Ci sono quattro amici... e no, non sono necessariamente al bar.
Volevano cambiare il mondo? Forse sì... o forse no. Magari è il mondo che vuol cambiare loro, chissà.
E mentre vivono e vagano per le strade di questo mondo che spesso sembra più brutto che bello, mentre ne avvertono tutta la sfibrante incertezza, ciascuno a modo suo continua a cercare di mettere insieme frammenti di sé, persi qua e là, e di provare ad aggiungere un pezzetto di bellezza, di felicità, di amore.
DOVE SEI, MONDO BELLO
di Sally Rooney
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Ed. Einaudi trad. M.Balmelli 312 pp |
Il punto di partenza di questo romanzo è presto detto: ci sono
due amiche del cuore, Eileen e Alice, che si scrivono fiumi di email in cui si raccontano le proprie vite, il lavoro, la famiglia, pensieri e considerazioni su argomenti filosofici, politici, esistenziali, religiosi, ma anche arte e cambiamenti climatici. Non mancano le condivisioni delle proprie storie d'amore.
Le due - che si conoscono dai tempi dell'università e che ora sono attorno ai trenta - si vogliono bene ma... si vedono poco.
Perché, come mai?, chiederete voi, abitano lontane?
Mah, neanche più di tanto, in una manciata di ore di volo sarebbero l'una a casa dell'altra.
Diciamo che procrastinano sempre il momento di vedersi, un po' per impegni lavorativi, un po' per altri "imprevisti" e, chissà, un po' per pigrizia.
Non giudichiamole troppo male però. Può succedere anche a noi. Avete presente quando ci si convince che certi rapporti siano capaci di andare oltre le distanze geografiche e la quantità di tempo trascorso insieme, perché ciò che conta è la consapevolezza che l'altro c'è ed è sempre presente, anche quando non lo vediamo spesso o non ci telefoniamo tutti i giorni? Ecco, magari è solo questo.
Per inciso: Eileen lavora come redattrice per una rivista letteraria che non vanta chissà quanti lettori, ed infatti la paga è da fame; ma vabbè, la ragazza s'accontenta, non ha grosse pretese.
Dal canto suo, Alice è una scrittrice di successo ed è molto impegnata con le presentazioni e le conferenze sui suoi libri, dei best-seller che l'hanno resa praticamente ricca.
Ma la ricchezza, si sa, non è sinonimo di felicità. Non sempre almeno.
Facciamo quasi mai, va'.
In seguito ad un esaurimento nervoso - per il quale ha dovuto ricoverarsi in ospedale per curarsi -, la nostra scrittrice ha deciso di lasciare New York e di prendere una casa in un zona di campagna, in Irlanda, vicino al mare. La sua è una quotidianità piuttosto solitaria e, fatta eccezione per i viaggi di lavoro, non ha una rilevante vita sociale.
Sarà per questo che bazzica su Tinder ed eccola in un bar di un paesino sulle coste dell’Atlantico mentre aspetta un uomo che ancora non conosce.
Lui è Felix, è attraente e a questo primo incontro è un tantino impacciato (beh, comprensibile, no?), e forse è proprio l'imbarazzo che non lo rende simpaticissimo; non ama il proprio lavoro (sposta merci in un gelido magazzino) e non legge libri..., tanto meno quelli di Alice.
Questo primo incontro è un completo flop, eppure qualcosa dev'essere scattato se Alice lo invita ad accompagnarla nel suo prossimo tour promozionale a Roma e Felix - rassicurato sul fatto che non tirerà fuori un euro - accetta.
Frattanto a Dublino Eileen continua la sua vita, sistemando la punteggiatura di articoli non suoi per una rivista letteraria su cui un tempo ha pubblicato un unico pezzo degno di nota, e per il resto scorre le pagine social del suo ex e cerca di rimettere insieme i cocci di ambizioni e speranze dimezzate.
Entrambe le donne non hanno rapporti sereni con le proprie famiglie, con cui per loro è più facile entrare in conflitto (seguito dal silenzio per evitare discussioni) che relazionarsi in modo tranquillo; Eileen, in particolare, ha un legame difficile con sua sorella Lola: non fanno che stuzzicarsi, Lola è sempre pronta a dire qualche cattiveria all'altra, che vorrebbe essere difesa, almeno un po', dalla madre, la quale invece resta ai margini, facendosi i fatti propri.
Unica nota positiva - a parte la corrispondenza con Alice - è l'amico di sempre, Simon.
Simon è un punto di riferimento per Eileen; sono amici per la pelle dagli anni dell'adolescenza (di lei, lui è cinque anni più grande), ci sono sempre l'una per l'altro, si raccontano tutto, si consigliano, si sfogano, lui ha sempre una solida spalla da offrire all'amica quando lei ha bisogno di piangere (il contrario è molto meno frequente, visto che Simon si sbottona poco) e, tra una relazione e l'altra, ogni tanto vanno a letto insieme.
Così, per amicizia, per affetto, per sentirsi meno soli, per addormentarsi e risvegliarsi tra braccia conosciute e rassicuranti.
Simon è un bell'uomo, è un consulente politico ed è sempre in giro; accomodante, sempre cortese, comprensivo, è cattolico e vive un cristianesimo tutto suo, fatto di preghiere, messe... e l'incapacità (?) di non resistere alle tentazioni, tipo quelle sessuali, tipo quelle con Eileen.
Quattro esistenze che sembrano fin troppo comuni (o forse lo sono davvero); nulla di particolarmente esaltante ma neppure da buttar via.
O no?
Eppure, qualcosa non va, e lo capiamo dalle lunghe e sincere email che le due donne si scambiano, in cui si fanno prendere da frenesie intellettualistiche e affrontano temi d'attualità - dal contrasto fra la società dei consumi e la miseria della moltitudine al crollo della civiltà nella tarda Età del bronzo, dalla perdita del senso del bello con l’avvento della plastica agli effetti corrosivi della fama sulla cultura - e in mezzo ci infilano le loro storie private, i dubbi, le speranze, ciò che le rende insoddisfatte, insicure. Infelici.
«Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?».
Il racconto in prima persona da parte delle due amiche si alterna a quello in terza persona delle esperienze e dei legami che entrambe vivono separatamente con i due uomini con cui hanno una relazione un po' ambigua, indefinita, sfuggente, e forse per questo più eccitante.
Alice e Felix si frequentano, si scrivono messaggi, hanno una relazione sessuale che rende appagati entrambi..., ma poi?
C'è amore? La prospettiva di una relazione stabile? Stanno insieme o sono solo "il tipo/la tipa che sto frequentando in questo periodo"?
I dubbi colgono pure Simon ed Eileen: lui frequenta addirittura un'altra donna ed Eileen non sa che pensare di questo. Che rapporto c'è tra loro? Amicizia sicuramente, la sintonia emotiva e fisica è perfetta, si conoscono benissimo e c'è molto affetto.
Ma anche qui: è amore?
In entrambe le coppie a un certo punto la fatidica domanda - dove finirà questa relazione? A cosa porterà? Si evolverà in qualcosa di stabile e definito oppure no? - diviene sempre più urgente.
Mentre leggiamo, impariamo a conoscere le personalità dei quattro personaggi e ognuno ci appare complicato a modo suo; si cercano, si vogliono, desiderano la reciproca compagnia, ma qualcosa li frena.
In un mondo dominato dall'incertezza, dalla sensazione di ineluttabile declino, in cui è facile sentirsi alienati, "intellettualmente senza patria", in cui la bruttezza sembra aver preso il predominio nella vita moderna, in cosa si può trovare senso, pace, stabilità, serenità?
Simon è così buono, quasi perfetto, inarrivabile, così pulito e saggio con le sue certezze di fede, così diverso da Felix, insoddisfatto del proprio brutto lavoro, franco ma spesso cinico e tagliente nelle sue battute ed osservazioni, in special modo verso Alice, la cui personalità così particolare e distante da lui lo attrae e lo mette, allo stesso tempo, in soggezione.
Se nelle email le due donne tirano fuori pensieri su argomenti vari e ci sembrano così ordinate e sicure, riflessive, sensibili e profonde, è nei momenti in cui le vediamo interagire con i due uomini (e, a un dato momento, tutti e quattro tra loro) che emergono insicurezze, contraddizioni, paure, interrogativi su sé stesse, su ciò che sono e vogliono e, su tutti, il dubbio di non saper vivere, di non riuscire a trovare la felicità, la pace, l'amore. E, chissà, di non meritare nessuna bellezza.
"Mi dico che voglio vivere una vita felice e che le circostanze per viverla non si sono semplicemente presentate. Ma se non fosse vero? Se fossi io che non riesco a concedermi di essere felice? Per paura, o perché preferisco crogiolarmi nell’autocommiserazione, o perché credo di non meritarmi niente di buono, o per qualche altra ragione. Ogni volta che mi capita qualcosa di bello mi ritrovo a pensare: chissà quanto durerà prima di finire male. E desidero quasi che il peggio arrivi presto, meglio prima che dopo, e se possibile subito, cosí almeno smetto di stare in ansia."
All'inizio ho fatto un po' di fatica a empatizzare con i quattro amici, e lo stile dell'Autrice non mi ha aiutato in questo, nel senso che mi sembrava narrasse le vicende di questi protagonisti in un modo troppo distante, poco coinvolgente.
Però questa sensazione di distacco emotivo è andata sfumando e poi sparendo quando sono "entrata nella storia" e i caratteri - pregi e difetti, incongruenze e punti di forza - delle due amiche e dei loro uomini hanno iniziato ad essermi più chiari; del resto, è così anche nella vita reale: quando conosciamo qualcuno, ci facciamo sì un'impressione iniziale ma è solo parlandoci e frequentandolo che iniziamo ad entrare in sintonia, a "inquadrarlo" e a decidere se ci piace o no.
Le relazioni amicali e amorose che si snodano di capitolo in capitolo, tra un'email e l'altra, sono lo specchio, in un certo senso, della disillusione, della frammentarietà e della mancanza di certezze che vigono nel mondo contemporaneo (tra problemi di ordine politico, climatico, sociale, ecc...), di come i desideri romantici di questa generazione alla deriva si scontrino con un mondo che sta crollando e sta facendo emergere, tra le altre cose, profonde disuguaglianze. Tra i quattro, infatti, avvertiamo anche questo aspetto: un'insoddisfazione, un'amarezza dovute alla propria condizione socio-economica. Tutti e quattro svolgono il proprio mestiere senza necessariamente ritenerlo meraviglioso e appagante a tutti gli effetti; forse l'unica che fa quello che vuole è Alice, ma anche lei giudica comunque il proprio lavoro "moralmente e politicamente inutile" e sente che parenti ed amici pensano di lei che sia ricca senza in realtà fare chissà quale grosso sforzo.
Il mio parere su questo romanzo della Rooney è sicuramente positivo; ha un linguaggio scorrevole, disinvolto, dialoghi efficaci e realistici, che - essendo privi di virgolette - si lasciano leggere come un flusso continuo, libero da interruzioni (dovute all'interpunzione).
Una lettura stimolante; voglio provare a leggere altro di questa scrittrice.
ALCUNE CITAZIONI
"Ho bisogno di sentire che la mia vita ha un qualche tipo di centro, un posto cui i miei pensieri possano fare ritorno e trovare requie."
"...mi sento davvero fallita, e per certi versi la mia vita è davvero insulsa, e le persone che si preoccupano di quello che mi accade sono pochissime. A volte trovare un senso è davvero dura, quando le cose che credevo significative si rivelano insignificanti e le persone che dovrebbero amarmi non mi amano."
"... certi dolori, a certi stadi formativi della vita, s’imprimono in modo permanente nella percezione di sé. "
"In realtà il mio problema è che me la prendo con gli altri perché non hanno le risposte quando sono la prima a non averne. E chi sono io per pretendere umiltà e apertura da parte degli altri? Cos’ho mai dato al mondo per pretendere cosí tanto in cambio? Potrei disintegrarmi in un mucchietto di polvere, per quel che importa al mondo, ed è giusto che sia cosí."