lunedì 18 maggio 2020

Chicchi di... recensioni: LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO di Zerocalcare || IL SETTIMO SPLENDORE di Leonardo Favia & Ennio Bufi



Il mio abbonamento gratis a Kindle Unlimited terminerà il 22 maggio; dopo due mesi posso dire di averlo "sfruttato" meglio che ho potuto, e in questi giorni ci sto dando dentro per terminare i libri presi in prestito, nei pochi giorni che mi restano.
Ieri mi sono concessa la lettura di due graphic novel, che mi sono piaciute e che mi hanno messo una gran voglia di dare più spazio a questo genere.


La prima è di queste due letture è la più famosa, e senza dubbio anche molto apprezzata:

LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO

di Zerocalcare



160 pp
«Si chiama "profezia dell'armadillo" qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.»


Il disegnatore di Rebibbia, Zero, una notte riceve una brutta notizia che - come di sovente gli succede quando ne riceve una, soprattutto se "luttuosa" - gli suscita una irrefrenabile risata che, lungi dal voler essere irriverente, gli sale su in gola come per esorcizzare la tristezza e la paura che altrimenti farebbero da padrone: Camille, una sua amica del periodo dell'adolescenza, è morta.
Non lo sa nemmeno lui come si sente; per essere triste, è triste, su questo non ci piove, e realizza pure che... deve dirlo a qualcuno, sente il bisogno di raccontare di questa perdita.
Ma è notte fonda e gli amici di sempre - Greta e Secco - non gli rispondono al telefono...
A fargli compagnia c'è, fedelissima, la sua coscienza in formato armadillo.
Il suo bell'Armadillo chiacchierone: lui sì che Zero non lo abbandona mai, anzi, e la sua presenza illusoria è parte integrante della quotidianità del giovane, incarnandone paure ed insicurezze.

E' proprio nel quotidiano di Zero che entriamo: Zero che è stato assunto in un'azienda spacciando competenze che non ha (che sarà mai?? siamo circondati da incompetenti, in ogni ambito e in ogni ufficio!); Zero che, mentre parla con qualcuno, la sua mente parte per la tangente e immagina scenari apocalittici popolati da zombie et similia; Zero che associa le persone attorno a lui - a cominciare da madre e padre - a personaggi famosi, con cui intrattiene brevi ma esilaranti botte e risposte.

Zero che ci riporta indietro nel tempo e dai nostri più vicini Duemila saltiamo ai mitici anni '80 attraverso flashback, e così conosciamo ad es. la storia dell'amicizia con la povera Camille, una ragazza solare ma che celava una natura anche un po' triste; è stata il suo primo amore, al quale il giovanotto non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi, convinto che il suo immaginario "guardiano del tempo" stesse lì a ricordargli che non c'era fretta, poteva tranquillamente rimandare il momento della dichiarazione..., salvo poi capire che si era solo autoingannato e che il tempo che credeva di avere dalla sua parte, stava solo andando verso il proprio termine.

Zero è un protagonista che suscita molta simpatia, perchè in fondo siamo tutti un po' come lui, pieni di insicurezze, inclini (chi più, chi meno...: io tanto, ad es.) a farci pippe mentali assurde per qualsiasi problema, grande o piccolo, consapevoli di avere uno o più "mostri" appollaiati in qualche angolo della nostra mente e sempre pronti a spaventarci e a farci sentire sbagliati...!
Un fumetto molto bello - dai disegni ai testi -, che con ironia e sense of humor scava nella testolina del protagonista, facendo ora sorridere ora riflettere.
Avrei letto immediatamente altro di Zerocalcare, e sicuramente lo farò ^_^


Seconda graphic novel:


IL SETTIMO SPLENDORE
di Leonardo Favia & Ennio Bufi



127 pp
Modì torna a Parigi, per la prima volta senza la madre, per comprendere il senso della sua scomparsa. 
Dieci anni prima, infatti, la sua cara mamma si è suicidata e
questa tragedia il giovane non l'ha mai superata.
Forse se imparasse a conoscerla meglio ricavando qualche informazione attraverso persone che l'hanno conosciuta, riuscirebbe a capire anche il perché del suo gesto... e chissà, a darsi pace lui stesso?

A Parigi Modì (che in realtà si chiama Guglielmo ma lui ama usare questo nomignolo, diminutivo di Modigliani, pittore amato dalla madre, artista anch'ella) conosce Henry, Gemma, Jakob, Isabelle, e con quest'ultima scatta anche un'attrazione che potrebbe trasformarsi in qualcos'altro.

Se non fosse che il pensiero fisso di Modì è far chiarezza sul passato della madre, e grazie all'incontro con alcune persone che hanno conosciuto molto bene la donna nel periodo parigino, e alla lettura delle pagine del diario materno, pian piano comincerà a mettere insieme le tessere del puzzle, venendo a conoscenza di verità sconcertanti.

Il pericolo di Modì è di farsi sopraffare dal dolore per il triste destino della madre, una donna bella, creativa, dallo spirito indipendente, ma evidentemente anche piena di fragilità e lati oscuri..: gli stessi che sente di avere anche lui e che gli impediscono di vivere con serenità, di apprezzare i rapporti umani e di lasciarsi andare ai sentimenti?

Prima che sia troppo tardi e che la ricerca del passato schiacci il presente, il tormentato Modì dovrà realizzare una verità che sua madre gli ha trasmesso: 

"Non importa quanto desideri una cosa, se non sai quanto sei disposto a sacrificare. (...) A volte il sacrificio è lasciar andare qualcuno, accettare di essere messi da parte. Ma altre volte vuol dire solo continuare a combattere".


A volte amare può significare non trattenere, lasciare libero l'altro; ma ci sono situazioni in cui, se ci teniamo all'altra persona, dobbiamo avere il coraggio di mettere da parte paure e reticenze e combattere per conquistarla.

Un racconto carino, piacevole, sia graficamente che nei contenuti; forse la storia ha qualche elemento prevedibile e non originalissimo, ma mi è piaciuta l'atmosfera malinconica sullo sfondo parigino (che ha sempre il suo fascino).

sabato 16 maggio 2020

Libri in wishlist (maggio 2020)



Libri entrati in wishlist ^_-
Li conoscete e/o li avete letti?


Con questa odissea dolorosa e surreale Khaled Khalifa racconta di nuovo il presente siriano e ci mostra senza sconti la quotidianità di chi vive tra le macerie.



MORIRE E' UN MESTIERE DIFFICILE
di Khaled Khalifa


Bompiani
trad. M. Avino
208 pp
17 euro
2019
Bulbul ha appena perso il padre, che giace in un ospedale di Damasco. L’ultima promessa che gli ha fatto è stata di seppellirlo accanto alla sorella nel suo paese natale, vicino ad Aleppo.
Solo quattrocento chilometri, ma a separare le due città c’è un solco ben più profondo: Damasco infatti è sotto il controllo del regime di Assad, mentre Aleppo è nelle mani dei ribelli.
Viaggiare dall’una all’altra con una salma si rivela presto un compito molto arduo, che Bulbul condivide con il fratello Huseyn e la sorella Fatima.
Tra controlli, sbarramenti e minacce i tre ricostruiscono insieme il ricordo del padre e il loro legame, un appiglio di umanità tra i marosi della guerra.

L'autore.
Khaled Khalifa è nato ad Aleppo, Siria, nel 1964. Tra i fondatori della rivista letteraria “Alif”, è autore di quattro romanzi tra cui L’elogio dell’odio. È autore di numerose sceneggiature di film e serie tv e vive a Damasco. Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città ha vinto la Naguib Mahfouz Medal per la Letteratura nel 2013 ed è stato finalista dell’International Prize for Arabic Fiction nel 2014.




Con tutta la forza evocativa della sua migliore scrittura, Philippe Claudel imbastisce magistralmente una storia nera in cui alle note dell’attualità più scottante fanno eco i temi da sempre toccati dalla grande letteratura: la giustizia, la colpa, il rispetto per la verità, consegnandoci un romanzo e un appello che non può lasciarci indifferenti.

L'ARCIPELAGO DEL CANE
di Philippe Claudel



Ponte alle Grazie
trad. F. Bruno
204 pp
16 euro
2019
Sull’Arcipelago del Cane, costellazione di isole vulcaniche a metà strada tra due continenti, il tempo sembra essersi fermato. Attaccati alla loro terra nera e al loro tratto di mare, gli abitanti non si sentono parte del resto del mondo, a cui guardano con diffidenza. 
Finché, una mattina di settembre, è il mondo a irrompere nell’Arcipelago: il mare deposita sulla spiaggia tre cadaveri. Non si sa chi siano né come siano finiti lì, ma per le autorità – il Sindaco, il Parroco, il Dottore e l’anziana maestra di scuola – è chiaro che devono sparire. 
Nessuno deve sapere del ritrovamento, pena l’arrivo dei giornalisti, la fine della quiete e il rischio di compromettere un futuro sviluppo turistico; non ci sarà nessuna pietà per quei morti, e neppure per i vivi che oseranno chiedersi da dove sono venuti. 

L'autore.
Philippe Claudel è nato nel 1962 in Lorena. Affermato scrittore e sceneggiatore, nel 2003 ha raggiunto il successo internazionale con Le anime grigie, che è stato tradotto in ben trenta paesi e ha vinto il Prix Renaudot nel 2003 e il premio per il miglior libro dell?anno di Lire; Il Rapporto (2008) ha vinto il Goncourt des Lycéens nel 2007.

mercoledì 13 maggio 2020

Recensione: LIVIA LONE di Barry Eisler



Il primo capitolo della serie sulla detective Livia Lone ci racconta la orribile esperienza che l'ha profondamente toccata e che l'ha indotta a diventare poliziotta per dedicarsi anima e corpo alla ricerca di gente depravata che si macchia di crimini sessuali.



LIVIA LONE
di Barry Eisler



366 pp
«Credi in te stessa. Indipendentemente da tutto. Capito? Credi in te stessa. E niente potrà fermarti.»


Livia Lone è una giovane detective della polizia di Seattle specializzata in indagini su crimini sessuali e abusi sui minori; ha un carattere forte e molto determinato, è coraggiosa, non esita a esporsi a rischi se questa è l'unica strada per ottenere i risultati prefissi; porta a termine ogni incarico col massimo impegno, cercando di assicurare alla giustizia i mostri a cui dà la caccia.
Per lei è sì un lavoro... ma è sopratutto una missione che affonda radici e motivazioni nella sua storia personale.

E proprio perchè per lei fermare questi mostri è una questione personale, quando la giustizia fallisce Livia non esita a vendicare personalmente le vittime, anche con metodi discutibili per un poliziotto.

Ciò che spinge la donna ad agire senza rimpianti e senza reticenze è quel drago che le si agita dentro, che spesse volte sembra assopirsi ma che, di fronte a certi esseri lascivi e depravati, si sveglia e pretende di divorare il male, per difendere chi è più debole e non può farlo da sé.

Cosa c'è nel passato di Livia Lone che ha influenzato drammaticamente la sua vita, rendendola dura e restia a fidarsi di chiunque?

Livia non è sempre stata Livia. C'è stato un tempo - che adesso sembra così lontano - in cui si è chiamata Labee.
Labee è nata sulle montagne thailandesi, dove viveva con sua sorella Nason, i genitori e un fratello; ma un giorno - quando lei ha solo 13 anni e Nason 11 - accade qualcosa di inaspettato: degli uomini vengono a prendere lei e la sorellina, li gettano in un furgone insieme ad altri spaventati bambini e da quel momento inizia un viaggio verso l'inferno.

Labee scopre che lei e Nason sono state state vendute dai genitori; il suo obiettivo diventa allora quello di sopravvivere e di proteggere la sua Nason, il suo "dolce uccellino" da chiunque voglia farle del male, perchè purtroppo è chiaro che gliene faranno.

Il tragitto che porterà le vittime di questo infamante rapimento in America, all'interno di un container, sarà uno dei peggiori incubi al quale una persona - e una bambina ancora di più - potrebbe mai andare incontro.

Labee subisce abusi e torture fisiche e psicologiche che annienterebbero tante vittime; inoltre, al fine di evitare che i porci che li tengono prigonieri possano divertirsi con la sorellina, fa di tutto perché essi scelgano lei piuttosto che Nason, ma il suo animo di ragazzina inesperta di come va il mondo non sa (ma lo imparerà sulla propria pelle) che questi non sono uomini la cui parola valga alcunché, e che il loro cinismo, la loro malvagità, la loro lascivia e il desiderio di far soldi, li hanno privati di ogni forma anche minima di umanità e compassione.

A fine viaggio Labee si ritroverà senza la sua Nason, di cui perderà ogni traccia; scopre di essere a Llewellyn e che si prenderà cura di lei un uomo di nome Fred Lone; questi, infatti, la prende con sé in casa propria, adottandola (le cambia anche il nome, Livia appunto) ma ancora una volta la ragazzina, sola e indifesa in un Paese straniero di cui non conosce lingua, usi e costumi, dovrà fare i conti con persone viscide, che si credono dio in terra, e che pensano di poterla trattare come un oggetto.

Non hanno fatto i conti con la forza interiore di Livia, che crescendo imparerà a far leva sulle proprie risorse e capacità, e attraverso l'aiuto di un compagno di scuola e di suo padre (due persone oneste, che la prenderanno sotto le loro ali e le vorranno bene), che l'avvieranno nella pratica del jujitsu, Livia si rafforzerà nel corpo e nello spirito, imparerà ad difendersi e ad attaccare e capirà cosa "vuol fare da grande" e perché.
Il pensiero di cercare Nasone di scoprire cosa ne è stato di lei, sarà per anni l’unica cosa che le darà la giusta motivazione per rimanere in vita.

Quando una nuova pista riaccende le sue speranze, a Livia non basta più essere un agente, e nemmeno una giustiziera.
Dovrà rivivere gli orrori del passato per arrivare a scoprire una cospirazione di inimmaginabile  crudeltà, fatta di trafficanti internazionali, bande criminali, suprematisti bianchi e legami con il potere politico.

La narrazione procede in un alternarsi di "ora" e "allora", in cui il presente ci mostra l'agente Lone impegnata a dar la caccia a stupratori incalliti, mentre il passato apre il sipario sull'orribile esperienza vissuta a tredici anni; l'autore non si tira indietro dal raccontarci gli abusi sessuali subiti da Livia e quanto dolore si sia accumulato nel suo cuore; dolore che a mano a mano è stato affiancato dal puro odio, dal disprezzo più profondo per chi ha fatto del male a lei e a Nason (e in generale continua a farne ad altri innocenti), e il desiderio di vendetta - il drago feroce e affamato che le dorme dentro - non può placarsi se non viene soddisfatto.
E Livia è pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di sapere la verità sul rapimento e su Nason ed infatti la sua ricerca spasmodica dei colpevoli di quel maledetto viaggio infernale dalla Thailandia in America, la porterà a rischiare la propria vita, anche perchè i nemici di allora e di ora sono gli stessi, e sono anch'essi pronti a tutto pur di continuare indisturbati con i propri sporchi traffici.

C'è molta azione in questa crime fiction, il ritmo è serrato, ci si sente coinvolti dalle dolorose vicissitudini della protagonista e non si può che "fare il tifo" per lei nel vederla tirare fuori personalità, coraggio, resilienza; la scena finale - inevitabilmente la si immagina mentre si legge - è cruda ma placa la sete di giustizia di Livia... e un po' anche del lettore.
Se vi piace il genere, non posso che consigliarvelo, è una lettura travolgente che tocca un argomento delicato, attuale e doloroso, come quello del traffico di esseri umani e degli abusi sui minori.

lunedì 11 maggio 2020

Anteprima: BACI DA POLIGNANO di Luca Bianchini



Faccio parte della schiera di coloro che si sono affezionati ai vivaci personaggi polignanesi di Io che amo solo te: don Mimì, Ninella, Damiano, Chiara...
E sono anche di quelli che un po' ci speravano in un ritorno a Polignano, dopo La cena di Natale.
Non solo, ma mi recai (con due amiche) di proposito nella bella cittadina del barese per cercare di imbattermi negli attori quando furono girati i film diretti da Marco Ponti e tratti appunto da questi due romanzi (ovviamente, fortunata come sono, non acchiappai nessuno).

Ad ogni modo, Luca Bianchini m'ha accontentata e preso avrò modo di ritornare - almeno con l'immaginazione - a Polignano...


BACI DA POLIGNANO



Mondadori
240 pp
18 euro
USCITA
26 MAGGIO 2020
Ninella e don Mimì si sono sempre amati, anche se le loro vite hanno preso da molto tempo strade diverse. Da giovani le loro famiglie si erano opposte al matrimonio, a sposarsi invece sono stati i rispettivi figli Chiara e Damiano.

Gli anni passano e davanti a don Mimì Ninella resta sempre una ragazzina. L’arrivo di una nipotina, anziché avvicinarli, sembra averli allontanati ancora di più, anche perché Matilde, l’acida moglie di don Mimì, fa di tutto per essere la nonna preferita, viziando a dismisura quella che tutti chiamano semplicemente “la bambina”.

La situazione cambia all’improvviso quando Matilde perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. 
Mimì decide così di andare a vivere da solo nel centro storico di Polignano: è la sua grande occasione per ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese.

Con più di cento anni in due, Ninella e Mimì riprendono una schermaglia amorosa dall’esito incerto, tra dubbi, zucchine alla poverella e fughe al supermercato.

Intorno a loro, irresistibili personaggi in cerca di guai: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua “finta” fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer polignanese; la zia Dora, che corre dal “suo” Veneto per riscattare l’eredità contesa di un trullo.

Dopo Io che amo solo te e La cena di Natale, Luca Bianchini torna a raccontare la “storia infinita” tanto amata dai suoi lettori. Tra panzerotti e lacrime, viaggi a Mykonos e tuffi all’alba, i suoi protagonisti pugliesi continuano a sbagliare senza imparare mai niente – ma questo è il bello dell’amore – sotto il cielo di una Polignano che ha sempre una luce unica e inimitabile.



sabato 9 maggio 2020

Recensione: IL CASALE di Francesco Formaggi



Spesso si dice che certe sciagure piovano all'improvviso senza che sia possibile prevederle. 
Ma è davvero sempre così? O piuttosto siamo noi a non aver fatto caso ai piccoli segnali che le anticipavano, a non aver dato il giusto peso a certi dettagli?
Il protagonista - attento osservatore - di questo interessante e originale romanzo verrà coinvolto in una catena di avvenimenti bizzarri e minacciosi, e riuscire a non farsi inghiottire potrebbe rivelarsi davvero un'impresa difficile...



IL CASALE 
di Francesco Formaggi



Neri Pozza
"E poi pensai al caos, e all’ordine, e al fatto che ognuno, anche senza accorgersene, tende sempre a realizzare la propria felicità, nonostante tutto e tutti, e prima o poi trova sempre ciò che vuole, magari nei posti piú improbabili, nelle persone più insospettabili, dopo anni, oppure in un attimo, dove immaginava non ci fosse niente per sé; e pensai agli inizi, e alle fini, e mi chiesi se fosse vero che tutto comincia sempre da un fatto minimo e apparentemente insignificante, soprattutto nelle storie più sventurate".

Cosa c'è di meglio che staccare la spina dal tran tran della vita quotidiana trascorrendo qualche giorno di riposo in campagna?
È ciò che pensano di fare Francesco e Giulia, una giovane coppia che si sta recando, in auto, al casale di una zia di lei per una breve vacanza.

Fa caldo - un'afa asfissiante - e Francesco si sente scocciato, irritabile e pigro: altro che campagna, lui vorrebbe restare in città, nonostante le temperature di fuoco, ma Giulia non ha voluto sentire ragioni e lo ha costretto a partire per questa tranquilla settimana di vacanza al casale di zia Ester. 

I due stanno insieme (e convivono) solo da qualche mese e il loro rapporto è ancora pieno di slancio e passione, fino al fatidico momento in cui Francesco si accorge di un particolare fisico della sua ragazza che mai gli era balzato agli occhi, prima di allora.

A Giulia basta allungare i piedi nudi sul cruscotto perché Francesco si accorga che ha gli alluci orribili, quasi deformi: qualcosa di inguardabile, che suscita un'immediata repulsione:

"È un alluce enorme, gonfio, tozzo, quasi brutale, sormontato da un alone giallastro che è senza dubbio l’abbozzo di un callo."

E vabbè, che sarà mai un difettuccio all'alluce?, penserete voi, e io non potrei che darvi ragione.

Ma per il nostro Francesco è come se il mondo gli crollasse addosso: prova una tale nausea che perfino il pensiero di far sesso con lei gli diventa impossibile. 

E la cosa più assurda, e che mai lui avrebbe potuto mettere in conto, è che la scoperta di quel "coso deforme" sarà solo il primo di una catena di eventi che si susseguiranno da quel momento in poi e che contribuiranno ora a stupirlo ora a generare in lui vaghe inquietudini.

È come se fosse in presenza di un sassolino che rotola a valle fino a diventare una valanga, ed infatti tutto ciò che a Francesco accadrà nel casale sembrerà la conseguenza disastrosa di quella innocua deformità di Giulia.
Bizzarro eh?
Eppure è così: le stranezze sono solo iniziate.

Anzitutto, il ragazzo deve fare e conti con l'accoglienza riservatagli dagli zii di Giulia: tanto zia Ester è affettuosa e calorosa con la nipote, quanto è distante e contrariata nei confronti del fidanzato, che va immediatamente in confusione e non sa come comportarsi.
E si sa che più cerchi di piacere a qualcuno, più si moltiplicano le probabilità di commettere gaffes che compromettono ancora di più la situazione!

La conoscenza di zio Franco, marito di Ester, è anche peggio, perché l'omone - un tipo goffo, grasso, chiacchierone, dai modi sgradevoli e gretti - ha pure lui un difetto fisico evidente e Francesco è imbarazzato e in difficoltà: ma c'è uno normale in questo casale?

Evidentemente tutto ciò che è normale non appartiene al casale, visto che cominciano ad accadere fatti stranissimi, come ad esempio la morte delle povere galline della zia: non una morte naturale, bensì c'è qualcuno che si diverte a sterminarle barbaramente.

E vogliamo parlare della ossuta e severa zia Ester, che fa tanto la puritana e poi nasconde una vita notturna segreta?
E la maltrattata cameriera, Clara, che manda poesie di nascosto a Francesco, il quale si sente attratto da lei e dal gusto del proibito e della trasgressione che ella rappresenta?
E che dire del custode dal dito mozzato, il cupo e poco rassicurante Mario, di cui si racconta che abbia commesso in passato un'azione orribile? In effetti, solo a guardarlo, qualche brivido Francesco se lo sente scorrere lungo la spina dorsale...

Ma non è finita qui: a vivacizzare le giornate ci pensa l'arrivo di tre persone: le prime due sono Carlo e Marta (nipote di Ester e cugina di Giulia), freschi sposi col desiderio di avere un bambino e, chissà, di crescerlo in un posto tranquillo come la campagna.
Terzo ospite improvviso: Marco, un dottorino dall'aria sicura di sè, che ostenta modi gentili e raffinati, ma in realtà è solo un saccente arrogante, che vuol fare bella figura con zia Ester e forse pure con Giulia.
E sì perchè il signorino so tutto io pare sia stato una specie di "primo fidanzatino" per Giulia, e Francesco comincia a sentire ben presto i sintomi di una gelosia che si insinua nella sua mente e contribuisce a rendere quella vacanza sempre più bislacca e poco piacevole.

C'è davvero un clima indefinibile nel casale, e dietro gli atteggiamenti perbenisti e i comportamenti rigorosi e aristocratici, Francesco vede oltre e sente che  il destino sta tessendo una trama funesta.

Si ritrova solo in quell'enorme casale: Carlo è un parassita che vuol solo farsi bello agli occhi di Marco ed Ester; Giulia non calcola il fidanzato neanche di striscio e passa fin troppo tempo con Marco ricordando i vecchi tempi della loro infanzia bucolica all'ombra del ciliegio spettatore del loro primo casto bacio; Marta è ambigua, inafferrabile, inquieta.

Mario si aggira attorno a tutti loro come una presenza minacciosa, al quale si contrappone Clara, l'unica persona con cui Francesco riesce ad interagire, e che in un certo senso gli aprirà gli occhi su ciò che accade davvero tra le mura del casale, un luogo meno idilliaco di quanto appaia.

"...pensai che al casale in quei giorni stesse accadendo la stessa cosa, il caos si stava moltiplicando sotto i miei occhi: prima gli alluci, poi l’incidente della pecora, poi la gallina, poi il cinghiale. Era cosí? Il problema era trovare il modo di fermarlo, e per fermarlo si doveva rintracciare l’origine di tutto, il foro da cui si stava aprendo la crepa."

Spesso si dice che certe sciagure piovano all'improvviso senza che fosse possibile prevederle. 
Ma è davvero sempre così? O piuttosto siamo noi a non aver fatto caso ai piccoli segnali che le anticipavano, a non aver dato il giusto peso a certi dettagli?

E già, sempre loro: i dettagli, le piccole anomalie, quelle che sembrano innocenti e inoffensive ma che più di tutte sono "il segno evidente di una crepa nell’impalcatura di rigore e compostezza che imbozzolava il casale."

Francesco è solo in un "contesto famigliare" che, invece di essere rassicurante, è ostile: è circondato da gente ipocritamente gentile e cortesemente distante che  nasconde sentimenti malevoli, e lui guarda ciascuno con diffidenza, sentendo montare dentro di sè risentimenti, dubbi atroci, pensieri cattivi.
Forse è semplicemente un tantino paranoico?
In fondo, tutta questa ossessione per le minuzie e i particolari irrilevanti qualcosa vorrà dire!

E in effetti, l'attenzione meticolosa che lo guida nell'osservare e valutare certe piccolezze è il suo tratto distintivo, che in molti passaggi ha dato un tocco umoristico alla narrazione: in diversi momenti critici (ad es. quando zia Ester sviene e le si alza la gonna fino a svelare gli slip, o quando l'aria di ridicola compostezza a cena viene intaccata da un tortellino in brodo mangiato con un rumoroso risucchio) Francesco si perde nelle proprie fantasie, e se da una parte egli non può farne a meno, dall'altra il suo guardare troppo attentamente gli altri crea in lui un senso di angoscia; non c'è un particolare che, per quanto banale, Francesco non ingigantisca, tanto da far assumere ad ognuno l'aspetto di vere e proprie anomalie deformanti, terrificanti, che rendono le persone quasi dei mostri.

Francesco è un protagonista dal temperamento indolente, è uno spettatore passivo di eventi ineluttabili e, pur subodorando che qualcosa di tragico sta per accadere, non sapendo/potendo definirlo o prevederlo, è come se decidesse inconsapevolmente di lasciarsi andare, di non prendere decisioni ma di aspettare che gli altri facciano qualcosa, nel bene o nel male.

"la mia vita era cosí – la mia vita, la mia persona tutta – una sagoma, un calco. Nient’altro che il calco vuoto di ciò che avrei potuto essere ma non ero mai diventato, di gesti e parole che avrei potuto fare e dire ma non avevo mai fatto e detto perché ero sempre stato in attesa di trasformazioni mai compiute; un calco vuoto dentro cui tutti, come metallo fuso, continuavano a colare i propri gesti e parole e desideri che io usavo di volta in volta per simulare una pienezza qualunque."

Si rende conto che se solo lo volesse potrebbe dare un indirizzo diverso al proprio destino, ma non lo fa.
È come se una forza misteriosa e più grande di lui lo possedesse e lo obbligasse a vedersi scorrere davanti agli occhi un film la cui trame e il cui finale sono stati decisi da altri.
E non ci sono i presupposti per immaginare che sia un bel film, anzi...

Francesco, il membro più ignorato all'interno del casale, col passare delle ore realizza di essere coinvolto suo malgrado in eventi misteriosi che pian piano lo coinvolgeranno senza via d'uscita.

"...non sarei più riuscito a liberarmi; rotolando nel bitume, tutte le cose con le quali sarei venuto in contatto mi sarebbero rimaste appiccicate addosso, e avrei perso pezzi, uno alla volta: una mano, un orecchio, un piede, frantumandomi".

Riconoscere le deformità che si celano dietro le apparenze  lo aiuterà a non essere divorato e a non affondare nel fango delle proprie paure e passioni? 

La narrazione degli eventi parte da subito in modo da presentarci dei contrasti che stuzzicano il lettore, a partire dall'ambientazione: un casale di campagna solitamente lo si associa alla quiete e alla pace, invece in questo romanzo esso è solo esteriormente un contesto bucolico: in realtà è luogo di eventi sinistri, ineluttabili, inspiegabili.

Laddove le donne (Ester, Marta) sono magre, ossute, dinoccolate, gli uomini (Franco, Enzo) sono corpulenti, "gonfi", grossi.

Coloro che abitano nel casale - la zia e i dipendenti Clara e Mario - nascondono tutti qualcosa e proprio questi loro segreti potrebbero essere portatori di sciagura per il povero Francesco.


"Il casale" è un romanzo originale, con una trama davvero intrigante, che, mescolando con scioltezza vari generi, parte come una storia tranquilla, ci regala inizialmente, come dicevo più su, anche momenti contrassegnati da un certo umorismo - grazie alle "morbose radiografie" che il protagonista fa di qualsiasi dettaglio (che appartenga a luoghi, eventi, alla fisicità delle persone) e che inevitabilmente fanno sorridere perchè rendono certe situazioni assurde - per poi man mano virare verso sfumature più misteriose, drammatiche e noir, in cui sentiamo crescere gradualmente la tensione narrativa ad ogni capitolo, immaginando che qualcosa di irreversibile e oscuro accadrà per forza, e insieme a Francesco realizziamo che davvero non c'è inezia che non possa tramutarsi in tragedia, così come non ci sono nuvoloni che non anticipino un temporale.
Si arriva ad un finale decisamente amaro ma assolutamente coerente con tutta l'architettura narrativa creata dall'autore, il cui esordio letterario ho davvero molto apprezzato.

Consigliato, tanto più se vi piacciono le storie in cui il confine tra "normale" e assurdo è molto sottile, dove dietro il banale si può occultare qualcosa di deforme e pericoloso; storie in cui emerge ciò che risiede nel profondo dell'essere umano, con tutte le sue ambiguità, i suoi peccati inconfessabili, le ipocrisie, gli egoismi e le sue bassezze.

giovedì 7 maggio 2020

Novità Thriller "Dalla parte dell'assassino" di Pietro De Sarlo || "La notte e la neve" di Marco Cirillo



Buon pomeriggio, cari lettori!
Condivido queste due novità thriller che conto di leggere quanto prima.



LA NOTTE E LA NEVE  di Marco Cirillo

La notte e la neve sono tutte e due
Ma una è bianca e l’altra è nera.
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silenziose.

Un thriller psicologico ambientato a Copenaghen, tra i canali annebbiati e i cieli grigi dell’inverno che dura a lungo.
Uno psicanalista e un ispettore entrambi esperti nel loro lavoro si incontrano e si scontrano sullo sfondo di complicati delitti. Pazienti con le loro debolezze, le loro indifese paure, sedute marcate dallo scorrere del tempo, scandito dal ticchettio dei secondi.

Amori celati, amori violenti, rancori radicati nella memoria emergono poco a poco.
Un delicato intrigo di sospettati e personalità diverse che si muovono verso la verità, in un’indagine profonda alle radici della mente umana.



DALLA PARTE DELL'ASSASSINO di Pietro De Sarlo


Brusco, cinico, disilluso. Con il vizio del fumo e la passione segreta dei tarocchi. Innamorato della moglie, intrappolato nelle indagini. 
E questo caso, per il commissario Achille Schietroma del Tuscolano X, è particolarmente ingarbugliato. 
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C’è un serial killer che lascia in giro cadaveri eccellenti, c’è la stampa troppo addosso alla Polizia che sembra non avere elementi per incastrarlo, c’è un misterioso Maestro con la passione per i libri antichi... 
Un unico indizio: la sete di vendetta può avere risvolti inaspettati e pericolosissimi. 

Pietro De Sarlo, con Dalla parte dell’assassino, ha dato vita a un giallo intrigante e dal ritmo serrato che affronta tematiche attuali (la corruzione su più livelli, il sesso in cambio di favori, il potere ottenuto illecitamente, i reati ambientali) delineando un quadro moralmente deplorevole e purtroppo realistico dell’Italia.

Il libro è già in prevendita presso l'editore e sarà in vendita nei consueti circuiti a partire dal prossimo 22 maggio.

mercoledì 6 maggio 2020

Prossima uscita Amazon Publishing: "Non smettere di cercare" di D.S. Butler




Carissimi, vi annuncio la prossima nuova uscita Amazon Publishing: Non smettere di cercare (Detective Karen Hart Vol. 1) di D.S. Butler (LINK).

Il romanzo uscirà il giorno 19 maggio a 4,99€ in eBook e 9,99€ in cartaceo.


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Due bambine scomparse: un caso terribile per la detective Karen Hart
Le piccole Emily e Sian, di dieci anni, sono scomparse da scuola e sembrano svanite nel nulla.
Le famiglie sono disperate e la piccola comunità di Heighington, nella campagna inglese, è sconvolta. 
Le ricerche sono coordinate dalla squadra investigativa locale, guidata dalla sergente Karen Hart e dal suo nuovo superiore, l’ispettore Scott Morgan.
Col passare delle ore l’ipotesi del rapimento si fa sempre più concreta e spaventosa, mentre le indagini iniziano a girare a vuoto e la situazione di Karen si complica. 
C’è l’ispettore Morgan, che sembra non apprezzare le sue intuizioni investigative e vuole fatti concreti. E ci sono quei tragici fantasmi del passato, che ormai da anni popolano i suoi incubi peggiori. 
E poi c’è un ultimo tormento: la sparizione di una giovane donna diciotto mesi prima, un altro caso di probabile rapimento che Karen non è mai riuscita a risolvere.

C’è un legame tra quel mistero e il dramma delle bambine scomparse? O si tratta solo dell’ennesima fissazione della tormentata detective? È davvero possibile che nella tranquilla campagna del Lincolnshire si nasconda un pericoloso predatore seriale?


L'autore
D.S. Butler è un’autrice inglese di gialli e thriller psicologici. È una scienziata biochimica ed è stata anche ricercatrice a Oxford e in Medio Oriente, ma la sua passione per i romanzi polizieschi e mistery l’ha progressivamente allontanata dal mondo della scienza per farne una scrittrice a tempo pieno. Vive con il marito nel Lincolnshire, proprio dove sono ambientate le storie della detective Karen Hart.



Scopri anche tutti i titoli APub attualmente in promozione --

martedì 5 maggio 2020

Le mie nuove letture (maggio 2020)



Vi presento le mie nuove letture:


IL CASALE di Francesco Formaggi (Neri Pozza, 239 pp)

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L'estate è asfissiante, Francesco è pigro e vorrebbe restare in città, ma Giulia non sente ragioni e lo costringe a partire per una settimana di vacanza al casale di campagna della zia Ester.
Stanno insieme solo da qualche mese e il loro rapporto è ancora pieno di slancio, ma quando Giulia allunga i piedi nudi sul cruscotto e Francesco si accorge che ha gli alluci orribili, quasi deformi, è come se il mondo gli crollasse addosso: prova una tale repulsione che perfino il pensiero di far sesso con lei gli diventa impossibile.
Da quel momento in poi, come un sassolino che rotola a valle fino a diventare una valanga, tutto ciò che a Francesco accade nel casale sembra la conseguenza disastrosa di quella deformità.
Come quando scopre che qualcuno si è messo a sterminare le galline, o che la zia Ester ha una vita notturna segreta, o che dietro il dito mozzo di Mario, il custode, si nasconde forse un misfatto inconfessabile e, ancora, dietro i modi timorosi della domestica Clara, insieme alle paure di una donna schiavizzata, si cela un insospettabile animo poetico.
Francesco intuisce che al casale, nascosta da comportamenti rigorosi e aristocratici, si sta preparando una sciagura.
E quando si renderà conto di trovarsi al centro della scena in cui si scateneranno gli eventi, sarà ormai troppo tardi per tornare indietro. Dovrà guardarsi dentro, riconoscendo l'abisso che si apre tra ciò che ha creduto di essere e ciò che è realmente.



IL VANGELO EBRAICO di Daniel Boyarin (Castelvecchi Ed., 182 pp)

Nel luglio del 2008 il "New York Times" pubblicava in prima pagina la notizia del ritrovamento di
un'antica tavola ebraica, risalente a prima della nascita di Cristo, che riportava una profezia: l'annuncio di un Messia che sarebbe risorto tre giorni dopo la morte. 
È solo uno dei tasselli con cui Daniel Boyarin, fra i più importanti talmudisti viventi, ci spiega perché la storia del Nazareno non rappresenta, come da secoli si ritiene, un momento di rottura con il senso religioso ebraico. L'idea di un'incolmabile scissione teologica tra cristiani ed ebrei, diffusa tanto da una parte quanto dall'altra, dimentica una natura comune profondamente e radicalmente unitaria. Gesù era un ebreo osservante, un ebreo che mangiava kosher. 
Si era presentato nel modo in cui molti ebrei si aspettavano che facesse il Messia: un essere divino incarnato in un corpo umano. All'epoca dei fatti, del resto, la questione non era "Giungerà il Messia?", ma solo "Questo falegname di Nazareth è Colui che aspettavamo?". 
Alcuni credettero di sì, altri di no, e oggi noi chiamiamo il primo gruppo cristiani e il secondo ebrei, anche se, in principio, le cose non stavano così. 
Operando una sorprendente rilettura del Nuovo Testamento e avvalendosi delle più recenti scoperte e delle Antiche Scritture, Il Vangelo ebraico risale alle origini di una divisione millenaria che oggi, secondo Boyarin, dobbiamo avere il coraggio di capire e superare, andando oltre le convenzionali semplificazioni della Storia.

domenica 3 maggio 2020

Recensione: IL PERSUASORE di Mark Billingham



Nella medesima sera, in due punti diversi di Londra, due donne vengono uccise allo stesso modo. Il geniale e scomodo detective Tom Thorne conclude che gli assassini cui dare la caccia sono due, uno metodico, freddo e controllato, l'altro succube e remissivo. Due killer che vanno assolutamente fermati.



IL PERSUASORE
di Mark Billingham


Ed. Piemme
trad. S. Nobile
459 pp
4.90 euro
C'è un assassino che si aggira per le strade di Londra: le sue vittime preferite sono giovani donne, che lui strangola e uccide senza pietà, e nulla lo ferma, neppure la presenza di un eventuale figlio piccolo che assiste a una tale mostruosità.
Donne che spesso vengono ammazzate ad orari non troppo distanti l'uno dall'altro ma in posti della città lontani.

Inizialmente, di fronte ad omicidi compiuti con modalità simili, la polizia non aveva avuto dubbi: un'unica mano assassina uccide due volte nell'arco della stessa giornata. 

Eppure non tutti coloro che indagano su queste tragiche morti sono d'accordo con la teoria di un unico assassino.

Tom Thorne, geniale e scomodo detective della squadra investigativa, è uno di questi.
Qualcosa non quadra in quel terribile schema di morte, per cui le sue perplessità convergono in una inquietante ma sensata ipotesi: gli assassini potrebbero essere due. Due persone che uccidono in sincronia, allo stesso modo, nello stesso tempo. 

Evidentemente i due sono in stretto contatto e riescono ad organizzare gli omicidi in modo che risultino quasi contemporanei, compiendo una sorta di macabro gioco.

Per Thorne, quel caso diventa ben presto una vera e propria ossessione. 
Non riesce a darsi pace al pensiero che delle povere donne possano essere strappate alla propria vita, ai propri affetti... per mano di un essere sadico e che la polizia non sappia che pesci pigliare, che non si abbia una pista da percorrere.

Ma se è vero che sono in due ad agire, ci sarà pure un momento in cui almeno uno di essi farà un errore, anche piccolo... ma che apra uno spiraglio nelle indagini.
Ed infatti, succede.

Perché sì, è vero che i due killer sono accomunati da uno stesso modus operandi, ma le autopsie sui corpi delle vittime rivelano particolari importanti, che lasciano capire come gli assassini abbiano una personalità molo differente e quasi sicuramente uno è più cinico e spietato dell'altro.

Lo sviluppo delle indagini frenetiche e meticolose condotte da Thorne - supportato da Sarah McEvoy e Dave Holland - si alterna alle brevi narrazioni riguardanti i due assassini, con i quali non solo diamo un'occhiata al loro presente, ma anche al passato: attraverso alcuni flashback, infatti, sappiamo che i due killer si conoscono da molti anni in quanto sono stati compagni di scuola e amici.
Tra loro si è instaurato da subito un rapporto stretto ma molto strano, sbilanciato, in cui uno comanda, è forte, cattivo, calcolatore, mentre l'altro è un debole, un vigliacco che si limita a eseguire degli ordini. 

In questo duo mortale, c'è il vero assassino, quello davvero pericoloso, che sa come scegliere i propri "burattini", da persuadere affinchè facciano ciò che vuole lui.

Non sarà facile per Tom Thorne arrivare a fermare il persuasore e la serie di omicidi che continua a sporcare di sangue Londra; gli ostacoli saranno davvero molti, sia perché il serial killer è scaltro, sia perché a volte ci sono nemici difficili da individuare in quanto si insinuano lì dove non ci si sarebbe aspettati, cioè "dentro casa".
Inoltre, essendo le idee e le piste proposte da Thorne "rischiose" dal punto di vista dei suoi superiori, non troverà in loro un grande sostegno, ma se c'è una cosa che lo contraddistingue quella è la testardaggine, e prima o poi - non senza errori - raggiungerà i propri obiettivi.

"Il persuasore", ambientato nei primi anni del Duemila con incursioni nella metà degli anni '80, è un thriller "classico" in tutti i sensi, caratterizzato da un buon ritmo narrativo e con una "caccia al mostro" interessante e sufficientemente coinvolgente: il protagonista è il tipico ispettore dotato di un "bel caratteraccio", capace di farsi più odiare che amare, con una vita privata turbolenta e non proprio felice, ma è al contempo caparbio, intelligente, si butta a capofitto in un'indagine e non gli importa di perderci il sonno o le stellette sulla divisa pur di raggiungere i risultati sperati.
L'antagonista ha anch'egli tutte le peculiarità proprie del serial killer malvagio, crudele, privo di pietà, terribilmente furbo, che fa "il proprio lavoro" facendo attenzione a non lasciare tracce. 

Se piace il genere, può essere una lettura gradevole.


sabato 2 maggio 2020

Bilancio di letture - Aprile 2020



Eccomi con le mie letture della quarantena di aprile ^_^





  • FEBBRE di J. Bazzi. Scoprire a trent'anni di essere sieropositivo: in queste pagine c'è il racconto diretto e onesto della scoperta della malattia da parte dell'Autore, che si alterna alla storia della sua vita, in cui il protagonista ci parla di sè, della sua famiglia, del luogo in cui è cresciuto e di tutto ciò che ha contribuito a far di lui l'uomo che è.
  • REAZIONE MORTALE di D. Boyd: un avvincente giallo ambientato nel mondo delle corse dei cavalli e delle scommesse; ad indagare sull'assassinio di un giovane stalliere c'è un ispettore caparbio e dall'intuito formidabile, coadiuvato dall'agente Jane, collega e compagna di vita.
  • AL DI LA' DELLA NEBBIA di F. Cheynet e L. Schina: nella cupa atmosfera di una giornata d'autunno di fine Ottocento, tre uomini, accomunati dal desiderio di ricchezza e da segreti nascosti nei meandri delle loro coscienze, salgono su un treno che viaggia nella notte, attraversa una tetra campagna inglese, e che li conduce verso le zone più torbide dell’animo umano, lì dove risiedono le debolezze e le colpe più gravi, quelle che si cerca di nascondere e che rivelano la propria natura ipocrita e ambigua.
  • BULL MOUNTAIN di B. Panowich. Le pagine di questo bellissimo romanzo trasudano di amore per la propria terra, ma non sempre questo amore è benefico: quando esso si tramuta in un senso di appartenenza primitivo, belluino e prepotente, rischia di divenire "malato" e quella stessa terra, invece di essere sinonimo di vita e legami famigliari, si sporca di sangue e di morte, divenendo velenoso.
  • TRAFFICI NOTTURNI di B. Eisler. Cambiare nome, vita, Paese e sperare, così, di neutralizzare i demoni del passato. Ma se c'è un segugio fedele quello è proprio il passato, e più è doloroso, più ti resta attaccato alla schiena come un giogo tutt'altro che leggero. E se per liberartene fosse necessario attuare la più spietata delle vendette?
  • RAGAZZI DI ZINCO di S. Aleksievic. Sono i racconti di reduci e invalidi della guerra afghana, di vedove e madri dei caduti. Fedele al proprio assunto di indagare “l’anima delle persone” a tutto campo e di prestare orecchio ai racconti di tutti, l'Autrice apre il triste velo su una delle più grandi tragedie della storia sovietica: la guerra in Afghanistan tra il 1979 e il 1989.
  • MEMORIES - CHI AMA NON DIMENTICA di A. Carullo. Quanto può essere imprevedibile la vita? Può percorrere sentieri che non avremmo mai immaginato, può procedere diritta o prendere curve pericolose, dietro le quali si nascondono sorprese, e non sempre belle.Ma è proprio questa sorta di precarietà, la difficoltà di fare piani a lungo termine che rende la Vita l'avventura incredibile che è.



Sul podio vanno sicuramente queste tre: Febbre perché è un racconto di vita vissuta che mi ha coinvolta molto emotivamente; Ragazzi di zinco, che "sbatte in faccia" la crudeltà e la barbarie della guerra; Bull Mountain per le vicende famigliari e umane narrate in un contesto- rurale, agricolo, selvaggio - che mi ha affascinato.


Attualmente ho  in lettura:


  • IL PERSUASORE di Mark Billingham, un thriller classico di cui sto giungendo alla fine;
  • IL VANGELO EBRAICO di Daniel Boyarin.



FILM che mi son piaciuti:


  • L'immortale, che si concentra su uno dei personaggi principali di Gomorra La Serie, Ciro di Marzio, un uomo complesso e dalle mille sfaccettature;
  • L'uomo del labirinto: il thriller al cardiopalma di Carrisi, tratto dal suo romanzo;
  • Ben is back: la storia di una madre che cerca in tutti i modi di aiutare il figlio tossicodipendente.



La citazione del mese è del compianto Luis Sepùlveda:

"La lettura è la forma migliore per confrontarsi con il mondo. 
Ti arma di qualcosa, ti fa bene, ti rende più libero".



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