Ultimamente ho visto un po' di film, sia di recente uscita che non.
In questo post darò una spolverata a due pellicole molto diverse tra loro, per soggetto, cast, regia, nazionalità, e che in comune hanno solo una cosa:
la presenza della violenza ma, a parte questo, direi che si tratta di film decisamente lontani.
IL SAPORE DEL SANGUE
(Clay Pigeons)
|
, |
USA 1997
Genere: Thriller
durata 104'
Regia di David Dobkin
Con Joaquin Phoenix, Vince Vaughn, David Dobkin, Georgina Cates
La
strampalata e grottesca storia narrata in questo film di fine Anni '90 è ambientata nello stato del Montana, a Mercer, dove vivono 1536 anime.
Il protagonista, Clay (J. Phoenix), è un giovanotto che, oltre a lavorare come meccanico, passa il tempo tra partite a biliardo e fiumi di birra al bar; non è cattivo ma sta per cacciarsi in un mare di guai...
Tra tutte le donne che avrebbe potuto trovarsi per amante, s'è scelto quella sbagliata: Amanda, moglie del suo miglior amico Earl che, quando lo viene a sapere, s'arrabbia davvero tanto.
Earl non è un uomo particolarmente coraggioso e non ha il fegato di ammazzare l'amico traditore, ma ha architettato un piccolo diabolico piano per causargli rogne: mentre è solo soletto con Clay in un posto che più desolato non potrebbe essere, si suicida ma fa in modo che sembri un omicidio, sperando così che sia proprio Clay ad esserne accusato.
Clay, disperato, corre da Amanda a chiederle aiuto, ma la donna - cinica e fredda "vedova allegra" - non ha alcuna intenzione di farsi mettere in mezzo (tra l'altro neanche le importa che il marito si sia suicidato, anzi...), così Clay è costretto a vedersela da solo e a sbarazzarsi del cadavere.
Da questo momento in poi, i guai per Clay sono solo iniziati, a causa di Amanda che - ossessionata dall'ex amante e vedendosi da lui rifiutata - farà di tutto per creare una serie di situazioni capaci di incastrare il povero ragazzo e mandarlo dritto dritto in gattabuia.
A complicare le cose ci si mette una ben strana amicizia con un tipo bizzarro, chiacchierone e un po' matto: un camionista cow-boy di nome Lester Long (V. Vaughn).
Con la folle scusa di voler aiutare Clay a liberarsi dell'ossessiva e libertina Amanda, Lester travolgerà il povero Clay in un vortice di sangue in cui apparentemente, agli occhi della polizia, l'unico possibile colpevole è proprio lui: Clay Pigeons.
Scene di sesso e sangue non mancano in questo film noir che oscilla tra il dramma e un umorismo nero.
Nonostante la gente muoia attorno a un innocente Clay, ci fa sorridere l'idea che il giovanotto - cui piacerebbe vivere la propria tranquilla esistenza facendosi i fatti propri, uscendo con le ragazze, giocando e andando a pesca -, incapace di ammazzare un altro essere umano, si ritrovi sempre suo malgrado con qualche morto accanto, cosa che richiede ogni volta e inevitabilmente tutto il suo sangue freddo per risolvere le grane che ne derivano.
Lester è un personaggio che inquieta da subito e qualcosa fa immediatamente presagire che non abbia tutti i venerdì al posto loro; la sua irritante risata poi lo rende davvero odioso.
Vaughn è perfetto nella parte del cowboy amicone dallo sguardo pericoloso e il mio adorato Gioacchino lo è nell'impersonare questo ragazzo dall'aria sempre apatica, un tipo un po' annoiato e a tratti stanco, che se da una parte ci fa alzare gli occhi al cielo perchè si fa travolgere dagli eventi senza avere la determinazione di ribellarsi a chi vuole ingabbiarlo nei propri sporchi giochetti, dall'altra ci piace perchè in un modo o nell'altro... riesce a uscirne fuori!
Come dicevo, è un film che pur avendo le sfumature di un thriller/noir, sfocia in certi momenti in commedia, e anche nelle situazioni drammatiche c'è qualcosa che ci spinge a "non prenderlo troppo sul serio".
Belle le musiche country in sottofondo; è un film con un bel cast, che sa spiazzare lo spettatore e che si lascia guardare con interesse dall'inizio alla fine.
MERY PER SEMPRE
Italia 1989
|
-
|
Genere: Drammatico
durata 98'
Regia di Marco Risi
Con Michele Placido, Claudio Amendola, Alessandro Di Sanzo
Tratto da un libro-inchiesta di Aurelio Grimaldi.
Michele Placido è Marco Terzi, professore di lettere in attesa di sistemazione definitiva che accetta coraggiosamente un incarico annuale nel carcere minorile di Palermo, Malaspina.
La realtà di questo carcere è ovviamente violenta e di queste giornate passate tra quattro mura ci viene dato un realistico e disincantato spaccato, attraverso le azioni e le parole di alcuni giovanotti e ragazzini finiti lì per vari motivi, dal furto all'omicidio.
C'è il 14enne Claudio, beccato a rubare di notte in un negozio; Natale (F. Benigno), che deve scontare 9 anni per aver ammazzato il padre e che è il leader del suo gruppetto; Pietro (C. Amendola), arrestato dopo un lungo inseguimento nella Vucciria...
Insomma ogni ragazzo ha la sua "storiaccia" dietro alle giovani spalle, ognuno sembra un uomo vissuto che non ha più niente di buono da imparare.
Un giorno in carcere viene tradotto un ragazzo che, dopo essersi prostituito, ha sparato a un cliente: il giovanotto si chiama Mario ma si fa chiamare Mery perchè trans, cosa che ovviamente lo rende bersaglio degli insulti (e non solo) dei ragazzacci in carcere.
In questo contesto pieno di violenza, parolacce, insulti e soprusi si inserisce il prof. Terzi, che cerca da subito di mostrare polso fermo sì ma anche un atteggiamento comprensivo verso i ragazzi, cercando di far capire a questi insoliti allievi che non vuol essere un nemico per loro, anzi.
I lodevoli intenti di Terzi saranno di difficilissima attuazione, perchè i ragazzi sono assolutamente fuori controllo, ribelli, maleducati (per usare un eufemismo) e non rispettano nessuna autorità; del resto, tanto nella loro vita di quartiere che in carcere vige "la legge del più forte", questi "piccoli criminali" sono abituati a non fare sconti a nessuno e non si aspettano di riceverne tanto meno dalle autorità, ed infatti i primi a trattarli come bestie sono le guardie carcerarie...
Terzi profonde tutto il suo impegno nel provare ad instaurare un rapporto positivo con i suoi allievi, nonostante le delusioni, le incomprensioni e le non poche sconfitte.
Riuscirà a lasciare un'impronta positiva su queste vite giovani eppure giù piene di cicatrici profonde?
E' un film d'impatto, recitato in parte in siciliano, con un cast davvero eccezionale e valido, soprattutto se pensiamo che non tutti gli attori lo erano di professione, come Alessandro Di Sanzio, "Mery", che fu scelta casualmente dal regista in un negozio di parrucchiera, o Francesco Benigno, che aveva accompagnato un amico ai provini, o ancora Salvatore Termini ed altri ragazzi che erano alla loro prima (e, in alcuni casi, unica) esperienza di cinema.
C'è una considerevole dose di violenza verbale e non, la vita nel carcere minorile è presentata in tutta la sua crudezza, ma proprio per questo "Mery per sempre" è un film fatto bene, capace di denunciare le drammatiche condizioni dei minori incarcerati e, al contempo, di porre l'accento su come e quanto sia importante recuperare questi giovani, aiutandoli ad aprire, per quello che è possibile, gli occhi sulla vita criminale alla quale sembrano già destinati...
C'è anche il seguito, "Ragazzi fuori", dove ritroviamo gran parte degli attori presenti qui.
Da vedere se vi piacciono i film che si soffermano su certi aspetti realistici e crudi della nostra società.
Curiosità: Molti degli attori compaiono nel videoclip del brano PENSA di Fabrizio Moro, diretto dallo stesso Risi.