mercoledì 31 ottobre 2018

Bilancio di letture di ottobre 2018 + Reading Challenge



Le mie letture di ottobre ^_-


Per la Reading Challenge, ho spuntato altri due obiettivi:


Reading Challenge
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  • Obiettivo n.5. Un libro a scelta tra questiCiò che inferno non è (A. D'Avenia) - Dovremmo essere tutti femministi (C.N. Adichie) - Follia (P. McGrath) - Il porto proibito - La morte della Pizia (F. Durrenmat) - La signora delle camelie (A. Dumas) - Mio fratello rincorre i dinosauri (G. Mazzariol) - Quando siete felici fateci caso (K. Vonnegut) - Soli e perduti (E. Nievo) - Una vita come tante (H. Yanagihara). FOLLIA di Patrick McGrath (RECENSIONE): una passione morbosa, un amore impossibile è quello tra Stella e Edgar, lei moglie di uno psichiatra, lui un paziente "pazzo" che ha commesso un truce omicidio: cosa può scaturire da una relazione sbagliata e torbida? A raccontarcelo è lo psichiatra e narratore, il dottor Cleave.
  • Obiettivo n.12 - Rilettura di un libro letto durante l'infanzia: LA PICCOLA FADETTE di George Sand (RECENSIONE): un romanzo dalle atmosfere fiabesche, ambientato nella Francia rurale di fine Ottocento, che ci ricorda quanto spesso i pregiudizi contro chi è definito “diverso” ci possano impedire di conoscere ed apprezzare realmente il prossimo. 


Ed ecco gli altri libri letti nel mese di ottobre:


  • SO CHE UN GIORNO TORNERAI di Luca Bianchini (RECENSIONE): sullo sfondo di una suggestiva Trieste, città di frontiera dove la bora soffia implacabile, conosciamo Angela ed Emma, una mamma e una figlia; due donne che dovranno, negli anni, imparare a conoscersi e a volersi bene, andando oltre gli errori, le scelte incomprensibili, gli amori sbagliati che però, forse, in fondo in fondo, non lo sono poi mai del tutto...
  • SUICIDI AL SORGERE DEL SOLE di Antonio Infuso (RECENSIONE): un noir poliziesco vivace con al centro un ex-commissario di polizia intuitivo, ironico e dal fiuto che non perde un colpo quando si tratta di risolvere casi intricati.
  • DAKAR di Maurizio Castellani (RECENSIONE): simpatico, intuitivo, amante della buona cucina e delle belle donne, l'ex-commissario Vittorio Luschi, mentre soggiorna annoiato in quella che è la sua nuova "casa" - il Senegal -, viene coinvolto nella complessa soluzione di alcuni omicidi.
  • L'AMICO GENEROSO di Antonio Aschiarolo (RECENSIONE): una storia molto breve ma come sempre delicata e piacevole, incantevole nelle brevi descrizioni del paesaggio e sempre col suo insegnamento intriso di buoni sentimenti.
  • MISTERIOSA di E. Gnone (RECENSIONE): crescere è davvero una faccenda complicata! Lo sanno gli adulti, che ci son già passati, ma anche i bambini di Balicò (e non solo loro!); per fortuna, in loro aiuto c'è la dolce Olga di carta, con le sue bellissime storie.
MORIRE A VENTANNI


Le letture più belle? MISTERIOSA per avermi rammentato la bellezza dell'infanzia e la dolce fatica di crescere; SO CHE UN GIORNO TORNERAI per l'amore che muove le azioni, giuste e non, dei suoi personaggi.

Attualmente in lettura ma mi mancano poche pagine alla fine di ognuno, quindi a breve le recensioni:

- PERSUASIONE della Austen;
-  L'ARMINUTA di Donatella Di Pietrantonio;
- IL BAMBINO IN FAMIGLIA di Montessori;
- LA ZANZARA MUTA.

Per quanto riguarda i film, ho visto diverse cose interessanti, che vi segnalo e consiglio:
NAPOLI VELATA: il mistero legato a un omicidio efferato si fonde e confonde con un amore ossessivo che nasconde malesseri interiori, il tutto in una Napoli dalle atmosfere misteriose e ambigue. CONSIGLIATO? SI.
ALASKA: la storia di un legame travolgente e irriducibile che prova a resistere contro tutti e tutti. CONSIGLIATO? NI.
VALZER CON BASHIR: il racconto realistico, intenso e coinvolgente, del massacro di Sabra e Shatila, un episodio orrendo e disumano, accaduto in Libano negli anni '80. CONSIGLIATO? SI!!
SULLA MIA PELLE: gli ultimi dieci giorni di Stefano Cucchi, raccontati in modo sobrio e onesto. CONSIGLIATO? SI!!!
DOGMAN: il racconto crudo della feroce rivincita di un uomo pacifico e  mingherlino nei confronti di un uomo più grosso e violento di lui...; ispirato al fatto di cronaca efferato degli anni '80, il delitto del Canaro.  CONSIGLIATO? ASSOLUTAMENTE SI!
EUFORIA: Due fratelli - che più differenti, per carattere, ambizioni, stile di vita.., non potrebbero essere trovano in un fatto drammatico, come può essere un male incurabile, l'occasione per ritrovarsi e conoscersi davvero.. CONSIGLIATO? ASSOLUTAMENTE SI!




ADESSO TOCCA A VOI! ^_^
QUALI LETTURE VI HANNO COLPITO 
O NON VI SONO AFFATTO PIACIUTE
NEL MESE DI OTTOBRE?

lunedì 29 ottobre 2018

Recensione in anteprima: MISTERIOSA. di Elisabetta Gnone - la serie di Olga di carta


Crescere non è proprio una passeggiata e ogni bambino lo sa; lo sa anche la dolce Olga, la raccontastorie di Balicò, e la sua amica Mirina; lo sanno la vivace Misteriosa - protagonista di una delle storie della giovane Papel - e la sua amica Piccola, spesso spaventate da una realtà non sempre facile da capire e da affrontare.
Ma diventare adulti non vuol dire di certo abbandonare la fantasia, quanto piuttosto imparare ad apprezzarla senza dimenticare la realtà!


MISTERIOSA.
Le storie di Olga di carta (#3)
di Elisabetta Gnone


Salani Ed.
DAL 29 OTTOBRE
in libreria!!
A Balicò è arrivata Mirina, amica di Mimma; Mirina è una bimba un po’ capricciosa, si lamenta di tutto con facilità, ha paura di affrontare la minima difficoltà, anche a causa dei  continui divieti e avvertimenti degli apprensivi genitori, così che anche sedere semplicemente sull’erba diventa per lei un problema.
Quando le due amiche vanno alla fattoria Papel, Olga capisce che con Mirina ci vogliono pazienza e delicatezza, così prova ad assecondarne i dubbi e le paure, cercando con gentilezza di farle capire che non ha niente da temere, anche se si tratta di salire su per sentieri per raggiungere  la malga.

E per fare compagnia ai suoi cari amici durante la lunga passeggiata che li attende, Olga non esita a tirar fuori dalla sua testolina una storia appassionante e significativa, che terrà i suoi ascoltatori (piccoli ma anche i grandi, che si uniranno successivamente) attenti e curiosi.

Così una mattina, armati di zainetti e tanta voglia di camminare e soprattutto di ascoltare una nuova storia, Bruco, Mimma e Mirina partono per la passeggiata insieme alla loro speciale amica, che strada facendo inizia a raccontare di una bambina come loro, di cui ha appreso le vicende attraverso il suo diario: Misteriosa, una bimba intelligente e vivace che aveva una particolarità: tutti, ma proprio tutti, i vestiti che indossava (anche quelli cuciti su misura dalla sarta!!), le andavano sempre e inspiegabilmente larghissimi, tanto che lei ci si perdeva dentro!
Roba da far impazzire la famiglia, gli insegnanti… e ovviamente la sarta!

Eppure Misteriosa non sapeva che farci, e di certo non lo faceva di proposito: i maglioni, i pantaloni…, tutto era per lei troppo grande, nonostante la bimba crescesse normalmente, come i suoi coetanei.
Ma allora come mai aveva questo “problema”?
Beh, in effetti non era l’unica peculiarità di questa misteriosa bambina; un’altra era che… spariva sempre!
I genitori, i fratelli, tutti.. finivano sempre per perderla di vista e cominciavano a cercarla ovunque! Dove si nascondeva? Ma nei disegni e nei quadri ovviamente!

Eh sì, perché se c’era una cosa che amava fare era saltare nei disegni e, in generale, in ogni immagine che le piacesse: questi salti nella fantasia la divertivano tantissimo perché le permettevano di giocare e di allontanarsi per un po’ dalla realtà attorno a lei.
Ma saltare nei disegni era vietato e rischiavi di essere bocciato a scuola se ti scoprivano, per cui Misteriosa doveva star bene attenta a non farsi vedere!

“Non ho ben capito come si fa a entrare nei quadri”, disse Mirina. (…) “Si passa dall’entrata”, spiegò, “per entrare, e dall’uscita per uscire”.”Non è per niente chiaro” brontolò Mirina. “Parli come se ci fossero delle porte”.Ci sono”.“Davvero? Dove?”“Bisogna cercarle. Anzi, a dirla per bene, non bisognerebbe mai perderle di vista. Sono esattamente tra la realtà e la fantasia. Misteriosa le trovava sempre. Si rifugiava nella fantasia quando voleva prendersi una pausa dalla realtà, ma aveva sempre ben chiaro il confine tra l’una e l’altra”.

Un giorno, però, si ritrova a dover tirar fuori da un quadro un’amichetta, Piccola, più birichina di lei e che non perdeva occasione per fare questi salti di fantasia e far impazzire gli adulti che non riuscivano a trovarla da nessuna parte!

Intanto che la storia di Misteriosa procede, la piccola comitiva continua la camminata tra le lamentele di Mirina, per nulla abituata a un tale stretto contatto con la natura; anche lei, come Piccola, ha un problemino da risolvere: non vuol crescere, sembra voler restare sempre una bambina!
Ma il tempo trascorso con l’intelligente Bruco, la determinata Mimma e la comprensiva Olga, le saranno di grande aiuto per fare un passo in più e imparare tante cose nuove, in primis quella di non aver paura di qualsiasi cosa!

A unire maggiormente il piccolo gruppo ci pensa poi un avvenimento spiacevole: una pioggia torrenziale e una rovinosa frana che farà crollare una parte della montagna…!
Per fortuna, a tener compagnia e a rassicurare i cuori dei ragazzi - e di alcuni adulti che sopraggiungeranno più tardi - c’è lei, Olga di carta, che distrae tutti continuando a narrare le avventure di Misteriosa.
Riuscirà la bimba dai vestiti troppo larghi a convincere la testarda Piccola a non rintanarsi nei quadri per sfuggire alla realtà, ben sapendo che pure lei ha i suoi timori, che non di rado la spingono a fare un salto nella fantasia e buttarsi alle spalle, almeno temporaneamente, "il mondo vero"?

“Sarei riuscita a spiegarle che che il mondo a volte mi faceva paura e che mi vergognavo di ammetterlo (…)? Sarei riuscita a convincerla che quelle fughe mi aiutavano a vedere le cose con occhi nuovi, da una diversa prospettiva, a scoprire soluzioni che non immaginavo, a sognare di essere super e a crederci un pochino?”

È vero, non sempre è facile vivere nel mondo che ci circonda, che spesso ci spaventa, ci intimidisce, ci fa sentire inadeguati; quando abbiamo paura e ci sentiamo scoraggiati, rifugiarci nella fantasia sembra l’unica àncora di salvezza, ma…

“Non si può essere felici in un luogo dove si è costretti a stare per timore di affrontare quello che c’è fuori.”

Piccola nella storia di Olga e Mirina tra i suoi amici, impareranno che, anche se “crescere è una faccenda complicata”, è altresì un’esperienza bellissima, e che per diventare adulti non solo non bisogna dimenticare come si salta nella fantasia ma  soprattutto che è necessario restare un po’ bambini.
E ad imparare questa verità sono sia i piccoli che i grandi, che a loro volta devono cercare di aiutare i primi a crescere senza temere il mondo non rinunciando mai alla fantasia.


“Misteriosa”, terzo libro della serie su Olga di carta, è un romanzo che fa sorridere, intenerisce e fa riflettere con semplicità, narrandoci storie di bambini vispi, curiosi e intelligenti, coinvolti in bellissime avventure che permettono loro di conoscere meglio se stessi e chi li circonda, imparando ad affrontare ciò di cui spesso si ha un timore ingiustificato, dovuto al fatto di non conoscere ancora tante cose.

Elisabetta Gnone ci conquista ancora una volta con questa storia nella storia, tanto che ci sembra di essere lì nella malga, mentre fuori infuria la tempesta e, illuminati dalla luce del fuoco nel camino, ascoltiamo rapiti la voce della saggia e paziente Olga, che anche stavolta ha qualcosa da insegnarci, con naturalezza e genuinità, a prescindere dall'età, perchè non si smette mai di crescere, e se è vero che i bambini devono imparare ad affrontare il mondo, è pur vero che gli adulti devono ricordarsi di guardarlo con gli occhi innocenti e puri dei piccoli.

Deliziosa lettura, adatta davvero a tutti perchè "la giovinezza non ha età" (P. Picasso), pagine che si lasciano gustare parola per parola, trasportandoci in un luogo magico e fiabesco, a contatto con la natura e tra amici che non vorremmo dover lasciare mai.

Come posso non consigliarvi questa incantevole serie?

domenica 28 ottobre 2018

Recensione film: EUFORIA di Valeria Golino



Due fratelli - che più differenti, per carattere, ambizioni, stile di vita.., non potrebbero essere trovano in un fatto drammatico, come può essere un male incurabile, l'occasione per ritrovarsi e conoscersi davvero.


EUFORIA


ottobre 2018
Regia: Valeria Golino.
Casto: Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Isabella Ferrari.


Matteo è un businessman di successo, è sicuro di sè,  spregiudicato, affascinante, sempre allegro e dinamico; sguazza nella bella vita, guadagna una barca di soldi, vive in un attico moderno e super arredato a Roma; trascorre le sue impegnatissime giornate tra il lavoro e i momenti goliardici con amici più matti di lui; narcisista fin nel midollo, si concede piaceri a più non posso, attraverso il sesso compulsivo e l'assunzione di droghe.

Quella di Matteo potrebbe sembrare, a un occhio superficiale, una vita spensierata, ricca di soddisfazioni, priva di problemi seri; uno come lui, di cosa si potrebbe mai lamentare?
E in effetti Matteo non si lamenta proprio, è cosciente di come non gli manchi nulla e tutto quello che vuole, ogni sfizio e desiderio, quando vuole, se lo toglie senza pensarci su.
Eppure dietro questa sorta di ottimismo, questa frenesia un po' folle, esagerata, sbattuta in faccia e vissuta senza freni e pudori, si cela un immenso vuoto interiore.

Scamarcio ha preso su di sè il personaggio di Matteo con convinzione, facendolo proprio, interpretandolo con tutta l'intensità e la passione di cui è capace, restituendoci il ritratto di un giovane uomo molto complesso, pieno di eccessi che però nascondono profondi limiti, una personalità ricca di sfaccettature e contraddizioni, che cerca di placare la propria irrequietezza, i propri dèmoni interiori  buttandosi a capofitto nella ricerca dei piaceri estremi, che sia attraverso il sesso promiscuo, sniffando polverina bianca o spendendo soldi come e quando vuole.

Matteo è un personaggio affascinante perchè, pur avendo delle caratteristiche di personalità e un modo di vivere che in diversi momenti possono costituire per lo spettatore un elemento di "disturbo" e addirittura infastidirlo, in realtà - a ben guardare - non si può far a meno di provare per lui simpatia, soprattutto quando lo vediamo interagire col fratello.

La sua esistenza esuberante e all'insegna di una felicità che non ha nulla di interiore ma solo l'ostentazione di un culto di se stesso, del denaro e della bella vita in senso materiale, viene in un certo qual modo "disturbata" da una brutta notizia, che manda Matteo - che pure potrebbe sembrare un superficiale - in crisi: suo fratello Ettore ha un tumore al cervello e le sue condizioni non sembrano far ben sperare...
Lui, però, ancora non lo sa. E Matteo è intenzionato a nasconderglielo.

Ettore è l'opposto esatto del fratello: insegnante di Scienze alle scuole medie, ha scelto di condurre una vita dimessa, tranquilla; vive ancora nella piccola città di provincia dove entrambi sono nati, è un tipo poco ambizioso, che non ha mai osato granchè nella sua vita; attualmente lui e la moglie (I. Ferrari) stanno attraversando una crisi matrimoniale...

Con la bravura che gli è propria, Mastandrea dà al "suo" Ettore un'aria grigia, triste, propria di chi è sull'orlo della depressione, di chi ha disimparato a gioire e a trovare un senso per vivere ogni giorno; da quando, poi, si è accorto di star poco bene (sa di avere un "problema alla testa", che gli provoca fitte, svenimenti e altri sintomi preoccupanti, ma non sa ancora di che si tratta) è diventato ancora più ombroso, taciturno, tende ad isolarsi e non sopporta la presenza (che lui giudica un po' invadente) della madre e della moglie (che si preoccupano della sua salute), e anche del figlioletto, limitandosi a trattar tutti con sufficienza e indossando una maschera di sarcasmo e cinismo dietro la quale si nasconde un uomo ormai disilluso e profondamente insoddisfatto.

Ettore e Matteo sono fratelli, sì, ma si conoscono molto poco; non hanno mai parlato davvero, non hanno condiviso mai grandi cose, essendo agli antipodi caratterialmente e per il personale modo di concepire la vita.
In realtà sono più affini di quanto possa apparire a un primo sguardo.

 La malattia, e lo spettro della morte che essa si porta dietro, diventano insospettabilmente l'occasione giusta per riavvicinarli, dando loro modo di trovarsi finalmente l'uno accanto all'altro, facendo i conti con una verità che fino a quel momento entrambi non avevano ammesso con loro stessi e che in fin dei conti è ciò che li accomuna: seppur per motivi opposti, sia Matteo che Ettore stanno rischiando di perdersi, il primo affogando in un'esistenza apparentemente piena ma sostanzialmente vacua, l'altro annaspando nella propria, depressa, frustrata, priva di stimoli.

Matteo prende con sè Ettore, offrendogli ospitalità così che possa sottoporsi alle cure giuste per quella che lui pensa si tratti di una semplice e benigna cisti, quando invece è un tumore inoperabile.
Matteo si ostina a voler nascondere la verità al fratello: non vuole che si scoraggi sapendo cos'ha realmente, perchè Ettore deve poter credere che la guarigione sia possibile, e se per farlo deve  riempirlo di bugie, pazienza, Matteo lo fa senza problemi, con la leggerezza che lo contraddistingue e con la innocente e quasi infantile presunzione da manipolatore inconsapevole che crede di poter controllare tutto, anche la malattia e la morte.

La convivenza sarà tutt'altro che facile e automatica e non mancheranno momenti di scontro, litigi, incomprensioni, con Matteo che rinfaccia ad Ettore di essere un fallito che non ha mai rischiato nella vita e Ettore che accusa il fratello di voler gestire la vita altrui perchè è un ricco che deve farsi "perdonare" la propria omosessualità.

Tra momenti più drammatici ed altri quasi comici, alternando un taglio narrativo da commedia che però resta sempre sobrio, discreto, intelligente e in grado di far sorridere lo spettatore, con uno drammatico che non è mai pietoso, melenso, Valeria Golino torna alla regia dopo "Miele", riproponendo un tema ad esso affine: la presenza della morte nella vita, che è poi qualcosa di estremamente "naturale", nel senso che - benchè aleggi attorno alla parola (e all'evento) morte qualcosa di cupo, pauroso, angosciante - essa è allo stesso tempo inevitabile tanto quanto il nascere e il vivere, è qualcosa cui proprio non possiamo sfuggire.

La Golino si riconferma un'ottima regista, sensibile, genuina, autentica, asciutta e diretta nello stile e al contempo capace di portare, con delicatezza e decisione insieme, lo spettatore a farsi delle domande su questioni importanti, senza necessariamente offrirgli alcuna "soluzione" o giudizio; come attorno a Miele non c'era l'ombra del giudizio morale circa il suo particolare lavoro e l'aspetto etico ad esso legato, così non ce n'è su Matteo e sulla sua joie de vivre decisamente sopra le righe.

Mi ha fatto tenerezza vedere come un uomo di successo e convinto di poter avere il mondo in mano o di poter ottenere ciò che vuole grazie ai soldi, faccia di tutto e si inventi le cose più strambe per far credere a quel fratello così diverso, che fino a quel momento era quasi un perfetto sconosciuto, che è tutto ok, che non è ancora finita, che c'è ancora la vita che lo aspetta.

In fondo, Matteo è meno "leggero" e superficiale di quanto sembri e forse prendersi cura del fratello è il suo piccolo riscatto da una vita frivola, e in questo, mi ripeto, Riccardo Scamarcio è stato eccellente nella sua interpretazione, permettendoci di entrare in empatia col suo non facile personaggio, che si fa amare pur non condividendo tutto di lui, anzi, forse il "bello" sta proprio qui; credo di non sbagliare sostenendo che è proprio lui, col suo effervescente Matteo, ad essere il motore trainante del film, in quanto concentra in sè complessità, contraddizioni, debolezze e punti di forza che gli conferiscono una grande efficacia e veridicità.

E' un film "al maschile", in quanto ci si concentra sul rapporto tra due fratelli, anche se le tre donne più importanti hanno comunque il proprio significativo ruolo, che sia la mamma, l'ex-moglie o l'amante.

Trovo sia davvero un film molto bello, girato e interpretato egregiamente, potente nelle tematiche e nella costruzione dei suoi due protagonisti, ma anche delicato nella scelta di come raccontare il tutto; non mancano scene intense e, soprattutto nel finale, emozionanti.


Curiosità: la Golino ha scelto questa parola, Euforia, come titolo per la propria opera, riferendosi a quella sensazione potente e pericolosa insieme che provano i subacquei quando si trovano a grandi profondità: si sentono pienamente liberi, felici. Ma proprio quando si affaccia in loro questa euforia, è arrivato il momento di risalire immediatamente, prima che sia troppo tardi.

sabato 27 ottobre 2018

Release Blitz "Vali ogni rischio" (Giovanna Roma)



Amici, poco tempo fa ho segnalato sul blog l'uscita del war romance di Giovanna Roma, "Vali ogni rischio", pubblicato il 24 ottobre 2018.


GRAFICA: Cora Graphics
PREZZO DIGITALE: € 2,99
PREZZO CARTACEO: € 13,75


GOODREADS ➜ https://bit.ly/2lhJZqi
BOOKTRAILER: https://bit.ly/2zoUEr4


Vi ricordo la trama: 

La notte in cui il Comandante dell’esercito è entrato in teatro, io ero su quel palco.
La più giovane tra le ballerine classiche, la più testarda tra le ragazze che lui avesse mai incontrato. La famiglia per la quale versava sangue era la finanziatrice della Compagnia, la stessa che decideva il nostro futuro. Ho fatto di tutto per coronare il mio sogno, spingendomi persino a stringere un accordo con quel vizioso di Stefàn Nazir.
Sono stata ingenua, lo ammetto. Avrei dovuto prestare più attenzione alla sua arroganza e meno all’oceano degli occhi. Ben presto il suo nome ha provocato un nodo allo stomaco e i colibrì in petto. Ora è impossibile prevedere le conseguenze.
Mi aveva avvertita di non conoscere sconfitta e io gli ho giurato battaglia. Nascondo più di quanto crede, e non mi fermerò finché non avrò raggiunto lo scopo.
Un accordo violato.
Una prigionia cospirata.
Una guerra imminente.
Quale sarà la sua prossima mossa?



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In occasione del Release Blitz, condivido con voi un estratto.

ESTRATTO VALI OGNI RISCHIO


«Una vita per una vita, Julija. Tu hai salvato la mia e io la tua. Senza quella non balleresti neanche nell'ultima fila.»Allibita, boccheggio, lotto per mandare giù il magone in gola. «Sei matto. Tu non mi hai salvata. Ti sei ricoperto di gloria e adesso sei qui a fare la bella vita.» Il rancore distorce la mia voce.«Non ti è servito il mio aiuto, eh?» provoca maligno. «Ne sei certa,  principessa?» Incombe su di me, studiandomi con espressione arrogante, prima di sbirciare intorno. «Vivi proprio in un bel posto, lo sai? Caldo... sicuro...» Serro la mascella, pronta al suo prossimo attacco. «Si vede che ti sei impegnata per meritarlo. Sei fuggita alla fame, a una morte precoce. Non darlo per scontato, néil mio altruismo. Immola il tuo cuore al teatro, se preferisci, però ricorda che il tuo culo dipende dalla mia arma, quindi mi merito un altro pezzetto di te.»


CONTATTI & BIOGRAFIA:

INSTAGRAM: http://bit.ly/2hmUVDN
BLOG: http://giovannaroma.blogspot.it
FACEBOOK: https://bit.ly/2g2QyM3
GRUPPO FACEBOOK Giovanna Roma's News: https://bit.ly/2iqVzNb
PINTEREST: https://bit.ly/2MVuPm6
GOODREADS: https://bit.ly/2qlUKJl
TWITTER: @_GiovannaRoma_
GOOGLE+: https://bit.ly/2pjPhUT
CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2qiuUc1
PAGINA AMAZON: http://amzn.to/2jfQVBt


giovedì 25 ottobre 2018

Piccoli frammenti di... SO CHE UN GIORNO TORNERAI



Alcune brevi passaggi tratti dall'ultimo romanzo di Luca Bianchini, SO CHE UN GIORNO TORNERAI.


"L'amore fatale è così: dimentica il male e vive solo dell'attimo perfetto".

"Erano solo loro due, senza troppo da dirsi, solo con il piacere di stare insieme."


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"Alla fine, ognuno di noi s'innamora di chi ci guarda per un attimo e poi ci sfugge per sempre".

"Tu con me sei come un pesce fuor d'acqua. Stai bene solo nel tuo mondo, fatto di pensieri, ricordi, dolori. E' quello il tuo mare (...) Vuoi sempre scappare, e ti auguro che prima o poi tu possa trovare la tua destinazione".

Segnalazione/recensione di L'AMICO GENEROSO, racconto contenuto nella raccolta "Il Novello Principe ed altri racconti" di Antonio Aschiarolo



Amici lettori, se amate i racconti fiabeschi ben scritti e capaci di scaldarvi un po' il cuore, non posso non consigliarvi la raccolta di racconti di Antonio Aschiarolo, "Il Novello Principe ed altri racconti", in cui sono presenti:





Ho avuto modo, come vedete voi stessi, di leggere altre favole di questo autore, lasciandomi incantare dai suoi mondi fiabeschi, dalle sue storie brevi ma significative e dai protagonisti sensibili e buoni.
E queste sono le caratteristiche anche dell'ultimo racconto della raccolta, L'AMICO GENEROSO.

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In esso si narra di un merlo generoso, allegro, canterino, che ama portare aiuto e amicizia a quanti sono in difficoltà; la sua sembra una vera e propria missione, come se questo fosse lo scopo della propria esistenza.
A lui si affeziona un ragazzo, Benjamin, che a sua volta ama prendersi cura dell'amico volatile, lasciandogli briciole da mangiare, convinto che...

"Per realizzarsi nella vita, è necessario quantomeno dare una mano a chi vive nelle difficoltà”,

E pure il merlo, di cui gli altri animali della vallata ammirano la saggezza, sa bene come sia importante essere altruisti:

“...a far del bene ci si guadagna sempre, te lo assicuro. Non bisogna mai essere egoisti: si è ricchi solo per ciò che si dona, non per ciò che si ha”.

Se tutti, uomini e non, fossero come il merlo, sempre pronto ad andare in soccorso di chi è nei guai, il mondo sarebbe un posto migliore, e anche se purtroppo spesso proprio queste preziose creature possono venirci tolte da un momento all'altro, il profumo della loro bell'anima non smette di diffondersi e di portare gioia e serenità tutt'intorno.

E' una storia molto breve ma come sempre delicata e piacevole, incantevole nelle brevi descrizioni del paesaggio e sempre col suo insegnamento intriso di buoni sentimenti.

Vi segnalo inoltre che "La rinascita di Hans" (RECENSIONE) è edito dalla casa editrice Lfa Publisher.

mercoledì 24 ottobre 2018

Segnalazioni editoriali (Kimerik editore - Lettere Animate)



Cari lettori, ho alcune segnalazioni editoriali da condividere con voi!
Parto da un romanzo in cui tre esistenze, solo apparentemente distanti, si intrecciano ineludibilmente nell’ultimo romanzo dell’autore ligure, ma friulano d’adozione, Giovanni Margarone.



LE OMBRE DELLE VERITA' SVELATE
di Giovanni Margarone


kimerik Editore
416 pp
28 euro
Gianni è un pittore siciliano che vive le inquietudini della sua condizione di orfano. Tale stato di abbandono si protrae nei rapporti umani, che si susseguono in un intenso crescendo emozionale che vedrà presso uno studio notarile di Cuneo il suo epilogo. 
Luigi è un militare piemontese che durante la Seconda guerra mondiale combatte nella Sicilia occupata dagli Alleati e durante le vicissitudini belliche, a seguito di un ferimento, trova riparo da una famiglia nei pressi di Caltagirone. 
Dopo un travolgente, ma sotterraneo, rapporto passionale con Maria, Luigi torna nel suo Piemonte. 
In questa nuova vita emerge il suo reale carattere spregiudicato. 
Costanza è una donna friulana molto legata ai suoi genitori e in particolare al padre Ermete, ma all’improvviso il terremoto del 1976 cambierà la sua vita. 
Su tali esistenze si proietterà un’ombra inattesa densa di tensione emotiva e mistero.

L'autore.
Giovanni Margarone è nato nel 1965 ad Alessandria, da padre siciliano e madre ligure, ha vissuto in Liguria fino a ventun anni. Quando lascia la sua terra per andare in Friuli, per motivi di lavoro, è il 1986. È sempre stato un lettore assiduo, cultore altresì di filosofia e musica. La scrittura e la musica, in particolare, sono state, sin da quando era ragazzo, le sue vocazioni naturali; si nota nell’autore una spiccata attenzione verso la letteratura ottocentesca russa, francese e tedesca (in particolare Dostoevskij, Flaubert, Proust, Goethe, Gogol, Tolstoj, Bulgakov, Prévost, Balzac...); senza dimenticare i riferimenti al Novecento italiano, nelle figure, fra gli altri, di Pirandello, Svevo, Cassola, Calvino, Cesare Pavese e Umberto Eco. Nel 2011 aveva creato un blog dal quale aveva tratto spunti per il saggio Oltre l’orizzonte pubblicato nel 2013. Soddisfatto di quel lavoro, ha finora scritto e pubblicato quattro romanzi.




SEMPRE UN PASSO DIETRO A TE
di Monica Ongaro


Kimerik Editore
80 pp
12.60 euro
Una storia che dovrebbe essere d’esempio per tutte le donne che soffrono a causa delle scelte fatte a volte con troppa leggerezza; donne che si affidano, per amore, a uomini che non le rispettano fino in fondo. 
Una storia, quella di Patrizia, che purtroppo è oggi di grande attualità e che può essere uno strumento importante per prendere consapevolezza di un problema e trovarne la soluzione. 
Perché una donna, con le decisioni adeguate e le occasioni giuste, è capace di qualsiasi cosa. 
L’importante è avere il coraggio e la forza di andare oltre, nonostante tutto e tutti. 

L'autrice.
Monica Ongaro nasce il 10 gennaio 1968 a Sondrio, in Valtellina (Lombardia). Già in tenera età dimostra il suo lato estroso, partecipando a competizioni scolastiche di novelle e poesie; e disegnando e scrivendo nel tempo libero. Terminati gli studi inizia la sua carriera presso un istituto bancario che, dopo quindici anni, decide di abbandonare, trasferendosi nella vicina città di Morbegno, dove deciderà di dedicarsi ai due figli ed ai sette cani. Qui, libera da ogni impegno lavorativo e spronata dalla figlia Alessandra, riprende la sua antica passione, ricominciando a scrivere e concentrandosi sui racconti per bambini. L’Autrice ripercorre così il periodo in cui si inventava fiabe della buonanotte per allietare le sere dei giovani figli.


Il 24/10/2018, in occasione del quarto anniversario della sua prima uscita, Lettere Animate Editore pubblicherà la nuova edizione di “A un passo dalla vita”, il cupo noir con cui Thomas Melis esordì nel 2014.
Dopo la pubblicazione di “Nessuno è intoccabile”, seconda opera di Thomas Melis uscita per la Butterfly di Reggio Emilia, l’editore pugliese Lettere Animate ripropone ai lettori il romanzo con cui l’autore sardo si fece conoscere nell’ottobre del 2014.


A UN PASSO DALLA VITA
di Thomas Melis



Lettere Animate


L’opera di Melis è un noir/hard boiled dalle tinte fosche, ricco di colpi di scena, che ambisce a mettere in luce i drammi e le contraddizioni della cosiddetta “generazione perduta” attraverso la storia di un gruppo di giovani, nati negli anni ’80, decisi a scalare le gerarchie del mondo criminale di Firenze.
In una parabola incentrata sul narcotraffico e sul crimine organizzato, il romanzo racconta dei drammi di una generazione in balia delle proprie debolezze e dei propri vizi, imprigionata dentro un sistema socioeconomico che si è ribellato ai propri creatori, illusa dalle bugie attraverso cui una televisione grottesca l'ha cresciuta. 
Una storia di ingiustizie, tradimenti, amicizie e amori forti ma drammaticamente condannati.

L'autore.
Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di Firenze e Bologna concludendo il suo percorso accademico nell’anno 2008. Nella vita si è occupato di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale. Ha scritto per diverse riviste on line, dedicandosi ad analisi di politica interna e degli scenari internazionali. Attualmente gestisce un’attività commerciale, lavora come copywriter, crea contenuti per aziende attive sul web e, dal 2017, collabora con il sito di critica letteraria MilanoNera. La prima edizione di "A un passo dalla vita”, romanzo d'esordio, è stata pubblicata da Lettere Animate nel 2014, seguita l’anno successivo dallo spin off "Platino Blindato". Nell’aprile del 2018 è uscito “Nessuno è intoccabile”, il suo secondo romanzo, e a ottobre la nuova edizione di “A un passo dalla vita”.

martedì 23 ottobre 2018

Recensione: SO CHE UN GIORNO TORNERAI di Luca Bianchini



Sullo sfondo di una suggestiva Trieste, città di frontiera dove la bora soffia implacabile, conosciamo Angela ed Emma, una mamma e una figlia; due donne che dovranno, negli anni, imparare a conoscersi e a volersi bene, andando oltre gli errori, le scelte incomprensibili, gli amori sbagliati che però, forse, in fondo in fondo, non lo sono poi mai del tutto...



SO CHE UN GIORNO TORNERAI
di Luca Bianchini




Ed. Mondadori
260 pp
18 euro
2018
Tutto ha inizio una mattina di dicembre di fine Anni '60: in una stanza d'ospedale la giovanissima Angela è appena diventata mamma, ma quello che solitamente è un evento atteso con gioia, per lei è l'apoteosi dell'incertezza e della paura.
La felicità e il futuro suo e della creatura innocente appena nata dipendono dal sesso del nascituro: Angela è convinta che se sarà maschio, il padre del piccolo - l'uomo di cui lei è innamorata - lo riconoscerà; del resto, l'ha promesso: "Se è maschio, gli do il mio cognome".
E Pasquale è un uomo del sud, sicuramente manterrà la parola... O no? 
La ragazza non ne è poi tanto convinta, ma intanto spera, fino alla fine e con tutta se stessa, che non sia femmina...
E invece... è proprio una bella femminuccia!
Spiazzata, Angela non sa che nome darle, visto che lei aveva pensato solo al nome maschile (Giorgio); in suo aiuto giunge un'infermiera, che le propone il nome di Emma.
Ed Emma sia!
Angela Pipan è una ventenne per nulla pronta a diventare madre; la sua relazione con Pasquale è stata piena di passione, momenti felici, e lei era convinta che lui l'amasse..., fino a quando non ha scoperto che l'uomo era già sposato e non aveva alcuna intenzione di lasciare la moglie per stare con lei.
Con l'arrivo poi di una bambina, ogni speranza di ottenere un minimo di assunzione di responsabilità crolla miseramente.
Bionda, esuberante, capace di attirare gli sguardi di tutti su di sè, desiderosa di divertirsi insieme al fratello preferito - il bellissimo Riccardo, playboy incallito -, Angela si dimostra da subito insofferente ad adempiere il proprio ruolo di madre, e tutti nella sua numerosa e allegra famiglia se ne accorgono.

I Pipan sono capitanati da un simpaticissimo padre/nonno che rimpiange il dominio austriaco, da una mamma/nonna che prepara deliziose zuppe e dai quattro zii, tutti diversi gli uni dagli altri: il serio Primo, Riccardo lo sciupafemmine, e i due gemelli diversi che si alternano a fare da baby sitter a Emma (il Biondo e il Coccolo).
Ognuno cerca di dare alla neomamma il sostegno di cui ha bisogno, non giudicandola ma dimostrandole affetto e comprensione, e soprattutto circondando immediatamente la piccola Emma di ogni attenzione.
Purtroppo l'incapacità di Angela di prendersi cura di sua figlia, e la paura di farlo male, la spingono a fuggire da Trieste; a offrirle la palla al balzo ci pensa un giovanotto conosciuto una sera che è andata a ballare con Riccardo, Ferruccio, un bravo ragazzo, paziente, invaghito di Angela e ammaliato dalla sua bellezza e da quel modo di essere sfuggente, triste, malinconico..., come di chi guarda sempre al passato, rimpiangendo qualcosa che avrebbe desiderato ci fosse ma che non è accaduto...

E così, speranzosa di rifarsi una vita lontana da via della Bora (l'affollata casa dei Pipan), la confusa Angela segue Ferruccio a Bassano, andando a vivere con lui, sposandolo dopo un po', trovando lavoro e una sola amica (Gilda) e decidendo di stabilirsi lì.
Senza Emma.

Sì, perchè Angela proprio non ce la fa a far da mamma a quella piccolina che avrebbe dovuto chiamarsi Giorgio e fare da collante tra lei e il suo grande amore Pasquale, il commerciante di jeans proveniente dalla Calabria, che però - a dispetto delle belle parole d'amore dette nei momenti di intimità - si è rivelato un immaturo, incapace di prendersi le proprie responsabilità.

Emma le ricorda troppo quest'amore finito, e poi lei, Angela, non si sente in grado di amare sua figlia come dovrebbe....; "sicuramente starà meglio con i Pipan", si dice per convincersi che abbandonare la piccola sia la cosa migliore, ed infatti nonni e zii tirano su un'Emma coccolata e vezzeggiata..., che  viene su convinta che se diventerà maschio, sua madre tornerà da Bassano e l'amerà.

Negli anni, Angela si reca sporadicamente a trovare Emma come una comune parente in visita, senza riuscire più di tanto a instaurare un rapporto intimo con lei, restando, in un certo senso, sempre quell'adolescente smarrita di fronte a pesi troppo grandi da portare.
La nostalgia e il rimpianto di quello che per lei era il grande amore della sua vita la tormenterà per anni, impedendole di essere una madre presente per Emma e una moglie affettuosa per il buon Ferruccio.

E quel filo con Pasquale non si interromperà mai davvero, soprattutto grazie ad Emma stessa che, crescendo, deciderà di mettersi sulle tracce di suo padre, e per lui questa sarà l'occasione per rivedere Angela, che non ha mai dimenticato.

Si può ricucire un amore strappato dai venti impetuosi del tempo che passa inesorabile, o forse quello tra Pasquale ed Angela è un sentimento che può resistere agli anni, alla distanza, agli errori...?
A volte rischiamo di perdere il bello che è attorno a noi e che la vita ci dona e ci mette accanto, per inseguire chimere e sogni che vivono nella nostra testa ma che, a ben guardare, non hanno le basi per diventare realtà...

Intanto, oltre a seguire Angela a Bassano, seguiamo anche la bella Emma a Trieste, il suo rapporto meraviglioso con i nonni e gli zii (in primis zio Riccardo, che la capisce come nessun altro; d'altronde anche con Angela è così, fratello e sorella avranno sempre un legame speciale), quello conflittuale con una madre più assente che presente, una figura desiderata, sognata ma anche tanto sfuggente.

Emma cresce, diventa una signorina molto carina, vivace, atletica, schietta, che si fa voler bene con poco per la sua spontaneità; è un tipo forte, sa badare a se stessa ed è determinata:

"Lei era una guerriera che ce l'aveva sempre fatta da sola. Senza padre, senza madre (...). Aveva solo il suo cuore e due ali che chissà chi gliele aveva messe".

Anche lei farà le sue scelte (non sempre azzeccatissime), avrà i suoi amori un po' strambi, e la vedremo crescere, maturare e il suo carattere formarsi in fretta, tanto da dimostrarsi, in diverse circostanze, anche più saggia e razionale di sua madre, di quella madre biondissima e affascinante, rimasta in fondo al cuore un'eterna adolescente innamorata.

Angela ed Emma riusciranno, col tempo, a conoscersi davvero, a costruire un sincero rapporto madre-figlia, fatto di momenti  condivisi e indimenticabili, di confidenze, di comprensione e complicità?

"So che un giorno tornerai" ci parla di amori nati e mai finiti veramente, di innamorati che si perdono, si rincorrono per poi forse perdersi ancora o magari per ritrovarsi con nuove e differenti certezze; ci parla di donne alla ricerca di felicità, di verità, conquiste tutt'altro che semplici da ottenere; ci parla di quanto sia bello e prezioso avere una famiglia che ti sostiene ed è sempre pronta ad accoglierti, qualunque cosa tu decida di fare, anche se non ti fai vedere per anni e a un certo punto, senza avviso, decidi di tornare; ci parla di madri timorose e non perfette..., che sentono di dover prima crescere loro per poter adempiere al proprio ruolo come si deve; ci parla di figlie che la vita "costringe" a crescere in fretta, insegnando ad affrontare i venti e le tempeste a testa alta e con le spalle dritte. 

Luca Bianchini è tornato con un romanzo che sa di buono, che ti fa sorridere per i suoi personaggi buffi e particolari (come nonno Pipan - adorabile!), semplici e complessi allo stesso tempo, ti intenerisce e ti fa commuovere perchè al centro ci sono i sentimenti, le persone, con il loro cuore pieno di contraddizioni, di "vorrei ma non so se ce la faccio...", pieno di paure, di speranze, di cose non dette, di rimpianti...; ci sono uomini e donne che non sempre fanno le scelte giuste - quelle che "andrebbero fatte" -, eppure non c'è l'ombra del giudizio severo su di essi, e così anche il lettore è spinto a seguire lo sviluppo delle vicende e  le azioni di tutti senza moralismi, ma accettando il dato di fatto che fa parte della vita sbagliare, desiderare di tornare indietro e non poterlo fare, rincorrere (inutilmente?) un amore folle, non apprezzare chi diamo per scontato...

Questo libro mi ha convinta e mi ha conquistata perchè ancora una volta l'Autore dimostra sensibilità e delicatezza nel costruire protagoniste femminili che racchiudono una sorta di innocente purezza, di incredibile forza nonostante le tante mancanze, circondandole di personaggi simpatici, e ciascuno ha il suo perchè e il suo senso nella storia; mi è piaciuto, tra le altre cose, lo sfondo di questa Trieste che è come "una grande mamma", capace di abbracciarti e di consolarti.

Delicatamente ironico, fluido e scorrevole nello stile, dolcemente malinconico nell'atmosfera che lo pervade di pagina in pagina, l'ultimo romanzo di Bianchini per me è promosso a pieni voti, perchè è profondo nella sua semplicità e sa emozionare raccontando storie che spesso non sono poi così lontane da noi.


lunedì 22 ottobre 2018

Cover Reveal – La Strega della Fonte di Sabrina Guaragno



Cari lettori, oggi ho il piacere di parlarvi di un romanzo fantasy in uscita il 22 novembre e di svelarvene la cover, a breve avrà inizio il blogtour!




Sto parlando di...

LA STREGA DELLA FONTE
di Sabrina Guaragno



Casa Editrice: Nativi Digitali Edizioni
Genere: Fantasy
Data d’uscita: 
22 novembre 2018
SINOSSI

"Vedo le sue labbra incresparsi in un sorriso inquietante, e un brivido di freddo mi scende lungo la schiena. Capisco che sta per correre da come tende la schiena e le braccia davanti a sé, ed entrambe iniziamo la nostra reciproca corsa verso la vittoria".
Alaisa, una ragazza umile ma determinata, è pronta per partire per il viaggio più importante della sua vita, con l'obiettivo di raggiungere la dimora della famosa Strega della Fonte e diventare sua apprendista: il suo sogno fin da bambina!
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre... tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?




Con "La strega della fonte" Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti. E dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi...

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Se Alaisa e la sua storia vi hanno incuriosito, visitate il sito web della saga: 

Link di presentazione e acquisto

domenica 21 ottobre 2018

Novità giallo/noir (goWare Edizioni - Frilli Editori)



Buona domenica pomeriggio, amici lettori!

Oggi torno qui con voi presentandovi alcune uscite goWare Editori e Frilli Editori, tutte appartenenti al genere giallo-noir.


Un giallo dal ritmo serrato, ambientato in Cornovaglia e Bretagna, in cui l’indagine sull’omicidio di una bambina diventa un viaggio tra segreti, bugie, verità inconfessabili e pericoli.


La bambina che disegnava i draghi
di Paolo Moretti


goWare Ed.
212 pp
6.999 euro (ebook)
12.99 euro (cart.)
«Ma non furono le onde o il movimento del peschereccio a tradire la sua sicurezza da marinaio. Bensì ciò che vide tra quelli che sembravano stracci gettati nell’oceano: gli occhi sbarrati di una bambina.»

Un corpo trovato nelle acque della Manica. Un tubetto di vernice e un pennello come unici indizi per identificare la vittima. 
Un cronista curioso e fuori dagli schemi che, con l’amica fotografa, si appassiona al caso. 
Sono questi gli elementi del nuovo romanzo di Paolo Moretti, La bambina che disegnava i draghi, edito da goWare.

Protagonista dell’inchiesta Brando Modesti, giornalista in cerca di un giornale, sempre a caccia di storie da raccontare a bordo di un vecchio Westfalia e in compagnia dell’inseparabile cocker Picabo.
Tassello per tassello, articolo dopo articolo, Brando conduce la sua inchiesta, in parallelo a quella di Scotland Yard e della polizia francese, ponendo domande a chiunque pur di avere quell’unica risposta che conta: perché uccidere una bambina che amava dipingere i draghi?

L'autore.
Paolo Moretti nasce sotto il segno dei pesci nell’ultimo sabato di un lungo inverno di tanti, troppi, anni fa. Sognatore, scribacchino, babbo, prisoner of rock and roll. Giornalista per professione e scrittore per passione, il suo primo libro, La cicogna che sconfisse l’aviaria (Infinito Edizioni), racconta l’adozione della figlia. Con Stefano Ferrari ha pubblicato I 30 passi. La vera storia della strage di Erba (edizioni La Provincia) e con Francesco De Filippo Mafia padana (Editori Riuniti).
La bambina che disegnava i draghi è il secondo romanzo dopo Una crepa nel muro (goWare 2017).




Nuova indagine per l'investigatore privato Michele Astengo di Genova.
La morte del figlio di un noto imprenditore nel settore dei profumi è il caso che gli viene affidato. Morte naturale o delitto eseguito ad opera d'arte? Non sarà un'indagine semplice quella che si ritroverà tra le mani. Genova lo attende colorandosi via via di intense sfumature di paura...


L'ESSENZA DELLA COLPA
di  Andrea Novelli & Gianpaolo Zarini 



Fratelli Frilli Editori
224 pp
12.90 euro
Casi banali per l’investigatore privato genovese Michele Astengo. Piccole questioni di ricatto, tradimenti, controversie economiche. Calma piatta in una vita volutamente avulsa da inutili complicazioni, anche quelle di cuore. Ma una telefonata sta per dare una sterzata violenta alla sua pigra e svogliata esistenza. Arcangelo Argentero, il più grande produttore italiano di profumi, chiede il suo aiuto. 
Non un’indagine semplice, non ordinaria. 
Ciò che Argentero gli chiede è qualcosa di alquanto inusuale per un investigatore privato. 
Astengo all’inizio è riluttante. Ma poi, con il solito cinismo e distacco, accetta l’incarico e inizia l’indagine portando alla luce i segreti sopiti degli Astengo. 
Una famiglia che appone il suo nome a un’azienda florida e lungimirante, ma in balia di un qualcosa di estremamente pericoloso e radicato. Michele Astengo si trova proiettato in un gioco più grande di lui, al punto di rischiare la propria vita. 
Morti sospette, poteri forti, sotto la lente di una Genova che indaga insieme ad Astengo, che mette in gioco la sua apatia al servizio dell’investigatore. Una città che si colora delle sfumature intense della paura. 


Gli autori.
Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini dopo Acque torbide e La superba illusione ritornano con il terzo episodio dedicato al detective Michele Astengo. Novelli&Zarini hanno scritto tre romanzi di grande successo per Marsilio: Soluzione finale (2005), Per esclusione (2008), pubblicato anche ne Il Giallo Mondadori e Il paziente zero (2011). Hanno pubblicato per Feltrinelli la trilogia Manticora (2015), per Araba Fenice l’antologia Gli insoliti casi del professor Augusto Salbertrand (2013), editata in Germania per Chichili. Molti i racconti per innumerevoli antologie tra cui: Anime nere reloaded - Oscar Mondadori, Medicina Oscura - Giallo Mondadori. Bad Prisma - Mondadori, Nero Liguria - Perrone, Ribelli - Robin, Genova criminale - Novecento, Una finestra sul noir - Fratelli Frilli Editori. Tra gli ultimi lavori, la partecipazione alla saga spin-off di The Tube (creata da Franco Forte), The tube Nomads ideata da Alan D. Altieri, considerata dagli appassionati del genere il The Walking Dead letterario in digitale, con l’episodio Shockwave, per Delos Books
.




Ritorna il commissario Botteghi di Livorno dopo il buon successo di vendite dei precedenti “LA BAMBOLA DEL CISTERNINO” (2015 - II edizione), “IL SEGRETO DEL VOLTONE” (2016 – II edizione) e "LA BAMBOLA DEL CISTERNINO" (2017).

Una nuova indagine per il commissario Botteghi di Livorno che si trova a che fare con il mondo dell'illusionismo. La morte di un notaio porta alla luce una lettera di un mago del secolo scorso conosciuto come Il Mago Wetryk. Una lettera che rivela di un favoloso trucco che mai purtroppo riuscì ad eseguire.



IL COMMISSARIO BOTTEGHI E IL MAGO
di Diego Collaveri



Fratelli Frilli Editori
240 pp
12.90 euro
Livorno. La morte di un notaio, in una villetta liberty sul viale Italia, sembra legata alla vendita dell’immobile e al suo originale proprietario Antonio Pastacaldi, conosciuto in tutto il mondo come Wetryk, illustre mago livornese del secolo scorso, oggi dimenticato, ritiratosi misteriosamente all’apice del successo. L’interesse degli acquirenti, appartenenti al settore illusionismo, verrebbe dal casuale ritrovamento di una lettera in cui il mago rivela di un favoloso trucco per il suo grande rientro, purtroppo mai avvenuto, ma l’apparizione di un fantomatico erede sta rischiando di scombinare i loro piani. 
Pur affascinato dal mistero di Wetryk, il commissario si mostrerà scettico, restando coi piedi per terra, fino a quando una scoperta eccezionale lo farà ricredere. 
Riscoprendo l’ascesa e la caduta nell’oblio del nome di Wetryk, riuscirà Botteghi a strappare il velo dell’illusione che nasconde la verità sul caso, restituendo al tempo stesso alla città il suo illustre concittadino, rivelandone l’antico segreto?

L'autore.
Diego Collaveri. Dal 1992 al 2000 lavora in campo musicale, collaborando con Emi Music come chitarrista, arrangiatore e paroliere. Nel 2000 comincia a scrivere narrativa e poesia, ottenendo premi e riconoscimenti. Nel 2001 vira verso la sceneggiatura, prima teatrale e poi per il cinema breve; l'anno successivo con la prima regia vince il concorso Minimusical indetto da La Repubblica e Fandango, con quest'ultima collaborerà come sceneggiatore per i successivi quattro anni. Intraprende un percorso didattico/formativo con vari registi italiani (tra cui Paolo Virzì, Davide Ferrario, Ruggero Deodato, Francesco Falaschi, Umberto Lenzi), studiando storia della cinematografia mentre lavora sui vari set. Nel 2003 fonda la Jolly Roger productions, etichetta indipendente per produzioni video(videoclip, backstage, live show, booktrailer). Nel 2006 viene invitato dall’Universtià di Pisa, dipartimento Cinema Musica Teatro, a intervenire nell’ambito del seminario “il cinema classico Hollywoodiano”. Nel 2009 viene inserito nell’Enciclopedia degli Scrittori Contemporanei. Nel 2013 alcuni suoi racconti noir sono apparsi sul settimanale Cronaca Vera. Dal 2014 collabora con LaTelaNera.com come critico cinematografico. Dal 2015 al 2017 è docente di sceneggiatura e storia del cinema presso Scuola di Scrittura Carver di Livorno.Nel 2018 è tra i docenti del corso Form.Ed – Tecnico della Gestione delle Fasi di Lavorazione Editoriale indetto da Provincia di Livorno e Regione Toscana.È tra gli ideatori di “Paura sotto la Pelle”, prima rassegna di incontri in Italia dedicata al genere mistery/crime e le sue trasposizioni tra narrativa, cinema e fumetto, tenutasi a Bologna a dicembre 2017, patron Pupi Avati.Finalista Premio Alberto Tedeschi – Il Giallo Mondadori 2015. Finalista Garfagnana in Giallo 2016 e 2017. Menzione speciale della giuria Festival Giallo Garda 2017 e 2018, Premio Best al premio letterario internazionale di Montefiore 2018. Oltre alla serie Anime Assassine, nel genere noir è autore per Fratelli Frilli Editori di L’Odore Salmastro dei Fossi, Il Segreto del Voltone, La Bambola del Cisternino(in concorso al Premio Scerbanenco 2017).


Il 5° episodio con protagonista la originale coppia formata dal commissario Sergio Crema e dall’amico e critico cinematografico Mario Bernardini.
Torino, un caso solo apparentemente già risolto prende una piega inaspettata trascinando i due protagonisti ad investigare e ad andare più a fondo nell'indagine.



IL CODICE BINARIO
di Rocco Ballacchino 

Fratelli Frilli Editori
224 pp
12.90 euro
Il commissario Crema e il critico cinematografico Bernardini sono di nuovo alle prese con un omicidio apparentemente già risolto. Gabriele Balestri, un amministratore di condominio, è stato assassinato, in un’afosa sera di luglio, all’interno del suo ufficio. Una vittima e un solo potenziale colpevole su cui investigare. Tutto troppo scontato anche per la vedova che non crede a una sentenza già scritta, in cui i pregiudizi si trasformano, anche a causa del magistrato Giulia Bonamico, in giudizi.
 I due investigatori scopriranno, invece, che tutti i protagonisti di quella vicenda hanno qualcosa da nascondere e si muoveranno tra Torino e Genova alla ricerca di una verità in grado di collegare i segreti del passato al sangue del presente. 
Entrambi ostaggi di un’esistenza governata da un codice binario dove ogni singola scelta può rivelarsi, nel bene o nel male, quella decisiva.

L'autore.
Rocco Ballacchino è laureato in Scienze della comunicazione. È autore dei gialli, editi da Il Punto - Piemonte in Bancarella, Crisantemi a Ferragosto (2009), Appello mortale (2010) e Favola Nera (2012), quest’ultimo scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Monticone. Dopo Trappola a Porta Nuova, edito da Fratelli Frilli Editori, ha pubblicato Scena del crimine-Torino piazza Vittorio, Trama imperfetta-Torino piazza Carlo Alberto, Torino Obiettivo Finale e Tredici giorni a Natale in cui al centro della scena c’è il duo investigativo composto dal commissario Sergio Crema e dal critico cinematografico Mario Bernardini (Fratelli Frilli Editori 2013-2017). Dal 2018 è il curatore della collana di gialli per ragazzi I Frillini, per la quale ha pubblicato I gemelli Misteri e l’invasione zombie. È tra i fondatori del collettivo di scrittori ToriNoir.


sabato 20 ottobre 2018

Gente che viaggia, gente che legge (#2)



Come è mia abitudine, da lettrice curiosa, sbircio i titoli dei libri che i pendolari come me leggono sul pullman mentre si va a lavoro.


MESSAGGIO PER UN'AQUILA CHE SI CREDE UN POLLO
di Anthony De Mello


256 pp
1995
La lettura di queste pagine offre l'incontro con i concetti più alti della spiritualità attraverso storielle ed aneddoti, a volte autentiche barzellette.
 Il volume è quindi un libro di spiritualità, ma pensato e scritto in modo da essere per tutti, persone colte e meno colte, giovani ed adulti, credenti e non.



COME UNA FAMIGLIA
di Giampaolo Simi 

Sellerio ed.
432 pp
15 €
2018


Un affresco ambizioso e avvincente, di raffinato realismo e lancinante tensione. La storia di una famiglia scossa dal sospetto, costretta a guardarsi dentro per comprendere fino a che punto ci si può spingere per proteggere le persone che amiamo.

Luca Corbo è un ragazzo coccolato e protetto che vede davanti a sé, quando non ha ancora diciotto anni, la grande opportunità dI un futuro come calciatore.

A sostenerlo ci sono i genitori, Dario e Giulia.

Sono trascorsi alcuni anni dall’estate del caso Nora Beckford, quando Dario Corbo, ex giornalista scaltro e malinconico, ha cercato di riscattare l’immagine e il passato scellerato di un’assassina che proprio lui aveva contribuito a far condannare. Ora Dario lavora per lei, alla Fondazione che cura l’opera del padre artista, e in molti hanno da ridire.

La vita di Dario va in frantumi quando la polizia, un bel giorno, gli dice che suo figlio è accusato di aver stuprato e picchiato una ragazza...




Un noir drammatico ed emozionante, ma soprattutto una storia di individui che si riconoscono tra loro e cercano complicità e protezione nell’appartenenza, nella lealtà di gruppo, nel cemento dell’amicizia, nel nucleo tenace delle famiglie. Fin quando una famiglia non è costretta a guardarsi dentro, e a chiedersi quanta cieca fiducia, quanto amore inappellabile sono necessari per proteggere le persone che amiamo.

venerdì 19 ottobre 2018

Recensione: DAKAR di Maurizio Castellani



Simpatico, intuitivo, amante della buona cucina e delle belle donne, l'ex-commissario Vittorio Luschi, mentre soggiorna annoiato in quella che è la sua nuova "casa" - il Senegal -, viene coinvolto nella complessa soluzione di alcuni omicidi.


DAKAR 
di Maurizio Castellani



166 pp
13 euro
2018
Vittorio Luschi, detto Luvi, è un commissario in pensione che a un certo punto della propria vita sente di non aver più nulla e nessuno a trattenerlo nell'amata città di Firenze, così decide di trasferirsi a Dakar, in Senegal, dove, con quella che in Italia sarebbe una misera pensione, là gli permetterà di vivere agiatamente.

Non senza un pizzico di nostalgia e amarezza, fa i bagagli e parte; a Dakar trova ad attenderlo il collega locale (con cui in passato aveva avuto il piacere di lavorare in Italia) nonchè sincero amico, Amadou Diop.

Luvi trascorre i primi sei mesi nell'ozio e godendosi la pensione, andando in giro per la città e i luoghi circostanti, apprezzando i posti e la cultura che l'hanno accolto; ma adesso non ne può più di questa vita mogia e priva di stimoli!

Vittorio è sempre stato un tipo attivo, dinamico, tutto dedito a un lavoro amato e svolto con serietà (che lo aveva anche aiutato a superare i momenti difficili della sua vita, come la separazione dalla bella Giulia e la morte prematura del fratello) e questa esistenza da eterno pensionato proprio non gli si addice... La nostalgia per il proprio lavoro fa capolino nelle sue giornate fin troppo tranquille e la verità gli si palesa dinanzi: gli mancano le indagini, senza di esse si sente inutile.

Allora cosa fa Luschi?
S'inventa di sana pianta un vero e proprio omicidio, che la sua immaginazione colloca nel condominio in cui vive realmente: chi ha ucciso il portiere Joseph?, immagina di chiedersi l'ex-commissario. Bene, per scoprirlo non resta che condurre delle indagini, monitorando la situazione nello stabile, stando attento ai comportamenti e alle abitudini dei condomini...

La fantasia davvero non manca al nostro commissario, ma ciò che mai si sarebbe aspettato sta per realizzarsi: ben presto l'amico Amadou - commissario a sua volta - gli fa sapere che c'è uno strano caso di omicidio da risolvere ed è gradito l'intervento tempestivo e prezioso proprio di Luvi.

Quindi altro che fantasticare su morti fittizi, caro Vittorio! Qui ci sono morti reali che chiedono a gran voce che venga trovato l'assassino!

Rinvigorito e entusiasmato dall'opportunità di indagare su casi veri, Vittorio tira fuori tutta la sua determinazione, la grinta, l'intuizione, le fini capacità di ragionamento, per dare un contributo notevole alla polizia del posto.
Comincia a far domande, si avvale della collaborazione di un amico senegalese che gli fornisce le informazioni che gli servono, avanza ipotesi dialogando con il coscienzioso e bravo Amadou..., il tutto senza farsi mai e poi mai mancare diverse soste obbligate presso bar e ristoranti, gustando le prelibate pietanze del luogo e concedendosi passeggiate catartiche sulla spiaggia.

Affinchè la nuova vita nella vivace Dakar possa essere perfetta, Luvi sente che è arrivato il momento di aprire le porte del cuore a un sentimento che aveva messo in un cantuccio andando via dall'Italia: l'Amore.

Sì perchè il dolore e la delusione per l'abbandono di Giulia, giunto come una doccia fredda, ancora non lo lasciano del tutto, però la conoscenza di una condomina, la bella e sensuale - Alex, di origini francesi -, sembra portare una ventata di aria fresca nella piattezza sentimentale di Vittorio.

L'uomo è quasi incredulo nel constatare come verso questa donna, che conosce davvero molto poco, senta nascere una forte attrazione, che non è solo fisica, ma nasconde il desiderio di sentirsi amato, di provare quella sensazione di tenerezza e sicurezza che solo le braccia della persona amata sa donare.
Alex sembra la donna giusta: bella, raffinata, intelligente, ironica...: l'idillio tra i due è perfetto e Luvi non potrebbe sentirsi più gasato e felice.

Intanto, sul fronte delle indagini, le cose si complicano, perchè i morti aumentano inspiegabilmente, e se alcuni hanno degli elementi che li accomunano, altri no... Luvi ed Amadou si sentono spaesati e nelle prime settimane brancolano nel buio, cercando di capire se ci sia un'unica mente dietro gli assassinii, se ci siano moventi passionali o familiari..., insomma, vagliano svariate ipotesi ma la verità arriverà con il suo effetto sorpresa, soprattutto per il nostro Vittorio Luschi...

Luschi è uomo maturo, ultracinquantenne ma con lo spirito giovanile; ispira molta simpatia perchè si lascia andare a battute spiritose, sa essere un buon amico e un galante corteggiatore; tenace e perspicace, egli è un commissario nell'animo, non può fare a meno di indagare perchè è qualcosa che lo fa sentire vivo, in cui può esprimere se stesso, la sua creatività, la sua intelligenza, la capacità di trovare la menzogna lì dove sembra ci sia sincerità.

E proprio questa triste esperienza - fare i conti con dolorose bugie - porta all'epilogo del caso, non senza far riaffiorare nel protagonista delusione, sofferenza; ma la vita è imprevedibile, nel bene e nel male, e così come sembra togliere..., a volte si ricorda pure di dare.

La penna agile e fluida di Maurizio Castellani ho avuto modo di apprezzarla già nei precedenti gialli; mi è piaciuta la diversa ambientazione - non più la Toscana ma il Senegal - che però conserva una sensazione di familiarità, in quanto il protagonista - come Marco Vincenti negli altri due libri - è sempre in compagnia di ottimi amici per risolvere il giallo in questione; le vivaci discussioni avvengono sempre a tavola, e il buon cibo non manca mai; l'allegria fiorentina, l'aria scanzonata e la prontezza di spirito del commissario Luschi sono contagiose, ispirano fiducia e simpatia, e il lettore è invitato a seguire lo svolgersi degli eventi con interesse e godendosi la compagnia dei personaggi coinvolti.

I gialli di questo autore toscano mi piacciono perchè, pur essendoci inevitabilmente il morto (in questo caso, più di uno), hanno un'atmosfera "leggera", il commissario non è un tipo ombroso e asociale (e di solito questo tipo di personaggi lo sono ^_^), pur avendo le sue ombre (di dolore), che però non fanno di lui un uomo cupo, tutt'altro, è un tipo che sa trovare il modo di reagire, e il finale un po' amaro ma con un pizzico di dolce speranza, lo mette sicuramente alla prova.

Ringrazio l'Autore per avermi fatto dono di una copia di "Dakar", che consiglio perchè stata una lettura molto piacevole, che mi ha donato momenti di svago.
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