martedì 15 ottobre 2013

Recensione. "La piccola bottega dei ricordi" di Annelise Corbrion.



Domenica sera vi avevo scritto di aver iniziato la lettura di "La piccola bottega dei ricordi" di Annelise Corbrion.
Essendo un romanzo breve, l'ho terminato ieri.

ed. Fabbri
12.90 euro
208
"La piccola bottega dei ricordi" è un romanzo che mescola con molta naturalezza e senza troppi giri di parole il piano della realtà con quello surreale, o meglio sovrannaturale.

La protagonista si chiama Emma Langlois, una giovane 27enne di origini francesi, trasferitasi in Inghilterra sin dall'adolescenza insieme ai propri genitori, ma rimasta orfana di entrambi da pochi mesi.
Il suo è un lavoro molto affascinante: restaura fotografie antiche o comunque semplicemente rovinate, che sia dal tempo o per altre motivazioni.
Il fatto di sentirsi sola al mondo (non ha fratelli o sorelle, anche se ha una affezionata amica, Lexie) e il suo lavoro così centrato sul passato la rendono un tipo abbastanza malinconico, nostalgico e all'inizio del romanzo vediamo una Emma abbastanza triste e sconfortata, pronta a piangersi addosso alla minima occasione.

Ma per fortuna l'allegra Lexie le è vicina e l'aiuta a superare i momenti no, invitandola a mettere il naso fuori casa e a bere un bicchiere di tequila in più per scacciar via la tristezza.
Intanto l'attività di Emma va più che bene, anche grazie al passaparola dei clienti più affezionati, che a loro volta consigliano la restauratrice di foto ad altre persone.
Tra queste vi è l'anziana signora St James, che chiede ad Emma di restaurare alcune vecchie foto che ritraggono il marito Marty, morto nella Seconda Guerra Mondiale.
E da questo momento inizia per Emma un'esperienza straordinaria e surreale: l'uomo della foto, Marty, comincia a mandarle delle mail per supplicarla di aiutarlo a comunicare alla amata moglie Edna che la spilla da lui regalatele tanti e tanti anni prima, non è andata perduta ma è nel pozzo che si trova in giardino ed aspetta solo che la cara Edna la prenda.

Com'è possibile che un morto mandi delle mail ad Emma, che è viva?

La ragazza non crede ai suoi occhi e comincia a dubitare, giustamente, della propria sanità mentale, così si confida con Lexie; le due, dopo un iniziale turbamento, accetteranno l'idea che non solo Marty, ma anche altri fantasmi che non riescono a trovare la pace dell'anima perchè ci sono ancora dei "conti da regolare" in vita, le contatteranno per chiedere ad Emma aiuti concreti, a favore dei loro cari, che vivono sì, ma con il cuore ancora tormentato da cose non risolte.

Mi fermo qua perchè altrimenti svelo troppo anche se devo dire che il romanzo ha una grossa pecca, cioè quella di non essere particolarmente originale...
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I fantasmi che contattano i vivi non è certo un tema nuovo, nè nella letteratura nè nella cinematografia; il pensiero è andato automaticamente a "Ghost", ad es. all'episodio (molto divertente) in cui la esilarante truffatrice Oda Mae Brown (interpretata da una sempre bravissima Whoopi Goldberg), ignara di possedere davvero il dono di comunicare con l'aldilà, comincia ad essere bersagliata dalle persistenti richieste di varie anime di defunti ancora in giro per il mondo, e che desiderano dare un ultimo messaggio ai propri cari.

Detto questo, aggiungo solo che le vicende narrate, che vedono Emma sempre più impegnata a portare a termine "missioni" ultraterrene affidatale dall'altro mondo, si coloreranno anche di una sfumatura "gialla", vagamente thriller, per risolvere un caso di omicidio efferato, legato ad una persona molto vicina sentimentalmente a Emma; il tutto per sfociare in un finale che dovrebbe essere a sorpresa ma neanche tanto, visto che l'Autrice ha ben pensato di seminare troppi indizi che ci fanno già capire, a metà romanzo, cosa accadrà e chi è il cattivello di turno.

Il libro è scritto con un linguaggio molto semplice, dialoghi altrettanto semplici che rischiano il banale; i personaggi non risultano approfonditi più di tanto e la sensazione che si ha leggendo (o almeno, quella che ho sentito io) è che tutto sia dominato dalla "fretta".
In che senso?
Beh, le cose si susseguono con troppa velocità e con una naturalezza surreale: non solo Emma, ma anche le altre persone che sapranno del suo "dono" di comunicare con i morti accettano troppo velocemente questa cosa, come se fosse "normale".... Veloce e frettolosa è anche la nascita dell'amore che vivrà la nostra protagonista, come lo è la risoluzione del "caso investigativo" dal quale verrà coinvolta...
Accade tutto troppo in fretta e il sovrannaturale viene accettato come un qualcosa che non sconvolge ma che bene o male si va ad aggiungere ai fatti quotidiani dell'esistenza, come può essere ricevere una email che ti dice che sei moroso nel pagamento delle bollette.

Certo, se si considera il contesto di partenza, che è quello, ripeto, surreale della presenza dei fantasmi desiderosi di mettere a posto le faccende lasciate in sospeso, e si resta in questa atmosfera "fantastica", allora ok, va bene tutto, ma non so, trovo che sia una storia - nel complesso - scritta con "superficialità" (lo metto tra virgolette perchè non è proprio il termine esatto, ma non me ne viene un altro migliore), con troppe cose lasciate per scontate, a causa delle quali i personaggi risultano un po' piatti.

Ammetto che l'ho letto tutto d'un fiato, perchè poi io sul momento mi lascio prendere dalla curiosità e comunque il libro è scritto con tanta scorrevolezza che risulta pure piacevole leggerlo, però non so, mi aspettavo di più.
La base di partenza è davvero affascinante: il negozietto-laboratorio di Emma, il suo avere a che fare con immagini che immortalano pezzi di vita altrui, il suo poter far "rivivere" queste persone sconosciute è un elemento che mi piace moltissimo e su esso avevo riversato tutte le mie aspettative per non so che storia magica, intrigante, ritorni al passato affascinanti e misteriosi....
Invece, l'Autrice ha costruito una storia che - son ripetitiva, lo so - di per sè non è di grande originalità, e che tutt'al più  ha il pregio di essere carina perchè affonda le proprie radici in pensieri e superstizioni che attraversano e appartengono molto di frequente a tantissime società e popoli, all'immaginario collettivo, cioè il desiderio di comunicare con l'aldilà e di poter vedere, almeno per un'ultima volta, i nostri cari....

Bisogna crederci, essere disposti ad ascoltare, altrimenti i nostri messaggi passano inosservati.

Essendo una lettura breve e veloce, potrebbe essere l'ideale per chi voglia staccare da letture impegnative e voluminose, e trascorrere un paio d'ore leggendo qualcosa in cui non riporre troppe pretese.
Uff, spero di non essere stata troppo scoraggiante, ma sono ancora in fase di "elaborazione della delusione" e non mi riesce di far complimenti....

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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