venerdì 17 marzo 2017

156 anni d'Italia


«Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861».

Sono passati ben centocinquantasei anni dal fatidico giorno in cui fu promulgato questo articolo (che dall'essere il testo della legge n. 4671 del Regno di Sardegna diventa la legge n. 1 del Regno d’Italia) che sanciva che il 17 marzo 1861 nasceva ufficialmente il Regno d’Italia

All'unificazione del Paese si è giunti attraverso varie "vicissitudini" e di certo i nomi degli "eroi" che hanno portato a questo risultato sono diversi: dal geniale Cavour al prode Garibaldi, e poi Mazzini e lo stesso Vittorio Emanuele II.

Ma non tutti gli studiosi ritengono l'unificazione dell'Italia qualcosa di positivo e si guardano bene dal chiamare eroi codesti illustri personaggi, proponendo piuttosto un revisionismo storico del Risorgimento italiano.

Lungi da me l'idea di infilarmi in questo tipo di controversia, più che altro ciò che desidero fare è dare un'occhiata a una possibile bibliografia che contempli l'una e l'altra posizione.

Se avete testi - concernenti quest'argomento - interessanti da proporre, mi farà piacere segnarmeli.


L'Italia unita
Da Napoleone alla svolta del Novecento
di Indro Montanelli



IBS
"Fare gli italiani doveva rivelarsi impresa molto più difficile che fare l'Italia. Tant'è vero che vi siamo ancora impegnati." 
Così Indro Montanelli riassume la complessità che ha accompagnato il processo di unificazione italiana, secolo di battaglie ed errori, ma anche di eroi ed episodi di coraggio assoluto: la discesa di Napoleone in Italia, la Repubblica partenopea, i Savoia, gli Asburgo; e poi Cavour, Garibaldi, Mazzini, le "cinque giornate" di Milano, la breccia di Porta Pia; fino agli anni della difficile unità, della Destra e Sinistra storiche, del brigantaggio, dello scandalo della Banca Romana. Muovendosi tra leggende, dibattiti e revisioni, Montanelli ricostruisce con lo scrupolo e la vivacità del cronista storico i fermenti sociali e le intricate vicende del Risorgimento, affrontando senza partigianeria le questioni più controverse: come si è arrivati all'unificazione? Quali conseguenze ha comportato? Di chi i meriti e di chi le colpe?


Italia oscura. Dal Risorgimento alla grande guerra, 
la storia che non c'è nei libri di storia.
di Giovanni Fasanella, Antonella Grippo

IBS
Nella storia d'Italia, le zone oscure sono presenti fin dalle origini, dall'Unità. 
A fronte di un Risorgimento celebrato retoricamente dalla storiografia ufficiale, i documenti raccontano degli aiuti dati a Garibaldi dalla massoneria, del ruolo delle potenze straniere, della "guerra sporca" combattuta dall'esercito piemontese contro le popolazioni meridionali. 
Altrettante ombre si allungano sulla morte di Cavour, l'assassinio di Umberto I, le bombe del 1922 che spianarono la strada alle Camicie nere.





Il Risorgimento italiano. Una storia ancora controversa
di Martin Clark


IBS
Esaltato dal fascismo, travisato da molti storici, frainteso e non capito, ancora oggi, da buona parte degli italiani, il Risorgimento si trova tuttora al centro di vive dispute. Fu la realizzazione dell'antico sogno di Casa Savoia di impadronirsi del Lombardo-Veneto costretta poi ad "espandersi" dagli eventi? 
Fu la realizZazione incompiuta del sogno mazziniano che prima mirava all'Unità nazionale e poi avrebbe affrontato il problema dell'aspetto istituzionale? Fu realizzata dalle baionette di Garibaldi che costrinsero Vittorio Emanule II a intervenire per evitare il sorgere di un'altra Italia? 





L' unità d'Italia. Nascita di una colonia
Nicola Zitara


ibs
Zitara svela la contraddizione soggiacente al processo unitario, che combina alla conquistata indipendenza di un Paese la drammatica trasformazione in colonia interna del suo Mezzogiorno. Affermazione di una nazione e insieme condanna alla dipendenza di una sua parte. Perché ci portiamo dietro la cosiddetta "questione meridionale"? Perché né governi, né opposizioni, né riforme sono riusciti a venire a capo di un continuo deterioramento sociale, economico e culturale. Senza cogliere le origini della contraddizione storica insita nell'evento unitario, nessuna "cura" è possibile. Il tema è più che mai attuale in un'Europa che sta creando sacche coloniali nei suoi margini orientali. Ma è attuale e cruciale per lo stesso sistema culturale italiano, poiché ci porta alle radici dei fenomeni di degrado, illegalità e violenza che letteratura e giornalismo costantemente documentano.




Controstoria dell’unità d’Italia – Fatti e misfatti del Risorgimento
di Gigi Di Fiore


IBS
L'unità d'Italia è un valore indiscutibile, ma come è stata raggiunta? Dei 22 anni dall'esplosione rivoluzionaria del 1848 alla breccia di Porta Pia nel 1870, molti episodi rimangono nell'ombra: il bombardamento piemontese di Genova del 1849, i plebisciti combinati per le annessioni del Centro Italia, le agitazioni manovrate da carabinieri infiltrati, la corruzione e gli appoggi mafiosi e camorristici alla marcia trionfale di Garibaldi, la guerra civile del brigantaggio, le leggi anti-cattoliche.





Nel nome dell'Italia. 
Il Risorgimento nelle testimonianze, nei documenti e nelle immagini
di A.M. Banti


IBS
Questo volume si propone di rimettere in discussione alcune tesi correnti, non attraverso interpretazioni o saggi di esperti ma direttamente dalle pagine di Mazzini o d'Azeglio, Garibaldi o Cavour o dei tanti altri che fecero l'Unità d'Italia. Accanto a documenti canonici, sono state selezionate fonti valorizzate dalla ricerca storica più recente: quelle letterarie, così importanti nell'animare le idealità risorgimentali; i documenti privati (lettere, diari) capaci di gettar luce sugli entusiasmi e sulle incertezze, sulle grandezze e sulle fragilità di chi ha vissuto di persona le vicende risorgimentali; i testi che consentono di ricollocare nella scena le donne che cercavano di conquistarsi un loro spazio; e, infine, le fonti iconografiche.



Siti consultati:

https://www.ibs.it
http://www.studistorici.com
http://www.150anni-lanostrastoria.it

5^ tappa del blogtour "IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI" di Viviana Picchiarelli - TEMATICHE PRESENTI NEL ROMANZO



Lettori carissimi, buongiorno!

Sono qui per condividere con voi la penultima tappa del blogtour di presentazione del romanzo IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI" di Viviana Picchiarelli, autrice già nota qui nel mio spazietto virtuale.





L'argomento che caratterizza questa tappa è quello delle TEMATICHE PRESENTI NEL ROMANZO.

Vediamole insieme!


CONFLITTI FAMIGLIARI


Nella famiglia Capotosti, purtroppo, le conflittualità non mancano, che siano tra fratelli o generazionali.
Le vediamo nel rapporto tra i due fratelli Enrico (padre di Greta) e Gianfranco (padre di Michele): due uomini dal carattere opposto - mansueto e sempre un po' in ombra il primo, sanguigno e un po' arrogante il secondo - che negli anni non si sono mai parlati troppo, non hanno mai avuto una relazione fraterna stretta, anzi hanno covato dentro di loro dei sentimenti di rivalità, tenuti però "sotto controllo" e mai palesati. Almeno fino all'accadere di determinati eventi che hanno iniziato pian piano a sconvolgere tutti i precari equilibri in famiglia.

Ma, come dicevo, i conflitti sono anche tra le generazioni, ad es. tra genitori e figli; in particolare, questo aspetto è visibile nel rapporto tra Gianfranco e suo figlio Michele, che ha subito condizionamenti e pressioni non solo dal padre ma anche dalla nonna materna Olivia; pressioni così forti da spingerlo ad accantonare le proprie personali ambizioni per assecondare e farsi carico dei "doveri famigliari", anteponendo, ai propri desideri, quelli paterni di vedere il proprio figlio lavorare nell'azienda di famiglia; ma anche una volta obbedito al padre, le cose tra i due non sono migliorate, perchè Gianfranco è quel tipo di padre che non dimostra di nutrire molta fiducia nelle capacità del figlio, e questo inevitabilmente genera ulteriori risentimenti e molta rabbia repressa.




LOTTARE PER I PROPRI SOGNI.

Nel precedente punto, ho accennato alle ambizioni personali di Michele e a come egli abbia dovuto metterle da parte per ottemperare ai doveri famigliari.
Di quali ambizioni si tratta?
Michele ha un grande talento artistico: è bravissimo col pianoforte, lo suona con molta maestria e tra le note emesse dai tasti bianchi e neri l'uomo, sin da ragazzo, ha sempre ritrovato se stesso, la sua vera natura, riuscendo a esprimere ciò che c'è davvero dentro di lui.
Ma, quando si è trattato di trovare in sè la forza per lottare per questa passione, per questo sogno, lui ha rinunciato, non ha tirato fuori il carattere ed ha accettato, a denti stretti e con tanta rabbia dentro, le volontà del padre e della nonna.

Ma cosa diventiamo quando siamo "obbligati" a rinunciare a ciò che ci fa sentire vivi per intraprendere percorsi che, al contrario, non ci entusiasmano e che sono per noi mere occupazioni lavorative?
Frustrazione, risentimento, cinismo, insoddisfazione...: questi i frutti raccolti da chi rinuncia ai propri sogni e non prova a combattere per essi.

Non così è accaduto a Greta! Lei non ha ceduto davanti ad alcuna pressione, non si è sentita obbligata a restare nella tenuta di famiglia per darvi il proprio contributo ma ha lottato per coltivare la propria passione per la danza: diventare una bravissima ballerina di danza classica è il suo sogno sin dall'infanzia. Danzare l'ha sempre fatta sentire viva, e lei ha assecondato in tutti i modi questo amore artistico. frenato - purtroppo bruscamente - da un avvenimento esterno che ha spezzato questi sogni, il suo innegabile talento e una brillante carriera, lasciandole non soltanto segni visibili sul corpo ma ancor di più nel cuore.

Ma è davvero tutto finito per Michele e Greta, o c'è ancora tempo e modo per riappropriarsi dei propri sogni?



CONCEDERE UNA SECONDA OPPORTUNITA'...

Un aspetto molto bello ed importante che emerge tra le pagine di questo libro è di certo il fatto che l’Autrice, in qualche modo, permetta ad ognuno dei personaggi di “riscattarsi” dando loro la consapevolezza che ci sono cambiamenti da fare nella propria vita per dimostrare a chi si ama che si è cambiati, che non si faranno più gli stessi errori e che, insomma, anche le persone più difficili possono cambiare ed hanno bisogno che venga loro concessa la possibilità di redimersi...!
Del resto, è innegabile che anche chi adotta condotte discutibili ha, a modo suo, delle ragioni che lo hanno motivato ad agire: dietro ogni persona e dietro ogni comportamento, anche il più riprovevole, c'è sempre un vissuto che - se non va giustificato perchè ogni azione, compresa quella sbagliata, è comunque frutto di una volontà e ciascuno si deve prendere responsabilità di ciò che fa - va quanto meno compreso e, chissà, anche appunto perdonato.



L'ALZHEIMER: UNA MALATTIA CHE SPAZZA VIA TUTTO: RICORDI, IDENTITA', LEGAMI...  MA ANCHE I RANCORI?

Nel libro di Viviana Picchiarelli c'è un'altra tematica importantissima: la malattia degenerativa dell'Alzheimer, che inevitabilmente pone davanti al problema di prendersi cura di chi soffre di questa debilitante e triste patologia, che man mano si allontana sempre più da se stesso, dal mondo che lo circonda, dai propri cari; a caratterizzare la vita di un malato di Alzheimer, man mano che la malattia progredisce, sono i vuoti, l'assenza di memoria, emozioni, e la persona cara che ne è affetta diventa via via un guscio vuoto, fragile.

E se prendersi cura è già difficile in condizioni "normali", quanto lo di più è per chi è chiamato a stare vicino a un famigliare con cui non ha mai avuto buone e serene relazioni?
Come fare per prendersi cura di chi ci ha fatto del male nel corso della vita?
Sapere che adesso questa persona è bisognosa, fragile, indifesa come un bambino incapace di essere autonomo, basta per riabilitarla ai nostri occhi, a spazzar via i sentimenti negativi sviluppati nei suoi confronti?

Non è facile perdonare chi ci ha fatto del male, chi con il proprio atteggiamento autoritario, o con la propria freddezza, ha contribuito ad amareggiare la nostra vita.
Non è facile per Michele nei confronti del padre e anche della nonna, e non lo è soprattutto per Enrico verso la propria anziana madre, Olivia. che come madre non è stata proprio un esempio di affettuosità, in special modo verso di lui: Enrico non ricorda di aver mai ricevuto un gesto d'amore, una tenerezza, uno sguardo dolce da parte di questa donna e madre autoritaria; tutt'altro, ciò che ricorda bene è l'indifferenza, che forse ferisce ancor più della cattiveria.
Ed ora che Olivia è vecchia e malata, suo figlio saprà concederle il perdono e avvicinarsi a lei, dandole quell'amore che da lei non ha mai ricevuto?




Come potete vedere voi stessi, 

"Il rubino intenso dei segreti" è un romanzo che getta luce su tanti argomenti delicati e che facilmente possono far parte della vita di ciascuno di noi, e li affronta in modo sensibile e profondo.


Lettore, lasciati coinvolgere anche tu dalle tante emozioni
 contenute in questa storia!

Vi rimando quindi alla prossima ed ultima tappa,
ospitata dal blog "La ragazza in rosso".


,

Termino col riproporvi la mia recensione di questo bellissimo romanzo, condivisa sul blog a fine gennaio:

IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI di Viviana Picchiarelli


Immagini prese da: The Nation e https://www.desktopnexus.com/

giovedì 16 marzo 2017

Recensione: L'INCANTESIMO DELLE CIVETTE di Amedeo La Mattina



Un’estate ricca di avventure in cui il giovane protagonista si affaccia alla vita adulta, scoprendo tante cose che lo faranno crescere: l’amore, l’amicizia… e la mafia.


L'INCANTESIMO DELLE CIVETTE
di Amedeo La Mattina


Ed. E/O
176 p
15 euro
2016
E’ l’estate del 1967 a Partinico, in Sicilia, dove vive il 14enne Luca Lamanna, un ragazzino di buona famiglia che odia libri e scuola e che passa il tempo libero in compagnia di amici che, come lui, appartengono alla medesima banda capeggiata dal carismatico leader Sasà: i Guerrieri della Rocca, tutti ragazzini di famiglie agiate e in vista nel paese, perennemente in guerra con l’altra banda, i Mezzocuore, formata invece da ragazzacci brutti, sporchi e poveracci, con a capo lo storpio e gigantesco Saverio (chiamato Maciste per la mole),  con i quali si contendono il campetto per giocare a calcio.

Ma quell’estate non sarà come le altre né per Luca per i suoi compaesani.
Infatti, un giorno arrivano “le Civette”: a Partinico il regista Damiano Damiani ha deciso di girare un film, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, “Il giorno della civetta”, che nel cast ha due attori d’eccezione: l’affascinante Django, Franco Nero, e la bellissima Claudia Cardinale.

Tutti in paese sono elettrizzati dalla novità, in primis il nostro Luca, che ha la fortuna di vedere da vicino gli attori perché alloggiano a casa di un suo amico.
E se Franco Nero stimola la curiosità soprattutto delle signore, risultando scontroso e antipatico a Luca, a rapirgli completamente il cuore è lei, la star più bella e acclamata del momento: Claudia, di cui il giovanotto si innamora perdutamente, cui pensa ogni minuto, cercando sempre nuove occasioni per parlarle o per farle piccoli favori.

Le riprese portano una ventata di fresche novità in questo placido paesotto in cui la vita scorre tale e quale tutti i giorni: gli esercizi commerciali guadagnano di più, le ragazze cominciano a vestire con più modernità, molti ragazzi ottengono piccoli ruoli di comparsa e si sentono importanti…: insomma, tutto sembra bello:

“La normale incoscienza adolescenziale si mescolava alla mia innata voglia di sognare e le Civette avevano messo le ali alla mia fantasia. Non era il cinema che mi affascinava. A colpirmi erano quelle persone, venute da un altro pianeta, che aveva travolto le regole morali, lo stile di vita, il modo di parlare, vestirsi, perfino di muovere il corpo. Era il cinema che si faceva vita quotidiana”.

Ma non a tutti il film – o meglio, la storia che racconta – va giù…
Basta che qualcuno cominci a chiedersi: “Sì, ma di che parla ‘sto film?” perchè qualcosa cambi.
Qualcun altro, imbarazzato, prova a spiegare che “il film della civetta” è la storia di un capitano di carabinieri che si trova a indagare su un delitto… “Cose di mafia”, in pratica; ok, sullo sfondo, ma sempre mafia è.

La parola mafia non andrebbe neppure pronunciata perché è una favoletta, mica esiste davvero, e al boss di Partinico, un certo Sugnuruzzu, si rizzano le antenne e comincia a interessarsi a questo film dalle idee pericolose.

Pericolose e strane come quelle di quel rompiscatole di Danilo Dolci, che non si fa i fatti suoi, e anche come lo stesso maestro Sciascia, autore di questo benedetto Giorno della civetta.
Bisogna intervenire: Liborio, un perditempo, sborone aspirante mafioso, a servizio del boss, si prende l’impegno di organizzare un rapimento, ma non uno qualsiasi, bensì uno convincente che faccia capire alla troupe di Damiani che deve “sloggiare”, che a Partinico non sono più ben graditi, perché sono civette del malaugurio.

E quale migliore avvertimento che rapire il pistolero Django, Franco Nero?
Quando Luca viene a sapere di questo piano, si mette in testa di mandarlo all’aria, non tanto per Django quanto per non dover vedere partire la “sua Claudia”, che lo chiama “Occhi belli” con la sua voce incantevole, che gli sorride e lo guarda con il suo sguardo malizioso e intanto gli affettuosamente scompiglia i capelli.
Luca non può permettere che lei vada via:

“Non era solo Claudia che mi sarebbe mancata maledettamente, era quell’atmosfera, il rumore creativo di uomini e donne impegnati a dare forma, colore, voce e luce a un libro, a un’idea, a una denuncia. La magica porporina che era stata sparsa nel’aria mi era entrata nelle narici rimanendo appiccicata sula pelle. (…) sentivo attorno a me sbarre invisibili che mi veniva voglia di spezzare”.

Similmente al giovanissimo e simpatico protagonista di “La mafia uccide solo d’estate”, Luca viene finalmente a contatto con il “fenomeno mafia”: cos’è? Chi ne fa parte? Ma poi, esiste davvero?
E cosa può importare a questa mafia di un film? Forse l’argomento sollevato da Sciascia è scomodo per qualcuno?

“L’incontro” con Sciascia, attraverso la lettura del romanzo in questione farà scattare una sorta di campanello nella mente di Luca, portandolo a chiedersi perché questo scrittore sia malvisto dai siciliani; forse perché egli è, come dice il padre del ragazzo, “la coscienza critica dei siciliani perbene, è il grillo che parla poco ma svela verità ce a noi siciliani danno fastidio”?

È un’estate che forma e fa crescere il nostro Luca, perché in quel mese afoso d’agosto fa tante piccole ma importanti scoperte: l’infatuazione per la bella star del cinema; l’esistenza della mafia; il valore dell’amicizia a prescindere dal ceto sociale, perchè a volte ci sono amici anche lì dove non credevi potessero essercene ed il vero amico è chi viene in tuo aiuto sempre.

E come lo scopre tutto questo?
L’Autore, a un certo punto della narrazione, nel raccontarci quello che è poi il momento clou della storia, mescola le carte, confonde il delirio e il sogno con la realtà, ma ciò che conta è che Luca ne uscirà diverso, più maturo e prenderà coscienza di quei fili invisibili ma reali (pregiudizi, omertà, ignoranza, mentalità chiusa, tutto ciò che in generale è un riflesso dello spettro della mafia) che finora sono stati i confini del suo mondo, ma che oltre i quali, oltre certi muri e certe sbarre, c’è tutto un mondo più grande e interessante da scoprire.

Fa sorridere di simpatia e tenerezza lo sguardo innocente, ingenuo ma anche intelligente del giovane protagonista che davanti a qualcosa di tanto più grande di lui non si paralizza dalla paura (incoscienza della gioventù?), ma oppone l'atteggiamento testardo di chi vuol capire, forse anche ribellarsi (a modo suo) a quelle cose di cui si parla a bassa voce o che si finge di non vedere e che invece, a ben guardare, influenzano la vita di tutti.

“L’incantesimo delle civette” è un bel romanzo di formazione, piacevolissimo per stile e trama, oltre che in virtù del punto di vista del protagonista-narratore, con i cui occhi stupiti e onesti guardiamo tutto ciò che accade, e sembra anche a noi  di vivere il fascino del cinema e delle novità eccitanti di cui è portatore; è un libro intriso di "sicilianità", a cominciare dal linguaggio (l'uso diffuso del dialetto siculo non interrompe affatto la fluidità della narrazione, ma la vivacizza e ci avvicina al contesto), e poi per i personaggi stessi, rappresentativi di quegli anni e di quella bella Sicilia dove “piante e fiori facevano e fanno ancora fatica a crescere tra le pietre”.
Una Sicilia da amare e da cambiare, sempre in meglio.

Una bella lettura, mi ha rapita e catapultata in questo paesino del Sud degli anni ‘60, trasmettendomi simpatia per le avventure adolescenziali del protagonista e per i suoi pittoreschi compaesani, ammirazione per il coraggio incosciente di cui Luca è pronto ad armarsi pur di non veder andar via il “suo amore”, e una gradevole nostalgia che sta lì acquattata sin dall’inizio e che si fa avanti in modo evidente nelle ultime pagine lasciando a noi lettori, come all’adulto Luca narratore, il profumo e l’incantesimo indimenticabile delle Civette di un’estate speciale del 1967.

mercoledì 15 marzo 2017

Blogtour-Giveaway del Romanzo di Fantascienza “Ancients – Il Grande Freddo” di Luigi Viagrande



Carissimi lettori, dal 6 marzo è in corso il blogtour che presenta tanti contenuti originali in anteprima del romanzo fantascientifico “Ancients – Il Grande Freddo” di Luigi Viagrande; oltre a conoscere meglio il libro in questione, ci sarà un giveaway finale, che mette in palio il libro cartaceo + l'ebook!

Forza, partecipate!! ^_^

Intanto partiamo dalla presentazione del romanzo!

Ancients – Il grande freddo
di Luigi Claudio Viagrande



Editore: autopubblicato 
Data di uscita: 04/11/2016 
genere: Fantascienza, Avventura
Pagine: 440
Prezzo: in offerta fino al 16 marzo a 0.99€! 

Ebook su: Amazon (bit.ly/AncientsA) 
e le più importanti librerie digitali



Trama

In un mondo devastato da un virus letale, Liam Cooper è un ragazzo di appena 27 anni che vive un'esistenza mediocre ma al riparo dal virus all'interno della città-cupola di Nuova Yermo. 
La sua vita cambierà quando il professor Graham, leader della congrega dei Sapienti, decide di trasferirlo nella prestigiosa Università di Pahrump, luogo dove si formano le menti che, in un futuro ancora distante e incerto, riusciranno a debellare il virus dalla faccia della terra. 
Per sempre. 
Qui Liam viene a conoscenza di una inquietante verità; il virus sta rapidamente conducendo il globo verso un tragico epilogo. 
Il processo non è irreversibile e Liam affronterà un viaggio crudele e pericoloso nell'estremo tentativo di salvare le poche persone ancora in vita. 
Conoscerà un mondo dominato dalla malvagità e dalla crudeltà dell'uomo e scoprirà che la verità è ancora più agghiacciante di quanto sembri. Fuori c'è ben altro, una realtà più oscura e terribile del virus stesso.



Calendario del blogtour:



6/3/17 - UNIVERSI INCANTATI 
ESTRATTO DEL LIBRO


7/3/17 - IL MONDO DI SOPRA 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 1


8/3/17 - PECCATI DI PENNA 
ESTRATTO DEL LIBRO


9/3/17 - LA FENICE BOOKS 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 2


10/3/17 - GLI SCRITTORI DELLA PORTA ACCANTO 
ESTRATTO DEL LIBRO


11/3/17 - MY SECRET DIARY 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 3


13/3/17 - IL FLAUTO DI PAN 
ESTRATTO DEL LIBRO


14/3/17 - IL BOSCO DEI SOGNI FANTASTICI 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 4


15/3/17 - CHICCHI DI PENSIERI 
ESTRATTO DEL LIBRO


16/3/17 - LA LETTRICE SEGRETA 
ESTRATTO DEL LIBRO



Il Contenuto Originale di oggi è l'estratto n°5: 

"Quando le luci si accesero nella sala blu, Logan era preparato. Ed era preparato anche quando le turbine nel sottosuolo ruggirono e poi fischiarono. Era difficile non avere paura, certo, an-che perché Liam non aveva voluto dirgli cosa sarebbe accaduto, ma solo che sarebbe stato molto doloroso.
Mentre il fischio saliva di intensità, lui chiuse gli occhi. Strinse la cintura tra i denti e cercò di fare come Liam gli aveva suggerito: liberare la mente. Tuttavia non fu una cosa possibile per-ché la scarica elettrica che gli attraversò il corpo venne improvvisa e fu rapida. La piattaforma ai suoi piedi e quella sopra la sua testa fungevano da elettrodi. La corrente era generata dalla piastra superiore, attraversava il corpo del soggetto e si scaricava al suolo. L’intensità della corrente non era tale da uccidere un uomo ma era abbastanza forte da farne contrarre i muscoli. Logan urlò di dolore e la mascella si serrò attorno alla cintura.
La procedura durò pochi secondi e, quando le luci si spensero, il fischio scemò e Logan stramazzò al suolo. Era normale. Poi vennero le convulsioni e la bava alla bocca, e anche quello era normale."

                            CLICCA QUI

martedì 14 marzo 2017

Frammenti di ROSSO ISTANBUL (libro)



Brevi estratti presi dal suggestivo e malinconico ROSSO ISTANBUL di Ferzan Ozpetek.


"Si lasciano mai le case dell’infanzia? Mai: rimangono sempre dentro di noi, anche quando non esistono più, anche quando vengono distrutte".

"«Impara dai fiori a essere paziente, ad aspettare.» Perché i fiori lo sanno, che dopo un gelido inverno arriva la primavera. Bisogna solo avere pazienza, credere nelle proprie forze."



"...adesso so che è questo il punto dell’amore: avere qualcuno che ti aspetta davanti alla porta, la sera. Qualcuno che ti abbraccia. Qualcuno tra le cui braccia, anche se solo per un giorno e non per sempre, ti senti a casa."


"Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile."

"Ci sono persone troppo fragili, ed è proprio questa la loro debolezza ma anche la loro bellezza: un’immensa fragilità, quasi fossero fatti di cristallo, così trasparenti e luminosi, ma difficili da maneggiare, anche per gli altri. Non resistono agli urti della vita, agli ostacoli, agli ammaccamenti, alle cadute."

"«Lo sapevi che in Giappone, quando si riparano le ceramiche rotte, non si nasconde il danno ma lo si sottolinea, riempiendo d’oro le linee di frattura?» (...) «Perché credono che quando qualcosa ha subìto un danno e ha una storia, diventi più bella.» Riluci d’oro dove la vita ti ha scheggiato."

"Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi, accettando la realtà. E solo così cambiarla. Muoversi da fermi, o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l’altro."


lunedì 13 marzo 2017

Recensione: L'EMOZIONE IN OGNI PASSO di Fioly Bocca




Alma e Frida sono due donne che hanno, seppur in modo differente, perduto l'amore e smarrito ciò che dava senso della propria esistenza; per ritrovarlo decidono di partire per un viaggio speciale; il Cammino di Santiago, che diventa non solo un viaggio reale, ma ancor più metaforico, “spirituale”, di rinascita.


L'EMOZIONE IN OGNI PASSO
di Fioly Bocca


Sullo sfondo di questa storia narrata da Fioly Bocca vi è il Cammino di Santiago, intrapreso - ormai fin dal Medioevo - da tantissimi pellegrini per tante e diverse ragioni: un desiderio, una speranza, un dolore da lasciare andare.

Alma ha una ragione profonda che la induce a chiudere per qualche settimana la sua libreria nel cuore di Bologna e a partire: sta cercando di dimenticare Bruno, ma in realtà sono proprio i suoi appunti su un foglio spiegazzato a guidarla passo passo lungo il Cammino
La storia tra lei e il suo innamorato purtroppo si è interrotta a causa della lontananza.
Lui, infatti, vive nel Monferrato e fa il contadino: ama lavorare la terra, vivere immerso nella natura, allevare gli amati animali ed è consapevole che, per quanto ami la sua Alma, se dovesse lasciare la propria vita per amore, non sarebbe più l’uomo che è e in città si sentirebbe un pesce fuor d'acqua; e neanche se la sente di chiedere a lei di lasciare la libreria – aperta con sacrifici e fatica – per andare a vivere in campagna, perché spezzerebbe i suoi sogni e sarebbe una richiesta egoistica.

I due innamorati sono destinati a lasciarsi, coscienti che una storia a distanza è improponibile e logorante?

Per ora, pare di sì, ed allora, zaino in spalla, in compagnia di un quadernetto su cui scrivere sensazioni, pensieri, speranze, riflessioni, Alma intraprende questo cammino, sperando di ritrovare se stessa, di capirsi meglio ma anche di ritrovare lui, il suo amore perduto… Chissà, magari, un giorno si ritroveranno per non lasciarsi più, oppure capiranno che dovranno rassegnarsi a vivere lontani.

Frida invece è una psichiatra che vive a Torino e che ha di recente vissuto il dolore e il lutto per la perdita del proprio marito (morto mentre svolgeva il proprio lavoro di medico in Siria); dopo questo fatto terribile non si sente più in grado di occuparsi degli altri. 
Il dolore per aver perduto il suo compagno, il suo unico amore, è forte, e Frida non sa se riuscirà mai a sopportarlo, a rassegnarsi, così decide di intraprendere un doppio viaggio per riappropriarsi di sé e del suo Manuel. Anzitutto, va in Portogallo, decisa ad incontrare le persone che hanno contato per Manuel, prima che loro due si conoscessero, per parlare con loro e conoscerlo ancora più in profondità.
In seguito, decide di percorrere il Camino...

Alma e Frida si incontrano al termine di una lunga giornata di marcia a Puente de la Reina. Sono due donne totalmente diverse, ma tra loro nasce una bella amicizia, che sarà motivo di consolazione e forza.
Insieme scopriranno che la condivisione della fatica, dei momenti di solitudine e del dolore spesso anticipa un miracolo, perché scandisce il proprio tempo e influenza il destino di chi lo compie in modi che nessuno può prevedere.


Perché il Camino è così: è solitudine e condivisione; è simbiosi con la natura aspra e selvaggia, con il proprio corpo affaticato per il cammino e per la sete, è entrare in rapporto con la parte più interna di sé, fatta di dubbi, incertezze, paure, per cercare di farle emergere ed esorcizzarle.
Il cammino è fatto di tappe attraversate come viandanti solitari, alle prese con se stessi, ed altre in cui ci si incrocia con altri pellegrini, e con loro si condivide un pezzo di sé o anche solo semplicemente una pacca sulla spalla, un pezzo di pane, e questo basta a incoraggiare a riprendere il cammino nonostante i polpacci doloranti, in vista della sospirata meta.

Alma e Frida, ognuna a modo suo, mettono alla prova se stesse e il loro amore, e Frida in particolare dovrà far pace con le proprie emozioni di rabbia e frustrazione per questo marito così amato che non le sarà più accanto.
Lei, che è così granitica e pragmatica, da sempre pronta a far ricorso alla scienza per rispondere alle esigenze e ai traumi dei propri pazienti, saprà trovare le risposte per se stessa, ritornando a vivere pienamente la propria vita nonostante l’assenza di Manuel?

“Scrive Eluard: <<T’amo per tutte le stagioni che non ho vissuto>>. Io ti amo nonostante tutte quelle che ho vissuto lontano da te.”

Bruno ed Alma si amano davvero e una parte di loro vorrebbe vivere questo sentimento senza intoppi, totalmente, ma sono allo stesso tempo consapevoli di come l’amore abbia bisogno di libertà e non di gabbie ed imposizioni, di rinunce che tarpano ali e sogni individuali.
Entrambi, quindi, dovranno intraprendere un cammino che li aiuti a capire cosa vogliono davvero, e questo sarà possibile se lo faranno da soli per conto proprio, lasciando che sia il Caso, o il Destino, o Dio, a fare la propria parte, e se l’uno è davvero l’anima gemella dell’altra, di certo prima o poi le loro strade si incroceranno.

Considerazioni

Quella narrata da Fioly Bocca è una storia di rinascita dalle ceneri in cui di sovente la vita ci getta e dalle quali bisogna risorgere con determinazione.

“L’emozione in ogni passo” è un romanzo dalle atmosfere intime, che scava nei sentimenti, negli stati d’animo, nelle speranze, nelle paure, nei sogni delle sue protagoniste (e del lettore sensibile), ed è denso di passaggi molto belli, che fanno riflettere sulla vita, l’amore, le perdite, le coincidenze che spesso creano incontri, situazioni e dinamiche inaspettate, alcune volte dolorose altre confortanti.

Succede che nel corso dell’esistenza ci si perda a causa di un dolore, di una separazione, ma Alma e Frida ci dicono che non serve abbattersi e restare ancorati al passato, piuttosto bisogna avere il coraggio di alzare il capo e guardare avanti a sé, perché di certo un nuovo cammino ci aspetta: però dobbiamo muoverci e partire, il resto verrà passo dopo passo.


Mi è piaciuto questo romanzo perché l’Autrice riesce ad essere piacevole e scorrevole nello stile pur essendo anche molto profonda; ho apprezzato questa doppia valenza del viaggio, che non è solo un percorso fisico fatto di tappe, ma soprattutto un cammino dentro se stessi, per raggiungere consapevolezze importanti, perché “la distanza non è quella dei chilometri messi sotto le scarpe, ma quella da percorrere per avvicinarsi a sé.”





Obiettivo n.25
 
Un libro che parli di viaggi 



Novità dalla Case editrici



Buongiorno,lettori ;))

Stamattina ho qualche segnalazione arretrata da condividere! :=)


Una Berlino spaccata in due, una storia d'amore, un omicidio, un passato doloroso nel giallo d'esordio di Paolo Moretti

UNA CREPA NEL MURO
di Paolo Moretti


goWare Ed.
Berlino, 1961. Mentre fervono in gran segreto i piani per la realizzazione del Muro, nel quartier generale della Stasi un alto funzionario della polizia politica della Germania Est si compiace di aver assoldato una nuova spia che l’aiuterà a stroncare un tentativo di fuga verso Berlino Ovest.
Oltre cinquant’anni dopo, in Italia, un uomo viene ucciso a colpi di pistola.
Chi è? Chi lo ha ucciso? E perché?

In un continuo spostamento spazio-temporale le vite dei protagonisti di Una crepa sul muro, il romanzo d'esordio di Paolo Moretti, edito da goWare, si intrecciano con le drammatiche pagine della storia del Muro.

Tempo e luoghi cambiano capitolo dopo capitolo, passando da una Berlino alle prese con la sua dolorosa storia e i suoi protagonisti in cerca di riscatto a un misterioso angolo d’Italia – mai espressamente rivelato - dove passato e presente si ricongiungono. E il giallo trova soluzione.

L'AUTORE
Paolo Moretti è giornalista per passione e per professione. Il suo primo libro, La cicogna che sconfisse l’aviaria (Infinito Edizioni), racconta l’adozione della figlia. Con Stefano Ferrari ha pubblicato I 30 passi. La vera storia della strage di Erba (edizioni La Provincia) e con Francesco De Filippo Mafia padana (Editori Riuniti), sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Nord Italia.
Una crepa nel muro è il suo primo romanzo.


È in libreria il nuovo romanzo dello scrittore e cantautore svizzero Max De Stefanis, edito da Mjm e distribuito in Svizzera e in Italia.

SEGUI IL TUO RESPIRO
di Max De Stefanis


Ed. Mjm
«Segui il tuo respiro" non è solo un romanzo, ma in primo luogo un'esperienza assolutamente sconvolgente, paragonabile a quella di chi si trova sopra un treno lanciato a tutta velocità a causa della rottura dei freni e deve decidere se buttarsi fuori, sperando di salvarsi, oppure accettare il proprio destino, raggomitolandosi in posizione fetale per prepararsi allo schianto»

Così Max De Stefanis descrive la sua ultima fatica letteraria, che a pochi anni di distanza dal libro di esordio "Show Surprise" (2013), consacra l'autore al filone del genere distopico.

Suspense e mistero, introspezione ed erotismo, ma anche ironia, provocazione e critica sociale sono gli elementi che fanno di "Segui il tuo respiro" un'opera innovativa e destabilizzante, dove trovano spazio lungimiranti riflessioni sulla società contemporanea e sulle insidie dell'avanzamento tecnologico, con le inevitabili ripercussioni sulle relazioni umane e sui valori annessi.

Al centro della storia, ambientata tra il 2022 e il 2023, ci sono le vicende di Ivan Manzato, professione FPA, ovvero funeral planning agent, che stanco della routine quotidiana cercherà di dare una svolta alla propria esistenza. Determinante, in questo senso, sarà l'incontro con la misteriosa Coline, con la quale Ivan scoprirà l'amore e si troverà ad affrontare accadimenti imprevedibili che sveleranno di volta in volta inaspettati e inquietanti retroscena.


«”Segui il tuo respiro” nasce dall'idea di raccontare il mondo che ci circonda attraverso le vicende dei due protagonisti, mettendo l'accento sulle relazioni tra le persone, sui sentimenti e sull'eros, in un contesto sociale caratterizzato dalla rapidità e dalla superficialità dei rapporti» spiega l'autore, «Non è facile, però, raccontare il presente in cui si è immersi. Per questo motivo la storia è ambientata in un futuro prossimo, in quanto la"sfasatura" temporale permette di accentuare alcune tendenze sociali attuali, in alcuni casi drammatizzandole, allo scopo di indurre il lettore a riflettere. Allo stesso modo, amo servirmi della distopia per estremizzare alcuni degli aspetti più inquietanti della nostra era, in primis il controllo e la manipolazione mediatica e culturale a cui siamo soggetti quotidianamente e che rischia di trasformare le nostre vite in un grottesco reality horror».


L'autore.
Max De Stefanis è uno scrittore e cantautore svizzero. I principali temi affrontati nelle sue opere sono le trasformazioni e le derive adolescenziali, l'homo technologicus e gli scenari distopici connessi, la critica nei confronti dell'industria culturale e, in chiave più propositiva, la prefigurazione di una società più consapevole, compassionevole e illuminata. Max è anche docente di scuola media. In questo ambito, da diversi anni propone progetti mediatici, tecnologici e teatrali a partire da laboratori di scrittura creativa. Infine, da oltre venticinque anni pratica la meditazione buddhista e da diverso tempo si occupa di terapie olistiche (riflessologia, cromopuntura, massaoterapia).



Contatti:



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E concludo con l'ironia e il romanticismo di questo Young adult sentimentale...

IL CUORE FRAGILE DI UNA STREGA
di Adele Ross



in ebook anche GRATIS con KindleUnlimited 


C'era una volta un principe e c'era una volta una strega.
Ma questa non è una favola. O forse sì?
Charlotte è una strega. Almeno tutti lo pensano.
Ethan è ciò che si avvicina di più all'idea di principe azzurro.
Jason è il migliore amico di Ethan ed è un bad boy.
Theo è il perfetto fidanzato di Charlotte ma le cose, a volte, non sono come appaiono...
perché non sempre le streghe sono cattive e non sempre i principi sono azzurri.
Un istituto scolastico prestigioso, un gruppo di ragazzi ricchi e viziati,
un segreto inconfessabile, un musical e il percorso di crescita di una ragazza che rifiuta ogni regola
e che ha deciso di andare contro ogni convenzione...
ma che vuole diventare donna, anche se diventare adulta la spaventa da morire...
Dall'autrice di Tutta colpa del matrimonio e di Tutta colpa di San Valentino, una storia d'amore e di crescita interiore.

domenica 12 marzo 2017

Citazione sui libri in "L'emozione in ogni passo".



L'amore per i libri in "L'emozione in ogni passo".

Come non ritrovarsi in queste parole pronunciate da una delle protagoniste, Alma?


"Crescendo, ho capito quale sarebbe diventata la mia vera vocazione: i libri.
 (...) Ho cominciato ad amarli più tardi, quando nelle parole seminate tra le pagine ho trovato un modo mio di stare al mondo. Come se leggere mi saziasse una sete e la alimentasse allo stesso tempo. Ogni libro mi faceva il solletico in qualche posto diverso e riconoscevo pensieri che non sapevo d'avere. I miei pensieri in mezzo a quelli degli altri: non è un prodigio? Faccio spesso un gioco, penso a una domanda e apro il volume che sto leggendo a una pagina a caso per avere la risposta: i libri si lasciano interrogare."

sabato 11 marzo 2017

Frammenti di ... "L'emozione in ogni passo"



Buongiorno e buon sabato, carissimi!

Vi lascio con qualche brano estratto dal romanzo "L'emozione in ogni passo", denso di passaggi e frasi significative sulla vita e su tutto ciò che le da un senso, in primis l'amore.


"L'nnamoramento è uno strappo, non una cucitura. Quelle sono per i sarti e per chi s'accontenta. Non si ama per convenienza, ma nonostante
Nonostante l'età, la religione, l'appartenenza. La distanza.
L'amore non è amore se non c'è un nonostante da circumnavigare. (...)
Scrive Eluard: <<T'amo per tutte le stagioni che non ho vissuto>>.
Io ti amo nonostante tutte quelle che ho vissuto lontano da te".





"Scrive Calvino: <L'orizzonte è deserto. Non ci sei che tu. Tu sei l'orso e la grotta. Perciò io sto ora accucciata tra le tue braccia perchè tu mi protegga dalla paura di te>>.
Lo faccio anch'io, a tua insaputa: allarga le braccia!"

venerdì 10 marzo 2017

Dietro le pagine di: LA FELICITA' E' UN BATTITO D'ALI (The painted bridge) di Wendy Wallace



Uno degli ultimissimi libri letti e recensiti qui sul blog è il bel romanzo LA FELICITA' E' UN BATTITO D'ALI (The painted bridge) di Wendy Wallace che catapulta il lettore nell'Inghilterra vittoriana.
In sintesi, il libro narra di una giovane donna che viene rinchiusa dal prepotente marito in un istituto che si fregia di aiutare donne "stressate" e un po' fragili, ricoverandole per breve tempo, ma in realtà è un manicomio a tutti gli effetti, in cui si praticano "terapie" davvero poco umane...

La protagonista cercherà di riconquistare la libertà.



Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? 
Qual è stata la fonte di ispirazione?".



La storia è ambientata nella Londra del 1859, anche se la maggior parte di essa avviene tra le mura di questo istituto psichiatrico.


Da cosa la nostra Autrice ha preso l'ispirazione per la storia? 

Le fonti cui ha attinto sono state diverse.
Tempo prima aveva trascorso un Natale a Caernarvon, sulla costa nord del Galles e letto qualcosa sui naufragi purtroppo registratisi al largo di quelle spiagge, su cui passeggiò nelle giornate invernali in cui si trovò lì. 

Più o meno nello stesso tempo, si è imbattuta anche nel lavoro del dottor Hugh Diamond (1809 - 1886), uno psichiatra dell'età vittoriana convinto che l'allora innovativa scienza della fotografia potesse essere utilizzata per "leggere" ed interpretare la malattia mentale basandosi sulle caratteristiche del viso. 

Dal 1848 al 1858 il Dr. Hugh Welch Diamond ha scattato delle fotografie per documentare le espressioni facciali di pazienti affetti da disturbi mentali presso il Surrey County Asylum in Inghilterra, dove è stato sovrintendente del dipartimento femminile. 

Egli credeva che lo stato mentale del paziente si manifestasse nella sua fisionomia e affermava di usare queste fotografie per aiutare a diagnosticare i disturbi psichiatrici. 
Sebbene egli avesse pubblicato un documento su questo argomento, i risultati pratici di questa "fototerapia" sono rimasti sconosciuti. 
Da dilettante appassionato di fotografia, Diamond ha fatto il suo primo scatto appena tre mesi dopo che William Henry Fox Talbot introdusse la sua invenzione della fotografia nel 1839. 
Nel 1853, la Photographic Society di Londra è nata da questo gruppo; Diamond è stato uno dei membri fondatori.

Il dottore ha ispirato il personaggio di Lucas St Clair.

Ma riprendiamo il percorso che ha portato alla nascita del romanzo.
Leggendo tutte queste informazioni, un'immagine persistente le è balzata nella mente, cioè quella di una donna che aveva delle visioni. 

Questi elementi sono stati le fondamenta di quello che poi è diventata la storia di Anna. 

La scelta del titolo originale, molto distante da quello scelto dalla Piemme, prende a sua volta ispirazione da un ponte vero (e "falso" insieme!), nel parco di Kenwood House, nel nord di Londra, dove lei era solita passeggiare regolarmente. 
Si tratta di un ponte che.... non è quello che sembra! Ed infatti questo aspetto è presente nel libro, ma non vi svelo di certo in che senso perchè sarebbe uno spoiler bello e buono ^__-


fonte 
ponte a Kenwood House


Il ponte del titolo, ad ogni modo, simboleggia la ricerca della via di fuga da parte di Anna per poter abbandonare il posto infernale in cui è stata rinchiusa e che la sta uccidendo dentro e fuori.

La metafora di 'trovare un modo per...' attraversa tutto il romanzo. 

La fotografia gioca un ruolo importante nella storia e la Wallace ha fatto delle ricerche in merito.

Ha visitato l'archivio del Bethlem Royal Hospital per vedere le fotografie di pazienti donne del 19° secolo; ha partecipato anche ad un workshop sul collodio umido (insieme di procedimenti fotografici storici che utilizzavano il collodio come legante per emulsioni fotosensibili) e questo le ha permesso di imparare delle cose sulle sostanze chimiche, a cominciare dall'odore e dal saperle distinguere sulla base di esso; non solo, ma ha provato la sensazione della lastra di vetro nella mano, e il fatto che il fotografo, nello scattare le sue foto, vedesse l'oggetto del proprio lavoro a testa in giù, le ha suggerito delle scene non irrilevanti della storia.


bethlem royal hospital


Accanto ad Anna Palmer, la protagonista, altri personaggi si sono via via sviluppati, crescendo durante la fase di scrittura e ad ognuno, come tessere di un mosaico, alla fine l'Autrice da il proprio giusto posto, anche in vista del finale, che in un certo senso "ricompone" e mette a posto tutto.

A "The Painted Bridge" è seguito un altro libro con al centro una storia ad esso collegata, "The Sacred River" che racconta della sorella di Anna Palmer, Louisa Heron, e di sua figlia Harriet. 

Di seguito il trailer ispirato al romanzo.




info prese traendo spunto da:

http://www.getty.edu/
http://wendywallace.co.uk
http://jayneferst.blogspot.it

Per chi volesse dare un'occhiata alle foto scattate da Diamond:

https://www.tumblr.com/tagged/hugh-welch-diamond
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