giovedì 30 giugno 2016

Recensione film: LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti



Finalmente sono riuscita a guardare un film che mi è stato consigliato di vedere, ed in effetti non son rimasta delusa.


LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT 


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Uscita: Febbraio 2016

Regia: Gabriele Mainetti


ATTORI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo.


Il film non vuol essere una trasposizione del manga Jeeg robot d'acciaio di Go Nagai, che soprattutto le generazioni dei mitici Anni '70 e '80 conoscono, ma un omaggio allo stesso.
Il supereroe potente e dalla forza sovrumana c'è ma non sa di esserlo, anzi quando lo incontriamo per la prima volta è tutto fuorché un eroe dei fumetti deciso a lottare per il bene dell'umanità.


Il ladro, lo Zingaro e la ragazza un po' strana

Il protagonista è Enzo Ceccotti (C. Santamaria), un giovane romano dedito alla vita criminale e ai furti che, una sera, proprio dopo aver rubato un orologio, per sfuggire alla polizia che lo sta inseguendo, si nasconde presso le rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo. Lì, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto la battigia. 
A parte una nottataccia passata con la febbre alta, al mattino Enzo sta di nuovo bene.
Ciò che non sa è che il bagno nelle acque del Tevere ha avuto un che di miracoloso e gli ha donato dei superpoteri, di cui non si renderà conto immediatamente.

Intanto conosciamo altri delinquenti, e se Enzo è un orso solitario, di poche parole e senza amici, Fabio "lo Zingaro" (L. Marinelli) è esattamente il suo contrario: è il classico malavitoso che guarda e sogna un po' troppo in grande, che non vuol passare inosservato nella capitale, insomma un tipo con manie di grandezza, amante della musica anni '80 (Anna Oxa in primis) che sogna di fare un giorno il colpaccio per il quale tutti finalmente si accorgeranno di lui.
Un tipo leggermente pericoloso, ecco.
fabio "lo zingaro"

Nel clan di Fabio c'è un uomo che il nostro Enzo conosce, Sergio, il quale ha una figlia, Alessia (I. Pastorelli); quest'ultima è una ragazza che "ha perso la testa" da quando è morta la mamma; ha evidenti problemi psichici ed ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg robot d'acciaio. 
Enzo la conosce dopo essere andato da Sergio a vendergli l'orologio rubato per ricavarne qualche soldo; l'altro gli chiede di accompagnarlo a fare un altro servizietto per una piccola partita di cocaina, ma le cose precipitano e... Sergio muore.

A questo punto, la vita solitaria di Enzo, da sempre passata in una lurida e sporca casetta a guardarsi dvd porno, mangiando in pratica sempre e solo yogurt, cambia letteralmente dal momento in cui va in soccorso di Alessia - rimasta sola dopo la morte del padre, della cui fine ancora non sa nulla -, che viene aggredita da Fabio e dai suoi scagnozzi per la storia della droga.
Alessia riconosce Enzo, e la sua testolina un po' fragile lo associa al suo amato supereroe: per lei Enzo è Hiroshi Shiba, l'eroe di Jeeg Robot d'acciaio, e da lui si aspetta che salvi il mondo dai cattivi.

Entrambi soli, Enzo ed Alessia stringono un singolare legame: lei riesce, con la sua semplicità, la sua ingenuità e nonostante la fissa per Jeeg (anzi, forse un po' anche grazie a quella), ad entrare piano piano nel cuore indurito di Enzo, che però non è "un cuore di panna" e non sempre riesce ad essere gentile con la povera ragazza, i cui problemi sono stati favoriti da brutte esperienze con gente che le ha fatto purtroppo del male.

Intanto, la fama di Enzo quale "super criminale" dalla forza erculea si va diffondendo e quando il folle e cattivissimo Fabio capisce che Enzo ha in effetti qualcosa di speciale, farà di tutto per scoprirne il segreto e poter diventare potente, invincibile, insomma un criminale capace di tenere in pugno Roma e chissà cos'altro.


Considerazioni

Il film inizia come una sorta di "Gomorra romana", in cui al centro di tutto vi è la malavita con i suoi loschi traffici, le sue azioni crudeli ed efferate: gente sfregiata e ammazzata per niente, Rottweiler affamati pronti a mostrare la dentatura - e non per la pulizia, eh; partite di droga, romani in affari con napoletani (a tal proposito, nel film c'è Salvatore Esposito, il famoso Genny Savastano di Gomorra, in perfetto stile "camorrista napoletano"), insomma, si potrebbe pensare: "niente di nuovo" rispetto al solito, ma non è così.

Il genere gangster/noir ben presto si mescola ad altri generi, che vanno dal drammatico all'avventuroso in un mix di fantasia e realtà.

In una realtà assolutamente negativa si inserisce di punto in bianco l'aspetto fantasioso, dovuto ai superpoteri di cui vien dotato inaspettatamente Enzo, che tutto vuol essere tranne un uomo speciale, un eroe, ed infatti il suo unico scopo - dopo aver realizzato la propria sovrannaturale natura - è usare le proprie capacità per commettere crimini con più facilità.

Ma non ha fatto i conti con la dolcezza e l'innocenza di una ragazza che riesce a cambiarlo piano piano, a furia di insistere con la storia di Hiroshi e della salvezza dell'umanità.
Per Alessia è scontato che i poteri di Enzo debbano essere usati per far del bene: come fa lui a non capirlo? Si deciderà un giorno a indossare la maschera di Jeeg e a portare avanti la missione che gli è stata affidata?

alessia - enzo
Una cosa è certa: i cattivi non mancano, e uno di questi è proprio Fabio, un osso duro difficile da spezzare...

Il personaggio di Alessia è quello che dà momenti simpatici e teneri alla storia, ma anche quelli più drammatici e (per una lacrima facile come me) commoventi.
Il caratteraccio di Enzo, duro, sempre sulle sue, convinto di non volere amici, di non aver bisogno di nessuno, vivrà la sua evoluzione grazie ad Alessia, unica presenza positiva nella sua vita.
Molto forte e carismatico anche il personaggio di Fabio, con la sua lucida follia e i suoi malvagi piani per emergere dalla massa anonima della delinquenza romana.

Gli attori sono tutti molto bravi, e se, ad es., di Santamaria lo si sapeva già, vederlo in attori emergenti, come Ilenia Pastorelli, è stata una piacevolissima scoperta.
Un po' come spesso accade in questo genere di film in cui il sostrato culturale è piuttosto basso perchè popolato da criminali, i dialoghi sono in dialetto, quindi in un romanaccio doc, il che, unito all'ambientazione "di borgata", contribuisce a dare quel tocco di realismo alla storia che viene poi sapientemente mescolato, come dicevo, all'elemento "fantastico"; l'introduzione del supereroe è assolutamente calato nella realtà di riferimento, senza enfatizzazioni (come accade ad es. nei famosi film su Superman, Batman e tutto il cucuzzaro), e l'aspetto fantasy non viene esagerato.

Trovo sia un film davvero originale, fatto bene, che fa vivere allo spettatore molti momenti adrenalinici e concitati, intervallati ad altri più "teneri", e lascia incollati allo scherno fino alla fine.
Lo chiamavano Jeeg robot ha tutte le caratteristiche per piacere e, a prescindere dal vostro anno di nascita e se abbiate conosciuto e/o amato questo personaggio dei fumetti, se c'è una cosa che forse ci accomuna, non dico tutti, ma almeno in tanti, è lasciarci andare ai sogni ad occhi aperti e immaginare che da qualche parte nel mondo ci sia davvero un supereroe pronto a sbucare all'improvviso (non necessariamente da un cabina telefonica, visto che stanno scomparendo) per venirci in aiuto quando ce n'è bisogno.
Sono cose che accadono solo nei libri, nei film e nei sogni, ma ogni tanto giocare di fantasia non può che farci bene .


DA GUARDARE! 


Segnalazione fantasy: "John Bale e la Leggenda di Ashkan. I quattro Medaglioni d'Oro" di Renato di Pane



Questo pomeriggio desidero sottoporre alla vostra attenzione, cari lettori, un fantasy che immerge il lettore in un mondo tra realtà e fantasia, in cui amore e odio imperversano in maniera contrastata e le vicende si susseguono con estrema curiosità e molti punti interrogativi.


John Bale e la Leggenda di Ashkan
I quattro Medaglioni d'Oro
di Renato di Pane

Kimerik Edizioni
254 pp
13.60 euro
2016
Il mondo è in pericolo: il malefico Ashkan, imperatore del male, sta per essere risvegliato da Kaleem, il gran maestro della pseudo-setta degli ashkiani; tuttavia, solamente una persona è in grado di fermarlo: John Bale, titolato archeologo di Boston, il quale andrà alla ricerca dei leggendari quattro Medaglioni d’Oro che, una volta riuniti, formeranno il Sacro Graal, unico artefatto capace di distruggere Ashkan. 
Ad accompagnarlo in questa avventura ci saranno la collega Pam e due giovani studenti dell’accademia dove insegnano i due archeologi, Jessica e Robert, e il loro apporto sarà fondamentale per la riuscita della missione, costellata da numerosi pericoli. 

Tutto inizia con la morte del professor Bernard, archeologo di fama mondiale e maestro di John e la storia si svilupperà lungo i luoghi in cui sono nascosti i Medaglioni d’Oro. 
Il perfido Kaleem cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote a John e i suoi amici: la forza d’animo dei nostri protagonisti sarà però tale da respingere ogni pericolo, ma il finale potrebbe non essere così scontato…

Ashkan, se risvegliato, porterà l’oscurità primordiale in tutto il mondo e John scoprirà delle verità che cambieranno per sempre la sua vita. 






L'autore.
Renato Di Pane nasce a Messina il 10 febbraio del 1977. Dopo essersi diplomato all’ITIS “Verona-Trento” nel 1997, si iscrive all’Università di Messina in Lingue e Letterature Straniere Moderne, che lascia dopo due anni spinto dalla voglia di rendersi indipendente. Ha lavorato come rappresentante di articoli per ufficio, consulente pubblicitario e titolare di un’agenzia di mediazione creditizia. Nel dicembre 2015 ha aperto un sito di bigiotteria artigianale insieme alla moglie Ruslana. È appassionato di Ufologia, Archeologia ed è fortemente attratto dal mistero. Ama il canto e l’arte in generale. Ha coltivato nel tempo la passione per la scrittura. Scrive poesie ed è già presente nell’Agenda 2016 edita dalla Casa Editrice Kimerik: 365 pagine da scrivere. John Bale e la Leggenda di Ashkan – i quattro Medaglioni d’Oro è il suo primo romanzo.

Segnalazione: "Dialoghi con un ottimista. In salotto con Francesco Alberoni" di Maria Giovanna Farina



Buongiorno, amici e lettori!
Iniziamo questa (calda) giornata sul blog con una segnalazione: si tratta del nuovo libro, uscito il 23 giugno, di Maria Giovanna Farina, autrice di cui abbiamo già parlato in precedenza - QUI e QUI.


Dialoghi con un ottimista. In salotto con Francesco Alberoni
di Maria Giovanna Farina

Editore: Edizioni Leima
Collana: Le stanze
Genere: Intervista
Pagine: 192
Uscita prevista:
Giugno 2016
Prezzo: 14 euro
ISBN: 978-88-98395-42-2

“Dialogare con Alberoni è stato soprattutto incontrare la sua vita quotidiana fatta di cultura profonda e semplice allo stesso tempo, di ironia e di mille curiosità a volte inimmaginabili”.
È il 1979 quando una giovanissima Maria Giovanna Farina scopre la propria passione per uno dei grandi sociologi italiani viventi. 
È l’anno di Innamoramento e Amore, il volume di Francesco Alberoni che avrebbe cambiato il modo di parlare e di intendere l’amore di un’intera generazione. 
A qualche decennio di distanza, la ragazza, ormai donna, si troverà nel salotto personale del grande scrittore, con l’opportunità di redigere una lunga intervista a cuore aperto. 

Alternando al classico “botta e risposta” di stampo giornalistico le proprie riflessioni personali, Maria Giovanna Farina ci offre un ritratto particolarissimo e fuori dalle righe di Francesco Alberoni. 
Partendo da argomenti cari al sociologo – l’amore, i rapporti sociali, i valori della vita – questa speciale “chiacchierata” oscilla tra il formale e l’informale, tra il pubblico e il privato, tra la cultura e la semplicità, con la leggerezza e l’ironia che da sempre hanno caratterizzato lo stile di Alberoni. 
Per suggerirci, attraverso la parole, le esperienze personali e il pensiero del grande sociologo, una visione positiva dell’uomo e della vita, proponendo l’ottimismo come obiettivo da perseguire ogni giorno per migliorare la nostra esistenza.

L'autrice.
Maria Giovanna Farina, filosofa, consulente filosofico e analista della comunicazione, è autrice di libri per aiutare le persone a vivere meglio. 
,
Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, fonda lo studio professionale Heuristic Institution, dove si dedica anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali. Esperta di relazioni umane, è autrice di numerosi articoli su varie riviste, ha intervistato anche in video alcuni tra i più noti personaggi della cultura e dello spettacolo. Creatrice della rivista filosofica on-line “L’accento di Socrate”, dirige la collana in e-book “Filosofia pratica” per l’editore KKIEN Publishing International con pubblicazioni scientifiche, divulgative e tecniche. È attiva in rete anche come blogger. 


Per conoscere nel dettaglio pubblicazioni e lavori: 
www.mariagiovannafarina.it


Video Farina e Alberoni in dialogo


mercoledì 29 giugno 2016

Recensione: IL DOMANI CHE VERRA' di John Marsden



"Il domani che verrà" (Tomorrow, when the war began) è il primo romanzo di una serie, “The tomorrow series”, ambientato in un futuro non troppo lontano in cui sta per scoppiare una guerra a livello mondiale; un gruppo di giovanissimi amici si ritrova a doversi confrontare con un imprevisto stato di cose che li costringerà a crescere in fretta, a vivere a stretto contatto con la natura selvaggia per evitare a tutti i costi di cadere nelle mani di uno sconosciuto ma temibile nemico. Solo così potranno lottare per il loro futuro e per i propri cari.

La saga Tomorrow è composta da sette libri e da altri tre che fanno parte de "Le cronache di Ellie", che raccontano le vicende della protagonista Ellie durante il dopoguerra.

IL DOMANI CHE VERRA'
di John Marsden



Ed. Fazi
trad. C. Arnone
250 pp
14.90 euro
2011
Ellie e i suoi amici vivono nella bella Australia, più precisamente nella contea di Wirrawee, in una zona di campagna vicino Melbourne.
Per dare un'impennata eccitante alle tante giornate sempre uguali, che di solito si barcamenano tra scuola e il duro lavoro in fattoria in mezzo a fieno e bestiame, i ragazzi decidono di andare a fare una gita ad Hell, una radura isolata ma bella ed incontaminata, su cui circolano leggende circa un eremita vissuto lì diverso tempo fa.
E così, zaino in spalla, a bordo della Land Rover del papà di Ellie, i sette lasciano casa per trascorrere una settimana in questo paradiso chiamato Inferno.
Homer, l'amico di sempre, la bella e fine Fi; l'amica d'infanzia Corrie e il suo fidanzato Kevin; la tranquilla Robyn e il dolce Lee dagli occhi profondi: questi gli amici più cari con cui Ellie vuol condividere quest'avventura.

Cosa c'è di meglio che esplorare l'affascinante Inferno, sedendo davanti al fuoco, parlando del più e del meno, tra sguardi languidi o imbarazzati che qualche coppietta di amici ogni tanto comincia a lanciarsi?

La vacanza sta procedendo per il meglio finchè una notte si sentono strano rumori in cielo: aerei, sì, ma in essi c'è qualcosa di strano, di inquietante.
Ed infatti, tornati a casa, i ragazzi al loro ritorno troveranno delle spiacevolissime sorprese: le loro case vuote, i loro animali domestici morti, un terrificante clima di desolazione avvolge ogni cosa; i fili del telefono non funzionano, l'elettricità neanche, le radioline non prendono alcuna stazione e non è possibile quindi ascoltare un telegiornale per capire cosa sta succedendo in paese..

Dove sono i nostri cari? - si chiedono spaventati e smarriti i ragazzi.
Fatta eccezione per gli animali morti o abbandonati, le case non sembrano apparentemente saccheggiate o altro; non ci sono elementi che lascino presagire che i membri delle loro famiglie siano stati rapiti o uccisi: ma allora che ne è stato di loro?
Vero è che quel giorno in paese c'era la Fiera, alla quale tutti gli allevatori della zona sarebbero accorsi, ma perchè nessuno ancora è tornato a casa? Perchè non c'è neppure un messaggio per i loro figli?

I conti non tornano per niente e forti sensazioni di paura e ansia travolgono i ragazzi, che sentono che qualcosa di terribile è accaduto.

Col passare delle ore, mentre cercano di indagare andando in giro per le strade del paese, il gruppo di amici comprende che l’Australia è stata improvvisamente occupata dalle forze militari e i cittadini sono stati rinchiusi in prigione: tra i detenuti ci sono appunto i loro genitori, i loro fratelli e sorelle. 

Le possibilità che si profilano loro davanti sono essenzialmente due: arrendersi o combattere; lasciarsi trascinare da un nuovo e tragico scatenarsi di eventi di cui ancora non riescono a cogliere la portata, o armarsi di tutto il coraggio che hanno (anche di quello che ancora non hanno) e cercare di capire chi li ha invasi, chi tiene le loro famiglie prigioniere e perchè, e approntare un piano per affrontare gli invasori, che pullulano per le strade del paese pattugliando ogni quartiere.
Invasori tutt'altro che gentili, che parlano una lingua sconosciuta e sparano ad ogni minimo rumore su qualunque cosa.

Tra paure e indecisioni, gli otto ragazzi (ad essi si unisce in seguito un altro amico, Chris) decidono di combattere, consci di essere forse gli unici liberi, in grado quindi di lottare per la salvezza di amici e famigliari e per riprendersi il loro domani. 
Per programmare ogni minima azione di attacco i ragazzi decidono di fare di Hell il loro quartier generale.
Sopravvivere non sarà facile ma, grazie alle loro conoscenza della natura, degli animali, e ad uno spirito avventuroso, sanno di potercela fare.
O almeno così sperano...

Considerazioni

A raccontarci ogni cosa è Ellie, ai quali gli amici hanno chiesto di mettere per iscritto tutti i fatti relativi a questa incredibile esperienza; il punto di vista è quindi quello di un'adolescente, con le sue piccole e grandi paranoie sui ragazzi (è combattuta tra i forti sentimenti per Homer, che fino a quel momento è sempre stato per lei come un fratello, e per il carino e dolce Lee), l'affetto che la lega alle sue amiche, le preoccupazioni circa i genitori e ciò che sarà costretta ad affrontare insieme ai suoi amici.
Questi ragazzi affiatati - anche se non mancano i litigi e le urla per dire ognuno la propria idea - sanno che la loro vera ed unica chance è restare uniti, fare della loro amicizia la base fondamentale per organizzarsi e cercare di scoprire cosa sta succedendo nella loro Australia, in attesa che qualcuno (più potente) venga loro in aiuto.
Sono sotto shock, terrorizzati, soli. Non hanno armi, solo il loro coraggio. Non possono contare su nessuno, se non su loro stessi. 

Interessante è l'ambientazione scelta dall'Autore, che a fine libro precisa essere assolutamente realistica; il paesaggio naturale è descritto con accuratezza e questo aiuta il lettore a contestualizzare la storia e ad apprezzare l'aspetto avventuroso dovuto al contatto diretto con la natura; ben descritti anche i momenti notturni in paese, quelli che vedono i ragazzi muoversi al buio per le strade a loro familiari, per sondare il terreno, spiare le mosse del nemico, ed eventualmente attaccarlo alle spalle.

Sorprende l'incredibile e veloce capacità di adattamento al nuovo status quo di questi otto amici; è vero, non mancano i pianti e le crisi, ma i giovanotti rivelano al contempo anche formidabili capacità di approntare strategie di combattimento come dei veri guerriglieri.

Nonostante venga presentato uno "stato di guerra", io personalmente non sono riuscita a coglierne tantissimo la tensione e l'adrenalina, nel senso che, ok, i ragazzi sono impauriti ed euforici insieme e questo lo si avverte, ma il punto - che mi impedisce di sentirmi coinvolta fino in fondo - è che non ci vien detto nulla su questi ignoti invasori, se non che sono donne e uomini di ogni età, che parlano una lingua non nota ai ragazzi e che imbracciano armi.

************POSSIBILI SPOILER*************

Non vivendo il momento dell'invasione, ma trovando tutto già "apparecchiato", a noi lettori non resta che seguire le strategie di lotta del gruppetto di amici, il che però non è particolarmente vivace in quanto si combatte ok... ma contro chi?
Ora, vero è che questo è solo il primo episodio della serie, ma se dovessi dirvi che la lettura di questo primo libro mi ha messo su una grandissima voglia di leggere il seguito (che tra l'altro, mi sa che Fazi Editore non ha ancora neanche pubblicato il secondo...), non sarei del tutto sincera. Sì, un po' mi è rimasta la curiosità di capire cosa è accaduto all'Australia, chi l'ha invasa e perchè, ma avrei preferito che almeno nelle ultimissime pagine ci fosse data qualche informazione utile in tal senso, così da solleticare l'interesse, la curiosità.


Insomma, come primo libro di una saga fantascientifica/distopica, non posso dire di esserne rimasta particolarmente colpita; il fatto, poi, che ancora non siano stati pubblicati i seguiti, scoraggia ulteriormente.

Magari cercherò il film, potrebbe rivelarsi un po' più "eccitante" ^_-

Voi avete letto questo romanzo?


5. Un libro di fantascienza

Da venerdì 1° luglio ritornano le emozionanti storie YouFeel (Rizzoli)



Lettori e, soprattutto, lettrici romantiche, da venerdì 1° Luglio si rinnova l'appuntamento con YouFeel, il progetto Rizzoli di editoria digitale al femminile: romanzi brevi e perfetti per l’estate, da gustare in poco tempo e da scegliere in base al mood del momento: Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante.

A Luglio YouFeel compie due anni. Per festeggiare, l'offerta moltiplica: oltre agli Original, i 4 romanzi inediti suddivisi per mood, saranno pubblicate 8 nuove storie provenienti dal meglio del selfpublishingitaliano, i Reloaded.

I romanzi YouFeel diventeranno un appuntamento fisso: ogni ultimo venerdì del mese nuove storie da leggere, in mobilità su smartphone e tablet, saranno disponibili sulle principali librerie online come Amazon, Kobo, iBooks, IBS, Google Play e molte altre (il prezzo è di 2,99€ a titolo).

YouFeel è sempre alla ricerca di nuove autrici che sappiano raccontare l’universo femminile e romanzi che soddisfino i quattro mood Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante in 200mila battute.
Per proporsi come nuova autrice YouFeel sarà sufficiente inviare il manoscritto (inedito o pubblicato), accompagnato da una breve lettera di presentazione e una sinossi, all’indirizzo email scrivi@youfeel.it

potete dare un'occhiata ai titoli e scegliere la lettura estiva che fa per voi ^_-

lunedì 27 giugno 2016

Autori che...hanno odiato il loro personaggio più popolare



Buon lunedì, amici e lettori.

Iniziamo la settimana qui sul blog riprendendo un appuntamento presente già la settimana scorsa.

autori che...

La volta precedente abbiamo visto Autori che... hanno odiato le proprie opere o il loro capolavoro letterario.

Oggi vedremo qualche autore famoso che ha odiato il protagonista del romanzo/della serie che lo ha portato al successo.


Il primo autore è sir Arthur Conan Doyle, padre e creatore di Sherlock Holmes; già nel post dedicato a lui nel giorno della sua nascita (QUI) avevamo detto che ha avuto un rapporto di amore-odio con il suo personaggio e detective più famoso. Ciò che lo infastidiva era che il nome di Holmes fosse diventato più famoso del suo, e così, stanco di scrivere di Sherlock, a un certo punto lo ha ucciso. 
Fortunatamente per noi Sherlock è stato "risuscitato" e molte altre storie con il detective ci sono state...


Non ha odiato il suo protagonista così tanto da volerlo far fuori, ma comunque anche Ian Fleming, l'autore dei romanzi di James Bond, negli ultimi anni della sua vita, sviluppò una sorta di allergia verso il suo Bond, cercando per l'appunto di scrivere qualcosa di diverso.
Provò ad es, a scrivere una storia dove ci fosse comunque Bond, ma che avesse un ruolo secondario: The Spy who Loved Me (La spia che mi amò), dove Vivienne Michel, l'eroina, è il personaggio principale della storia, e tutto, compreso lo stesso Bond (che compare verso la metà del libro), è visto attraverso i suoi occhi.
A quel tempo,  il romanzo non fu accolto benissimo e l'esperimento letterario si rivelò alquanto fallimentare; anche se l'Autore aveva chiesto al suo editore di ritirare il romanzo, per fortuna, esso è nuovamente apparso in stampa dopo la sua morte.


Direttamente dal mondo dell'infanzia, giunge AA Milne, l'autore della serie per bambini avente per protagonista il simpatico orsacchiotto Winnie the Pooh.
Inizialmente le storie, scritte nel 1920, erano unicamente per suo figlio, Christopher Robin, e ad ispirarlo fu la collezione di peluche del bambino. 
Mai l'autore avrebbe potuto immaginare che Winnie potesse ottenere un tale successo e l'idea che questi libri per l'infanzia stessero oscurando la fama di altre sue opere e di se stesso come scrittore di narrativa per adulti, non gli piaceva affatto.
E non soltanto lui cominciò a detestare il paffuto orsacchiotto del Bosco dei cento Acri, ma anche lo stesso 
Christopher Robin.


SE CONOSCETE ALTRI AUTORI CHE A UN CERTO PUNTO DELLA LORO CARRIERA
HANNO CORTESEMENTE INIZIATO AD ODIARE IL LORO EROE,
SCRIVETEMELO NEI COMMENTI! :=)




fonti

https://www.grammarly.com
http://www.bustle.com

domenica 26 giugno 2016

Imparare leggendo (#6)



Leggendo "Villette" ho (ri)scoperto molti termini di cui ignoravo, o avevo completamente cancellato da tempo indefinito, il significato.
Beata ignoranza!! Non sarà il caso di provare a colmarla!?!

E allora, armiamoci di dizionario :)



Sul blog, nel tempo, ho aperto diverse rubriche, a cadenza settimanale e non,
che ad oggi non sempre condivido con voi in modo costante (per quanto ci pensi e vorrei).
Dico questo perchè non ho intenzione di aprire una nuova rubrica,
ma pensavo di dare spazio - senza impegni troppo fiscali -
a una cosetta che mi salta in mente spesso,
quando, leggendo,
mi ritrovo davanti a termini di cui non conosco il significato.

E siccome "la vecchia non voleva morire, perché diceva che aveva altre cose da imparare", e siccome la lingua italiana è ricca, tra le tante cose, di un sacco di vocaboli, ho pensato di condividere con voi quelle paroline o espressione di cui ignoravo il significato o l'etimologi o altre curiosità ad esse legate.


VERZICANTE

Part. Pres. di verzicare: 
lett. Delle piante e dei campi, verdeggiare


LARDELLARE

GASTRON Mettere lardelli o pezzetti di prosciutto o pancetta e aromi in tagli f
atti appositamente nella carne da cucinare


MESMERICO

Che concerne Mesmer o il mesmerismo
(Dottrina e pratica terapeutica fondata sul potere curativo 
del magnetismo animale e minerale)

PITICO

Di, relativo a Apollo Pizio
‖ Giochi pitici, feste pitiche, grandi feste nazionali dell'antica Grecia celebrate 
a Delfi in nome di Apollo
‖ Lauro pitico, corona d'alloro che si attribuiva ai vincitori dei giochi


PANOPLIA

 L'intera armatura dell'antico guerriero
‖ Le parti che costituiscono un'armatura, disposte come trofeo su una parete


CONOSCEVATE QUESTE PAROLE? ^_-



sabato 25 giugno 2016

(anteprima Fazi) "Sogni di mostri e divinità" di Laini Taylor. Dal 14 luglio in libreria



Carissimi, se come me avete amato i primi due libri della trilogia DAUGHTER OF SMOKE & BONE di Laini Taylor, sarete felici di sapere che dal 14 luglio il terzo volume sarà nella nostre mani.

1. La chimera di Praga (DAUGHTER OF SMOKE & BONE)
2. La città di sabbia (Days of blood and starlight)
3. Sogni di mostri e divinità (Days of gods and monsters)

Sito autrice: http://www.lainitaylor.com/

Ed ecco la cover, molto bella, perfettamente in linea, secondo me, con i contenuti della storia.

La copertina è stata scelta dai lettori stessi, nei giorni scorsi, sulla pagina facebook LainYa, attraverso "mi piace"; la scelta era tra 5 cover diverse.

COVER VINCITRICE!

Fazi Editore
LainYa
trad. D. Rizzati
14.50 euro
USCITA:
14 LUGLIO 2016
La trilogia avente come protagonista la bella e coraggiosa ragazza dai capelli blu sta volgendo al termine e inizia subito in modo movimentato: gli angeli stanno scendendo sulla terra e ad accogliere il loro arrivo c'è una folla di esseri umani stupiti.
Intanto, Karou sta cercando di rimettere in sesto l'esercito delle sue chimere ribelli perchè si schierino insieme contro gli angeli, contro i quali si schiera lo stesso Akiva; i due innamorati ora si ritrovano alleati in questo scontro finale.

Il loro comune sogno di costruire un mondo senza guerre sta per realizzarsi, finalmente? 
Ci sarà spazio anche per il loro amore?


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ANCHE VOI AVRESTE SCELTO LA COVER VINCITRICE?


Questa invece è la cover originale.





venerdì 24 giugno 2016

Recensione: VILLETTE di Charlotte Brontë



Villette mi ha  accompagnato per diverse settimane e terminarlo mi ha messo una certa nostalgia, forse in virtù di quella sorta di "affetto" (letterario, s'intende) che si crea con personaggi con i quali trascorriamo un po' di tempo.

Villette è l'ultimo romanzo di Charlotte Brontë, pubblicato nel 1853, e colpisce il lettore non tanto per la trama in sè, quanto per l'abile penna dell'Autrice nel tracciare la psicologia della protagonista, Lucy, e per l'uso di elementi gotici ed inquietanti per esternare quello che che la stessa soffre interiormente.


VILLETTE
di Charlotte Brontë


Ed. Newton Compton
 trad. M. Hannau Pavolini
508 pp
4.90 euro
2016
Lucy, Villette e la vita nel collegio

Dopo aver vissuto una personale disgrazia famigliare, per un certo periodo la protagonista Lucy Snowe - orfana e sola - vive nella città di Bretton, in casa della propria madrina, la buona signora Bretton.
Lì trascorre diversi anni, a contatto con la signora, conoscendo il figlio adolescente Graham, e giocando con la piccola Paulina de Bassompierre. 
Finchè non giunge per la nostra taciturna e un po' passiva Lucy, il momento di spiegare le ali in cerca di un'occupazione che la renda economicamente indipendente.
Lasciata la casa della madrina, Lucy trova temporaneamente lavoro presso la signora Marchmont, anziana e ammalata; quando questa muore, Lucy si ritrova di nuovo sola e bisognosa di un nuovo impiego.

Lucy si rivela da subito una donna dal carattere volubile: determinata ma allo stesso tempo così conscia di essere sola al mondo da venire non di rado sopraffatta dalla tristezza.
Nonostante ci appaia così fragile e spaurita come un uccellino, in lei arde una fiammella di determinazione, un carattere non privo di volontà e caparbietà, proteso verso la speranza:

"... anche se l'indomani la nube dei dubbi sarebbe stata fitta quanto oggi; più urgente ancora sarebbe diventata la necessità di agire; più vicino il pericolo (della miseria totale); più duro il conflitto (per l'esistenza)."

Decide di recarsi prima a Londra e poi di prendere una nave per "Labassecour" (potremmo localizzarlo con il Belgio) pur non parlando una parola di francese.
Dopo l'arrivo nella immaginaria capitale di Villette, Lucy trova lavoro come insegnante presso il convitto per ragazze di Mme Beck e riesce a farsi rispettare come insegnante, nonostante nessuno le dia molto credito, M.me Beck in primis, che non fa che controllarla, spiandone movimenti e frugando di nascosto nei cassetti di Lucy, alla ricerca di chissà quale segreto sconveniente.
Il soggiorno in questa scuola femminile coinvolge involontariamente Lucy in un vortice di avvenimenti a metà tra l'avventura e il romanticismo.

Lucy, il dottore e il professore

Lavorando nell'istituto, Lucy conosce il giovane dottore che visita le fanciulle: l'attraente John, che la tratta con estrema indifferenza, quasi lei fosse invisibile, preso com'è dai propri crucci amorosi verso una delle allieve, la bella ma crudele e civettuola Ginevra, che ha con Lucy uno strano rapporto: la cerca per parlarle, confidarsi, chiedere consigli, ma allo stesso tempo la schernisce, si prende gioco di lei giudicandola fredda, incapace di slanci d'affetto, algida.

Ci fa tenerezza e spesso ci indigna leggere di come la timida e riservata Lucy venga frequentemente trattata come se fosse invisibile, insignificante, il che se da una parte sicuramente provoca in lei della sofferenza, dall'altra le permette di osservare le persone con l'acume e l'attenzione che le appartengono.
La nostra ragazza è consapevole di non aver nulla, e nell'aspetto e nella personalità, in grado di attrarre il prossimo (uomini, in particolare), di piacere, e questo inevitabilmente la fa sentire sempre più sola, depressa, tanto più nei mesi di vacanza, quando la scuola si svuota e lei resta in balia della noia e della solitudine.
E' facile che sopraggiunga, in tali condizioni, una sorta di malessere psico-fisico, che però, per quanto si tratti di una cosa negativa, sarà anche una sorta di spartiacque nella vita di Lucy nell'istituto, perchè cambierà diverse cose.

Proprio quando si sente più abbandonata e in balia dell'infelicità, il passato fa capolino nel presente regalandole la dolce e rassicurante sensazione di non essere sola: ritornano nel suo oggi la cara signora Bretton e suo figlio Graham, che lei ha riconosciuto nella persona di un giovane che frequenta di sovente il collegio...

E ancora nel collegio, Lucy si trova a scontrarsi spesso con un professore di letteratura, il burbero monsieur Paul, un tipo piccolo, occhialuto, indisponente, ostile agli inglesi, tanto acuto e intelligente quanto provocatore e maschilista. Con lui da subito Lucy intratterrà vivaci schermaglie verbali che, nonostante spesso la rattristino o la facciano infuriare, la faranno anche sentire viva, considerata e apprezzata, finalmente non invisibile.
Per Paul nascerà pian piano il desiderio di essergli amica mentre per qualcun altro Lucy comincerà a provare sentimenti d'amore.

Considerazioni 

Non vorrei andare avanti con la trama per non togliervi il gusto di scoprire tanti altri fatti ed avvenimenti che danno movimento alla storia narrata; vi basta sapere che pagina dopo pagina il lettore verrà sommerso dai pensieri e dalle visioni di una tormentata Lucy, verrà coinvolto in piccole avventure che si arricchiranno di elementi di mistero e quasi surreali (che si chiariranno verso la fine), vedrà la nostra protagonista sempre divisa tra la necessità della Ragione (per evitare di soffrire) e i richiami sensuali ma illusori del Sentimento, cui una parte di lei vorrebbe cedere. A frenarla, la paura (e la consapevolezza?) di non piacere a chi di dovere e di essere guardata dall'oggetto del proprio amore semplicemente con un affetto fraterno.

Le cose cambieranno in  bene per Lucy? Come già accaduto a Jane Eyre, Charlotte darà, a modo suo, alla propria eroina la possibilità di un riscatto, di una concreta felicità, dopo tanta solitudine, disprezzo, senso di inferiorità?

Ci sono diversi elementi che ricordano il succitato capolavoro di Charlotte: la condizione di orfana della protagonista, il suo carattere schivo, timoroso, insicuro ma, al momento opportuno, forte e deciso; la vita in istituto; il rivolgersi direttamente al lettore, come interloquendo con lui; l'introduzione nella narrazione di aspetti ed eventi apparentemente inspiegabili, che si colorano di un che di inquietante, gotico, oscuro, e che danno un tocco di mistero al tutto; la ricchezza di descrizioni di ambienti e persone; la protagonista chiamata ad affrontare molte ostilità prima di scorgere un barlume di felicità; la sensazione, fin troppo forte, da parte della stessa di non avere quasi diritto all'amore.

Come dicevo, le lunghe sequenze e i capitoli dedicati ai momenti di solitudine e alle esperienze al limite delle allucinazioni e del delirio, in cui abbondano le descrizioni dell'ambiente naturale circostante - che assume quasi i contorni di un personaggio a sua volta, e non di rado ostile -, fungono da rappresentazione esterna delle tempeste interiori della protagonista, capace di passare dall'autocontrollo e dalla passività a sbalzi d'umore e crisi nervose, prostrazione e profonda tristezza.

Rispetto a Jane Eyre, ho trovato questo romanzo più prolisso, lento in molti punti e con diverse sequenze narrative meno coinvolgenti; inizialmente, la traduzione mi convinceva poco, poi però l'ho trovato man mano un po' più scorrevole. 
Le pagine finali sono ambigue, come se Lucy  volesse lasciare il lettore libero di immaginare il finale, lieto o tragico è a sua discrezione.

Per concludere, è un classico che merita di essere letto per la finezza e la ricchezza psicologica, la cura dei dettagli, la capacità di creare intrecci e ambientazioni suggestive, dal forte contenuto e significato simbolici.



9. Un classico 

Anteprime: A DIO PIACENDO di Jean d'Ormesson (Beat Edizioni) - AMY SNOW di Tracy Rees (Neri Pozza)



Continuano a saltarmi all'occhio anteprime succulente! Posso ignorarle? 
Non sia maaaaiii!!


Il primo romanzo che vi propongo è stato pubblicato per la prima volta negli anni Settanta e a ristamparlo è Beat Edizioni.

A DIO PIACENDO
di Jean d'Ormesson


Beat Edizioni
trad. G. Bogliolo
PROSSIMAMENTE
Trama

A Dio piacendo è la storia di un’antica famiglia aristocratica francese, una di quelle famiglie apparse al tempo delle crociate, con un maresciallo della fede e dell’esercito di Dio che non deve aver goduto di buona fama nei dintorni di Damasco. Una famiglia nella quale chiunque nasca è di colpo consegnato a un mondo che guarda indietro, dove il passato conta più del futuro.
Un mondo custodito nei pensieri di un bel vecchio che si aggira per il castello e i suoi dintorni, in cui la famiglia ha vissuto attraverso i secoli e le generazioni.
Nei suoi momenti di ottimismo, alternati a quelli di abbattimento, il vecchio sogna un tempo in cui l’ordine delle cose si ristabilisca intorno alla Chiesa e al trono, dove ciascuno ritrovi il proprio posto e il proprio rango di ufficiale, soldato, artigiano, contadino, pittore e letterato, e il cognome della famiglia sia di nuovo venerato…

Romanzo che ha consacrato il talento di Jean d’Ormesson, A Dio piacendo è una delle opere più importanti della narrativa francese contemporanea. Al suo centro figurano un personaggio – il nonno, fedele al passato, refrattario al progresso e ai suoi cambiamenti, custode della tradizione e dei costumi degli avi – e un luogo: il castello di Plessis-lez-Vau-dreuil, la culla della famiglia, dove dalle crociate ai giorni nostri si avvicendano gli eventi del casato. 
Matrimoni d’amore e di interesse, imprese eroiche e viltà, fedi e passioni, tutto ciò in cui la famiglia ha creduto, e che ha fatto suo, viene passato in rassegna, finché ogni cosa si sgretola. Subentrano i costumi e i furori della modernità, e si aprono via via delle brecce nella fortezza della tradizione.
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L'autore.
Jean d’Ormesson è nato a Parigi nel 1925. Nel 2015 la sua opera è entrata nella Bibliothèque de la Pléiade, la prestigiosa collana edita da Gallimard. Tra i romanzi selezionati per il volume vi sono: La gloria dell’Impero (Grand Prix du Roman de l’Académie Française), A Dio piacendo e Il romanzo dell’ebreo errante. Grand Officier de la Légion d’Honneur, eletto membro più giovane di sempre dell’Académie française nel 1973, nel 2016 d’Ormesson ha pubblicato, con enorme successo in Francia, Je dirai malgré tout que cette vie fut belle, di prossima pubblicazione Neri Pozza.




E passiamo ad un romanzo storico con al centro una giovane ragazza sola e alla ricerca della verità sulle origini proprie e non solo...

AMY SNOW
di Tracy  Rees



Ed. Neri Pozza
PROSSIMAMENTE
«Tracy Rees è la nuova, eccezionale voce del romanzo storico». Lucinda Riley

«Amy Snow è scritto con calore e attenzione al dettaglio. Ma, soprattutto, offre un tenero, struggente ritratto della vera amicizia». Historical Novel Society

Trama

Hertfordshire, 1848. 
Amy Snow si allontana da Hatville Court, la casa in cui ha vissuto per ben diciassette anni, dopo aver perso l’unica persona che lei abbia mai amato, Aurelia Vennaway, figlia unica di Lord Charles e Lady Celestina Vennaway, una delle famiglie più in vista della contea.
Ad Amy non resta che svanire come un’orma che si discioglie nella brina.
Era stata proprio Aurelia a trovarla, diciassette anni prima: una minuscola neonata abbandonata ai margini di una foresta inospitale. L’aveva battezzata Snow, perché era piena di neve, e Amy, perché era il nome della sua bambola preferita.
E l’aveva portata con sé, a Hatville Court, la dimora dei suoi da tempo immemorabile. 
Erano cresciute insieme come due sorelle inseparabili. 
Ma a Hatville Court, e nell’intero villaggio, Amy poteva essere, a seconda dei giorni, degli umori della servitù e dei pregiudizi dei Vennaway, una giovinetta rispettabile o una vagabonda, una sorella o una sguattera. 
E ora, con la scomparsa di Aurelia, non può più restare nella grande dimora dei Vennaway, divenuta un luogo ostile e inospitale. 
Abbandonarla è un grande dolore, una pena che si aggiunge a quella che l’affligge da sempre: non sapere chi siano stati i suoi genitori, non avere nemmeno un frammento di informazione su di loro.
Ma c'è un compito che la stessa Aurelia le ha affidato poco prima di morire: decifrare una serie di lettere contenute in un pacchetto occultato con cura, lettere che contengono un segreto cui Aurelia non ha mai fatto cenno quando era in vita. 
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Lettera dopo lettera, Amy esegue diligentemente il compito per imbattersi in sorprendenti verità, che saltano fuori una dopo l’altra dal passato, e hanno a che fare con i segreti più intimi di Aurelia e con la sua stessa misteriosa origine.

L'autrice.
Tracy Rees è nata nel Galles. Dopo essersi laureata a Cambridge ha scritto diversi saggi, prima di partecipare al premio indetto dal Richard & Judy Bookclub. Il suo romanzo Amy Snow è stato selezionato tra migliaia di partecipanti, diventando il caso editoriale dell’anno.


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