È il 1928 e a Perdido prosegue la silenziosa e tesa lotta tra le due donne più influenti del clan Caskey: Mary-Love ed Elinor.
Pur vivendo a venti metri di distanza, suocera e nuora non potrebbero essere più distanti; ad unirle indissolubilmente ci sono l'odio e la repulsione che provano l'una per l'altra e in questo aspro scontro tutto al femminile non potrà che uscirne rafforzata una sola di loro due.
LA CASA
(Blackwater III)
di Michael McDowell
Neri Pozza ed. E. Cantoni 256 pp
La vita dei membri della famiglia Caskey sta proseguendo apparentemente placida e tranquilla da qualche anno quando, a un certo punto, cominciano ad affacciarsi i primi problemi.
La cognata di James Caskey, Queenie, vive ormai serena con i tre figli nella sicura Perdido ma la sua pace viene stravolta dal ritorno del bruto e spietato marito, Carl, che pretende di vivere in casa con lei e di sfruttarla economicamente.
Le cose finiranno per degenerare e ci penserà l'imperturbabile Elinor Dammert ad intervenire definitivamente, con la modalità che le è propria (chi ha letto i predenti romanzi sa) e coerentemente con la sua natura inquietante, indefinibile, che cela segreti oscuri e legami con una dimensione sovrannaturale alla quale non riusciamo ancora a dare una specifica identità.
Quello che è certo è che Elinor è legata alle acque rosse e fangose del fiume di Perdito, come se si appartenessero reciprocamente.
Questo verrà fuori ancora in diverse occasioni.
Sono passati alcuni anni e mentre la primogenita di Oscar ed Elinor - Miriam - continua a vivere con nonna Mary-Love, ricevendone affetto e educazione, la secondogenita, Frances, vive con i genitori a venti metri dalla sorella maggiore, con la quale non ha rapporti.
Frances è una bambina dolce, taciturna, riflessiva, fisicamente gracile e dalla salute cagionevole, tanto che nel corso degli anni le verrà diagnosticata l'artrite, che le causerà periodi di paralisi totale e immobilità a letto.
La piccola guarda con ammirazione e sincero affetto la sorella Miriam e sogna di poter avere con lei un vero legame tra sorelle; ma Miriam non è dello stesso avviso, anzi: cresciuta con la puzza sotto al naso da una nonna che le ha insegnato a guardare tutti dall'alto in basso, a non mischiarsi con chi è più giù nella scala sociale e a disprezzare chi è debole, la ragazzina vede la sorella minore come un esserino insignificante, non meritevole della propria attenzione, figuriamoci del proprio amore fraterno.
L'unica cosa che le interessa è che Frances non sia meglio di lei in nulla e la sola idea di perdere in una qualsiasi forma di competizione (scolastica, ad es.) le scatena picchi di invidia e risentimento degni di Mary-Love.
Le tensioni tra le sorelline sono una riproduzione, in piccolo, di quelle tra la nonna e la mamma, che continuano a detestarsi nonostante si ignorino.
Ma i rapporti famigliari peggiorano un po' alla volta, a partire da quando Oscar si vede costretto a chiedere un considerevole prestito economico alla madre, che glielo rifiuta, cosa che creerà una situazione di gelo tra mamma e figlio.
Ed Elinor, perfidamente intelligente e paziente, si infilerà proprio in quella crepa per dimostrare alla suocera chi è la più forte tra le due, chi merita di prendere lo scettro nel clan Caskey.
Al centro, quindi, anche di questo terzo capitolo della saga famigliare, vi è la rivalità tra Mary-Love ed Elinor, che non potrà non influenzare anche gli altri membri della famiglia.
Mary-Love è una matriarca dalla tempra d'acciaio, prepotente, che ama avere tutto e tutti sotto controllo, che brama tenere il potere nelle proprie mani e sapere che i parenti (figli, nipoti, cognato...) dipendono da lei, dalle sue innumerevoli ricchezze e che, in caso di bisogno, è a lei che devono chiedere umilmente e gentilmente aiuto.
È una mamma controllante, petulante, che pretende rispetto e amore devoto dai due figli ma non risparmia loro critiche severe e rimproveri scoraggianti.
È una suocera sdegnosa, criticona, piena di sé ma in Elinor ha trovato un'antagonista caparbia, che le tiene testa.
È una nonna premurosa per Miriam e assolutamente indifferente verso la povera Frances, che invece meriterebbe più attenzioni ed affetto, viste anche le condizioni precarie di salute.
E la sua condotta crudele verso Frances sarà una delle motivazioni per cui i rapporti tra Mary-Love e i coniugi Caskey andranno logorandosi sempre più in modo drammatico.
Intanto, la piccola Frances - che ama la propria grande casa, in cui sta crescendo all'ombra di mamma e papà, che si prendono amorevolmente cura di lei - continua ad essere spaventata dalla "stanza sul davanti", una camera con un ripostiglio da cui - ne è certa! - lei sente che prima o poi verrà fuori qualcosa.
O qualcuno.
La dimora di Elinor ed Oskar - la casa più bella di Perdido - diventa sempre più chiaramente un luogo carico di presenze sinistre, di forze oscure e minacciose e la signora dai capelli rossi sbucata dal nulla durante la piena del 1919 è il fulcro di queste forze.
La domanda è sempre la stessa dal primo libro: chi è realmente Elinor? In che modo la sua esistenza dai contorni così sfumati è legata alle limacciose e pericolose acque del fiume che scorre a Perdido? Qual è la sua vera natura?
Che ci sia in lei una parte ultraterrena, mostruosa, che manifesta solo in determinate occasioni e con specifiche persone, è ormai un dato certo.
Ma cosa vuole ottenere stando a Perdido, cercando di assumere il controllo del clan e continuando ad acquistare terreni da tutti giudicati infertili?
E soprattutto, cosa è disposta a fare per portare avanti i suoi loschi piani?
La casa è un romanzo che ho trovato molto piacevole, l'ho letto in poco tempo proprio perché si legge con agilità ed ero curiosa di seguire le dinamiche e l'evoluzione dei rapporti tra tutti, in particolare tra Elinor e Mary-Love.
Permane l'atmosfera gotica, cupa, molto suggestiva ma non assolutamente horror; ci sono elementi paranormal che catturano l'attenzione del lettore, creano situazioni interessanti e alzano il livello di suspense.
Leggo qua è là pareri di chi trova i libri della serie noiosi, ma io ammetto di averli finora divorati e di essere attratta in special modo dalla finezza psicologica con cui vengono investigati i legami famigliari e le personalità dei personaggi all'interno di una cornice che non sarà spaventosa ma che personalmente trovo accattivante.
ergastolano che si dichiara innocente. (3.5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA DAL LINGUAGGIO E DAI TEMI REALISTICI E DURI.
REGINA ROSSA di J. Gómez-Jurado:thriller spagnolo, primo volume di una trilogia con protagonisti un ispettore di polizia bravissimo a cacciarsi nei guai e una donna dal Q.I. straordinariamente elevato (4.5/5). SE HAI VOGLIA DI UN THRILLER ORIGINALE E CHE VA VIA VIA PRENDENDO RITMO.
FAME D'ARIA di D. Mencarelli: narrativa contemporanea - il viaggio di un padre con il proprio figlio autistico diventa l'ultima fermata disponibile per riassaporare la bellezza di ricevere solidarietà in un mondo che giace nell'indifferenza (4.5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA INTENSA ED EMOZIONANTE.
SERGE di Y. Reza: narrativa francese - il ritratto pungente di un uomo poco simpatico e dai legami famigliari decisamente disfunzionali (3/5). NON MI HA CONVINTA ONESTAMENTE...
IL CUORE È UNO ZINGARO di L. Bianchini: commedia mix a giallo. Un cantante ormai sul viale del tramonto muore in circostanze misteriose nella tranquilla Bressanone. Maresciallo polignanese indaga (3.5/5). PER CHI DESIDERA UNA LETTURA LEGGERA E GODIBILE.
I SENTIMENTI ORFANI di T. Tanto: un'approfondita indagine dell'animo umano (3/5). PER CHI PRIVILEGIA LETTURE INTIMISTE E RIFLESSIVE.
Storia Della Palestina: Dagli Inizi Ai Giorni Nostri di M. Mazzoni: saggio brevissimo - comprendere la storia per muoverci verso un domani più luminoso e cercare di correggere le ingiustizie del passato. SINTETICO E SCHEMATICO.
READING CHALLENGE
Per la RC di quest'anno, lo schema ripercorre la sfida letteraria del 2024: alle categorie fisse - cui si può attingere durante tutto l'anno e più di una volta - si aggiungono di volta in volta gli obiettivi specifici di ogni mese; a febbraio gli obiettivi sono stati i seguenti:
- un romanzo con un protagonista adolescente/bambino;
- un libro il cui titolo è composto da una sola parola;
- una storia in cui si parla di suicidio.
- "Mr Gwyn" di A. Baricco.
Io ho scelto il secondo obiettivo con
8. BAMBINO di M. Balzano: romanzo storico - il protagonista, sin da giovane, fa scelte sbagliate che lo portano a commettere crimini. Ambientato nella Trieste della seconda guerra mondiale (4.5/5). UNA STORIA COINVOLGENTE.
Sul fronte serie tv, ho avuto modo di guardare la M - IL FIGLIO DEL SECOLO con Luca Marinelli nei panni del DVCE che narra la storia dell'ascesa al potere di Benito Mussolini, dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento del marzo 1919 al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925.
Bella, fatta bene. Mi spiace solo dover aspettare per proseguire con la seconda stagione.
Rabbia e solitudine: questi sentimenti riempiono il cuore del protagonista del presente romanzo - ambientato a Trieste tra la fine del primo conflitto al periodo immediatamente successivo al secondo - e lo accompagnano per tutta la sua esistenza, vissuta seguendo una scia di violenze e sopraffazioni dalla quale sarà difficile uscire illesi.
BAMBINO
di Marco Balzano
Einaudi 224 pp
Mattia Gregori nasce a Trieste nel 1900, figlio dell'orologiaio Nanni e di sua moglie Tella; ha un fratello maggiore, Adriano, che, quando diventa adulto, parte per l'America in cerca di fortuna.
All'età di diciotto anni, il giovane fa una scoperta che lo lascia di sasso, lo ferisce e apre in lui, nella sua anima, una lacerazione talmente profonda da segnarlo per tutta la vita: la donna
che l'ha cresciuto e che lui ha sempre chiamato mamma non è la stessa che l'ha partorito.
Chi è mia madre?
La domanda risuonerà per tutta la vita nelle orecchie e nella testa di Mattia, guidando e condizionando le sue decisioni più importanti perché innesca in lui, sin dal primo momento, un trauma che si traduce in una rabbia violenta e in un'amara solitudine che non smetterà mai di divorarlo dentro.
Ribelle e testardo già di suo, Mattia prende delle decisioni discutibili già da ragazzo, maturando in poco tempo un atteggiamento oppositivo e diffidente verso il mondo in generale e finanche verso il padre, che il lettore imparerà a conoscere come un uomo paziente, gentile, saggio.
Mattia Gregori è sostanzialmente una persona sola e tale sarà sempre, perché la sua solitudine è qualcosa che gli sta appiccicata addosso e che è parte di lui come può esserlo un neo, una voglia sulla pelle, una tratto somatico.
Quando entra tra le file degli squadristi fascisti è come se trovasse il suo habitat naturale, il "luogo" in cui lasciar esplodere la sua personalità ferina, aggressiva, capace di atti feroci, spietati e incapace di manifestare pietà.
Bambino viene soprannominato, a motivo dei suoi tratti fanciulleschi, delicati, che gli conferiranno quell'aria giovanile, acerba, inesperta anche quando sarà un uomo maturo.
Ma di acerbo e inesperto sembra non esserci nulla in lui, che è un ragazzo intelligente e svelto, scaltro, determinato, che ben presto verrà apprezzato dagli squadristi per la sua "cattiveria", il suo agire senza battere ciglio, con quella freddezza necessaria a chi sa di dover compiere azioni brutali senza lasciar spazio alla compassione.
E Mattia è purtroppo a suo agio nell'ostentare una ferocia da boia, in particolare nei confronti degli slavi, considerati degli stranieri che non hanno alcun diritto da vantare sul suolo italiano. Trieste va ripulita dalla presenza slava e con la sua camicia nera egli batte palmo a palmo le terre contese per scacciare questi usurpatori.
Ma non è tanto l'adesione convinta all'ideologia fascista a muoverlo, quanto la speranza di ritrovare quella madre senza nome né volto, da cui molto probabilmente egli ha preso quel suo viso avvenente e tanto delicato.
Era italiana o slovena, colei che l'ha messo al mondo? Perché suo padre si rifiuta di dirgli il suo nome, di spiegargli chi sia la donna con cui l'ha concepito?
Laricerca ossessiva di una donna mai conosciuta diventa il senso e il fine di tutto, persuadendolo che chissà, aggregandosi alle camicie nere e andando nelle case degli sloveni, forse qualche notizia su di lei riuscirà ad ottenerla.
In questo modo - facendo parte di un branco, che fa della violenza bruta la sua forza e il suo modus operandi - Bambino cerca di placare la propria inquietudine, di sentirsi meno solo, meno fragile.
Eppure suo padre è agli antipodi di ogni forma di prepotenza e sopraffazione, e cerca in ogni modo di distogliere il figlio da quella follia che è il fascismo, ma inutilmente.
Pur volendogli bene, Mattia non può perdonargli l'ostinato silenzio dietro cui il vecchio orologiaio si trincera per non rivelare l'identità della madre biologia di quel figliolo che gli sta regalando solo pene e preoccupazioni.
Seguiamo, di capitolo in capitolo, in un susseguirsi veloce e fluente di avvenimenti drammatici, di rapine e assalti, l'esistenza di questo protagonista che, credo, facilmente resta impresso nella mente del lettore, anche una volta chiuso il libro, in quanto Mattia è l'antieroe, protagonista e antagonista insieme, è il "cattivo della situazione", ma l'autore è talmente bravo a catapultarci nella sua vita, a farci scivolare accanto a quest'uomo dalla personalità complessa, imprevedibile, ricca di tante sfaccettature, che si fa fatica a detestarlo nonostante compia, sotto i nostri occhi, tante, troppe azioni turpi, infami, deplorevoli.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale, i nazisti in città, l'occupazione jugoslava di Trieste, le foibe: fatti storici che conosciamo bene e che vengono raccontati tutti d'un fiato, attraverso i quali vediamo Mattia crescere negli anni, passare dall'essere un ragazzo furioso e sciagurato ad un adulto che si ritroverà, a volte anche suo malgrado, al centro di spirali di atrocità, sangue e morte, venendone risucchiato, pagandone in prima persona amare conseguenze, anche quando egli stesso si sforzerà di destarsi da quel torpore che gli ha obnubilato la ragione, il senso della pietà, dell'amore, e proverà a cambiare rotta.
Le sue scelte inevitabilmente metteranno in pericolo la vita sua e di suo padre diverse volte, ma Mattia affronterà ogni problema con quel coraggio quasi folle e avventato che è parte di lui e che lo aiuta a tenere sotto controllo ogni paura e a rispondere con risolutezza, con la testardaggine di chi fa di tutto per non soccombere, per restare sempre in piedi.
Il quadro che emerge di Mattia, vi dicevo più su, è molto complesso e pensare di ridurre tutto a giudizi limitati circa la sua condotta e la sua "anima" ("è un uomo cattivo, un essere spregevole, un fascista senza cuore") viene sì spontaneo ma non renderebbe l'idea di chi sia davvero Mattia Gregori, e quale varietà di sentimenti e pensieri attraversino furiosamente la sua mente e il suo cuore.
Non starò qui a dirvi che, in fondo in fondo, Mattia non è un cattivo, che è solo un ragazzo vissuto in un periodo storico complicato e che si è "trovato" inconsapevolmente al fianco dei fascisti; egli sicuramente è padrone delle proprie decisioni, della direzione data alla propria vita, ed è assolutamente in grado di discernere il bene dal male, di comprendere quanto deprecabili siano i propri crimini.
«Ho ucciso e fatto uccidere. Ho sempre cercato di stare dalla parte del più forte e mi sono sempre ritrovato dalla parte sbagliata»
Però va detto: Mattia non è un individuo amorale, non è ovviamente un essere privo di sensibilità, incapace di provare sensi colpa o rimorso; tutt'altro, egli ne prova e, nel corso delle tragiche vicissitudini in cui sarà coinvolto, ci sarà sempre in lui un angolino di ragionevolezza e di cuore in cui ritroverà quell'umanità che gli appartiene (come appartiene ad ogni uomo, anche al "peggiore") e che lo spingerà a riflettere su sé stesso, sui propri sbagli, e a desiderare di riparare gli ingranaggi della propria anima e della propria vita, come suo padre ha passato la propria ad aggiustare vecchi orologi.
Arriverà mai per Mattia Gregori, "Bambino", il bisogno, il desiderio di redimersi, di cambiare vita, di smetterla con sangue, tradimenti, manganellate, caccia allo sloveno o all'ebreo, per provare a far posto al desiderio di una famiglia, di dare e ricevere amore, di vivere in pace con gli altri e, prima ancora, con sé stesso?
Bambino è un romanzo storico appassionante, intenso, dal ritmo incalzante, interessante e accurato nella ricostruzione storica e sociale del periodo di riferimento e dei luoghi in cui le vicende sono collocate.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ho imparato a conoscere il protagonista: attraverso i suoi comportamenti, le scelte fatte consapevolmente, il suo riconoscere il male che lo divora dall'interno e attento, nonostante tutto, a non spegnere mai del tutto quel lumicino di umanità che continua a brillare in un angolino del suo cuore, anche quando verrà avvolto dalle tenebre più fitte della disperazione, della solitudine, del dolore.
L'ISOLA DEGLI ALBERI SCOMPARSI di E. Shafak: romanzo di formazione in cui un'adolescente cresciuta a Londra apprende il passato dei propri genitori, legato indissolubilmente alla loro terra d'origine, Cipro, e ai conflitti che l'hanno dilaniata negli anni Settanta (4,5/5). SE CERCHI UN ROMANZO INTENSO, PROFONDO E STIMOLANTE.
ambientato in un'isola del Giappone che ci ricorda il potere curativo della scrittura (4/5). DELICATO E POETICO.
LETTERE AL DI LÀ DEL MURO di S.Apuzzo – S. Baldini – B. Archetti: le testimonianze scritte, sotto forma di lettera, di cosa voglia dire nascere e crescere nei campi profughi palestinesi (4/5). PER CHI VUOL "VEDERE" OLTRE I MURI DEI PREGIUDIZI.
LA VILLA DELLE STOFFE di A. Jacobs: primo volume della saga storica famigliare con al centro una famiglia tedesca imprenditrice. Amori e segreti nella Germania del primo ventennio del Novecento (4/5). PER CHI HA VOGLIA DI AFFEZIONARSI A UNA FAMIGLIA VIVACE.
STORIA DEL NUOVO COGNOME di E. Ferrante: secondo volume de L'amica geniale. Prosegue l'amicizia tra Lenù e Lila, tra alti e bassi, tra gratificazioni e delusioni (5/5). PER CHI NON PUÒ FARE A MENO DI STARE AL RIONE CON LE DUE AMICHE.
MICIO CUPIDO di I. Carioti: romance contemporaneo con un pizzico di fantasy. Un gatto scorbutico contribuisce a far innamorare un cantante caduto nel dimenticatoio e una veterinaria sfortunata in amore (3/5). PER CHI DESIDERA UNA STORIA D'AMORE RACCONTATA CON IRONIA.
OSSESSIONI di G. Dondi: romanzo storico incentrato sul rapporto tra Giuda Iscariota e il Maestro (3.5/5), secondo una prospettiva diversa dal solito. ADATTO A CHI PRIVILEGIA LA NARRATIVA STORICA.
NON AVRAI ALTRA DONNA ALL'INFUORI DI ME di A. Chirico: giallo storico giudiziario che riporta fatti di cronaca ispirati a vicende realmente accadute in Puglia negli anni Venti del secolo scorso (3.5/5). PER GLI AMANTI DEL GENERE.
CZESLAWA di M. Costa: l'ultima settimana di vita di una 14enne polacca, uccisa ad Auschwitz (4/5). PER NON DIMENTICARE.
STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI RESTA di E. Ferrante: terzo volume de L'amica geniale. Mentre Lila cerca e trova una propria stabilità nel Rione, Lenù fa i conti con la propria infelicità famigliare (4.5/5).
READING CHALLENGE
Per la RC di quest'anno, lo schema ripercorre la sfida letteraria del 2024: alle categorie fisse - cui si può attingere durante tutto l'anno e più di una volta - si aggiungono di volta in volta gli obiettivi specifici di ogni mese; a gennaio gli obiettivi sono i seguenti:
- Un romanzo che parli di incidenti sul lavoro;
- Un libro finalista/vincitore di un premio letterario internazionale (Nobel, Book Prize, Strega europeo, National Book Award, Goncourt);
- un romanzo che tratti di una storia di vendetta o tradimento;
- "Cose da salvare in caso di incendio" di Haley Tanner.
Io ho scelto il secondo obiettivo con
11. PRIMO SANGUE di A. Nothomb: biografia del diplomatico belga Patrick Nothomb, padre di Amèlie. Vincitore del Premio Strega europeo 2022 (4/5). SE CERCHI IL RITRATTO BREVE, VIVACE E PIACEVOLE DI UN PERSONAGGIO REALMENTE ESISTITO.
SERIE TV
L'ho iniziata e devo finire di vederla: IL CONTE DI MONTECRISTO su Rai Uno, che mi sta piacendo, anche se confesso che, avendo letto il romanzo diversi anni or sono, molti dettagli mi sfuggono.
SAVE ME: serie tv coreana, ho guardato la prima stagione su Prime e mi ha presa moltissimo.
Detta in poche frasi: una ragazza di sedici anni si trasferisce da Seul in una cittadina con la propria famiglia; a scuola suo fratello subisce atti gravi di bullismo e da questi episodi si scatena una serie di fatti drammatici sempre più inquietanti la tensione crescerà a ogni puntata.
Questa povera famiglia - segnata e sconvolta da una tragedia che la colpirà - finirà nelle mani di una setta pseudo-cristiana (???) guidata da un santone che definire folle è un complimento. Quattro ragazzi cercheranno di salvare la fanciulla dalle grinfie della setta.
Ho visto anche la seconda stagione di SQUID GAME e pure questa mi ha convinta; l'ho praticamente divorata e aspetterò il seguito con molta curiosità.
Spero di riuscire a parlarvi di queste due serie coreane in un post a esse dedicato.
In questa breve e interessante biografia, la scrittrice belga racconta l'infanzia e la giovinezza di suo padre, il diplomatico Patrick Nothomb.
PRIMO SANGUE
di Amèlie Nothomb
Voland Ed. trad. F. Di Lella 128 pp
Il nostro primo incontro con il protagonista è decisamente drammatico per lui: ha 28 anni ed è davanti a un plotone d'esecuzione pronto a sparargli, scena che viene ripresa nelle ultime pagine del libro.
Tra i due momenti c'è una giovane esistenza che ci viene raccontata con eleganza, brio, simpatia, e così conosciamo il piccolo Patrick Nothomb, rampollo di una delle più influenti famiglie del Belgio.
Conosciamo sua madre, rimasta troppo presto vedova, una figura tanto eterea e bellissima quanto distante affettivamente dall'unico figlio, che soffrirà sempre sia per la mancanza di un padre che per l'amore distaccato della mamma.
Fortunatamente ha accanto i nonnini materni, affettuosi e premurosi, e crescendo conoscerà anche il nonno paterno - severo poeta, orgoglioso del proprio nobile casato - e i numerosi figli di lui, alcuni dei quali coetanei dello stesso Patrick.
Immerso in una realtà famigliare a dir poco bizzarra, il piccolo Patrick si impegna giorno dopo giorno a diventare un giovanotto con carattere e con le idee chiare.
È un libro di poco più di 100 pagine ma vi assicuro che è piacevolissimo in quanto il ritratto che Amèlie ci dà della propria storia familiare sa intenerire e divertire.
In quanto figlia, la scrittrice ci parla di Patrick in modo vivido e dettagliato, dandoci l'opportunità di conoscere aneddoti curiosi e aspetti interessanti della personalità del diplomatico belga, il cui primo incarico l'ha visto impegnato in Congo, tra non poche difficoltà.
Non avevo mai letto nulla di questa scrittrice, di cui ho apprezzato molto la penna elegante e ricca di sfumature e di cui ho intenzione di leggere altro.
No, ma dico...: ci rendiamo conto che il 2024 sta per terminare?!
E questo è, infatti, il penultimo recap dell'anno in corso o.O
Tra un po' mi toccherà stilare la mia top ten *__*
Ma per adesso, ricapitolo le letture di novembre.
1. OLIVE, ANCORA LEI di E. Strout: narrativa americana - secondo libro dedicato al personaggio femminile di Olive Kitteridge. Un romanzo composto da più storie, che sfiorano/incrociano la protagonista (3/5). PER CHI CONOSCE GIÀ OLIVE E/O AMA LE STORIE DI PROVINCIA. 2. L'ULTIMA NOTTE DI WILLIE JONES di E. H. Winthrop: narrativa americana a tema razzismo, pena di morte. Come trascorre le sue ultime 24 ore di vita un detenuto destinato alla sedia elettrica? Difetto: un po' caotico, troppi punti di vista (4/5) PER CHI CERCA UN ROMANZO SU TEMATICHE ATTUALI. 3. LO SCIAMANO di S. Esposito: thriller a sfondo esoterico, esordio nella narrativa dell'attore che dà il volto a Genny Savastano. Mi ha sorpresa piacevolmente (4.5/5). SE VUOI UN THRILLER CHE ATTINGA ALL'OCCULTO. 4. LA DONNA NEL POZZO di P. Pulixi: giallo - un improbabile duo, composto da uno scrittore demotivato e un ghostwriter squattrinato, risolve un caso di suicidio collegato a un omicidio misterioso avvenuto molti anni prima. (4/5). SE VUOI UN GIALLO SCORREVOLE E GODIBILE. 5. LE RAGAZZE DELLA GRANDE GUERRA di F. Lightfoot: romanzo sentimentale a sfondo storico, ambientato durante e dopo il primo conflitto mondiale. Parte bene ma poi si perde in trame banalotte (2.5/5). NON LO CONSIGLIO...
READING CHALLENGE
Obiettivo scelto: un libro che racconti una storia d'amore.
6. AQUA E TERA di D. Franceschini: narrativa storica - la storia d'amore, narrata con delicatezza, tra due donne in una terra divisa tra socialismo e fascismo (4/5). ROMANZO CON UN SFONDO STORICO ACCURATO.
Ahimè, sul fronte serie tv, ho guardato solo la quarta stagione de L'amica geniale, che mi sta piacendo.
Negli anni tra il primo e il secondo conflitto mondiale, tra fermenti politici e sociali, che vedono contrapposti socialismo e fascismo, nasce un amore tanto genuino e profondo quanto proibito e ostacolato.
AQUA E TERA
di Dario Franceschini
La Nave di Teseo 160 pp 17€
Callegari e Barilari: due famiglie appartenenti a ceti differenti e che, soprattutto, hanno sposato ideologie sociali e politiche opposte.
Socialisti i primi, fascisti i secondi.
Due famiglie che, similmente ai celebri Montecchi e Capuleti, faranno di tutto per ostacolare l'amore proibito e fonte di infamia tra le loro figlie, Lucia Callegari e Tina Barilari.
Siamo nel ferrarese, negli anni successivi alla fine del primo conflitto mondiale, e nelle campagne ferraresi i braccianti, da sempre sfruttati da decenni nei lavori di bonifica delle valli infestate dalla malaria, cominciano a ribellarsi.
Anche perché operai e contadini erano andati in guerra con la speranza che venissero date loro le terre ma la promessa fu disattesa e andò ad alimentare la rabbia dei tanti lavoratori che si spaccavano la schiena ogni giorno per ritrovarsi sempre poveri e schiavi dei padroni.
In un clima ricco di agitazione e tensioni politiche, i Callegari - famiglia di scariolanti e lavandaie - sono tra coloro che non si limitano a far da spettatori agli eventi storici: gli uomini sono socialisti attivi e combattivi, le donne - come Ginisca, nonna di Lucia - sono forse ancora più guerriere dei maschi, parlano anch'esse di sfruttamento e padroni, aderiscono alle leghe femminili, si incoraggiano a studiare, a leggere, "per non rimpicciolire il cervello e il cuore".
“Aqua e tera. Questo abbiamo noi nelle vene, dicevano i nonni Callegari a Lucia. E tu hai lo stesso sangue, figlia mia.”
In questo universo fatto di miseria e idealismo, di acqua e terra, la provincia di Ferrara del dopoguerra si trova sotto il dominio incontrastato delle leghe rosse per poi essere travolta dalla nascita e dalla diffusione dello squadrismo delle camicie nere: odio e violenza imperano ed è in questo fermento che Lucia cresce, allevata da nonna Ginisca, rivoluzionaria nel cuore e nella mente, che le insegna come le donne non abbiano bisogno del principe per salvarsi, ma esse stesse sono in grado di uccidere il drago; la donna porta con sé la nipotina alle riunioni della lega femminile e le fa addirittura trascrivere i verbali di quelle assemblee.
Quando, per ragioni di sicurezza (legate all'attività politica del padre, Milvano Callegari), Lucia viene mandata a Ferrara, presso la casa dell'avvocato Fortini (che difende i socialisti) in qualità di domestica della moglie, che è incinta, conosce la coetanea Tina Barilari, appassionata di fotografie e cineprese, e tra le due nasce un sentimento d'amicizia che, ben presto, si apre all'amore.
Le due ragazze si innamorano l'una dell'altra e per diverso tempo vivono questa relazione in segreto, ritagliandosi - di nascosto da occhi indiscreti - momenti preziosi di dolcezza e tenerezza, azzardandosi a sognare un futuro insieme.
Se già il rapporto d'amicizia tra le due viene disapprovato in quanto il padre di Tina è un agrario fascista, figuriamoci la loro relazione amorosa, considerata - tanto da una parte quanto dall'altra - una vergogna, un'onta, uno scandalo.
Cosa ne sarà del loro amore proibito, mentre attorno ad esse infuriano le violenze e il terrore?
Il romanzo di Dario Franceschini ci regala una storia d’amore tenera, forte e osteggiata in quanto omosessuale (le donne lesbiche vengono chiamate con disprezzo "invertite" dalla gente attorno a loro), e la colloca nella terra di Balbo, Matteotti e don Minzoni, in un periodo storico ricco di tensioni sociali e politiche; mi è piaciuta la penna dell'ex-ministro, che ha piena contezza del contesto, degli avvenimenti e dei personaggi storici citati, cosa che gli ha permesso di creare una cornice storicamente accurata, realistica, in cui finzione e realtà si mescolano in modo credibile e appassionante, dando vita ad una storia popolata da uomini e donne le cui vicende personali e famigliari sono quelle dei nonni e bisnonni di tanti lettori; in particolare, ovviamente, ci si sofferma sulla zona del ferrarese, in cui è nato e cresciuto l'autore.
Ho apprezzato molto le figure femminili, da Ginisca a Tina, da Lucia a sua figlia: donne combattenti, dallo spirito libero e indipendente, che non si sottomettono docili a una mentalità che le vuole semplicemente e per forza mogli, madri, figlie devote e silenziose ma, anzi, esse vogliono porsi accanto ai propri uomini per combattere per una società più giusta ed egualitaria, in cui finalmente nessun uomo debba sentirsi "...autorizzato a imporre limitazioni all’altro, allo stesso modo che una classe non può imporle ad un’altra".
In conclusione, è stata una piacevole sorpresa; è un libro che si legge con molta scorrevolezza, interessante per il periodo di riferimento, ricco di avvenimenti importanti per la storia del nostro Paese, in cui si muovono personaggi ben tratteggiati e con al centro una storia d'amore delicata e commovente.
Oggi termina il mese di ottobre ed eccomi con il mio recap.
IL TEMPO DELLA CLEMENZA di J. Grisham: legal thriller con Jake
Brigance a difesa di un 16enne che rischia la pena capitale. Appassionante (4/5). SE AMI GRISHAM E I TRIBUNALI.
LETTERE GIALLE di M. Meza: young adultcon risvolti suspense (4/5). Lei viene rapita, lui fa di tutto per trovarla. SE CERCHI UN ROMANZO COINVOLGENTE E SCORREVOLE.
BAMBINI LUPO di V. Buck: thriller ambientato in Germania, nei boschi. Inizio lento, si riprende via via (3/5). SE HAI VOGLIA DI UN THRILLER, questo non è male.
LA RAGAZZA CHE RUBAVA LE STELLE di B. Barry: narrativa statunitense- siamo a Salem, città di streghe, pirati e naviganti. La protagonista sta cercando di fare ordine nella propria vita (3.5/5). Carino, dai. SE VUOI UNA LETTURA CHE AFFRONTI PROBLEMI FAMIGLIARI E MENTALI.
READING CHALLENGE.
Ho scelto l'obiettivo: AUTRICE ITALIANA DEL NOVECENTO.
6.NINFA DORMIENTE di I. Tuti: giallo italiano- il secondo caso di Teresa Battaglia la conduce in Val Resia, sulle tracce della verità celata dietro un misterioso quadro risalente al 1945 (5/5). Bello per stile, contenuti, personaggi, ambientazione. SE HAI COMINCIATO A SEGUIRE TERESA..., CONTINUA!.
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Nel mese di ottobre, motivata dalla lettura di Greenlights, ho iniziato a guardare la serie TRUE DETECTIVE: nella prima stagione siamo in Louisiana e Matthew McConaughey è un detective (Rustin Spencer "Rust" Cohle,) burbero, pessimista e tendente a fare discorsi filosofici nichilisti, intelligente e intuitivo ma poco amato da colleghi e superiori, che lo reputano un piantagrane arrogante, scorbutico e asociale. Assieme al collega Marty Hart, sta dando la caccia a un serial killer, i cui efferati assassinii (vittime: giovani donne) sembrano legati a riti pseudoreligiosi.
Bella, mi sta piacendo e proseguo con interesse.
Ho incominciato anche Ninfa dormiente su Rai Uno ma ammetto di non esserne coinvolta...: la trovo lenta nel ritmo e un po' mi spiace che la trama si discosti dal libro per delle dinamiche che per me non sono irrilevanti; mi rendo conto che la struttura narrativa del thriller è complessa e molto articolata, ma non mi sta entusiasmando il modo in cui è stata resa in tv...
In vista della quarta ed ultima stagione de L'amica geniale, mi sto rinfrescando la memoria riguardando le puntate della terza e, nonostante sia un "ripasso", le sto guardando con lo stesso interesse della prima volta.
Il nuovo caso, che vede impegnata il commissario Teresa Battaglia, parte con il ritrovamento di un quadro davvero particolare ed inquietante, in quanto dipinto col sangue; siamo in Val Resia, una zona in cui vive un popolo dalle antiche origini, e per risolvere il mistero legato alla donna ritratta nel quadro, bisognerà scavare in vicende accadute durante la seconda guerra mondiale.
NINFA DORMIENTE
di Ilaria Tuti
Tea Ed. 478 pp
Quando Teresa e l'ispettore Massimo Marini vengono chiamati per visionare un quadro risalente al 1945 e attribuito al pittore Alessio Andrian, non hanno la minima idea del ginepraio in cui stanno per infilarsi.
Teresa è perplessa: perché dovrebbe interessarle indagare su un quadro? Vi è forse un morto, un omicidio collegato ad esso?
Effettivamente del sangue è stato versato e molto probabilmente è stato anche lo strumento scelto dall'artista per realizzare il ritratto di una donna, tanto bella quanto ovviamente misteriosa: chi è? il sangue è quindi suo? E dov'è il corpo? Se è stata uccisa (e il quadro fa pensare che sia così), chi è il colpevole e qual è il movente?
L'artista è un uomo ormai anziano che è stato partigiano durante la guerra e che fu ritrovato, in quegli anni, in una zona del Friuli, in condizioni terribili, con il quadro (denominato "Ninfa dormiente") stretto al petto e in uno stato di muta follia.
L'uomo, anche dopo essere tornato a casa, tra i suoi famigliari, non ha mai più parlato, non è più tornato in sé e da ormai oltre settant'anni vegeta su una sedia, senza muoversi né parlare; non fa che stare davanti alla finestra a fissare, con sguardo vuoto, i boschi.
Quei boschi in cui evidentemente sono sepolti i suoi segreti, il suo dolore, i suoi silenzi.
Forse anche il suo amore, forse quel corpo cui appartiene il volto bellissimo e giovane della Ninfa dormiente.
Quale storia di sangue si cela dietro il muro di doloroso silenzio dietro cui si è barricato il pittore?
Forse l'uomo è annientato dal senso di colpa per aver ucciso lui stesso il suo amore? O ci sono altre spiegazioni dietro quel quadro?
"Quel disegno era l'eredità di un enigma, un richiamo dal passato a non tradire la memoria. La Ninfa dormiente era la chiave per risolvere il mistero."
Cominciando a cercare le prime urgenti risposte, Teresa finisce per raggiungere una zona tanto affascinante quanto chiusa e, per certi versi, difficile da penetrare: la Val Resia in cui tutto ha avuto inizio e luogo, decenni prima.
Fa così la conoscenza di un gruppo di resiani, uomini e donne che, scopre man mano, hanno avuto a che fare con Andrian e con la ninfa dormiente, di cui presto scoprono il nome: Aniza.
Aniza è stata una ragazza bella, solare, allegra, vissuta in un periodo tra i più complicati e difficili: il secondo conflitto bellico.
Qualcuno deve averle per forza fatto del male e dal 1945 la verità su ciò che l'è capitato (uscì di casa una sera per non tornare più), su dove sia eventualmente il suo corpo, non è mai stata svelata.
E c'è ancora chi evidentemente non desidera affatto che vengano dissepolte certe verità...
Indagando, interrogando, entrando nelle case, nelle vite, nelle abitudini e nei ricordi di uomini come Francesco (nipote di Aniza, che all'epoca della scomparsa era un bambino) o di giovani donne come la nipote di Francesco (una ragazza molto somigliante, fisicamente, ad Aniza) o della forte e impenetrabile Matriona (custode di riti, usanze e credenze arcane, diffuse in quella zona del nord-est della penisola), Teresa intuisce che questa storia si dibatte tra due poli, distanti eppure così legati tra loro: tenebre e luce, morte e amore: per arrivare alla fine del mistero e comprenderlo, svelarlo, lasciando emergere la verità, ella deve andare all'origine della tragedia, vincendo anni di silenzi, paure, segreti, sensi di colpa.
E se c'è una persona, in polizia, in grado di fare un lavoro del genere, quella è proprio Teresa Battaglia, una leader tanto forte e tutta d'un pezzo quanto... fragilissima.
Eh sì, perché il male oscuro e innominabile che incombe su di lei e che le crea buchi preoccupanti nella memoria, non smette di avanzare e di mandarla in panico.
Già deve vedersela col diabete, con una stanchezza diffusa e un po' di chili di troppo che la rendono poco leggera e agile, se ci si mette anche la memoria, come può svolgere al meglio il proprio amato lavoro? Come si fa a risolvere casi di omicidio, a dare le risposte di cui le famiglie delle vittime hanno bisogno per avere giustizia, a mettere in galera i criminali, se ogni dettaglio o informazione rischia di essere dimenticato irrimediabilmente?
La donna cerca di combattere il male scrivendo e appuntando tutto ciò che le è utile, che è importante per andare avanti giorno per giorno, sempre però con la la paura di essere scoperta da colleghi, sottoposti e - peggio - superiori.
Teresa non può permetterselo; non lei, che sa quanto sono importanti i dettagli, quegli elementi solo apparentemente casuali, che un occhio superficiale rischia di trascurare e che invece possono essere una chiave importante.
Certo, ci sarebbe il giovane ispettore, Marini, al suo fianco, che dovrebbe supportarla.
Ed effettivamente, lui è bravo.
Se non fosse che ultimamente è evidente che abbia dei pensieri per la testa, delle preoccupazioni, dei tormenti che lo rendono distratto, cupo, lontano.
Le vicende personali di Massimo troveranno il loro spazio in questo libro e impareremo a conoscerlo e a capirlo meglio.
Nonostante le difficoltà, Teresa e Massimo si immergono nella Val Resia, dopo aver appreso che la Ninfa dormiente proviene da quella zona antichissima, la cui popolazione vanta una identità (linguistica, culturale, musicale...) e un'unicità (anche genetica) che è senza dubbio ricca di fascino.
Ed è tra i fitti boschi e le aspre cime di quella natura vivente e attenta, madre e matrigna insieme, che Teresa e la sua squadra devono cercare ogni risposta, ogni nodo da sciogliere, ogni segreto da svelare.
Non sarà semplice, anzi, sarà un'avventura irta di pericoli, di trappole, di mistero, in cui lei dovrà tirare fuori tutte le proprie capacità di profiler, le doti investigative e la grande empatia che la contraddistinguono, per arrivare a mettere insieme i pezzi di quella tela su cui è stato realizzato il ritratto dipinto col sangue.
E di Teresa non ho potuto non amare le grandi doti empatiche, l'attenzione ai particolari, l'umanità e la sensibilità che contraddistinguono il suo modo di lavorare, di approcciarsi alle persone coinvolte, cercando di immaginarne pensieri, emozioni, motivazioni, così da stabilre una connessione con loro e arrivare al cuore e all'origine delle loro speranze, delle loro gioie, dei loro dolori, delle bugie e dei silenzi.
Il suo non è semplicemente un formidabile intuito, ma proprio "una sorta di empatia oscura": i morti erano palpiti nei pensieri di Teresa. Diventavano compagni di notte insonni. La spingevano a non fermarsi, a cercare la risposta alla loro fine."
Trattandosi di episodi lontani nel tempo, Teresa deve cercare i fili invisibili che legano il passato al presente, immergersi anima e corpo nel tessuto del male che si palesa via via attorno a lei, entrare nei più profondi recessi della mente umana, terreno pericoloso in cui può annidarsi il male, e il male inganna, sempre.
La Natura è inevitabilmente un personaggio che prende vita propria, grazie alla sua bellezza e al suo essere immensa, vasta, di un'immensità non solo fisica ma anche trascendente la materia; c'è un che di mistico in quei luoghi, una dimensione quasi divina, dove ogni elemento della natura contiene un'energia viva e vibrante.
Non conoscevo l'esistenza dei resiani in quanto comunità a sé stante, la cui unicità è scritta nel loro DNA, nella storia antica di un popolo fiero delle proprie origini, dei propri canti, del proprio idioma.
Ho trovato questo elemento narrativo molto molto interessante.
Mi è piaciuta Teresa, così piena di fragilità e debolezze nel fisico e nella mente ma che non intaccano il suo cuore di guerriera.
Ho amato la scrittura di Ilaria Tuti, che mi ha conquistata perché ha saputo coinvolgermi emotivamente attraverso personaggi complessi, descrizioni vivide e accurate, una trama ricca e ben strutturata, che si fa sempre più interessante, per quel modo di scrivere che, in generale, conserva una musicalità e, in un certo senso, una poeticità anche quando scava nei lati più oscuri dell'animo umano.
Parere più che positivo su questa lettura, che mi ha lasciata con la voglia di leggere il prossimo caso di Teresa.
"Non conosciamo mai veramente noi stessi,
né chi abbiamo accanto.
Possiamo definirci in molti modi,
ma alla fine sono le nostre scelte davanti a un bivio
Siamo nel piano della mia stagione preferita, l'autunno, di cui amo i colori, i profumi, le temperature, forse solo la pioggia l'amo un po' meno (ma solo se sono costretta a mettere il naso fuori casa).
Eccomi con le mie letture di settembre.
(pinterest)
1. LA CLASSE di C. Dalcher: distopico - immaginiamo un tempo futuro in cui a contare sia solo il successo scolastico e nella società non sia ammessa alcuna fragilità o imperfezione (4/5). SE CERCHI UN DISTOPICO SCORREVOLE.
2. LA RONDINE E I NARCISI di S. Douglas Scott: historical romance/Regency: le vicende personali e sentimentali di uomini e donne alle prese con un momento storico complesso (5/5). SE AMI IL ROMANCE CON UNO SFONDO STORICO DETTAGLIATO E ACCURATO;
3. LA PROMESSA di F. Dürrenmatt:giallo svizzero dal ritmo cinematografico su come ogni poliziotto che si rispetti ha un caso che l'ossessioni, almeno una volta nella vita (4.5/5). ADATTO A CHI VUOL LEGGERE UN GIALLO BREVE E COINVOLGENTE;
4. IL CUORE DEGLI UOMINI di N. Butler: narrativa americana- i valori dello scoutismo incarnati da un ragazzo/uomo per cui la lealtà e l'onestà sono tutto (4.5/5). SE CERCHI UN ROMANZO DI FORMAZIONE DALLE NOTE MALINCONICHE;
5. BLACK BLUES di A. Locke:poliziesco/soft thriller in cui il Texas Ranger protagonista si muove in un contesto razzista e corrotto (4.5/5). LEGGILO SE HAI GIA' LETTO TEXAS BLUES.
6. ELIZABETH di K. Greenhall: paranormal- breve romanzo con protagonista una ragazzina conturbante e disinibita, fiera discendente di una generazione di donne con poteri sovrannaturali (3.5/5). SE CERCATE UNA LETTURA INQUIETANTE E UN PO' GOTICA.
READING CHALLENGE
Per il mese di settembre ho scelto l'obiettivo RILETTURA/VARIAZIONE DI UN MITO, con
La recensione di oggi costituisce la seconda tappa di un Review Party dedicato al romanzo Moonshine in the darkness di Èclipse, retelling del mito di Ade e Persefone, rivisitato in una chiave originale che mescola atmosfere leggendarie, dal sapore antico, a un passato più recente, contrassegnato da note esotiche.
"«...mio signore. Vi dipingono di nero, ma il vostro sangue è rosso come il loro. E avete il cuore più caldo di una fenice. Avrei solo voluto che durasse di più.»
«Se c’è una cosa che ho capito dai mortali, governando questo regno, è che la felicità è di breve durata. Sono attimi, ma di quei pochi momenti restano nella memoria della gente come meravigliosi dipinti. Io conserverò quei ricordi come preziosi dipinti.»
L'amore si irrobustisce o si indebolisce davanti alle prove e alle tribolazioni della vita?
Sa resistere andando oltre i limiti del tempo, dello spazio, della morte stessa e dei continui e instancabili cicli cui è sottoposto il vivere e il morire di ogni essere umano, a fronte dell' eternità delle divinità?
L'amore che lega due anime destinate l'una all'altra, le cui vite hanno senso solo nel sentimento che le unisce reciprocamente, può essere incredibilmente solido e ostinato.
Imperituro.
Proprio come quello tra un essere immortale, qual è il dio degli Inferi, e la sua coraggiosa e tenace innamorata.
Nel suo riproporre la storia d'amore tra Ade e Persefone, l'autrice di questo romanzo non ci conduce sul Monte Olimpo, non ci presenta divinità greco-romane così come siamo abituati a conoscerle attraverso i racconti mitologici.
Conosciamo i due protagonisti, Yama e Bai Su (che incarnano, rispettivamente, Ade e Persefone) in vesti diverse eppure affini, in momenti e contesti lontani ma comunque sempre uniti dalla presenza di personaggi, situazioni e dettagli che si ripresentano e che vanno a caratterizzare, di volta in volta, il continuo ciclo di incontri tra i due amanti.
Bai Su è la ragazza dall'eterea bellezza che riesce abilmente ad introdursi nell'inaccessibile regno dell'Oltretomba e, quando i suoi occhi incontrano quelli del re degli Inferi, Yama, entrambi sentono scorrere tra loro una connessione che non nasce e non termina in quel momento ma che li unisce da sempre e per sempre.
Perché i due continueranno ad incontrarsi, a salvarsi, ad amarsi, a viversi, a piangere l'assenza l'uno dell'altra, infinite volte.
Bai Su è colei che, con la sua genuinità, il suo infantile entusiasmo, la sua purezza, ruba il cuore di un giovane dio, legandolo a sé per l'eternità, tanto da rendere ambedue disposti al sacrificio pur di salvare l'altro quando il pericolo incomberà su di loro.
Bai Su è la giovane studentessa Persefone che, nei primi anni del Novecento, è a Shangai con le compagne del liceo per ragioni di studio e lì incontra il giovane signore, Ade/Yama, e ancora una volta si riconosceranno perché ad accomunarli non è solo l'amore ma anche un passato fatto di lacrime, di madri egoiste, di solitudine, di esperienze che avrebbero potuto renderli glaciali, trasformarli in mostri, rendendoli creature destinate a sprofondare nel nulla, a vivere eternamente nell'oscurità di un cuore indurito dal dolore.
Ma non c'è inverno, per quanto gelido, cui non segua la primavera, e l'amore eterno è ciò che permetterà a entrambi di rinascere solo e unicamente per ritrovarsi e amarsi ancora, vivendo attimi di pura felicità scaldandosi al calore di un sentimento puro e inviolabile.
Nonostante la morte.
Nonostante ci sia chi si oppone con violenza a questo legame che sa di salvezza e di eternità.
Nonostante il sacro fiume continui a scorrere cancellando i ricordi.
«Non sei più solo oscurità, adesso.» Disse la voce dell’Abisso. «Un giorno riconoscerai il donatore di luce, dall’oscurità che pulsa nel suo cuore, perché è la tua. Ti è stato donato un frammento della sua luce e questa ti guiderà verso il suo possessore.»
Ma neanche il fiume Lete potrà tener lontani Bai Su e Yama perché l'una possiede il cuore dell'altro.
"Moonshine in the darkness" è un romanzo in cui vi convivono elementi fantasy, romance e young adult e, benché abbia trovato la scrittura ancora un po' acerba (ad es. nella costruzione dei dialoghi oppure nel narrare con chiarezza lo svolgimento di alcune scene, azioni e dinamiche), esso si legge piacevolmente in quanto l'autrice riesce a conferire al testo sfumature delicate, quasi impalpabili come se, ad ogni "cambio di scena" e di contesto, entrassimo in una dimensione onirica e inafferrabile in cui ritroviamo non solo Bai Su e Yama (le cui interiorità sono tratteggiate in tutta la loro ricchezza e profondità) ma anche altri personaggi (come la volpe, la dama Koi, il fratellastro di Yama - Dong Hua -, le tre Moire...), e tutti loro interagiscono con i protagonisti, che ciclicamente vivono la gioia e, insieme, il tormento, di incontrarsi, viversi, separarsi... pur non smettendo mai di cercarsi e amarsi.
Non ci sono cuori incapaci di amare o non degni di essere amati e questa storia romantica, malinconica e dolce ci ricorda che soltanto l'amore è quella luce che spezza l'oscurità, quel chiarore in grado di salvare un'anima ferita dal buio della solitudine, della rabbia, del dolore.
Consiglio il romanzo di Èclipse, in particolare a quanti amano le storie d'amore romantiche e struggenti, le ambientazioni esotiche e i riferimenti a miti celebri e indimenticabili.
Non mi resta che rimandarvi alla prossima tappa del Review Party, che sarà ospitata domani dal blog "La libreria di Anna".
Settembre è giunto ma, quanto ad afa, è come se stessimo ancora ad agosto (almeno qui in Puglia).
Ecco le mie letture del mese scorso:
1.IL CAPANNO DEL PASTORE di T. Winton: narrativa australiana - un' amicizia improbabile tra un ragazzo e un vecchio, diversi in tutto ma uniti da una profonda solitudine (3,5/5). SE CERCHI UN ROMANZO CON PERSONAGGI PARTICOLARI SU UNO SFONDO SELVAGGIO.
2. ANIME di M.C. Buoso: romanzo breve su identità e disforia di genere (4/5). SE CERCHI UNA LETTURA BREVE MA DI SPESSORE.
3. OMBRE DI LUCE. LE FIGLIE DI NAPOLIdi G. De Gennaro: romanzo in cui l'amore per l' arte fa da sfondo all' incontro tra il terreno e l' ultraterreno (4/5). PER CHI DESIDERA UNA LETTURA ORIGINALE E MAGNETICA.
4. CONFUSIONE di E. J. Howard: terzo capitolo della saga familiare incentrata sui membri della famiglia Cazalet (4/5). ADATTO A CHI SI SENTE UN CAZALET D'ADOZIONE.
5. LA DIGA di M. McDowell: secondo capitolo della saga familiare a tinte gotiche (4.5/5). SE TI SEI INNAMORATO DI PERDIDO E NON RESISTI AL FASCINO DELL' ENIGMATICA ELINOR.
Per la Reading Challenge ho scelto l' obiettivo LIBRO DI UN AUTORE DEL CUORE:
6. MARE AL MATTINO di M. Mazzantini. narrativa italiana - il dramma di due ragazzi e delle loro madri, costretti a divenire esuli, profughi (4.5/5). BREVE MA INTENSO.
Le mie vacanze, chi mi legge da un po' lo sa, si svolgono in Svizzera, per ragioni familiari.
Nel viaggio di andata, ci siamo fermati a dormire in un hotel in Emilia Romagna, in cui già avevamo soggiornato in passato.
Vi lascio alcune foto delle mie vacanze.
Montecchio Emilia
Svizzera
Di rilevante, in merito alle serie TV, ho visto IL GIOCO DELLA PIRAMIDE e NI UNA MÀS.
Conto di parlarvene in un post a parte!!
Spero che abbiate trascorso una bella estate!💓(◍•ᴗ•◍)❤
La drammatica storia di due madri e due figli: una (quella di Angelina e Vito) si inserisce nel quadro dei rapporti che legano l’Italia alla Libia, partendo da quando gli italiani si recarono in Africa spinti dal fascismo, per poi essere cacciati nel 1970 da Gheddafi; l'altra (la storia di Jamila e Farid) ci mostra il dramma della disperazione intrapreso da chi deve lasciare il proprio paese e affrontare i rischi di un viaggio in mare su barche di fortuna, con la speranza di un futuro più roseo.
MARE AL MATTINO
di Margaret Mazzantini
Einaudi 126 pp
Farid è un bambino che vive in Libia e che, da un giorno all'altro, la guerra costringe a scappare via dalla propria casa, da quell'immenso deserto cui è abituato sin da quando è nato, per andare incontro a un'altra distesa, altrettanto infinita e che non ha mai visto prima della fuga: il mare.
"Chilometri di silenzio, solo il rauco motore.È una scena di guerra, di ogni guerra. Umanità deportata come bestiame".
E così, una notte, lasciandosi alle spalle la gazzella che mangiava dalle sue mani e un padre che non rivedrà mai più, il bambino e la sua giovane madre Jamila salgono su un'imbarcazione di fortuna assieme ad altri disperati come loro.
Direzione: Sicilia.
"Farid guarda il mare, limpido e compatto come ceramica azzurr. Cerca i pesci, i loro dorsi, i primi pezzi della vita nuova. Jamila lo bacia, gioca con i suoi capelli. Quanto durerà il viaggio?
Poco, il tempo di una ninna nanna."
In mezzo a quelle onde scure si compie il destino di questa povera gente, che ha dato tutto ciò che aveva per potersi riservare un posto sulla barca.
Ma a che prezzo?
Jamila tiene tra le proprie braccia il suo bambino, e prega e spera che insieme possano giungere a riva, vivi.
Occhi negli occhi, bocca sulla bocca, la gola riarsa dalla sete, non è consentito neppure piangere perché le lacrime della disperazione e del dolore non escono neanche più dagli occhi inariditi; lì, in mezzo al nulla, con solo un gruppo di disgraziati attorno e la distesa del mare sotto, dietro e avanti, una madre tiene stretta la propria creatura, aspettando di toccare terra.
In Sicilia, vicino a Catania, vivono Angelina e suo figlio Vito, un giovanotto inquieto, ribelle, che intrattiene con la madre un rapporto turbolento, fatto spesso di litigi e silenzi arrabbiati.
Angelina vive in Sicilia da quando era una bambina ma si è sempre sentita un po' un'estranea: lei era e resta "l'africana", o meglio "la taliana" che dalla Libia è venuta Italia a rubare case e lavoro agli italiani.
A dire il vero, la stessa Angelina è italiana, solo che alla gente poco importa: è nata e cresciuta in Africa e tanto basta.
Lei e la sua famiglia sono degli ex-tripolini che avrebbero continuato a vivere in Libia se Gheddafi non li avesse cacciati nell'ottobre del 1970.
Un branco di diseredati senza più né casa né patria né appartenenza alcuna, degli sfollati che, costretti a venire a vivere in Italia (il loro Paese, in teoria) divenivano il simbolo di una storia coloniale che si aveva solo voglia di cancellare e non certo di ricordare.
Uomini, vecchi, donne, ragazzi, bambini... colpevoli senza aver fatto niente, fatti sentire degli intrusi da emarginare e da trattare con sprezzante distacco.
"C'è qualcosa nel luogo dove si nasce. Non tutti lo sanno. Solo chi è strappato a forza lo sa.
Un cordone sepolto nella sabbia.
Un dolore che tira sotto e ti fa odiare i tuoi passi successivi".
Angelina cerca di integrarsi a modo suo in questa nuova vita ma le resta dentro un sentimento di struggente nostalgia per la sua vecchia vita in Africa, in cui si sentiva libera e sé stessa.
Vito sa della storia di sua madre e della loro famiglia e dalla genitrice ha preso la stessa irrequietezza di chi sta al mondo ma senza saperci stare, come dei perenni esuli.
Vito ama il mare, nuotare per ore sino a far preoccupare sua madre, che viaggiando per mare ha lasciato la sua Tripoli per venire in Sicilia, e sempre dal mare arrivano barconi di disperati, "letame umano, fuoriusciti per fame, per guerra".
In attesa di capire cosa vuol farne della propria vita, il ragazzo si ferma a guardare quel mare così vasto, e gli sembra, ogni giorno di più, una discarica di avanzi e di barche mai arrivate.
Un giorno Vito fruga e recupera qualche oggetto: sono pezzi di memoria, che testimoniano che tanti poveri esseri umani di cui non si sa neanche il nome, sono passato di lì, hanno vissuto una loro vita prima di perderla nel mare, hanno amato, odiato, sperato, riso, pianto.
Erano nonni, fidanzate, mogli, mariti, fratelli, sorelle, madri con i loro figli.
Mare al mattino sa emozionare e far riflettere, dando voce - seppure in un numero di pagine relativamente modesto - a pochi ma ben definiti personaggi, i cui vissuti emotivi ci arrivano con chiarezza e forza. Il saper esplorare le sfumature dell'animo umano è una delle caratteristiche che più amo di questa autrice, che sa tratteggiare gli uomini e le donne delle sue storie nelle loro complessità, vulnerabilità e punti di forza, così da creare un legame empatico tra essi e i lettori.
Mi è piaciuto molto questo libro ma mi spiace dover realizzare che da questo momento in poi divento ufficialmente "orfana" delle opere di Margaret Mazzantini, avendone letto tutti i libri pubblicati.
Ancora una volta, a colpirmi dritta in faccia è la sua penna schietta e decisa, quel suo modo di scrivere che sa essere crudo e senza filtri nel descrivere realtà umane complesse, dolorose, ferite, e che al contempo riesce, in tanti passaggi, a raggiungere vette di intensità e di lirismo che commuovono.
Mi piace il suo toccare temi profondi e sfaccettati, come in questo caso: l'immigrazione, gli angosciosi "viaggi della speranza" che sono sempre viaggi all'inferno e che, quando non si concludono con un approdo in cui questi nostri simili sono sani e salvi, vanno a riempire di morti innocenti gli abissi del mare; e ancora il rapporto madre-figlio, l'amore, il dolore, l'identità, il legame con la propria terra e le proprie radici.
Lo consiglio a chi desidera leggere un romanzo breve ma emotivamente impattante, dalle cui pagine emergono in modo vivido gli stati d'animo, i pensieri turbolenti, le paure e i sogni di chi è stato costretto, dalla vita, a lasciare, perdere, rinunciare, dare una svolta alla propria esistenza, a volte in cambio di niente.
"...vane diventano le parole ripetute troppe volte. I pensieri sono un gas cattivo".