Ed eccomi alla recensione di un bel giallo all'italiana!!!
UN DELITTO MOLTO MILANESE
di Antonio Steffenoni
|
Ed. Rizzoli
425 pp
17 euro
Gennaio 2014 |
Trama
Nelle vie centrali di Milano si lavora fino a tardi. E in un grigio venerdì sera, mentre la pioggia cade dura e incessante, il noto pubblicitario Marcello Luccioli viene assassinato nella sua agenzia. Viaggi in giro per il mondo, palco alla Scala, ragazze bellissime, un'affascinante ex moglie dell'alta borghesia milanese... Una volta morto, però, ricchezza e succe sso non contano più niente, e i trofei ricevuti per la brillante carriera smettono di luccicare, anzi, possono perfino diventare l'arma del delitto. E in un ambiente popolato da professionisti della dissimulazione, anche la vittima può rivelarsi un acrobata del falso. In questo tempio dell'interesse personale, del lusso e dell'avidità, Ernesto Campos è paradossalmente a suo agio, perché i tormenti degli altri pesano sempre meno dei propri. Ma la notte, quando il caos si ferma, per il commissario arriva il momento di fare i conti con se stesso, e con il ricordo di quell'istante che gli ha cambiato la vita per sempre. Antonio Steffenoni ci conduce nel soffocante e frenetico mondo della pubblicità, mettendo in scena un gioco delle parti in cui sesso, vizi e bugie la fanno da padroni. E l'anima di Milano, è l'anima di tutti.
|
il mio pensiero |
In una
grigia mattinata milanese, un uomo viene trovato morto, assassinato con un colpo alla testa, nel proprio ufficio, all'interno della ditta pubblicitaria di cui è proprietario.
Quest'uomo si chiama Marcello Luccioli, imprenditore noto nel capoluogo lombardo, proprietario dell'agenzia di pubblicità Sonora Advertising, il cui cadavere viene trovato da un suo dipendente.
Ovviamente, come ogni giallo che si rispetti, la fatidica domanda Chi ha ucciso Luccioli? costituirà praticamente il fil rouge della nostra storia e ci guiderà dall'inizio alla fine delle indagini condotte dal commissario Ernesto Campos.
Attraverso le argomentazioni, i ragionamenti, gli interrogatori condotti da Campos e dal suo simpatico ed indispensabile braccio destro Pazzi, il lettore segue, pagina dopo pagina, lo sviluppo delle indagini, che non possono non partire dall'ambiente di lavoro, visto che è stato l'ultimo luogo frequentato dalla vittima prima che qualcuno mettesse fine alla sua esistenza.
L'esistenza di un uomo di circa settant'anni che però non aveva mai smesso di godersela fino in fondo e le cui azioni e ambizioni erano sempre state mosse dal desiderio di far soldi e dal sesso; in una parola, dalla bella vita.
Per comprendere chi e perché potesse aver motivo di ammazzare l'imprenditore, Campos e Pazzi dovranno indagare nella vita non solo dell'uomo, ma anche dei suoi familiari e di chiunque, per motivi di lavoro e non, avesse a che fare con lui.
Verrà fuori un quadro della vita di quest'individuo molto complesso, pieno di ambiguità, di bugie, di relazioni scandalose (inizialmente ben nascoste e, da un certo momento, vissute alla luce del sole), di affari finanziari poco puliti e tutto in un giro di soldi, corruzione e sesso nel quale non sarà semplice districarsi e venirne a capo.
Campos è un uomo tranquillo, tenace, razionale, attento, intelligente, come dev'essere un uomo che fa questo mestiere e che è chiamato ad interrogarsi e a capire verità e menzogne, vizi e virtù, personalità forti e determinate, al limite del cinismo, ed altre deboli e "insabbiate", relazioni sentimentali naufragate e rapporti economici sporchi.
Ma Campos è un uomo anche molto solo, che ha alle sue spalle anch'egli sconfitte e solitudine, come diversi dei sospettati interrogati.
Un passato di relazioni sentimentali (le due sono le ultime più importanti) finite molto male, la prima con una tragedia (di quelle che nessun genitore vorrebbe/dovrebbe MAI vivere) e la seconda finita a causa di un malessere interiore e di un atteggiamento di chiusura emotiva assunta da Campos e che gli impedisce di lasciarsi andare e di vivere e ricevere appieno l'amore di cui comunque ha voglia e bisogno.
Non sono moltissimi i momenti lasciati alla vita personale del commissario ma quei flashback presenti sono sufficienti a comprenderne la personalità, gli atteggiamenti, i modi di rapportarsi alla realtà ed anche al lavoro.
Scrupoloso e attento, Campos e il collaboratore Pazzi dilettano il lettore con i loro scambi dialettici, le loro argomentazioni argute, i tentativi di volta in volta di sbrogliare la matassa, che pare complicarsi ed infittirsi man mano che si va avanti nel raccogliere dati ed informazioni.
E via via che i due interrogano tutti i possibili sospettati, tanti segreti vengono fuori, segreti riguardanti non solo Luccioli ma anche coloro che gravitavano attorno a lui: dalla raffinata e criptica ex-moglie Susanna Monaci e dal padre di lei, l'austero Augusto Monaci (entrambi con le proprie personali motivazioni per volere la morte di Luccioli), alle persone che lavorano per e con Luccioli, con i quali avevano "le mani in pasta" in diverse situazioni dominate dalla corruzione e da un giro di danaro non proprio onesto.
Tra queste spicca inevitabilmente una donna, la conturbante Marella Sastri (Direttore Generale della Sonora Advertising), che si imporrà per la sua personalità, forte, dominante, di donna per nulla intenzionata a farsi mettere i piedi in testa da nessuno e desiderosa di dimostrare la propria intelligenza, determinazione e la capacità di essere indipendente da tutto e tutti, schivando ogni forma di dipendenza e legame.
I personaggi chiamati in causa sono diversi e per ognuno, attraverso i dialoghi e le riflessioni del commissario, conosciamo pregi e difetti, passato e presente, maturando anche noi, insieme e parallelamente a Campos e Pazzi, sospetti e dubbi, fino ad arrivare ad un finale, se vogliamo, "a sorpresa", e alla scoperta dell'assassino che probabilmente risulta "il meno sospettabile" tra tutti.
"Chissà se ognuno di loro sospettava, o sapeva, che anche gli altri protagonisti di quella storia avevano mentito e ancora mentivano. Se l'avessero saputo, avrebbero capito che quando tutti mentono, allora, conviene dire la verità, perchè le menzogne degli uni finiscono per smascherare quelle degli altri. Qualche bugia può depistare gl investigatori, troppe bugie illuminano il quadro".
Ed è inevitabilmente così che accade; tutti i personaggi coinvolti non esitano a mentire cerando di uscirne il più puliti possibile, scaricando responsabilità, accusando velatamente qualcun altro, svelandone pian piano e a gocce pettegolezzi e segreti inconfessabili, alcuni ostinandosi a far vedere una maschera che non è la propria, altri ostentando il proprio modo di essere senza paure e senza pudore; tutti uniti da un filo di menzogne sempre più grosse, e individuarle e smascherarle non sarà affatto semplice, ma l'Autore non ci lascia a bocca asciutta e ci offre un finale degno di un giallo di tutto rispetto.
Il tutto all'interno di una Milano colta, ricca, la Milano di una certa categoria di persone guidate dagli intrighi finanziari, dalla bella vita, da ricevimenti d'elite e serate al teatro.
La Milano da bere, insomma, che ci appare ora un po' ambigua e "grigia", con le sue mille sfaccettature e sempre accompagnata dall'insistente picchiettare delle gocce di pioggia sui vetri, ora, per certi versi, affascinante, che nasconde in sè, tra le sue vie, i suoi palazzi, i suoi silenzi e i suoi infiniti intrattenimenti, misteri e segreti, divertimenti e solitudini, dolori e follie.
Un giallo appassionante, la cui lettura ho trovato davvero molto interessante, scritta in modo scorrevole, piacevole, con personaggi ben disegnati, una trama ben costruita e capace di tenere il lettore sempre curioso e desideroso di proseguire nel lettura per giungere alla fine e risolvere il caso, insieme al solitario Ernesto Campos, capace forse di sviscerare e capire le esistenze e l'anima degli altri, ma poco incline a risolvere il proprio passato.
Ringrazio Claudia del Giudice (Grandi&Associati) per l'opportunità di leggere e recensire questo appassionante romanzo, che non posso non consigliare, in particolare agli amanti del genere.