scheggia impazzita.
Vorrebbe poterla denunciare, ma non è così semplice perché gli agenti di polizia si lasciano sedurre dal fascino malefico della donna e Jeon Yeong-ha  finisce per aver più torto che ragione.

Le cose si complicano quando Seong-a si rende conto che Jeon Yeong-ha  è intenzionato seriamente a cacciarla e che è disposto a tutto pur di mandarla via, soprattutto nel momento in cui il pover'uomo si rende conto che la donna è molto pericolosa, una psicopatica capace di aggredire violentemente chiunque... ed egli teme che potrebbe arrivare a far del male alla propria unica figlia.

Parallelamente,  conosciamo anche un'altra famiglia (padre, madre, figlio adolescente) che gestisce un hotel affacciato su un lago: il posto è molto frequentato e anche qui le cose procedono bene finché un giorno arriva un ospite misterioso, silenzioso e sinistro che si rivela essere un ricercato serial killer. Questi commette un efferato omicidio in una stanza dell'albergo, cosa che farà andare a catafascio l'attività di famiglia perché da quel momento nessuno vorrà più soggiornare nell'albergo degli orrori.
La vita della famiglia proprietaria dell'hotel viene quindi stravolta e nulla sarà più lo stesso per queste povere persone, che si allontaneranno l'una dall'altra, chiudendosi ognuna nel proprio dolore, nella propria amarezza e nei sensi di colpa.

I due filoni narrativi sono distanziati da diversi anni e le due storie sembrano scollegate, in un primo momento, ma pian piano ogni dubbio su come e dove collocare i personaggi (e le loro tragedie) viene risolto, fino a capire in che modo gli eventi del passato e quelli del presente si incrocino, dando poi vita ad un'unica storia, in cui ogni personaggio principale trova il proprio posto ed è impegnato a risolvere i propri tormenti personali e famigliari.

È una serie ricca di pathos, di suspense, di azione, colpi di scena, di nodi man mano sciolti, di collegamenti progressivamente svelati; lo spettatore si appassiona alle vicende di Jeon Yeong-ha, quasi arrabbiandosi con lui per quest'invasione irrazionale e folle da parte della donna psicopatica, la quale però è un personaggio odioso ma a modo suo carismatico, che con la propria luciferina determinazione e scaltrezza si pone al centro di scene e dinamiche non solo molto movimentate, ma anche sanguinose ... che John Wick scansate!

A me è piaciuta molto, i coreani sono sempre al top e sanno come catturare l'attenzione dello spettatore fino all'ultima scena.

venerdì 27 giugno 2025

Recensione * LUPA NERA di Juan-Gomez Jurado *


In questo secondo volume della trilogia Regina Rossa,  ritroviamo gli inseparabili Antonia Scott e Jon Gutiérrez, nuovamente impegnati in un intricato e pericoloso caso, che vedrà i due alle prese con mafia e corruzione.


LUPA NERA
di Juan-Gomez Jurado

Ed. Fazi
trad. E. Tramontin
414 pp
Lola Moreno, sposata con il tesoriere di un clan mafioso attivo nella zona di Malaga, in Spagna, un giorno scompare.

O meglio, fugge ad un attentato da parte di brutta gente - invischiata in affari loschissimi e nei quali il consorte era coinvolto - mandata a far fuori lei e, prima ancora, suo marito Yuri Coro in.
Con Yuri ci riesce, ma Lola, in un mix di fortuna e scaltrezza, riesce a sfuggire ai suoi assassini e a scappare.
Ma la donna è incinta ed è diabetica, per cui necessita di insulina, e questo particolare la rende un soggetto vulnerabile, impossibilitata a nascondersi chissà dove.

La nostra Regina Rossa, Antonia Scott - l'essere umano con il QI più alto al mondo - è chiamata a cercare Lola prima che venga eliminata; accanto a lei c'è Jon, fedele amico e compagno di investigazioni, con cui la donna bisticcia costantemente ma, allo stesso tempo, sa di non poter fare a meno del grosso e forte (non che sia grasso) Gutierrez per risolvere il complicato caso che Mentor ha loro affidato.

I due atipici ma brillanti investigatori hanno imparato a conoscersi, a capire i silenzi e gli sguardi l'uno dell'altra, a riconoscere le qualità e i difetti reciproci e, soprattutto, a volersi bene.
La fiducia, tra loro, è assolutamente fondamentale per andare d'accordo e per lavorare con successo.
Se dovesse crollare questo pilastro, probabilmente si creerebbe tra loro una bella spaccatura.

Non è semplice, ovvio, soprattutto per Jon, che deve confrontarsi quotidianamente con una personalità complicata e una mente affascinante ed eccelsa come quella di Antonia, la quale continua a portarsi dietro i propri tormenti e demoni, uno tra tutti: cercare il "signor White" e Sandra Fajardo, personaggi che abbiamo già conosciuto nel libro precedente e che continuano con le loro macchinazioni a danno di Antonia.

Il compito di scovare Lola Moreno prima della mafia russa - che la vuole morta - ha adesso la precedenza su altre vendette e questioni personali ma, per quanto Antonia sia eccellente nel suo far caso ai dettagli più minuscoli per costruire piste ed ipotesi investigative valide ("Antonia vede ciò che è accaduto in una scena. Non si limita a dedurlo."), a metterle i bastoni tra le ruote ci pensa un personaggio sfuggente e pericolosissimo, in quanto capace di uccidere con estrema lucidità e spietata professionalità senza la minima esitazione: una donna russa che risponde al nome di Čërnaja Volčica, meglio nota come la Lupa Nera, una temibile sicaria ingaggiata dai laidi e crudeli capi dell'organizzazione mafiosa per cui lavorava Yuri Voronin.

Arrivare a Lola e salvarla dalle grinfie di mafiosi significherà immergersi mani e piedi in un'avventura all'ultimo respiro, che porterà Jon e Antonia dai paesaggi assolati dell’Andalusia fino a quelli innevati  della sierra, finendo per essere anche loro bersaglio dei criminali.
Antonia è tenace e determinata e non si darà pace fino a quando non avrà trovato la signora Voronin, ma ciò che lei il collega non immaginano è che purtroppo la corruzione, non di rado, si insinua anche lì dove deve dovrebbe regnare l'amore per la giustizia e la verità...

Lupa Nera è un thriller ricco di azione e avventura, molto movimentato e con un bel ritmo, che dosa bene gli elementi più drammatici con quelli più ironici, legati soprattutto all'imponente protagonista maschile, Gutierrez, che io trovo simpaticissimo e divertente, oltre che buono e leale, insomma il braccio destro ideale per la tormentata ed enigmatica Scott.

Il finale è apertissimo e suscita la voglia di proseguire con il successivo capitolo, Re Bianco.

Ho cominciato la serie tv, Regina Rossa, e per ora mi pare fedele al romanzo e mi sta piacendo.


Alcune citazioni

"E se nulla ci libera dalla morte, almeno che l’amore ci salvi dalla vita."

"Quanto più sola è una persona, più solitaria diventa. La solitudine le cresce man mano intorno, come la muffa. Uno scudo che inibisce ciò che potrebbe distruggerla, e che tanto desidera. La solitudine è cumulativa, si estende e si perpetua autonomamente. Una volta che quella muffa si incrosta, rimuoverla costa una vita."

"Da quando nasciamo, sappiamo qual è il nostro destino. La culla si dondola sull’abisso, pronto a inghiottirla. La nostra vita non è altro che un lampo tra due oscurità infinite. La fine che ci attende ci appare più minacciosa dell’oscurità precedente, quell’istante in cui non sappiamo quale fosse il nostro volto prima di nascere. Forse abbiamo paura di ciò che viene dopo, nel fondo, un briciolo del nostro essere ricorda qualcosa di terribile. Qualcosa che dimentichiamo quando riempiamo per la prima volta di aria i nostri polmoni e piangiamo."

"Il tempo è la nostra giustificazione per l’egoismo che ci isola dalla verità, da quella distruzione che provochiamo, quella che corrode gli altri, quella che in ultima istanza corrode noi stessi."

sabato 21 giugno 2025

Recensione || L'IMPREVEDIBILE CASO DEL BAMBINO ALLA FINESTRA di Lisa Thompson



Un dodicenne affetto da misofobia * passa le giornate chiuso dentro casa a guardare, dalla finestra della propria camera, ciò che accade in strada ai vicini.
Un'abitudine stramba, che lascia perplessi i vicini e smarriti e dispiaciuti i genitori ma che, al momento opportuno, potrebbe rivelarsi molto utile per risolvere un mistero...


L'IMPREVEDIBILE CASO DEL BAMBINO ALLA FINESTRA
di Lisa Thompson


De Agostini
trad. M. Lowery
V. Zaffagnini (ill)
304 pp

«Non aspettare che il temporale passi. 

Devi uscire e danzare sotto la pioggia.»


Matthew Corbin è un ragazzino di dodici anni che sta vivendo una fase molto delicata della propria giovanissima vita: ha, infatti, un'immensa paura dei microbi e questa condizione non può che farlo soffrire e creargli problemi nella gestione della quotidianità e del rapporto con gli altri.
Matthew è ossessionato all'idea che miliardi di germi e batteri si depositino su qualsiasi superficie a lui vicina e che possano "assalirlo", contaminandolo e facendolo ammalare.
E lui deve assolutamente evitare di "sporcarsi" toccando o facendosi toccare da qualsiasi cosa o persona sia portatrice di maledetti e micidiali microbi. Non può e non vuole, per nessuna ragione, ammalarsi a causa di questi esserini invisibili e potenzialmente mortali.
Una fobia del genere non può che condizionare la sua vita quotidiana.

Tanto per iniziare, non esce praticamente mai di casa e raramente dalla propria stanza.
Starsene chiuso tra le famigliari quattro mura - che egli si premura di pulire e lucidare e disinfettare in ogni modo, con costanza e tenacia - lo fa sentire al sicuro da germi, batteri e da tutti i pericoli del mondo esterno. 

I genitori Sheila e Brian sono preoccupati: il loro bambino si rifiuta di andare a scuola, non vuole neppure giocare a biliardino col padre, non si lascia abbracciare, sta lontano dal gatto Nigel come se da un momento all'altro potesse saltargli addosso e attaccargli peli e malattie feline... 
E ovviamente non ha amici, non va in strada a giocare a pallone, non esce... niente: passa il tempo affacciato alla finestra a osservare gli strani vicini di casa e ad annotare ogni cosa sul suo diario. 

Fino al giorno in cui Teddy, il nipotino del signor Charles, che ha solo quindici mesi, scompare improvvisamente.
Matthew è stato l'ultimo a vederlo, dalla finestra, ma ovviamente non sa dire come sia potuto allontanarsi dal giardino in cui stava giocando né se un estraneo si sia introdotto per rapirlo.

Quando la polizia viene allertata, comincia a piantonare il giardino e il quartiere, facendo domande a tutti, compreso Matthew, che racconta ciò che sa lasciando un po' interdetti i poliziotti quando capiscono che il ragazzino non fa che osservare tutto e tutti dalla sua finestra e scrivere ciò che vede sul quaderno.

Una cosa emerge chiaramente da subito: la scomparsa del piccolo non ha lasciato tracce, non si riescono ad individuare né moventi né testimoni davvero utili né una banda di rapitori ha chiamato per chiedere un riscatto. 

L'angoscia di tutti è alle stelle e Matthew sta bene attento ad analizzare i comportamenti di tutti.
C'è chi si comporta come sempre - tipo la coppia che aspetta un bambino - e chi invece è più strano che mai, come il nonno del piccolo, il signor Charles, che continua a curare il proprio giardino con la stessa sollecitudine di sempre, oppure la sorella maggiore di Teddy, Casey, sempre con la sua inquietante bambola di porcellana in mano e con quel suo continuo prendere in giro Matthew chiamandolo pesciolino (proprio in virtù del fatto che se ne sta chiuso in camera come un pesce in un acquario).

Il ragazzino assorbe tutta l'ansia e la paura degli adulti in merito alla scomparsa di Teddy e vorrebbe poter fare qualcosa, ma come potrebbe, proprio lui che non ha manco il coraggio di uscire fuori di casa?

Ed ecco, allora, che la strada migliore da percorrere è aprirsi un po' agli altri.

In particolare, c'è la giovanissima vicina Melody Bird - una tipa un po' strana che ha l'abitudine di frequentare il cimitero - e, più tardi,  si aggiungerà Jake, coetaneo di Matthew e, in passato, suo grande amico.

Per Matthew interagire col prossimo - a partire dagli stessi genitori - è molto difficile perché il pensiero di contaminarsi lo ossessiona e lo terrorizza.
Leggere di quante volte (decide e decine) si lava le mani con sapone, candeggina, acqua bollente, della quantità di guanti di cui necessita quando esce dalla propria camera... fa tenerezza e fa riflettere su quanto soffrano le persone affette da disturbi ossessivo compulsivi (DOC), come questo che affligge il protagonista.

Ma da cosa ha origine questo DOC in un bambino di dodici anni?

Durante la lettura, capiamo che c'è stato un evento tragico e doloroso, accaduto in famiglia, che lo ha traumatizzato, innescando in lui questo terrore di sporcarsi, unito al senso di colpa che, lasciandosi raggiungere dai microbi, potrebbe essere causa di problemi per le persone che ama.

Matthew è un ragazzino intelligente, sveglio, sensibile; egli si rende conto di come e quanto i suoi genitori soffrano nel vederlo così e questo lo fa stare peggio, perché aumenta il senso di colpa e lo fa sentire inadeguato, incapace, diverso.

Appassionarsi alla sparizione del bimbo, però, diventa l'occasione per sfidare sé stesso e le proprie paure, per tentare di vincerle, lasciandosi aiutare dai due amici investigatori e dai genitori, che si sono rivolti a una professionista per capire come andare incontro ai comportamenti ossessivi del figlio.

L'investigazione procede, tra ipotesi, piccoli abbagli ed errori e nuove piste da percorrere.
Sarà la capacità di osservazione di Matthew a permettere di risolvere il mistero e a condurlo dritto dritto dai colpevoli della scomparsa di Teddy.

Questo romanzo per ragazzi lo consiglio perché  ha il pregio di essere molto scorrevole nello stile, originale nella trama perché il protagonista ha questo DOC e la sua condizione ci viene descritta con naturalezza, senza essere né pesante né superficiale; l'elemento giallo è accattivante ma ad avermi colpita maggiormente è l'aspetto psicologico legato alla fobia, al rapporto con i genitori, con l'esperienza traumatica che sta all'origine, e mi sono commossa verso la fine perché l'autrice è riuscita a farmi sentire le difficoltà e la sofferenza che si celano dietro un disturbo che, dall'esterno, può apparire bizzarro ma che in realtà nasconde disagio, dolore, fragilità e che va quindi individuato, trattato, compreso in modo serio e professionale. Bello il messaggio di speranza che lascia in riferimento alla possibilità di riprendere la propria vita e ricominciare a vivere.

Molto carino, lo consiglio!!




*  La misofobia consiste in una estrema paura dei germi ed è caratterizzata dalla tendenza ad evitare, in ogni modo possibile, l’esposizione ad agenti contaminanti.
Come ogni fobia, tende a peggiorare proporzionalmente agli evitamenti messi in atto.
Nel tempo è possibile rimanere bloccati in un circolo vizioso che compromette la qualità di vita, simile a quello caratteristico del disturbo ossessivo compulsivo (> QUI <).

lunedì 16 giugno 2025

Recensione || Il BAGLIORE D’ARGENTO di Catherine Bilson



Una giovanissima insegnante lascia la California per insegnare nell'unica scuola di un paese piccolo e tranquillo, senza immaginare che la sua vita sta per cambiare radicalmente.
Un aitante cowboy è alla ricerca dell'oro nella assolate terre del Nevada ma, nel tornare a casa, sarà l'amore a trovare lui...



Il BAGLIORE D’ARGENTO
Romanticismo e coraggio nel cuore della frontiera 
di Catherine Bilson


(Cuori di Frontiera Vol. 1)
416 pp.
Daisy Jackson è una giovane maestra, orfana di entrambi i genitori e sola, che si candida per il posto di insegnante a Rattlesnake Ridge,  in Nevada.
Nell'inviare la candidatura non dà dettagli sulla sua giovane età, né sulla mancanza di esperienza lavorativa né, soprattutto, sulle sue origini miste (è per metà cinese), che potrebbero non essere accettate dal comitato cittadino.
Eccitata all'idea di cambiare vita, lascia la California per recarsi in questo nuovo stato.

Luke Rockford è un cowboy che ha superato la trentina, è bello, muscoloso e ancora scapolo.
Quando accidentalmente i suoi occhi si posano sul bel faccino della nuova maestrina di Rattlesnake Ridge, ne rimane immediatamente affascinato, anzi folgorato. 

Comincia a girarle rispettosamente attorno e a corteggiarla con discrezione, mentre lei oscilla tra l'imbarazzo e il piacere di essere corteggiata da un così baldo giovane.

Insomma, lui piace a lei, lei piace a lui... Devono solo dichiararsi amore eterno e vivere per sempre felici e contenti.

Però giustamente qualche problemino ci deve essere, sennò sarebbe tutto fin troppo semplice (lo è comunque, tranquilli).

L'ostacolo ha un nome e un distintivo, quelli del vice sceriffo Grant Watson, pure lui attraente e giovane, che ha messo gli occhi sulla giovane maestra. 
E Grant, al contrario del rozzo ma galante Luke, non è il tipo che si chiede se potrebbe o no piacere a Daisy; lui è di quelli abituati ad avere sempre ciò che vogliono e da subito manifesta un ingiustificato senso di possesso verso la ragazza, il che lo porta ad avere comportamenti inopportuni.

Ma la bella e pura fanciulla non ha nulla da temere: c'è il bel cavaliere sul proprio destriero e con la mano sulla pistola a salvarla dai cattivi!

Cavaliere che, tra l'altro, sta cercando - assieme al fidato amico Jack - di seguire le orme paterne e andare alla ricerca dell'oro a Virginia City *.  Chissà che la fortuna non gli sorrida...


Siamo nel 1871 e Rattlesnake Ridge è tipo Virgin River versione western: si conoscono tutti, sono tutti - o quasi - socievoli, amichevoli, disponibili a dare una mano (la prima persona con cui Daisy fa amicizia è una vedova rispettabile e dal carattere forte, che per campare canta nei saloon ma anche nel coro della parrocchia, a testimonianza del fatto che è una brava persona, eh), pronti a organizzare buffet per mangiare qualcosa insieme; poi qui ci sono anche la chiesuola con il reverendo simpatico e generoso e lo sceriffo comprensivo e attento ai bisogni e ai problemi dei cittadini.
In pratica, un posticino idilliaco, pacioso, quasi paradisiaco, dove i pochissimi cattivelli che rovinano l'atmosfera bucolica vengono tempestivamente individuati e resi inoffensivi.

I personaggi principali sono (appena) sufficientemente delineati e rientrano nei cliché del genere romance più classico: lei ingenua, il candore virginale la precede e la segue pure (sospetto creda che i bimbi nascano sotto il cavolo ma potrei sbagliarmi), non ha mai conosciuto neanche lontanamente il sapore di un bacio a fior di labbra, è un'insegnante coscienziosa e amorevole, unica pecca: sangue misto, che a quel tempo era effettivamente un problema **
Ed infatti l'autrice menziona -. ma senza approfondire più di tanto - il tema dei pregiudizi razziali.

Che dire...?
Lo consiglio solo ed unicamente (e comunque con moooooolte riserve) a chi desidera leggere un romance pulito, squisitamente romantico, ricco di buoni sentimenti e belle persone, con un'ambientazione che personalmente io trovo sempre attraente: il vecchio West, appunto, e anzi è proprio il motivo che mi ha spinto a scegliere questo libro sul catalogo Kindle Unlimited.

Per il resto, la storia di per sé non spicca per originalità, i personaggi sono abbastanza stereotipati e prevedibili in opere e parole, ma a darmi fastidio è stata - DI NUOVO! - la traduzione che, ripeto (come nel caso di Sabbie di Persia) è di sicuro frutto dell'Intelligenza Artificiale ed è "super iper pessima".

Non ho pensato a screenshottare tutte le castronerie perché ero impegnata a ridacchiare per il nervosismo (non so neppure io perché non l'ho mollato), ma un paio le ho evidenziate, verso la fine.

Insomma, lettori e lettrici: ci sono tanti bei libri (anche sentimentali, per chi ama il genere) tradotti bene, per cui questo lo eviterei.
E c'è pure il seguito, perché il romanzo appartiene a una serie.







*Virginia City è una famosa città mineraria fondata nel 1859, durante il periodo della febbre dell’oro, sul pendio di un colle a seguito della scoperta di un filone nel vicino Six Mile Canyon. In pratica è una città del vecchio West e passeggiare tra le sue strade è come saltare sulla macchina del tempo.


** Nel 1861 nello stato del Nevada vigevano le leggi contro la mescolanza razziale che vietavano indistintamente il matrimonio tra bianchi e gruppi non bianchi, soprattutto afroamericani, nativi americani e asiatici in generale. Ma nel 1868 fu ratificato il XIV Emendamento alla Costituzione che, tra le altre cose, stabiliva che erano cittadini tutti coloro nati o naturalizzati negli Stati Uniti.



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