giovedì 22 ottobre 2015

Frammenti di "L'ultima settimana di settembre" L. Licalzi



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"Io credo che le cose vadano come vogliono andare, non perché devono farlo,
come fossero guidate da un disegno superiore,
ma a causa di una concatenazione accidentale di eventi che le porta inevitabilmente verso una determinata direzione,  e siamo noi, semmai, dopo che sono accadute, a volerle interpretare secondo una logica trascendente,
quindi, se da un lato siamo artefici del nostro futuro,  dall’altro quasi sempre non possiamo far altro che subire le bizze del caso..."

(da L'ultima settimana di settembre, L. Licalzi)


Pubblicazione Fratini Editore: TERRORE NERO E altri racconti.. di HENRY S. WHITEHEAD



Buongiorno carissimi!!

Inizio questo nuovo giorno col segnalarvi la nuova uscita di Fratini Editore: Terrore nero e altri racconti del ciclo di Gerald Canevin, di Henry Whitehead.


TERRORE NERO
E altri racconti del ciclo di Gerald Canevin
di HENRY S. WHITEHEAD

Genere: antologia di 
racconti horror e fantastici
Editore: Fratini Editore
Traduttore: R. Chiavini
Collana: Mellonta Tauta
Pagine: 333
Prezzo: 20 euro (cartaceo).
Uscito a ottobre 2015.
Disponibile per l’acquisto sul sito della casa editrice, sul portale Webster e presso la Libreria Fratini, in Via degli Alfani 4/r, Firenze, oltre che nelle librerie fiduciarie.

Link acquisto diretto:  QUI

Dalla Prefazione al libro di Walter Catalano:

“Non c’è in lui nulla dell’uomo di chiesa ammuffito: si veste in abiti sportivi, impreca come un duro all’occasione, ed è totalmente estraneo a bigottismi o perbenismi di qualsiasi tipo”. Con queste lapidarie parole H.P. Lovecraft descriveva, nel 1931 quando lo incontrò per la prima volta di persona, l’amico e collega scrittore, il reverendo Henry St. Clair Whitehead (5 Marzo 1882 - 23 Novembre 1932). Nato a Elizabeth, nel New Jersey, da antica famiglia scozzese, Whitehead si era laureato – compagno di corso di Franklin Delano Roosevelt – all’Università di Harvard nel 1904. Dopo una gioventù dedicata soprattutto al football e all’atletica, intrapresi gli studi di teologia alla Berkeley Divinity School, viene ordinato diacono della Chiesa Episcopaliana nel 1912. Fra il 1918 e il 1919 si occupa come pastore dei bambini della Chiesa di St. Mary a New York e dal 1921 al 1929 serve come arcidiacono nelle Isole Vergini. E’ proprio durante questa lunga esperienza sull’isola di St. Croix, in particolare, dove risiede, che raccoglie la maggior parte del materiale mitico e folklorico sul vudu e sui culti indigeni praticati dalle popolazioni nere dei Caraibi che utilizzerà nei suoi racconti soprannaturali.

Trama

Il Reverendo Henry S. Whitehead (1882-1932) fu corrispondente e amico personale di H.P. Lovecraft e con il Visionario di Providence e i suoi sodali, Robert Howard e Clark Ashton Smith, ha rappresentato una delle firme più interessanti di Weird Tales, il pulp dedicato all’horror che fin dal 1923 diffuse negli Usa il gusto per la narrativa del mistero, dell'insolito e del macabro. 
Ammirato da H.P. Lovecraft, del quale pubblichiamo in appendice i suoi apprezzamenti, Whitehead ha scritto oltre 40 racconti, di cui alcuni apparsi postumi. Escludendo i pochissimi di pura avventura e western, tutti gli altri appartengono al fantastico: per la maggior parte horror, e altri rientranti nel fantasy esotico o nelle più tradizionali storie di fantasmi. 
E delle oltre 35 storie fantastiche una buona metà hanno per protagonista una sorta di "investigatore dell'occulto", Gerald Canevin, che spesso si trova ad agire nelle Isole Vergini e affronta fenomeni vudu. 
Questo volume raccoglie tutti i racconti di Canevin ancora inediti in Italia, più un paio di particolare rilevanza già pubblicati molti anni fa e oggi introvabili.

Ambientati quasi sempre nei Caraibi, dove lo scrittore esercitò il suo ministero pastorale, i suoi racconti raffigurano il pittoresco mondo dei creoli, il loro folklore superstizioso e la religiosità vudù. Il personaggio di Gerald Canevin, bizzarro esempio di investigatore del sovrannaturale, è una sorta di alter ego letterario dello scrittore stesso e vive con nonchalance avventure straordinarie e terrorizzanti. Nella raccolta sono inclusi anche i suoi due racconti più agghiaccianti, che Lovecraft considerava i suoi preferiti: “Cassius” e “Tramonto di un dio”.

mercoledì 21 ottobre 2015

Spazio Esordienti: HEY MONDO, ESISTO ANCHE IO di Viviana Rizzo



Cari amici, questa sera desidero proporvi il libro di una giovanissima autrice, che si affaccia al mondo dell'editoria attraverso uno scritto breve ma che sembra davvero denso di riflessioni e pensieri profondi.
E in questi che stiamo vivendo, in cui tutto procede a velocità incredibile, spesso senza darci modo e tempo di fermarci per pensare, valutare..., credo che leggere come vedono il mondo e cosa pensano i giovani, non possa che arricchirci.

HEY MONDO, ESISTO ANCHE IO
di Viviana Rizzo



Eretica Edizioni
30 pp
13 euro
2015




Ama spesso 
Combatti, sempre 
Sii l’eroe della tua storia.


Viviana Rizzo vive ad Anzio con la sua famiglia e sin dai primi anni di vita ha una forte passione per la lettura, che poi negli anni riversa anche nella scrittura, nasce così la sua prima opera “Hey mondo, esisto anche io” dove tanti pensieri ed emozioni prendono forma.

Epigrafe ( "9 giorni" di Gilly Macmillan)



E' il giorno delle epigrafi! Questa volta tocca al thriller "9 giorni" di Gilly Macmillan (RECENSIONE).


Qualsiasi altra cosa sia incerta in questo puzzolente letamaio di un mondo, 
l’amore di una  madre non lo è.

James Joyce

In una notte dell’anima veramente oscura sono sempre 
le tre del mattino, giorno dopo giorno.

F. Scott Fitzgerald

Il significato del termine epigrafe al quale mi rifaccio è quello dato dalla Treccani.it
"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire"

Recensione film: SUBURRA di Stefano Sollima



Serata da cinema ieri sera con Suburra.

SUBURRA


TRAILER
Regia: Stefano Sollima
Sceneggiatura: Sandro PetragliaStefano Rulli

Cast: Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Giulia Elettra Gorietti, Greta Scarano.

Adattamento cinematografico dell'omonimo libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. Un film su Roma e il Potere. Roma vive di tre poteri - politico, religioso, criminale - che coinvolgono e stritolano persone innocenti con risultati stupefacenti. Il film racconta sette giorni che precedono il crollo di un'era della Repubblica, alla vigilia di una legge da far approvare, ed è essenziale la figura del personaggio di Samurai, l'ultimo della banda della Magliana.

Le losche vicende narrate in Suburra coprono un arco di pochi giorni, dal 5 al 12 novembre, il giorno dell'Apocalisse (caduta del Governo).
Sono anche i giorni in cui il papa Ratzinger sta per dare le dimissioni.
Insomma, è un momento difficile per il Vaticano, ma lo è anche per il mondo politico e finanziario della Caput Mundi.
Un mondo governato da fili invisibili eppure fin troppo spessi, in grado di muovere a proprio piacimento la politica e tutto ciò che vi è annesso.
E così si incrociano diverse vite e storie: l'onorevole parlamentare Malgradi (P. Favino), che ha le mani in pasta dove non dovrebbe, il che fa di lui una persona "che conta" ma anche un soggetto facilmente ricattabile dai criminali con cui si mette in affari.

Certo, in qualche modo ha la protezione del boss per eccellenza, il Samurai (C. Amendola), ma quando ci si infila in certi brutti giri è davvero difficile uscirne totalmente illesi.
Tra i tanti, Malgradi ha un brutto vizio (del resto, non è il solo nel suo ambiente): gli piace trascorrere le serate con le escort, a suon di festini, sesso e droga.
Tutto va bene, la discrezione fa da padrone, la sua escort preferita - Sabrina (G.E. Gorietti) - lo soddisfa come vuole, finchè una notte non ci scappa il morto, anzi la morta: una minorenne, che muore proprio durante una di queste serate.

E poi c'è Sebastiano (E. Germano), nella cui villa avvengono feste notturne cui partecipano uomini importanti, e che si ritrova suo malgrado coinvolto in una brutta faccenda di debiti.
Debiti che devono essere pagati ai creditori - degli zingari, capeggiati dal criminale Manfredi (ben integrato a Roma e nei suoi "biechi ingranaggi"....), spietato e feroce, che non fa sconti a nessuno.

Storie che si intrecciano quindi, e che vedono protagonisti politici corrotti, i cui voti è facile comprare con promesse di un certo tipo; escort che si ritrovano in fattacci più grandi di loro; ambigui religiosi invischiati pur'essi in questioni davvero poco nobili e sante; giovanotti sciagurati ma neanche tanto cattivi che mai avrebbero creduto di essere coinvolti in crimini terribili; capi di clan malavitosi impegnati a mantenere alti gli affari e a metter pace, lì dove nascono baruffe serie e pericolose a causa dei colpi di testa di qualche delinquentello di quartiere che vuol fare il capo a tutti i costi...

Insomma, quella di Sollima in Suburra è una brutta e triste realtà, che però è la stessa che purtroppo... c'è davvero.
Fa una gran tristezza pensare che il quadro di una certa fetta di politici è fin troppo realistico; fa tristezza pensare che la ricerca senza regole e freni di guadagni facili e fama richieda un prezzo davvero tanto alto - in termini di moralità, di rispetto per se stessi, di libertà.... - e che alla fine renda più schiavi di quanto renda ricchi e potenti.

Lasciatemi la riflessione banale e forse patetica: che schiavitù essere delinquenti. C'è sempre da guardarsi le spalle perchè può succedere che a fot**** è proprio l'ultima persona da cui te lo saresti mai aspettato; del resto, in questo film tutti tradiscono tutti e con una buona minaccia viene fuori "il nome" del tizio di turno cui fare un bel "servizio".


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Recitato praticamente tutto in dialetto romano da attori romani Doc, veraci e "nella parte", Suburra ci dà un quadro realistico, crudo, drammatico, forte, senza peli sulla lingua e senza retorica, senza addolcire nulla... di quella che è una certa parte della Roma ricca ma anche "sporca", popolata da personaggi in giacca e cravatta, le cui mani sono apparentemente pulite perchè tanto a fare il lavoro disonesto è la criminalità organizzata.
Quella criminalità che fa "piccoli" favori per poi richiederti in cambio dieci volte tanto.

Omicidi efferati, ricatti, tradimenti, paura di essere fregati da un momento all'altro, la necessità di fare le scarpe al nemico prima che sia troppo tardi: il mondo di Suburra ti fagocita a colpi di pistola, urla, botte e non ti dà neanche l'ombra di un'àncora di salvezza, a differenza di Romanzo Criminale (in cui c'è l'ispettore che dà la caccia al cattivo) e più similmente a Gomorra, con cui ha in comune proprio l'assenza assoluta di una qualche forma di "bene", di giustizia, in più in Suburra a dominare è la corruzione in ambito istituzionale, lì dove ci aspetteremmo (?!?) di trovare i servitori dello Stato ed invece ci ritroviamo gente che, arrivata a certe vette, ormai si crede intoccabile e onnipotente.

Se vi piace il genere, ve lo consiglio, Sollima secondo me è sempre efficace e bravissimo a presentarci certe facce della nostra realtà contemporanea in modo nudo e crudo.



Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

Segnalazione: MISTERIOSO E' IL CUORE di Amneris Di Cesare



E proseguiamo anche stamattina con le segnalazioni.

E' la volta di...

MISTERIOSO E' IL CUORE
di Amneris Di Cesare



Editore: autopubblicato
n. pag.: 71
costo: 0,99
AMAZON     Il blog di Amneris Di Cesare


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Trama

Orlando è un pittore dal carattere scorbutico e dall’animo in tumulto: ormai passati i cinquantanni, si sente vecchio e senza la possibilità di nuovi stimoli, di nuove ispirazioni. 
Uomo orgoglioso e “imperialista impenitente” come ama definirsi, da qualche tempo percepisce la vita scorrergli tra le dita come sabbia e non sa più come riacciuffarla. 
Elvira è una donna giovane ma già delusa dal destino, soprattutto quello sentimentale. 
Lasciata improvvisamente dal fidanzato si sente tradita e svuotata nell’anima. Padre Alfonso è uno strano sacerdote: indisciplinato, anticonformista ama pascolare anime e quando ve n’è l’occasione, farle incontrare. 
 Un lavoro commissionato a Orlando e che ha per soggetto Elvira seminerà le basi di qualcosa che forse potrebbe restituire anima e gioia a due persone che credevano di averle irrimediabilmente perdute. 

Misterioso è il cuore ha ottenuto la menzione di merito Premio Vico Sul Gargano – Romanzi Brevi 2008

Contiene anche il racconto Cuori in Rete, premiato a Racconti nella Rete – 2003


L’Autore.
Amneris Di Cesare, italiana nata a Sao Paulo del Brasile, vive a Bologna. Sposata a un medico calabrese, mamma e moglie a tempo pieno, collabora come free-lance per riviste femminili. Nell 2005 crea il F.I.A.E. – Forum Indipendente Autori Emergentiche gestisce fino al 2014, un gruppo laboratorio di editing autogestito per scrittori emergenti. Ha pubblicato il saggio“Mamma non mamma: la sfida di essere madri nel mondo di Harry Potter” nell’antologia benefica Potterologia: dieci as-saggi dell’universo di J.K. Rowling (CameloZampa Editore 2011); ha pubblicato nel 2012 il suo romanzo d’esordio,Nient’altro che amare (Edizioni CentoAutori), vincitore delPremio Letterario Mondoscrittura, e nel 2013 ha partecipato al progetto di scolastica coordinato da Manuela Salvi “Prossima fermata… Italia!” (Onda Editore) scrivendo il capitolo dedicato alla regione Calabria. Ha curato l’antologia benefica “Dodicidio”per il progetto POP di La Gru Edizioni scrivendo il capitolo“Febbraio” (2013) e ha vinto il “Concorso Cercasi Jane”indetto dalla Domino Edizioni con la quale il 1 settembre 2013 è uscito il suo romanzo “Sirena all’orizzonte” secondo classificato al Premio Letterario Magiche Rose 2014 di Fiuggi. A giugno 2014 invece è uscito Mira dritto al cuore per i tipi della Runa Editrice, mentre un secondo saggio sulle figure materne nella saga di Harry Potter dal titolo “Mamma non mamma: le madri minori nel mondo di Harry Potter” è uscito a Marzo 2015 sempre con Runa Editrice. Per Runa Editrice ha curato la pubblicazione e l’editing del saggio Harry Potter come strumento letterario di Marina Lenti (Febbraio 2015). E’ stata di recente nominata Direttrice per le collane Fantasy e Narrativa Bambini e per la Sezione Narrativa Straniera lingua inglese e portoghese, perCasa Editrice Amarganta, nuova NOEAP di recente costituzione e per la quale ha già selezionato un romanzo di sci-fi romantica, Darkside di Alessandra Gaggioli, due romanzi brevi di Marie Sexton, Il Capitolo 5 e il maniaco dall'ascia vibrante e L'Appartamento 14 e quel diavolo vicino di casa, usciti a maggio 2015, da lei tradotti in italiano, due romanzi di Indra Vaughn, in uscita a luglio e a dicembre e due albi per bambini, per la nuova collana Amarene. Collabora con il portale di informazione onlineRete-News.it (www.rete-news.it) scrivendo articoli di cronaca, costume e musica e con la rivista letteraria digitale e onlineInkroci (www.inkroci.it ) in qualità di traduttrice.

martedì 20 ottobre 2015

Segnalazione Fantasy: LEGIONE SUSANNA di Simona Colombo



E dopo una recensione, una segnalazione fantasy!

Il libro che vi presento è Legione Susanna, terzo volume di una saga di cinque libri. La Legione Segreta, l'organizzazione millenaria che lega le trame dei libri attraverso le storie dei diversi protagonisti, si occupa di risolvere misteri naturali e soprannaturali. 

1. River
2. Gabriel
3. Susanna
4. Oliver
5. Maya

Questa è la pagina del sito dell'Autrice: QUI

LEGIONE SUSANNA
di Simona Colombo


Genere: FANTASY/FANTASCIENZA 
Editore: AMAZON CREATE SPACE 
Volume: 3 di 5 
Pagine: 434 
Prezzo eBook: € 5,30 
Prezzo cartaceo: € 13,52 
Data di uscita: 11 ottobre 2015 
AMAZON         Pagina FB


Trama

Susanna è la protagonista del terzo episodio della saga.
Il suo straordinario sesto senso matematico attira l'attenzione della Legione Segreta che la coinvolge nel progetto Orizzonte. 
Prelevata dal luogo di un terribile incidente, dal quale si risveglierà dopo diciannove anni, Susanna viene addestrata su un'isola misteriosa, insieme all'equipaggio che partirà con lei per una missione epocale: creare una rete di avamposti interstellari che apriranno la strada all'esplorazione dell'universo.
Dagli abissi marini a quelli spaziali, la sua storia si intreccerà con quelle di nuovi legionari, ma vedrà anche tornare in scena Tim, con una nuova barca, River, che ha ripreso il suo posto nella Legione Segreta, e un giovane Gabriel Walken al suo primo incarico come reclutatore nel 1994. 

Note sulla saga

Sirene e astronavi nello stesso libro? Streghe e macchine del tempo insieme? Un genere da scoprire! La saga di Legione si sviluppa in cinque libri. I primi due sono già pubblicati, il terzo è appena uscito, i successivi sono attualmente in lavorazione.
Ogni episodio ha un diverso protagonista e si svolge in differenti epoche e ambientazioni, mescolando temi fantasy, di fantascienza e avventura.

Il filo conduttore che lega questi cinque romanzi è la Legione Segreta, un'organizzazione mondiale millenaria che si occupa di risolvere misteri naturali e soprannaturali. Ogni avventura, autoconclusiva, tratta temi differenti: River descrive l'ingresso di un ragazzo nella Legione Segreta e l'impatto di questa scelta sulla sua vita; Gabriel è incentrato sul progetto Vespro per i viaggi nel tempo; Susanna tratta del progetto Orizzonte sui viaggi interstellari; Oliver esplorerà il mondo dei sogni e delle cospirazioni; Maya, ultimo libro della saga, segnerà la conclusione di tutte le trame raccontate nei precedenti in un mondo post-apocalittico
.

L'autrice.
Simona Colombo, scrittrice e viaggiatrice, è nata e cresciuta a Monza,. 
Appassionata lettrice e divoratrice di documentari, riporta nei suoi libri tracce degli argomenti che predilige spaziando dalla fantascienza alle cronache di esplorazione, dall’horror all’archeologia, dalla magia all’avventura. Notizie e curiosità sui suoi ebook e libri, si trovano sul sito www.scrittiapenna.it
Innamorata della natura, viaggia ogni volta che le è possibile. Condivide foto, video e racconti delle sue esperienze a spasso per il pianeta sul blog Semm de Passacc.
Nel 2013 ha vinto il premio Silver al concorso Go Around the World per racconti di viaggio.

Recensione: .OTTO. Luce e ombra di J. C. Casalini



Buon martedì, cari lettori!
Inizio tardi questa giornata sul blog con la recensione di un romanzo particolare, appartenente al genere horror/thriller psicologico.

.OTTO. Luce e ombra
di J. C. Casalini


Ed. Vertigo
233 pp
14.90 euro
2015
Sinossi

Otto. Luce e ombra è un romanzo di Jean-Cristophe Casalini, uscito a maggio per i tipi di Vertigo.
Il libro prende il nome dal protagonista, Otto, un aspirante mago che vive in un piccolo appartamento a Mestre con Anna, la sua fidanzata. La situazione per i due comincia a farsi difficile quando Otto non riesce più a gestire il comportamento del suo riflesso, dotato di una vitalità autonoma.
Quando le cose sembrano precipitare è proprio un accordo tra Otto e il suo riflesso a portare il giovane al successo tanto desiderato. Peccato che poi la situazione prenda una piega al limite dell’allucinante, trascinando Anna e Otto in un vortice di tensione e violenza, tra omicidi ed eventi demoniaci.

SITO LIBRO        Amazon      PROFILO FB



Otto è un giovane come tanti, innamorato della propria donna, la dolce e ingenua Anna, e con un grande sogno da realizzare: diventare un mago famoso e ammirato, un illusionista di prim'ordine.
Ma Otto è anche un ragazzo inquieto e tormentato: quando la sua immagine si riflette allo specchio (o su qualunque superficie riflettente) ciò che  vede è sì se stesso, ma un se stesso "diverso", con un comportamento anomalo; è come se l'altro che gli sta di fronte quando si specchia avesse una propria vita e volontà autonome e si divertisse a prendersi gioco di lui.
Otto ne è inevitabilmente turbato, soprattutto perchè sa che Anna non gli crede.

Il suo desiderio  di voler essere mago - e di esercitare questa professione con la sua amata - si scontra inizialmente con le reticenze dei genitori di lei; ma l'ostacolo più grande, che porterà alla rottura della sua relazione sentimentale e al naufragio di un sogno, è un fallimentare spettacolo di magia condotto proprio da Otto, che però si renderà ridicolo; ormai sconfitto davanti alla propria incapacità, frutto in particolare della distrazione costituita dal suo preoccupante riflesso, in preda ad una umiliazione cocente, un solo pensiero occupa la mente: farla finita.
Ma proprio quando è lì lì per porre fine alla propria esistenza,  il suo riflesso, che si staglia sulle scure acque del canale, lo ferma, parlandogli e proponendogli un patto, che si rivelerà diabolico e dalla conseguenze davvero nefaste.

"...io voglio espandermi come te, più di te. Il piano dimensionale sul quale io mi muovo è il limite del mio mondo. Come te, io voglio sentirmi libero di sconfinare nello spazio infinito. Io voglio 'uscire' come te, più di te" (...) io sono te e tu sei me, opposti e uguali nel contempo. Io non credo che tu vorrai porre fine alla tua vita quando comprenderai l'offerta che ti posso fare. (...) Facciamo un patto. Se accetti di rompere il legame che ci unisce, io ti prometto fama, ricchezza...".

Otto accetta e il Riflesso scompare per poi prendere vita in lui; da questo momento è come se Otto (anzi, .OTTO.)  si sdoppiasse, come se in lui ci fosse un'altra natura che, prendendo forza dai desideri più nascosti ed egoistici e dalla voglia di fama e successo dello stesso Otto, diventa la parte dominante che guiderà la vita e ogni sua azione.
.OTTO. è davvero un'altra persona, che da un momento all'altro si ritrova ad essere un grande mago, in grado di fare una lunga e apprezzata tournèe  nelle più famose città del mondo, venendo acclamato da gente impazzita, devota come in presenza di un dio, al quale rivolgere preghiere, da applaudire con folle entusiasmo.

E Anna?
Dopo un periodo di separazione, i due si ritrovano, innamorati e finalmente felici di poter vivere appieno il loro magico sogno. Ma non è tutto oro quello che luccica, e ben presto Anna dovrà fare i conti con qualcosa al quale non era pronta.
Otto non è cambiato solo perchè è diventato un mago eccezionale, i cui spettacoli hanno dell'incredibile, del sovrannaturale; o perchè è un uomo ricco, rispettato e acclamato da una folla di fanatici adoranti..., ma soprattutto è il suo carattere a essere cambiato radicalmente. Sì, anche prima Otto aveva scoppi d'ira, ma adesso c'è nei suoi occhi un luccichio inquietante, minaccioso, misterioso.
Malefico.
Come mai odia tanto il buio e agisce solo se c'è piena luce? 
E poi c'è la strana questione legata alla sua ombra e al suo riflesso, che è proprio l'aspetto che fa di lui il grande illusionista che è, in grado di metter su spettacoli durante i quali sono severamente vietati filmati e fotografie.
Come mai?
Cosa nasconde Otto? Quali terribili segreti si celano dietro alla sua strana persona e alle sue capacità sovrumane?
L'uomo con cui Anna aveva immaginato di vivere è lo stesso che adesso la tratta con disprezzo, mancanza di rispetto, cinismo? 
Chi è davvero Otto?

Istinti e desideri perversi, sesso estremo, omicidi efferati, strani fenomeni paranormali, terribili e demoniache profezie...: Anna e il lettore si scontrano con questo e altro nel corso della lettura, incentrata su un protagonista davvero particolare che, nonostante la sua natura incredibilmente malvagia, riesce ad imporsi come un personaggio a suo modo carismatico.
Quella di Casalini è una storia senza dubbio particolare, con diversi elementi originali, scritto con un linguaggio molto ricercato, forbito, periodi costruiti in modo "complesso" e sequenze pregne di discorsi di tipo filosofico (e non solo), ma nonostante questo la lettura risulta fluida e scorrevole.

L'Autore ci lascia entrare nella mente di Otto, mostrandoci da vicino la sua adesione al Male, contrapposta al desiderio di restare ancorata alla realtà e al Bene da parte di Anna.
Il lettore è totalmente travolto dal turbinio di parole e scene allucinanti, visionarie e forti (mi riferisco in special modo quelle di sesso), arrivando alla fine con curiosità e con la speranza che in queste tenebre maligne così dilaganti possa trionfare la Luce.
Ma in questo romanzo nulla è come sembra  e certe scelte drastiche e diaboliche rischiano di avere davvero poche vie d'uscita.
Un libro che si concentra molto su quella parte della natura umana che si lascia sedurre e attrarre dalla cupidigia, dall'egoismo, dall'ambizione sfrenata, dall'atavico e perverso desiderio dell'uomo e degli angeli di "essere come Dio", e tutto questo a scapito di se stessi e della propria anima. 
Le atmosfere sono cupe, oscure; le scene sono descritte in modo molto vivido, i dialoghi sono abbondanti, concitati, il ritmo è serrato e frenetico e il tutto è, nel complesso, coinvolgente.

Consigliato, in particolare agli amanti del genere!

lunedì 19 ottobre 2015

Frammenti di "L'ultima settimana di settembre"



Un passaggio struggente, tratto da "L'ultima settimana di settembre" di Lorenzo Licalzi.


Si è orfani o vedovi, ma non c’è una parola per dire quello che sei quando ti muore un figlio. Non c’è una parola neppure per descrivere quello che provi, perché “dolore” non è abbastanza, e anche se, amplificandolo con tutti i superlativi assoluti del vocabolario, fosse sufficiente per rendere lo strazio dell’immediatezza, perde significato nella costanza. 
Perché: “Ci sono dolori che non hanno tempo, immobili, enormi, mille volte più forti della nostra capacità di soffrire, mille volte più forti della nostra capacità di sopportarli, e che il tempo modifica solo all’apparenza, allo sguardo degli altri. Sono dolori che restano, inesorabili come un pugnale nel cuore. Dolori così grandi che ti fanno sentire in colpa se per un attimo riesci a dimenticarli con le incombenze della quotidianità o peggio ancora con una possibilità di svago. Ci convivi, perché ci convivi, ma è come avere questo pugnale nel cuore che come ti muovi, perché magari ti sei distratto, si muove un pochino anche lui, e il giorno dopo si vendica e te lo fa sanguinare di nuovo, e di più. Come se il mio cuore non avesse già sanguinato fino al 
dissanguamento” (...)
È vero, se non hai il privilegio della fede, perdere la memoria è l’unica arma possibile per sconfiggere certi dolori. Magari l’avessi persa per sempre, o trovata, invece, la fede.


sabato 17 ottobre 2015

Recensione: 9 GIORNI di Gilly McMillan



Buon sabato, cari lettori e amici!
Cosa avete letto in questa settimana e quali libri vi faranno compagnia nel weekend?
Io ho in lettura il thriller/horror "Otto.Luce e ombra" di J.C. Casalini e il romanzo "L'ultima settimana di settembre" di Licalzi; ieri sera ho terminato il thriller "9 giorni" ed ora mi accingo a parlarvene.


9 GIORNI
di Gilly McMillan


Ed. Newton Compton
trad. A. Leoncino,
S.ì. Ristori
416 pp
12 euro
in libreria
8 OTTOBRE 2015
Trama

Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia.
Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo.
È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata.
Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media,
Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia.
E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi.
Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso.
E tu, da che parte starai?




E' il 21 ottobre 2012 quando Ben Finch, un ragazzino di 8 anni, carino e vivace, scompare.
Era con sua madre a fare una passeggiata nel bosco, insieme al loro cane Skittle, quando, nel momento di tornare a casa, il ragazzino chiede alla mamma il permesso di avviarsi da solo insieme al fedele compagno di giochi a quattro zampe.
Seppur con reticenza, Rachel Jenner accorda il permesso.
Mai errore, mai tale leggerezza fu più grave e tragica, per il piccolo e per tutti coloro che gli vogliono bene.
Desiderosa solo di non schiacciare il figlio con la propria apprensione materna ma di aiutarlo a crescere indipendente, la donna mai avrebbe pensato che lasciare Ben solo col cane per qualche minuto avrebbe potuto avere conseguenze tanto drammatiche: giorni di terrore, pianti, disperazione profonda, solitudine, senso di colpa, pericolo.

Doveva andare tutto bene: lei sarebbe tornata a casa e vi avrebbe già trovato il suo splendido bambino, o lui sarebbe giunto subito dopo.
Ma così non è stato.
Di Ben nessuna traccia, e quando le ricerche affannose, intrise di paura e desolazione inizieranno, ad essere ritrovato sarà soltanto il cane e qualche oggetto di Ben.
Ma lui dov'è?

Rachel non si dà pace, travolta dal senso di colpa, dai rimorsi, e diventa inevitabilmente il primo bersaglio di tutti: ex-marito, polizia, stampa e opinione pubblica.
Tutti la additano, più o meno velatamente, di essere una madre instabile, isterica, troppo distratta e superficiale, anaffettiva. 
Una pessima madre.
.
Che terribile espressione per una donna che oltre al dolore di un figlio scomparso (rapito, molto probabilmente. Ucciso? Il solo pensiero le trafigge il cuore), deve sentirsi anche giudicare e accusare di una colpa tra le più atroci che si possano commettere: quella di aver fatto volutamente, o di aver procurato per distrazione e superficialità, del male al proprio unico figlio!

Cosa ne sa la gente di come sta Rachel? Di come vivevano lei e Ben?
Cosa ne sanno loro del vuoto e della depressione che l'hanno colta e sovrastata dopo il divorzio dall'ex-marito, l'apprezzato medico pediatrico John Finch?
Cosa ne sanno loro di come ci si sente umiliate e sole quando tuo marito ti lascia per un'altra più giovane e si rifà una vita con lei, mentre tu continui a restare impantanata nella tua solitudine giorno dopo giorno?
Sì, ok, forse il pensiero del matrimonio fallito negli ultimi mesi l'aveva oppressa e tolto un po' di lucidità e molta serenità, e di certo il piccolo ne aveva risentito.
Ma da qui a fargli del male o a meritarsi le accuse di non averne avuto cura, beh è davvero troppo!

Ma l'Autrice non ci dona soltanto la prospettiva di una madre affranta, bensì anche quella di un detective del Dipartimento Investigativo, Jim Clemo, e grazie a lui riusciamo ad avere una sguardo esterno della situazione e degli aspetti contraddittori che la caratterizzano.

Ma anche Jim è un essere umano come Rachel, ed anche egli ha il suo passato, i suoi "piccoli" traumi, la sua sensibilità, una suscettibilità a commettere errori di valutazione lì dove avrebbe dovuto agire con assoluta razionalità, senza riuscirci totalmente.
Jim è un ottimo investigatore, soprattutto nel condurre interrogatori pressanti ben architettati che non hanno mai fallito un colpo; è entrato in polizia sotto l'onda dell'emulazione di un padre severo e rispettato poliziotto anche lui, le cui aspettative Jim ha cercato di adempiere.
E Jim, col suo occhio allenato, parla con Rachel e la osserva, convincendosi che qualcosa in lei non va...
Ma cosa?
Il suo isterismo, la sua tendenza a perdere la testa e far scenate vogliono forse dire qualcosa di grave?
Che sia stata davvero lei a far del male a Ben, come del resto l'opinione pubblica e la stampa sono convinti?

.
Le indagini prendono il via e pian piano si diramano seguendo delle piste, alcune delle quali aventi apparentemente tutte le caratteristiche per portare all'identikit del rapitore perfetto, e ce ne sono delle altre che si insinuano nella famiglia stessa di Rachel, scardinando ogni certezza della donna e minando ogni fiducia.

Ma non mineranno la ferma convinzione che suo figlio sia vivo e che sia disperato senza i suoi genitori, come è disperata lei all'idea di non averlo protetto e al pensiero che lo stesso Ben possa pensare che non stia facendo il possibile per ritrovarlo.

Tra un capitolo e l'altro, e seguendo le due diverse prospettive narrative, veniamo immersi nei pensieri e nelle paure di una madre disperata, e nel cuore delle ricerche, che conosciamo attraverso un provato Jim, che si lascia prendere dal caso e che desidera con tutto se stesso poterlo risolvere.
E in nove giorni il caso si risolverà. In che modo e con quale soluzione, lo scoprirete leggendo il romanzo.

"9 giorni" è un thriller, a mio avviso, non attraversato da una grandissima tensione e suspense, se non in certi specifici momenti e in particolare verso il finale; ma per la maggior parte della narrazione, il ritmo è piuttosto pacato, soffermandosi sì sul progresso delle indagini, ma in particolare sull'aspetto emotivo, psicologico della tragedia.
E' come se la risoluzione del caso - per quanto fondamentale e pur restando il nocciolo della questione - venisse postposta all'indagine dei sentimenti e degli stati d'animo delle persone coinvolte, che sia la famiglia (nella persona di Rachel) o la polizia (Jim Clemo).

L'Autrice infatti lascia che il lettore viva la frustrazione di chi aspetta di sapere cosa sia successo alla vittima; un dolore, un'attesa, un avvilimento così forti e snervanti che si trascinano per soli nove giorni ma che, venendo descritti minuziosamente e giorno per giorno, ora dopo ora, dialogo dopo dialogo, si amplificano, mostrandoci quanto può essere lacerante vivere una situazione come questa: tuo figlio è stato rapito e tu non sai dov'è, come sta, non puoi consolarlo, dirgli che tu lo stai aspettando notte e giorno e che, se potessi, capovolgeresti il mondo per salvarlo da quel mostro crudele che lo strappato alla sua vita di bambino.
Un mostro che spesso non ha le sembianze di un assassino malvagio e pedofilo, ma quelle più rassicuranti di una persona cui non penseresti mai (il che rende tutto più inquietante)

Il modo di narrare non travolge il lettore in un vortice di tensione emotiva, bensì lo avvolge come una rete sottile, intessuta di dubbi, supposizioni, paure, che lo costringono a mettersi nei panni di chi vive la tragedia "a casa".
A differenza della stragrande maggioranza dei thriller con al centro i rapimenti, che si focalizzano sulla vittima principale e sull'aggressore, in questo romanzo, come dicevo, i riflettori sono puntati su coloro che aspettano che il mistero si risolva, o che al contrario lavorano per questo.

Sapremo mai cosa ha vissuto Ben?
Ma non sarà questa la domanda principale che accompagnerà il lettore nella lettura, e neanche soltanto il desiderio (pur legittimo) di scoprire  "chi l'ha rapito e perchè", ma ciò che desidererà sarà sapere è: "Tornerà a casa da sua mamma?", perchè è su quello che McMillan vuol spostare la nostra attenzione.

Sicuramente un romanzo ben scritto, che dà spazio all'aspetto emotivo e mentale della tragedia delle sparizioni/rapimenti; non fa sussultare, non ti lascia con troppo fiato sospeso, eppure ti prende, ti obbliga a terminarlo velocemente, per trovare le risposte a tutte le domande e i dubbi.

Consigliato!!
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