giovedì 28 settembre 2023

[ RECENSIONE IN ANTEPRIMA ] "Messer Matteo, gentiluomo e fiorentino a Borgo Silva" di Peter Hübscher



A un affascinante gentiluomo di Firenze, la cui reputazione è macchiata da una condotta non proprio moralmente rispettabile, viene affidata una non facile missione in un piccolo borgo in cui è appena stato commesso un misfatto.
Il tenace, arguto, coraggioso, intuitivo, Messer Matteo è costretto ad accettare il compito suo malgrado e a sfoderare tutta la sua abilità nel far emergere la verità e consegnare i colpevoli alla giustizia.


"Messer Matteo, gentiluomo e fiorentino a Borgo Silva" 
di Peter Hübscher


Arpeggio Libero Editrice
174 pp
15 euro
Matteo Sismondi dei Signori di Cerentino è un gentiluomo fiorentino che, pur stimato per il suo passato di crociato in Siria, è caduto in disgrazia per il suo modo di vivere decisamente "libertino" e moralmente discutibile. Gli piacciono le belle donne, insomma, la sua carne è più che debole ed in fondo egli è ben lieto di assecondare tali lascive debolezze.

In quanto giureconsulto, riceve un incarico dal Capitano di Giustizia Messer Uggione, che gli parla chiaro: non può dire di no a questa "missione", la sua reputazione presso il Consiglio di Firenze è già compromessa, per cui  deve obbedire e, possibilmente, tornare a casa vittorioso.
Di che si tratta?

Nel borgo fiorentino, apparentemente tranquillo, di Borgo Silva è stata denunciato un presunto delitto.
A rendere noto l'accaduto e a chiedere che venga fatta luce - tanto dalla giustizia terrena quanto da quella divina, quest'ultima condotta dalla Santa Madre Chiesa nelle vesti dell'Inquisizione - è un marchese, tale De Therriex, divenuto da pochissimo vedovo.
Sua moglie soffriva di un brutto male da diverso tempo ma, a parer del coniuge, non è stato questo ad ucciderla bensì un atto di stregoneria, compiuto dalla serva Anna e dallo speziale giudeo mastro Abramo.

Il marchese racconta infatti che, proprio prima di spirare, la povera e pia moglie avesse bevuto una pozione che la sua giovane servetta personale le aveva dato da bere, pozione medicamentosa preparata da mastro Abramo, noto per i suoi "beveroni" miracolosi.

Non può essere un caso che la marchesa sia morta dopo aver bevuto ciò che le era stato offerto! Di sicuro quella bevanda era mortifera, forse stregata, avvelenata, per cui sua moglie è stata assassinata.

Il marchese De Therriex è un nobile feudatario locale, molto conosciuto, odiato da alcuni e temuto da altri; di lui si vocifera circa alcune... "importanti" caratteristiche fisiche e su come sia tutt'altro che un uomo timorato di Dio e obbediente ai santi precetti cattolici; anzi, pare che si diverta in lungo e in largo dandosi ad incontri lussuriosi, macchiandosi di peccati e vizi innominabili.
Verità o calunnia?
Anche della defunta si mormora non fosse la santa moglie che voleva apparire ma che addirittura anch'ella si desse ad amorosi piaceri e avesse per amante un nipote del marito, Gaston, giovanotto arrogante e dal carattere fumantino.

Messer Matteo si mette subito all'opera e comincia a indagare, interrogando le persone coinvolte, facendo domande precise e ottenendo le risposte utili a farsi un quadro della situazione; si reca nei luoghi da cui può trarre le giuste informazioni ed è meticoloso e certosino nella propria indagine, prendendo appunti, scrivendo quotidiane relazioni e ragionando su di esse, mentre sbocconcella dolcetti e si concede calici di buon vino. 

A Matteo sembra da subito che troppe cose non tornino, di ciò che gli vien detto.
Parlando con Anna - l'adolescente cameriera incriminata che rischia di essere bruciata per stregoneria -, apprende com'erano i rapporti in casa tra i due coniugi, quali intenzioni avesse la defunta (consapevole di  avere un male incurabile che l'avrebbe condotta presto alla morte) circa la propria personale eredità e
 chi l'ha visitata nelle ore precedenti la morte; Matteo interroga anche lo speziale giudeo, il quale fornisce senza alcun problema tutte le informazioni riguardanti il liquido preparato specificatamente per la povera marchesa e che di certo non era veleno.

Ma purtroppo i due accusati si rivelano essere, dai primi momenti, i colpevoli perfetti: Anna è una ragazza di sedici anni la cui sorella - Felicia -  in passato è stata a servizio presso il marchese e lui dice di averla cacciata per i suoi costumi licenziosi; attualmente è una prostituta, di cui si mormora che partecipi ai sabba nel bosco, rendendosi partecipe di atti osceni col diavolo e con altri snaturati come lei.
Di Abramo, è la sua appartenenza al popolo giudaico a parlare per lui: nemici della Chiesa, deicidi, individui perversi e maligni, gli ebrei sono da condannare a prescindere e sicuramente ogni loro azione è mossa da motivazioni cattive.

Insomma, i due accusati rischiano davvero di finire nelle mani della Sacra Inquisizione e di arrostire sul rogo per stregoneria e veneficio.

Ma Matteo è convinto che qui non sia il diavolo a muovere i fili del delitto, cui ne segue subito un altro: la povera Felicia viene ritrovata morta (assassinata).
 
C'era un possibile collegamento tra la morte di Felicia e la morte della marchesa? Forse le due donne si conoscevano e avevano un segreto in comune?

Matteo si fa molte domande e prosegue, nonostante le minacce di un iroso marchese, di un arrabbiatissimo Gaston e di un preoccupato frate inquisitore (padre Dominic, inviato di proposito dalla Chesa per accertarsi che, là dove la legge non riesca a risolvere il caso, ci pensi la temibile e terribile macchina inquisitrice) le proprie indagini scrupolose, aiutato dal maniscalco Giano (suo ex commilitone) e dalla sensuale e generosa ostessa Floria, che sfama il bel Matteo in tutti i sensi, soddisfacendone ogni tipo di voglia e sfizio.

Messer Matteo profonde tutto il proprio impegno e ingegno nella soluzione del caso, non accontentandosi dei pettegolezzi e delle chiacchiere, non soccombendo alle minacce di chi vorrebbe zittirlo (pur temendone gli effetti) e correndo personalmente anche dei rischi, pur di vederci chiaro.

"Nella mente di Matteo si stava rinforzando la convinzione che quel borgo, in apparenza bello e sano come al tempo del suo trasferimento gli era sembrato, fosse invece sotto sotto una ragnatela di empi legami che univano le persone dabbene ad altre di mala natura. Lussuria, denaro, potere e anche propensione all'eresia erano la ragione di tutto ciò."

Col passare dei giorni comprende che l’iniziale apparente tranquillità del borgo cela una doppia faccia in cui si muovono pratiche oscure e orgiastiche legate a un culto pagano precristiano e che si manifesta attraverso dei sabba notturni nei boschi; ma non solo: a questi culti si aggiungono i complotti politici che vedono gli interessi di Firenze contrapposti a quelli delle potenze vicine, a cominciare dal papato.

E che dire degli interessi economici del Marchese e del nipote Gaston?

Di materiale su cui ragionare e scervellarsi ce n'è in abbondanza, senza considerare il continuo spettro dell’Inquisizione nella persona di padre Dominic, che blatera di fede e santità ma pure lui ha un passato torbido, che ha tutti i gli interessi a tener nascosto.

Messer Matteo è un protagonista che mi ha conquistata perché non è perfetto, non è un eroe senza punti deboli e non è ipocrita circa le proprie debolezze; è intelligente, preciso, sa tener testa agli oppositori, possiede grandi capacità logiche e sa come destreggiarci nel processo da lui allestito, alla fine del quale il vero colpevole verrà consegnato alla giustizia.

Pragmatico e freddo in qualità di giureconsulto, pur sapendo di non dover provare pietà ma solo di dover accertare la verità, sa comunque mostrare umana empatia con chi è innocente e subisce ingiustizie a motivo di stolti pregiudizi, che egli è intenzionato a combattere con la forza delle proprie argomentazioni razionali.

Matteo è bravo e astuto nel condurre gli interrogatori, sa come tessere una ragnatela fatta di innocenti domande, lasciando che le sue parole confondano l'interlocutore e lo avviluppino nei propri fili, imprigionandolo e "costringendolo" infine a rivelare i suoi veri pensieri e a dirgli la verità.

Il presente giallo medievale è ambientato nella bellissima Toscana del primo Trecento, "terra di scrittori, poeti e scienziati, patria di capaci mercanti", popolata tanto da uomini e donne timorati e pii, quanto da persone di "mala natura".
Mi è piaciuto molto il contesto storico, la presenza dell'Inquisizione, i riferimenti di natura politica (Guelfi-Ghibellini), i legami oscuri tra i nobili fiorentini e i potentati stranieri, il bosco come luogo misterioso in cui possono accadere cose oscure.

Il romanzo ci restituisce il ritratto vivace e vivido di un’epoca lontana, cupa e affascinante insieme, mescolando i fatti storici con una credibile ricostruzione del vivere quotidiano nei suoi usi e costumi; l'uso del volgare fiorentino, e quindi di un linguaggio consono al periodo di riferimento, non può che aiutare il lettore a calarsi nel contesto, a immaginarsi di essere in quel borgo, di percorrerne le strade polverose, di visitarne le osterie, di imbattersi in donne di malaffare, bambini cenciosi e signorotti boriosi; ho gradito anche i toni ironici con cui l’autore tratteggia i personaggi nelle loro sfumature psicologiche, lasciandone emergere vizi e peccati, ambiguità e punti di forza.

Il mio parere sul romanzo è positivo, leggerlo è stato oltremodo piacevole, anche perché personalmente amo i romanzi con un'ambientazione storica (medievale ancor di più).
Consigliato!!



martedì 26 settembre 2023

// SEGNALAZIONI LETTERARIE //

 

Buon pomeriggio, lettori!

Ho altri libri da sottoporre alla vostra attenzione, spero possano rientrare tra i vostri interessi.


NARRATIVA GOTICA/HORROR


BAGLIORI DI BUIO di Luigi Fabi (Montag Ed., 198 pp., 18 euro).

Johnny è un ragazzo riservato, introverso. Da bambino ha perso i genitori in una tragedia che lo segnerà per sempre.
Un giorno farà ritorno nel bosco, luogo a lui caro e magico, dove ritrovare la quiete e si stesso. È qui che si troverà catapultato nel peggiore degli incubi: il Tartaro.
Un inferno sotterraneo, dimensione estrema che lo condurrà a fare scoperte impensabili e costringendolo a districarsi tra forme di vita poco umane e ad affrontare il proprio passato.
Il sentiero sarà impervio e gremito di ostacoli, un percorso tutto in salita che minerà la via a più riprese per mezzo di trappole e imprevisti a non finire.
Dai nemici più letali fino agli amici, passando per Senzanome, una figura controversa quanto enigmatica.
E alla fine Johnny non potrà che prendere atto di una rivelazione, di un vecchio legame di sangue che rappresenta molto più di una semplice coincidenza.


ROMANCE REGENGY


Dell'autrice Jess Michaels sta per uscire il primo libro di una trilogia: Le sorelle Shelley.

290 pp
Si tratta di tre romance regency basati sulla storia di tre gemelle, e su un mistero che si dipana lungo l’arco della trilogia.

Una sposa riluttante (trad. I.Nanni, 3.99 euro; esce il 1° ottobre ed è già in preordine su Amazon). 

Quando Jasper Kincaid, Conte di Harcourt, si è offerto di sposare una delle tre famigerate gemelle Shelley, lo ha fatto per la dote che gli avrebbe permesso di rimpinguare le sue casse vuote, non per qualcosa di sciocco come l’amore. 
Ma quando si accorge che al ballo di fidanzamento è Thomasina Shelley a presentarsi come sua fidanzata, e non la vera promessa sposa, scatta un desiderio che aveva ignorato fino a quel momento. 
E quando diventa chiaro che la sorella è scappata con un altro, si presenta l'opportunità di un matrimonio con un legame molto più profondo. 
I sentimenti che Thomasina ha nutrito per Jasper non sono mai stati appropriati e dubita della prudenza di fingere di essere sua anche solo per una sera. 
Quando viene scoperta, tutto degenera rapidamente. All’improvviso si trova a dover sposare un uomo severo e affascinante che non è particolarmente contento della sua perfidia. Se a questo si aggiunge la preoccupazione per la sorte della sorella ribelle, ecco la ricetta che può portare alla passione... ma anche al più completo disastro.
Mentre i due giovani sposi lentamente diventano più uniti, Jasper si rende conto che la scomparsa della sua ex fidanzata potrebbe avere a che fare con il suo passato più di quanto avesse inizialmente previsto. E più a lungo lo terrà nascosto a Thomasina, più doloroso sarà il momento in cui la verità verrà a galla. Riusciranno ad avvicinarsi abbastanza da combattere insieme contro i pericoli dietro l’angolo? E riusciranno a sopravvivere e conoscere così il futuro che potrebbero avere?


Una fuga spericolata esce il 1° dicembre
Una finta cortigiana esce il 1° febbraio



GIALLO

La strana morte di Alessandro Cellini di Riccardo Landini (Newton Compton Editori, 224 pp., 9,90 €).

Un giallo dalle atmosfere cupe e inquietanti, in cui il protagonista si trova invischiato in una serie di omicidi strettamente legati a un traumatico evento del suo passato. È il quarto libro dedicato al restauratore e detective per caso Astore Rossi, dopo le opere “Il giallo di via San Giorgio”, “Il giallo della villa abbandonata” e “Il giallo del paese maledetto”.

Sinossi

Di ritorno dal funerale del suo carissimo amico Oscar, Astore Rossi trova una scritta inquietante sul muro di fronte alla sua bottega: "So cosa hai fatto". 
Questo sarà solo il primo di una serie di avvertimenti che giungeranno, di lì a poco, al restauratore. Astore non ha idea di chi possa esserne il responsabile né immagina minimamente a cosa si riferisca. 
Quando una notte qualcuno lancia un sasso contro una delle sue finestre, infrangendone il vetro, affacciandosi Astore intravede una figura che si allontana nell'oscurità: si tratta di qualcuno che gli ricorda una vicenda dai tratti orrorifici in cui è rimasto coinvolto anni prima. 
Possibile che una delle sorelle Spada sia ancora viva? E che qualcuno sappia quello che è accaduto? 
Astore è sconvolto e solo pochi giorni dopo Alessandro Cellini, un suo amico di vecchia data, viene ucciso in modo atroce. 
C'è un legame tra la sua morte e le minacce che Astore riceve? 


POLIZIESCO


LA VOCE DI ELOISA di Antonella Grimaldi

Il commissario Antonio Conte, alle prese con l'efferato delitto della giovane cantante Eloisa, si trova a 
.

tu per tu con una stupenda figura di donna, che vive la sua difficile esistenza con gioia e serena accettazione.  
Durante la sua indagine, Conte stende su di lei uno struggente sguardo fatto di pietà e malinconia ed entrando in contatto con il variegato microcosmo dei personaggi che danno vita alla sua ricerca investigativa, trova modo di confrontarsi con un universo paradossalmente animato da piccoli - grandi
eroi della quotidianità, gente capace di trovare la pace e la libertà stando ai margini di una società ingiusta, spesso disposta a inchinarsi al cospetto dei potenti e perfino ai loro lugubri rituali di potere. Emergerà così la terribile verità sull'assassinio di Eloisa, un miracolo di bellezza stritolato dalla vanità di un uomo ricco e invischiato in una un'inquietante vicenda di malaffare.

FANTASY

GHENESIA è il terzo volume di una saga fantasy, Vartaxar, e il seguito di Elazar. Il suo autore, Gian Paolo Lorenzelli, è medico chirurgo, oltre che scrittore.

Black Wolf Edition
450 pp

Ghenesia, l'Antico mondo dove la vita ebbe origine, è anche il titolo del terzo libro della saga dedicata a Gherson, Principe di Urwan, meglio conosciuto come Vartaxar.

Gherson, ubbidendo al volere del creatore dell'universo, ha raggiunto Ghenesia per convincere i popoli che abitano quei luoghi a riappacificarsi col genere umano, consentendo a quest'ultimo di poter tornare a vivere con loro.

L'impresa tuttavia si dimostrerà più complicata del previsto: Gherson infatti dovrà affrontare pericoli di ogni sorta, perché non tutti gli abitanti di Ghenesia si mostreranno favorevoli, alcuni lo considereranno un intruso e cercheranno di ucciderlo.

Nel corso della vicenda Gherson avrà modo di conoscere nuovi personaggi, come Aumar, il misterioso Elvain che lo accoglie fraternamente, ma che nasconde un inquietante segreto.

Non mancheranno i nemici, come lo spaventoso Nurharg e il crudele Helgrund, il comandante del Popolo servo di Darkos, l'angelo ribelle che vuol distruggere Ghenesia.

Insomma, nuove battaglie ed imprese eroiche attendono Gherson, non ultima la ricerca del figlio Elazar, anch'egli giunto su Ghenesia e coinvolto nello scontro tra il bene e il male.

Le pericolose missioni, che li vedono coinvolti, costringeranno entrambi a prendere decisioni che stravolgeranno per sempre i loro destini. 

domenica 24 settembre 2023

RECENSIONE 🕵️‍♀️🪙 LA NUMISMATICA DETECTIVE di Linda Scaffidi 🪙🕵️‍♀️



Una donna appassionata di numismatica, la cui esistenza ruota attorno al proprio lavoro, si ritrova coinvolta suo malgrado dai loschi affari di ladri di monete rare e preziose.
Ingenua ma anche caparbia e con un bel caratterino, Aurelia vivrà giorni densi di preoccupazione durante i quali imparerà di chi può fidarsi e di chi no, e quanto sia importante inseguire i propri sogni per sentirsi davvero felici ed appagati.



LA NUMISMATICA DETECTIVE
di Linda Scaffidi



Golem Ed.
303 pp
14,90 euro
Aurelia Sirugo è una ragazza di quasi trent'anni che gestisce una bottega di numismatica in centro a Siracusa. 
Quella per la numismatica è una vera e propria passione - oltre che un lavoro - trasmessale dal nonno e dal padre, dai quali ha imparato a riconoscere monete di valore, con una particolare predilezione per le collezioni risalenti alla età romana.

Aurelia trascorre la propria vita nel negozio, cercando di piazzare a prezzi vantaggiosi ciò che è in vetrina, di comprare pezzi preziosi da collezione da rivendere e, per essere all'altezza dei due uomini che l'hanno iniziata a questo affascinante mondo, non smette di studiare e consultare libri utili ad approfondire le proprie conoscenze, così da evitare anche falsi e fregature che le rimedierebbero solo brutte figure.

Fino a quando il papà è stato vivo, si è limitata a dargli una mano in bottega ma, adesso che può vedersela da sola, sente forte il desiderio di dedicarsi alle ricerche numismatiche e alle scoperte sul campo, non avendo potuto, in passato, intraprendere una formazione accademica.
Sarebbe un sogno se il suo nome potesse comparire, un domani, sulle riviste di numismatica più accreditate!
Però per adesso è un sogno e basta.

Aurelia sa di essere piuttosto brava a datare le monete, a distinguere quelle vere e preziose da quelle che sono dei semplici "bidoni", però è consapevole di come, a causa delle "fisse paterne", sia poco ferrata sulle monete di origine greca... e questa lacuna emerge in modo palese quando Attilio - un uomo affascinante e sfuggente che la sta corteggiando da un po' di tempo - le porta una luccicante moneta che, a una prima occhiata, sembra greca, appunto.

Attilio, che lavora per un'agenzia di pompe funebri, sembra nervoso e poco propenso a dare troppe informazioni ad Aurelia, che non riesce, su due piedi, a fare una stima dell'oggetto, dubitando tra l'altro che sia un falso.

La ragazza non coglie nel nervosismo e nelle false risate di Attilio dei campanelli d'allarme, e pur chiedendosi se ci sia qualcosa di poco pulito in quella moneta che egli le dice non essere sua (bensì di un amico che gli ha chiesto un favore), non vuole insistere con domande e interrogatori, e sceglie di fidarsi di Attilio.
Non si conoscono da molto ma lui, finora, ha saputo conquistare la sua fiducia e l'ha fatta sentire nuovamente una donna desiderata, dettaglio non da poco se si considera che l'ultima relazione sentimentale di Aurelia l'ha lasciata delusa e ferita: l'ex fidanzato, infatti, l'ha abbandonata sei mesi prima che convolassero a nozze, cosa che l'ha fatta soffrire molto.

Attilio ha portato una ventata di sensazioni piacevoli cui non era più abituata e che la fanno star bene: il fatto che vada a trovarla in negozio, le dia baci sulla bocca, cerchi un contatto fisico, sono tutte cose che la spingono a continuare questa frequentazione; neppure il pensiero che quell'uomo tanto avvenente quanto misterioso possa aver a che fare con gente poco raccomandabile (che ruba, ad es., nei cimiteri, che trafuga oggetti preziosi dalle tombe) la fa desistere.
Attilio non è colto e di certo non sa nulla di storia antica, ma sembra romantico e passionale, e questo le basta, per ora. 

Così, seppur consapevole dei potenziali rischi, Aurelia non riesce a resistere alla tentazione di ricostruire le origini del prezioso reperto che pare proprio appartenere alla civiltà greca, e comincia a studiarlo per cercare informazioni che l'aiutino a datarlo e a farne una stima attendibile. 

Ma i grossi tomi in cui infila il naso sembrano non aiutarla: le caratteristiche e il tipo di incisioni presenti sulle due facce della moneta non rimandano a nessun frammento di storia antica individuabile in modo inequivocabile; c'è qualcosa di poco chiaro, di diverso da tutti i pezzi da collezione cui è stata avvezza fino a quel momento, ma Aurelia è cocciuta e per lei diventa una vera e propria sfida decifrare e dare un significato a ciò che ha tra le mani.

Ben presto, però, altri oggetti si affiancheranno alla moneta greca e le cose cominceranno a complicarsi, soprattutto quando ad essere coinvolte saranno altre persone, ciascuna con i propri interessi e il proprio ruolo nella vicenda.
C'è Pia, la cugina di Aurelia, con cui non ha un grande e bel rapporto da anni, a causa di cattive relazioni famigliari tra i padri (fratelli tra di loro), che ha portato anche le cugine - che pure da piccole erano inseparabili - ad allontanarsi.

Adesso che è occupata con la stima della moneta di Attilio, Aurelia ha necessità di chiedere a Pia (che comunque ha diritto a ricevere una parte dei guadagni che provengono dalla bottega) il favore di sostituirla in negozio, sperando non combini guai.

Pia, infatti, non potrebbe essere più diversa da Aurelia, caratterialmente e non solo.
La numismatica è seria, composta, studiosa, affidabile, mai un colpo di testa, sempre compìta e ordinata nel vestire come nel parlare, ordinata e rigorosa; al contrario, Pia è una "testa calda", che passa le serate e le nottate in compagnia di un'amica amante dei divertimenti, a stordirsi con canne e birre.
Pia veste con stivali neri e giubbini con le borchie e il suo estroso taglio di capelli nulla sembra aver a che fare con la serietà che si richiede a una persona che vende monete antiche, per cui, quando la cugina le chiede di stare in bottega al posto suo, per Pia è un problema già solo trovare una mise adatta al posto di lavoro!
Ma non può tirarsi indietro e alla fine la saracinesca è lei ad aprirla e chiuderla, stupita dal fatto che qualcosa o qualcuno stia attirando Aurelia fuori da quel negozio in cui da anni si è praticamente sepolta.

Povera Pia, non ha idea di come quella che dovrebbe essere un'esperienza piatta - star dietro a un bancone a guardare clienti noiosi (per lo più anziani) che osservano monete antiche - le stravolgerà le giornate, facendole correre anche dei seri pericoli, perché la cara cuginetta  è stata tirata in mezzo in una sporca questione di "tombaroli", di gente che trafuga oggetti preziosi nel cimitero di Siracusa!

Altri personaggi coinvolti nella vicenda sono i Carabinieri e gli "amici in affari" di Attilio: i primi sono già da tempo sulle tracce di questi ladri e, a causa di inganni, bugie e tentativi di depistaggi,
proprio Aurelia verrà incolpata di aver rubato la famigerata moneta, insieme ad altri cimeli trovati da Attilio durante uno scavo abusivo, condotto insieme a un ricettatore di opere d'arte. 

Aurelia e Pia si ritrovano l'una a fianco all'altra nel fronteggiare il gruppo di uomini interessati ad accaparrarsi il contenuto della tomba, a dimostrare al maresciallo Mirante l'innocenza della numismatica, la quale - man mano che toglierà le fette di prosciutto dagli occhi e che le impedivano di vedere Attilio per ciò che è, vale a dire un uomo mediocre e un truffatore - si tramuta in una sorta di detective attenta, che mette in campo le proprie conoscenze in fatto di monete antiche, dando così il proprio importante contributo nella soluzione di un caso che sta facendo impazzire la Procura.

Ad aggiungere un elemento ulteriore di mistero ci pensa un certo Nicola, anch'egli invischiato nel furto dei reperti di origini greca, che è un asso nei travestimenti e nel far credere di essere ciò che non è.
Un bugiardo incallito peggio di Attilio?
Forse, ma Aurelia ne resta affascinata, anche perché rispetto ad Attilio, Nicola è colto, seducente, gentile e, più di tutto, parla al suo cuore e a quella parte di lei che desidera liberarsi di costrizioni e impedimenti per spiccare finalmente il volo, cercando di realizzare il sogno di studiare seriamente e diventare una vera numismatica, rispettata e conosciuta da tutti.

La narrazione delle vicende del presente è interrotta da pochi brevi capitoli ambientati nell'VIII sec. a C. ad Atene, e che, portando il lettore indietro nel tempo, in un'epoca antica e oltremodo affascinante, gli illustrano l'antefatto, quindi l'origine della moneta, oggetto del presente giallo.

La lettura si è rivelata davvero piacevole, il testo ha il pregio di essere molto scorrevole grazie a uno stile di scrittura fluido, a un ritmo vivace, leggero, che tratteggia con la giusta ironia e arguzia i personaggi, le cui personalità emergono in larga parte nel dialoghi e nei comportamenti.

Ho trovato originale il contesto della numismatica, ricco di suggestione perché tali monete di valore tracciano un affascinante ponte tra passato e presente e nascondono storie da scoprire e raccontare, "vecchie" centinaia e centinaia di anni.

Mi sono piaciuti i due personaggi femminili, agli antipodi per modi di essere eppure accomunate dal desiderio di essere apprezzate e di trovare la propria strada, quella non tracciata da altri ma decisa da loro in prima persona.

Sarebbe simpatico ritrovare Aurelia in un altro caso, intenta a sfoderare nuovamente le proprie capacità e conoscenze da esperta numismatica. 

Consigliato agli amanti dei gialli ma anche a chi semplicemente ricerca un romanzo che doni piacevoli momenti di svago.

venerdì 22 settembre 2023

NOVITÀ EDITORIALI [ Spazio alle segnalazioni ]



Buongiorno, cari lettori!
Oggi ho diverse pubblicazioni da condividere con voi; come vedrete, leggendo le sinossi, appartengono a diversi generi: romanzo storico, narrativa per l'infanzia (a scopo educativo), Romantic suspense/Military romance.



Ma partiamo con il racconto, romanzato, degli ultimi tre giorni di vita e della misteriosa morte di un personaggio realmente esistito, il Maresciallo Ugo Cavallero (1880-1943), capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Italiane durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1943), trovato morto la mattina del 14 settembre 1943 nel giardino di un albergo di Frascati (RM), con un colpo di pistola alla testa.

La Benda al Cuore di Gerlando Fabio Sorrentino (PAV Ed., 496 pp., 22 euro) è un'opera
che illumina una delle pagine più oscure e cruciali della storia italiana.
Sono passati ottant'anni non solo dalla scomparsa di Cavallero, ma anche dai drammatici fatti dell'8 settembre 1943, data storica in cui l'Italia annunciò l'armistizio con gli Alleati, spianando la strada a una serie di eventi tragici e rivoluzionari che avrebbero segnato per sempre la nazione.
Il romanzo svela i misteri degli ultimi giorni del Maresciallo Ugo Cavallero con precisione giornalistica e profondità di analisi, disegnando un panorama del settembre 1943: dallo sbandamento dell'esercito italiano, alla reazione violenta dei tedeschi, dai bombardamenti alleati alle atrocità naziste, dalla confusione politica al dramma di un popolo preso tra due fuochi. 
Una nazione letteralmente spezzata in due, con al centro la figura emblematica di Cavallero, simbolo dei tormenti, delle divisioni e delle complessità di un'epoca.
Tra queste pagine, l'autore non si limita a ricostruire la cronaca degli eventi, ma penetra l'animo dei protagonisti e il clima di incertezza, paura e tradimento che permeava quei giorni. Il romanzo si configura non solo come un viaggio storico, ma come una lente di ingrandimento sulle dinamiche umane, politiche e militari che hanno determinato le sorti dell'Italia.


Lettera a Corleone
di Giuseppa Mistretta
 (Kimerik Ed., 132 pp.) è un omaggio accorato all'incantevole paese di Corleone, un'ode in cui l'autrice si rivolge in prima persona al caro luogo natio, che in questo modo si trasforma in vero e proprio personaggio. 

Questa perla siciliana, purtroppo ricordata solo a causa della stretta connessione con diversi fatti mafiosi, attraverso le parole della Mistretta si riappropria della sua reale identità, fatta di splendidi paesaggi bucolici e, soprattutto, di uomini e donne speciali, gente di cuore, lavoratori instancabili, portatori di antiche tradizioni e di saggezza.



La Piccola Do alla scoperta del PerDono di Teodora Chirizzi (Kimerik Ed., 36 pp.).
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Perdonare è un percorso complesso, che richiede una reale messa in discussione senza mai annullare se stessi. Il perdono è un atto di generosità, di fiducia che può essere condiviso oppure compiuto nel segreto del cuore, è un vero e proprio “dono” e non è mai qualcosa di dovuto né finalizzato ad obbligare l'altro a fare altrettanto.
“Perdonare” significa trasformarci in eroi della nostra vita e non in vittime. 
Da bambini impariamo ad apprezzare la straordinaria bellezza dell’imperfezione e a perdonare senza portare rancore. 
Do, nel suo viaggio fantastico, in compagnia della sua valigia magica, un po’ come quella di noi mediatori, insegna a degli adulti iracondi a perdonare.



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Altra pubblicazione che si rivolge ai bambini, ma anche agli adulti-educatori, è C
os’è il Sesso? di Francesca D'Onofrio, Silvio Montanaro e Luisa Montalto, che esce il 23 settembre per la collana Libri Monelli di MOMO edizioni (seconda edizione).
Un libro coraggioso che racconta ai bambini, dai 6 anni in su, che cos’è il sesso e lo fa con semplicità
e chiarezza e - soprattutto - senza ipocrisie; si tratta di una novità assoluta nel panorama editoriale
italiano, non soltanto perché parla di sessualità (non per fini procreativi) ai bambini, ma perché lo fa in un'ottica di libertà e rispetto, cercando di vincere inutili imbarazzi, ad es. usando tutti i nomi propri per designare gli organi sessuali, senza metafore, inutili e svianti, sottolineando come l’unica regola nei rapporti sessuali è che bisogna essere d’accordo nel farlo insieme (la regola del consenso), vengono evitati i riferimenti di genere e il linguaggio è semplice ma distante da quello infantile delle favole.



Chiude la carrellata il novo volume di una serie romantic suspense: Echo Team (Phoenix Series 9) di Simona Diodovich (self-publishing, 278 pp.).


Siamo alla resa dei conti. Tutto ci ha portato qui.
-

Siamo pochi, ma siamo valorosi. I tasselli sparsi non erano nulla, se non quando li abbiamo messi insieme. Il disegno ci è stato chiaro e ciò che abbiamo trovato era terribile.
Siamo in corsa contro il tempo. Dobbiamo salvare vite, armi, il mondo stesso.
Siamo la squadra Echo, invisibile ai più, letali per qualcuno.
Siamo insieme, nessuno ci fermerà. Inizia l’atto finale e noi non perderemo.
Bentornati tra i Phoenix.


mercoledì 20 settembre 2023

[[ RECENSIONE ]] DOVE NASCONO LE OMBRE di Lavinia Petti



L'estate più intensa e indimenticabile della sua vita, il protagonista la vive a dodici anni, in compagnia di un gruppetto di amici amanti dell'avventura e pronti a disubbidire agli adulti pur di divertirsi; estate e amicizia: un binomio che ruota attorno a un bosco, tanto affascinante quanto misterioso e, per certi versi, sinistro.
Un bosco che nasconde un segreto e che sembra richiamare a sé i ragazzi affinché, vent'anni dopo, lo portino alla luce.



DOVE NASCONO LE OMBRE
di Lavinia Petti



Mondadori
372 pp
«È a questo che servono le storie, poeta? A ricordare le cose dimenticate? A cercare quelle perdute? Ad aggiustare quelle rotte?»

Elia ha dodici anni quando, a metà degli anni '60, la sua vita viene stravolta da una drammatica vicenda famigliare, in seguito alla quale tante cose cominciano a cambiare per sempre e irrimediabilmente, tanto in famiglia quanto dentro di lui.
Da poco in casa è arrivata la sua sorellina Giulia, che catalizza le attenzioni di tutti, con sommo stupore e disapprovazione di Elia, che non comprende come i grandi possano sghignazzare felici nel vedere una neonata che si limita a mangiare, far la cacca e dormire.
I pianti e i gemiti della piccola, a ogni ora del giorno e della notte, seccano il fratello maggiore ma una mattina egli si sveglia e non sente Giulia piagnucolare.
Purtroppo la piccolina viene ritrovata morta nella culletta.
Il lutto colpisce tutti, in primis la madre, il cui enorme dolore le sconvolge la mente, alienandola dalla realtà; il suo pensiero è fermo a Giulia, di cui lei parla come se fosse ancora viva e non c'è modo di aiutarla a elaborare la perdita.
La famiglia sembra ormai distrutta e il padre decide di portare la moglie in una clinica tra le montagne perché si riprenda e di affidare Elia alla sorella Giovanna, che vive al Paradisiello, un condominio popolare ai confini della città. 

Il ragazzino è un tipo solitario, schivo, appassionato di Poe e smanioso di scrivere storie di fantasmi e di terrore; quando giunge a casa di zia Giovanna è triste e arrabbiato con tutti: con i genitori, che si sono liberati di lui e con la zia, che per lui è quasi un’estranea, e tra l'altro è scorbutica, parla poco, sbuffa molto e lo tratta con scarsa delicatezza.
Elia si sente "di troppo" ovunque e il fatto che gli adulti attorno a lui lo trattino con sufficienza e senza tener conto dei suoi pensieri e desideri, ne è la conferma.

Il pensiero di quella sorellina con cui non ha avuto il tempo di legare, la consapevolezza che la sua famiglia si è sgretolata, che sua madre è praticamente impazzita e il padre - il suo colto, severo e tutto d'un pezzo papà - è completamente dedito a prendersene cura, il dover subire la decisione paterna di stare con questa zia zitella e acida, che i bambini non sa manco cosa sono..., lo fa sentire terribilmente solo, rifiutato, ignorato da adulti che, invece, dovrebbero stargli vicino e consolarlo, perché anch'egli soffre ma pare che nessuno se ne accorga.
L'unico rifugio è la sua immaginazione, alimentata dalla lettura di storie misteriose e paurose.

"...la cosa brutta del dolore è che ti spezza dentro e ti taglia fuori, e ciascuno deve viverlo a modo proprio, nel suo tempo.
Per quanto mi riguarda, furono i libri a salvarmi."

La zia lo esorta a non starsene da solo ma a provare a fare amicizia con i ragazzi del palazzo e in effetti  la voglia di vivere, che urla dentro di lui, lo porta a vincere la timidezza e ad avvicinarsi con discrezione ai ragazzi del palazzo: i gemelli Simone e Silvia, Nello e la piccola Mosca. 

Simone, il leader, colui che parla e tutti lo ascoltano e gli ubbidiscono; sua sorella, Silvia, è scontrosa e brusca, forse l'elemento del gruppo più difficile da raggiungere; Nello, irascibile e permaloso; Mosca, la più piccola, che di nome fa Beatrice, è orfana di entrambi i genitori, vive col nonno ed è una bimba strana ("crede che nel bosco vivono le fate e il diavolo"), con atteggiamenti un po' più infantili della sua età.

Pur sentendosi estraneo al gruppo, Elia comincia a frequentare i ragazzi, passa le giornate con loro nel grande giardino che circonda il Paradisiello e, soprattutto, nel bosco lì vicino; i cinque fanno ciò che si fa generalmente a quell'età: partite a pallone, dispetti e risate, furti di ciliegie, costruiscono una capanna, fanno arrabbiare gli adulti con le loro marachelle, si prendono in giro e i maschietti non mancano di azzuffarsi per delle sciocchezze, per poi far pace subito dopo. 

Stare da soli in cameretta non è più un'alternativa da prendere in considerazione.

"Da settimane non leggevo un libro e non lavoravo alla mia storia, e la cosa strana era che non mi mancava. Cominciavo a sentire, in un modo vago, impreciso, che la vita può essere più larga e più spessa di un pezzo di carta."

Insomma, quella che all'inizio sembrava profilarsi come un'estate noiosa, è diventata divertente come mai Elia avrebbe immaginato potesse diventare.

Certo, c'è un’ombra sinistra che incupisce il gruppetto di amici, e dall'altra lo solletica: nel bosco, venticinque anni prima un ragazzo è scomparso nel nulla: giocava a nascondino e non è mai più stato trovato, né vivo né morto.

Cosa gli è successo?
C’è chi dice che l’abbia preso il diavolo.

Elia non crede né in Dio né tanto meno nel diavolo, ma ad essere convinti di questa assurda"favola" non è solo Mosca, bensì pure gli adulti, tipo Achille, l'uomo che si occupa del giardino e che va mormorando frasi pseudobibliche sconnesse e deliri vari, alternati a maledizioni e improperi verso i ragazzini, che lui vede come dei diavoletti pestiferi ed insopportabili.

Il triste destino del ragazzo scomparso - Nino Basile - comincia ad ossessionare Elia, che si lascia affascinare dal mistero che avvolge la sua scomparsa (avvenuta quando c'era la guerra e le persone correvano a nascondersi per sfuggire ai bombardamenti) e immagina di renderlo oggetto di un romanzo tutto suo.

Dentro di lui arde un fuoco che non può essere domato e che lo spinge a impossessarsi della storia di Nino e a raccontarla.

"Dentro di me si era accesa una voce che non conoscevo e mi pregava di ascoltarla: anche se il palmo si arricciava per i crampi, anche se gli occhi bruciavano e grondavo sudore e sentivo le vertebre schiacciate, in fiamme per la fatica di stare seduto; anche se la voce parlava una lingua sconosciuta e io dovevo impararla; anche se a volte faceva rumore come un boato di tuono, mentre altre non era più forte di un respiro nel vento. Dovevo seguirla. Scalare vette di luce e addentrarmi in antri oscuri, navigare lungo fiumi azzurri, visitare i posti dove nascono le ombre."

E così, Elia inizia a scrivere e a disseminare messaggi nel bosco, firmandoli con il nome di Nino Basile, come se a scriverli fosse stato il ragazzo scomparso tanti anni prima. 

Questo "esperimento" nasce come un gioco, un segreto innocente che ovviamente egli si guarda bene da rivelare agli amici..., anzi: quando essi cominciano a trovare i pezzi di carta e si convincono che appartengano proprio a Nino, Elia freme dentro di sé: ci sta riuscendo!! Sta incantando gli amici con le sue storie, con le sue parole! 
Certo, si sente anche in colpa perché li sta prendendo in giro, ma i timori e i dubbi non lo portano comunque a fermarsi, così giorno dopo giorno la bugia si ingigantisce e comincia a sfuggirgli di mano, fino a condurlo sempre più vicino a una terribile verità.

Tutti e cinque i ragazzi prendono a cuore il mistero di Nino, addentrandosi sempre più nel fitto bosco, alla ricerca di una verità che qualcuno, tra gli adulti del Paradisiello, deve per forza conoscere...: Nino non può essere svanito davvero nel nulla!
La cricca indaga, cerca risposte nelle cianfrusaglie nascoste nella rimessa di Achille e fa domande ai grandi, soprattutto Elia ne fa a Lidia, l'affascinante amica di zia Giovanna, la sola adulta a comportarsi come un'amica con i ragazzini, ad allearsi con Elia quando questi è in difficoltà.
Un'adulta affidabile, cui confidare ciò che pensa senza paura di essere preso in giro o mandato via con una sbuffata scocciata.

Intanto, il bosco ai loro occhi assume sempre più le sembianze di un enorme essere vivente, che respira, sussurra, li "chiama" attirandoli verso di sé: quale segreto si celava tra i suoi alberi? Se avessero potuto parlare, cosa avrebbero raccontato le foglie, cosa avrebbe illuminato la luce che filtrava tra le fronde?

Come spesso accade ai ragazzi protagonisti di un'estate speciale, anche Elia e i suoi amichetti si ritrovano davanti a qualcosa di più grande di loro e che mette in evidenza come gli adulti che li circondano, oggi così severi e brontoloni, siano stati essi stessi, ieri, dei ragazzini vivaci e combinaguai, e come dietro i loro arrabbiati silenzi si nascondano verità dolorose, che essi vogliono continuare a tener nascoste.

"...i segreti sono un suggello, una chiave per aprire o chiudere le persone, e l’amicizia cresce meglio dove si seppellisce insieme qualcosa."

Una vita si era interrotta venticinque anni prima e il tempo avrebbe dovuto contribuire a seppellirla sempre più in profondità, in modo che ne restasse un lontano e indefinito ricordo; ma non basta tacere perché l’oscurità venga dissipata e le ombre non si addensino. 

Dodici anni: l'età in cui un'amicizia, le prime sensazioni fisiche, i sentimenti verso l'altro sesso, l'eccitazione per un mistero da risolvere, sono tutto e vengono vissuti con intensità, in maniera totalizzante, come se fossero l'unica cosa che conta e che resterà per sempre; sono gli anni in cui crediamo che quegli amici con cui abbiamo condiviso litigi, bugie, timidi baci, confidenze, pacche sulle spalle, resteranno tali per sempre e che nessuno e niente spezzerà il legame nato in quei mesi caldi e afosi di un'estate che non è stata e non sarà mai come le altre a venire.

Elia è arrivato al Paradisiello che odiava quel posto perché per lui era una sorta di castigo, una triste ed  ingiusta conseguenza per la morte di quella sorella che non ha fatto in tempo a conoscere e amare, e si ritrova ad ad affezionarsi a quei posti, agli amici, al bosco - simbolo di pericolo ma anche di scoperta, di avventura - e alla disgrazia accaduta a Nino.

Gli anni passeranno ma il pensiero di quell'estate non lo abbandonerà mai e il filo che lo lega al bosco e alla tragedia che custodisce gelosamente da anni, lo ricondurrà di nuovo lì, da adulto, e ogni risposta arriverà, portando con sé una brezza nuova, che sa di pace e di nuovi inizi.

"... affondo la mano nel terreno, lo porto al viso e me lo premo contro le narici. L’odore entra, scende, risveglia i ricordi a uno a uno. Quanti anni sono passati, e con quanta fretta… Che ne ho fatto di questo tempo che se ne sta accartocciato dentro di me, vivo e ferito?".

Dove nascono le ombre è un romanzo sull'amicizia, sulla linea che separa il mondo dell'infanzia da quello degli adulti, su come il desiderio di saper tutto da parte dei ragazzi, la loro voglia instancabile di avventura e di svelare segreti per gioco, si scontri con la necessità, da parte degli adulti, di sbarrare le porte ad un passato scomodo, che ancora fa sentire la sua eco e che chiede con insistenza di non essere più ignorato. Tra queste pagine c'è tutta l'esuberante energia dei dodici anni, c'è la solitudine e la rabbia di un ragazzino cui viene chiesto di reagire con maturità a un lutto famigliare (e a ciò che ne consegue) che ha segnato e fa soffrire anche lui; c'è lo spettro di un'amicizia più vecchia, in cui s'è rotto qualcosa e che ha il nome di un ragazzo svanito nel nulla; c'è un bosco, con la sua musica di uccellini e cicale, con i suoi steli di papaveri che frustano ginocchia sbucciate e magre, con il suo vento che passa tra i filari delle vigne e raccoglie il profumo del mosto selvatico, riempiendo l’aria di sapori inebrianti e inconfondibili.

L'autrice ci apre la chiave per entrare nell'animo del protagonista e ci presta i suoi occhi, la sua voce, i suoi pensieri e i suoi contrastanti stati d'animo; ci sembra di essere con lui e con i ragazzi del palazzo, fuori e dentro al bosco, e restiamo curiosi, di capitolo in capitolo, di scoprire cosa sia davvero successo a Nino, il ragazzo scomparso che nessuno ha cercato.
La verità arriva ma per conoscerla non bisogna aver fretta, anche perché non è un giallo, e la "soluzione" del mistero di Nino è funzionale all'esperienza che coinvolge Elia che lo spinge ad acquisire determinate consapevolezze, a fare dei passi in più nella propria crescita e a confrontarsi con gli altri, coetanei e adulti, e con le verità, le bugie e i silenzi che, in qualche modo, spesso caratterizzano i rapporti umani. 
La suspense è dosata e, in un certo senso, diluita in tutta la lunghezza della storia, e cammina di pari passo con una dolce sensazione di malinconia (nelle battute finali in particolare) e con la nostalgia di chi (il protagonista) ricorda un passato mai dimenticato e che finalmente la smesso di schiacciarlo e tenerlo prigioniero di una vicenda che aveva contorni più neri e più cupi di ciò che realmente era.

Un romanzo che mi è piaciuto molto, lo consiglio in special modo a chi cerca storie con protagonisti molto giovani e che abbia al centro l'amicizia, con un pizzico di mistero.


"Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. 
Gesù, ma chi li ha?"
 (dal film STAND BY ME, di Rob Reiner)


ALCUNE CITAZIONI

"...se l’esistenza ha uno scopo, io credo sia questo: cercare di non scomparire dentro la propria ombra."

"Tuttavia, le parole scritte hanno un potere. Quando impariamo a leggere non sappiamo che stiamo varcando un confine e che non c’è modo di tornare indietro. Saper legare una lettera a un’altra è un atto che diventa naturale, come il respiro, e prima o poi capita d’incontrare parole che ci chiamano a sé."

"si muore perché si nasce.
Eppure di una cosa sono sempre stato convinto: questa regola non vale per le storie. Nel tempo di una storia noi siamo immortali."

"...la verità non la dimentichiamo. La teniamo nel cuore, e lì mette radici profonde e robuste come quelle degli alberi. Non possiamo sapere quali frutti darà una pianta che cresce nel buio, verso quale spiraglio di luce dovrà protendersi e contorcersi pur di sopravvivere, da quale fonte oscura succhierà il proprio nutrimento."

"...l’amore è una strana cosa. Ci fa diventare folli e splendenti (...) Ci rende disposti a tutto, anche alle cose peggiori. Ci spezza in modo irreparabile. Ma alla fine è l’unica cosa che ci salva."

"La verità è che ci sono parti di noi che crediamo perdute, o che non siamo mai riusciti a vedere, che altri conservano al posto nostro. A volte ce le restituiscono, come oggetti dimenticati nel tempo, a volte ne fanno qualcosa di buono, di migliore, e il senso di aver fallito con le nostre esistenze per un poco svanisce."

lunedì 18 settembre 2023

✎ RECENSIONE ✎ L'ISOLA DI PIETRA di Francesca Gerla



L’isola di Pietra è un romanzo di formazione che, attraverso le vicende che coinvolgono la protagonista, si sofferma sulle tante e contraddittorie facce dell'amore, sulla complessità dell'esperienza della maternità, sul peso che hanno le scelte personali, sulle imprevedibili strade che può prendere il desiderio; tra le sue pagine si snoda la storia di una donna alla ricerca di sé stessa, della propria strada, tesa verso la costante affermazione della propria volontà e nella costruzione di un'identità che ha inizio e trova la sua destinazione in quell'isola dell'infanzia di cui conosce ogni angolo, di cui riconosce rumori e silenzi, nella cui bellezza naturale si rispecchia e si ritrova.



L'ISOLA DI PIETRA
di Francesca Gerla


Ed. Homo Scrivens
254 pp
15 euro
2010, Napoli. Pietra sta per partorire; senza alcun famigliare accanto, ricoverata in ospedale, la donna è in travaglio, vicina al fatidico e meraviglioso momento in cui suo figlio verrà al mondo.
Nelle ore in cui aspetta, tra una fitta e l'altra e aiutata dalle cure del personale ospedaliero, Pietra ha tutto il tempo per pensare, ricordare, recuperare emozioni e sogni su cui sono passati anni, ma che continuano ad essere vivi nella sua mente.

Si rivede tredicenne a Ventotene, l'amata isola in cui trascorreva l'estate, a casa di nonna Margherita; e rivede il sorriso e lo sguardo malizioso e sbarazzino di Roberto, un ragazzo che, dal primo momento in cui cui i loro occhi si sono incrociati, è riuscito a farsi spazio nel cuore di Pietra,  la quale aveva accolto con ingenuo stupore le sconosciute sensazioni che le davano la presenza e il contatto con quel ragazzo poco più grande di lei ma così sicuro di sé, convinto di poter conquistare quella ragazzina tutta gambe e braccia, magra, con la pelle liscia, i capelli rossi ribelli e quegli occhi...: occhi particolari, rari nel loro essere diversi l'un dall'altro - uno nero, l'altro nocciola - e che ben incarnano la complessa personalità di Pietra.

Pietra ingenua, semplice, sincera, arrendevole, ma anche Pietra determinata e volitiva; innamorata ma pronta, al momento opportuno, a pretendere spazio per sé stessa e per i propri desideri.

Attraverso una narrazione che intervalla il presente (2010, Napoli, con Pietra che sta per partorire) con diversi periodi del passato (a partire dal 1983), seguiamo Pietra negli anni e la vediamo crescere, come donna, figlia, nipote, fidanzata, moglie, prendere di volta in volta consapevolezza della propria individualità, delle proprie esigenze, del diritto di sapere chi è, da dove viene davvero e, soprattutto, cosa vuol essere ora e in futuro.

Pietra, passata l'estate del 1983, rivede il suo Roberto dopo diversi anni e prende coscienza di come, tra loro, la scintilla scattata da ragazzini non si sia mai spenta, anzi: il tempo l'ha alimentata e nel ritrovarsi ventenni sanno come darle corpo, forma e senso.
Inizia così una relazione forte, intensa, basata su un amore vero eppure non realmente solida, anzi minata dall'indeterminatezza, dalla frammentarietà, dalla volubilità e, purtroppo, da colpevoli silenzi e risposte sfuggenti.

"Pietra era il suo legame con la parte più vera di sé, la sua isola nel mare turbolento e a volte agghiacciante di un lavoro spesso ingrato".

Roberto ama Pietra ma ama anche il proprio impegnativo lavoro, che lo porta a viaggiare molto, a trasferirsi di città in città, di nazione in nazione e, da buona moglie, Pietra segue il marito in ogni dove (Tokyo, Nairobi...), abbracciandone l'esistenza vagabonda.
In questa unione c'è posto solo per la coppia marito-moglie: Roberto non vuole figli e Pietra accetta la richiesta del marito, convincendosi - per anni - di star bene così, di non volerne neppure lei.

Ma si cambia, nel corso della vita, per diverse ragioni, e si conoscono tante persone, si fanno esperienze, si intrecciano rapporti di amicizia, legami importanti e ciò che credevamo non rientrasse tra i nostri desideri e le priorità, scopriamo invece che forse... abbiamo del posto per essi nelle nostre giornate.

Ci sono luoghi che più di altri hanno regalato qualcosa a Pietra; nel periodo trascorso nella vivace Napoli  - tra le sue strade chiassose, il suo mare che le ricorda l'amata e indimenticata Ventotene, la sua gente allegra e solare, socievole al limite dell'invadenza -, la donna conosce e fa amicizia con Elena e la sua famiglia, e con altre persone che, attraverso i racconti delle proprie vite e vicissitudini, instillano in lei desideri inaspettati, come quello della maternità.

Ma Roberto - il suo enigmatico, frettoloso, indaffarato marito - continua a restar fermo nella propria decisione: niente figli. Del resto, come potrebbero fare i genitori, essendo loro sempre in giro per il mondo a causa del lavoro di lui?
Perché Roberto è così convinto e deciso a non voler diventare padre? 

Ogni persona è diversa dalle altre per numerose ragioni, ma se c'è una cosa che accomuna forse tutti è il bisogno di avere risposte su sé stessi: conoscere le proprie origini e radici è fondamentale per costruire, mattone dopo mattone, la propria personalità e la propria vita.

Negli anni, tanto Roberto quanto Pietra si ritrovano, più di una volta, a non saper cosa fare di sé stessi e della propria esistenza e a tornare a Ventotene proprio "per interrogarne le pietre" e per cercare di trovare la più preziosa per loro.

Roberto deve fare i conti con la figura di suo padre che ha vissuto cercando il proprio personale riscatto rispetto a un mondo che sembrava non credere in lui, e che ha sacrificato i propri veri sentimenti pur di raggiungere certi obiettivi; Roberto ha ereditato questa frenesia, l'eccessiva importanza data al lavoro come se la propria identità si basasse principalmente su quello.

Pietra, a sua volta, è stata messa davanti a una verità non semplice da accettare e che fa capo a quel tipo di domande esistenziali che sono importanti e imprescindibili: "Chi sono? Da dove vengo?"; apprendere e accettare le risposte non è facile e il rischio che ciò sia destabilizzante è più che concreto.

Si possono vivere degli anni accanto alle persone che amiamo e che crediamo di conoscere bene, senza in realtà sapere tutto di loro.
Questo vale per nonna Margherita e Candida (la mamma di Pietra) e anche per Roberto: quante cose le sono state nascoste, quanti silenzi, bugie..., che - vuoi o non vuoi - hanno costituito tanti piccoli mattoncini che Pietra ha usato per dare forma alla propria personalità, ma che - a ben guardare - erano un cumulo di illusioni.

C'è più di una persona che ha tenuto nascosto qualcosa di importante a Pietra ma certe verità non possono essere celate per sempre e arriva il momento, per lei, di sapere ciò che deve e che, ancora una volta, sarà un nuovo mattoncino utile per definire e dare un indirizzo alla propria esistenza.

Un'esistenza che, da una parte, lei stessa desidera sia avventurosa, vivace, movimentata, e anzi, ciò che l'aveva spinta ad abbracciare un tipo di vita girovaga e ad assecondare le aspirazioni del marito, era da rintracciare (anche) nell'istinto che da sempre albergava nel suo cuore: l'ansia vorace d'avventura.
Ma quando capisce che è arrivata l'ora di smettere di dedicarsi unicamente alla ricostruzione dell'immagine sfuggente di suo marito e di passare a concentrarsi non solo sulle radici, ma anche sulle fronde, "sui germogli nuovi che aveva voglia di vedere sbocciare", ecco che altre prospettive e desideri si affacciano e la riconducono a quell'isola che porta dentro di sé da sempre e che è sinonimo di casa

La Pietra giovanissima, senza malizia, fiduciosa, innamorata, cede man mano il posto a una Pietra giustamente più matura, più consapevole di sé, dei propri cambiamenti - nel corpo come nella mente e nel cuore - e del diritto ad essere felice e soddisfatta delle proprie scelte.
Con o senza Roberto, e nonostante il "senso di appartenenza che li legava con la prepotenza della passione" da quando erano due adolescenti.

La gravidanza e le ore precedenti il parto costituiscono il momento cruciale in cui Pietra ha tutto il tempo per valutare, ricordare, riflettere, godersi l'inebriante sensazione di pienezza e di intima condivisione con una creatura sua, che le appartiene e che pure è altro da sé; Pietra è pronta all'idea di stravolgere la propria vita accogliendone un'altra fortemente desiderata e non si sente sola in questo frangente unico e straordinario.

E Roberto?
Il lettore non può non chiedersi dove sia e l'autrice non manca di darci risposte, di mostrarci i perché e i come che hanno portato Roberto ad essere l'uomo che è e che troppo facilmente ricorre ad atteggiamenti sbrigativi e superficiali i quali, in realtà, celano paure e insicurezze che non è stato capace di affrontare e risolvere nel tempo, e che invece avrebbe dovuto condividere con la donna della sua vita, confidando nella forza del sentimento che li univa.

"L'isola di Pietra" è, come dicevo, un romanzo di formazione incentrato su temi quali la ricerca, scoperta e costruzione di sé, la maternità (rimandata, voluta, vissuta con consapevolezza, soffocata, vissuta nell'incertezza del futuro...), la relazione di coppia (con le sue problematiche, come l'incomunicabilità, i silenzi...), il rapporto genitori-figli, l'importanza di conoscere le proprie origini, l'attaccamento ai luoghi in cui ci siamo sentiti a casa, accolti e liberi di essere noi stessi.

Una scrittura che personalmente ho apprezzato moltissimo perché, nel suo essere semplice, diretta ed essenziale, sostiene egregiamente una narrazione ricca di fascino, suggestione, introspezione e profondità, in cui la dimensione interiore è predominante, e non potrebbe essere diversamente visto che la narrazione si sviluppa lungo la spirale dei ricordi della protagonista, che accompagniamo nella sua evoluzione umana, fisica e psicologica; l'attenzione per l'aspetto introspettivo coinvolge anche gli altri personaggi, come Roberto o nonna Margherita.
C'è un che di "circolare" che avvolge la storia di Pietra e che riguarda la sua isola e il suo attaccamento ad essa; da Ventotene partiamo (1983) e a Ventotene ritorniamo, nel presente (2010); ma nell'arco di tempo che passa tra questi due momenti, Pietra ama, sogna, soffre, spera, conosce persone importanti, ricorda, grida, litiga, va e viene..., in una parola vive, perché lei è così: piena di vita, cangiante come i suoi occhi, imprevedibile come i sentieri difficili percorsi da ragazzina, inafferrabile come i profumi della natura; il suo girovagare per il mondo con Roberto, senza avere una fissa dimora per anni, riflette l'irrequietezza e l'incertezza legate alla ricerca tanto della verità circa la propria nascita quanto del proprio posto nel mondo, all'affermazione della propria personalità e dei suoi desideri più profondi.

Un romanzo molto bello, che son certa apprezzerete per l'abilità narrativa dell'autrice, per la storia, la caratterizzazione dei personaggi, le ambientazioni e la loro importanza nel percorso di crescita.

Con questa recensione si conclude il Review Party dedicato al romanzo di Francesca Gerla.



11 settembre – Paper Purrr
12 settembre – Le letture di Adso
13 settembre – Lilith Hendrix
14 settembre - La libreria di Anna
15 settembre – Les Fleurs Du Mal
15 settembre – Raffaele Borghesio
18 settembre – Chicchi di pensieri

 

sabato 16 settembre 2023

"Sabra - è l'identità del nostro tempo, per sempre" - ricordo di un massacro -



Tra il 16 e il 18 settembre 1982, quarantuno anni fa, nel campo profughi palestinese di Shatila, situato nel quartiere di Sabra, alla periferia ovest di Beirut, uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila e danno vita al massacro della popolazione palestinese, tre giorni di crudeltà agghiaccianti, con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione. 
Il bilancio delle vittime è di circa 3.000 vittime. In seguito alla creazione di una commissione d’inchiesta, che gli attribuisce la responsabilità del massacro, Ariel Sharon è costretto a dimettersi da ministro della difesa. 
Il 16 dicembre dello stesso anno l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel condannare nel modo più assoluto ciò che era successo, conclude “che il massacro è stato un atto di genocidio”.

HANDALA


Sabra e Shatila
di Mahmoud Darwish


Sabra ragazza addormentata.

Gli uomini se ne sono andati
la guerra ha dormito per due brevi notti,
Beirut ha obbedito ed è diventata la capitale
Una notte lunga è fatta di sogni a Sabra,
Sabra sta dormendo.

Sabra - i resti del palmo di una mano di un cadavere
Disse addio ai suoi cavalieri e al suo tempo
e si arrese per dormire di stanchezza
e gli Arabi l’hanno gettata alle loro spalle.

Sabra - e cosa che i soldati di Galilea dimenticarono-
non compra e non vende nient’altro che il suo silenzio
per comprare fiori da mettere sui suoi capelli intrecciati.

Sabra - canta la sua metà perduta, tra il mare e l'ultima guerra:
perché te ne vai e abbandoni le tue mogli nel cuore di una notte di ferro?
Perché te ne vai e lasci la tua notte sospesa sopra il campo e l'inno nazionale?

Sabra - coprendosi il seno nudo con una canzone d'addio
conta i palmi delle mani e sbaglia mentre non riesce a trovare il braccio:
Quante volte andrai raminga?
E per quanto tempo? E per quale sogno?
Se tornerai un giorno
per quale esilio tornerai,
e da quale esilio torni?

Sabra - strappandosi il seno:
Quante volte il fiore sboccia?
Quante volte la rivoluzione sarà in cammino?

Sabra - impaurita dalla notte.
Lo mette sulle ginocchia
lo copre con il mascara degli occhi
grida per distrarlo:
sono partiti senza fare cenno del ritorno
appassiti e curati dalla fiamma della rosa!
Restituiti senza tornare all'inizio del loro viaggio
L'età è come i bambini che scappano da un bacio.
No, non ho un esilio per dire: ho una casa
Dio, oh tempo ..!

Sabra: dorme. E il pugnale del fascista si sveglia
Sabra chiama chi sta chiamando tutta questa notte
e la notte è sale
il fascista le squarcia il seno
– la notte si è accorciata -
poi danza intorno al suo pugnale
e lo lecca.
Mentre inneggia un'ode alla vittoria dei cedri,
e scortica in silenzio la carne dalle ossa di lei
e ne sparpaglia gli organi sul tavolo
e il fascista continua a ballare e a sghignazzare agli occhi rovesci
e impazzisce di gioia,

Sabra non è più un corpo.
La cavalca come gli dettano i suoi istinti e la sua voglia si palesa.
E ruba un anello dalla sua carne
e torna dal sangue di lei al suo specchio
E sia - Mare
E sia - Terra
E siano - Nuvole
E sia - Sangue
E sia - Notte
E sia - Essere Ucciso
E sia - Sabato
e sia lei - Sabra.

Sabra - l'incrocio di due strade su di un corpo
Sabra, l’abisso di uno Spirito che si fa Pietra
e Sabra - non è nessuno
Sabra - è l'identità del nostro tempo, per sempre.

(traduzione di R. Gullotta)






Ho ricordato questo terribile e impunito massacro anche l'anno scorso >>  QUI  <<


Siti consultati:

Rai Cultura
www.antiwarsongs.org
thepalestineproject.medium.com

giovedì 14 settembre 2023

SERIE TV TRATTE DA LIBRI [ Cineromanzo ]


State cercando delle miniserie ispirate a libri?

Eccone alcune.




Ascolta i fiori dimenticati racconta una storia di resilienza femminile, amicizia e capacità di superare le tragedie ambientata nel paesaggio naturale mozzafiato dell'Australia e incentrata su Alice, che all'età di 9 anni viene portata nella fattoria di sua nonna June, dove si coltivano fiori, dopo che i suoi genitori muoiono in un misterioso incendio. 
Tra fiori e piante autoctone usati per esprimere l'inesprimibile, Alice cresce scoprendo che in questo luogo si nascondono segreti su di lei e sul passato della sua famiglia, fino a raggiungere un apice emotivo quando si ritrova a lottare per la sua vita contro un uomo che ama.

Tratto dal romanzo di Holly Ringland.

Cast: Sigourney Weaver, Asher Keddie, Leah Purcell, Frankie Adams, Alexander England.

Disponibile su PrimeVideo.


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The Crowded Room è una miniserie televisiva ideata da Akiva Goldsman, basata sul romanzo del 1981 Una stanza piena di gente di Daniel Keyes.

Manhattan, 1979: un uomo di nome Danny Sullivan viene arrestato per il coinvolgimento in una sparatoria. Quando l’investigatrice Rya Goodwin viene incaricata di interrogarlo, Danny inizia a raccontare il proprio passato, i suoi trascorsi con la malattia mentale e gli scioccanti eventi che lo hanno condotto alla situazione presente.
Cast: Tom Holland, Amanda Seyfried, Emmy Rossum.

Disponibile su Apple Tv

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La chimica della morte è una serie tratta dal thriller di Simon Beckett.

Trama: Quando i cadaveri cominciano a comparire nella tranquilla campagna inglese in cui si è recentemente trasferito a casa, un antropologo forense aiuta la polizia locale in una corsa contro il tempo.
Regia di Richard Clark, con Harry Treadaway, Ellen Francis, Jeanne Goursaud, Rosie Whimster, Nick Blood.

Disponibile su Paramount.


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La caduta della casa degli Usher si ispira all'omonima opera di Edgar Allan Poe e ad altri suoi lavori; la miniserie (horror) ruota attorno alla dinastia degli Usher e alla forza soprannaturale che prende di mira i suoi eredi.
Gli spietati fratelli Roderick e Madeline Usher sono a capo di una dinastia familiare e di un impero di privilegi e potere, che comincia a sgretolarsi quando i loro eredi iniziano misteriosamente a morire per mano di una donna conosciuta in gioventù: Ad uno ad uno vengono a galla i segreti del passato.

Regia di Michael Fimognari, Mike Flanagan; con Carla Gugino, Willa Fitzgerald, Mary McDonnell, Kate Siegel, Zach Gilford. 

Su Netflix dal 12 ottobre.

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La mia prediletta è tratta dal romanzo thriller di Romy Hausmann (RECENSIONE), è diretta da Isabel Kleefeld e vede nel cast Kim Riedle, Naila Schübert, Haley Louise Jones, Hans Löw.
Lena è madre di due figli e vive reclusa in una casa da cui finalmente riesce a fuggire rischiando la vita. Una volta giunta in ospedale, la figlia più grande, Hannah, aprirà uno squarcio su una realtà familiare terribile collegata a una sparizione di una donna avvenuta molti anni prima i cui dettagli sono tutti da scoprire.

Già disponibile su Netflix.

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Tratta da un romanzo di Harlan Coben, Shelter è una serie televisiva statunitense creata da Harlan e Charlotte Coben.
Nel cast: Jaden Michael, Abby Corrigan, Adrian Greensmith, Sage Linder e Brian Altemus.

Trama: Mickey vive con una madre in riabilitazione, un padre morto, una zia fastidiosa e una nuova scuola nel New Jersey. 
Quando un'anziana donna inquietante gli dice che suo padre non è morto, Mickey pensa di essere impazzito; a questo si aggiunge la sparizione di una studentessa, che spinge Mickey a coinvolgere due nuovi amici, Spoon e Ema, per portare alla luce un oscuro sotterraneo che potrebbe contenere le risposte a decenni di sparizioni.

Disponibile su PrimeVideo.


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Basato sul bestseller di Victor LaValle, The Changeling - Favola di New York è una favola per adulti, una storia dell'orrore, un racconto sulla genitorialità.
Apollo Kagwa, il cui padre è scomparso e gli ha lasciato "strani sogni ricorrenti e una scatola di libri con la scritta 'Improbabilia'", quando diventa lui stesso padre – e mentre lui e sua moglie, Emma, ​​si stanno ambientando nelle loro nuove vite da genitori - la stanchezza e l'ansia iniziano a farsi sentire. I vecchi sogni di Apollo ritornano ed Emma inizia a comportarsi in modo strano. Irritabile e disconnessa dal loro nuovo bambino, all'inizio sembra mostrare segni di depressione post-partum, ma diventa subito chiaro che i suoi problemi sono ancora più profondi. Prima che Apollo possa fare qualsiasi cosa per aiutare Emma, lei svanisce, apparentemente nel nulla. Così inizia l'odissea di Apollo attraverso un mondo che pensava solo di capire, per trovare una moglie e un figlio che non sono come lui aveva immaginato.

Su Apple TV+.


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