mercoledì 7 agosto 2013

Anteprima libri. Le storie vere di Newton Compton. PICCOLE COSE CHE AVREI VOLUTO DIRTI



Una storia d'amore commovente, quella di una madre per i propri figli...
Una storia vera!

«Ho scritto la storia d’amore tra me e la mia anima gemella, mia moglie Kate. C’è la lista delle cose che lei ci chiese di tenere a mente e mettere in pratica una volta che se ne fosse andata.» 
St John Greene

PICCOLE COSE CHE AVREI VOLUTO DIRTI
di St John Greene


Ed Newton Compton
3.0
Trad. L. Rodinò,
R. Prencipe
320 pp
9,90 euro
USCITA 5 SETTEMBRE
2013
Trama

La vera storia di un addio

Singe ha da poco perso la sua adorata moglie, Kate, e si ritrova da solo con due figli piccoli, Reef e Finn.
Il dolore è terribile e la perdita incolmabile, ma Kate è stata una donna forte e, prima di abbandonare i suoi cari, ha scritto la “lista della mamma”, un piccolo elenco di sogni e desideri che aiuteranno Singe a crescere i bambini nel modo migliore, anche senza di lei. 
Rileggendola all’indomani della sua morte, il marito ripercorre le tappe della loro lunga e appassionata storia d’amore, e decide di prendere spunto dai preziosi consigli di Kate per riuscire a superare la sofferenza e ritrovare la serenità, nonostante tutto. 

Piccole cose che avrei voluto dirti è una testimonianza intensa, una storia tragica e toccante, un libro sulla vita e sulla forza necessaria per goderne ogni singolo istante, a dispetto delle difficoltà che incontreremo sul nostro cammino.
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L'autore.
St John Greene è cresciuto nella West Country, in Inghilterra, dove ha conosciuto Kate. Paramedico e bagnino, St John, per gli amici Singe, è specializzato nell’insegnamento di sport estremi. Dalla morte della moglie ha dedicato la propria vita a crescere i suoi due figli, Reef e Finn. Piccole cose che avrei voluto dirti racconta la sua storia e quella della sua famiglia.

In lettura: IL GOLEM di Gustav Meyrink



Libro in lettura da oggi e che spero mi prenda perchè come inizio.... non è che mi sto strappando i capelli dalla gioia, eh...
Ma vabbè, si va avanti!

IL GOLEM
di Gustav Meyrink


golem
Ed. Bompiani
Trad. Mainoldi C.
268 pp
8.40 euro
2000
Trama

Un uomo scambia il suo cappello, nel Duomo di Praga, con quello di un certo Athanasius Pernath e rivive come in un sogno l'esistenza di costui.
A questo inizio casuale si aggancia la vicenda del Golem, il robot avanti lettera, cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria, ma tanto più violenta perché in lui si concentra una forza che ha solo poche ore per scatenarsi. 
Quest'esplosione di forze nel mondo segreto e malato in cui si muovono i personaggi di Meyrink, crea una tensione e insieme un incanto che caricano d nuovi significati l'antica leggenda praghese legata al nome di Rabbi Loew.

L'autore.
Gustav Meyer, alias Gustav Meyrink (Vienna, 1868- Starnberg, Baviera 1932). Romanziere e occultista austriaco. Studiò tra Monaco, Amburgo e Praga, dove visse per molti anni. Fondò la Loggia teosofica di Praga “Zum blauen stern” nel 1891. Iniziò la sua attività letteraria nel 1901, collaborando a “Simplicissimus”, dove pubblicò le prime novelle, già contraddistinte da una vena grottesca. Il suo primo romanzo, “Il Golem”, risale al 1915..


Una citazione una canzone: WE ARE FAMILY



song

Citazione tratta da SE PER UN ANNO UNA LETTRICE.

"Mi aspetto gesti di gentilezza nella mia famiglia,
dimostrazioni fisiche e verbali di comprensione e sostegno
tra un membro e l'altro.
Abbiamo la nostra dose di battibecchi tra fratelli (e genitori),
ma nonostante questo casa nostra è il posto
in cui tutti possiamo essere amati esattamente per quello che siamo.
E' questo amore incondizionati che rende
l'unità familiare un rifugio e la casa di famiglia
uno posto in cui tornare per trovare conforto e pace
alla fine di una giornata di scuola o di lavoro...".

Canzone scelta:

(sister Sledge)

We are family 
I got all my sisters with me 
We are family 
Get up everybody and sing 

We are family 
I got all my sisters with me 
We are family 
Get up everybody and sing 

Everyone can see we're together
As we walk on by
And (Fly) and we fly just like birds of a feather
I won't tell no lie
(All) all of the people around us they say
Can they be that close
Just let me state for the record
We're giving love in a family dose

Citazioni d'Autore



ex-epigrafe

Citazione che fa da apertura alla storia narrata dalla Donnelly in "Nei giorni del tè e delle rose" (che spero di leggere al più presto!!!)

Nel profondo delle loro radici tutti i fiori trattengono la luce
(Theodore Roethke)


Il significato del termine epigrafe al quale mi rifaccio è quello dato dalla  Treccani.it "Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire".

martedì 6 agosto 2013

Recensione IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA di Jussi Adler-Olsen



Altra recensione di un altro thriller, anch'esso terminato nello scorso week end e anch'esso valutato positivamente!

Per questo libro ringrazio la Marsilio Editori, che mi ha dato modo di leggerlo in anteprima; il romanzo infatti uscirà il 18 settembre.

IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
di Jussi Adler-Olsen


Ed. Marsilio
Farfalle . I Gialli
Trad. M.V. D'Avino
480 pp
18.50 euro
USCITA 18 SETTEMBRE
2013

Una serie da sei anni ai vertici delle classifiche internazionali!!!


In uscita in 36 Paesi, 10 milioni di copie vendute nel mondo!

Jussi Adler-Olsen è un vero e proprio fenomeno editoriale europeo, i suoi libri hanno venduto in tutto il mondo oltre 10 milioni di copie e sono da 5 anni ai vertici delle classifiche internazionali. Marsilio ha già pubblicato i primi due libri dedicati alla serie della sezione Q con protagonista il detective Carl Mørck: La donna in gabbiaBattuta di caccia.


Trama

Dopo aver galleggiato sulle acque del mare per chissà quanto tempo, una bottiglia che racchiude un vecchio messaggio finisce sulla scrivania dell'ispettore Carl Mørck.
Un grido di aiuto scritto con il sangue: due fratelli imprigionati in una rimessa per le barche chiedono di essere liberati. Chi sono i due ragazzi, e perché nessuno ne ha denunciato la scomparsa?
Potrebbero essere ancora vivi?
Carl Mørck e il suo assistente siriano Assad dovranno usare tutte le risorse disponibili per svelare la spaventosa verità che le onde del mare hanno trascinato alla deriva troppo a lungo.


il mio pensiero

Il messaggio nella bottiglia è un romanzo appartenente alla serie incentrata sul detective Carl Morck e sulla sezione Q in cui lavora, attorniato dal curioso ma intuitivo assistente Assad e dalla strana ma divertente segretaria Rose.
Il romanzo si apre presentandoci una drammatica situazione: due giovani fratelli sono rinchiusi in una baracca, legati ed imbavagliati; il maggiore tra loro, preso dalla disperazione e dalla motivata  sensazione che sta vivendo i suoi ultimi istanti di vita, prende un pezzo di legno e, intingendolo nel proprio sangue, scrive una richiesta di aiuto su un foglietto che poi infilerà in una bottiglia di vetro e affiderà alle acque del mare.

Tredici anni dopo la bottiglia è nella mani dell'ispettore Carl, che inizialmente crede si tratti di uno scherzo; ma quando, grazie alla fervida immaginazione ed intuizione dei suoi strambi assistenti, riesce a decifrare il messaggio - che risulta molto rovinato per ovvie ragioni - comprende che va assolutamente rintracciato chi ha scritto il biglietto e soprattutto colui che ha fatto del male a quei due fratelli.
Attraverso svariate indagini, Carl scopre chi ha scritto il grido d'aiuto, ma purtroppo non può parlargli perchè il giovane è stato ammazzato 13 anni or sono; suo fratello però è stato risparmiato dal suo rapitore e adesso può sfogarsi e raccontare alla polizia il segreto taciuto per anni.
Un segreto che la sua stessa famiglia ha seppellito nel fondo del proprio cuore, fingendo, davanti agli altri, che il figlio ucciso fosse semplicemente scomparso.
Ma perchè questa famiglia non ha denunciato la scomparsa nè tanto meno la morte del figlio?

Le ragioni saranno chiare man mano che si va avanti nella storia e sono da ricollegare alla ragione che spinge il rapitore a scegliere una categoria specifica di vittime.

Parallelamente alle vicende investigative di Carl, il lettore conosce il rapitore e assassino, che si fa chiamare in molti modi in base al luogo e ai tempi; non solo, ma è anche un trasformista, capace di truccarsi tanto bene da modificare in parte le proprie sembianze.
L'uomo ha una doppia vita; da una parte, cerca di mostrare un'esistenza normale (si è sposato con la giovane ed ingenua Mia e da lei ha avuto un figlio), dall'altra però passa il suo tempo ad architettare rapimenti ed omicidi; il suo modo di agire è sempre lo stesso... ma tranquilli non ve lo svelo!!

Vi dò solo un piccolo indizio, che è poi da ricondurre all'infanzia traumatica dell'uomo stesso.
Le famiglie hanno in comune l'appartenenza a delle comunità religiose (ad es. i Testimoni di Geova), in particolare a quelle "strette", che si caratterizzano per un forte legame (esclusivo, direi) tra i membri della comunità stessa, accompagnato da legami molto deboli col mondo esterno; non solo, ma in genere il rapitore è interessato a colpire famiglie che vivono questa loro fede in modo molto ortodosso, fedele fino all'ossessione, con tutte le restrizioni che comporta l'essere fedeli seguaci di una certa religione.

Perché il rapitore privilegia questa categoria di persone?
La motivazione affonda le proprie radici nel suo passato, come anticipavo, ed infatti il lettore potrà fare un passo indietro nel tempo, sbirciando nella casa in cui il nostro uomo ha vissuto con la propria famiglia e farsi un'idea del rapporto che egli aveva e con la fede e, più che altro, col padre, uomo molto duro, rigido, anche crudele nei suoi metodi "educativi".

Il nostro rapitore è un personaggio complesso, che a modo suo affascina per la propria personalità, per la propria capacità di ragionamento, per la lucidità nell'architettare i suoi misfatti, nel mentire, per il suo cinismo crudele nel trattare le persone come semplici strumenti per raggiungere i suoi obiettivi, che però cozza non con una mente necessariamente malata, da psicopatico; non abbiamo un serial killer di quelli che soffrono di qualche disturbo di personalità, bensì di un uomo lucido e sano di mente che fa quel che fa con un obiettivo ben preciso e non per il puro piacere di rovinare la vita alla gente (anche se alla fine è ciò che fa).

Ma in ogni piano delittuoso c'è sempre quella piccola falla che, se compresa e scoperta da persone intelligenti e determinate, porterà a scoprire tutto l'edificio di menzogne e delitti; soprattutto quando sono coinvolte donne (e devo dire che qui la forza delle donne nel non arrendersi e dare la caccia all'assassino è forse più forte che negli uomini) ferite, umiliate, colpite negli affetti più cari (come possono essere i propri figli), che non hanno alcuna intenzione di soccombere e di lasciare un delinquente folle a piede libero.

Perchè, nel corso degli anni, il rapitore dai mille nomi e dalle mille facce, ha commesso altri reati, anch'essi mai denunciati...
Come mai?
Possibile che una famiglia, distrutta dal dolore, decida di restare muta e non chiamare la polizia, diventando così quasi complice di un misfatto? Se sì, perchè?

Attraverso personaggi avvincenti, dalla personalità interessante, attraverso situazioni ora drammatiche ora semi-comiche, con una scrittura sufficientemente scorrevole, un'ambientazione affascinante quale quella danese, con i suoi boschi, le sue città sul mare, uno "sfondo religioso" interessante (il discorso delle sette è un aspetto che può catturare l'attenzione di molti lettori, me per prima), una soluzione dei vari casi graduale e via via appassionante, il lettore può godersi un buon thriller, con un finale che non rischia di lasciarlo con l'amaro in bocca.

Recensione L'IPOTESI DEL MALE di Donato Carrisi



Come promesso, recensione di questo bellissimo thriller.

L'IPOTESI DEL MALE
 di Donato Carrisi


Ed. Longanesi
La Gaja Scienza
432 pp
18.90 euro
aprile 2013
Trama

C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno.
E quasi tutti presto se ne dimenticano.
Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie.
Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato.
Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure?
Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata.
E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre.
Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati?
Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini
. Deve dare all’oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale...
Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio.

il mio modesto
pensiero 

Quando un libro ti tiene incollata alle pagine e interromperne la lettura per cause di forza maggiore è l’ultima cosa che vorresti fare… evidentemente si tratta di un libro che vale la pena leggere.
Così è stato per me con L’ipotesi del male.
È uno di quei thriller, a mio avviso, ben riusciti e che, dalla prima all’ultima pagina, riesce a tenere il lettore sempre in uno stato di allerta, di suspense, con l’inevitabile ansia di sapere cosa accadrà ala prossima pagina e anche quando arrivi alla fine pensi che vorresti continuasse ora, subito, perché forse c’è ancora qualcosa da risolvere.
E da risolvere ci sono davvero un sacco di cose, all’interno del romanzo; non solo sparizioni e omicidi, ma anche altri tipi di “questioni”, di problemi, che afferiscono alla psiche e all’interiore dei personaggi coinvolti.
Dico subito che non ho letto Il Suggeritore e quindi consiglio al lettore che fosse interessato a leggere L’ipotesi del male di leggere prima l’altro libro di Carrisi; non perché non si possa leggere il secondo senza il primo, ma comunque alcuni personaggi e fatti rimandano al precedente romanzo, quindi è bene sapere di che si sta parlando.

Ritroviamo (io la incontro per la prima volta) qui la poliziotta Mila Vasquez, alle prese con i volti muti e immutabili appesi nel Limbo, la sezione del dipartimento di polizia che si occupa di persone scomparse e in cui lavora con il capitano Stephanopoulos; cercare persone scomparse non è proprio il massimo per un poliziotto e sembra quasi che coloro che vi lavorano lo facciano per espiare colpe e peccati, buttandosi a capofitto nell’ossessiva ricerca di individui che a un certo punto della loro vita sono spariti non lasciando tracce dietro di sé.
Attorno ad essi... il buio totale e Mila di questo buio non riesce a fare a meno, come non riesce a fare a meno di interessarsi a questi perfetti sconosciuti che sembrano volatilizzati ma che in realtà da qualche parte devono essere.
Le vicende narrate in questo romanzo prendono le mosse da un efferato omicidio, avvenuto in casa di un imprenditore di una ditta farmaceutica, brutalmente assassinato dopo aver visto uccidere i suoi familiari.
A dare l’allarme alla polizia è un bambino, il figlio minore della vittima, risparmiato intenzionalmente dall'aggressore perché potesse raccontare ciò che è successo.

Mila si ritrova suo malgrado a indagare insieme a colleghi e superiori su questo caso e pian piano, soprattutto grazie a ricerche condotte da sola, comincerà a mettere i primi tasselli al posto giusto e farà una prima, incredibile, sconcertante scoperta: il feroce sterminatore della famiglia è niente poco di meno che uno dei tanti scomparsi, il cui volto è sospeso da anni nel Limbo.
Non ci sono dubbi perché lo stesso bimbo sopravvissuto non fatica a riconoscerlo….

Da questo momento in poi si susseguiranno una serie di omicidi altrettanto efferati, apparentemente scollegati tra loro ma in realtà aventi un anello di congiunzione molto forte, che solo menti fredde e disposte ad attraversare il buio, il male, potranno comprendere e forse cercare di risolvere.
E così accanto a Mila, a dare il proprio prezioso contributo alla risoluzione dei casi di omicidi – legati a diversi scomparsi che, in modo inquietante e inspiegabile, si rifanno vivi e pronti a “giustiziare i malvagi" – c’è l’agente speciale Simon Berish, colui con cui tutti vogliono parlare, colui che è abile a far confessare i peggiori criminali, portandoli, con tecniche comunicative sapienti e velate da un certo grado di empatia verso il “peccatore”, a raccontargli le proprie malefatte, per liberarsi dai pesi di colpe che, per quanto essi stessi si mettano sulle spalle da soli, sono sempre e comunque troppo pesanti da portare.
Berish non è solo un agente in gamba; non è solo un conoscitore dell’antropologia (scienza per altro utile anche per spiegare tanti meccanismi reconditi alla base dei comportamenti dei criminali con cui ha a che fare), ma è anche un reietto, considerato “un appestato” dai colleghi e da loro evitato, per via di qualcosa di poco nobile di cui si sarebbe macchiato in passato ma per il quale non ha mai pagato a causa dell’assenza di prove.
Lui e Mila entreranno in sintonia e si ritroveranno a collaborare, portando avanti delle indagini “parallele” a quelle ufficiali (supervisionate dal temibile Giudice Shutton) e finendo nei guai più di una volta, per la loro smania di andare fino in fondo, di intrufolarsi nel buio della mente contorta di criminali senza nome, cercando di entrare nei recessi di questa stessa mente per coglierne i meccanismi, le logiche, le ipotesi.
Anzi, non semplicemente delle ipotesi, ma l’ipotesi del male, che guida le azioni di coloro cui è stato offerta una "seconda chance" per dare un senso alla propria esistenza, proprio quando essa era giunta al limite.

In questo romanzo c’è molto spazio per l’introspezione e grazie a Mila e a Berish riusciamo ad entrare nel modo di pensare di chi, spinto dal desiderio di ricercare il bene, finisce per confonderlo col male e per usare quest’ultimo per la ricerca del primo…
Ma confondere bene e male è pericoloso perché si rischia di finire in un circolo vizioso in cui i limiti di ciò che è giusto o meno si fanno sempre più labili e indistinguibili.
Berish e Mila hanno tutte le carte in regola per andare dietro a questa armata invisibile di assassini tornati dal passato, che fanno tutti capo al cosiddetto “Signore della buonanotte”, protagonista senza nome (eppure con un volto) di una serie di crimini di vent'anni prima, ma non tanto e non solo perché sono dei poliziotti determinati, perspicaci, intelligenti, ma perché sono degli “emarginati”, dei poliziotti sui generis, che fanno quel che fanno non solo per far bene il proprio lavoro, ma perchè non possono farne a meno; sono delle anime maledette, inquiete, con dei segreti e un passato che vorrebbero inutilmente poter cancellare.
Ma soprattutto perché sono capaci di guardare in faccia il male che c’è negli uomini, che non è poi tanto diverso e tanto lontano da quella parte oscura e un po' contorta che c’è anche in loro; sono pronti a “scendere nell’inferno”, ingoiando la paura di ciò che di tremendo potrebbero scoprire, perché sentono che solo andando in fondo possono avere le risposte che cercano.
Questo vale  soprattutto per Mila, cosciente di non essere capace in alcun modo di gesti di empatia, né nei confronti dei “poveri disgraziati” che dovrebbe aiutare né nei confronti delle persone che ama.

Mila è un personaggio davvero complesso: consapevole della propria personalità anaffettiva, emotivamente fredda, soffre però di questa consapevolezza e cerca consolazione e “balsamo” per le ferite dell’anima nel dolore fisico, nelle ferite del corpo; eppure, anche lei ha il suo bisogno di amore come ogni essere umano e soffre perché ne vorrebbe e, a sua volta, vorrebbe poterlo dare alla persona più importante della propria vita.

In un susseguirsi di colpi di scena, con un ritmo sempre dinamico, incalzantedando spazio alla psicologia dei personaggi, il romanzo si legge con vivo interesse e curiosità, immerso com'è in un'atmosfera misteriosa e un tantino inquietante, che però, un po' come con la paura del buio e dei mostri da bambini, ci affascina e ci attira.

Che dire...?
Mi son proposta di leggere altro di quest'autore, a partire da Il suggeritore.

Consigliatissimoo!!!

I libri che vorrei



on my wishlist

Libri finiti in wishlist!!!

Fatemi sapere che ne pensate! ;)


DESTINATARIO SCONOSCIUTO
di Kathrine Kressmann Taylor


Destinatario sconosciuto
Bur rizzoli
Trad. A. Arduini
80 pp
4.90 euro
2009
Trama

Un piccolo libro che, una pagina dopo l'altra, una lettera dopo l'altra, racconta un'amicizia tra due uomini: un'amicizia che, per il luogo e il tempo del suo intrecciarsi, si trasforma in odio e precipita verso un'orribile vendetta. 
Martin Shulse è tedesco; Max Eisenstein è un ebreo americano; lo scenario è quello della Germania degli anni Trenta. Martin ha deciso di tornare nel suo Paese, dove trova un uomo nuovo: si chiama Adolf Hitler. 
Comincia a scriverne all'amico, prima con tiepida curiosità, poi con sempre più caldo fervore, fino a quando l'amicizia con un ebreo comincia a diventare un disonore e un pericolo. 
E quello che scrive al vecchio amico inizia a non essere più il Martin Shulse che era partito dall'America, ma un uomo completamente diverso. 
Un tedesco che aderisce alla discriminazione razziale e all'ideologia hitleriana al punto di cominciare tutte le sue lettere con il saluto nazista. Così, nel giro di soli due anni, mutano irreversibilmente due animi e due destini.

Il Simona Vinci descrive con drammatica precisione il cuore del romanzo della Kressmann Taylor: "L'emblematica piccola storia di due amici che di colpo si ritrovano separati dalla Storia. Quella grande. Quella che come una bufera, quando comincia a soffiare, travolge paesi e città, scardina finestre, piazze, strade e vite umane. E lascia dietro di sé solo brandelli, proprio come pezzi di carta e buste strappate."

IL BAMBINO CON LE NUVOLE NEGLI OCCHI
di Jayn A. Phillips


Cargo Edizioni
Trad. A.M. Cantoni
320 pp
19.50 euro
2010
Un romanzo sfaccettato come il più prezioso dei diamanti, dotato di acuta autenticità e irradiato da sprazzi di luce abbagliante.
Alice Munro


Trama

Questa è una storia sull’infanzia e sulla potenza della vita. Sulla violenza delle emozioni. Sulla forza dell’amore. E sui legami invisibili che attraversano la vita di una famiglia e, forse, la vita in genere.
Luglio 1950. Robert è un giovane soldato americano che combatte in Corea una guerra cui avrebbe preferito non partecipare; a casa, la moglie Lola sta per dare alla luce suo figlio. Dieci anni dopo, il bambino, Termite, in seguito alla misteriosa scomparsa di Lola, vive in West Virginia con la sorellastra Lark e la zia Nonie. I tre formano una strana e insolita famiglia, che si allarga ai vicini e a un amante.
.
In una soffocante estate, su cui incombe la minaccia di un’inondazione e che segnerà per Lark il passaggio all’età adulta, si dipanano i destini dei protagonisti a comporre un’avvincente saga familiare, dove i personaggi sono uniti da legami indicibili e miracolosi, dove la generosità trionfa misteriosamente sul rancore, la perdita e l’assurdo. Perché i personaggi di Jayne Anne Phillips non conoscono angoscia, né paura. La loro sete di vita è troppo forte, contagiosa e innocente al tempo stesso.

Segreti di famiglia, sogni e fantasmi del passato in una storia sull’amore che attraversa le generazioni e sulla componente magica che si annida tra le pieghe della realtà.

L'autrice.
Nata e cresciuta in West Virginia, Jayne Anne Phillips ha raggiunto la fama come autrice di short stories: la sua prima raccolta, Biglietti neri, pubblicata nel 1979 a ventisei anni, è divenuta un vero e proprio caso letterario. Nadine Gordimer l’ha definita come «la migliore scrittrice di racconti dai tempi di Eudora Welty». In seguito si è affermata soprattutto come autrice di romanzi.
Acclamata come genio precoce ed elogiata da scrittori e critici come Doctorow, Gordimer, Anne Tyler, si è guadagnata lodi da parte di vere e proprie leggende letterarie come Raymond Carver e John Irving. La sua opera è stata paragonata a quella di John Updike, William Faulkner, Don DeLillo, Cormac McCarthy, anche se lei si considera profondamente influenzata da James Agee e Carson McCullers.
Ha scritto quattro romanzi e due raccolte di racconti. I suoi libri sono pubblicati in dodici lingue. Presso Cargo sono in traduzione tutte le sue opere.

E ORA PARLIAMO DI KEVIN
di Lionel Shriver


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Ed. Piemme
Bestseller
Trad. A. Romeo
476 pp
12 euro
2008
Trama

A 16 anni, Kevin ha preso l'arco con cui si esercitava da tempo e ha ucciso sistematicamente, nella palestra della scuola che frequentava, sette compagni e l'insegnante di algebra. Uccidere, nella sua logica distorta, era il mezzo per uscire dalla massa indistinta e diventare protagonista. 
E ora lo è, nel carcere minorile in cui è rinchiuso, temuto e rispettato dagli altri giovani reclusi. 
A raccontarcelo è la madre, Eva Katchadourian, newyorkese di successo, in una serie di lettere al marito assente. 
Attraverso le sue parole si snoda la storia della famiglia e dei suoi componenti: Eva, con il suo rapporto ambivalente nei confronti della maternità, il marito Frank, sempre pronto a giustificare il figlio in totale contrasto con lei, e lo stesso Kevin, un piccolo genio del male da quando ha aperto gli occhi sul mondo. 
.
Lettera dopo lettera, è un susseguirsi di fatti e di episodi che scavano nella vita familiare e ci restituiscono un quadro lacerante, sofferto, filtrato dalla lucida intelligenza e dalla profonda umanità di Eva, che non smette di chiedersi se non sia anche sua, e del rapporto di malcelata ostilità con il figlio, la colpa di quanto è successo.

L'autrice.
Lionel Shriver (vero nome Margaret Ann Shriver) è una scrittrice americana, proveniente da una famiglia morto religiosa; è moglie del batterista Jeff Williams; ha vissuto tra Nairobi, Bangkok e Belfast.

Viaggiare leggendo IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA



Nello scorso week end ho terminato due libri, due thriller molto belli e appassionanti, di cui spero di condividere la recensione nel pomeriggio!!
Uno è L'IPOTESI DEL MALE del nostro italiano Donato Carrisi (vi dico solo che mi ha tenuto col fiato sospeso e che non riuscivo a smettere di leggerlo!!!) e l'altro è un thriller inviatomi dalla Marsilio Editori, IL MESSAGGIO DELLA BOTTIGLIA".

viaggiare leggendo

E sarà proprio quest'ultimo romanzo a prestarmi il materiale per la rubrica "Viaggiare leggendo".
Il thriller è ambientato in Danimarca.

Il primo riferimento va al comune di Allerod, dove vive il protagonista e ispettore di polizia Carl.

Kvickly Allerød
Allerod

Nel romanzo si parla di una serie di rapimenti a scopo di estorsione; il primo rapimento citato nella storia vede coinvolti due fratelli Testimoni di Geova, Tryggve e Poul Holt.
Questi sono stati rapiti alla fermata di Lautrovang, a Ballerup.
Magari una strada tipo questa...!

Lautrupvang
2750 Ballerup, Danimarca


Ballerup

I due sono stati portati prigionieri a Frederikssund, magari in un posto come questo....!

Langhuset i Vikingebyen i Frederikssund
rifugio a Frederikssund

 L'ultimo di questi rapimenti avverrà nella regione di Viborg (Jutlanad lent).

File:Viborg fra Norreso.jpeg
Viborg

Le vittime frequentavano una setta pdseudocristiana che si riuniva in una chiesa a Dollerup.

Chissà, magari come questa:

kirke (chiesa)

Una delle residenza dell'assassino e rapitore è collocata a Ferslev, un villaggio nel mezzo di Hornsherred, tra Skibby e Isefjorden.

Ferslev Hornsherred, Gadekær
ferslev
E questa e la Barriera del Grande Belt, attraversata in gran fretta da due personaggi importanti della storia...

storebaelt



Tornano le streghe di East End: a fine agosto IL BACIO DELLA STREGA di Melissa De La Cruz



Notizia appena appreso e corro a condividerla con voi perchè è un'uscita che va immediatamente in WL!!!

Il primo libro della serie sulle Streghe di East End (QUI per la recensione) mi era piaciuto moltissimo, quindi non potevo non essere attesa del seguito, "Serpent's kiss"!!!

E voi lo aspettavate?


IL BACIO DELLA STREGA
di Melissa De La Cruz


Leggereditore
Narrativa
Trad. M. Milani
10.00 € 7,50

USCITA 29 AGOSTO
2013
Trama

C’erano una volta, a North Hampton, tre donne straordinarie che conducevano una vita molto ordinaria. Joanna Beauchamp, capelli grigi e pollice verde, viveva in un’imponente casa coloniale con le sue due figlie, la timida, bionda bibliotecaria Ingrid e la rossa, scatenata barista Freya. Peccato che la loro vita sia solo apparentemente normale, visto che sono in realtà tre dee dell’Asgard: nel nostro mondo, tre streghe.
E fra una torta al rabarbaro, un consiglio di lettura e un cocktail ben dosato fanno piovere piccole, generose magie su tutti gli abitanti dell’inconsapevole cittadina. 
Ma tre streghe non possono restare fuori dai guai a lungo, soprattutto se c’è di mezzo l’amore, umano o divino che sia, reso ancor più complicato da veleni, vendette e maledizioni millenarie. 
Le tre streghe, ormai sollevate dalla restrizione di non usare i loro poteri magici, accoglieranno con grande sorpresa il figlio e fratello scomparso, Freddie, che si dichiara innocente di un crimine di cui fu accusato tempo fa.
Ingrid finalmente si concederà all'amore e Joanna avrà a che fare con lo spirito di un defunto...

Insomma lettori alla ricerca di magia e intrighi: non ci sarà certo bisogno di un incantesimo per tenere le lettrici incollate alle pagine di questo nuovo capitolo della saga delle Streghe di East End.

L'autrice.
Melissa de la Cruz è una scrittrice filippina cresciuta tra Manila e San Francisco. È autrice di numerosi bestseller acclamati dalla critica, romanzi per ragazzi, tra cui le serie Au Pairs, Ashleys, Angels on Sunset Boulevard, e la serie Sangue Blu, pubblicata in Italia con grande successo da Fanucci Editore. Le streghe di East End (Leggereditore 2012) e Il bacio della strega sono i primi due volumi di una saga amatissima dai lettori americani.

News e anteprime Y Giunti (da settembre in poi)


Salve amici lettori!!!

Eccomi qui con l'aggiornavi su qualche interessante anteprima "libresca" made in Y Giunti!!

Vi ricordo le prossime uscite:

Dal 18 settembre troverete in libreria altri 4 Y Classici:

- "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas - in libreria dal 18 settembre 2013;
- "Viaggio al centro della terra" di Jules Verne - in libreria dal 18 settembre 2013;
- "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad - in libreria dal 18 settembre 2013;
- "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe - in libreria dal 18 settembre 2013.

A settembre pubblicheremo sul sito di Y, in versione digitale e gratuita:

 il prequel de “Il bacio della morte”:
- “Il marchio di Damian” di Marta Palazzesi – online dal 25 settembre 2013.

Ad ottobre uscirà il seguito de “Il bacio della morte”:
- "Il sogno dell'incubo" di Marta Palazzesi - in libreria dal 9 ottobre 2013.

A novembre uscirà l'antefatto di "Obsidian":
- "Shadows" di Jennifer L. Armentrout - in libreria dal 6 novembre 2013;
- "Onyx", il secondo volume della serie LUX, sarà in libreria per fine gennaio 2014.

Per quanti hanno amato la serie de IL RISVEGLIO di Josephine Angelini, potete segnarvi i diversi appuntamenti di settembre con l'Autrice, che finalmente avremo in Italia!!

MILANO – INGRESSO GRATUITO:
- mercoledì 4 settembre 2013, ore 18:30 - firmacopie presso la Libreria Mondadori in Via Marghera 28, 20149, Milano Tel. 02/480471

MANTOVA – INGRESSO A PAGAMENTO (Euro 4,00)
I biglietti saranno in vendita dalle ore 9 di venerdì 30 agosto sul sito del Festival (http://www.festivaletteratura.it/) o presso la biglietteria.
Scarica il programma completo a questo link: http://www.festivaletteratura.it/download/programma/programma2013.pdf
Alla fine dei suoi incontri Josephine si tratterrà per firmare le copie dei suoi romanzi.

Queste sono le due date:

- venerdì 6 settembre alle ore 17.30 in Piazza Virgiliana (sarà presente oltre all'autrice, Fabio Geda)

- sabato 7 settembre alle ore 11 nell'Aula Magna Isabella d'Este (saranno presenti oltre all'autrice, Luisa Mattia e Chiara Codecà).
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