sabato 4 luglio 2020

Recensione: UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI di Paullina Simons




Un viaggio in Europa prima di andare al college si trasforma, per quattro amici (nonché due coppie di fidanzati), in un'inaspettata e dolorosa occasione per svelare ipocrisie, mettere in discussione relazioni sentimentali ed amicizie e fare i conti con ciò che davvero vogliono essere nella vita.



UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI
di Paullina Simons



Harper Collins
trad. R. Zuppet
705 pp
"Sai cos'è l'amore? Essere disposti a cambiare la propria vita. A cosa sei pronta a rinunciare per me?"

Cosa c'è di meglio che salutare gli anni della scuola e festeggiare il diploma con un bel viaggio oltreoceano insieme ai propri amici?

E' quello che vuol fare Chloe Devine, che è nata, cresciuta e vive in una  zona rurale del Maine: organizzare un viaggio in Europa - direzione Barcellona - con il fidanzato Mason, la migliore amica Hannah e il suo ragazzo, Blake (fratello di Mason).

I quattro si conoscono praticamente da sempre, sono cresciuti insieme, sono legatissimi l'un l'altro, e sono eccitatissimi all'idea di poter fare questo viaggetto e vivere così una bellissima avventura da soli, senza i genitori, prima di prendere ciascuno la propria strada e decidere cosa "fare da grandi".

Non potrebbero essere più diversi caratterialmente, questi due fratelli con le loro fidanzate: lì dove Mason è posato, gentile, bellissimo, premuroso e corteggiatissimo, Blake è esuberante, scherzoso, chiacchierone, solare, sensibile, positivo, simpatico e sempre disponibile. Entrambi sono davvero dei ragazzi d'oro, molto affidabili, responsabili e grandi lavoratori. 
E hanno un sogno nel cassetto: scrivere un racconto/romanzo da presentare a un concorso letterario nelle prossime settimane e chissà...  vincere il primo premio! 
E un viaggio costituisce una ricca opportunità per fare esperienze utili a creare il materiale narrativa; la base c'è ed ha a che fare proprio col viaggiare: una valigia blu. Cosa può nascondere una valigia di misterioso o quale genere di storia è possibile costruirvi attorno?

Se Hannah è una biondina con un fisico longilineo e quasi perfetto, sofisticata, naturalmente elegante e sexy, Chloe è insicura, dalla fisicità prorompente (i seni sono ciò che più di tutto le crea imbarazzo), convinta di essere fin troppo comune e banale (cosa che risalta ancora di più quando è accanto ad Hannah o, peggio, a Mason, costantemente circondato da ragazze invaghite di lui) e quindi poco attraente.

Forse, come spesso accade, è proprio il fatto di essere così differenti a tenerli uniti (secondo la regola "gli opposti si attraggono")?
Il viaggio che li vedrà compagni d'avventura sarà importante per rivelare le reali basi su cui poggiano i loro rapporti di amore e amicizia.

Non è semplice per Chloe convincere i propri genitori a permetterle di partire: Jimmy e Lang (la mamma di Chloe è di origine asiatica) Devine sono severi, attenti ad ogni aspetto della vita della figlia, e anche un tantino apprensivi verso di lei; la ragione risiede non solo in come essi concepiscono l'educazione dei figli, ma anche a motivo di una tragedia famigliare accaduta qualche anno prima e che li ha segnati profondamente, condizionando il rapporto con Chloe, soprattutto nel concederle certe libertà.
E mandarla in giro per l'Europa per loro è una bella sfida, un atto di fiducia davvero grosso!
Sono scettici, non solo perché si tratta di un bel viaggio lungo, ma tanto più a motivo della compagnia: è coscienzioso da parte loro lasciarle un tale margine di libertà? 

Ma a dar man forte a Chloe sopraggiunge inaspettatamente Moody, la nonna paterna, un tipetto dai modi spicci, bruschi, di una schiettezza disarmante e con una punta d'acidità; la donna è disposta non soltanto a perorare la causa di Chloe e dei suoi tre amici, ma anche a finanziarne il viaggio, a una condizione però: devono recarsi prima in Lettonia e poi in Polonia (in particolare al campo di sterminio di Treblinka) e portare a termine alcuni "compiti" importanti.

Seppure un po' reticenti e scocciati, i quattro amici accettano e ha inizio così un viaggio che li porterà in una terra che muove i primi timidi passi dopo il crollo dei regimi comunisti, dove i treni sono rumorosi, affollatissimi, vecchi e puzzolenti (e ce ne sono pochissimi nell'arco di una giornata, per cui se perdi quello della mattina presto, il prossimo è la sera tardi).
Ed è proprio su uno di questi treni che i quattro fanno la conoscenza di una persona che rivoluzionerà la loro vacanza e le loro relazioni...

Ma è soprattutto Chloe quella che ne verrà segnata maggiormente e forse per sempre...

Chloe incontra Johnny Rainbow, un misterioso ragazzo americano che gira il mondo con la chitarra sulle spalle, un sorriso sulle labbra e un oceano di segreti negli occhi; cerca di resistergli in ogni modo ma dal primo istante in cui i loro occhi si incrociano tra i due si crea un'alchimia irresistibile, alla quale sarà difficile opporsi.

Johnny è carino, estroverso, sa un sacco di cose, è esperto delle zone in cui i quattro devono muoversi (Lettonia, Polonia, campi di concentramento...) ed infatti si offre di accompagnarli e di far loro da guida turistica.

Se Mason e Hannah sono affascinati e rapiti dalla natura libera e vivace di questo giovane viaggiatore,  Chloe è imbarazzata e quasi paralizzata in presenza di questo ragazzo affascinante e libero come un uccell di bosco, dalla voce melodiosa (quando canta per le strade incanta chiunque lo ascolti, e infatti riesce a racimolare parecchi soldini con le sue esibizioni), indipendente, solare, allegro, che la fissa con insistenza e si ostina a voler cercare un dialogo con lei nonostante la ragazza ostenti indifferenza.
Ma l'indifferenza di Chloe è frutto della consapevolezza dell'effetto che le fa questo giovanotto, che si rivelerà per lei un fulmine a ciel sereno... O forse un arcobaleno colorato nella vita tutta regole e tranquillità di Chloe Devine?

A esserne invece palesemente disturbato è Blake, che da subito mostra un atteggiamento molto ostile e scorbutico (cosa davvero insolita per lui, essendo una persona molto cortese ed educata) verso l'intruso, che tutti incanta con la sua giovialità e il suo saper tutto su tutti.

In compagnia di Johnny Rainbow i quattro amici attraversano in treno il vecchio mondo, da Carnikava a Treblinka a Cracovia e durante questo viaggio indimenticabile, che li porta nel cuore dell'Europa, vedranno con i loro occhi il campo nazista di Treblinka e - pur non essendovi rimasto praticamente nulla da vedere (fu raso al suolo dai tedeschi, che cercarono di nascondere le tracce delle loro nefandezze) -, vedranno e sentiranno la mano fredda della morte e della desolazione che l'essere umano è capace di produrre a danno dei propri simili e sotto gli occhi impauriti e indifferenti di quanti non hanno voluto vedere l'orrore che si svolgeva non distante da essi.

Sarà un viaggio difficile da molti punti di vista: pratico ed economico (gli inconvenienti non mancheranno e creeranno molti disagi e litigi) ma soprattutto emotivo: il corso degli eventi prenderà una piega davvero "strana", che spesso li dividerà fisicamente e affettivamente; i quattro amici si ritroveranno a litigare un giorno sì e l'altro pure ed emergeranno le loro personalità, quei sentimenti e quei difetti che forse fino a quel momento erano rimasti nascosti, offuscati dall'abitudine e dall'affetto.

Spaventata dalle sensazioni e dai pensieri che le suscita Johnny (il quale è un acuto osservatore e riesce a cogliere le lacune nei rapporti tra i quattro amici, analizzandole con serena lucidità e aprendo gli occhi della ragazza), Chloe cercherà di non cedergli, ma il destino sembra volerla mettere in difficoltà, e quando si ritroverà da sola con lui per diverso tempo, si lasceranno andare a quell'attrazione magica e speciale che li ha uniti profondamente sin dal primissimo istante e che chiede di essere vissuta, come in quest'età bella e sconsiderata si ha diritto a fare.

"Quel ragazzo aveva qualcosa che le trafiggeva il cuore con un misto di gioia e dolore, spaccando il punto da cui aveva origine tutto il suo essere".

Johnny è un personaggio davvero irresistibile, pieno di fascino, dovuto soprattutto al fatto che l'Autrice crea molto mistero attorno al suo passato: il ragazzo è figlio di un uomo che negli USA è un pezzo grosso e il giovanotto, proprio per non creare imbarazzi in famiglia, ha deciso di vivere come vuole, in giro per il mondo e con un falso nome.
Ma come vive Johnny Rainbow?
Pian piano verranno fuori particolari della sua vita, dei suoi tanti errori, delle sue mille fragilità; ha solo diciannove anni ma sembra aver vissuto più vite e di certo tante esperienze, forse troppe per il suo corpo magro, i suoi occhi vivaci ma dentro i quali si celano tanti tormenti, che fanno di lui il ragazzo complesso che è, delle cui sfaccettature l'ingenua Chloe si innamora perdutamente.

Ricambiata.
Ricambiata con ardore, passione, entusiasmo, con quel pizzico di follia propria dei venti anni..., al punto che i suoi progetti per il futuro rischiano di saltare, al punto di mettere in discussione tutto ciò che era convinta di volere, fino a spogliare di ogni falsità e apatia il suo legame con gli amici di una vita.

In questa vacanza memorabile per tutti e cinque i ragazzi, Chloe arriverà anche in Italia, e quando sarà costretta a tornare a casa ad accompagnarla sarà la certezza che comunque vada a finire, qualunque cosa la vita le riserverà..., dopo questo viaggio la sua vita e quella dei suoi compagni non saranno più le stesse.


Il romanzo è corposo, la narrazione è molto dettagliata e "diluita", il ritmo (in particolare nella prima metà del libro) è rilassato, in quanto si seguono passo passo le vicende che accadono ai quattro durante il viaggio dando spazio a molti particolari e non lasciandoci perdere di vista davvero nulla di ciò che dicono e pensano i protagonisti (durante il racconto del viaggio si dà voce a tutti loro, a turno), i quali sono oltretutto lontani anagraficamente da me, e questo all'inizio un po' ha costituito un limite a livello empatico per la sottoscritta.

Ma credetemi, ogni limite viene abbattuto se si ha la pazienza (e la voglia, certo) di proseguire e di godersi tutta l'esperienza che ha al centro Chloe e Johnny e l'evoluzione dei rapporti con gli altri tre.

La Simons ha scritto una storia incantevole e struggente, ricca di momenti molto belli, di un romanticismo mai stucchevole, a mio avviso, ma anzi pieno di dolcezza e intensità.
Sono tantissimi i passaggi che tolgono il fiato e toccano le corde più sensibili, ma sempre, anche quando l'amore e la passione fanno capolino, travolgendo i due giovanissimi amanti, è impossibile non avvertire quella sfumatura di malinconia, dovuta alla consapevolezza che la sabbia nella clessidra scorre e il tempo dell'amore terminerà.

"Ci saranno altri cinque minuti per noi due? (...) Abbiamo fatto accadere questo. Faremo accadere anche altre cose. E' questo che fa l'amore. Rende possibile l'impossibile."

"Johnny bacia la felicità e il dolore negli occhi di Chloe. Non piangere, bellissima ragazza. L'amore ti spezza il cuore, vero? Vuoi che ti dica a chi l'hai spezzato tu? (...) Sai perché piango? Perché mentre lo vivo così felicemente con te, temo che non tornerà mai più"

C'è posto, nel futuro dei due innamorati, per il loro amore nato nel vagone di un lentissimo treno lettone, sussurrato bocca contro bocca nelle notti buie dentro camere di hotel non proprio confortevoli?

Johnny, prossimo a partire per l'Afghanistan nel corpo dei Ranger, è un'anima inquieta e vagabonda, il cui sorriso aperto e sbarazzino, la cui voce  meravigliosa che fa sognare, possono nascondere irrequietudini e debolezze troppo dolorose e difficili da gestire per una persona così giovane.
Per Chloe è e resterà il primo ragazzo in grado di far fare capriole al suo acerbo cuore: lo vedrà un giorno apparire lungo il viale che conduce a casa sua, nel Maine? Si ameranno ancora, per sempre, come meritano due amanti giovani e folli come loro?

Il finale di questo libro rientra, per me, tra quelli indimenticabili, che rimangono a lungo nel cuore; io da un certo momento in poi non ho potuto fare a meno di commuovermi e di sentirmi emotivamente coinvolta; lo struggimento dell'ultima parte del romanzo pervade il lettore, e con esso la consapevolezza che non sempre la vita ci dona ciò che desideriamo, o a volte ce lo dà ma per poco. E quel poco dobbiamo farcelo bastare, e resterà per sempre in quell'angolo del cuore dove riponiamo le cose e le persone importanti, di cui serberemo a vita il ricordo, perchè le sensazioni provate sono state così vere e forti da non poter scadere nell'oblio e ci ricorderanno per sempre che, nonostante le lacrime e la crudeltà di certi destini, la vita è bella.

Che dirvi ancora per darvi l'idea delle emozioni che mi ha regalato la penna sensibile e abile di Paullina Simons, che sa davvero come dar vita a personaggi sempre ben delineati, a trame che prendono via via percorsi e sviluppi che non t'aspettavi?
E' un romanzo bellissimo e tra le sue pagine c'è una sorta di "dono" che la scrittrice fa ai suoi lettori che hanno amato la Trilogia de Il Cavaliere d'inverno. Non vi dirò di che si tratta, ovvio, preferisco lasciarvi col desiderio e la curiosità di scoprirlo e  vi dico solo che riguarda ovviamente il personaggio di Johnny Rainbow.

CONSIGLIATO a chi vuol gustarsi senza fretta un romanzo ben strutturato (da apprezzare la conoscenza storico-geografica dell'Europa dell'Est e in special modo le informazioni sui campi di sterminio), che mescola sapientemente la freschezza propria della giovanissima età dei personaggi con l'intensità, la tenerezza e le vertigini che l'Amore sa donare, anche quando è vissuto per un tempo breve... ma incancellabile.

6 commenti:

  1. Angela, questo libro deve davvero averti convinta, la recensione è appassionante.
    Lo cercherò! Buona serata.

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    Risposte
    1. assolutamente sì, storia, stile, personaggi... tutto.
      Buona... notte :-D

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  2. Ciao Angela, dalle tue parole sembra davvero un romanzo da non lasciarsi sfuggire... me lo segno ;-)

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  3. Autrice che devo approfondire! Ho letto solo Il cavaliere d'inverno, secoli fa. :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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