Romanzo biografico e di formazione, L'educazione ci racconta la storia della sua autrice, nata e cresciuta in una famiglia di mormoni fondamentalisti, con a capo un marito/padre ossessionato dall'imminente fine del mondo e con una madre amorevole sì ma ciecamente sottomessa alla "fede" del marito al punto da non intervenire di fronte ai soprusi che si consumavano dentro e fuori le mura di casa.
Uscire da una tale complessa e soffocante situazione famigliare non sarà facile ma si renderà comunque necessario.
L'EDUCAZIONE
di Tara Westover
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Feltrinelli trad. S. Rota Sperti 384 pp |
Tara nasce in una isolata località di montagne, nell'Idaho; è l'ultimogenita e tanto lei che sua sorella Audrey e i loro fratelli Luke e Richard non sono stati registrati all'anagrafe, alla nascita (lo saranno qualche anno più tardi) perché suo padre - mormone survivalista - ha sempre odiato il governo, con le sue leggi e i suoi loschi tentativi di schedare, ingabbiare, schiavizzare e controllare le persone.
Per la medesima ragione, non ha mandato a scuola nessuno dei suoi figli, compresi i maggiori Tony, Tyler e Shawn.
I ragazzi Westover non conoscono neppure cosa voglia dire andare in ospedale o farsi visitare da un dottore.
Sono cresciuti senza libri, senza sapere cosa succede nel mondo oggi né cosa sia successo di rilevante in passato; tutto ciò che sanno proviene dalla Bibbia e dal Libro di Mormon, e gli unici "personaggi storici" di cui sanno vita morte e miracoli sono Joseph Smith e Brigham Young *.
La loro mamma a un certo punto, contro la propria volontà e su insistenze del marito Gene, ha iniziato a lavorare come levatrice e guaritrice, divenendo esperta nell'uso di piante medicinali.
I figli hanno imparato sin dall'infanzia ad aiutare sia dentro casa (ad esempio, nello stufare le erbe per la madre o preparare frutta sciroppata da conservare in vista della fine del mondo) che fuori, accompagnando il padre in discarica per recuperare metalli.
Lavoro, quest'ultimo, pesante e pericoloso, tanto che Tara ci racconta diversi episodi drammatici in cui lei o un paio di fratelli si sono fatti moooolto male proprio lavorando col padre, e non hanno potuto neppure usufruire dell'ospedale ma solo rimettersi nelle sapienti mani della mamma e in quelle misericordiose del Signore.
Fino a diciassette anni Tara non aveva idea di cosa fosse l’Olocausto o l’attacco alle Torri gemelle e l'idea di andare a scuola era quasi una bestemmia alle orecchie del padre, che al solo nominarla cominciava ad inveire contro la cultura del mondo, peccaminosa, seducente, contraria al volere di Dio.
Il clima in casa era spesso pesante: il padre era un uomo carismatico ma anche folle e incosciente, fino a diventare pericoloso; il fratello maggiore Shawn era chiaramente disturbato e diventa violento con le sorelle; la madre cercava di difenderle, ma piuttosto blandamente e comunque sempre restando fedele alle sue credenze e alla sottomissione femminile prescritta.
L'unica "pecora nera" in casa è sempre stato Tyler, uno dei fratelli, il più tranquillo e riflessivo che di punto in bianco ha deciso di studiare, decidendo - contro la volontà paterna - di lasciare casa pur di iscriversi al college.
Sarà proprio lui a consigliare a Tara di non restare a lungo tra quelle montagne, ma di provare a costruirsi la propria strada, magari attraverso lo studio, la scuola.
“C’è un mondo là fuori, Tara,” disse. “E ti sembrerà molto diverso una volta che il papà avrà smesso di sussurrarti all’orecchio cosa ne pensa.”
E infatti Tara, incuriosita e desiderosa di sapere cosa e quanto ci fosse di nuovo e interessante oltre l'educazione ricevuta in casa, decide di seguire le orme di Tyler e di provare a leggere e studiare i testi scolastici, pur non avendo lei altre basi se non quelle (limitate) datele dalla madre.
Ed è così che la possibilità di emanciparsi, di vivere una vita diversa, di diventare una persona diversa fa capolino nella sua mente e diventa per lei il trampolino per spiccare il volo, per cominciare ad allentare gli stretti legami con quella famiglia ingombrante, in cui si respira costrizione, doveri, ordini da eseguire, dove il tipo di attività che la vede impegnata è non soltanto decisamente mascolina, ma altresì pericolosa e senza sbocchi per il futuro.
Se lei restasse tra quei monti, a separare pezzi di ferro e alluminio, non avrebbe alcuna possibilità di dare una svolta alla propria vita.
Per non parlare del fatto che Tara, come tutti gli esseri umani, ... cresce.
Passano gli anni e non è più la bambinetta di nove anni che va dietro alla madre a veder nascere dei bambini, ma è un'adolescente che comincia a chiedersi se potrebbe piacere ai ragazzi, e se potrebbe mai piacere loro conciata com'è, con la salopette lorda e un cattivo odore sempre attaccato addosso a causa dei lavori da fare con e per il padre.
E quando il fratello Shawn si scontra con la realtà di questa sorellina - chiamata affettuosamente Morennina, con cui ha iniziato da qualche anno ad instaurare un buon rapporto, fatto di complicità - che sta maturando, il cui corpo sta sbocciando, che ha voglia di sistemarsi prima di uscire, forse anche di mettere un velo di rossetto..., qualcosa gli scatta nella testa e il suo comportamento verso Tara subisce una brusca deviazione.
Shawn diventa violento, aggressivo fisicamente e psicologicamente, non fa che prendere per i capelli Tara anche solo se lei gli risponde male o lo ignora, metterle la faccia nel water, torcerle polso e braccia sino a farla quasi svenire dal dolore, il tutto accompagnato da una sfilza di pesanti insulti, che terminano solo quando lei, per porre fine a quella sofferenza, si umilia e chiede scusa.
"È strano quanto potere dai alle persone che ami, avevo scritto sul mio diario. Ma Shawn aveva un potere su di me che era inimmaginabile. Aveva definito chi ero, e non esiste potere più grande di questo."
Ogni volta che questi episodi accadono, Tara reagisce in un modo che a me personalmente, in certi momenti, ha irritato: ride e, se c'è gente a guardarli mentre avviene questa violenza, ride ancora di più e comincia a gridare frasi sconnesse che facciano pensare agli sgomenti spettatori che è tutto ok, i due fratelli stanno giocando.
È chiaro che è un meccanismo di difesa, che Tara mette in atto per convincere se stessa che Shawn non la sta mica per ammazzare, che di lì a poco smetterà di torcerle il braccio o di sedersi sulla sua schiena gridandole ingiurie...
Tara, sconvolta ogni volta, prova poi a fare il punto di ciò che è accaduto, ad analizzarne ogni frammento, arrivando a trascriverlo su un quaderno per non dimenticarlo, perchè un domani i ricordi non si confondano.
E il rischio che i racconti di aneddoti del passato possano essere falsati è concreto, tant'è che spesso l'autrice inserisce delle note per far sapere al lettore che di un dato fatto ci sono varie versioni in famiglia, e che certi suoi ricordi sono confermati o smentiti dai fratelli presenti di volta in volta.
Quando Tara - diventando adulta e dopo aver deciso di dire basta a quella situazione famigliare che la vede sempre vittima di botte e ingiurie da parte di Shawn, il quale viene sempre difeso e coperto dai genitori - tenta di iscriversi al college (alla Brigham University) non sa ancora - o forse lo immagina appena - che quello sarà soltanto il primo passo per l'emancipazione, l' inizio della sua battaglia per scrivere la propria storia personale al di là e al di fuori di quella della propria famiglia.
Pensare di recidere i legami con essa è inevitabilmente fonte di dolore perché comunque lei ama i propri cari, ma al contempo sa che se restasse in quella casa, morirebbe dentro, ogni opportunità di fare della propria vita qualcosa di prezioso e unico, svanirebbe, verrebbe schiacciata da cumuli di pesche sciroppate, dall'odore delle piante cotte dalla madre e dal ferro accartocciato in discarica col padre.
Per non parlare del pericolo costituito da Shawn.
L'educazione è quindi non solo un'autobiografia ma soprattutto un romanzo di formazione, in cui l'educazione diventa lo strumento principale di riscatto di una ragazza da un'eredità famigliare che, lungi dal poter essere una ricchezza, rischia di essere un fardello, un ostacolo alla propria autorealizzazione.
È un processo irto di dubbi e paure, quello che vive Tara per trovare sé stessa, il proprio valore come singola persona, che può e sa vivere (e bene!) anche fuori dal nido famigliare, per certi versi rassicurante, per altri insidioso.
Non è facile dare un calcio agli insegnamenti religiosi ricevuti, che hanno contribuito a formare la sua personalità, nel bene e nel male.
"Ad avere valore non ero io, ma la patina di obblighi e cerimonie che mi frenava."
Lo studio di materie come la Storia ** le aprono la mente, allargandole gli orizzonti e offrendole altre chiavi di lettura della realtà, prima analizzata solo da un'unica prospettiva: quella della fede mormona.
"Avevo cominciato ad accorgermi di una cosa fondamentale che riguardava mio fratello, mio padre, me stessa. Avevo capito che eravamo stati scolpiti da una tradizione che ci era stata data da altri, una tradizione di cui eravamo volutamente o accidentalmente all’oscuro. Mi ero resa conto che avevamo prestato le nostre voci a un discorso il cui unico scopo era quello di disumanizzare e abbrutire gli altri – perché era più facile alimentare quel discorso, perché conservare il potere sembra sempre la strada migliore."
"Tutti i miei sforzi, tutti i miei anni di studio mi erano serviti ad avere quest’unico privilegio: poter vedere e sperimentare più verità di quelle che mi dava mio padre, e usare queste verità per imparare a pensare con la mia testa."
La lettura di quest'autobiografia romanzata mi ha suscitato diverse emozioni, legate anche al fatto che c'è di mezzo l'argomento fede, al quale sono sensibile per ragioni personali.
Mi ha sempre "spaventata" il fondamentalismo religioso e, con gli anni, ho cercato di evitarlo, pur avendo dei saldi principi di fede, basati sull'insegnamento delle Sacre Scritture.
I libri (ma anche le serie tv, i film e i documentari) che trattano di questi movimenti religiosi estremi, che dicono di ispirarsi alla Bibbia ma in realtà ne distorcono spesso il senso, mi hanno sempre interessata moltissimo ed ho letto con molta partecipazione il racconto che la scrittrice fa della propria famiglia, dell'educazione ricevuta al suo interno, dei legami famigliari forti e, per alcuni versi, tossici; mi hanno colpito le figure maschili, in particolare il padre e Shawn, il primo probabilmente bipolare e il secondo con gravi problemi di autoregolazione della rabbia e degli istinti violenti.
Ammirevole la forza di volontà di Tara, che ha iniziato, affrontato e proseguito con profitto un percorso di studi sempre più difficile, partendo da un'istruzione domestica davvero molto limitata; lei alcune volte mi ha irritata per il suo essere succuba di certe dinamiche ed altre mi ha intenerita per la stessa ragione, perché comunque non ci si libera di determinati retaggi con uno schiocco di dita e sicuramente allontanarsi da casa le è costato non poco, emotivamente.
Lo consiglio, la lettura scorre in modo via via sempre più avvincente, soprattutto perché si legge con la consapevolezza che è una storia vera.
* Smith è stato il fondatore e il primo presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (i "mormoni"); Brigham è stato il secondo presidente. Entrambi erano considerati dai fedeli "profeti e veggenti".
** Tara Westover è nata in Idaho nel 1986. Dopo una laurea alla Brigham Young University, ha vinto una borsa di studio a Cambridge, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in storia.