LA MORTE VIENE DAL PASSATOdi Vincenzo Meleca
TraccePerLaMeta Edizioni 186 pp |
TraccePerLaMeta Edizioni 186 pp |
StreetLib 253 pp |
“Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per vedere quella che si desidera”: citando Manzoni, Lavorino ci ricorda come purtroppo molte volte il lume della ragione e dell’analisi investigativa venga spento perché ci si rifiuta di vedere tutto ciò che non è in linea con le proprie convinzioni.
Il lettore, quindi, ripercorre ciò che è accaduto in quel funesto pomeriggio a Roma, nel condominio di via Poma 2: era il 7 agosto 1990 e la povera Simonetta si recava negli uffici degli Ostelli della Gioventù per il turno pomeridiano di lavoro; lì ha trovato la morte per mano di un assassino spietato, che le ha inferto 29 ferite su diverse parti del corpo, con un tagliacarte.
Lavorino inserisce anche foto e disegni in cui vengono mostrati il corpo senza vita della vittima, le ferite su di esso, i segni lasciati dall'assassino nella sua furia omicida, il modo in cui ha sistemato il cadavere (il reggiseno, il corpetto...), e poi la disposizione delle stanze e gli oggetti al loro interno, gli effetti personali di Simonetta presenti e quelli portati via dalla scena del crimine dallo stesso assassino.
Circa l'identità dell'assassino, e del suo profilo criminale, il modo in cui ha deciso di lasciare il corpo ha in sé elementi contraddittori, perché se da una parte la posa umiliante in cui viene ritrovata la vittima ci suggerisce il desiderio di dominio da parte dell’aggressore, dall'altra questo stona col fatto che il top della giovane sia stato disposto successivamente sul ventre, come un atto di pietas o undoing (riparazione del crimine, negazione psichica); sempre che sia stato lui a compiere quel gesto e non il complice.
L'assassino, nel suo agire, ha dimostrato di essere un soggetto disorganizzato e impulsivo e il suo è stato un omicidio d’impeto, frutto della perdita del controllo.
Purtroppo, se c'è una verità che emerge con prepotenza è che la raccolta dei dati è stata poco scrupolosa, per cui... "tutto è possibile grazie all’incertezza dei dati!".
Vengono descritti gli orari in cui si sono verificati l'omicidio e la successiva pulizia accuratissima del luogo del delitto; e ancora, le testimonianze dei soggetti coinvolti, come le impiegate che lavoravano per l'AIAG (Associazione Italiana Alberghi della Gioventù), i responsabili, il portiere e i famigliari, alcune persone che abitavano nel condominio...
Vengono esaminate le tantissime incongruenze, ad es. relative all'ora del decesso della ragazza e le telefonate che si sono susseguite prima della morte.
Il criminologo è del parere che Simonetta sia stata uccisa prima delle 17:00 e che, quindi, non sia stata lei a telefonare a Luigina Berrettini (ammesso che la telefonata ci sia stata) – e che "questo INGANNO STRUTTURALE abbia impedito sinora la soluzione del caso, proprio perché ha spostato il momento zero (o nucleico) del crimine, determinando la creazione di falsi presupposti e, quindi, di false conclusioni."
Infatti, Luigina Berrettini (collega di Simonetta e dipendente dell’AIAG) ha dichiarato di aver ricevuto a casa una telefonata dall’AIAG, da una ragazza, presentatasi come Simonetta Cesaroni, che la chiamava per chiedere delucidazioni su un codice da inserire al computer, ma secondo l'autore vi è la probabilità che la telefonata possa essere stata effettuata 45-60 minuti prima dell'ora dichiarata da Berrettini; in base allo spostamento dell'orario, si è obbligati a porsi la domanda: la ragazza al telefono era realmente Simonetta o una bugiarda che partecipava ad una farsa (perché? per ordine di chi?); non solo: ma la telefonata c’è stata realmente? Se sì, davvero alle 17:05 o 45-60 minuti prima? "Questo è il nodo gordiano di Via Poma!", sostiene Lavorino.
✔ Tutti gli impiegati dell’AIAG sono coperti da alibi del tipo familiare o personale.
✔ La documentazione investigativa relativa alla scena del crimine è incompleta e imprecisa per diverse ragioni; ad es., non vengono fotografati e documentati molti dettagli come la stanza dove lavorava Simonetta col computer e dove era il telefono della Berrettini, dove sarebbe stata repertata la famosa agendina rossa Lavazza; le tracce papillari non sono state repertate perché, tra le altre cose, c'è stato un gran viavai sulla scena e l'inevitabile conseguente contaminazione; anche il sangue nell’ascensore fu rinvenuto ben tre settimane dopo il delitto, e i reperti (come il reggiseno) furono male custoditi e/o scomparsi.
Addirittura i segni di ecchimosi, prodotte dal killer sui fianchi della vittima o il segno sul capezzolo...: il medico legale omise di tamponare tali importantissimi segni, impedendo di fatto l’analisi di eventuali tracce biologiche.
Stranamente, non si cercarono le tracce nemmeno sul foglietto in cui appariva il disegno e la scritta “CE DEAD OL” o “OK”.
Ma cosa ancor più assurda: l’appartamento venne pulito da cima a fondo, per cui la scena del crimine fu distrutta: come mai, perché? A chi è convenuto?
L’unica traccia papillare utile è stata rinvenuta sul telefono usato dall'assassino ed è di Antonello Barone (fidanzato di Paola Cesaroni, la sorella di Simonetta; i due accorsero nell'ufficio e trovarono il cadavere, assieme al titolare della Reli, Salvatore Volponi). Quindi il telefono era stato precedentemente pulito.
In pratica, oltre all'assassino (e dopo di lui) c'è stato almeno un soggetto pulitore, che sapeva cosa, dove e come cancellare e perché.
✔ Diverse sono le perplessità attorno alla figura di Roland Voller, ritenuto per un po' di tempo un "super testimone" e infatti gli fu dato credito quando accusò Federico Valle, il nipote dell’architetto Cesare Valle, progettista del palazzo di Via Poma; perché quest'uomo aveva in uso un telefono cellulare intestato al Ministro dell’interno? In che veste e perché Voller già frequentava il palazzo dove è avvenuto l’omicidio? Perché gli fu consegnata una lettera di raccomandazione da parte della questura di Roma, a firma del dottor Del Greco, per ottenere la cassetta di sicurezza alla BNL e cosa custodiva quest'ultima? Quale attività avrebbe svolto il Voller per conto dei servizi di sicurezza dello Stato? Ha percepito per tali servizi somme di denaro?
✔ La questione del tagliacarte di Maria Luisa Sibilia è lo snodo determinante del giallo di Via Poma: all’uscita della donna dall’ufficio esso non era sulla sua scrivania (la Sibilia lo aveva cercato ma, non sapendo dove fosse, ne prese un altro), ma dopo il delitto ed all’arrivo della Polizia vi è apparso misteriosamente; non è più dritto, ma leggermente ricurvo, senza impronte o tracce papillari (e comunque non fu analizzato immediatamente). Ovviamente è stato accuratamente lavato e poi disposto sulla scrivania della Sibilia dopo il delitto dal pulitore, il che fa pensare che questi sapesse sì muoversi all'interno dei locali ma che comunque non sapesse che la Sibilia fosse alla ricerca dell'oggetto.Il fatto che l’arma fosse in quell'ambiente dove è accaduto l'omicidio e che sia stata addirittura lasciata lì dopo la pulizia, indica che si tratti di omicidio d’impeto maturato in una specialissima situazione criminogena; non è stato pianificato ma è frutto delle circostanze, forse di un litigio o di un'aggressione sessuale, di avances rifiutate che hanno scatenato la furia dell'aggressore.
Insomma, è chiaro - dice l'autore - come l’INGANNO STRUTTURALE abbia prodotto e determinato errori, stranezze e caos.
E poiché non esiste il cosiddetto delitto perfetto, se ce ne sono di irrisolti è perché è l’indagine ad essere inadeguata, sbagliata o sfortunata.
Resta l'interrogativo già espresso più su: in tutta la confusione che contrassegna il giallo di via Poma, quale parte di essa è stata creata ad hoc per ingarbugliare di proposito la matassa e quale è attribuibile a incapacità, sbagli e abbagli da parte di chi doveva investigare?
In sintesi, i punti fondamentali da tener presente se ci si vuole avvicinare (!!) alla soluzione del caso, sono: la certezza che l'assassino
1. abbia usato la mano sinistra per colpire con uno schiaffo la tempia destra di Simonetta e poi sferrarle 29 pugnalate col tagliacarte della stanza n° 3;Kimerik Ed. 122 pp 16 euro |
Sovera Ed. 128 pp 15 euro |
"...non è vero che tutte le morti sono uguali: alcuni dei modi in cui lasciamo il transito terreno sono più duri da digerire. Una morte violenta per mano di altri uomini non ha niente di naturale, di scontato, accade semplicemente perché nell’indole umana, negli aspetti più reconditi, si annidano comportamenti
inspiegabili, comportamenti contro natura."
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Di recente ho appreso - e con quale felicità 😍 - che una delle mie scrittrici straniere, Kate Morton, preferite sta ultimando il suo ultimo romanzo.
HOMECOMING sarà pubblicato nell'aprile 2023 nel Regno Unito, Nord America, Canada, Australia e Nuova Zelanda, cui seguiranno altre date.Buon pomeriggio, cari lettori!
Estate: tempo di sole, vacanze, mare e/o monti, cielo azzurro, relax... e viaggi, brevi o lunghi che siano!
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Ebbene, in questo post volevo dare un'occhiata assieme a voi ad alcuni libri a tema VIAGGIO, che magari potrebbero interessarci ed entrare a far parte delle nostre letture estive, da portare con noi in vacanza.
Quando dico "tema viaggio" non intendo necessariamente che il libro tratti principalmente l'esperienza del viaggiare (come può essere, ad es., in un diario di viaggio), ma che quest'ultima abbia comunque un ruolo non irrilevante nella formazione del protagonista, contribuendolo alla sua maturazione e crescita come persona.
Divido il post in due parti (altrimenti sarebbe troppo lungo, e da preparare e da leggere); in questa prima parte ho raccolto testi che NON ho letto, ma che ho scelto - tra i tanti in cui mi sono imbattuta navigando - in base al tema del viaggio.
Nella seconda parte conto di presentarvi libri che ho letto e recensito, sempre sulla medesima tematica.
SULLA STRADA di Jack Kerouac (AMAZON).
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Genesis Publishing 186 pp |
"...il suo cuore era stato devastato da una pioggia di dolore sotto cui si era ritrovata indifesa e vulnerabile."
Quella tragedia aveva portato una lacerazione in casa, rendendo la madre l'ombra di ciò che era prima: una donna infelice, abbandonata dal proprio uomo, che doveva affrontare una situazione economica complessa con solo i figli accanto; dopo l'abbandono, la donna non aveva più avuto la forza di lottare per essere di nuovo felice.
E Rebecca ha dei forti sensi di colpa verso la mamma e il fratello perché sa di averli abbandonati anche lei!
Non è rimasta con loro e non per vigliaccheria o egoismo, ma perché i sensi di colpa la divoravano: la giovane, infatti custodisce un particolare segreto di ciò che accadde non molto tempo dopo la fuga del padre: un fatto di cui si incolpa perché convinta che lei avrebbe potuto far qualcosa affinché non si verificassero, poi, altre conseguenze penose.
Ma il passato non possiamo modificarlo e piangersi addosso... a cosa può servire?
Rebecca lo sa, eppure non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e della sgradevole e malinconica sensazione che per lei, nel suo futuro, ci sia sempre e solo pioggia: quella pioggia carica di tristezza, di grigiore, che rimarca tutta la fragilità del suo cuore.
Ma, come dicevo più su, in un giorno di pioggia accade qualcosa che potrebbe stravolgerle l'esistenza. Se lei vorrà.
Una sera, mentre è davanti al palazzo che non può fare a meno di contemplare, col sole o con le nuvole, si scontra accidentalmente con l'affascinante Massimiliano.
Trentenne in carriera, restio a "mettere radici" e ad instaurare relazioni sentimentali durature, Massimiliano resta folgorato da quella ragazza dai capelli neri, gli occhi profondi e l'ombrellino azzurro.
Entrambi, a dire il vero, dopo aver scambiato qualche battuta - neanche troppo cortese - continuano a pensarsi... e qual è la loro sorpresa nel rivedersi nel negozio di Maddalena, apprendendo che lui lavorerà lì, assieme a Rebecca.
Nonostante tutti e due sentano di avere un "cuore vagabondo", l'attrazione scatta immediatamente, anche se a placare i sensi ci pensano la ragione e il cuore, sempre sul chi va là.
Però Massimiliano è testardo e realizza di tenerci davvero a quella ragazza un po' schiva, diffidente, poco incline alle confidenze ma che - è evidente - ha un mondo di emozioni dentro che chiede di venir fuori, e cerca in tutti i modi di scavare nell'anima della sua "ragazza della pioggia" e di trovare le risposte ad alcune domande che, via via che si frequentano (e non solo per lavoro) emergono.
Massimiliano capisce che il palazzo in cui vive (è, infatti, in affitto in un appartamento dello stabile) è proprio quello davanti al quale si ferma costantemente Rebecca, che resta immobile e nostalgica sotto la sua finestra, di sera, per ragioni che ancora non sa. Quali sono?
E perché la ragazza, da quando è tornata, non ha avuto rapporti con la famiglia?
Cosa l'ha resa così eccessivamente cauta verso l'amore? Perché le è così difficile abbandonarsi ai sentimenti che i due nutrono l'uno verso l'altra?
Certo, anche Massimiliano ha le sue paure e anche lui deve decidere cosa vuole dalla vita, a cosa e a chi dare priorità, ma ciò che per lui conta di più è aiutare Rebecca a sbloccarsi e a realizzare che non ci sono solo lacrime nella pioggia, ma anche vita e speranza.
"...il destino aveva deciso di intrecciare le loro strade senza neppure chiedere il permesso. Il destino era come la pioggia. A volte, si dimenticava di dare segni premonitori e si abbatteva sulla vita delle persone come un temporale improvviso."
Il giovane tenterà di scoprire quali dolorose verità si annidino nell'animo solitario di Rebecca e per
quale ragione ella odi la pioggia più di se stessa.
E chissà, magari grazie a quel misterioso appartamento al quale Rebecca è tanto legata e nelle cui stanze i due vivono con gioia ed entusiasmo il loro amore, il passato potrebbe riconciliarsi col presente, fugare ogni dubbio, rimorso, senso di colpa, vergogna e, proprio come accade al sole, che riappare dopo la pioggia, anche il futuro potrebbe finalmente trovare il suo posto e apparire più luminoso e pieno di speranza.
CATARTICA EDIZIONI Prezzo: 15.00 € 192 pp Marzo 2022 |
"Al centro dei pensieri di Alessandro vi era inevitabilmente solo l’ispirazione, che nel pensiero greco si otteneva attraverso un’estasi, momento in cui il poeta veniva trasportato al di fuori della sua mente a contatto con i pensieri degli dei, e qui invece era divenuto un mero pensiero pratico e razionale."