Oggi mi son trovata a prendere in mano, dalla mia libreria, un classico della Letteratura Italiana del Novecento, che mi son promessa di rileggere, in quanto lo lessi qualche anno fa in occasione di un esame universitario e non lo apprezzai appieno; lo lessi troppo di fretta!
epigrafe |
Sto parlando di "L'isola di Arturo" di Elsa Morante.
Ecco cosa scrive l'Autrice prima di dare inizio alla sua storia...
C'è anzitutto una dedica.
a Remo N.
Quella, che tu credevi un piccolo punto della terra,
fu tutto
E non sarà mai rubato quest'unico tesoro
ai tuoi gelosi occhi dormienti.
Il tuo primo amore non sarà mai violato.
Virginea s'è rinchiusa nella notte
come una zingarella nel suo scialle nero.
Stella sospesa nel cielo boreale
eterna: non la tocca nessuna insidia.
Giovinetti amici, più belli d'Alessandro e d'Eurialo,
per sempre beli, difendono il sonno del mio ragazzo.
L'insegna paurosa non varcherà mai la soglia
di quella isoletta celeste.
E tu non saprai la legge
ch'io, come tanti, imparo,
e a me ha spezzato il cuore:
fuori del limbo non v'è eliso.
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Io, se in lui mi ricordo, ben mi pare...
(dal Canzoniere, di Saba)