lunedì 28 gennaio 2013

Titoli.... stellari!!


Buongiorno e buonissimo lunedì!

Allora, eccoci con le nostre rubriche di oggi!
Iniziamo con...

titoli belli

Quelle di oggi hanno tutte in comune la parola STELLE, che su di me esercita sempre il suo fascino!

UN SEGRETO DI BOSCHI E DI STELLE (D. Guterson, Longanesi, 364 pp, 18.60 euro, 2011).
Sensazioni e pensieri principali che questo titolo  mi suscita? MAGIA, SOGNO....!

IL PAESE DELLE STELLE  NASCOSTE (S. Yalda, Piemme, 210 pp, 9.50 euro, 2010).
Questo invece mi suscita in particolare molta curiosità e voglia di scoprire realtà magiche e misteriose!
starssss

IL MESSAGGIO SEGRETO DELLE STELLE CADENTI (M. Giovagnoli, Newton Compton, 320 pp, 9.50 euro, 2012).
Anche questo mi dà sensazioni di curiosità, stupore, davanti a dimensioni e incantevoli da conoscere; e poi la stella cadente mi fa pensare ai sogni espressi guardano le comete e questo ha sempre un che di romantico ^_^

HO PEDALATO FINO ALLE STELLE (P. Aresi, Mursia, 224 pp, 14 euro, 2008).
Questo titolo, infine, mi dà pensieri di speranza, di libertà... La speranza di poter "arrivare in alto", lì dove non avevamo mai sognato o pensato; la libertà di farlo, senza pesi e legami inutili, dritti verso un futuro che sia il migliore possibile...

A VOI PIACCIONO I MIEI TITOLI "STELLARI" DI OGGI? ^_^

domenica 27 gennaio 2013

GAM GAM





GAM GAM

Gam Gam Gam Ki Elekh
Be Be Ge Tzalmavet
Lo Lo Lo Ira Ra’
Ki Atta’ Imadi’
Ki Atta’ Imadi’
Shivtekha Umishantecha
Hema Hema Inaktamuni’”

——————————————-

Traduzione.

Anche se andassi
per le valli più buie
di nulla avrei paura
perché tu sei al mio fianco.
Se tu sei al mio fianco
il tuo bastone
il tuo bastone mi dà sicurezza”.

——————————————-

Ennio Morricone, Gam gam - 3:32
(testo e musica di Elie Botbol)
Album: Jona che visse nella balena (Jonah who lived in the whale) (1993)

Brano inserito nella colonna sonora del film Jona che visse nella balena (1996)
 di Roberto Faenza, con Juliet Aubrey e Jean-Hugues Anglade.

Giornata della Memoria. Le parole dei piccoli



Disegni e poesie dei bambini nel Ghetto di Terezìn.

Margit Koretzovà
Nostalgia della casa

E’ più di un anno che vivo al ghetto,
nella nera città di Terezin,
e quando penso alla mia casa
so bene di cosa si tratta.
[…]
Che arrivi dunque quel giorno
In cui ci rivedremo, mia piccola casa!
Ma intanto preziosa mi sei
Perché mi posso sognare di te.

1943 Anonimo

Aggiungi didascalia

Una sera di sole 

In una sera di sole, sotto l’azzurro del cielo,
sotto le gemme fiorite di un robusto castagno,
me ne sto seduto nella polvere del cantiere.
E’ un giorno come ieri, un giorno come tanti.
[…]
Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride.
Vorrei volare, ma come, ma dove?
Se tutto è in fiore, oggi mi dico,
perché io non dovrei? E per questo resisto!

1944 Anonimo

Libri artistici



Ancora un artista che si diverte a fare dei libri una base per delle opere d'arte....!
Prese dal web, non so chi sia/siano l'/gli artista/i  :)

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book art artwork sculptures 6 Insane artwork made from my old nemesis    books (35 Photos)
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book art artwork sculptures 31 Insane artwork made from my old nemesis    books (35 Photos)
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book art artwork sculptures 3 Insane artwork made from my old nemesis    books (35 Photos)
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Funny bookmarks



Segnalibri simpatici!! ^_^
Mermaid Tail in the Book — Unusual Art Bookmark (funny Father's Day gift) by My Bookmark
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Giornata della Memoria. Giusto tra le nazioni: Giorgio Perlasca



Uno degli italiani di cui possiamo andare orgogliosi per il coraggio, l'alto senso di solidarietà e rispetto per la dignità umana, è di sicuro GIORGIO PERLASCA.
Vediamo chi era quest'uomo...

Ricordo che le info sono prese dal sito a lui dedicato (QUI).

Perlasca
Giorgio Perlasca nasce a Como il 31 gennaio 1910. Dopo qualche mese, per motivi di lavoro del padre Carlo, la famiglia si trasferisce a Maserà in provincia di Padova.
Negli anni Venti aderisce con entusiasmo al fascismo, in particolar modo alla versione dannunziana e nazionalista.
Coerentemente con le sue idee, parte come volontario prima per l’Africa Orientale e poi per la Spagna, dove combatte in un reggimento di artiglieria al fianco del generale Franco.
Tornato in Italia al termine della guerra civile spagnola, entra in crisi il suo rapporto con il fascismo. Essenzialmente per due motivi: l’alleanza con la Germania contro cui l’Italia aveva combattuto solo vent’anni prima e le leggi razziali entrate in vigore nel 1938 che sancivano la discriminazione degli ebrei italiani. Smette perciò di essere fascista, senza però mai diventare un antifascista.

Scoppiata la seconda guerra mondiale, è mandato come incaricato d’affari con lo status di diplomatico nei paesi dell’Est per comprare carne per l’Esercito italiano.
L’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) lo coglie a Budapest: sentendosi vincolato dal giuramento di fedeltà prestato al Re rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, ed è quindi internato per alcuni mesi in un castello riservato ai diplomatici.

Approfittando di un permesso a Budapest per visita medica Perlasca fugge.
Si nasconde prima presso vari conoscenti, quindi grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l’Ambasciata spagnola, e in pochi minuti diventa cittadino spagnolo con un regolare passaporto intestato a Jorge Perlasca, e inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

Con timbri autentici compila di suo pugno la sua nomina a rappresentante diplomatico spagnolo e la presenta al Ministero degli Esteri dove le sue credenziali vengono accolte senza riserve.
Nelle vesti di diplomatico regge pressoché da solo l’Ambasciata spagnola, organizzando l’incredibile “impostura” che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica ammassati in “case protette” lungo il Danubio.
Li rilascia utilizzando una legge promossa nel 1924 da Miguel Primo de Rivera che riconosceva la cittadinanza spagnola a tutti gli ebrei di ascendenza sefardita (di antica origine spagnola, cacciati alcune centinaia di anni addietro dalla Regina Isabella la Cattolica) sparsi nel mondo.
La legge Rivera è dunque la base legale dell’intera operazione organizzata da Perlasca, che gli permette di portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l’entrata in Budapest dell’Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia rientra finalmente in Italia.
Da eroe solitario diventa un “uomo qualunque”: conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà.
Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all’epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio.
Giorgio Perlasca è morto il 15 agosto del 1992. È sepolto nel cimitero di Maserà a pochi chilometri da Padova. Ha voluto essere sepolto nella terra con al fianco delle date un’unica frase: “Giusto tra le Nazioni”, in ebraico.

INTERVISTA DEL 1990


Libri sulla Shoah. Per non dimenticare



In attesa della Giornata della Memoria, appuntamento annuale, a mio avviso davvero molto molto importante e che va assolutamente rinnovato di anno in anno, tra oggi ma soprattutto domani  la maggior parte dei post che andranno (in automatico, perché fisicamente ORA che leggete, non sono al pc ^_^) saranno attinenti a questo argomento.

Per prima cosa, ora segnalo/ricordo/ sottopongo alla vostra attenzione, cari amici, questi due libri...

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI
di Giorgio Bassani


Il giardino dei Finzi-Contini
Ed. Feltrinelli
Univ. Economica
214 pp
9 euro
2012
Sinossi

Pubblicato nel 1962, “Il giardino dei Finzi Contini” fa parte del “Romanzo di Ferrara”, opera che comprende - oltre al celebre titolo da cui De Sica trasse l’omonimo capolavoro - “Dentro le mura”, “Gli occhiali d’oro”, “Dietro la porta”, “L’airone” e “L’odore del fieno”.
Il filo conduttore è la città, con le sue atmosfere rarefatte e malinconiche, descritte in modo struggente ed appassionato dalla penna dello scrittore, che fa rivivere le incertezze del cuore e della storia attraverso i paesaggi, tratteggiati di lontano, con l’aura magica del ricordo, con quell' "ansia che il presente diventi subito passato per amarlo e vagheggiarlo a proprio agio".

Raccontata da un narratore che torna con la memoria agli anni dell’adolescenza e dell’università, la storia de “Il giardino dei Finzi Contini” ruota intorno ad una famiglia ebraica tra le più illustri di Ferrara, dai fasti della fine degli anni ’20 in cui l’io narrante bambino, per la prima volta, varcava i cancelli della splendida villa dal parco immenso sino alla tragica sorte di distruzione e morte nei campi di sterminio nazisti.
Il ricordo si focalizza su Micol, la secondogenita della famiglia, bambina bionda e dispettosa, adorabile nei suoi modi un po’ affettati, e poi universitaria distratta, amata disperatamente dal narratore nei lunghi pomeriggi trascorsi nel giardino della villa, a ricreare un mondo protetto in cui ancora dei ragazzi ebrei potevano giocare a tennis. 
Un mondo che stava per andare perduto, come perduto fu l’amore tra i due ragazzi, perché lui non ebbe mai il coraggio di darle un bacio e perché lei pensava che l’amore “fosse roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda, uno sport crudele, da praticarsi senza esclusione di colpi e senza mai scomodare, per mitigarlo, bontà d’animo e onestà di propositi”.

Romanzo lirico e dolente, dai toni delicati e struggenti, “Il Giardino dei Finzi Contini” rappresenta “quella parte incantata del nostro passato, che più amiamo, e di cui perciò sentiamo più acutamente il bisogno di liberarci, per poterlo continuare a vivere e per essere realmente ciò che siamo” e, al tempo stesso, testimonia gli orrori della persecuzione razziale e la crudeltà della Storia.

L'autore.
Giorgio Bassani (1916-2000) nasce da una famiglia della borghesia ebraica, ma trascorre l'infanzia e la giovinezza a Ferrara, città destinata a divenire il cuore pulsante del suo mondo poetico, dove si laurea in Lettere nel 1939.
Durante gli anni della guerra partecipa attivamente alla Resistenza conoscendo anche l'esperienza del carcere; nel 1943 si trasferisce a Roma, dove vivrà per il resto della vita, pur mantenendo sempre fortissimo il legame con la città d'origine. 
E' solo dopo il 1945 che si dedica all'attività letteraria in maniera continuativa, lavorando sia come scrittore (poesia, narrativa e saggistica) sia come operatore editoriale.
Giorgio Bassani lavora anche nel mondo della televisione, arrivando a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Rai; insegna nelle scuole ed è stato anche docente di storia del teatro presso l'Accademia d'Arte Drammatica di Roma.
Dopo alcune raccolte di versi e la pubblicazione in un unico volume delle "Cinque storie ferraresi" nel 1956, Bassani raggiunge il grande successo di pubblico con il già introdotto "Il giardino dei Finzi Contini" (1962): nel 1970 il romanzo riceverà anche un'illustre trasposizione cinematografica per opera di Vittorio De Sica, dalla quale però Bassani vorrà sempre prendere le distanze.
Le opere successive dello scrittore, sviluppate tutte intorno al grande tema geografico-sentimentale di Ferrara sono "Dietro la porta" (1964), "L'Airone" (1968) e "L'odore del fieno" (1973), riunite nel 1974 in un unico volume insieme al romanzo breve "Gli occhiali d'oro" (1958), dal significativo titolo "Il romanzo di Ferrara".


Altro libro, più recente.

sabato 26 gennaio 2013

Una fiaba per raccontare la guerra e la speranza



ROSASPINA
di Jan Yolem


Rosaspina
Ed. Leone
Collana Sàtura
256 pp
12 uro
Gennaio 2013
Sinossi

A volte le fiabe sono l'unico modo per raccontare l'orrore senza limiti. 
Sin da bambina Rebecca si lasciava cullare dalle storie di nonna Gemma, dalle avventure di Rosaspina. 
Ma le ultime parole dell'anziana in punto di morte, Rosaspina sono io! la spingeranno a indagare sul passato  di Gemma, conducendola in un viaggio attraverso l'abisso della barbarie nazista, che avrà come ultimo approdo la speranza e la redenzione.
Briar Rose
cover

Una riscrittura moderna della Bella addormentata nel bosco ambientata nelle foreste della Germania durante la seconda guerra mondiale: inserito dall'American Library Association nella lista dei "100 Best Books for Teens". Sulla scia di La vita è bella, del premio Oscar Roberto Benigni, un capolavoro di grazia e profondità, finalmente in traduzione italiana dopo 20 anni di attesa.

L'autrice.
Jane Yolen (1939, New York), è considerata dalla critica l'Hans Christian Andersen americano. I suoi libri hanno vinto diversi premi tra cui la Caldecott Medal, due Nebula Awards, due Christopher Medals, un World Fantasy Award, tre Mythopoeic Fantasy Awards, un Golden Kite Award,un Jewish Book Award, un World Fantasy Association’s Lifetime Achievement Award e l' Association of Jewish Libraries Award.

I libri son desideri....



i libri son desideri
Questa rubrica risponde alla folle domanda: il titolo/la trama/la cover di un libro.... quali desideri e pensieri suscita in voi?

Io oggi scelgo questo:


CONTA LE STELLE, SE PUOI
di Elena Loventhal


Conta le stelle, se puoi
Ed. Einaudi
Super ET
264 pp
11.50 euro
2010
Trama

Moise Levi ha solo ventitre anni la mattina di fine estate in cui lascia Fossano portandosi dietro un carretto di stracci. Vuole andare a Torino a far fortuna, e non può immaginare che quello sia solo l’inizio di una lunga storia. Perché Moise possiede un fiuto eccezionale per gli affari e per i sentimenti: darà il via a una florida ditta di commerci nel ramo tessile, e avrà due mogli, sei figli e un’infinità di nipoti sparpagliati ai quattro angoli del mondo. Dopo la grande guerra mondiale e quel «brutto spettacolo» della marcia su Roma, finalmente la vita di tutti ha ripreso il suo corso. Meno male che nel 1924 a quel «brutto muso di Mussolino» gli è preso un colpo secco, altrimenti la storia di nonno Moise e della sua discendenza sarebbe stata molto diversa. Invece la famiglia Levi – con i suoi amori e i suoi affanni, i suoi commerci e le sue tribolazioni, le grandi cene di Pasqua e i lunghi silenzi delle stanze chiuse – diventa sempre piú numerosa nella casa di via Maria Vittoria, costruita proprio lí dove una volta c’era il ghetto e adesso non c'è piú. Un romanzo che s’inventa un lieto fine per narrare una dolente verità.

La motivazione sta nel titolo che mi fa venir voglia, di sera, di alzare la testa e guardare verso il cielo e... provare a fare una cosa praticamente impossibile ma che secondo me, almeno da bambini, forse tutti abbiamo provato a far: contare le stelle.....

Per grandi e piccini: L'albero di nuvola



Questo libro mi ha colpito, ad iniziare dal titolo.

L'ALBERO DI NUVOLA.
Il libro che ogni bambino dovrebbe far 
leggere ai suoi genitori.
di Enzo Braschi


L'albero di nuvola. Il libro che ogni bambino dovrebbe leggere ai suoi genitori
Ed. Uno Editori
112 pp
12 euro
Maggio 2012
Sinossi

Una favola senza tempo. “Stefano è un bambino di quattro anni che abita nell’ultima casa con giardino in mezzo a una fitta selva di grattacieli di vetro e acciaio, infinite strade che si intersecano le une alle altre, e tanto cemento. Tutto accade una tiepida mattina di primavera. Guardando al di là della finestra, Stefano nota una specie di animaletto dal pelo bianco e soffice che pare dormire nell’erba con la testa tra le zampe. No. Non si tratta, come pensava, di un gattino che ha perduto la sua mamma, ma di una piccola nuvola, una nuvola bambina caduta dal cielo e che non sa più come tornare a casa. Il bambino ha un’idea luminosa: scava un buco, vi adagia la piccola nuvola, la copre di terra e la innaffia con acqua fresca. “Adesso bisogna aspettare che cresca” mormora contento. Il giorno seguente in giardino è già spuntato un piccolo albero di nuvola che da quel momento crescerà più alto del più alto dei grattacieli e che parlerà a Stefano del miracolo dell’intera Creazione, e gli racconterà che la vita è ovunque. Lo farà con una voce che è la voce di uno, cento, mille bambini che hanno tanti anni, tanti secoli, tanti millenni e che l’albero racchiude dentro di sè. Stefano sa di essere il solo a vedere l’albero di nuvola e ad ascoltare le storie meravigliose che il suo amico gli narra ogni giorno, finchè i “grandi” non scopriranno il suo segreto e allora tutto cambierà per sempre nella sua vita...”.

GUARDA IL BOOKTRAILER

L'autore.
Enzo Braschi, nasce a Genova, dove si laurea in Filosofia con una tesi sulla Spiritualità dei Nativi americani delle Grandi Pianure.
Attore televisivo e cinematografico, é uno dei protagonisti della nuova comicità televisiva inaugurata nel 1984 dal mitico Drive In, con personaggi quali il Paninaro, il Cucador, il Soldato di leva, e proseguita in trasmissioni quali Striscia la Notizia, Paperissima e numerosi altri programmi televisivi.
All’attività di attore affianca quella di scrittore e di autore di due documentari: Il cerchio sacro dei Lakota (Canale 5) e La vera storia di ombre rosse (RAI TRE).
Dal 1996 al 2003 prende parte alla Danza del Sole – la cerimonia più sacra dei Nativi delle Grandi Pianure del Nord America – nelle Riserve dei Lakota di Cheyenne River e Rosebud, e nelle Black Hills, le mitiche “Colline Nere” del Sud Dakota. Il suo impegno civile e culturale nei confronti dei Popoli nativo-americani viene pubblicamente riconosciuto dall’Ordine dei Frati Minori, Commissione Giustizia e Pace e Salvaguardia dell’ambiente, con la seguente motivazione: “Riconoscimento all’attore e scrittore Enzo Braschi per aver contribuito alla giustizia e pace con solidarietà e alla salvaguardia della cultura indigena del Popolo d’America attraverso i suoi libri e la sua persona”.
Dopo avere ricevuto una visione, dal capo della Nazione Blackfoot Rufus Goodstriker (Seen from Afar), riceve il suo nome indiano, Iniumahka, “Bisonte Che Corre”. Dal leader spirituale Bruce Starlight (Nazione Blackfoot) gli viene inoltre concesso di poter pregare con la Chanunpa, la “Sacra Pipa”, il più alto simbolo della spiritualità degli Indiani d’America, donata loro da “Donna Bisonte Bianco” in tempi remoti. A partire dal 2000 si produce in un’assidua attività di conferenziere e conduttore di seminari sulla cultura dei Nativi americani in Italia e nel mondo con grande interesse verso il popolo degli Hopi.
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