L'autore non si limita ad analizzare l'aspetto musicale ma ancor più la capacità comunicativa, lo spessore artistico e l'evoluzione che negli anni hanno caratterizzato la musica di Baglioni
CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia
Fratelli Frilli Ed. 176 pp 12.90 euro |
La lettura di questo trattato è stata davvero interessante per me che sono "baglioniana" da ormai molti anni.
Ripercorrere la brillante carriera del cantautore romano me l'ha fatto apprezzare (se mai ce ne fosse bisogno!) ancora di più perchè inevitabilmente la disamina di Jachia mi ha indotta a considerare (ancora una volta) e a soffermarmi su alcuni aspetti fondamentali che hanno contrassegnato l'evoluzione artistica del protagonista di queste pagine, Claudio Baglioni appunto.
Ripercorrere la brillante carriera del cantautore romano me l'ha fatto apprezzare (se mai ce ne fosse bisogno!) ancora di più perchè inevitabilmente la disamina di Jachia mi ha indotta a considerare (ancora una volta) e a soffermarmi su alcuni aspetti fondamentali che hanno contrassegnato l'evoluzione artistica del protagonista di queste pagine, Claudio Baglioni appunto.
Si parte dagli inizi, dal '70, quando esce "Un cantastorie dei nostri giorni", da "Signora Lia", una canzone che nella sua semplicità e immediatezza ci fa capire come già da giovanissimo Claudio scrivesse testi che parlavano di vita quotidiana, di persone "normali", di scene di vita di ogni giorno che arrivano a noi come se stessimo guardando una fotografia.
Inevitabile passare per quella che è stata definita "la canzone del secolo" e che molto probabilmente è, per tanti, il primo brano che viene in mente quando si nomina Claudio: Questo piccolo grande amore, una canzone che parla di un amore giovanile romantico e che è da sempre definita una canzone popolare, sciropposa, melensa.... e purtroppo questa etichetta Baglioni se la ritroverà addosso per anni, nonostante egli poi scelga coraggiosamente di dimostrare di non essere solo "uno che canta d'amore" ma anche un artista che cresce, matura e sviluppa e affina la capacità di raccontare tante altre tematiche, e di farlo non più solo in quei toni malinconici, "crepuscolari" che caratterizzano la sua produzione artistica ante 1977 (anno in cui pubblica l'album "Solo", e che lo vede staccarsi dalla RCA e separarsi da Coggio, fino a quel momento coautore di molti testi di Baglioni), ma con una maturità che emerge tanto nella scrittura quanto nella musica.
Non che Claudio smetta di parlare di sentimenti e di amore, ma semplicemente cambiano "i termini" e il modo di raccontarlo; del resto, è la vita che ce lo insegna: si cresce, si abbandona l'adolescenza per entrare nell'età adulta, ci si innamora, si soffre, una relazione può finire e lasciare dietro sè piccole o grandi macerie nel nostro cuore, può trascinarci in momenti di solitudine, di sofferenza... Altro che amore romantico, frasi da "Baci Perugina" e occhi a cuore: l'amore può ferire e può non durare per sempre, ma non per questo non è importante e non merita di essere raccontato, anzi... fotografato, proprio come fa Claudio, che rivela, di album in album, una grande e più forte consapevolezza compositiva, espressiva e una sempre maggiore ricchezza nella scelta di parole, immagini, simbolismi.
In queste pagine il lettore - in particolare chi magari non è un estimatore Doc di Baglioni - ha modo di conoscerne meglio il repertorio, che è fatto anche di testi in cui emergono tematiche sociali - pensiamo a brani come "I vecchi", "Uomini persi" - o che semplicemente ritraggono la realtà attorno a sè, che sia una sera come tante di una famiglia tra le mura domestiche, schiacciata dalla propria esistenza appiattita e grigia ("E adesso la pubblicità") o l'umanità - uomini e donne - che ogni giorno si svegliano e affrontano un nuovo giorno ("Un nuovo giorno o un giorno nuovo").
Al centro c'è quello che è unanimamente considerato il capolavoro di Baglioni, "Oltre", una sorta di romanzo in versi, stratificato e complesso sotto ogni aspetto, e anche dall'analisi dei successivi album viene fuori un artista sempre più sensibile e capace di osservare il mondo con uno sguardo ogni volta nuovo, di chi non smette di farsi domande, di porsi interrogativi sui grandi temi della vita, di chi non ha paura di mettersi in viaggio alla ricerca di sè e del prossimo.
Credo che questo libro possa piacere tanto a chi già ama e apprezza moltissimo Claudione, quanto a chi lo conosce poco (o comunque solo attraverso alcuni suoi brani ritenuti "rappresentativi", i più "famosi", ma che forse in realtà sono quelli che gli rendono meno giustizia ^_- ), perchè restituisce un ritratto del Nostro onesto, ben argomentato e contestualizzato, che esamina in modo intelligente e consapevole molti dei brani più belli e significativi, dai quali vien fuori un artista e, ancor prima, un uomo che attraverso la sua splendida musica non s'è risparmiato al suo pubblico e che personalmente mi auguro (anzi, ne sono certa) abbia ancora tanto da dare a chi vuole emozionarsi attraverso le sue canzoni.
Ringrazio di cuore la C.E. Frilli Editori per avermi fatto dono di questa graditissima copia e non posso che consigliarne la lettura, tanto più a quanti amano la musica cantautorale italiana. (di cui Baglioni è degno rappresentante).
'51 Montesacro e tutto cominciava...
Da allora un ragazzo di pianura,
camminando lungo le vie dei colori e sulle scale di un pianoforte,
è diventato un Grande Mago, un Cantastorie che ci ha regalato nuvole e sogni,
come un urlo in mezzo al cielo, che vola e va da me a te.
A CLA'..,
son le ultime parole che ho pensato in questa stanza ....
e non sono mai abbastanza per dire
GRAZIE....,
perchè hai dato un po' di te da amico vero
a tutta questa gente che c'è al mondo,
e così, tra canzoni e amore, ti ritrovo fianco a fianco
a ricordarmi che
IL SOGNO E' SEMPRE
... LA VITA E' ADESSO!