La culla vuota è un medical
thriller di Mary Higgins Clark, con protagonista una giovane donna, Katie
DeMaio, vedova, sostituto procuratore di Valley, nel New Jersey, che si
troverà a indagare, insieme ad altri colleghi preparati e svegli quanto lei, su
un caso misterioso di suicidio da
parte di una giovanissima donna incinta al sesto mese.
Misterioso
perché sin da subito, cioè sin da quando la polizia, Katie DeMaio e il medico legale
Richard Carroll mettono piede nella
camera da letto in cui giace immobile il corpo
della donna, le cose non quadrano.
La prima
ipotesi è che si sia ammazzata ingerendo del cianuro ma la semplicità di questa
spiegazione non trova conforto nei diversi tasselli mancanti che impediscono
che si formi un quadro completo e chiaro della situazione.
E' come se mancasse qualcosa ed è la stessa sensazione che ne avrà il marito della donna....
A turbare
la valutazione del caso, poi, c’è una sorta di “allucinazione” che Katie crede di
aver avuto una sera quando, ricoverata in ospedale per una notte a causa di un
incidente non grave, vede dalla finestra della camera dell’ospedale una
macchina, col bagagliaio aperto; la luce dei lampioni illuminano una “visione”
inquietante e Katie vede il volto immobile e vuoto di una giovane donna bionda,
sicuramente morta.
La sua è
solo confusione dovuta allo stress e all’incidente o ha davvero visto una donna
morta che giaceva in un’auto?
Quando poi
riesce a vedere il volto della signora Vangie, riconosce che esso è proprio il
viso da lei visto dalla camera dell’ospedale.., o meglio nei suoi incubi.
Ma allora
come si spiega tutto questo?
Intanto, le indagini puntano sulla vita della povera Vangie Lewis, che era una donna particolare, sicuramente molto nervosa, con frequenti crisi isteriche, sposata col calmo e paziente comandante Chris; ma tra i due le cose non andavano troppo bene, soprattutto perché i due avrebbero desiderato un figlio ma questo non arrivava.
A legare Vangie a Katie c'è una persona: il ginecologo che si è occupato della gravidanza di Vangie...
E un caso
fortuito farà sì che Katie conosca proprio questo ginecologo di fama mondiale, il dottor Edgar Highley, un uomo freddo, incline ad irritarsi
facilmente, che terrorizza i dipendenti, adorato da tante coppie senza figli che, grazie al suo genio nell’ambito delle gravidanze e della
sterilità, hanno potuto realizzare questo sogno.
Ma il
genio del dottor è così limpido come sembra?
È un
santo o un diavolo?
Qual è
il prezzo dei suoi successi e del programma da lui fondato denominato “Programma
Maternità Westlake”?
Nulla è
come sembra e grazie all’intelligenza e alla testardaggine degli agenti
coinvolti nel caso, si riusciranno a mettere insieme i tanti pezzetti del puzzle per
arrivare alla soluzione del caso.
Certo,
attorno a Vangie ruota un’altra persona che potrebbe aver avuto le sue ragione
per non volerla più tra i piedi: il marito Chris, che sarà pure una brava
persona, ma intanto l’amante ce l’aveva e tanti indizi di colpevolezza
conducono a lui.
Il quadro
si complica quando altre misteriose morti vanno ad aggiungersi a quella di
Vangie, che già tiene sveglie parecchie persone, tutte convinte che il caso non
debba essere chiuso per suicidio.
Anche
perché – coincidenza? – queste morti piuttosto violente ed improvvise
riguardano persone che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare col primo cadavere.
E così,
tra scarpe sospette, vestiti strappati, testimonianze dolorose di donne la cui
vita è stata rovinata da luminari della medicina affetti da pericolosi deliri di
onnipotenza, bimbi dai tratti fisici troppo diversi dai genitori…, Katie si
ritroverà a rischiare la propria vita e il timore che lei ha degli ospedali
diventerà una realtà fin troppo concreto.
Un buon
thriller, scritto bene (anche se spesso la traduzione l’ho trovata poco
fluida), con una buona tensione narrativa, in crescita nei momenti giusti;
personaggi accattivanti, dei quali comprendiamo i tratti essenziali di
personalità, le paure, le intenzioni, i sentimenti; il lettore è condotto man
mano alla risoluzione dei tanti piccoli pezzi del puzzle degli omicidi, anche
perchè non è sulla scoperta del colpevole che l’Autrice punta (quello è chiaro
fin da subito), ma sul rischio che la sua intelligenza perversa lo porti a farla
franca….