Due film che ho visto ultimamente, diversi per genere ed entrambi ispirati a due libri.
ROSSO ISTANBUL
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2106 |
"Chi guarda al passato, non vede il presente."
"Il dolore o separa le persone o le unisce per sempre."
GENERE: Drammatico
REGIA: Ferzan Ozpetek
ATTORI: Tuba Büyüküstün, Halit Ergenç, Mehmet Gunsur, Nejat Isler, Serra Yilmaz
Le vicende sono collocate ai giorni nostri.
Orhan Sahin è uno scrittore ed editor che torna a Istanbul dopo 20 anni di assenza volontaria per aiutare Deniz Soysal, famoso regista cinematografico, a finire la scrittura del suo libro.
Entra quindi nel mondo dello sfuggente Deniz, conoscendo le estrose persone che fanno parte della sua vita e che compaiono anche, in quanto personaggi, nel romanzo cui sta lavorando: c'è la madre, un tipo intelligente e ironico; le bizzarre zie, la governante Sibel, diretta, un po' burbera e molto fedele, e soprattutto gli amici più cari, l'affascinante e bella Neval e il fragile Yusuf, la donna e l'uomo a cui Deniz è più legato.
Ma accade un tragico e preoccupante imprevisto: Deniz scompare, fa perdere le sue tracce di punto in bianco e tutti cominciano a cercarlo, polizia compresa.
Avvolto dal vortice delle vicende legate ai famigliari agli amici di Deniz che entrano prepotentemente anche nella vita di Orhan -, questi si ritrova al contempo a combattere con i propri demoni, con i dolorosi ricordi del passato, che aveva cercato di rimuovere per evitare di soffrire ulteriormente.
Quasi prigioniero nella storia di un altro, Orhan finisce per indagare soprattutto su se stesso, riscoprendo emozioni e sentimenti che credeva sepolti per sempre e che invece tornano a chiedergli il conto per poter riuscire a cambiare la sua vita e farlo sentire di nuovo vivo.
Istanbul, così affascinante, suggestiva, "variegata", in realtà è fin troppo "sullo sfondo"; anzi, in un certo senso tutto resta sullo sfondo perchè le vicende procedono con un andamento fin troppo lento, tanto che si guarda il film sperando, ad ogni minuto che passa, che accada qualcosa che scuota un po' le cose...
Si punta molto sugli sguardi, ancor più che sulle parole o le azioni; si è avvolti da un'atmosfera di nostalgia, i personaggi sono malinconici negli sguardi, nei toni di voce, in quello che dicono, e da Orhan in particolare emana un profondo senso di tristezza; diciamo pure che è il "moscetto" della compagnia, insomma; non ci sono momenti davvero dinamici, vivaci, non c'è quell'ironia e quella leggerezza che di solito ritrovo (e amo) nei film di Ozpetek e che si vanno a mescolare con la passione dei sentimenti.
E' uno di quei casi in cui decisamente ho apprezzato di più il libro, di cui tra l'altro ho ritrovato ben poco, se non nella vena malinconica, nell'importanza data al passato, alla forza della memoria e dei luoghi che sono stati importanti per noi. Non dico che mi ha deluso in toto, però confesso che... m'aspettavo di più, invece mi ha coinvolta molto poco...
Non posso dire altrettanto invece del deliziosissimo film tratto dal racconto di Jane Austen, "Lady Susan" (sul blog c'è la recensione):
AMORE E INGANNI
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2016 |
Regia: Whit Stillman.
Con Kate Beckinsale, Chloë Sevigny, Xavier Samuel.
Protagonista di questa carinissima commedia sentimentale è la giovane e scaltra vedova Lady Susan Vernon, che per scoprire nuovi pettegolezzi che circolano nell'alta società, decide di lasciare Langford - dove tutti la conoscono per la civettuola che è - per trascorrere una vacanza a Churchill, chiedendo ospitalità al cognato Charles Vernon, sposato con la morigerata Catherine, che mal sopporta l'idea di ospitare questa cognata la cui condotta decisamente anticonvenzionale è risaputa.
Ed infatti la bella ammaliatrice Susan, mentre soggiorna nella lussuosa tenuta della famiglia del marito, non smette di fare ciò che più le piace: civettare con gli uomini per scovare e assicurarsi, con la complicità della sua confidente Alicia Johnson, un nuovo marito ricco per sè e un buon partito per la figlia, Frederica.
Quando, a casa dei cognati, conosce il fratello di Catherine, il bello e giovane Reginald DeCourcy, a Susan si rizzano le antenne: quale migliore occasione per incantare anche lui e ottenere un fidanzamento?
Ma le cose non sono così semplici e, nonostante la nostra vedova allegra sia furba, intelligente e capace di intortare chiunque con le parole, sbattendo le ciglia e assumendo un'aria innocente di povera vittima di calunnie e maldicenze infondate, qualcosa non va come lei aveva previsto, perchè non tutti vogliono chinare la testa davanti al suo volere.
Sua figlia, la giovanissima Frederica, ha valori più nobili di quelli della madre, che la considera una ragazzetta sciocca e insignificante, per la quale lei ha preparato già un marito benestante, che possa risollevare le finanze di mamma e figlia.
Il problema è che il candidato genero di lady Susan è Sir James Martin, un uomo d'età matura, buono, ricco ma di poco fascino e davvero tanto sciocco; Frederica è terrorizzata all'idea di doverlo sposare e farà di tutto per ribellarsi al volere materno.
Lady Susan, dal canto suo, è decisa a farsi valere e intanto cerca di mettersi al sicuro esercitando il proprio notevole fascino sugli uomini che le satellitano attorno, dall'ingenuo e gentile Reginald al vecchio amante, Mr Manwaring (col quale ha già dato abbondante scandalo a Langford).
Riuscirà ad accalappiare un marito per se stessa e uno per la figlia?
Un film godibilissimo, attraversato da un umorismo inglese che strappa parecchi sorrisi, grazie alle vicende create che si intrecciando creando equivoci, grazie ai personaggi, che giungono a noi con quell'ironia e vivacità che ce li rende simpatici, tutti, anche quella manipolatrice della protagonista, capricciosa, astuta e sagace, che in fondo desta una certa ammirazione da parte dello spettatore perchè lady Susan cade sempre in piedi, non si fa mai male perchè sa sempre come trarre vantaggio da ogni situazione, anche quando sembra volgere a suo sfavore, e riesce ad ingannare il prossimo con una nonchalance che diverte.
Ma il personaggio più spassoso è quell'ebete di sir James Martin (interpretato da un esilarante Tom Bennett), grazie al quale si creano siparietti buffi e un po' comici.
Ho trovato il film sufficientemente aderente all'opera minore della cara Jane perchè ne coglie lo spirito leggero, ironico e di critica sottile, mai pesante e moralistica, alla società di allora, con i suoi dettami, le sue regole... e la sua buona dose di ipocrisia...!
Consigliato, se vi piacciono in particolare questo tipo di commedie british ambientate nell'Ottocento.