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sabato 13 aprile 2013

Libri per i più piccoli ^_^



Libri per giovanissimi!!!

SOTTO IL CIELO DI BUENOS AIRES
di Daniela Palumbo


Sotto il cielo di Buenos Aires
Ed. Mondadori
Contemporanea
224 pp
15 euro
Marzo 2013
(età lettura dai 10 anni)
Trama

Angela Maria, Ines, Estela, Luna: giovani donne lontane, generazioni diverse, nomi tramandati di madre in figlia. 
Una donna e sua figlia, partite dall'Italia alla ricerca della fortuna in Argentina, incontrano lungo il percorso la crudele mano di una dittatura sanguinaria. 
Una bambina cresciuta troppo in fretta convive con la paura di ritrovare le sue vere origini e un fratello perduto. 
Una ragazza, in Spagna, dovrà ricostruire il rapporto con una madre distante e le proprie radici dimenticate. Storie migranti legate da un invisibile filo rosso che attraversa mezzo secolo e due continenti, in cui giovani donne in apparenza diverse e lontane, diventano protagoniste di alcuni dei momenti più difficili della storia contemporanea e prendono parte a un unico viaggio che si chiama "famiglia".




LA BAMBINA, IL CUORE E LA CASA
di Maria Teresa Andruetto


La bambina, il cuore e la casa
Ed. Mondadori
Contemporanea
160 pp
15 euro
Marzo 2013
(età lettura: dai 7 anni)
Trama

Tina ha cinque anni, e vive con il padre a casa della nonna. Nel paese dove abita, la bimba frequenta la scuola materna e gioca con l'amica Carlotta, che vede molto spesso. Ogni domenica, Tina e suo padre si recano in un villaggio vicino, dove vivono la mamma della bambina e il suo fratellino Pedro, che ha la sindrome di Down. Tina aspetta sempre con ansia la domenica, e quando arriva la sera non vorrebbe mai andarsene e lasciare la madre e il fratello. Dopo che Pedro subisce un'operazione, in particolare, la bambina insiste sempre di più per potersi fermare più a lungo a casa della mamma, e alla fine ottiene il permesso di trasferirsi da lei. Il padre invece continuerà a vivere con la nonna, ma resta la speranza che un giorno la famiglia si possa riunire.









L'ALBERO DEI SEGRETI
di Natalie Stanford


L'albero dei segreti
Ed. Mondadori
Contemporanea
224 pp
16 euro
Febbraio 2013
(età lettura: dai 7 anni)
Trama

Il quartiere di Minty, 10 anni, è pieno di misteri. 
C'è una casa stregata, vecchia e spettrale, un Uomo Pipistrello, che si mormora voli tra gli alberi del bosco. 
E poi ci sono i bulletti, David e Troy, la sorella Thea, sempre più stramba, e Paz, l'amica del cuore di Minty, che improvvisamente non vuole più giocare con lei. 
Come se non bastasse, appare un nuovo mistero: l'Albero dei Segreti, un albero, nel cuore della foresta, che custodisce i segreti di tutto il quartiere. Anche Raymond, un misterioso ragazzino appena arrivato si lascia incuriosire, e così l'estate si trasforma in una caccia al tesoro più prezioso: l'amicizia. 

sabato 6 aprile 2013

La vecchia delle renne (fiaba eschimese)



Buon sabato a tutti!!!
Eccomi con una fiaba eschimese molto carina!!!

All’epoca in cui furono fatti i primi animali marini non c’erano ancora le renne sulla Terra. 
Ma una Vecchia andò verso l’interno e fece le renne. La pelle, la fece con i suoi calzoni, dando al pelo la stessa disposizione che aveva nei suoi calzoni.
La renna ebbe denti come gli altri animali, ma da principio aveva anche delle zanne.
Era una bestia pericolosa, e non passò molto tempo che un uomo fu ucciso a caccia. 
Allora la Vecchia si spaventò e tornò nell’interno; riunì le renne da lei fatte, mutò le zanne in corna, cacciò via i denti sul davanti della mascella, e poi disse loro: – Voi siete animali terrestri, e come tali dovete star lontani dagli uomini, dovete essere timidi e facili a spaventarvi.
Dopo di che diede loro un calcio sulla fronte, e così si formò quell’incavo che ora si vede in fronte a tutte le renne. Gli animali corsero via e da allora furono molto ombrosi. Ma poi si trovò che
.

erano troppo veloci: nessuno poteva raggiungerli, e di nuovo la Vecchia dovette radunarli tutti quanti. Stavolta essa modificò la disposizione del pelame, in modo che non fosse disposto tutto per lo stesso verso.
Il pelo del ventre, sotto la gola e sui fianchi fu disposto in sensi diversi, dopo di che gli animali furono lasciati liberi. Le renne furono ancora dei corridori veloci, ma non potevano più fendere l’aria con la
stessa rapidità di prima, perché il pelame era d’ostacolo, e ora gli uomini poterono raggiungerle e ucciderle, grazie ad alcuni accorgimenti.
In seguito la Vecchia andò a vivere fra le renne; rimase con loro, e non tornò più nei luoghi frequentati dagli uomini: essa è ora chiamata la “Madre delle renne”.

S. Zavatti, Corvo Bianco. Miti e leggende degli eschimesi, Biblioteca Herodote

sabato 23 marzo 2013

E' il momento della favola



Titolo originale: «The Little Red Hen».
La presente versione di Sara Cone Bryant, che a sua volta la trasse dalle raccolte popolari inglesi di Joseph Jacobs.
Per info sulla traduzione vedere il sito da cui ho preso la favola:

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fonte



LA GALLINELLA ROSSA 
(favola popolare britannica)


Un giorno una Gallinella Rossa stava razzolando nel cortile, quando trovò un chicco di grano. "Questo chicco di grano va piantato," disse. "Chi lo fa?" "Io no, "rispose l'anatra. "Io neanche," rispose il gatto. "Io nemmeno," rispose il cane. "Allora lo farò io," disse la Gallinella Rossa, e così fece.

Poco tempo dopo, il grano crebbe biondo e rigoglioso. "Il grano è maturo," disse la Gallinella Rossa, "Chi si offre di mieterlo?" "Io no," rispose l'anatra. "Io neanche," rispose il gatto. "Io nemmeno," rispose il cane. "Allora lo farò io," disse la Gallinella Rossa, e così fece.
hen

Quando il grano fu pronto per la trebbiatura, la Gallinella Rossa disse: "Chi si occupa della trebbiatura?" "Io no," rispose l'anatra. "Io neanche," rispose il gatto. "Io nemmeno," rispose il cane. "Allora lo farò io," disse la Gallinella Rossa, e così fece.

A trebbiatura compiuta, la Gallinella Rossa chiese: "Chi porta questo grano al mulino?" "Io no," rispose l'anatra. "Io neanche," rispose il gatto. "Io nemmeno," rispose il cane. "Allora lo farò io," disse la Gallinella Rossa, e così fece. Portò il grano al mulino e con il grano le fecero la farina; allora tornò a chiedere: "Chi vuol fare un pò di pane con questa farina?" "Io no," rispose l'anatra. "Io neanche," rispose il gatto. "Io nemmeno," rispose il cane. "Allora lo farò io," disse la Gallinella Rossa, e così fece.

Impastò il pane e lo sfornò; quando chiese: "Chi vuole un pò di pane?" "Io, io!" disse l'anatra. "Anch'io, anch'io!" si aggiunse di corsa il gatto. "Pure io, pure io!" abbaiò il cane. "No, no!" replicò la Gallinella Rossa, "Il pane me lo mangio da sola." E così fece.

sabato 9 marzo 2013

«Lo Cunto de li cunti» («Il Pentamerone»), 1634



Cianne e Lise sono due fratelli, uno è ricco, l'altro è povero: Lise, perché è povero e non è aiutato per niente dal fratello ricco, se ne parte e fa tanta fortuna che diventa straricco; l'altro, per invidia, cerca la stessa via, ma gli va tutto così male che non può salvarsi da una gran disgrazia senza l'aiuto dell'altro fratello.


C'erano una volta due giovani fratelli che erano diversi fra loro com'è diverso il giorno dalla notte. 
Les jumeaux
brothers
Il maggiore, Cianne, avaro ed egoista, era riuscito ad arricchire a dismisura, mentre il minore, Lise, generoso ed altruista, si era ridotto in tale povertà da non sapere, al mattino, che cosa avrebbe mangiato alla sera. Tuttavia Lise era sempre allegro e pronto ad aiutare il prossimo, mentre Cianne, sospettoso di tutti e diffidente, soffriva di un malumore perpetuo.

Un giorno Lise pensò 'Qui in paese non farò mai fortuna, e non posso nemmeno chiedere a mio fratello di aiutarmi perché gli darei un dispiacere troppo grosso. E' meglio che mene vada. Sono giovane e ho voglia di lavorare: il Cielo mi aiuterà'. Detto fatto, e senza prendere seco nemmeno un fagottino perché non possedeva niente, infilò la prima strada che vide, e via, seguendo il naso. Attraversò diverse contrade, ma invano: la fortuna volesse volgere le spalle al giovane, che però non aveva perso il suo solito buon umore.
Mignon
ombrello

Una sera Lise fu colto da un furioso temporale, e in un batter d'occhio fu fradicio fino al midollo. Per fortuna vide in lontananza un lumicino di campagna dove era certamente acceso il fuoco; infatti lo vide brillare attraverso i vetri. 'Almeno potrò asciugarmi gli abiti ' pensò rallegrandosi; spinse la porta ed entrò. 
L'osteria era occupata da dodici viaggiatori che sedevano in cerchio attorno al focolare, e non c'era posto per lui. "Buona sera, signori" disse rispettosamente; e sedette in distanza per non disturbare. I dodici personaggi si volsero tutti insieme a guardarlo, e notarono che sgocciolava acqua da tutte le parti, i strinsero un po'. 
"C'è posto anche per te" disse gentilmente uno di loro. "Vieni avanti e siedi qui con noi.
Lise non se lo fece ripetere; trascinò la sedia vicino alla fiamma e protese le mani al piacevole calore. 
Mentre si scaldava, guardava il viaggiatore seduto vicino a lui, e si accorse che era un uomo piuttosto giovane, ma con un aspetto corrucciato, proprio come se qualcuno lo avesse contrariato. "Ti ha colto il temporale eh?" disse lo sconosciuto che gli sedeva accanto. "Che cosa ne dici, di questo tempaccio?" "Che cosa volete che dica?" replicò Lise, "siamo nel mese di marzo, ed è giusto che piova. Noi ci lamentiamo sempre, dell'estate perché fa caldo, dell'inverno perché fa freddo, e della mezza stagione perché è mutevole. Ma il Signore ha fatto le cose per benino, e la colpa è nostra se siamo incontentabili.
"Ma del mese di marzo" insisté lo sconosciuto, "che cosa ne pensi? A un giorno di sole segue un giorno di neve; soffia un po' di venticello tiepido, e subito dopo ecco una gelida tramontana. Hanno ragione quelli che lo definiscono pazzo e lo detestano.
"Oh, no!" esclamò Lise vivacemente, "c'è il vento, si, ma serve a mandar via le nuvole e a spazzar bene il cielo. Nevica, si, ma nessuno se ne spaventa perché la neve marzolina viene alla sera e va via alla mattina. E infine è il mese che annuncia la primavera: basta un giorno di sole per ricoprire di fiori e i prati."
cassetta

I dodici viaggiatori avevano ascoltato sorridendo, e più di tutti sorrideva il giovane sconosciuto che sedeva accanto a Lise. "Sei proprio saggio, amico mio!" disse frugando nella sua bisaccia e ne trasse una cassettina di legno intarsiato. "Accettala come mio ricordo. Quando avrai bisogno di qualche cosa, aprila e sarai esaudito. Noi ora dobbiamo partire." 
E infatti i dodici viaggiatori si alzarono e uscirono dall'osteria, mentre Lise, meravigliato e incredulo, si profondeva in ringraziamenti. 
Anch'egli uscì e si rimise in cammino, ma si sentiva sfinito dalla stanchezza. ' Che cosa ci sarà qui dentro? ' si chiese aprendo la cassettina. ' Avrei bisogno di trovarmi una bella carrozza foderata di velluto, tirata da due cavalli '. 
Aveva appena detto questo, che dalla cassetta balzò una minuscola carrozzina foderata di velluto rosso, che subito s'ingrandì e diventò una carrozza vera tirata da due focosi cavalli. 
Lise vi entrò tutto beato e riprese il suo viaggio. Così galoppando e trottando la carrozza di Lise percorse un buon tratto di strada. 
A un certo punto sentì un gran appetito; aprì la cassettina e disse: "Vorrei un buon pranzo." E subito una tavola sontuosamente imbandita e coperta di cibi prelibati apparve davanti a lui. 
"E ora vorrei dormire" concluse, ancora trasecolato. E subito la carrozza si fermò davanti a una sontuosa tenda di damasco rosso deve era preparato un morbido letto.
Il giovane dormì saporitamente e al mattino si svegliò fresco e riposato. "Ho già trovato la fortuna" concluse. "Non mi resta che tornare a casa per riabbracciare mio fratello. Ma voglio abiti degni di un re." E subito apparve un sontuoso vestito tutto di panno nero foderato di lana gialla, ricamato d'oro e argento.

Così Lise tornò a casa, e si presentò al fratello il quale lo guardò a bocca aperta. "Come hai fatto a diventare tanto ricco?" chiese subito, "insegnalo anche a me." 
Lise non si fece pregare: raccontò della sera passata nella taverna, dell'incontro con i dodici viaggiatori e del dono che gli avevano fatto. "Debbo uscire per un affare urgente" disse Cianne a questo punto. "Aspettami qui.
Sellò in tutta fretta il suo cavallo e partì al gran galoppo verso l'osteria di campagna. 
Vi giunse verso sera, ma per via fu colto da un violento temporale che lo infradiciò fino alle ossa. Brontolando pieno di malumore, entrò nell'osteria e vide i dodici viaggiatori seduti accanto al fuoco. "Stringetevi un po', perché ho diritto di asciugarmi anch'io " disse sgarbatamente. "Accidenti a questo dannato mese di marzo." I viaggiatori gli fecero posto accanto al fuoco, e il giovane che gli sedeva vicino domandò: "Che cosa pensi, del mese di marzo?" "Che è pazzo!" gridò Cianne inviperito. "Oggi c'è il sole e domani la neve; oggi c'è caldo da scoppiare e domani un freddo da gelare. Sarei ben felice se fosse possibile cancellarlo dal calendario."
Garcon en colère
capricci

I dodici viaggiatori erano appunto i dodici mesi, e colui che parlava era proprio il mese di marzo. Egli frugò nella sua bisaccia e ne trasse un lungo bastone. "Accettalo per mio ricordo" disse gentilmente. "Quando comanderai: ' Bastone, dammene cento ' sarai subito accontentato."
' Cento scudi! ' pensò Cianne fra sé, ' Evviva! '
I viaggiatori partirono, e anche Cianne uscì subito dopo; balzo a cavallo e galoppo verso casa. 
Non appena giunse in una località solitaria, fermò il cavallo e comandò al bastone: "Bastone, dammene cento!
Subito il bastone incominciò a scaricargli una grandine di legnate, e inutilmente Cianne si diede a una fuga precipitosa. Il bastone lo inseguiva, e nemmeno un colpo andava a vuoto. 
Finalmente, dolorante e pieno di bernoccoli, giunse alla porta di casa. "Aiutami, fratello mio!" supplicò. Subito Lise aperse la cassettina e comandò al bastone di fermarsi. 
Les deux ours de Laurie
^_^
Finalmente il bastone si fermò, e Cianne poté gettarsi sopra il letto e riaversi dalla paura e dalla fatica. "Ohimè, ohimè!" piagnucolava, "ecco il bel regalo che mi hanno fatto i tuoi amici!" "Era questo, dunque, il tuo affare urgente?" chiese Lise, "perché non mi hai detto la verità? Io ti avrei insegnato come comportarti. E che bisogno hai, infine, di ricchezze? Possediamo già una cassettina: non basta per due?" 

Sentite queste parole Cianne gli chiese perdono per il disamore passato e, fatto un accordo come quello che fanno i mercanti per tenere alti i prezzi, si godettero insieme la buona sorte e da allora in poi Cianne disse bene di ogni cosa, per trista che fosse, perché il cane scottato dall'acqua calda ha paura anche dell'acqua fredda.

Fonte
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sabato 2 marzo 2013

LA STREGA MICILLINA



Leggenda piemontese ^_^

Si narra che verso la meta' del '500 fosse vissuta in Piemonte una strega chiamata Micillina, bruciata sul rogo dopo un processo.
Nata a Barolo, si marito' con un uomo di Pocapaglia, ma le cose non andavano bene. La gente diceva che la donna aveva il potere di uccidere fulminando la gente con lo sguardo, di deformare i bambini, gettare il malocchio e colpire gli animali.

Il marito cerco' di risolvere la cosa in maniera energica.
Ma un giorno, dopo l'ennesima dose di bastonate, caccio' la moglie di casa. Micillina decise di vendicarsi e chiamo' il diavolo per aiutarla; questi non la fece attendere, suggerendole cosa fare. La strega ando' quindi al campo dove lavorara il marito e con una scrollatina all'albero su cui lui era arrampicato, diventò vedova.

Cosi' Micillina continuo' con le sue fatture e un di' se la prese col fornaio del paese. In quei tempi, era il fornaio che passava di casa in casa a prendere l'impasto del pane, per cuocerlo nel forno comune del paese.

Cosi' si recava anche da micillina. Ma un giorno arriva, la chiama e questa non risponde. La chiamo' tre volte, ma niente. Allora se ne torno' al forno… ma poco dopo mori'.

Pero', dopo un altro poco di tempo, in cui la donna continuo' con le sue fatture, Micillina fu arrestata, costretta a confessare e condannata al rogo.
Ma mentre veniva condotta al luogo della condanna, si iniziarono a sentire nell'aria strani voci e suoni, mentre dal cielo cadevano rotoli di spago. Erano le streghe colleghe che le dicevano "Attaccati, attaccati Micillina", ma lei non poteva perche' il prete di fianco a lei le tirava addosso l'acqua santa.
Cosi' la strega fu bruciata, si dice sopra un masso chiamato "Bric d'la masca Micillina", dove ancora oggi pare si possano vedere delle macchie rosse, che ne' vento ne' pioggia cancellano.
Nonostante la morte della strega, i problemi a pocapaglia non cessarono, e la gente diceva che era colpa delle streghe che si vendicavano della sorte di Micillina.

sabato 23 febbraio 2013

Lo scienziato bambino. "In sella a un raggio di luce"



In arrivo, a marzo, una lettura adatta a grandi e giovanissimi...


IN SELLA A UN RAGGIO DI LUCE
di Jennifer Berne


Fino ai tre anni compiuti non diceva neppure una parola e i suoi genitori erano persino preoccupati che non fosse abbastanza intelligente! E' l'Albert Einstein bambino raccontato da Jennifer Berne nel libro 'In sella a un raggio di luce', in arrivo nelle librerie per Donzelli, con le illustrazioni di Vladimir Radunsky.
cover straniera

Nessuno dei compagni di scuola del piccolo Albert avrebbe mai detto che sarebbe diventato lo scienziato più importante del secolo e i suoi i maestri non facevano altro che rimproverarlo per quel suo brutto vizio, fare troppe domande. E poi era sempre distratto. Non faceva che guardarsi intorno e perdersi nei suoi pensieri. Eppure, a furia di tante domande e' arrivato a capire e a spiegare a tutti noi i segreti del tempo e dello spazio. Domanda fondamentale quella che il piccolo Einstein si pose in una bella giornata: "E se uno riuscisse a montare in sella a un raggio di sole?"

Jennifer Berne e' una popolare autrice americana di libri per ragazzi. La sua passione per i segreti dell'universo e gli scienziati che li hanno svelati e' il filo che tiene insieme questo ultimo su Einstein a tanti altri tra cui quello, pluripremiato, dedicato a Jacques Cousteau, l'esploratore e oceanografo francese. L'illustratore Vladimir Radunsky, artista russo naturalizzato americano che vive tra New York e Roma, ha pubblicato piu' di una trentina di libri per l'infanzia, tradotti in una decina di lingue. Autore raffinato, Radunsky ha portato nei libri illustrati anche i versi delle avanguardie poetiche russe degli anni venti e del Premio Nobel Josif Brodskij, cosi' come le ballate di Woody Guthrie. Per la Donzelli editore ha illustrato 'Consigli alle bambine' di Mark Twain (2010).

domenica 27 gennaio 2013

Giornata della Memoria. Le parole dei piccoli



Disegni e poesie dei bambini nel Ghetto di Terezìn.

Margit Koretzovà
Nostalgia della casa

E’ più di un anno che vivo al ghetto,
nella nera città di Terezin,
e quando penso alla mia casa
so bene di cosa si tratta.
[…]
Che arrivi dunque quel giorno
In cui ci rivedremo, mia piccola casa!
Ma intanto preziosa mi sei
Perché mi posso sognare di te.

1943 Anonimo

Aggiungi didascalia

Una sera di sole 

In una sera di sole, sotto l’azzurro del cielo,
sotto le gemme fiorite di un robusto castagno,
me ne sto seduto nella polvere del cantiere.
E’ un giorno come ieri, un giorno come tanti.
[…]
Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride.
Vorrei volare, ma come, ma dove?
Se tutto è in fiore, oggi mi dico,
perché io non dovrei? E per questo resisto!

1944 Anonimo

sabato 26 gennaio 2013

Una fiaba per raccontare la guerra e la speranza



ROSASPINA
di Jan Yolem


Rosaspina
Ed. Leone
Collana Sàtura
256 pp
12 uro
Gennaio 2013
Sinossi

A volte le fiabe sono l'unico modo per raccontare l'orrore senza limiti. 
Sin da bambina Rebecca si lasciava cullare dalle storie di nonna Gemma, dalle avventure di Rosaspina. 
Ma le ultime parole dell'anziana in punto di morte, Rosaspina sono io! la spingeranno a indagare sul passato  di Gemma, conducendola in un viaggio attraverso l'abisso della barbarie nazista, che avrà come ultimo approdo la speranza e la redenzione.
Briar Rose
cover

Una riscrittura moderna della Bella addormentata nel bosco ambientata nelle foreste della Germania durante la seconda guerra mondiale: inserito dall'American Library Association nella lista dei "100 Best Books for Teens". Sulla scia di La vita è bella, del premio Oscar Roberto Benigni, un capolavoro di grazia e profondità, finalmente in traduzione italiana dopo 20 anni di attesa.

L'autrice.
Jane Yolen (1939, New York), è considerata dalla critica l'Hans Christian Andersen americano. I suoi libri hanno vinto diversi premi tra cui la Caldecott Medal, due Nebula Awards, due Christopher Medals, un World Fantasy Award, tre Mythopoeic Fantasy Awards, un Golden Kite Award,un Jewish Book Award, un World Fantasy Association’s Lifetime Achievement Award e l' Association of Jewish Libraries Award.

Per grandi e piccini: L'albero di nuvola



Questo libro mi ha colpito, ad iniziare dal titolo.

L'ALBERO DI NUVOLA.
Il libro che ogni bambino dovrebbe far 
leggere ai suoi genitori.
di Enzo Braschi


L'albero di nuvola. Il libro che ogni bambino dovrebbe leggere ai suoi genitori
Ed. Uno Editori
112 pp
12 euro
Maggio 2012
Sinossi

Una favola senza tempo. “Stefano è un bambino di quattro anni che abita nell’ultima casa con giardino in mezzo a una fitta selva di grattacieli di vetro e acciaio, infinite strade che si intersecano le une alle altre, e tanto cemento. Tutto accade una tiepida mattina di primavera. Guardando al di là della finestra, Stefano nota una specie di animaletto dal pelo bianco e soffice che pare dormire nell’erba con la testa tra le zampe. No. Non si tratta, come pensava, di un gattino che ha perduto la sua mamma, ma di una piccola nuvola, una nuvola bambina caduta dal cielo e che non sa più come tornare a casa. Il bambino ha un’idea luminosa: scava un buco, vi adagia la piccola nuvola, la copre di terra e la innaffia con acqua fresca. “Adesso bisogna aspettare che cresca” mormora contento. Il giorno seguente in giardino è già spuntato un piccolo albero di nuvola che da quel momento crescerà più alto del più alto dei grattacieli e che parlerà a Stefano del miracolo dell’intera Creazione, e gli racconterà che la vita è ovunque. Lo farà con una voce che è la voce di uno, cento, mille bambini che hanno tanti anni, tanti secoli, tanti millenni e che l’albero racchiude dentro di sè. Stefano sa di essere il solo a vedere l’albero di nuvola e ad ascoltare le storie meravigliose che il suo amico gli narra ogni giorno, finchè i “grandi” non scopriranno il suo segreto e allora tutto cambierà per sempre nella sua vita...”.

GUARDA IL BOOKTRAILER

L'autore.
Enzo Braschi, nasce a Genova, dove si laurea in Filosofia con una tesi sulla Spiritualità dei Nativi americani delle Grandi Pianure.
Attore televisivo e cinematografico, é uno dei protagonisti della nuova comicità televisiva inaugurata nel 1984 dal mitico Drive In, con personaggi quali il Paninaro, il Cucador, il Soldato di leva, e proseguita in trasmissioni quali Striscia la Notizia, Paperissima e numerosi altri programmi televisivi.
All’attività di attore affianca quella di scrittore e di autore di due documentari: Il cerchio sacro dei Lakota (Canale 5) e La vera storia di ombre rosse (RAI TRE).
Dal 1996 al 2003 prende parte alla Danza del Sole – la cerimonia più sacra dei Nativi delle Grandi Pianure del Nord America – nelle Riserve dei Lakota di Cheyenne River e Rosebud, e nelle Black Hills, le mitiche “Colline Nere” del Sud Dakota. Il suo impegno civile e culturale nei confronti dei Popoli nativo-americani viene pubblicamente riconosciuto dall’Ordine dei Frati Minori, Commissione Giustizia e Pace e Salvaguardia dell’ambiente, con la seguente motivazione: “Riconoscimento all’attore e scrittore Enzo Braschi per aver contribuito alla giustizia e pace con solidarietà e alla salvaguardia della cultura indigena del Popolo d’America attraverso i suoi libri e la sua persona”.
Dopo avere ricevuto una visione, dal capo della Nazione Blackfoot Rufus Goodstriker (Seen from Afar), riceve il suo nome indiano, Iniumahka, “Bisonte Che Corre”. Dal leader spirituale Bruce Starlight (Nazione Blackfoot) gli viene inoltre concesso di poter pregare con la Chanunpa, la “Sacra Pipa”, il più alto simbolo della spiritualità degli Indiani d’America, donata loro da “Donna Bisonte Bianco” in tempi remoti. A partire dal 2000 si produce in un’assidua attività di conferenziere e conduttore di seminari sulla cultura dei Nativi americani in Italia e nel mondo con grande interesse verso il popolo degli Hopi.

lunedì 21 gennaio 2013

Dal libro al cinema (alle anime): TESORI TRA LA NEVE



dal libro al cinema
Il libro "tramutato" in film di oggi è una storia di quelle a scopo di "edificazione", volte quindi ad insegnare valori, modi di essere ed agire indirizzati verso il bene, l'amore per il prossimo, il perdono ecc...

Sicuramente in tanti avrete visto il cartone animato "Sui monti con Annette", in cui si  narra dell'amicizia tra due bambini 12enni, Annette e Lucien, che a un certo punto litigano per un motivo abbastanza grave; un giorno, Lucien, facendo dei dispetti al piccolo Dani, fratellino di Annette, gli getta, non volendo, il gattino Klaus in un burrone.
Il piccolo, per andare a prendere il gatto, cade nel burrone e si fa molto male alle gambe....
Ovviamente, tanto la famiglia di Annette quanto tutto il villaggio montano, guarderanno male quel cattivone di Lucien, che risentirà dell'isolamento, facendo amicizia con un vecchio solitario che lo aiuta a tirar fuori le sue capacità di intagliatore...

Immagine dell'articolo 'Tesori tra la neve' di St. John Patricia
Patricia M. St. John
Editore: EDIZIONI CENTRO BIBLICO
288 pp
6.20 euro
Il film, che ho visto pochi giorni fa, è Tesori tra la neve ed è tratto dall'omonimo romanzo per ragazzi, di Patricia St. John, scritto nel 1950 quando l'autrice e la sua famiglia abitavano in un villaggio delle Alpi svizzere. Nel romanzo l'accento è posto sulla psicologia dei personaggi, sui loro sentimenti spesso contrastanti che possono produrre avvenimenti tragici ed ingiusti. 
Su tutti spicca Annette ed il suo amore assoluto, sofferto e materno verso il fratello Dany, mettendo in luce le profondità del suo animo e i suoi atteggiamenti sia dolci che malvagi che lei ha nonostante la sua giovane età.
Molto belle le scene in cui la nonna di Annette "lavora" sull'animo della nipotina aiutandola a considerare i sentimenti negativi ai quali ha dato troppo spazio nel proprio cuore e che le stanno facendo del male; così pure, molto intensi i momenti in cui Lucien e Annette pregano il Signore perché li aiuti nelle difficoltà.

Vi consiglio di leggere il libro e, se riuscite, anche di reperire il film (Fedefilm), è davvero ricco di insegnamenti per grandi e piccini!!!

sabato 19 gennaio 2013

Per piccoli lettori: "La ragazza che leggeva le nuvole"



Una lettura deliziosa per i più piccoli...

LA RAGAZZA CHE LEGGEVA LE NUVOLE
di Elisa Castiglioni Giudici


Ed. Il Castoro
160 pp
13.50 euro
2012
Trama

Il primo incantevole romanzo di una nuova voce italiana.
La vita di Leela è a una svolta: deve lasciare l'India per trasferirsi negli Stati Uniti con la sua famiglia.
Un nuovo Paese da conoscere, una nuova scuola, nuovi amici l'aspettano - forse anche un nuovo amore? Leela ha sempre potuto contare su una guida sicura: il cielo e le nuvole, che l'amata Nonna le ha insegnato a leggere con gli occhi del cuore. E tra le sfide da affrontare c'è anche il bullismo delle compagne di scuola.
Un affascinante romanzo di formazione, che invita a custodire le proprie radici e a lottare per restare fedeli a se stessi.

L'autrice.
Elisa Castiglioni Giudici è nata in Italia nel 1975, ma da alcuni anni vive con la sua famiglia a Boston. "La ragazza che legge le nuvole" è il suo primo romanzo
.

Un alberello coraggioso



IL MANDORLO: UNA LEGGENDA

fiori mandorlo

L’inverno era stato freddissimo: neve, gelo e vento per mesi e mesi avevano fatto da padroni sulla terra.
Era passato febbraio, ma nessun fiore osava mostrarsi, nessuna foglia aveva voglia di schiudersi,
- Se viene il vento gelido, per noi è finita – dicevano le pratoline nascoste sotto terra al calduccio.
- Qui sto bene – diceva la gemma e rabbrividiva sul ramo.
- Quest’anno continueremo a dormire – ripetevano le viole.
Ma un alberello tutto nero che si alzava diritto sul colle disse:
- Proverò io e se i miei fiori saranno bruciati dal gelo, pazienza, ne metterò degli altri.
E un mattino mise fuori, timido timido, il primo fiore. Non faceva poi così freddo! Subito ne mise un altro, e poi un altro ancora.
Ben presto la pianta fu tutto uno splendore di petali bianchi.
L’aurora che si affacciava guardò commossa l’alberello coraggioso e per premiarlo gli diede i suoi colori.
I petali bianchi si tinsero di un rosa delicato.
Da quel giorno, tutti gli anni, appena l’inverno finisce il mandorlo si copre di petali bianco rosati e annuncia agli uomini che la primavera è vicina.

(Guida Attivamente – Edizioni Raffaello - Felicita Lorenzini, Leggende di fiori, La sorgente)

sabato 12 gennaio 2013

LA GARA DEI CASTELLI




racconti .. 

LA GARA DEI CASTELLI

C’era una volta, anzi c’era ancor prima, una bella principessa che si chiamava Asa
e che viveva nei paesi del nord, nel regno di Hrolf.
Asa aveva molti pretendenti, ma di gran lunga i più ostinati erano due nobili principi:
Agnay e Volund.
Non sapendo chi scegliere, Asa si consigliò col padre. “Sono tutti e due principi”, disse,
“tutti e due bravi cavalieri, e anche belli. Come faccio a scegliere?”.
Allora, re Hrolf convocò a corte i due principi. Disse loro: “A guardia della frontiera
settentrionale e di quella meridionale del mio regno ci sono due colline identiche. Desidero
che ciascuno di voi prenda una collina e ci costruisca in cima un castello degno di una
principessa. Quello che finirà per primo sposerà la principessa Asa. Ma attenti, c’è una
condizione: dovete terminare il vostro castello senza spendere più di questo”. 
E così dicendo il re diede a ciascuno dei principi mille monete d’oro: quasi una fortuna per quei
tempi. I due principi si misero subito al lavoro, ma con criteri molto diversi.
Il principe Agnay pensò: ”Essendo una gara, la rapidità è la cosa più importante.
Prenderò molti manovali, che dovranno accontentarsi di lavorare per un basso salario.
Useremo pietra locale per comodità e perché costa poco, anche se è un pò difficile da
lavorare.  Non  perderemo  tempo  a  costruire  vere  e  proprie  impalcature,  dormiremo
all’aperto e mangeremo le bacche selvatiche che crescono sulla collina”.
castle
Il principe Volund invece la pensava diversamente: ”Costruire un castello è un
lavoro lungo, faticoso e anche pericoloso. Prenderò soltanto gli operai che potrò pagare
bene. Porteremo la pietra da oltre le montagne perché è di qualità più facile da lavorare.
Taglieremo i pini delle foreste per fare le impalcature e per costruire gli alloggi degli operai,
prenderemo anche dei cacciatori che ci riforniscano di cervi e cinghiali per mangiare.
Inoltre tutti gli uomini che lavoreranno alla costruzione del castello ne saranno in parte
proprietari, questo vuol dire che avranno diritto di rifugiarvisi con la famiglia in tempi
difficili”.
Alla fine della prima estate, re Hrolf andò a vedere come procedevano i lavori. 
Il castello di Agnay era già mezzo costruito mentre quello del povero Volund era appena
cominciato. La gente rideva. “Sarà senz’altro un bellissimo castello, quando sarà finito”
diceva, beffandosi di Volund. “Peccato che non ci sarà la principessa ad abitarci”. 
Re Hrolf non ne era altrettanto sicuro.
Venne l’inverno, e come sapete, l’inverno è molto rigido nei paesi del nord. Con le
mani gelate la pietra di Agnay era ancora più difficile da lavorare. Gli incidenti per la
mancanza di impalcature si triplicarono. Le bacche sparirono dai fianchi della collina, e
dove una volta c’era l’erba su cui dormire ora c’era la neve.
Le lagnanze e i mugugni fatti in sordina diventarono poi aperta protesta, e uno dopo
l’altro gli uomini di Agnay posarono gli attrezzi di lavoro, se così si potevano chiamare, e si
chiesero: “Perché dobbiamo lavorare in queste condizioni?”. 
Gli operai di Volund, invece, sapevano che una volta finito il castello avrebbero avuto sicurezza per sé e per le loro famiglie per tutta la vita. Andarono perciò da Volund e gli dissero: “Visto che siamo così indietro, ci siamo guardati intorno e abbiamo scoperto vari modi per essere più efficienti”.
Fu così che, mentre Agnay cadde nella confusione più completa, Volund acquisì un
vantaggio dopo l’altro. 
E, come avrete ormai indovinato, un’estate ed un inverno più tardi Volund non solamente fu il primo a finire, ma aveva costruito il castello più bello.
Tutti dissero che il matrimonio fu un vero splendore. Re Hrolf prese in disparte Volund e gli disse: “Ho trovato più che un figlio. La gente di questo paese del nord non dimenticherà mai la lezione che ci hai dato”.

Christopher Martin

(www.pagliuzze.it)

La bambina che leggeva i libri



Cercate un libro da regalare ad un lettore giovanissimo..?
Un libro che parli di .. libri (^_^) e che sia pervaso da una magica e sognante atmosfera, e che farà venir voglia a voi per primi di leggerlo...?
Ecco il mio consiglio per oggi....!!!

LA BAMBINA CHE LEGGEVA I LIBRI
di Pierdomenico Baccalario


Ed. Fanucci
Tweens
288 pp
15 euro
2010
Trama

C’era una volta, in un piccolo e sperduto paesello alpino, una biblioteca talmente grande da contenere migliaia di libri. C’erano manuali su come addestrare il cavallo più ribelle o su come preparare pozioni magiche, racconti sulle avventure dei vampiri del bosco, o sulle gesta di un cavaliere senza nome. 
Insomma, in quella biblioteca c’erano libri per tutti i gusti, ma così numerosi che la povera signora Geltrude faticava a tenerli in ordine. 
Fino al giorno in cui, seduta a uno dei tavoli, notò una bambina. Una bambina davvero speciale, perché non leggeva semplicemente le storie, ma le divorava, una dopo l’altra, come se fossero le deliziose frittelle del fornaio. 
Fu in quel preciso giorno che Geltrude trovò la sua aiutante.
I libri erano la passione anche di un altro abitante del paese, un signore che aveva un unico sogno: scrivere il perfetto romanzo per ragazzi. Non gli interessavano le solite storie di eroi a cavallo con le spade sguainate, né gli piacevano quelle di streghe e di mele avvelenate. 
Lui voleva raccontare una storia indimenticabile, capace di conquistare il cuore dei suoi giovani lettori. Ma per farlo aveva bisogno di una lettrice molto speciale. 
Fu allora che il destino gli fece incontrare la bambina che leggeva i libri...

L'autore.
Pierdomenico Baccalario, nato ad Acqui Terme nel 1974, è autore di romanzi di avventura e fantasy per ragazzi di enorme successo, che hanno venduto oltre 2 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 25 Paesi, come le serieUlysses Moore e Century. Fanucci Editore ha pubblicato
nella collana Teens i romanzi Pesci volanti (vincitore del premio White Ravens 2007) eAmaro dolce amore, scritti con Elena Peduzzi, e nella collana Tweens La bambina che leggeva i libri.

giovedì 10 gennaio 2013

Oggi in libreria: LA BAMBINA DAI CAPELLI DI LUCE E VENTO



Buon giovedì!!
Prima di recarmi in cucina a preparare qualcosina da mangiare per oggi (volete sapere il mio menù?? Ok, vi accontento ^_^ :  come primo, gnocchi con radicchio e crescenza; per secondo una bella insalata di finocchi, arance, noci e olive nere....!!!  Che dite, può andar bene? ^_^) eccomi qui a segnalarvi una uscita molto carina, in realtà rivolta ad un pubblico di lettori mooolto giovane, ma credo che spesso i libri per i ragazzi abbiano spunti interessanti anche per i più grandicelli....! ;).

Trovo questa trama "dolcemente accattivante" e il libro finisce inevitabilmente in wishlist!!!!

LA BAMBINA DAI CAPELLI DI LUCE E VENTO
di Laura Bonalumi


Ed. Fanucci Tweens -
240 pp
13 euro
USCITA 10 GENNAIO 2013
La bambina dai capelli di luce e vento è un romanzo autentico e coinvolgente, è una storia che cattura e commuove, ricca di sentimento e passione, è una lettura che rimarrà impressa nel cuore e nella mente; un’esperienza indimenticabile come solo i grandi romanzi sanno essere.
Trama

Viola ha undici anni: undici fotografie di fiocchi di ghiaccio, undici pesci rossi, undici coperte di pile (vinte con i punti del Supermercato), undici palle di vetro con la neve, undici cappelli e ventidue guanti. Vive in una grande città dove nevica spesso con la sua famiglia "a metà”: sorella sedicenne, e genitori appena separati.
Non ha tanti amici Viola, a scuola si sente inadeguata, a casa, trascurata; non ha il cellulare, la Nintendo DS e nemmeno la Playstation.
Viola però ha una passione: la neve.
Conosce più di 100 modi in lingua eschimese per dire neve, legge libri sulla neve, poesie, enciclopedie, e non si separa mai dalla sua lente d’ingrandimento: il fiocco perfetto potrebbe cadere da un momento all’altro!
Se potesse, lei, parlerebbe solo di neve; racconterebbe a chiunque della magia dei cristalli di ghiaccio che nascono e si formano attorno ad una perfetta forma esagonale; purtroppo però, a nessuno sembra interessare questo argomento.
Ma pochi giorni prima di Natale, Viola trova sull’autobus un oggetto luminoso: un fermaglio per capelli a forma di fiocco di neve. 
Viola lo prende, lo porta con sé e lo studia. E si rende conto che solo lei può vederlo. Perché?
La risposta arriva con la comparsa di Emily, la ragazzina con i capelli di vento, che appare, svanisce e riappare lasciando dietro di sé, polvere dorata. 
Emily: la ragazzina-passante, che vive a metà, tra la vita e il sonno, tra la realtà e il riposo eterno. La ragazzina che ama pattinare sul ghiaccio.
Viola dovrà aiutarla a svegliarsi. Ma come?
Così, con il supporto di un padre comprensivo, di una nonna e di una bisnonna dalle tradizioni davvero particolari, Viola assolve il suo compito, la sua missione.

Può una passione, se autentica e sincera, salvarci la vita?

L'AUTRICE.
Laura Bonalumi, nata nel 1966, vive in provincia di Milano.
Dopo una lunga esperienza nel settore pubblicitario come creativa - in Italia e all’estero - scopre la passione per la scrittura.
Ha pubblicato: Fragile (Fara Editore - 2009), Gli occhi del mondo (Fara Editore, 2006) Wild Iris (Ed. Nuovi Autori, 2002).
Sposata, mamma di due bambine, "La Bambina dai capelli di luce e vento", una originalissima storia per ragazzi a partire dagli 11 anni, esce oggi per la Fanucci
.

sabato 22 dicembre 2012

Il panettone ... leggendario



Se dico NATALE, quali parole golose vi vengono in mente??
Secondo me, una delle prime è....

PANETTONE!!!!!!!!!!

La sua origine??
Ecco due leggende!!!


Una storia narra che il panis quidam acinis uvae confectus fosse presentato per la prima volta alla tavola di Ludovico il Moro nel Natale del 1476.
panettone
Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Signore di Milano, si tenne un gran pranzo.
Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto. Accortosi che il dolce era bruciato durante la cottura, il panico colse l'intera cucina. Per rimediare alla mancanza, uno sguattero della cucina, detto Toni, propose un dolce che aveva preparato per sé, usando degli ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente preparazione.
Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l'unico dolce che aveva a disposizione. Un "pane dolce" inconsueto fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba. Un coro di lodi si levò unanime e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome.

Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore e da quel momento tutti mangiano e festeggiano con il "pan del Toni", ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo.

separateurs,lignes,barres,noel,christmas
seconda leggenda

Un'altra leggenda racconta di un convento di suore, nel quale la piccola suora cuciniera, suor Ughetta, inventò un dolce per i suoi poveri.

La pasta del panettone viene fatta lievitare più volte con un procedimento piuttosto laborioso che può durare ben oltre le 72 ore per ottenere un buon Panettone a lenta lievitazione naturale da pasta acida. Gli ingredienti principali sono: acqua, farina (occorre una farina forte), burro, zucchero, lievito naturale, uvetta sultanina, cedro candito, scorze di arancio candite, uova, vaniglia e sale.

Una volta veniva preparato solo in casa e prima di infornarlo il capo famiglia lo incideva con un taglio a croce in segno di buon auspicio per il nuovo anno. Anche gli ingredienti avevano un loro significato: l’uvetta simboleggiava soldi, l’arancia amore e il cedro eternità, ovvero salute.

Fonte: web

sabato 8 dicembre 2012

Le stelle d'oro (favola)



Una favoletta tutta per voi, amici!!
Credevo di non poter essere al pc stamattina e di dovermi quindi  accontentare dei post programmati, ed invece... eccomi qui!!
^_^

LE STELLE D'ORO

Era rimasta sola al mondo. L'avevano messa sopra una strada dicendole: - Raccomandati al cielo, povera bimba!
E lei, la piccola orfana, s'era raccomandata al cielo! Aveva giunte le manine, volto gli occhi su, su in alto, e piangendo aveva esclamato: - Stelle d'oro, aiutatemi voi!
E girava il mondo così, stendendo la manina alla pietà di quelli che erano meno infelici di lei. L'aiutavano tutti, è vero, ma era una povera vita, la sua: una vita randagia, senza affetti e senza conforti.
Un giorno incontrò un povero vecchio cadente; l'orfanella mangiava avidamente un pezzo di pane che una brava donna le aveva appena dato.
- Ho fame - sospirò il vecchio fissando con desiderio infinito il pezzo di pane nelle mani della bimba; - ho tanta fame!
- Eccovi, nonno, il mio pane, mangiate.
- Ma, e tu?
- Ne cercherò dell'altro.
Il vecchio allora la benedisse: - Oh, se le stelle piovessero su te che hai un cuore così generoso!
Un altro giorno la poverina se ne andava dalla città ala campagna vicina. trovò per via una fanciulla che batteva i denti dal freddo; non aveva da ricoprirsi che la pura camicia.
- Hai freddo? - le domandò l'orfanella.
- Sì, - rispose l'altra - ma non ho neppure un vestito.
- Eccoti il mio: io non lo soffro il freddo, e se anche lo sento, mi rende un po' meno pigra.
- Tu sei una stella caduta da lassù; oh se potessi, vorrei... vorrei che tutte le altre stelle ti cadessero in grembo come pioggia d'oro.
E si divisero. L'orfanella abbandonata continuò la strada che la conduceva in campagna, presso una capanna dove pensava di riposare la notte, e l'altra corse via felice dell'abitino che la riparava così bene.
La notte cadeva adagio adagio e le stelle del firmamento si accendevano una dopo l'altra come punti d'oro luminosi. L'orfanella le guardava e sorrideva al ricordo dell'augurio del vecchio e di quello uguale della bimba cui aveva regalato generosamente il suo vestito. Aveva freddo anche lei, ora; ma si consolava perché la cascina a cui era diretta non era lontana; già ne aveva riconosciuti i contorni.
- Ah sì! - pensava: - se le stelle piovessero oro su di me ne raccoglierei tanto tanto e farei poi tante case grandi grandi per ospitare i bambini abbandonati. Se le stelle di lassù piovessero oro, vorrei consolare tutti quelli che soffrono; sfamerei gli affamati, vestirei i nudi... Mi vestirei - disse guardandosi con un sorriso; - io mi vestirei perché, davvero, ho freddo.
Si sentì nell'aria un canto di voci angeliche, poi il tintinnio armonioso di oro smosso. La bimba guardò in alto: subito cadde in ginocchio e tese la camicina. Le stelle si staccavano dal cielo, e , cambiate in monete d'oro, cadevano a migliaia attorno a quell'angioletto che, sorridendo, le raccoglieva felice:
- Sì, sì! Farò fare, sì, farò fare uno, no... tanti bei palazzi grandi per gli abbandonati e sarò il conforto di tutti quelli che soffrono!
Dal cielo, il soave canto di voci di paradiso ripeteva: - Benedetta! Benedetta!

Leggere per crescere: "Lo specchio dei desideri"



Per la sezione "Narrativa Bambini-Ragazzi", oggi segnalo un'uscita recente:

LO SPECCHIO DEI DESIDERI
di Jonathan Coe


Lo specchio dei desideri
Ed Feltrinelli
collana Kids I Romanzi
96pp
12 euro
Sett. 2012
I desideri possono davvero trasformare la realtà?

Trama

Un giorno la piccola Claire, sottraendosi ai genitori litigiosi, si rifugia nella discarica dietro casa, dove trova uno specchietto rotto dal quale si sente stranamente attratta. 
È un brutto pezzo di vetro tagliente, ma ha il magico potere di trasformare anche la più squallida realtà in un mondo fiabesco: il cielo bigio nel riflesso diventa azzurro paradiso e la casa di Claire, una modesta villetta di periferia, si trasforma in un castello turrito sormontato da fantastiche conchiglie. 
Intanto il tempo passa e Claire cresce, sempre accompagnata dal suo specchio magico, in cui può vedere il proprio viso senza l’acne dell’adolescenza, e il padre che abbraccia teneramente la madre al pub. 
Ma nella realtà il padre sta flirtando con la sua nuova fidanzata, per la quale abbandonerà la famiglia, e il ragazzo di cui Claire è innamorata sta con la sua peggiore nemica. 
Quello specchio crea solo illusioni e Claire, arrabbiata, sta quasi per buttarlo, quando interviene Peter, un ex compagno delle medie. Ma quando lui la invita a uscire una sera e le dà appuntamento alla discarica, Claire rimane sbigottita: anche Peter ha trovato un pezzo di specchio rotto, che in realtà è il tassello di un puzzle più ampio.

Una storia sul passaggio dai mondi di sogno, rifugi dell’infanzia, ai sogni del mondo, che si possono realizzare unendo le forze di tutti.
Una parabola politica per ragazzi, una fiaba contemporanea per adulti, un romanzo di “trasformazione”. 

L'autore.
Jonathan Coe è nato a Birmingham nel 1961, è sposato e vive a Londra. Ha svolto molte attività: insegnante di Poesia Inglese all'università di Warwick, musicista semiprofessionista, correttore di bozze, giornalista e scrittore freelance. E' considerato uno dei più importanti talenti narrativi inglesi e si distingue per l'originalità dei suoi racconti e l'acuto spirito contro le contraddizioni della società inglese.

venerdì 7 dicembre 2012

Storie per sognare: "La foresta incantata e altre storie"



Stavo cercando una cosa ma mi è saltata davanti agli occhi un'altra...!
E quindi, eccomi a segnalarvi una raccolta di racconti fiabeschi e dalle magiche atmosfere, ideali per questo periodo che, per tanti, ha un che di magico...!!

LA FORESTA INCANTATA E ALTRE STORIE
di Marco Gionta


La foresta incantata e altre storie
Ed. Auralia
284 pp
13 euro
3.12.2012
Magia e dolcezza, avventura e meraviglia, possibilità e pericoli si fondono e si confondo nella Foresta incantata…

Trama

Una Foresta incantata, capace di celare e rivelare, di accogliere e nascondere, streghe di straordinaria bellezza, minuscole fate, animali magici, creature fiabesche, un adorabile orfanello con il sogno di una vita migliore, palazzi pietrificati, orchi e briganti, oggetti magici e incantesimi, principi, principesse, spiriti del vento e giganti, un crescendo di avventure e magie, sono alcuni degli ingredienti di questa incantevole raccolta di racconti fantastici inediti focalizzata sul tema della foresta incantata e destinata a lettori di ogni età, amanti delle storie fantastiche.
Tra le sue pagine, tutti potranno trovare qualcosa di rassicurante e ammirevole, di coinvolgente e di appagante, di strabiliante e di avventuroso, uno svago o una pausa di felicità. 
Nella raccolta troverete brevi storie fatate, ritmate, avventurose e coinvolgenti nella loro immediatezza, e un racconto fantastico di ampio respiro: "La Foresta incantata", scandita da un ritmo del tutto sereno e accogliente, pervasa da un senso di dolcezza e gentilezza, difficilmente trovabili in altri racconti dello stesso genere. 
In questo delicato racconto Il piccolo protagonista fugge da un mondo ostile e inospitale per trovare nella foresta tutto l'amore, la serenità e l'accoglienza di cui aveva bisogno e che gli darà modo di affrontare di nuovo la vita.

sabato 1 dicembre 2012

Storie da leggere: Simone e Frusy"



Questo libro mi è stato regalato e lo consiglio per bambini e giovanissimi, in quanto costituisce una lettura edificante e ricca di insegnamenti!



SIMONE E FRUSY
di Cornelio Van Gelderen e Simone La Cognata


Ed. Cem
60 pp
3.50 euro
Sinossi

Hai mai incontrato qualcuno completamente diverso da te?
Simone e Frusy sono due ragazzi, con due esperienze molto differenti alle spalle.
Hanno dei genitori che sono quasi l’opposto tra loro!
Quando si incontrano inizia un’amicizia che, però, li mette anche davanti a scelte che richiedono molto coraggio.
Una storia entusiasmante che ti coinvolgerà e ti toccherà!


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