venerdì 24 giugno 2022

[[ RECENSIONE ]] IL GIARDINO DELLE OMBRE CINESI di Viviana De Cecco



Quando un pacchetto contenente delle lettere scritte dalla defunta madre giunge nelle mani di Beatrice, la ragazza è confusa: quelle lettere sono state scritte nel 1921..., ma come è possibile se sua madre è morta dandola alla luce nel 1919?
Beatrice capisce che c'è un passato, fino a quel momento tenuto nascosto, che chiede di essere svelato, perché solo facendo entrare la luce nel buio le ombre possono sparire.


IL GIARDINO DELLE OMBRE CINESI 
di Viviana De Cecco 



Genesis Pub.
144 pp
2019
«L’ombra non esiste, Liliana. Anch’essa nasce dalla luce. Senza di essa, esistono soltanto buio. Un po’ come il destino. Se non lo alimenti con la luce della felicità, diventa un deserto di morte.»


Beatrice vive in Sardegna, a Cagliari, con suo padre Rodolfo (medico) e sua sorella minore, Clelia.
È il 1938 e quello sarebbe un giorno come gli altri, se non fosse per gli incubi che spesso turbano il sonno della ragazza e per l'arrivo del postino, che le consegna qualcosa di inaspettato.

Si tratta di un pacchetto con dentro un misterioso origami a forma di rosa bianca, con cui è possibile creare delle ombre cinesi sul muro, e alcune lettere ingiallite dal tempo.
Chi le ha mandato questo pacco? Il mittente non è riportato ma, aprendo le buste delle lettere, Beatrice resta scioccata: sono state scritte da una mano incerta, da una persona che viveva a villa Clara... nel 1921.
E questa persona altri non è che Liliana, sua madre.

Ma com'è possibile? Il padre le ha sempre detto che Liliana è deceduta nel 1919, dandola alla luce.
Eppure, quelle lettere, con un ritardo di non pochi anni, sono nelle sue mani e dicono un'altra verità: sua madre è sopravvissuta al parto e ha vissuto in un luogo dove si sono presi cura di lei.
Quelle lettere, vergate dalla mano di Liliana, sono lì aperte e pronte ad aprire una finestra sul passato, portando alla luce segreti di famiglia e vergognosi intrighi che finalmente Beatrice sta per conoscere.

Con la lettura delle lettere da parte di Beatrice, la narrazione passa dal 1938 al 1918, a quando la giovane Liliana viveva in casa della suocera Matilde, in attesa che la guerra finisse e riportasse indietro Rodolfo, il marito di Liliana, un uomo di dieci anni più grande, sposato senza amore ma solo per la posizione sociale ed economica.
Tra i due sposi non c'era complicità, confidenza, e dopo poco tempo dal matrimonio era intervenuta la guerra a dividerli, mandando l'uomo in trincea.
Liliana vive con la signora Matilde e la servitù in una grande casa nella quale, però, si sente in gabbia.
A farle compagnia ci sono solo le ombre di un'esistenza infelice, priva di affetto, di comprensione, di carezze, di una presenza che le doni protezione e amore.
Il ritorno del marito dal fronte è atteso come se fosse una speranza di liberazione da quella vita soffocante, controllata dallo sguardo arcigno e malevolo della suocera.

Ma quando Rodolfo, infine, ritorna a casa, per Liliana si aggiunge un altro problema, costituito da un'altra presenza ingombrante.

Rodolfo porta con sé un amico, conosciuto in guerra e che per lui è una figura importante: si chiama Lorenzo, è un giornalista e Rodolfo gli sarà per sempre debitore perché l'altro gli ha salvato la vita!
Starà nella loro grande casa per tutto il tempo che vorrà, come loro ospite.

Liliana sente un immediato turbamento al cospetto di quel giovanotto affascinante ed enigmatico, che la guarda con aria sfrontata, di sfida, provocatrice e come un lupo rapace in cerca della preda.
Perché Lorenzo questo rivela pian piano di essere: un predatore, un uomo calcolatore, cinico, che ha in mente un losco piano per approfittare della generosità e della riconoscenza di Rodolfo.

Certo, quella sua mogliettina diffidente e ostile potrebbe causare problemi, ma Lorenzo è dotato di acume e di un'intelligenza spietata, e capisce subito che quella bella fanciulla è un'infelice, chiusa in un matrimonio che non reca gioia a nessuno dei due (Rodolfo non fa nulla per nascondere il fastidio che gli provoca la vicinanza della moglie) e vittima passiva e inerme di una suocera che la disprezza.

Forse, tutta questa cappa opprimente di infelicità, che fa da padrona tra quelle mura, potrebbe tornare a suo vantaggio, ed è così che ordisce una trappola in cui far cadere la povera Liliana.

Liliana, che si sentiva "un’ombra incatenata alla sua esistenza isolata", il cui cuore vagava inquieto e insoddisfatto tra le stanze di una prigione priva d'amore, ha avuto la sfortuna di incontrare sul proprio cammino un'altra ombra, Lorenzo.
Lorenzo è un uomo ozioso, apatico, indolente, che non ha progetti per il futuro, che non ama sobbarcarsi di responsabilità e oneri e che è disposto a mettere a tacere la propria coscienza quando a indurlo ad agire sono motivazioni torbide, malevoli, insensibili, e se per raggiungere i propri scopi è "costretto" a mentire, a prendere in giro, a tradire... bene, così sia!

No, Lorenzo non è l'uomo giusto per portare fresche novità nella grigia esistenza di una ragazza che ha già il suo bel daffare per dissipare le proprie ombre.

Cos'ha in mente il giornalista? Come pensa di mantenersi a Cagliari? Vuol davvero abusare della pazienza e dell'ospitalità di Rodolfo per un tempo illimitato?
E cosa vuole dalla bella Liliana, la quale a un certo punto comincia a vedere quel giovanotto con occhi diversi, più indulgenti e curiosi? Cederà al fascino misterioso di lui?

Il lettore segue con interesse le vicende di Liliana negli anni 1918-1919, venendo a conoscenza di ciò che le è capitato, di quanto infauste siano state quelle due presenze maschili (nessuna delle due è stata capace di amarla e di darle un po' d felicità...) nella sua giovane vita, e come sul triste destino della ragazza abbia giocato un ruolo non indifferente anche la suocera.

Dalle lettere, Beatrice apprende che, quindi, sua madre non è affatto morta nel partorirla, ma negli anni successivi era ancora viva, anche se chiusa in una struttura particolare, che accoglieva donne fragili come sua madre.
Come è finita in quel posto?
Ma soprattutto, come sono arrivate queste lettere, sfidando il tempo e il peso di verità oculatamente nascoste per tutto quel tempo?
Chi ha deciso di far affiorare questi segreti di famiglia?

Suo padre è un uomo taciturno, riservato, ombroso, chiuso nei suoi impenetrabili silenzi e Beatrice ha sempre avvertito da parte sua una sorta di astio malcelato e non di rado, negli anni,  le sembrava di cogliere sguardi carichi di ostilità da padre del genitore.
Perché? Forse Beatrice gli ricordava troppo Liliana e il pensiero di quella prima moglie lo addolorava?

Quelle lettere finalmente aprono un pesante e scuro velo sul passato della sua famiglia e, grazie ad esse, Beatrice può tentare di ricostruire l'esistenza di quella madre mai conosciuta e da lei sempre rimpianta. 

"Desiderava riappropriarsi di un passato sepolto tra le macerie del tempo, ma aveva l’impressione che scavare tra quelle rovine non le avrebbe restituito la pace tanto agognata."

Ma quegli scritti, per quanto preziosi, non sono sufficienti a scoprire tutta la verità. Sarà necessario che qualcuno che sa prenda il coraggio di raccontare, confessare, ammettere le proprie colpe, chiedere perdono e restituire al cuore di questa figlia l'immagine appannata di una madre che per troppo tempo è rimasta imprigionata tra le ombre  che ne hanno sempre caratterizzato l'esistenza.

"Il giardino delle ombre cinesi" è un romanzo che ho letto con coinvolgimento e interesse grazie a una scrittura elegante, assolutamente consona al periodo (anni Venti e Trenta) in cui sono collocate le vicende, delicata, che sa tenere viva l'attenzione del lettore e, soprattutto, sa come presentare i personaggi in modo da farci entrare nel loro mondo personale, facendocene conoscere i pensieri, il buio che hanno dentro, i sentimenti, le fragilità, le loro azioni all'interno di una vicenda contrassegnata da passioni impossibili, amori segreti, tradimenti e malvagi raggiri, che ci mostrano come l'amore e il destino non possano sopravvivere ma appassiscano come fiori, se privati della luce, che dà vita e calore.

Affascinante e realistico lo sfondo della città di Cagliari, di cui l'autrice menziona specifici luoghi (ha inserito anche un glossario per identificare i termini sardi e i luoghi del romanzo).

Ringrazio di cuore Viviana per avermi dato l'opportunità di leggere questo suo libro e non mi resta che consigliarvelo perché ha una storia bella e intensa, raccontata con uno stile molto piacevole e scorrevole.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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