martedì 31 ottobre 2017

Anteprima Harper Collins Italia: LA FIGLIA MODELLO di Karin Slaughter - dal 9 novembre in libreria



Presto in libreria un thriller psicologico cupo e incalzante, che lascia il lettore spiazzato di fronte alla verità.



LA FIGLIA MODELLO
di Karin Slaughter


Harper Collins Italia
528 pp
18.90 €
In libreria dal
9 NOVEMBRE 2017
Sono passati ventotto anni da quando una brutale aggressione ha sconvolto l'adolescenza di Charlotte Quinn.
A poco a poco i segreti legati a quella terribile notte nel bosco hanno distrutto la famiglia, e da allora lei e sua sorella si sono allontanate sempre di più. Samantha si è trasferita a New York ed è diventata un avvocato di successo; lei invece è rimasta a Pikeville, la tranquilla cittadina di provincia in cui è nata e cresciuta, e da brava figlia modello lavora nello studio legale del padre.

Poi un gesto di inspiegabile violenza sconvolge la monotonia di Pikeville e per Charlie è come precipitare in un incubo. E non solo perché il primo testimone ad arrivare sulla scena del crimine è lei. 
Ciò che è accaduto l'ha colpita profondamente, spingendola a convincere il padre a occuparsi del caso. Ma l'ha anche riportata indietro nel tempo, a quel passato da cui si illudeva di essere fuggita.

Perché ciò che lei e sua sorella hanno nascosto per quasi trent'anni si rifiuta di rimanere sepolto.


L'autrice: Nata in Georgia e residente ad Atlanta, è regolarmente ai primi posti delle classifiche di tutto il mondo ed è considerata una delle regine del crime internazionale. I suoi romanzi, che sono stati tradotti in trentasette lingue, hanno venduto più di 35 milioni di copie.

lunedì 30 ottobre 2017

Le mie prossime letture (ottobre/novembre 2017)



Ed ecco le mie prossime letture:


L'BISCO VIOLA
di Chimamanda Ngozi Adichie


Ed. Einaudi
288 pp
12 euro


«Tutto era iniziato lí: il giardinetto di zia Ifeoma accanto alla veranda del suo appartamento di Nsukka aveva cominciato a spazzare via il silenzio. La sfida di Jaja ora mi sembrava come l'ibisco viola sperimentale di zia Ifeoma: raro, con un sottofondo fragrante di libertà, un tipo di libertà diversa da quella che la folla aveva invocato a Government Square dopo il colpo di stato agitando rami verdi. Una libertà di essere, di fare».

Kambili ha quindici anni. Vive a Enugu, in Nigeria, con i genitori e il fratello Jaja. Suo padre Eugene, proprietario dell'unico giornale indipendente in un Paese sull'orlo della guerra civile, è agli occhi della comunità un modello di generosità e coraggio politico: conduce una battaglia incessante per la legalità, i diritti civili, la democrazia. 
Ma nel chiuso delle mura domestiche, il suo fanatismo cattolico lo trasforma in un padre padrone che non disdegna la violenza
Cosí Kambili e Jaja crescono in un clima di dolorose contraddizioni fino a che, dopo un colpo di Stato, non vanno a vivere dalla zia Ifeoma. 
E nella nuova casa, tra musica e allegria, i due ragazzi scoprono una vita fatta di indipendenza, amore e libertà: una rivelazione che cambierà il loro futuro.

L'ibisco viola, opera d'esordio di Chimamanda Ngozi Adichie, racconta le trasformazioni civili e politiche del postcolonialismo, ma è anche un romanzo sulla linea sottile che divide l'adolescenza dall'età adulta, l'amore dall'odio.

L'autrice.
Chimamanda Ngozi Adichie è nata ad Abba, in Nigeria, nel 1977 ed è cresciuta nella città universitaria di Nsukka. Là ha completato il primo ciclo di studi, poi proseguiti negli Stati Uniti. Già vincitrice di importanti premi conL'ibisco viola e Metà di un sole giallo (il Commonwealth Writers' Prize for Best First Book 2005, il primo, e l'Orange Broadband Prize 2007 e il Premio internazionale Nonino 2009, il secondo), entrambi pubblicati da Einaudi, con Americanah, il suo terzo romanzo, ha conquistato la critica aggiudicandosi il National Book Critics Circle Award 2013 e giungendo tra le finaliste del Baileys Women's Prize for Fiction 2014. Nel 2017 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Cara Ijeawele. Un brano del discorsoDovremmo essere tutti femministi (pubblicato in Italia da Einaudi) tenuto da Adichie nel 2013 durante una conferenza TEDx, è stato campionato dalla cantante Beyoncé nella canzone Flawless. Time Magazine l'ha inclusa nell'elenco delle 100 persone più influenti al mondo nel 2014. Adichie è stata definita «la Chinua Achebe del XXI secolo».
Il suo sito è chimamanda.com.



NON TI AMO PIU'.
Manuale di sopravvivenza dopo la fine di un amore
di Ombretta Cecchini


Armando Editore
176 pp


Come affrontare e superare una delusione amorosa? 
Questo è il nodo centrale del libro. Quando un amore finisce è difficile guardare avanti. 
Questo pratico manuale vuole essere un ausilio per superare un momento così complesso. 
Attraverso degli esercizi e un programma in tre punti, viene offerta al lettore la possibilità di distaccarsi dal percorso del racconto, creandone uno proprio, adatto alla singola storia di vita. Si arriva così alla comprensione profonda di se stessi e della propria esperienza, riuscendo finalmente a dare un senso costruttivo a quanto accaduto.

L'autrice.
Ombretta Cecchini, psicoterapeuta esperta in relazioni, sessuologa e coach. Ha svolto in passato attività di consulenza come direttore creativo per diverse case editrici e automobilistiche
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L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA
di Garth Stein



Ed. Piemme
288 pp
Mi chiamo Enzo. Adoro guardare la TV, soprattutto i documentari del National Geographic, e sono ossessionato dai pollici opponibili. 
Amo il mio nome e adoro le macchine. So tutto: i modelli, le scuderie, i piloti, le stagioni… Me lo ha insegnato Denny.
Denny è come un fratello per me. Per sbarcare il lunario lavora in un’autofficina, ma in realtà è un pilota automobilistico, un asso, anche se per ora siamo in pochi a saperlo. 
Perché lui ha delle responsabilità: deve prendersi cura della sua famiglia e di me, perciò non può dedicarsi interamente alle gare. Eppure è un vero campione, l’unico che sappia correre in modo impeccabile sotto la pioggia.
Tra noi è stato amore a prima vista. Ne abbiamo passate tante, negli anni che abbiamo trascorso insieme. Ci sono stati l’incontro con Eve, la nascita di Zoë, il processo per il suo affidamento…
Ah, ho dimenticato di dirvi una cosa importante: sono il cane di Denny, e questa è la mia storia.

A tratti esilarante e a tratti commovente, ma sempre tenerissimo e originale, L’arte di correre sotto la pioggia offre uno sguardo unico sulle meraviglie e le assurdità della vita umana... come solo un cane può raccontarle. 
L'autore.
Garth Stein vive a Seattle, ed è l'autore di uno dei maggiori bestseller internazionali degli ultimi anni, L'arte di correre sotto la pioggia, pubblicato in Italia da Piemme. Una luce improvvisa, attesissimo in tutto il mondo, è schizzato subito ai primi posti delle classifiche americane e ha ricevuto una magnifica accoglienza di pubblico e critica
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domenica 29 ottobre 2017

Recensione: "Ti ho scelto per amore, ti ho tradito per amore” di Anna De Santis



Un breve saggio incentrato sulle dinamiche di coppia, in particolare sulle ragioni e i meccanismi inconsci che stanno alla base di tante nostre scelte sentimentali; con un linguaggio molto semplice l'Autrice - psicologa e psicoterapeuta - risponde a quelle domande che tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita: cosa ci fa innamorare di una persona? Perchè si arriva a tradire il proprio partner? Perchè si resta con lui/lei nonostante ci faccia soffrire?



"Ti ho scelto per amore, ti ho tradito per amore”
di Anna De Santis




Armando Editore


Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.


Kahlil Gibran

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L'Amore è una cosa meravigliosa! 
La fase dell'innamoramento, poi, è un momento tra i più forti, dal punto di vista emotivo, che possiamo trovarci a vivere nel corso della nosra esistenza.
Innamorarsi è qualcosa di unico ed irripetibile. 
Eppure a volte capita che l'amore che pensavamo di nutrire per il nostro partner svanisca quando i nostri occhi incrociano quelli di un'altra persona che, improvvisamente e senza che ce l'aspettassimo, ci fa battere il cuore a mille.
Cosa cambia quando non sentiamo più trasporto verso la persona alla quale avevamo giurato "amore eterno", con la quale magari ci siamo sposate e abbiamo avuto dei figli?
E cos'ha l'altro/a di speciale da farci innamorare di lui/lei? 
Da dove e perché nasce l’attrazione che ci spinge verso qualcuno, mentre gli altri ci sono indifferenti? 

Per tentare di rispondere con chiarezza a queste domande, l'Autrice utilizza un metodo efficace, quello di una narrazione romanzata di un'ipotetica coppia di amanti.

Beatrice è una donna sposata e con figli, che conduce una vita piuttosto piatta, rassegnata a giorni senza slanci emotivi, ormai disinnamorata del coniuge, concentrata soltanto sul lavoro.
Ma la sera di Capodanno, un'amica la convince a star con lei per festeggiare il nuovo anno, e a questa festa la donna incontra un uomo tanto affascinante quanto enigmatico, con cui c'è un incrocio di sguardi lunghi e profondi che turba entrambi.
Per una serie di circostanze neppure tanto casuali, Beatrice ha l'opportunità di incontrare nuovamente l'uomo che le ha regalato per tutta la sera il batticuore: Ulisse, col quale inizierà - con la "scusa" di una consulenza di lavoro - uno scambio di e-mail che di volta in volta si infarcisce di frasi sibilline, in cui i due si stuzzicano, rivelando una sempre crescente voglia di onoscersi meglio.
L'attrazione tra i due nasce da subito, e questo spiazza Beatrice, consapevole di essere una donna sposata.
I suoi princìpi morali le ricordano di non lasciarsi andare a frasi e sguardi maliziosi con uno sconosciuto che molto probabilmente vuol soltanto portarsela a letto, ma lei si riscopre preda di una voglia di donarsi e di esprimere se stessa, la propria sensualità, la propria femminilità (da sempre repressa) che non credeva di possedere.
Ulisse è il tipico maschio che trasuda sex-appeal, sa cosa dire al momento giusto per irretirla sempre di più in un gioco di seduzione che travolgerà sì entrambi, ma in misura e in tempi differenti.
L'uomo, infatti, mostra un maggior controllo di sè e delle proprie emozioni, sollecita lei a esprimere le proprie, a raccontargli ciò che prova quando sono insieme, ma lui si guarda bene dallo sbilanciarsi, almeno sotto il profilo dei sentimenti.

Quando arrivano a viversi, a concretizzare la travolgente attrazione che li unisce, senza freni inibitori da parte di lei, ecco che il sesso diventa un'esperienza fondamentale che li fa sentire uniti come mai fino ad ora sono stati con altri partner; e ad avere questa convinzione è soprattutto Beatrice, che dopo anni di "appiattamento emotivo e intimo" col marito, adesso si riscopre femmina, una donna ancora piacente che può attrarre un uomo bello e sexy cme Ulisse e vivere appieno la propria sessualità, senza sentirsi oppressa da limiti morali.
Certo, il pensiero di essere una "moglie che tradisce" fa capolino nella sua mente, ma i sentimenti impetuosi e inarrestabili che sente per il suo Ulisse non le lasciano spazio, e la sua razionalità va a cozzare con la voglia di vivere ogni minuto e ogni briciola di questa relazione clandestina che le sta donando qualcosa di meraviglioso.

Dentro di sè Beatrice sente crescere l'amore verso quest'uomo, pian piano si rende conto di non poter fare a meno di lui, di amarlo alla follia, sentimento sconosciuto fino a quel momento della sua esistenza, e questa scoperta la rende felice, al settimo cielo, ma al contempo capisce di essere più vulnerabile.
Lui è fin troppo consapevole che lei è perdutamente innamorata...: se ne approfitterà per tenerla legata a sè, per dimostrare che è Beatrice a non poter fare a meno di lui, che invece riesce ad essere (apparentemente?) più padrone dei propri sentimenti e a controllarli razionalmente?

La storia d'amore tra i due si sviluppa tra momenti di forte passione ed altri in cui siamo di fronte ai mille dubbi di Beatrice, che si chiede se non abbia idealizzato Ulisse e l'amore per lui, se sia solo lei ad amare, mentre l'uomo continua la propria vita... e forse anche ad avere altre relazioni con altre donne...!
Beatrice soffre e comincia a dubitare che questo amore possa avere lunga vita, eppure staccarsi da Ulisse è tutt'altro che semplice.

Ma allora, perché continuiamo ad amare qualcuno anche dopo essere stati traditi? 
E soprattutto, cosa può spingere a tradire?

La relazione adulterina tra Beatrice e il suo amato Ulisse come finirà? Si rivelerà il grande amore della loro vita, quello "leggendario", che ci fa sentire vivi, ci fa tremare le gambe, salire il cuore in gola, desiderare di trascorrere ogni attimo con il/la nostro/a lui/lei?

Leggendo queste pagine il lettore viene guidato passo dopo passo a prendere consapevolezza di quelle sofferenze d’amore che rendono schiavi, che rischiano di annullare la nostra dignità, e alle quali dobbiamo dire NO, per raggiungere definitivamente un rapporto migliore con noi stessi e con gli altri.

Attraverso la storia esplicativa di Beatrice ed Ulisse, Anna De Santis vuol portare i lettori a riflettere su quelle dinamiche muovono le nostre scelte; la vita è fatta di scelte, alcune fatte coscientemente, altre mosse dall'inconscio; l'inconscio è quella parte di noi che coglie ogni particolare di ciò che viviamo e lo "registra", e quando nel corso della vita ci ricapita di fare esperienze simili a quelle passate, l'inconscio "le riconosce" e attiva in noi emozioni, pensieri e sentimenti simili, già provati, anche se forse noi non ce ne rendiamo conto e siamo convinti che siano qualcosa di nuovo.
Ci innamoriamo di una persona diversissima dal nostro vissuto? 
Non proprio, risponde la De Santis, anzi, ci innamoriamo di quello che già conosciamo.

E' fondamentale, dunque, prendere coscienza di quali meccanismi siano alla base dell'innamoramento, cos'è che ci spinge ad accettare passivamente di soffrire per l'amato, perchè solo così sarà possibile liberarsi da tutto ciò che blocca la nostra felicità e, in generale, la crescita personale.

L'Autice, che nella propria pratica professionale attua la stragegia terapeutica del "Reset Psicologico" (di cui si fa cenno verso la fine del libro), espone la propria teoria per rispondere alle tante domande che ho espresso sopra e che attraversano la trattazione, e - pur volendo lasciare a voi lettori il piacere di scoprirla da soli - vi anticipo soltanto che ogni scelta fatta, in ambito sentimentale, ha le proprie origini, trova la propria ragion d'essere nell'infanzia, o più precisamente nel rapporto con i nostri genitori, in quella dimensione affettiva complessa e non sempre coerente che abbiamo vissuto con loro.

"Quell'amore vero che abbiamo provato dal nostro primo vagito in poi, quello che può esistere solo tra un figlio e un genitore, il vero ed unico grande amore (...) Passiamo tutta la vita a cercarlo, a rincorrerlo e a sognarlo, ma solo pochi fortunati lo trovano e lo riconoscono, percependo quel profondo appagamento emotivo che regala benessere, felicità e vita."

"Ti ho scelto per amore, ti ho tradito per amore" è un saggio che si legge davvero con molta fluidità perchè immediato e semplice nel linguaggio e in virtù della scelta - che reputo molto opportuna ed efficace - di spiegare dei concetti, una teoria di tipo psicologico, attraverso l'esempio pratico di un uomo e una donna come tanti, in cui non è escluso che ciascun lettore ritrovi qualcosa di sè, della propria esperienza vissuta o anche solo dei propri desideri, aspettative, stati d'animo ecc.
Attraverso sia il fiume di parole ed emozioni di Beatrice che gli atteggiamenti contraddittori di Ulisse, vengono messi a nudo quelle complesse motivazioni inconsce che spingono una donna innamorata a diventare preda, una sorta di "schiava d'amore", e un uomo ad essere il "cacciatore", il predatore, colui che gioca a fare il "tira e molla" con l'amante di turno, pensando di poter prendere e lasciare come e quando vuole lui, quasi seguendo lo schema della prima parte della celebre canzone di Marco Ferradini, "Teorema".

Come già detto, ho trovato la lettura davvero scorrevole, oltre che interessante per la tematica affrontata, che in un modo o nell'altro riguarda ognuno di noi (perchè ci innamoriamo? Che caratteristiche cerchiamo nell'oggetto del nostro amore e perchè?); mi è piaciuta anche la scelta di spiegare la teoria non adottando un linguaggio squisitamente tecnico (che avrebbe reso lalettura meno accessibile a un più vasto pubblico di lettori) ma facendo un esempio concreto e comprensibile a tutti.
La stessa autrice chiarisce all'inizio del suo libro che non, trattandosi di un romanzo, la narrazione non sarebbe stata dettagliata in ogni particolare, fatto sta che l'analisi della dimensione emotiva dei due personaggi è esaustiva e chiara; ecco, ammetto di aver trovato un po' ridondanti le parti in cui "si lascia la parola" a Beatrice,nel senso che le sue emozioni, i pensieri, le paure ecc... vengono esplicitate abbondantemente, rischiando una certa ripetitività, però a parte questo, è un testo che offre input validi e stimola la riflessione su un tema fondamentale e ultra sviscerato come l'Amore (di cui non stanchiamo comunque mai di disquisire!), questo "folle sentimento" che, quando è vero e profondo, "non avrà mai fine, perchè quell'energia che lo compone non si esaurisce mai!"


Ringrazio la C.E. Armando Editore per la copia omaggio e consiglio la lettura di questo testo a chiunque abbia desiderio di approfondire e riflettere sugli argomenti "amore", "Vita di coppia", "tradimento" da uno specifico punto di vista psicologico.

sabato 28 ottobre 2017

Ultime novità Milena Edizioni - "Belli anche da vedere" (sez. libri illustrati)



Cari lettori, oggi vi presento la collana di libri illustrati all'interno della C.E. Milena Edizioni: si tratta di volumi che raccontano storie dal tessuto intimistico, romanzate attraverso un duplice linguaggio, perchè le illustrazioni possono completare ciò che la parola non dice, arricchendola di ulteriori significati.

È in arrivo, in tutte le librerie e gli store online, il nuovo romanzo di genere psicologico di Ramona Parenzan - in uscita ufficiale dal 5 novembre 2017 - Vascanumero4, impreziosito da 32 illustrazioni, a colori e in bianco nero, realizzate dell’illustratrice Paola Pezzotta.


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Vascanumero4 è una storia che ospita temi molto attuali: l’incapacità di costruire legami amorosi, le perversioni e le fobie sessuali, il sincretismo religioso, la ricchezza e la fatica della migrazione, la creatività resiliente in un mondo che cerca in ogni modo di spegnerla, la precarietà lavorativa, la fobia sociale e il bisogno, forte, di appartenenze.

Daria ogni giorno va alla piscina comunale. Vuole immergersi nell’acqua, nuotare, dimenticare. Dentro quell’universo clorato il mondo sembra finalmente muto, assente. Solo l’acqua riesce a sciogliere quel groviglio intricato di vuoti e di abbandoni. 
Mentre nuota nella corsia numero quattro, Daria immagina le vite dei suoi compagni di vasca. Li osserva nuotare e dallo stile delle loro bracciate inventa le loro vite. 
Questi suoi viaggi dentro la “piscinamondo” riescono a farle dimenticare la fame feroce di appartenenze e una dannata e inespugnabile sensazione di vuoto. 
Ogni personaggio che inventa e poi disegna rappresenta una parte della sua anima…

L'autrice
Ramona Parenzan, nata a Bergamo nel 1973, insegnante di italiano lingua seconda, autrice di libri sulla multiculturalità e l’adozione. Raccontastorie. Vive a Brescia.
L'illustratrice
Paola Pezzotta, illustratrice bresciana, ha pubblicato con diverse case editrici italiane. L’arte illustrata è il suo mezzo per condividere una visione.

Appendice fotografica a cura di: 
Ilaria Vidaletti è una fotografa italiana specializzata in ritratto e reportage. Laureata all’Accademia di Belle Arti, ha lavorato con importanti aziende nel settore della moda e del design.


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All'interno della stessa collana vi segnalo Le dee del miele di Emma Fenu, con illustrazioni a cura di Valentina Brostean.

Ambientato in Sardegna, Le dee del miele è un romanzo familiare che racconta di Donne al maiuscolo: Donne madri, forti come Dee, capaci di rinascere dopo infinite eclissi. 
Donne mamme, lune piene, dolci come miele. È una storia intrisa di mito e memoria, dove alla realtà si fonde un universo parallelo di spiriti, fate e demoni, in cui al mondo muliebre spetta vegliare sulla vita e sulla morte.

Caterina e Lisetta non si conoscono, ma diverranno consuocere; Marianna, figlia adottiva di Lisetta; e Eva, figlia di Marianna sono creature diverse fra loro, per ceto sociale e vissuto, ma legate dai fili del destino fino a divenire parte l’una dell’altra, tramite un cordone ombelicale di sangue, luna, farina, miele, mistero e agnizioni. 
Ispirato ad una saga familiare vera, il romanzo è incentrato, apparentemente, sul “dono”, ossia sulla capacità di vedere il mondo occulto e di prevedere il futuro.


giovedì 26 ottobre 2017

Recensione: LA FAMIGLIA KARNOWSKI di I. J. Singer



La famiglia Karnowski è un romanzo di Israel Joshua Singer pubblicato per la prima volta nel 1943 e racconta la vita di tre generazioni dei Karnowski, una famiglia di ebrei polacchi; una saga familiare che non soltanto ci restituisce una fotografia attenta del mondo ebraico ma ci presenta un ventaglio di personaggi indimenticabili, magistralmente caratterizzati dalla eccellente penna di un Autore che sa guardare nell'animo umano e raccontare ciò che vi è dentro.

LA FAMIGLIA KARNOWSLI
di I. J. Singer





"I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l'intelligenza penetrante".

Il primo membro della famiglia Karnowski che incontriamo è David, che già da ragazzo mostra un carattere forte e determinato, nonchè una seria inclinazione allo studio dei testi sacri, esaminati con grande passione, e accanto ad essi anche testi di filosofia e matematica.
Siamo nei primi anni del '900 e David è un giovane uomo colto e illuminista che decide di allontanarsi dal modo di fare e di vivere proprio degli ebrei polacchi per trasferirsi da Melnitz a Berlino, ritenendo quest'ultima più idonea per uno come lui, amante del pensiero libero moderno e convinto seguace di un importantissimo filosofo ebreo tedesco, Moses Mendelssohn. 

David è un uomo retto, onesto, la cui esistenza è completamente condizionata dalla cultura, dalla necessità di studiare e di voltare le spalle al modo di pensare oscurantista dei suoi connazionali polacchi, da cui desidera con tutte le sue forze distinguersi, quasi ritenendoli inferiori, sciocchi, gretti.
In virtù di questo, diventa una delle personalità più importanti e influenti della comunità ebraica locale, rendendo la sua casa un circolo culturale.
David è sposato con la dolce Lea, una donna semplice che porta nel suo cuore la sua vita felice e genuina nello shtetl* in cui è nata; pur amando moltissimo suo marito, non ne condivide l'ardore intellettuale e lui stesso la tratta come un'eterna bambina, sempliciotta e incapace di comprendere i discorsi eruditi dei rabbini e degli studiosi che si riuniscono in casa loro, facendola sentire quindi inferiore, sola e poco apprezzata.
Questo porta la donna a trascorrere, appena può, un po' del proprio tempo in casa dei coniugi Solomon e Ita Burak (commercianti suoi compaesanti) nonostante i divieti del marito sul frequentarli.
Infatti, David non ha alcuna stima di Solomon, lo disprezza in quanto privo di istruzione, ma in realtà Solomon è un uomo molto scaltro e intraprendente, che sa come muoversi nel mondo del commercio, sa come convincere le donne a comperare i suoi prodotti e anche nei momenti più buii - anni dopo - saprà ricominciare da zero grazie proprio alla voglia e alla capacità di non arrendersi e di mettersi in gioco.

Solomon Burak è un personaggio a mio avviso tra i più positivi, non soltanto per la sua intelligenza, lo spirito sempre ottimista, la gioia di vivere che è dentro di lui a prescindere dalle circostanze, ma anche per la bontà e la generosità che lo contraddistinguono e che lo indurranno a mostrare perdono e amicizia proprio a chi in passato lo aveva disprezzato.  

Con lui e sua moglie Lea è se stessa, non ha bisogno di controllare ogni parola, può parlare a ruota libera di ciò che vuole e in yiddish, cosa che non le è possibile nel mondo colto e rigido del marito; le sue giornate a Berlino, noiose e prive di troppe gioie, cambieranno quando resterà incinta.

Il figlio di David e Lea, Georg, non è affatto come il padre: non ama studiare ma trascorrere le giornate e le notti divertendosi; non gli importa nulla nè di filosofia nè del Talmud, allontanandosi ben presto dai valori e dalla fede ebraica.
Solo la partecipazione alla prima guerra guerra mondiale in qualità di medico gli farà mettere la testa a posto, e al ritorno in patria diventerà un ginecologo molto bravo e si innamorerà di un'infermiera non ebrea, la buona e sensibile Teresa.

Le scelte di Georg sono motivo di profonda preoccupazione per gli amati genitori, che riponevano altre aspettative nel figlio; l'affronto più grande è il matrimonio con una gentile, che indigna profondamente David, tanto da decidere di non rivolgere più la parola al figlio.

Significative sono le pagine in cui l'Autore si sofferma sul senso di solitudine provato da David al pensiero di questo figlio che non segue le sue orme, che ha preferito la medicina alla filosofia e alla conoscenza della cultura ebraica:

"Seduto nell'ampio studio colmo di volumi, constatava di essere l'ultimo della sua generazione. Nessuno avrebbe mai aperto i libri che aveva raccolto. Quel grande mondo ebraico (...), la saggezza, la sapienza, la tradizione per cui gli ebrei avevano versato il proprio sangue, che avevano difeso a costo della vita, tutto sarebbe caduto nell'oblio.".

Ma

 "La vita è una burlona (...), ama giocarci qualche tiro mancino. Volevamo essere ebrei in casa e uomini in strada,  arrivata a vita e ha messo tutto sottosopra: siamo goyim* in casa ed ebrei in strada".

E la vita non smetterà di creare scompiglio in casa Karnowski anche nella terza generazione, con Joachim Georg, conosciuto come Jegor, l'unico figlio di Georg e Teresa, che darà non poche angosce ai genitori a causa di una personalità fragile e del caotico e difficile momento storico in cui si troverà a crescere: l'ascesa del Partito Nazista e di Adolf Hitler influenzerà molto negativamente il bambino, tormentato dalla ricerca di un'identità individuale ma ancor più collettiva: il suo essere un "mezzosangue", figlio di una tedesca cattolica e di un ebreo sarà per lui qualcosa di difficile da accettare, lo farà sentire sempre "sbagliato", a motivo del crescente  disprezzo e delle orribili umiliazioni cui andrà incontro a causa delle origini del padre.

La famiglia Karnowski, per sfuggire al triste destino che attende il loro popolo in Europa, fuggirà negli USA, cercando di rifarsi una vita a New York, ma anche qui non sarà così semplice integrarsi e farsi accettare...

Considerazioni.

E' una saga davvero bella, in cui spiccano - come dicevo nell'introduzione - le personalità dei personaggi, tutti ben delineati, sia i principali che i secondari; tra questi ultimi, oltre a Solomon, mi ha colpito molto anche un altro personaggio: Elsa Landau, una donna coraggiosa che darà tutta se stessa alla carriera politica, mettendo da parte però il proprio lato femminile, con tutte le legittime esigenze che le sono proprie.

Se David e Georg riusciamo ad inquadrarli bene e in maniera semplice, trovandone pregi e difetti - in particolare, il carattere deciso, volitivo, testardo e orgoglioso -, a colpire maggiormente è forse Jegor, questo ragazzo dalla personalità molto complessa, ricca di contraddizioni, che subisce, suo malgrado, il suo essere per metà ebreo e per metà tedesco, soprattutto quando essere ebreo diventerà una colpa, una vergogna; Jegor subirà sulla propria pelle la malvagità di persone che credono nella superiorità di una razza su un'altra e che hanno aderito all'ideologia hitleriana, e quando "si metterà al sicuro" in America, le cose non miglioreranno, perchè la sensazione sgradevole di appartenere al popolo sbagliato lo ossessionerà, portandolo a fare scelte decisamente deleterie.

La storia quindi si dipana lungo gli anni che vanno dagli inizi del Novecento a quelli successivi alla seconda guerra mondiale, e ci mostra sia la cultura giudaica in se stessa - da cui personalmente sono affascinata - che rispetto alla società, nei diversi momenti e contesti storici.

Molto bella la frase che David rivolge a suo figlio Georg quando, ancora residenti a Berlino, la sventura comincerà a cadere sugli ebrei...:

"Sii forte, figlio mio, come lo sono io e tutti gli ebrei della vecchia generazione (...), ci siamo abituati da sempre e lo sopportiamo, da ebrei".

E' stata una lettura lunga, è vero, ma non perchè noiosa o lenta, anzi, quando iniziavo a leggere e dovevo lasciare (per mancanza di tempo) mi dispiaceva interrompere perchè lo stile così scorrevole e dettagliato di Singer, capace di descrivere luoghi, fatti, persone, tratteggiandole in maniera viva, parlandoci delle loro abitudini, dei loro caratteri, le virtù e i vizi..., con un pizzico di umorismo e vivacità, rende il libro bello, di quelli che meritano di essere letti perchè scritti benissimo e coinvolgenti per le singole storie narrate, che hanno una grande potenza narrativa, sembrano uscire dalla carta e prendere vita per quanto sono splendidamente raccontate. Ci si affeziona a David, a Lea, a Georg, a Jegor, si prova tenerezza, indignazione, disapprovazione, curiosità, fascino..., insomma non si resta indifferenti perchè Singer sa come toccare nel profondo i suoi lettori, toccando temi importanti, come l'emigrazione,il senso di appartenenza al proprio popolo, l'alienazione e la solitudine di chi non riesce ad integrarsi in un contesto nuovo,l'antisemitismo...

Assolutamente consigliato, in particolare a quanti apprezzano i libri sulla cultura ebraica, le saghe familiari e le storie ambientate durante le due guerre mondiali.

*villaggio o piccola cittadina dell'Europa orientale con una forte percentuale di popolazione ebraica.
*persona non ebrea

mercoledì 25 ottobre 2017

Libri per bambini/ragazzi (Mondadori Electa/Salani)



Cari lettori, rieccomi con un paio di segnalazioni dedicate a un pubblico molto giovane.


La prima novità è un libro particolare che ha ispirato un film d'animazione  in uscita il 28 settembre nelle sale italiane:


LA MIA VITA DA SMILEY
DIARIO DI UN EROE…ALLE MEDIE
di Anne Kalicky


Ed. Mondadori Electa 
collana Electa Junior
pagine 208
età da 8 anni
16,90 €
in libreria il 17 ottobre 2017
Illustrato da Tim Jones per Smileyworld


Un giorno, ne sono certo, le mie memorie saranno ritrovate nella cassaforte di una navetta spaziale abbandonata e io entrerò nella storia con la S maiuscola dunque è arrivato il momento di lanciarmi!


La mia vita da Smiley è lo spassoso diario di Max, un ragazzino di 11 anni che arriva alle medie. Le sue avventure sono tratte dalla quotidianità di un undicenne, in cui qualsiasi giovane lettore potrà riconoscersi: vicende scolastiche, timori e conflitti legati alla nuova scuola, scherzi e situazioni surreali, che coinvolgono i compagni, i professori e i genitori.

La vera originalità del racconto è che ad accompagnare il testo scritto ci sono gli Smiley, le faccine gialle nate nel lontano 1972 per mano del giornalista francese Franklin Loufrani che diede avvio a un fenomeno di incredibile successo internazionale. Da allora gli smiley sono entrati in maniera preponderante nella comunicazione visiva delle giovani generazioni, invadendo i cellulari e i social media. Il fenomeno è tale da avere ispirato addirittura un film di animazione in uscita a settembre nelle sale italiane.

Gli Smiley hanno modificato il sistema di esprimere i nostri stati d’animo nella vita quotidiana: gioia, allegria, rabbia, tristezza, stupore vengono comunicati in maniera semplice ed immediata con una faccina ora sorridente, ora arrabbiata, ora stupita.

Sfruttando proprio l’immediatezza dello Smiley, il protagonista riempie così le pagine del suo diario di faccine gialle, per esprimere con un simbolo visivo il sentimento predominante dei personaggi del racconto. La vita di Max è dunque una vita da Smiley. E chissà, qualcuno vedrà in Max non un ragazzino, ma proprio uno Smiley vero e proprio che scrive in prima persona …!


Smiley nasce il 1° gennaio 1972, quando Franklin Loufrani, il giornalista del quotidiano francese “France Soir”, lancia una campagna promozionale per la felicità, utilizzando il logo Smiley per mettere in risalto le buone notizie. Loufrani registra il marchio Smiley dando vita a una realtà commerciale di rilevanza internazionale. 
Nel 1997 suo figlio Nicolas Loufrani crea il primo Smiley digitale rivoluzionando la comunicazione e la tecnologia, e nel 2000 gli Smiley invadono i cellulari, diventando parte del nostro vissuto quotidiano. Oggi Smiley raggiunge i 4,5 milioni di fan sui social media, con miliardi di faccine inviate ogni giorno dai device elettronici, imponendosi come fenomeno globale senza precedenti.



La casa editrice Salani il 6 novembre pubblicherà  il nuovo romanzo della serie Olga di carta di Elisabetta Gnone:



JUM FATTO DI BUIO
di Elisabetta Gnone


Ed. Salani
224 pp
14.90 euro
età da 10 anni
Dal 6 NOVEMBRE 2017
"Siamo lumini

che attendono di splendere..."


Jum è un mostro fatto del buio e del vuoto che ci portiamo dentro quando perdiamo qualcosa o qualcuno che ci è caro, si nutre del nostro dolore e beve le nostre lacrime.
Non possiamo vederlo, ma possiamo scacciarlo, il modo esiste: occorre ascoltarle con cura le storie che Olga racconta ai cittadini del villaggio e saper leggere tra le righe.
E poter contare su buoni amici.

È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto.
Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro.
Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. 

Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.


martedì 24 ottobre 2017

Dietro le pagine di "La casa delle foglie rosse" (Red Leaves) di Paullina Simons




Qualche mese fa ho avuto il piacere di leggere e apprezzare un romanzo dalle atmosfere misteriose e ricche di suspense dell'autrice Paullina Simons: "La casa delle foglie rosse" (Red Leaves).

Il libro fu pubblicato per la prima volta negli anni '90 e di recente riadattato; al centro vi è la misteriosa morte di una studentessa del Dartmouth College, una bravissima giocatrice di basket il cui corpo viene ritrovato senza vita, nudo, congelato nella neve nei boschi del campus.
Chiamato per indagare, il detective Spencer Patrick O'Malley si rende conto che la vittima è la stessa ragazza da lui incontrata pochi giorni prima e con la quale aveva preso un appuntamento.
Per scoprire cosa le è accaduto e chi poteva avere interesse a farle del male, Spencer dovrà interrogare con attenzione i tre amici della ragazza, e trovare la verità dietro tutti i segreti e le bugie da loro raccontati, per arrivare a scovare l'assassino.


-

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".

L'Autrice ha dichiarato che, mentre pensava al prossimo libro da scrivere, le è balzata alla mente l'immagine di una ragazza trovata morta nella neve in un ambiente fittizio. Ma dopo aver visto il campus di Dartmouth ha capito che quella sarebbe stata la location perfetta; ha quindi  iniziato a mettere insieme i pezzi e a farsi delle domande: come è arrivata là la povera Kristina, e quale ruolo gli amici (Jim, Connie e Albert) e il detective svolgevano nella sua vita?



source


Ma il Dartmouth ha influenzato ed ispirato l'Autrice anche per altri particolari; l'idea di rendere la protagonista, Kristina, una campionessa di pallacanestro è nata proprio dal fatto che la squadra di Dartmouth aveva vinto diversi premi di recente, e a lei era piaciuto il fatto che la sua Kristina fosse la migliore in uno sport in cui l'università eccelleva.

Labrador Retriever
Non solo, ma anche la presenza costante del cane di Kristina - Aristotle - all'interno dell'università e nelle giornate dei quattro amici, è sorta constatando che nel campus c'erano davvero tanti cani, di qualsiasi dimensione, anche quelli più "ingombranti" (Shepherds, Labrador e Golden Retriever), e che essi erano permessi anche nei dormitori. 

A quanto pare, il detective O'Malley è presente anche in un altro romanzo, ambientato a New York e con un altro mistero da risolvere (cercare una ragazza scomparsa):The Girl In Times Square non è però mai stato (ancora) pubblicato in America, quindi chissà in Italia se e quando potremo leggerlo; tanti sono i fans che le chiedono se ci sarà mai una serie con il detective O'Malley, ma attualmente non ha progetti in merito.

Purtroppo non son riuscita a trovare molte interviste in cui la Simons racconta cosa ha ispirato questo libro...

Fonte consultata:

http://crimespreemag.com

lunedì 23 ottobre 2017

Recensione: ADDIO, FAIRY OAK di Elisabetta Gnone



La dolce fatina Felì è giunta al suo quarto ed ultimo racconto, in cui narra l'ultimo mistero di Fairy Oak:


"La prima sera parlai d'amore,la seconda di mirabolanti incantesimi,la terza di amicizia, la quarta sera raccontai un addio."

ADDIO FAIRY OAK
di Elisabetta Gnone



In CAPITAN GRISAM E l’AMORE, grazie alle gemelle Pervinca e Vaniglia, e alla loro Banda (capeggiata dal bel Grisam), abbiamo saputo qualcosa di più sul compianto Capitano Talbooth; ne GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY siamo stati accompagnati nel favoloso mondo degli incantesimi, volando con la fantasia grazie alla straordinaria Shirley Poppy, e con FLOX SORRIDE IN AUTUNNO abbiamo sorriso con la simpatica teoria dei colori della vivace e dolce Flox.

Ma in questo quarto racconto comprendiamo dalle prime pagine che Felì si sta facendo sempre più malinconica nel raccontare le avventure delle sue gemelline e degli abitanti della Valle: i 15 anni insieme alla famiglia Periwinkle stanno per concludersi e la cara fata sarà costretta a dire addio all'amata Fairy Oak; Vì e Babù, infatti, stanno crescendo e non avranno più bisogno di lei...

Ed è così che Felì si perde nei ricordi e ci porta indietro nel tempo, a quando le gemelline sono nate e a tutti i piccoli misteri che da quel momento hanno popolato, seppur nell'ombra, a Fairy Oak.
L'incontro col misterioso Barbo Tagix, il vecchio mago che va in giro sul carro dei ricordi, in seguito alla nascita delle due sorelline, ha destato un po' di ansia nella strega Tomelilla, perchè il mago del tempo è stato sibillino parlando con lei, in presenza di Felì: un evento epocale accadrà e sconvolgerà al vita a Fairy Oak.

"L'equilibrio si spezzerà (...) L'Alleanza tra Buio e Luce è destinata a finire perchè è stabilito: centoventun anni da oggi, uno di voi tradirà!"


Tomelilla, saggia e preoccupata, non si dà pace: quale stravolgimento devono attendere? E che ne sarà delle sue nipotine appena nate: Vaniglia e Pervinca svilupperanno i doni magici, o i poteri straordinari che si trasmettono da generazioni in famiglia son destinati ad andare perduti?

Affinchè nessun dettaglio e particolare prezioso, nel corso della crescita delle due bambine - che immediatamente dimostrano di essere l'una l'opposto dell'altra, non nell'aspetto ma nel temperamento - possa essere dimenticato, ma anzi possa risultare utile per comprendere le misteriose parole di Barbo circa il futuro, Tomelilla ordina alla fedele Felì di scrivere un diario e di aggiornare quante più cose, ogni giorno, non solo sulle gemelle ma anche sul villaggio e circa i cambiamenti, seppur minimi, che si verificano attorno a loro.

Il lettore viene quindi immerso negli anni dell'infanzia felice delle sorelline Periwinkle: la dolce e sensibile Babù, sempre paziente e pronta a dar saggi consigli alla sua ribelle sorella, Vì, che è un peperino dal carattere deciso, impaziente, incapace di star ferma, allergica a tutto ciò che è "femminile" (che siano le gonne o i discorsi romantici); entrambe, di giorno in giorno e di anni in anno, mostrano le proprie attitudini e imparano a valorizzare le proprie capacità, partecipando alla vita della piccola e allegra comunità.
In particolare, ad aiutare tutti i ragazzini di Fairy Oak a crescere sviluppando valori sani sono i celebri Giochi Estivi, in cui i ragazzi, divisi in squadre, si sfidano in competizioni in cui, alla fine, ciò che conta di più non è tanto la medaglia finale quanto la lealtà, l'amicizia, la forza, l'audacia... dimostrate.

Conosceremo com'è nata la simpatia tra il coraggioso e saggio Grisam e la vivace e testarda Vì; ascolteremo dalla bocca del burbero (ma solo per gioco) Talbooth la commovente storia della bella Isabella e del suo nobile sacrificio; ci divertiremo ascoltando i bisticci tra Vì e l'antipatica figlia del sindaco; resteremo incuriositi e perplessi di fronte ai sospiri e alle angoscianti preoccupazioni nutrite da Tomelilla circa il destino della proprie nipoti: saranno delle streghette oppure no? Entrambe saranno Magici del Buio o della Luce?
Fairy Oak e i suoi pacifici abitanti sapranno resistere alle "turbolenze", agli eventi epocali previsti da Barbo Tagix?

"Addio, Fairy Oak" è dunque il capitolo che chiude la fantastica saga ambientata in un mondo magico, ricco di profumi e di colori, in cui ogni giorno i protagonisti vivono piccole e grandi avventure, e in cui a predominare sono sempre i sentimenti più belli: l'affetto tra gli amici, che sanno restare accanto l'uno dell'altro nei momenti belli come in quelli brutti; la voglia di divertirsi insieme, di giocare allegramente, di svelare sempre nuovi misteri; l'amore, che nasce pian piano nei giovani cuori di Vì e Babù; il prendersi cura dell'altro, e non ultimo.. la bellezza dei ricordi.

Felì racconta ma sa che il suo tempo nella Valle sta per concludersi: come può lasciare le sue bellissime gemelle, la cara Tomelilla e, con loro, tutti gli abitanti del gioioso villaggio?
Dire addio è difficile, è doloroso, e allora forse

"Il miglior modo per dire addio, è non dirlo affatto (...). E il miglior ricordo che ci si può portare via è il ricordo di un giorno qualsiasi."

Ancora una volta Elisabetta Gnone ci dona una storia che profuma di fiaba, di "cose buone", di sentimenti puri, di problemi affrontati con coraggio e sacrificio, di amici fedeli, e che ci lascia quel pizzico di nostalgia e malinconia che dalla fatina Felì passa direttamente a noi che leggiamo, che ci sentiamo un po' come lei..., tristi, al pensiero di dover dire addio ai personaggi che danno vita a Fairy Oak, ma al contempo siamo contenti di averli conosciuti ed aver sorriso o esserci commossi insieme a loro.

Come sempre piacevole e molto scorrevole da leggere, la scrittura dell'Autrice mi ha conquistata anche questa volta perchè mi ha fatto sognare ad occhi aperti trasportandomi nelle atmosfere magiche di Fairy Oak, quasi facendomi sentire il soffio del vento e delle onde, presentandomi fate, maghi, streghe, umani privi di poteri, mamme apprensive, padri attenti, fatine chiacchierone, ragazzini desiderosi di divertirsi e giocare, dandomi modo di passare qualche ora di spensieratezza.

Ringrazio la C.E. Salani per le copie omaggio e consiglio questa saga, che piacerà ai giovani lettori che ancora non la conoscono... ma forse anche agli adulti, come me, che hanno voglia di fantasticare e sognare leggendo.

domenica 22 ottobre 2017

Concorso “UNA FIABA PER L’AUTUNNO”



Cari amici che passate di qui, se amate scrivere e avete già nel vostro "cassetto di scrittori" una fiaba che desiderate far conoscere, potreste approfittare di questo concorso:



Concorso “UNA FIABA PER L’AUTUNNO”
Scadenza 15 novembre 2017


Macabor Editore invita tutti coloro che praticano la scrittura a scrivere una fiaba ( max 4 cartelle, circa 8000 battute spazi inclusi).
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Saranno accettate solo fiabe inedite in lingua italiana mai pubblicate in volume, neppure parzialmente. Il tema è libero.

Le fiabe dovranno essere inviate entro il 15 novembre 2017 complete delle generalità e una breve nota biografica dell’autore, nonché il numero di telefono e l’indirizzo e-mail, al seguente indirizzo di posta elettronica: macaboreditore@libero.it

Nell’oggetto della mail si dovrà scrivere: UNA FIABA PER L’AUTUNNO

Le migliori fiabe verranno pubblicate in volume e inserite nella collana per l’infanzia “Il volo della Streghetta” di Macabor Editore.



sabato 21 ottobre 2017

Anteprima Neri Pozza: SUGAR MONEY di Jane Harris - dal 26 ottobre



Neri Pozza mi tenta con questo romanzo storico, ispirato a una vicenda vera, che conquista il lettore per la prosa ricca ed evocativa propria della sua autrice, Jane Harris, già apprezzata ne I Gillespie e ne Le osservazioni. 
Una storia profonda e commovente sul legame tra fratelli e sul valore della libertà.



SUGAR MONEY
di Jane Harris



Ed. Neri Pozza
320 pp
17 euro
Saint-Pierre della Martinica, Antille Occidentali, 1756. ù
Lucien e suo fratello Emile sono schiavi creoli al servizio dei Frères de la Charité. Coltivano la canna da zucchero, coi proventi della quale i frati riescono a far fronte ai debiti accumulati per mantenere in vita l’ospedale locale e prendersi cura dei malati.
Un giorno padre Cléophas, un uomo dallo sguardo sfuggente e pieno di malizia, li convoca per affidare loro un delicato incarico: recarsi a Grenada e, con la scusa di dover consegnare alcune piante medicinali, ritornare in Martinica con i quarantadue schiavi rimasti sotto il dominio inglese dopo l’occupazione.
Il momento è ideale per riportarli nella terra cui appartengono di diritto: il trattato di pace con gli inglesi sembra reggere e tra Grenada e la Martinica vi è libero passaggio. 
Riavere i quarantadue di Grenada a Saint-Pierre è, per i Frères de la Charité, essenziale. La febbre ha decimato gli uomini negli ultimi tempi e la terra da disboscare e mettere a coltura è ancora tanta, per non parlare della distilleria da avviare.
Emile e Lucien conoscono Grenada, hanno entrambi servito i Frères dell’ospedale di Fort Royal e, soprattutto, Lucien parla un po’ di inglese. 
Padre Cléophas affida loro una procura ad agire per conto dell’ordine, un documento che, dice, garantisce il consenso degli inglesi all’espatrio degli schiavi.
Ma quando sono a bordo della Daisy, l’imbarcazione che li attende per condurli a Grenada, Emile rivela la verità a Lucien: Cléophas ha mentito, la procura non ha alcun valore e quello che ci si aspetta da loro è che «rubino» gli schiavi proprio sotto al naso degli inglesi. Una missione pericolosa, se non impossibile.



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