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giovedì 29 dicembre 2011

IL COLORE DELLA MEMORIA

Ecco uno di quei libri che sono finiti nella lista dei "libri desiderati"...., sperando diventi "libri letti", quantomeno nel 2012, visto che il 2011 è praticamente terminato.


 Il colore della memoria di Care Santos  
Casa editrice: Salani 
Pagine: 456
Prezzo: € 18,60


Un grande romanzo con l'irresistibile fascino di Barcellona. Dopo Carlos Luis Zafón e Ildefonso Falcones, dalla Spagna un nuovo best seller dalle atmosfere mediterranee. 
Un'avvincente saga familiare, vita, amori, passioni artistiche, spiritismo, viaggi, la guerra civile, ricchezze perdute e fantasmi in un intreccio senza respiro. 
Una grande storia di famiglia sulla vita e il tempo che scorre. Barcellona, 1932. 
In una vigilia di Natale apparentemente simile alle altre, Maria del Roser Golorons vedova Lax esce con la fedele domestica Conchita per trascorrere tutta la giornata ai Grandi Magazzini El Siglo, inconsapevole degli eventi che stanno per travolgere la sua famiglia e la sua città.
 Pochi anni più tardi, alle soglie della guerra civile, il celebre pittore modernista Amadeo Lax dipinge il suo capolavoro in ricordo della moglie Teresa che lo ha abbandonato: un affresco superbo, fatto di luci intense e contrasti imprevisti, che nella sensualità del tratto nasconde un'oscurità indecifrabile. 

Memorie di una cortigiana

Memorie di una cortigiana
di Priya Parmar
Trama:
Attrice di teatro, amante di Carlo II, beniamina del pubblico: questa è la storia di Nell Gwyn, la ragazza del popolo che stregò la corte d'Inghilterra. 
Londra, 1663: Nell Gwyn ha tredici anni e la sua esistenza è tutt'altro che facile: cresciuta in uno squallido sobborgo con la madre e la sorella, si guadagna la giornata vendendo arance al Royal Theatre di Covent Garden.
Lì, con il suo cesto tra le braccia, il naso per aria e lo sguardo incantato di chi si aspetta ancora tutto dal destino, Nell si lascia ammaliare dalla magia del teatro. 

martedì 20 dicembre 2011

Dal ciclo de "Il cimitero dei Libri dimenticati": "Il prigioniero del cielo"



Per chi ha amato romanzi quali "Il gioco dell'angelo" e "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, sicuramente apprezzerà l'ultima sua opera, "Il prigioniero del cielo", uscito nelle libreria spagnole dalla metà di novembre, con un prezzo effettivamente non proprio alla "portata" di tutti (28 euro).
Ad ogni modo, questo romanzo si colloca nel ciclo de "Il cimitero dei libri dimenticati" e l'autore riprende l'alone di mistero presente nei precedenti libri, donando però al lettore, questa volta, la chiave di lettura di tutti i misteri e le ambiguità volutamente presenti soprattutto ne "Il gioco dell'angelo".
Lo stesso Zafòn definisce questa sua ultima opera (ultima per il momento, s'intende) più divertente, e dinamica rispetto alla precedente, che vuole "trasmettere emozioni, avventura, humor, magia e amore".

lunedì 31 ottobre 2011

Alessandro D'Avenia: "Cose che nessuno sa"

Cose che nessuno sa

Margherita ha quattordici anni e sta per varcare una soglia magica e spaventosa: l’inizio del liceo. 
I corridoi della nuova scuola sono pieni di fascino ma anche di minacce, nel primo intervallo dell’anno scolastico si stringono alleanze e si emettono sentenze capaci di segnare il futuro. Chiusa nella sua stanza, con il tepore del sole estivo ancora sulla pelle, Margherita si sente come ogni adolescente: un’equilibrista su un filo sospeso nel vuoto. 
Solo l’amore dei genitori, della straordinaria nonna Teresa, del fratellino le consentono di lanciarsi, di camminare su quel filo, di mostrarsi al mondo e provare a diventare grande con le sue forze.
Ma un giorno Margherita ascolta un messaggio in segreteria telefonica. È suo padre: annuncia che non tornerà più a casa. 
Per Margherita si spalanca il vuoto sotto i piedi. Ancora non sa che sarà proprio attraversando questo doloroso smarrimento che a poco a poco si trasformerà in una donna, proprio come una splendida perla fiorisce nell’ostrica in seguito all’attacco di un predatore marino.
 Perché questo è il segreto del dolore: sa dove si nasconde la vita e se ne nutre per farle crescere le ali.
Questa volta però la saggezza sorridente di nonna Teresa non basterà a Margherita, e sarà dal suo nuovo mondo, quello scolastico, che giungeranno nuove voci in grado di aiutarla: quella di Marta, la compagna di banco capace di contagiarla con il suo entusiasmo, quella profonda di Giulio, il ragazzo più misterioso della scuola, e anche quella di un professore, un giovane uomo alla ricerca di sé eppure capace di ascoltare le pulsazioni della vita nelle pagine dei libri. 
Proprio in un libro, l’Odissea, Margherita legge la storia di Telemaco e trova le energie per partire in un viaggio alla ricerca del padre che cambierà radicalmente il suo destino.


Cose che nessuno sa ha il passo lungo di una grande storia: quella di tutti coloro che sanno guardare in faccia i propri fantasmi e compiere il viaggio avventuroso che li riporterà a casa.


http://www.profduepuntozero.it/

sabato 29 ottobre 2011

Letture: consigli per gli acquisti: Da dove viene il vento di M. Venezia



Ecco un romanzo "made in Italy", per chi ama le storie di passione, amori..., scritto da un'autrice del sud - Mariolina Venezia, di Matera -.

DA DOVE VIENE IL VENTO
di Mariolina Venezia

Da dove viene il vento
Ed. Einaudi
Collana I Coralli
248 pp
17.50 euro
2011
Trama

Dora e Salvatore, entrambi originari del Sud, verso la fine degli anni Settanta s'incontrano a Padova, all'università. Condividono ideali e battaglie politiche, s'innamorano, stanno insieme, con tutte le contraddizioni della loro generazione.
Si rivedono poi a distanza di vent'anni, in una Padova abbrutita dal miracolo del Nordest, dove i delusi si consolano giocando in borsa.
Anche loro sono cambiati, ma la passione rinasce, diventa un'ossessione erotica, una dipendenza in mezzo ad altre dipendenze, che cercano di coprire il vuoto lasciato dalla fine dei sogni.
Le vicende di Dora e Salvatore s'intrecciano con quelle del berbero Idir, che attraversa i tanti lager di un Bel Paese solo apparentemente civile, fuggendo da una storia che noi scopriremo insieme a lui un po' alla volta. I loro pensieri entrano in risonanza con quelli di un astronauta sospeso nello spazio mentre il suo Paese, sotto di lui, smette di esistere, e con quelli di un altro uomo, vissuto tanto tempo prima, che con la sua scommessa ha cambiato il nostro modo di stare al mondo.
Perché le parole, le idee, i sentimenti sono un bene comune che scavalca il tempo e lo spazio, e le storie degli uomini sono legate una all'altra da infiniti nodi.
Cosí tutto corre fino a un appuntamento col destino dove è in gioco la vita e il suo senso.
A raccontare, spinta dalla necessità di ritrovare un senso profondo di appartenenza, di non sentirsi un'isola ma parte di un tutto, è una donna, che attraverso le storie degli altri svela in filigrana la propria, si mette in gioco, tocca corde profonde e nervi scoperti.

Un romanzo intenso e coinvolgente, la storia di un'ossessione amorosa ma anche artistica, un viaggio alla scoperta delle nostre emozioni.

L'autrice.
Mariolina Venezia è nata a Matera e vive a Roma. Ha pubblicato alcuni libri di poesie in Francia e, per Einaudi, i romanzi Mille anni che sto qui, vincitore del Premio Campiello 2007, Come piante tra i sassi (2009), la raccolta di racconti Altri miracoli (Theoria 1998, Einaudi 2009) e Da dove viene il vento (2011).

venerdì 21 ottobre 2011

Con tutto l'amore che posso

Sul mondo che girò danzando un'altra ora
sparimmo stretti in mezzo all'ombra della sera
stavamo lì e ci mancavamo già da un'ora
io e te con tutto l'amore che posso, l'amore che posso, l'amore che posso
AMORE MIO, MA CHE GLI HAI FATTO TU A QUEST'ARIA CHE RESPIRO
E COME FAI A STARMI DENTRO OGNI PENSIERO
GIURALO ANCORA CHE TU ESISTI PER DAVVERO
AMORE MIO, MA CHE COSA'HAI TU DI DIVERSO DALLA GENTE
DI FRONTE A TE CHE SEI PER ME COSI' IMPORTANTE
TUTTO L'AMORE CHE IO POSSO E' PROPRIO NIENTE.... 

lunedì 12 settembre 2011

Trama e recensione de IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI




L'ho terminato oggi pomeriggio: "Il linguaggio segreto dei fiori"; lo presi per due motivi, entrambi riconducibili alla CURIOSITA': ho letto di esso recensioni e commenti assolutamente positivi e poi è un best seller e a me piace capire per quale ragione un libro colpisce tanto l'opinione pubblica...!

Allora, questa è la mia personale opinione.

Victoria è una ragazza orfana di 18 anni, cresciuta in case d'accoglienza e in famiglie affidatarie che, 9 volte su 10, non hanno affatto adempiuto al proprio ruolo e la bimba non s'è trovata ad essere accolta in un ambiente amorevole e caloroso, come può essere quello di una famiglia, bensì dentro mura fredde, anzi crudeli, in cui Victoria ha dovuto ingoiare solo umiliazioni, cattiverie, privazioni.

Fino a quando, all'età di 10 anni, qualcosa cambia e per la piccola e "ruvida" Victoria si affaccia una speranza, che ha il nome di Elizabeth.
Elizabeth è una donna single, desiderosa di avere una bambina alla quale dare e dalla quale ricevere amore, quell'amore che non ha avuto dalla propria famiglia.
La donna sa che non è facile entrare nel cuore di Victoria, che da subito si mostra difficile, diffidente, un piccolo animale selvatico sempre sulla difensiva; al suo ingresso Elizabeth le "offre" delle stellarie che significano benvenuta; ma ad esse Victoria risponde infilando delle spine di cactus nelle scarpe dell'ignara "mamma"...!

Ma quest'ultima non si arrende e, inculcando alla bimba il proprio amore per il poco conosciuto linguaggio dei fiori, riesce a penetrare quella scorza dura; Elizabeth per prima si aprirà, parlando a Victoria di sè, della famiglia "fantasma" alle spalle, della sorella Catherine - che ha un figlio di nome Grant - e del rapporto interrotto con lei.
Anche la bambina, pian piano, impara a voler bene alla mamma... fino a quando l'ombra di Catherine non giunge a minacciare la loro vita a due: essendo molto malata, Elizabeth vorrebbe prenderla con sè, per curarla, ma Victoria non è disposta a dividere Elizabeth con qualcun altro, così preferisce perderla del tutto: appicca un incendio nel vigneto di Elizabeth, lasciando capire che a farlo sia stata Catherine...

Elizabeth perde l'affidamento di Victoria, che cresce col rimorso per la cattiveria compiuta e per l'affetto perduto...; arrivata ai 18 anni, non può più restare nella Casa d'Accoglienza, deve cercarsi un lavoro e trova Renata, fiorista, con la quale collabora per interpretare ed esaudire i desideri dei clienti, attraverso i fiori...

Diventa una fiorista bravissima ed è grazie ai fiori che sul suo cammino rispunta un legame con Elizabeth: Grant, suo nipote.
Il ragazzo si innamora di Victoria, sogna un futuro con lei e per sei mesi sembra avverarsi ..

Ma di fronte a tanto amore Victoria ha di nuovo paura, paura di distruggere la vita di tutte le persone che le sono accanto e che le vogliono bene, ha paura di deluderli per la propria incapacità di amare.
La ragazza dovrà fare i conti con se stessa e comprendere che

"Victoria, il tuo comportamento è una scelta, non è ciò che sei."

Victoria ha adesso la possibilità di dimostrarlo a se stessa e agli altri e così prova a vincere la paura: desidera provare ad imparare ad essere figlia, compagna, madre, perchè

"forse anche chi aveva vissuto isolato e senza affetti poteva imparare ad amare profondamente al pari di chiunque altro".

Che dire...?

 Il libro mi è piaciuto abbastanza, l'ho letto in pochi giorni e ho apprezzato la sensibilità di Vanessa Diffenbaugh nel disegnare le personalità dei personaggi, in particolare della protagonista, la tecnica narrativa dell'intervallare il passato e il presente e poi ho potuto scoprire quanto sia affascinante il mondo dei fiori, per la ricchezza del loro significato.
Ammetto anche che la protagonista mi ha dato sui nervi più di una volta e, per quanto la sua storia non lasci indifferenti, è lei come persona a catturare poco emotivamente il lettore...

Per concludere, non lo ritengo un capolavoro letterario e non condivido l'ovazione che questo romanzo ha ricevuto; però è carino, è una buona lettura.

Nota positiva: alla fine del romanzo c'è un sintetico dizionario dei fiori; inutile dire che sono subito andata alla ricerca del significato dei fiori che ho fatto mettere nel bouquet di nozze: agapanthus e roselline panna.

Beh l'agapanthus significa "lettera d'amore" e fin qui, tutto bello.
Ma siccome c'erano anche le roselline... beh, rosa bianca vuol dire "un cuore che non conosce amore" ....
Però le mie non erano proprio bianche eh... chissà che non siano poi così negative...
E poi il tema del matrimonio era il glicine, che vuol dire benvenuto...!

Due su tre: non è poi così male no?

Il momento della poesia: Eugenio Montale

Ecco due poesie di Montale che mi hanno sempre fatto vibrare "le corde dell'anima" ...


La prima è "Ripenso il tuo sorriso"... che non so mi ha sempre fatto pensare ad un amico lontano, la cui immagine  e il cui ricordo però son sempre presenti nella memoria....




Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...


L'altra è questa...


 Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale      e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.       Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.      Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni,      le trappole, gli scorni di chi crede       che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio      non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.  Con te le ho scese perché sapevo che di noi due  le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,      erano le tue. 




   

mercoledì 7 settembre 2011

Da "L'arte di amare" di Fromm


L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal centro del proprio essere. 
Solo in questa "esperienza profonda" è la realtà umana, solo là è la vita, solo là è la base per l’amore.

L’amore, sentito così, è una sfida continua; non è un punto fermo, ma un insieme vivo, movimentato; anche se c’è armonia o conflitto, gioia o tristezza, è d’importanza secondaria dinnanzi alla realtà fondamentale che due persone sentono se stesse nell’essenza della loro esistenza, che sono un unico essere essendo un unico con se stesse, anziché sfuggire se stesse. C’è solo una prova che dimostri la presenza dell’amore: la profondità dei rapporti, e la vitalità e la forza in ognuno dei soggetti.
 

martedì 30 agosto 2011

Non Mi Lascerai Mai ( You Never Let Go)


Se camminerò nella notte
 tu cammini con me
Il tuo amore mi salverà

Se mi perderò 
so che tu il mio aiuto sarai
La tua mano mi coprirà

Io non ho paura
Perché so che sei  con me
E perché tu sei  con me
Chi temerò, chi temerò
  
Tu non mi lascerai mai, anche se la notte è buia

Tu non mi lascerai mai, quando il vento soffia forte
                            
Tu non mi lascerai mai, non mi lascerai mai

 Posso già vedere, una luce, che risplende per me
 E più del sole mi scalderà
 Il buio finirà e per sempre con te resterò
 Non ho timore avanti andrò

Io non ho paura
Perché so che sei  con me
E perché tu sei con me
                                 
Chi temerò, chi temerò

Tu non mi lascerai mai, anche se la notte è buia

Tu non mi lascerai mai, quando il vento soffia forte
                          
Tu non mi lascerai mai, non mi lascerai mai

Posso già vedere, una luce, che risplende per me

E più del sole mi scalderà
                  
Il buio finirà e per sempre con te resterò

PER ADORARTI… PER ADORARTI!!!


domenica 24 luglio 2011

GESÚ E LA SUA CAPACITÁ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI





Tutti noi, seppure in modo diverso, abbiamo avuto modo nella nostra vita di avere relazioni con persone che vivono condizioni di disagio (psico-fisico, sociale etc…) più o meno gravi: personalmente, mi hanno spesso portato a riflettere sul modo meraviglioso che il Signore Gesù aveva di rapportarsi al prossimo, soprattutto ai “sofferenti”.
Gesù ha dimostrato di possedere delle grandi doti comunicative; Egli era (e lo è tuttora, si intende!!) dotato di un’eccezionale sensibilità e capacità di entrare in sintonia con l’altro, condividendone i dolori e offrendogli aiuto e consolazione
Egli metteva in gioco tutto Se stesso e sapeva comunicare non solo con le parole (Egli insegnava, domandava per stimolare la conversazione, esortava, rimproverava…), ma anche con gli sguardi (Mt 9:36; 14:14; Mr 10:21), i silenzi, il contatto corporeo (Mt 10:34; Mr 1:40,41)!! 
Nei Vangeli, vediamo che Gesù non è mai seccato quando qualcuno Gli si avvicina per chiederGli aiuto, anzi è pronto ad andare prima ancora che gli venga esplicitamente chiesto: “…un centurione venne da Lui,… dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò»” (Mt 8:5-7).                              Gesù non si rifiuta mai di andare verso l’altro, ma si avvicina e cammina insieme, dedica del tempo, come accade nel brano di Luca 24:13-35; al v.15 leggiamo “Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”, cioè con i due discepoli sulla via di Emmaus; Egli domanda, ascolta in silenzio e con pazienza la risposta dei due tristi discepoli e li istruisce, li esorta a riflettere, ad aprire gli occhi del proprio cuore per credere alla promesse della Parola di Dio.

RANCORE: UN'EMOZIONE CHE SI ANNIDA IN NOI

Quanto spesso ci sarà capitato (e ci capiterà ancora, molto probabilmente) di star lì a pensare a una determinata situazione o persona che genera in noi, nella nostra mente, una serie di risentimenti, e che ci spinge e pensare e ripensare sempre allo stesso fatto, senza trovarne, il più delle volte, alcuna via d’uscita per sentirci meglio, più sereni?
Tra i tanti e complessi stati emotivi che caratterizzano l’essere umano, uno dei “meno
simpatici e positivi” è il rancore.
E’ interessante notare l’etimologia di questa parola: dal latino rancere, che si riferisce ad un cibo andato a male, che ha quell’odore sgradevole e quel sapore acidulo che tutti conosciamo.
Questo livello di significato inevitabilmente ci porta a riflettere sui connotati del rancore
stesso: un sentimento che si annida in noi, nel nostro cuore e nella nostra mente e che,
a lungo andare, se non viene eliminato, “puzza”, crea ancora più amarezza, tormento,
sofferenza, acredine.

lunedì 13 giugno 2011

GF, Andrea e Margherita: cresce la passione

Procede a vele spiegate la storia d'amore nata nella "casa più spiata d'Italia" - cioè quella del Grande Fratello - tra il modello italo-giapponese Andrea Cocco e la speaker varesina Margherita Zanatta.
La loro vita da fidanzati è al massimo della sintonia, della complicità... sotto tutti i punti di vista!
I due innamorati fanno la spola tra Milano e Roma e si sono integrati alla perfezione l'uno nella famiglia dell'altra e sono stati entrambi accolti a braccia aperte!
Inoltre, hanno scoperto di avere anche una bella intimità e Marghe ha capito che il suo Andrea non è solo tranquillo e mogio mogio, ma che è un tipo divertente, compagnone e che ama stare in allegria; addirittura la ragazza, molto spontaneamente, ammette che Andrea all'inizio sembrava una "simpatica ameba"...!
Come se questa prima definizione non bastasse, ne elenca anche i difetti: noiosetto, permaloso; lui invece, non ha che parole buone per la sua dolce metà.
Margherita è un tipo esuberante, vivace, ma lo è in modo schietto e verace e questa cosa il ragazzo non può non apprezzarla; e anche lei riconosce nel fidanzato una dolcezza che finora non hai mai trovato in nessun ragazzo passato; infatti è sempre stata attratta da ragazzi che si facevano desiderare, che non erano troppo "generosi di attenzioni".


Non è possibile non parlare della storia - seppur breve - con Nando Colelli, una persona senza dubbio molto diversa da Andrea, che però attrasse Marghe per la propria semplicità e genuinità.
Eppure, nonostante entrambi venissero da rapporti intensi, hanno saputo e voluto gettarsi alle spalle il passato e anzi, le delusioni avute hanno "ucciso" i sentimenti che provavano per i loro fidanzati, facendo sì che si buttassero a capofitto in questa nuova storia d'amore che, a dispetto di chi la definiva solo una mera "strategia di gioco", sta invece proseguendo alla grande e si parla anche di "mettere su famiglia".


Non ci resta che fare loro tanti auguri!!

venerdì 20 maggio 2011

Pablo Neruda


Questa volta lasciami   essere felice,  
non è successo nulla 
a nessuno  non sono in nessun luogo,  
semplicemente  sono felice
 nei quattro angoli  del cuore, 
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