martedì 24 febbraio 2015

On my wishlist: "Maggie, ragazza di strada" di Stephen Crane



Un libro non proprio recente, ma che mi ha colpito per la trama.
Qualcuno di voi l'ha letto? ^_^


MAGGIE. RAGAZZA DI STRADA
di Stephen Crane

Demetra Edizioni
trad. F. Franconeri
96 pp
1993
Sinossi

Bella come un fiore, Maggie cresce nel quartiere più sordido e miserabile di New York - il famigerato Bowery. 
Sua madre è alcolizzata e la ragazza cerca rifugio nell'amore di Pete, l'amico con cui è cresciuta e che sembra offrirle solidarietà. 
Ma in quel mondo crudele l'amore è un lusso: sopravvivere significa saper essere violenti, e cinici sempre. 
Di delusione in delusione, mortificata nei valori più essenziali della vita, Maggie finirà con l'incontrare, nel fango in cui è nata e a cui sembra per sempre destinata, l'avvilimento più spietato, la resa definitiva.

L'autore.
Crane, Stephen. - Scrittore statunitense (Newark, N. J., 1871 - Badenweiler, Foresta Nera, 1900); insieme a Garland e Howells fu tra gli iniziatori del romanzo naturalistico americano; corrispondente nelle guerre greco-turca e ispano-americana, è autore di racconti (Whilomville stories, 1895; The open boat and other tales of adventure, 1898), poesie (The black riders, 1895;War is kind, 1899) che anticipano le poesie degli immaginisti e romanzi fra cuiMaggie: a girl of the streets, 1893, e The red badge of courage, 1895; quest'ultimo, ambientato al tempo della guerra di secessione, raggiunge una felice fusione di motivi realistici e simbolici.

Prossimamente in libreria: STORIA DI UN DRAGO E DELLA BAMBINA CHE GLI CAMBIO' LA VITA di L. Yep e J. Ryder




Prossima uscita De Agostini: un fantasy dolcissimo narrato da una voce indimenticabile... quella di un drago ultramillenario! 


STORIA DI UN DRAGO E DELLA BAMBINA CHE GLI CAMBIO' LA VITA
di Laurence Yep e Joanne Ryder 

Ed. De Agostini
208 pp
12.90 euro
in libreria dal
17 MARZO 2015

Trama

Da quando Fuffy se n’era andata, avevo preso una decisione: niente più cuccioli.
Era stata il miglior animaletto domestico che avessi mai avuto ed ero certa che non ne avrei mai più trovato uno come lei. Sono un drago di tremila anni e per secoli ho allevato cuccioli di umani. Insomma, di queste cose me ne intendo.
Ma poi ho visto spuntare il musino di Winnie, e ho capito subito che non era una bambina come le altre. 
C’era qualcosa di magico in lei, e di incontenibile. 
Come quello strano quadernetto che portava con sé. 
Appena Winnie ha iniziato a riempire le pagine bianche, i disegni hanno preso vita e se ne sono andati in giro per la città. Improvvisamente eravamo tutti in pericolo, dovevamo fare qualcosa. 
È stata un’avventura straordinaria. 
Ma prima che cominciate a leggerla, lasciatevelo dire: se siete draghi e volete allevare un cucciolo di umano, pensateci due volte! 
Soprattutto se quel cucciolo si chiama Winnie, parola di Miss Drake. 


Autori.
Laurence Yep è nato nella Chinatown di San Francisco. Ha iniziato da ragazzo a scrivere di fantascienza, a diciotto anni ha pubblicato il suo primo racconto e a ventitrè il suo primo romanzo. Vive, scrive e insegna in California, dove abita con Joanne Ryder, sua moglie.

Joanne Ryder è una pluripremiata autrice di libri per bambini. Prima di scrivere a tempo pieno è stata editor di una rivista letteraria, a New York. Ora vive a San Francisco con Laurence Yep, suo marito.

Recensione: "Miele" di Valeria Golino




Non molti giorni fa vi avevo parlato di un romanzo, "A nome tuo" di Mauro Covacich, la cui recensione potete leggere QUI.
Vi avevo detto che questo romanzo affronta, tra le altre cose, un tema di natura etica, delicato e controverso: il suicidio assistito, argomento presente nella seconda parte del libro ("Musica per Aeroporti"), in cui l'attenzione è tutta sul personaggio di Angela Del Fabbro e sulla sua attività di "angelo della morte".

Il film "Miele", diretto da Valerio Golino e con Jasmine Trinca nel ruolo della protagonista, si ispira proprio a questa seconda parte del libro.




2013
Irene ha trent'anni e ha deciso di aiutare le persone ammalate e che soffrono a lasciare questo mondo con serenità e quando lo decidono loro, prima che la malattia le riduca in uno stato tutt'altro che dignitoso.
Quando è in servizio Irene si fa chiamare Miele e, alle persone che lo richiedono, propone un paio di metodi per morire, entrambi veloci e indolore (oltre che non rintracciabili con un'eventuale autopsia).

Proprio come nel romanzo, anche la Miele del film ci appare molto solitaria, di poche parole, un po' scostante, con un modo di fare quasi mascolino (anche nell'aspetto fisico); la sua vita, però, è un piccolo castello di bugie, raccontate anche al padre e all'uomo con cui ha una relazione (sposato), ai quali dice di studiare all'università, per giustificare il fatto che spesso si assenti.

In realtà, gli impegni di Irene sono per lo più profusi in questa sua "missione", che lei porta avanti con molta discrezione, serietà e convinzione.

Nonostante il suo remunerativo (e illegale) lavoro sia per tanti versi discutibile, a muovere Irene è l'intima convinzione che stia facendo qualcosa di positivo per aiutare i malati: Miele non si sente affatto un'assassina, nonostante aiuti la gente a passare "a miglior vita", forse perchè una parte di lei avrebbe voluto che qualcuno lo facesse con la sua povera mamma, risparmiandole inutili giorni di sofferenza prima di morire.

Tutto procede in modo relativamente tranquillo finchè un giorno non le telefona un uomo, l'ingegner Grimaldi, che le chiede di spiegargli come fare per suicidarsi e Irene, dando per scontato che si tratti di un malato terminale, gli dà il Lamputal (di cui regolarmente si rifornisce andando in Messico); l'uomo la paga e le spiega di voler fare tutto da solo.
Sapere che Grimaldi in realtà non è ammalato ma "semplicemente" stanco di vivere e vuol farla finita senza soffrire troppo e senza fare troppo clamore, mette un po' in crisi la giovane donna, perchè una richiesta come questa va contro i suoi princìpi ed è contraria alle motivazioni che l'hanno sempre spinta ad agire.
Tra i due si instaura un rapporto strano e l'idea che Grimaldi possa farla finita diventa quasi un pensiero fisso per Irene, che non si dà pace all'idea che un uomo con una salute di ferro possa togliersi la vita con il suo aiuto (per quanto "involontario").

Irene si trova davanti a un dilemma: ma davvero solo un terminale ha il diritto di scegliere come e quando morire?
Quali sono i confini e i limiti del suo lavoro? Sono davvero così ben definiti e netti?

,
La calma e l'apparente disinvoltura con cui Miele affronta e gestisce la morte si incrina davanti a quest'uomo, che in qualche modo mette in discussione le certezze su cui lei ha sempre fondato questo lavoro.

E a proposito della protagonista, il film dà qualcosa che dal libro potrebbe non arrivare e mi riferisco al fatto che Angela sembra più fredda e distaccata (non dico insensibile) in quello che fa, al contrario di Miele, che, pur cercando di restare estranea e neutra davanti al dolore del malato e del familiare presente, non riesce a restare totalmente indifferente.

La Trinca è molto convincente e mi è piaciuta tanto in questo ruolo (come sempre, del resto ^_- ), così come mi è piaciuto il modo in cui ha affrontato e diretto la Golino questa tematica complessa e sempre attuale che, pur toccando ambiti che afferiscono alla coscienza e all'etica, è trattata in modo lucido sì ma con delicatezza, senza banalità e retorica, e soprattutto senza giudizi e falsi moralismi.

Insomma, un film da vedere!

Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

lunedì 23 febbraio 2015

Recensione: "Le sette sorelle" di Lucinda Riley



Questo il mio parere su un romanzo che mi è piaciuto molto!!


LE SETTE SORELLE
Maia
di Lucinda Riley

prossima lettura
Ed, Giunti


Titolo originale: “The Seven Story: Maia’s Story

Maia è una donna giovane, bella, colta e intelligente, ma anche molto solitaria; anche il lavoro che ha scelto  (tradurre libri) si allinea con questo suo modo di essere.
Da quando è piccolissima vive ad Atlantis, la magnifica dimora che s’affaccia sul Lago di Ginevra e che l’ha vista crescere come una principessa, coccolata ma non viziata, in compagnia delle sue cinque sorelle e sotto lo sguardo premuroso e vigile del loro papà, chiamato affettuosamente Pa’ Salt.

Maia D’Aplièse è la primogenita di Pa’ Salt ma in realtà non è sua figlia, è stata adottata, e con lei anche le sorelle più piccole.
Le sei ragazze hanno i nomi delle stelle che formano la costellazione delle Pleiadi: Maia, appunto, e poi Alcyone (Ally), Asterope (Star), Celaeno (CeCe), Taygete (Tiggy) ed Electra; tutte e sei sono state adottate dall’uomo che le ha cresciute e “raccolte” dai quattro angoli del mondo. Ed infatti, le sei sorelle sono tutte diverse tra loro per aspetto fisico, oltre che per temperamento, carattere e capacità, pur essendo state allevate ed educate da un unico padre, un uomo affascinante, colto, gentile, onesto ma anche pieno di misteri.

A dire il vero – e come suggerisce anche il titolo del romanzo - le sorelle della mitologia e dell’astronomia sono sette, ma la Riley introduce immediatamente il primo elemento di mistero, dicendoci che Pa’ Salt non è riuscito a trovare la settima sorella, che si sarebbe dovuta chiamare Merope.
Vi dico subito che questo romanzo è solo il primo di una serie che comprende ben sette libri, quindi ciò significa che ogni libro, presumibilmente, si occuperà della storia e delle origini di ogni sorella D’Aplièse.


In questo primo libro seguiamo il percorso di Maia verso il suo passato, che l’aiuterà a conoscere meglio se stessa e, sulla base anche di ciò che è stata, a decidere del proprio futuro.

Ma andiamo con ordine e con calma! Cercherò di non essere lunga e prolissa (che purtroppo, lo riconosco, è un mio “difetto”), anche se di “carne sul fuoco” ce ne sarebbe, ma prometto di stare attenta.

La nostra storia ha inizio con Maia che è costretta a tornare ad Atlantis da Londra (è in vacanza da

un’amica), in seguito alla telefonata della governante Marina, che l’avvisa della morte di Pa’ Salt.
La notizia sconvolge tanto Maia quanto le cinque sorelle, anche se ciascuna di esse reagirà alla perdita del padre adottivo in modo diverso, il che già ci serve per farci una prima idea del loro carattere, ognuna con le proprie debolezze e i punti di forza; ciò che però le accomuna è l'affetto per il padre e l'amore tra di loro..

Maia è la più grande delle sei ed è vista dalle altre come una roccia, un punto di riferimento, un esempio di saggezza, pacatezza e sobrietà: Maia è colei che non perde mai la testa, che non combina guai, che non delude nessuno, che dice sempre la cosa giusta al momento giusto; insomma, l’orgoglio del defunto papà.
Eppure Maia sa che non è così, e ora che Pa’ Salt non c’è più, la ragazza si rende conto di non avergli detto tante, troppe cose di sè.

Ma è Pa’ Salt che ha deciso di dire delle cose alle sue bellissime e intelligenti figliole; infatti, il suo legale informa le ragazze che il padre ha lasciato loro, tra le tante cose, un sfera armillare sui cui anelli c’è un piccolo “messaggio in codice” (delle coordinate geografiche) utile a cercare il luogo in cui ciascuna di loro è nata, per poter – se vogliono -  finalmente conoscere la propria origine.
Ed è quello che farà Maia, desiderosa di fuggire da Ginevra e da un uomo che, dal passato, sta tornando nel presente…, ma che lei non ha alcuna intenzione di incontrare.

Decide di partire, così, in cerca delle proprie radici, che sono in Brasile, a Rio de Janeiro.

Grazie ad uno scrittore e storico (di cui Maia traduce i romanzi) carioca, di nome Floriano, Maia si ritroverà a cercare di entrare in una bella casa antica, Casa das Orquìdeas, dove vive una donna anziana di nome Beatriz, che è legata a lei in un modo che Maia ancora ignora.


Chi è questa donna ormai giunta al tramonto della vita, che sembra turbata dalla presenza della giovane ragazza, piombata senza preavviso in casa sua in compagnia di un affascinante scrittore e che sembra somigliare in modo impressionante alla fanciulla ritratta nella scultura presente in giardino?

In Brasile, passo dopo passo e seguendo vari indizi, Maia e Floriano riusciranno a comprendere il legame con l’anziana Beatriz e a conoscere la storia di Izabela Aires Cabral, vissuta negli anni Venti.

Grazie all’aiuto della domestica di Beatriz, Maia leggerà delle lettere di ottant’anni prima e conoscerà nientemeno che la storia della sua bisnonna…

E così, dal 2007, la storia fa un salto temporale e restiamo sì in Brasile, ma spostandoci nel 1927 ed entrando nella vita di Izabela, chiamata Bel.
Bel ha soltanto 18 anni, ha origini italiane e suo padre è un “nuovo ricco”, che ha fatto fortuna tramite il commercio del caffè; è considerato, dalle aristocratiche famiglie di Rio, un arrampicatore sociale da guardare con la puzza sotto al naso; per questa ragione, il povero Antonio (padre di Bel) desidera con tutto se stesso essere apprezzato ed accettato dai ricchi.

E quale modo migliore per entrare nell’alta società se non attraverso un matrimonio di convenienza della figlia con un rampollo della famiglia più in vista (anche se non la più ricca) di Rio, cioè gli Aires Cabral?

Bel è una ragazza di straordinaria bellezza e potrebbe permettersi di scegliere l’uomo che vuole, ma è anche una figlia comprensiva, docile ed obbediente, così decide, a malincuore, di assecondare i voleri paterni e di fidanzarsi con Gustavo Aires Cabral.
L’uomo è qualche anno più grande di lei, è un tipo gentile e buono (qualche scheletro nell’armadio ce l’avrà anche lui, eh) ma non è per nulla bello e affascinante, anzi…, ad essere sincera, Bel ne è quasi ripugnata (fisicamente); ma la mamma non fa che ripeterle che l’affetto verrà col tempo e che l’importante è che il marito ami la moglie!

Il destino di Bel è deciso: sposerà Gustavo…, ma ad allontanare il “triste giorno” arriva un’amica di Bel, Maria Elisa, figlia di un ingegnere, Heitor da Silva Costa, che ha avuto l’incarico di progettare nientemeno che la statua del Cristo Redentore, da collocare sulla montagna del Corcovado.
Heitor deve recarsi in Europa, e in particolare a Parigi, per incontrare un probabile scultore, cioè il maestro Landowski, che dovrà realizzare la statua.

Che occasione per Bel, di viaggiare e conoscere la bella e romantica Parigi! E che caro Gustavo, nel permetterle di partire con i da Silva Costa e visitare la capitale europea per nove mesi…!
.

Il viaggio a Parigi cambierà per sempre la vita e il destino della dolce e bella Izabela, che per le strade di Parigi conoscerà la vita, la libertà, l’arte… e presso il laboratorio del bravissimo Landowski conoscerà un uomo…, che le entrerà nel cuore e ci resterà per sempre.

Bel non sa che fare: deve tornare a Rio e sposare il bruttino ma premuroso Gustavo o afferrare la libertà e vivere la passione e l’amore conosciuto in Europa?

I suoi desideri verranno messi avanti o si sottometteranno ai suoi doveri di figlia obbediente, qual è sempre stata?

Il racconto del passato è interrotto dal ritorno al presente, che vede Maia sconvolta per aver conosciuto una parte importante del proprio passato, e che in un certo senso le farà non solo sapere la storia della sua famiglia, ma la porteranno a riflettere sulle proprie azioni, sulle scelte fatte che ancora adesso la fanno soffrire, ma alle quali forse non è possibile porre rimedio.

Ma è poi vero?


Forse Maia non potrà intervenire su tante cose del suo passato, ma potrà prendere coscienza di sé, di ciò che vuole, delle proprie sconfitte ma anche delle possibilità innumerevoli e belle che il futuro ha in serbo per lei.
Conoscere il proprio passato diventa per Maia la chiave per conoscere meglio se stessa, il proprio presente, e per poter andare incontro al futuro senza sensi di colpa e paure, accettando gli errori commessi e uscir fuori dal guscio protettivo in cui s’era rinchiusa per evitare di soffrire ancora.

Potrei dire tante (altre) cose… ma mi fermo perché la ricchezza del romanzo è da scoprire leggendolo… e vi invito a farlo perché io l’ho trovato molto affascinante, scritto (e tradotto!) benissimo, con personaggi interessanti, con collegamenti tra passato e presente molto ben costruiti ed inseriti in un intreccio narrativo avvincente, che ha tenuto desta la mia curiosità per tutto il tempo, lasciandomi viaggiare tra Brasile e Parigi, dagli anni Duemila agli Anni Venti, attraverso il racconto di un amore che
 “non conosce distanze; non ha continente, i suoi occhi sono come stelle”.

Un romanzo davvero bello, mi ha emozionata e trasportata con l’immaginazione negli anni passati facendomi assistere – in una sapiente mescolanza di fantasia e realtà – alla realizzazione di una delle meraviglie del mondo (il Cristo Redentor), mi ha incuriosita grazie non solo allo sfondo storico realistico, ma anche grazie ai riferimenti alla mitologia e alle Sette Sorelle.

Maia è un bel personaggio, una protagonista fragile, piena di paure ma anche di voglia di conoscere se stessa e prendere in mano la propria vita.
E chissà, forse conoscendo l’amore tormentato della sua antenata, potrebbe trovare anche l’amore della sua vita!

Assolutamente consigliato a chi ama le saghe familiari, che nascondono segreti, storie di passioni e amori contrastati.
Sarà difficile aspettare il secondo romanzo, anche perché questo primo termina con una piccola anticipazione che ci fa capire quale sarà la prossima sorella protagonista!



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Tre titoli che mi hanno colpito durante le scorsa settimana!
Cliccando sui titoli, potrete leggere le trame!


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(J. McLean)

(C. Chiabotto)

(A. Ranucci)

sabato 21 febbraio 2015

Storie nelle storie: finzione e realtà in "Le sette sorelle"


 Per questa rubrica di oggi approfondiremo ancora qualcosa attorno a "Le sette sorelle" della Riley.

In questo romanzo ci sono davvero molti riferimenti a persone ed episodi della storia portoghese realmente esistite/accaduti.

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (proverò a darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"

In particolare, per ciò che concerne la celebre statua del Cristo Redentor.
La protagonista della nostra storia ha conosciuto personalmente due personaggi ad essa strettamente legati: lo scultore che l'ha scolpito e l'ingegnere che l'ha progettata.

landowski
Paul Maximilien Landowski (1875 – 1961) è stato uno scultore francese di origini polacche.
Formatosi all'École des beaux-arts e sulle opere di A. Rodin, soggiornò anche a Roma (1906 e 1933-37). Tra le sue opere più note: a Ginevra, Monumento della Riforma (1910, in collaborazione con H. Bouchard); a Chemin-de-Dames, Monumento della Vittoria (1928); a Parigi, sul ponte de la Tournelle, statua di Sainte Geneviève (1928) e, a les Invalides, tomba del maresciallo Foch (1937).

Allievo di Barrias, vince il Prix de Rome nel 1900 con il suo David combattant.
Riceve la "croce di guerra" della Somme durante la Prima Guerra Mondiale e dopo la guerra realizza più di 80 monumenti ai caduti. Diventa direttore dell'Accademia di Francia a Roma dal 1933 al 1937. 
Alla sua morte lascia anche due opere letterarie, una pubblicata quando era ancora in vita - "Peut-on enseigner les Beaux-Arts" (La Baudinière, 1948) - e l'altra che sarà edita, solo parzialmente, solo dopo la sua morte, il suo "Journal", testimonianza personale e affascinante sul mestiere dello scultore da prima della Prima Guerra Mondiale fino alla fine della sua vita. 
Fu il padre del celebre compositore Marcel Landowski. 
Paul Landowski è stato inoltre nominato commendatore della Légion d'Honneur. 
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Allo scultore Paul Landowski dobbiamo la celebre statua del Cristo del Corcovado, che domina la baia di Rio de Janeiro. La statua del Cristo Redentore, una delle statue più conosciute al mondo, è alta 38 metri e fu inaugurata il giorno 12 Ottobre del 1931. 

Nel 1922, quando il Brasile festeggiò i cento anni come una nazione indipendente, fu posta la prima pietra delle fondamenta del monumento, ma i lavori di costruzione incominciarono solo nel 1926. 


da silva costa
Il Cristo è stato progettato dall’ingegnere Heitor da Silva Costa, su base di un disegno dell'artista plastico Carlos Oswald. 
Heitor da Silva Costa è nato nella città di Rio de Janeiro, nel 1873, figlio del regista José da Silva Costa. Hector era un lavoratore instancabile e ha costruito numerosi edifici a Rio de Janeiro e all'interno del paese, dedicandosi in particolare all'arte sacra; chiese e monumenti religiosi ufficiali sono state le sue opere principali: monumento funebre al Barone di Rio Branco; monumento all'imperatore Dom Pedro II, monumento al Pasteur, i monumenti a Cristo Redentore a São João del Rei e in cima al Corcovado a Rio de Janeiro, l'edificio Collegio Sion in campagna...
E' morto a Rio nel 1947.

venerdì 20 febbraio 2015

A marzo in libreria: "Se mi vuoi bene" di Fausto Brizzi



Buon pomeriggio lettori!!
Non so quanti di voi abbiano avuto modo di leggere e apprezzare il romanzo di Fausto Brizzi, "Cento giorni di felicità" (Ed. Einaudi).
recensione
Beh, se non l'avete fatto, ve ne consiglio la lettura, perchè potrebbe piacervi davvero!

Cliccando sulla cover potrete leggere il mio parere sul libro.

Perchè vi sto parlando di quest'autore?
Per la semplice ragione che a marzo in libreria arriverà un altro suo romanzo!







SE MI VUOI BENE
di Fausto Brizzi


Ed. Einaudi
18 euro
in libreria:
10 MARZO 2015


Trama

Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra "voler bene a qualcuno" e "fare del bene a qualcuno".
Purtroppo Diego Anastasi se ne accorge soltanto quando ha già cinquant'anni, una vita di successo alle spalle e una depressione nuova di zecca in corso.
Scopre infatti che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui e le sue paure.
E capisce che nemmeno lui ha mai fatto davvero qualcosa per loro. Nel tentativo di uscire dalla palude emotiva in cui è precipitato decide cosi di fare "qualcosa di attivo", e soprattutto benefico, per i suoi cari.
Il risultato è inevitabile: con la precisione di un cecchino, distrugge l'esistenza di ognuno di loro!

L'autore.
Fausto Brizzi (Roma, 1968) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Con il suo film d'esordioNotte prima degli esami ha vinto il David di Donatello e il Nastro d'Argento. Tra le altre sue opere: Ex, Maschi contro femmine, Com'è bello far l'amore, Pazze di me. Cento giorni di felicità (Einaudi Stile Libero 2013) è il suo primo romanzo, e sarà tradotto in Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Israele, Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia, Turchia, Australia
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