martedì 15 marzo 2022

[[ RECENSIONE ]] 1944: THE REBELLION di Elisa Delpari



Poter tornare indietro nel tempo, vivere nei panni della propria bisnonna e fare le sue stesse esperienze: se fosse possibile, sarebbe una delle esperienze più incredibili che una persona potrebbe ritrovarsi a fare! È quello che succede alla giovane protagonista di questo romanzo; ma c'è di più: Elektra si ritrova catapultata nientemeno che nei difficilissimi e drammatici anni della seconda guerra mondiale.
Ciò che vivrà e vedrà la cambierà per sempre.


1944: THE REBELLION 
di Elisa Delpari



Elektra è una ragazza newyorchese dal carattere riservato e timido, il che la porta a non essere molto integrata a scuola; anzi, sono diversi i compagni che non si fanno alcun problema a prenderla in giro e a bullizzarla.
Edizioni Del Faro
300 pp


Fortunatamente Elektra ha un'amica del cuore, Alice, con cui trascorre molto tempo insieme, condividendo pensieri, risate e segreti.

Una sera, durante una festa, Elektra vive qualcosa di inspiegabile: sviene all'improvviso, senza un'apparente ragione, e si trova a vivere come in un sogno, in un tempo e in un luogo a lei sconosciuti, in mezzo a persone che non ha mai visto e che parlano di cose di cui lei non sa assolutamente nulla.

Cosa sono: visioni? Sogni? Allucinazioni?

La ragazza è confusa e non capisce cosa le stia succedendo.

Fatto sta che le visioni avute non solo non finiscono, ma - soprattutto quando si va a coricare - tornano a farle visita sempre più di frequente, così che ella riesce a fare un po' di chiarezza e a capire a grandi linee di che si tratta.

Intuisce, infatti, di trovarsi in un anno e in un posto diversi dal presente (il 2020) e che coloro con cui interagisce la conoscono bene e... la chiamano Lisa!

Chi è Lisa? 

A ben guardarla, Elektra riconosce in lei dei tratti somatici affini a quelli materni; decide, così, di cominciare a percorrere una doppia strada per cercare informazioni e dare il giusto significato alle visioni, le quali - lungi dall'essere semplicemente dei sogni - sono molto vivide, coinvolgono molto la ragazza dal punto di vista emotivo...; insomma, non può trascurarle come se nulla fosse!

Per prima cosa, dopo averne parlato con Alice (che, sconcerto iniziale a parte, è euforica quanto Elektra per queste esperienze "paranormali" dell'amica), decide di andare con lei in biblioteca per fare delle ricerche e comincia quindi a collocare fatti e personaggi: le sue visioni l'hanno trasportata negli anni Quaranta del Novecento, quindi nel pieno del secondo conflitto mondiale, a Bologna. La giovane, nella cui esistenza Elektra si è "infiltrata" senza volerlo, è iscritta all'università, sogna di diventare medico ma, nel frattempo, partecipa ad azioni partigiane, con lo scopo di sabotare le operazioni militari dei tedeschi ("crucchi") nazisti, impegnati a fare rastrellamenti nei ghetti ebraici e a condurre i prigionieri nel campi di lavoro.

La seconda fonte di informazioni è la madre che, messa alle strette, le racconta qualcosa sulla sua famiglia - che ha origini italiane - e che ha avuto una nonna di nome Lisa.
Coincidenze?

Per fugare ogni dubbio, non resta che recarsi in Italia, a Roma, dove vive lo zio Carlo, fratello della mamma: lui sì che potrà fornirle ulteriori spiegazioni.
Ed infatti, l'uomo regala alla nipote americana il diario personale della bisnonna Lisa, che contiene il racconto di ciò che è accaduto alla giovane partigiana dal 1940 al 1950.

Elektra si tuffa nella lettura del diario, le visioni continuano e, guidate dalla lettura dei racconti di bisnonna Lisa, assumono tutto un altro senso.
Ma non è abbastanza, per la ragazza, la quale non riesce a dare risposta ad una domanda importante che le frulla in testa dal primo momento: perché la sua bisnonna le sta "mandando" queste visioni? Qual è il suo scopo? C'è un messaggio che sta cercando di inviare alla bisnipote che vive nel 2020?

Per provare a dare risposte a questi interrogativi, ad Elektra viene in mente una sola via, così si rivolge ad un professionista che potrebbe aiutarla a "tornare" indietro nel tempo (non col corpo, ma con la coscienza, la psiche) e a interfacciarsi con Lisa.

Non svelo altro, mi soffermo solo a dirvi che per Elektra l'avventura di ritrovarsi in mezzo a dei partigiani, che cercano di combattere il nazismo, andrà via via intensificandosi, come del resto succederà agli eventi stessi che riguardano la guerra, con il suo progredire di episodi oltremodo drammatici.

Lisa ed Elektra avranno modo di comunicare, conoscersi, imparare ad apprezzarsi, a volersi bene e ad essere fonte di grande incoraggiamento l'una per l'altra.
Non sarà facile, perché la follia nazista è all'opera per distruggere ogni forma di libertà, ma Lisa e i suoi amici - tra cui Paolo, un giovane uomo coraggioso, forte, leader del gruppetto di partigiani di Bologna -
sanno cosa fare, quando agire, come organizzare attentati, dove nascondersi e come infiltrare spie tra i soldati tedeschi; Elektra, dunque, conoscerà un mondo completamente differente da quello al quale appartiene, un periodo storico che non ha mai conosciuto neppure sui libri di storia, e si troverà fianco a fianco (seppure in una modalità "particolare" e fuori dall'ordinario) a questi combattenti valorosi, fieri, disposti a mettere a repentaglio la propria vita pur di non lasciare spazio di azione agli spietati "crucchi".

La giovanissima protagonista vive un'esperienza surreale ed intensa, che l'aiuta a maturare, a conoscere meglio sé stessa, le proprie capacità, il proprio coraggio, a riscoprire un nuovo lato di sé: non vuole più essere la ragazza timidina, impaurita ed oggetto di bullismo da parte di certi coetanei stupidi! Quest'avventura la renderà caparbia, volitiva, determinata, tanto più verso chi è prepotente, aiutandola a non abbassare più supinamente il capo davanti ai soprusi e alle ingiustizie, ma a reagire.

Grazie a Lisa - e a tutte le varie situazioni, anche pericolose, vissute con lei, Paolo e gli altri -, la Elektra del 1944 impara ad affrontare le difficoltà con più carattere e maturità, consapevole che la libertà e la decisione di aiutare il prossimo possono anche richiedere sacrifici estremi, in particolare in un periodo come quello della guerra.

Il libro di Elisa Delpari è collocabile nel genere paranormal fantasy, in virtù dell'esperienza sovrannaturale e parapsicologica vissuta dalla protagonista, che vive il proprio viaggio nel tempo dal punto di vista mentale, della coscienza, e non fisico (non è il suo corpo a spostarsi, come succede, ad es., in "Ritorno al futuro" *, dove il protagonista fa su e giù nella linea temporale con la mitica DeLorean e vive tutto in prima persona).
E fin qui tutto ok; è ok anche il mix tra fantasia e storia; personalmente apprezzo molto l'intreccio tra elementi fittizi e fatti storici, anche quando fittizio non coincide necessariamente con "realistico" e, al contrario, l'autore sceglie di dare un tocco "ultraterreno" alla trama. Ecco, questo tipo di "gioco narrativo" mi sta bene e non è oggetto di critica, da parte mia, se narrato in modo coerente.
Ed infatti, di questo romanzo ho gradito l'idea di fondo - il viaggio (mentale) nel tempo - e anche il contesto storico scelto (guerra, nazismo, partigiani).

Però..., forse il mix andava raccontato un po' meglio, a mio avviso.
Meglio nel senso che ho trovato molte "ingenuità" nel racconto di un periodo del passato decisamente complesso, che credo avrebbe meritato un maggiore e più accurato studio, così da renderlo più preciso e realistico; invece, purtroppo, mi è parso che ogni descrizione di personaggi, luoghi, azioni, fosse un po' troppo semplicistica, poco approfondita.

Va bene che è un romanzo e non un saggio però, ad es., c'è un eccesso di "leggerezza" nell'attribuire determinati comportamenti (incauti, "faciloni" e quindi poco verosimili) ai soldati nazisti o agli stessi partigiani; questa caratteristica si riflette anche nei dialoghi che, se da una parte danno slancio e ritmo alla narrazione, dall'altra non ci danno modo di approfondire né le personalità dei personaggi né i fatti e gli avvenimenti che li vedono coinvolti.

L'ultima considerazione riguarda la presenza di errori (di battitura?), refusi ed un uso della punteggiatura non sempre corretto.

Concludendo: l'idea di base non è affatto male, tanto meno il voler toccare una tematica fondamentale quale è la guerra, con tutte le disgrazie ad essa annesse; ma - parere mio - avrei sicuramente apprezzato maggiormente la lettura se ci fossero state più accuratezza ed attenzione ad aspetti non irrilevanti quali scrittura, sfondo storico, caratterizzazione dei personaggi.




* mi perdonerete se cito una trilogia vecchiotta come questa, ma per me è d'obbligo; 1. perché è "pane per i miei denti", la conosco a memoria, la rivedo ogni volta che posso e in famiglia facciamo a gara, quasi, per anticipare le battute; 2. perché è "dei miei tempi" (verso la fine degli anni '80 ero una bambina, quindi Marty McFly è la mia infanzia); 3. semplicemente la amo e mi diverte. 


4 commenti:

  1. Ciao Angela, mi sembra una storia interessante e originale, nonostante qualche imperfezione, me la segno, grazie! :)

    RispondiElimina
  2. Ciao Angela, non amo questo genere di romanzi, ma ho trovato molto originale l'idea! Peccato per i difetti...
    Buona giornata :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fantasy non è neppure la mia prima scelta, però mi piace il connubio con elementi storici. 😉

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...