lunedì 8 agosto 2011

Vasco Rossi: scrivo canzoni grazie a psicofarmaci e "male di vivere"

Lo dico da subito: non sono una fan dii Vasco Rossi..., non faccio parte della schiera di suoi adoratori...
Ciò non toglie che io conosca molti suoi pezzi, quantomeno i più famosi, i più cantati anche da chi, come me, non è "fissata" per lui (la mia fissa va verso un altro cantautore...).

Detto questo, aggiungo che non ho amato nè condiviso le sue parole nell'ultima intervista - di cui uno spezzone, probabilmente il passaggio più significativo, è stato fatto vedere molte volte in tv, nei TG - e con le quali Vasco parla del suo malessere psicologico.

A me spiace sentire di tutte quelle persone che soffrono per malesseri di qualsiasi tipo e causa (fisico, psicologico, morale...) e sono solidale per quanto mi è possibile e consentito...
Di conseguenza, mi spiace anche per Vasco e per il fatto che da molti anni conviva forzatamente con psicofarmaci e che da essi debba necessariamente trovare la "forza" per andare avanti.

MA non ho condiviso - ma forse di questo, non gli si può neanche fare una vera e propria "colpa" - che egli abbia definito il proprio "problema" psicologico: "male di vivere"..., evitando, anzi contestando, la parola "depressione".

martedì 26 luglio 2011

Sapersi accontentare....





Un noto proverbio dice "Chi si accontenta, gode!", e lo ripete anche Luciano Ligabue in una sua famosa canzone ("Certe notti").
Non tutti condividono questo pensiero: se accontentarsi significa non osare, non rischiare mai, non mettersi in gioco ma restare ed arenarsi lì dove si è senza andare avanti con nuove conquiste, nuove realizzazione di sè e dei propri sogni... beh effettivamente non è proprio il massimo da augurare a se stessi o a chi amiamo.


Ma se la capacità di accontentarsi di ciò che si ha significa avere un atteggiamento sereno, di chi non si lamenta sempre di ciò che gli manca, disprezzando o non considerando ciò che invece possiede, allora credo che stiamo parlando di una bella virtù, che tutti gli uomini dovrebbero imparare ad avere.


Serenità è quella di chi, pur soffrendo delle cose che mancano, non smette di godere delle cose che ha.


E' una frase che mi ha colpita e mi ha fatto pensare proprio all'errore che molto spesso ho fatto (e che forse commetterò ancora...): non apprezzare a sufficienza le cose belle che ho e che Dio mi ha donato per concentrarmi magari su ciò che mi piacerebbe avere ma che, allo stato attuale, non ho (non parlo necessariamente di cose materiali).

domenica 24 luglio 2011

GESÚ E LA SUA CAPACITÁ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI





Tutti noi, seppure in modo diverso, abbiamo avuto modo nella nostra vita di avere relazioni con persone che vivono condizioni di disagio (psico-fisico, sociale etc…) più o meno gravi: personalmente, mi hanno spesso portato a riflettere sul modo meraviglioso che il Signore Gesù aveva di rapportarsi al prossimo, soprattutto ai “sofferenti”.
Gesù ha dimostrato di possedere delle grandi doti comunicative; Egli era (e lo è tuttora, si intende!!) dotato di un’eccezionale sensibilità e capacità di entrare in sintonia con l’altro, condividendone i dolori e offrendogli aiuto e consolazione
Egli metteva in gioco tutto Se stesso e sapeva comunicare non solo con le parole (Egli insegnava, domandava per stimolare la conversazione, esortava, rimproverava…), ma anche con gli sguardi (Mt 9:36; 14:14; Mr 10:21), i silenzi, il contatto corporeo (Mt 10:34; Mr 1:40,41)!! 
Nei Vangeli, vediamo che Gesù non è mai seccato quando qualcuno Gli si avvicina per chiederGli aiuto, anzi è pronto ad andare prima ancora che gli venga esplicitamente chiesto: “…un centurione venne da Lui,… dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò»” (Mt 8:5-7).                              Gesù non si rifiuta mai di andare verso l’altro, ma si avvicina e cammina insieme, dedica del tempo, come accade nel brano di Luca 24:13-35; al v.15 leggiamo “Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”, cioè con i due discepoli sulla via di Emmaus; Egli domanda, ascolta in silenzio e con pazienza la risposta dei due tristi discepoli e li istruisce, li esorta a riflettere, ad aprire gli occhi del proprio cuore per credere alla promesse della Parola di Dio.

RANCORE: UN'EMOZIONE CHE SI ANNIDA IN NOI

Quanto spesso ci sarà capitato (e ci capiterà ancora, molto probabilmente) di star lì a pensare a una determinata situazione o persona che genera in noi, nella nostra mente, una serie di risentimenti, e che ci spinge e pensare e ripensare sempre allo stesso fatto, senza trovarne, il più delle volte, alcuna via d’uscita per sentirci meglio, più sereni?
Tra i tanti e complessi stati emotivi che caratterizzano l’essere umano, uno dei “meno
simpatici e positivi” è il rancore.
E’ interessante notare l’etimologia di questa parola: dal latino rancere, che si riferisce ad un cibo andato a male, che ha quell’odore sgradevole e quel sapore acidulo che tutti conosciamo.
Questo livello di significato inevitabilmente ci porta a riflettere sui connotati del rancore
stesso: un sentimento che si annida in noi, nel nostro cuore e nella nostra mente e che,
a lungo andare, se non viene eliminato, “puzza”, crea ancora più amarezza, tormento,
sofferenza, acredine.

venerdì 8 luglio 2011

Le star più pagate:Angelina Jolie e Jessica Parker

Come sempre accade, anche quest'anno la rivista finanziaria Forbes non si tira indietro dal rendere noto a noi "comuni mortali" il reddito di tante star di Hollywood (in riferimento allo scorso anno)..., così, giusto per dare "i numeri" e far sentire, a confronto, le entrate di tanti di noi qualcosa di "leggermente inferiore".
Tanto per fare il primo nome: Angelina Jolie è l'attrice più pagata, seguita in ex-aequo da Sarah Jessica Parker, con 30 milioni di dollari durante l'ultimo anno.
La prima - compagna dell'affascinante Brad Pitt - sta sfruttando gli incassi del successo ottenuto con gli ultimi due film, The tourist (insieme al tenebroso Johnny Depp) e Salt (in cui la bella Angelina interpreta un'agente della Cia), che hanno superato i 280 milioni di dollari ciascuno; Sarah Jessica, a sua volta, continua a riscuotere i proventi della serie televisiva Sex and the City, di cui lei è co-produttrice; non solo il secondo film sta avendo il suo successo - anche se inferiore al primo -, ma anche le repliche della serie tv continuano ad essere trasmesse e vanno ad impinguare il già pieno portafoglio della star.
Senza contare che la Parker, grazie alla propria notorietà, sta andando alla grande anche nel settore della vendita dei profumi e dell'abbigliamento (il marchio è moda Halston): insomma, le fonti da cui prendere introiti davvero non mancano!

Scendendo nella Top Ten delle star più pagate del cinema hollywoodiano, leggiamo nomi di donne belle e famose, apprezzate dal grande e piccolo schermo: Reese Whiterspoon e Jennifer Aniston con i loro 28 milioni di dollari; Julia Roberts e Kristen Stewart con 20 milioni, passandoi per Katherine Heigl (19 milioni), Cameron Diaz (18 milioni), la simpatica Sandra Bullock (15 milioni) fino ad arrivare alla "più povera" tra le 10 stelle, Meryl Streep (10 milioni di dollari), che comunque "resiste" e continua ad essere amata e richiesta, infischiandosene del tempo che passa e tenendo degnamente testa alle bellezze giovani ed emergenti.

In totale, oltrepassiamo tranquillamente i 200 milioni...!
Le cifre lasciano sgomenti?
Non è il caso, visto che questi sono solo i guadagni di un anno...!



giovedì 7 luglio 2011

Padre Fedele: condanna per violenza sessuale

Non ha resistito, padre Fedele Bisceglia, e ha urlato tutta la propria indignazione quando ha udito la sentenza che lo condannava a 9 anni e 3 mesi di reclusione per aver stuprato una suora; ha inveito contro chi lo ha condannato e contro le suore Francescane dei Poveri che hanno testimoniato contro di lui e sostenuto la suora violentata.
Il religioso nel 2006 fu arrestato per aver violentato 5 donneche frequentavano la casa d'accoglienza, "L'Oasi dei poveri", ma al posto dell'aiuto le poverette sono state costrette a subire le violenze del frate, aiutato dal suo segretario Antonio Gaudio, che ha avuto 6 anni e 3 mesi per il medesimo reato.

La suora - che aveva dichiarato di essere stata sottoposta all'assunzione forzata di forti farmaci, in modo da renderla succube ed inoffensiva -, la quale ha avuto la forza di denunciare il proprio stupratore, ha compiuto un gesto coraggioso e importante non solo per se stessa, ma anche per le altre vittime; tutte le sue consorelle e la Madre Superiora dell'Ordine delle Suore Francescane hanno da sempre sostenuto la suora e hanno accolto con viva commozione e soddisfazione la lettura della sentenza dai giudici del Tribunale di Cosenza, sostenendo che questa è una "vittoria" per le donne vittime di violenze, tanto più perché si tratta di persone che già vivono situazioni di disagio e che devono essere aiutate e non maltrattate ed offese nella propria dignità di persone.

Il frate ha quindi avuto, davanti alla condanna per questo stupro, parole di rabbia, appellandosi all'arcivescovo Monsignor Nunnari e affermando la propria innocenza ed onestà.
La condotta "bizzarra" e fin troppo vivace, da sempre tenuta da padre Fedele, in particolare in riferimento alla sfrenata passione per il calcio (che gli costò l'espulsione dall'ordine religioso), non è mai stata una novità ed è stata anche usata dall'accusa durante il processo.



Quando la punizione non è educativa: insegnante condannata

Correggere e disciplinare i bambini e i ragazzi quando assumono comportamenti scorretti e non rispettosi delle regole sociali e del prossimo costituisce certamente un delle finalità della relazione tra educatore/insegnante ed alunno.
Ma anche nel momento in cui un insegnante applica un provvedimento educativo e disciplinare deve farlo tenendo sempre presente i principi del rispetto della persona, della sua dignità e personalità.
E' ciò che non ha fatto, però, una docente di una scuola media palermitana verso uno dei propri alunni nell'attimo in cui ha deciso di "somministrare" una determinata punizione per aver sentito il ragazzino insultare un compagno di classe, chiamandolo "gay".
L'insegnante - una professoressa di Lettere di 60 anni, attualmente in pensione - , pur avendo ella stessa una buona opinione del ragazzino 11enne come allievo, ha ritenuto opportuno dargli una severa punizione per quello che ha ritenuto essere un episodio di "bullismo".
Ora, se è vero che gli atti di bullismo vanno fermati tempestivamente, è anche vero che anzitutto non è questo il caso di un ragazzino dal comportamento "da bullo", e poi non è infliggendo una punizione umiliante davanti all'intera classe che il ragazzino impara cos'è il rispetto per l'altro.

In cosa consisteva quindi la punizione?
La prof di Italiano ordinò all'alunno di scrivere per 100 volte sul proprio quaderno la frase:"Sono un deficiente"; il ragazzo, una volta a casa, avrebbe dovuto far leggere "il compito di punizione" datogli dall'insegnante ai genitori e farlo firmare da loro stessi.
Ma questi ultimi non hanno per nulla approvato la disciplina applicata dalla professoressa, anche perché da allora il figlio era stato colto da paure, incubi e le conseguenze psicologiche si sono fatte sentire, con tanto di conferme da parte degli psicologi che hanno parlato con lo studente.
Da lì è partita la denuncia da parte del padre e i giudici che hanno esaminato il caso gli hanno dato ragione, così la Corte d'Appello ha motivato la condanna dell'insegnante a un mese di reclusione per "abuso dei mezzi di disciplina" e per aver inflitto una punizione umiliante, non certo in linea con i principi basilari della pedagogia.
Ogni punizione inflitta da un educatore - e con questa parola mi riferisco tanto ai genitori, quanto ad insegnanti e a tutte quelle figure che si occupano di educazione e formazione delle personalità delle nuove generazioni - deve avere sempre lo scopo di aiutare l'educando a crescere, a maturare valori importanti, rendendolo consapevole delle proprie azioni e di come esse, inevitabilmente, abbiano delle conseguenze, ma è fondamentale che la punizione stessa non sia vista, da chi la riceve, come ingiusta o sproporzionata e, soprattutto, non dovrebbe mai avere effetti deleteri sulla personalità e sull'autostima individuale.

sabato 2 luglio 2011

Un piatto della cucina ungherese: il goulash!

Io personalmente l'ho gustato a Praga e il mio palato l'ha apprezzato...!
Inoltre, sembra anche facile da preparare, chissà che non mi venga voglia di cimentarmi!


INGREDIENTI PER SEI PERSONE:



  • 1 kg di polpa di manzo tagliata a tocchi
  • mezzo bicchiere di olio d'oliva
  • 200 g cipolla tritata grossolanamente
  • 1 cucchiaio da tavola di paprika dolce
  • sale q.b.
  • 500 g pomodori pelati a cubetti
  • 250 ml di brodo di dado
  • 8 patate di media grandezza
PROCEDIMENTO
Lessate le patate, sbucciate e tagliate in 4 pezzi, in abbondante acqua salata fino a metà cottura tenendole poi da parte nella loro acqua.
Scaldate in una pentola capiente, su fuoco vivo, l'olio e quando è ben caldo aggiungete la cipolla. 
Fatela imbiondire mescolando sempre con un cucchiaio di legno e, dopo qualche minuto, aggiungete la paprika. 
Date ancora una bella mescolata, aggiungete la carne rosolandola bene e girandola sempre in modo che la paprika e la cipolla non brucino. 
Quando la carne è bella dorata, versate i pelati ed il brodo, aggiustate il sale, abbassate la fiamma e fate cuocere coperto fino a quando la carne non è diventata morbida cioè dopo circa un'ora e mezza. Ricordatevi di girare il gulash di tanto in tanto e quindici minuti prima della fine della sua cottura, aggiungete le patate aggiustando la densità del sugo con l'acqua di cottura delle patate. 
Il sugo deve rimanere abbastanza cremoso e denso.

venerdì 1 luglio 2011

I lamponi: un frutto estivo molto amato

Si sa, in estate c’è tanta bella frutta, invitante e colorata, fresca e adatta a deliziarci con la sua dolcezza; un frutto gustosissimo che possiamo mangiare in questa stagione è il lampone, un frutto di bosco che piace molto per la sua succosità e dolcezza mista a quel sapore piacevolmente acidulo.
Oltre ad essere buonissimi mangiati “da soli”, sono inoltre molto versatili e quindi usati in pasticceria,  nella preparazione di deliziosi dessert (in particolare sposano con la panna e la crema pasticcera), ma anche nei piatti salati.

I lamponi sono frutti originari delle zone fredde e montane, hanno un profumo intenso e i più comuni sono quelli di colore rosso vivo, ma se ne trovano anche di gialli e color ambra; la loro raccolta avviene nei mesi di giugno e settembre.
Come sempre si raccomanda al momento dell’acquisto, per questo come per altri frutti, mai prenderli mollicci, ma assicurarsi sempre che siano corposi e consistenti; essendo un frutto delicato che presto si può “rovinare e ammaccare”, è bene conservarli in frigo e consumarli in un tempo piuttosto breve.
Non solo, ma anche quando li lavate è bene fare attenzione perché, proprio in virtù della loro delicatezza, si possono sciupare se “maneggiati” con poca cura:  lavateli un po’ alla volta sotto acqua corrente e ricordatevi di lasciarli asciugare su carta da cucina.

Ma passiamo subito ad una velocissima e semplice ricetta per preparare un fresco soufflè: occorreranno 400 gr di lamponi, 250 gr di zucchero a velo, 250 ml di panna per dolci, 5 albumi e un pizzico di sale.
Innanzitutto preparate uno sciroppo mettendo 700 ml di acqua in una pentola, unitevi lo zucchero e portatela ad ebollizione, mescolando spesso, per 5 minuti; quindi spegnete il fuoco e fate raffreddare.
Lavate i lamponi, fateli asciugare sulla carta e poi frullateli; al frullato di lamponi unite lo sciroppo, la panna montata e gli albumi, anch’essi montati con un pizzico di sale.
Avvolgete 6 stampini (alti circa 6 cm) con una striscia di carta da forno (la carta deve essere un po’ più alta dello stampino), poi passateci attorno uno spago da cucina e, dopo avervi versato dentro il composto di lamponi, ponete in freezer per tre ore.
Prima di consumarli, lasciateli qualche minuto fuori, a temperatura ambiente.

Delitto Sarah Scazzi: chiuse indagini, accusa di omicidio per Sabrina e Cosima

Chissà se davvero possiamo dire definitivamente conclusa la vicenda del delitto della 15enneSarah Scazzi, che dall'agosto 2010 è entrata prepotentemente nelle nostre case attraverso i media ed ha sicuramente scosso e indignato le coscienze di tanti...?Stando alle notizie che si stanno diffondendo nelle ultimissime ore, pare proprio che si sia trovato il "bandolo della matassa" a tutta la vicenda dell'omicidio di Avetrana, dopo mesi di indagini, prove ed indizi raccolti, testimonianze, interviste, dibattiti in tv tra avvocati dell'accusa e della difesa, intercettazioni ambientali e telefoniche, accuse ed autoaccuse, ritrattazioni..., insomma c'è stato davvero di tutto e di più su questa storia; a volte forse si è arrivati allo sbaglio più grande: dimenticare la vittima di tutto questo "scempio", vale a dire un'innocente di 15 anni, che aveva un futuro davanti a sé e che, brutalmente e per motivi che mai la ragione e il cuore umani comprenderanno appieno né tanto meno giustificheranno, è stata privata del bene più prezioso: la propria vita.La Procura della Repubblica di Taranto ha chiuso le indagini preliminari con 15 indagati a cui vengono contestati sostanzialmente sei tipi di reati; per essere precisi: omicidio e concorso in omicidio è il reato contestato a Sabrina Misseri e Cosima Serrano - ritenute, quindi, le colpevoli dell'assassinio della piccola.Per la ragazza 23enne c'è anche l'imputazione di calunnia: ricordiamo, infatti, come inizialmente accusò la badante romena di essere coinvolta nella scomparsa della cugina Sarah.Cade l'accusa di omicidio (e di vilipendio di cadavere) per Michele Misseri che, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato per nascondere il cadavere della nipotina, occupandosi anche di far sparire gli oggetti appartenuti a lei (salvo, poi, cambiare idea e lasciare che venisse ritrovato "per caso" il cellulare).
Le altre persone coinvolte e alle quali è quindi giunto l'avviso di garanzia sono: Carmine Misseri eCosimo Cosima (rispettivamente il fratello e il nipote di "zio Michele"); il fioraio Giovanni Buccolieri(che ha prima detto di aver visto Sarah tentar di scappare da casa Misseri, poi aveva ritrattato) e altre 6 persone che fanno parte del suo parentado.Oltre a questi, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati sono gli avvocati della difesa tanto di Michele quanto della figlia (Emilia Velletri, Vito Russo, Francesco De Cristofaro e Gianluca Mongelli).Come anticipavamo sopra, oltre al concorso in omicidio, sono contestati reati quali la soppressione di cadavere, il sequestro di personasoppressione di documentifalse dichiarazioni ai pubblici ministeri infedele patrocinio e intralcio alla giustizia.
Non mancheranno di certo notizie più dettagliate, anche perché entro luglio - fatti ulteriori accertamenti ed interrogatori da parte di pm - la Procura dovrà formulare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione, in attesa dell'udienza preliminare.
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