lunedì 30 settembre 2019

Recensione: "Le lacrime del lago Tai" di Qiu Xiaolong



Un ispettore capo romantico, appassionato di poesia, che si ritrova a dover lavorare pure in vacanza: un'indagine complessa lo attende, e coinvolgerà tanto la sua intelligenza di poliziotto quanto il suo cuore.


Le lacrime del lago Tai
di Qiu Xiaolong



Marsilio Ed.
trad. F. Zucchella
330 pp
L'ispettore capo Chen Cao si sta concedendo finalmente una vacanza, e non certo una qualsiasi: è ospite nientemeno che in una residenza di lusso - il Centro ricreativo di Wuxi - sulle rive dell'idilliaco lago Tai, a spese del Partito. 
Via cellulare, via gli impegni di lavoro: lo aspetta una settimana di assoluto relax, in cui ha intenzione di godersi la natura, di passeggiare e dedicarsi al buon cibo, visto che quella zona è rinomata per le prelibatezze del lago.
Ma non c'è requie per lui, e proprio dal lago gli arriva una bella gatta da pelare.
Sì, perché esso è tanto incantevole e suggestivo quanto... inquinato!
L'incanto che avvolge il paesaggio è una mera illusione: le acque del Tai, da sempre elogiate per la loro purezza, in realtà sono devastate da alghe tossiche e fetide. 
Mentre l'economia intorno fiorisce, le fabbriche scaricano da decenni veleni senza curarsi delle conseguenze sulla popolazione e sull'ambiente.
 
In una delle soste nella trattoria preferita, conosce una bella ragazza, Shanshan, con cui nasce un'immediata simpatia, ed è proprio da lei che Chen viene a sapere di quanto il lago sia contaminato e come a nessuno importi di affrontare e risolvere la questione.
Lei, invece, è fortemente impegnata su questo fronte ed è attiva all'interno di un movimento ambientalista, pronta a denunciare lo scempio che si nasconde dietro a quel miracolo economico. 

Il quadro che si profila agli occhi di Chen è reso drammatico non soltanto dalla situazione ambientale, bensì da un fatto che lo vedrà coinvolto professionalmente, seppur in incognito: il direttore, Liu Deming, di una delle più importanti industrie chimiche della zona, viene assassinato e i sospetti convergono su Shanshan, che collabora con l'azienda in qualità di ingegnere e che, pare, fosse in aperto contrasto con la vittima (sempre per ragioni legate alla protezione ambientale).

Chen, che ha incominciato con discrezione a frequentare la bella donna, ne è affascinato e ne ammira la determinazione, il senso civico e così, spinto dal suo caparbio senso del dovere e mosso altresì dal desiderio di proteggere Shanshan (che lui ritiene innocente), non gli resta che prendere in mano le indagini e avventurarsi nella giungla di un vero e proprio scandalo ecologico. 

Intanto, la notizia della sua presenza a Wuxi mette in allerta qualcuno ai piani alti, convinto che Chen voglia intromettersi in un'indagine che non è di sua competenza; ufficialmente, l'ispettore capo dichiara di non volersene occupare, anche perché non è zona sua, ma sotto sotto viene suo malgrado coinvolto da un poliziotto del posto, che ha grande ammirazione per Chen.

Questi è infatti noto per essere un tipo che gestisce il proprio lavoro, e le indagini di cui è a capo, in modo bizzarro e indipendente, seguendo le proprie particolari piste e logiche; non solo, ma è conosciuto anche per la sua vena poetica, per l'amore per la letteratura e perché traduce libri polizieschi.
In verità, Chen non avrebbe voluto fare il poliziotto, tant'è che nel suo curriculum vanta una laurea in letteratura inglese e da ragazzo sognava di fare l'insegnante.
Quando conosce Shanshai, decide istintivamente di non rivelarle la propria identità, ma di passare per un "semplice" intellettuale in vacanza; decisione, questa, che lo metterà in difficoltà quando poi verrà implicato nell'indagine e sarà difficile proteggere la donna senza svelarle la verità sul proprio lavoro...

Ma Chen agisce secondo i propri onesti princìpi, è un uomo scrupoloso, intelligente, sa riconoscere i propri limiti e restare professionale anche quando il cuore fa sentire le proprie ragioni.

"Ma forse era proprio l’ostinazione ciò che aveva fatto di Chen un tipo diverso di poliziotto. Chen proseguiva dritto per la sua strada, coscienzioso ma circospetto."

Il suo interesse personale per Shanshan si scontra con la ferma necessità di aiutarla, senza che lei se ne accorga, affinché smetta di essere il bersaglio più facile della Sicurezza Interna, che ha tutti gli interessi a chiudere il caso velocemente, anche se questo significa incolpare gente che con l'assassinio di Liu non c'entra granché.
Ma quando infatti i sospetti sulla donna cadono, ne saltano fuori degli altri su un uomo a lei vicino, attivista ambientalista anch'egli.
In che termini Shanshan e il nuovo "sospettato n.1"  si conoscono? Perché lei si affanna tanto a difenderlo? Chi è e quanto conta lui per lei?

Chen però non si perde in vaneggiamenti sentimentali e prosegue le sue indagini sotterranee, avvalendosi della collaborazione di assistenti fidati e cercando di mettere insieme tutti i pezzi dell'intricato puzzle: in quanti potevano avere interesse a far fuori Liu, alla vigilia di una manovra commerciale importantissima per l'azienda di cui era a capo?
Liu aveva i suoi scheletri nell'armadio: non era proprio un marito fedele e pare avesse una relazione con la sua segretaria personale.
La sua morte è "semplicemente" l'atto disperato di una moglie tradita? O ci sono motivazioni più forti, legate al lavoro, alla base dell'assassinio?

In una realtà dove in tanti pensano soltanto al denaro e al successo a tutti i costi, ognuno cerca di sopravvivere come può: c'è chi si adatta e chi continua a coltivare il sogno di un mondo migliore, a proprio rischio e pericolo.

Con la placida risolutezza e l'intuito formidabile che gli appartengono, tra piste errate e vicoli ciechi, tra interrogatori informali ma precisi e condotti con zelo, Chen riuscirà a venire a capo della ingarbugliata matassa e a inchiodare il colpevole.

Chen è un poliziotto particolare, che desta le simpatie del lettore perché è un uomo semplice, che non veste atteggiamenti da divo, anzi ama la tranquillità, le passeggiate immerse nella natura, le chiacchierate con il proprietario del ristorante preferito, e poi i versi: alla prima occasione si lascia ispirare e butta già pensieri e stati d'animo su fogli immacolati che diventano gli scrigni delle sue delicate poesie.

Attraverso di lui, l'autore ci racconta i cambiamenti e i problemi di un Paese in cui sono in molti a credere che per promuovere lo sviluppo economico bisogna calpestare certi valori;  ne viene fuori il ritratto di una Cina moderna che ha diverse falle nel sistema ma al cui interno, allo stesso tempo, si trovano ancora coloro che coraggiosamente e con fermezza si oppongono alle ingiustizie.

Un poliziesco piacevole, che non si contraddistingue per il ritmo serrato quanto per la personalità del protagonista e i ragionamenti attraverso cui giunge alla soluzione del caso.

domenica 29 settembre 2019

Nuovi arrivi nella mia libreria (settembre 2019)



Lettori carissimi, di recente ho vinto due romanzi della scrittrice Felicia Kingsley.
Ve li presento:



Una Cenerentola a Manhattan (Newton Compton, 416 pp, € 10,00)

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“Un paio di scarpe possono cambiarti la vita” è una frase che non ha mai convinto Riley, e i colpi di fulmine per lei sono sempre stati e rimangono un fenomeno atmosferico.
Orfana da quando aveva dieci anni, a ventisette ha tutt’altro a cui pensare: una matrigna succhia-soldi che le inventa tutte per ostacolarla; due sorellastre aspiranti web star, sempre impegnate a tiranneggiarla; tre lavori che deve fare per riuscire a vivere nella Grande Mela; e, per non farsi mancare nulla, il romanzo a cui sta lavorando da due anni e che sogna di poter pubblicare. 
Ma a New York le occasioni sono dietro l’angolo e un galà in maschera a Central Park potrebbe rappresentare il trampolino perfetto per realizzare il suo sogno. 
Quello che Riley non ha considerato è che a una festa del genere si possono fare anche incontri inaspettati… 
E proprio per colpa di uno speciale paio di scarpe si ritrova, proprio lei, da un giorno all’altro, a diventare la protagonista della favola più romantica di sempre nella città dove tutto può succedere.


Due cuori in affitto (Newton Compton, 352 pp, € 10,00)
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Summer ha ventisette anni ed è californiana.
Blake ne ha quasi trentatré ed è un vero newyorkese. 
Lei aspira a diventare una sceneggiatrice di successo, ma per ora è solo assistente del direttore di produzione di una serie tv. 
Lui è uno scrittore da svariati milioni di copie e i suoi bestseller sono sempre nella classifica dei libri più venduti. 
Summer è fidanzata con un uomo molto più grande di lei, mentre Blake è single per vocazione. 
Lei è una persona ordinata, precisa e mattiniera, fa yoga e beve tè verde; lui fa colazione con un Bloody Mary e due sigarette, vive nel caos e non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio. 
Summer e Blake non hanno proprio niente in comune, a parte una casa delle vacanze negli Hamptons, che per un mancato passaggio di informazioni è stata affittata a entrambi. 
Qualcuno se ne deve andare, ma tutti e due hanno ottime ragioni per restare. 
E le ragioni potrebbero aumentare con il passare dei giorni…

L'autrice.
Felicia Kingsley (sito) è nata nel 1987, vive in provincia di Modena e lavora come architetto. Matrimonio di convenienza, il suo primo romanzo inizialmente autopubblicato, ha riscosso grande successo in libreria con Newton Compton ed è diventato il secondo ebook più letto del 2017. Stronze si nasce, Una Cenerentola a Manhattan e Due cuori in affitto sono stati nella classifica dei bestseller per settimane.


A sorpresa ho ricevuto un regalino per il mio compleanno (che è stato il 5 di questo mese); dono non solo inaspettato (essendo arrivato diversi giorni dopo il mio genetliaco) ma soprattutto azzeccatissimo in quanto il libro in oggetto è stato presentato dal suo autore ieri sera nella libreria della mia città; sto parlando di Francesco Carofiglio e del suo ultimo romanzo, "L'estate dell'incanto".

L'autore ha intrattenuto molto piacevolmente tutti noi accorsi ad ascoltarlo, parlandoci di alcuni aspetti rilevanti della propria opera e leggendocene, con passione ed emozione, diversi passaggi significativi, divertenti e commoventi insieme.
Non vedo l'ora di parlarvene, giusto il tempo di terminare il libro che sto leggendo ed iniziare questo *_*


L'ESTATE DELL'INCANTO



È l'estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull'orlo dell'abisso.
Ma lei non lo sa. Quell'estate sarà la più bella della sua vita.
Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. 
Suo padre è altrove.
La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio.
Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l'anima di bambina vede o crede di vedere. 
E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare.
C'è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. 
Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. 
Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto.
È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa.

Francesco Carofiglio ci conduce per mano all'ultima estate di innocenza. E lo fa con ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue la sua poetica, la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato.

L'autore.
Scrittore, architetto e regista, Francesco Carofiglio è nato a Bari. Oltre a "L'estate del cane nero", "Ritorno nella valle degli angeli" e "Radiopirata" (tutti usciti per Marsilio), ha pubblicato per BUR il romanzo "With or without you" e per Rizzoli, in coppia con il fratello Gianrico, nel 2007 la graphic novel "Cacciatori nelle tenebre" e nel 2014 "La casa nel bosco". Per Piemme, ha scritto "Wok" e "Voglio vivere una volta sola", "Una specie di felicità" e, nell'autunno 2017, "Il Maestro".


Non potevo perdere l'opportunità di avere un ricordo scritto e personale di questa bella serata con lo scrittore, al quale ho chiesto una dedica: 





sabato 28 settembre 2019

** Segnalazione ** Ultime novità Casa Editrice Kimerik



Ultime novità Kimerik Edizioni.

Mi ritrovo all'improvviso di Nicoletta R. Franchi (182 pp, 14 euro, link)


Anna è una ragazza normalissima, con una vita tranquilla divisa tra il lavoro, la famiglia, gli amici e la sua gatta Tina. 
In un pomeriggio di giugno incontra in un parco del proprio paese Thomas, che si trova lì per lavoro. 
Tra di loro è subito attrazione e i due iniziano così a frequentarsi. La loro felicità, però, verrà ostacolata da una persona misteriosa che vuole separarli a tutti i costi. 

Una storia moderna, coinvolgente e con un finale inaspettato.

L'autrice.
Nicoletta Rossana Franchi è nata a Saronno (VA) nel 1973, vive a Gerenzano (VA) con il marito Claudio e la figlia Sara di 8 anni. Lavora come impiegata commerciale sempre nella provincia di Varese. Nel febbraio 2019 ha pubblicato Una vita senza, un racconto breve sulla propria famiglia, per il Concorso letterario “Racconti Lombardi” della Casa Editrice Historica. Nel mese di giugno dello stesso anno, sempre con la Casa Editrice Historica, pubblica per il Concorso letterario “Favole e fiabe” un racconto breve per bambini dal titolo Sally e Danny due funghetti perfetti.


La vita segreta di Michele IV il Paflagone e di Zoe Porfirogenita di Giannantonio Zambon (saggio storico, 186 pp, 14 euro, link)


Fra i vari sovrani che si succedettero a capo dell’Impero bizantino, Michele IV detto “il Paflagone” fu uno dei più originali e degni di interesse. 
Di umilissime origini, egli riuscì rapidamente ad arrivare al vertice del potere, grazie alla complicità di due personalità allora importantissime: lo scaltro fratello, Giovanni l’Orfanotrofo, e l’imperatrice Zoe, già avanti con gli anni, che si innamorò di lui al primo sguardo. 
Nonostante la giovanissima età e il disturbo epilettico di cui soffriva, Michele si dimostrò fin da subito un uomo di grande valore, sia sul trono che sul campo di battaglia. 
Con dovizia di dati storici e fine accuratezza storiografica, l’opera illustra la parabola di questo imperatore e della sua consorte Zoe Porfirogenita, la quale ricoprì un ruolo di primo piano nella Costantinopoli di allora, già avviata verso la decadenza ma incredibilmente affascinante a livello socioculturale. 

Una lettura molto coinvolgente, in virtù del sapiente intreccio fra vita pubblica e privata dei due protagonisti, fra rievocazione storica e fiction.

L'autore.
Nato nel 1977 a San Bonifacio (VR), Giannantonio Zambon è sempre stato appassionato di storia antica e medievale. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare a studi approfonditi sull’Impero bizantino, nucleo tematico della sua attività letteraria. È l’autore del pregevole saggio storico Basilio II Bulgaroctono (2019).



Non chiamateci matti! di Davide Coita (80 pp, 14 euro link)



Vent’anni, una vita davanti. All’improvviso il buio: qualcosa s’impossessa di Davide. 
L’oscuro male prende il nome di ‘disturbo bipolare’. 
Ma Davide è un ragazzo forte, curioso, determinato, inarrestabile, e sarà capace di guardare in faccia il ‘male’ con sguardo lucido e critico, restituendoci una lettura che ci permetterà di scorgere, sempre e comunque, l’altra faccia della medaglia.

L'autore.

Giornalista e studente di Giurisprudenza, Davide Coita ha maturato la passione per la cosa pubblica già tra i banchi di scuola. A soli ventun anni, una diagnosi mutata in ‘disturbo bipolare’ cambierà radicalmente la sua vita
.



L'abito invernale di Sara Alfieri (1234 pp, 28 euro, link)


Lo snocciolarsi di episodi che coinvolgono i personaggi attanaglia il lettore alle pagine, preso dagli eventi e calatosi inevitabilmente, grazie a una scrittura estremamente lineare, nella scena. Culla della narrazione è l’arte, la passione per il bello, per la musica come per la sartoria, la capacità dell’uomo di darsi pur di raggiungere i propri obiettivi.

L'autrice.
Sara Alfieri, studi linguistici interrotti, letture che spaziano dalle favole ai grandi classici, dai romanzi d’avventura a quelli di ogni genere; sogni a occhi aperti, immagini di persone inventate. Ambizioni letterarie. Poi, il rinnegamento. “La vita ti cambia o forse sei tu a lasciarti cambiare, sei troppo debole per ritentare, e con molto odio verso te stessa, ti privi del sogno che avevi in mano. Ma a un certo punto, quello ritorna, non c’è modo di mandarlo via e forse non se n’è mai andato, è sempre stato parte di te. Il sogno di poter scrivere anche tu qualcosa, come migliaia di altri scrittori. E allora, raccogli i pensieri e scrivi, vivendo giorno dopo giorno, con i tuoi personaggi che ti tengono compagnia e ti amano quando tu ami loro, ma anche ti deridono nei momenti in cui sei in crisi. La storia esce fuori e il sogno non muore”.

venerdì 27 settembre 2019

Imparare leggendo (#11)



Il bello dell'amare la lettura è che si ha l'opportunità di arricchire, tra le altre cose, il lessico.

Ecco qualche parolina di cui ignoravo il significato e/o l'etimologia.


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PEANA (raro peane) s. m. [dal lat. paeana, accus. di paean, gr. παιάν, in origine nome di divinità della cerchia di Apollo, poi epiteto di Apollo, «risanatore, soccorritore» e quindi nome del canto lirico in cui il dio era invocato] (pl. -i o invar.). – 1. Canto lirico religioso dell’antica letteratura greca, di tradizione micenea, originariamente riservato al culto di Apollo e della sorella Artemide, poi esteso ad altri dèi olimpici e più tardi, attenuatosi il carattere cultuale, anche a personaggi illustri: composto, nelle forme più antiche, in metro peonico, era cantato da un coro, generalmente di uomini, e accompagnato dal suono della lira. 2. Raro e poet. col valore originario come appellativo di Apollo:


CORRIVO agg. [der. di correre, ma la formazione dell’agg. non è ben chiara]. – 1. ant. Che corre o scorre 2. fig. Avventato nel fare qualcosa, troppo facilmente disposto; facile a cedere, tollerante, condiscendente; meno com., di persona che non ha un sufficiente controllo dei proprî atti.


TRALIGNAMENTO: allontanamento dai buoni costumi, dalle buone qualità e sim., ereditati dai genitori e dagli avi.


CORIFEO [dal lat. coryphaeus, gr. κορυϕαῖος, der di κορυϕή «cima»]. – 1. Capo dell’antico coro greco, spec. di quello drammatico. 2. fig. Capo, esponente più rappresentativo, spesso soltanto teorico, di un gruppo di persone, di un partito, di un movimento culturale o artistico, e sim.
lasco

giovedì 26 settembre 2019

**Narrativa** - novità Milena Edizioni



Cari lettori, stasera vi propongo le ultime novità in casa Milena Edizioni.


“La bambina misteriosa” è una fiaba che parla di emozioni, di lotta e sopravvivenza. È una fiaba che parla di vita, di morte e di rinascita.



La bambina misteriosa
di Emma Fenu 
(ill. Serena Mandrici)


6.90 euro
Una bambina misteriosa che si aggira nei pressi di un lago venendo in soccorso di una ragazzina dai capelli rossi che fa fatica ad essere accettata dagli altri. 

Con una potenza descrittiva ricca di significato psicologico ed emotivo, Emma Fenu descrive perfettamente i vissuti della protagonista e di chi, come lei, cerca di utilizzare con grande virtù creativa il dolore per ricostruire la propria identità.

Età di lettura: da 6 anni.



Mondi popolati da fate, strane creature annidate nei ripostigli, gelatine che prendono vita: sono soltanto alcune delle sfide che i giovani protagonisti di questi racconti si troveranno ad affrontare, insieme a quella più grande della crescita. Attingendo all’immaginario classico dell’orrore ma con la leggerezza della narrativa per ragazzi, l’autore intrattiene il lettore ma al tempo stesso lo prepara alle insidie dell’adolescenza.


Qualcosa respira nel ripostiglio
di C. Martin 
(ill. Diana D. Gallese)


12 euro

FAIRYLAND

Richy e Dana, due fratelli che litigano spesso, non hanno idea di cosa li aspetta: quando l’ennesima discussione provoca un incidente e si ritrovano da soli nel bosco, il mondo intorno a loro sembra essere cambiato. Nonostante tutto, però, c’è qualcosa di familiare: somiglia proprio a Fairyland, regno immaginario di cui parla il libro della nonna. Ma è immaginario davvero? I due ragazzini riusciranno a uscirne per ritrovare i genitori?

QUALCOSA RESPIRA NEL RIPOSTIGLIO
Greg e Sandy sono due dodicenni coraggiosi. Nonostante la presenza di Lucas e Tommy, i bulletti della scuola, riescono a tener testa alle baruffe e a farsi notare dai compagni. Un giorno, però, Greg sente uno strano respiro provenire dal ripostiglio in cui la professoressa Dresher tiene gli oggetti didattici e, pare, anche qualcosa di fin troppo personale.Quale segreto si nasconde dietro quella porta? E come mai la Dresher viene ritenuta una donna molto strana? I due ragazzi si imbatteranno in un’avventura spaventosa per scoprirlo e useranno quel segreto per vincere l’eterna battaglia contro Lucas e Tommy.

UNA TERRIBILE GELATINA
Tara vive in una grande casa antica ereditata dal padre, insieme ai genitori e al fratellino Roger. Non va molto d’accordo con lui, ma per fortuna c’è Jerry, il suo migliore amico dall’accento francese. Quando i due ragazzi si trovano in difficoltà per il progetto di scienze, è proprio la golosità di Roger a offrire una soluzione: la gelatina Jelly che si trova nel frigo, infatti, sembra essere davvero speciale. Questo esperimento, però, si rivelerà più complicato del previsto e porterà la piccola Tara a scoprire come mai l’ingresso in cantina le era stato vietato fino a quel momento.


Storie di donne che attraversano i secoli rompendo gli stereotipi in cui la società le ha sempre intrappolate.


VITE DI MADRI
di Emma Fenu


8 euro
"Vite di madri" è un romanzo che si snoda attraverso storie di donne legate fra loro, apparentemente, solo da un percorso di infertilità. 
L'incipit e la conclusione, entrambe affidate a un io narrante che si rivolge direttamente al lettore, illustrano il progetto che l'autrice, anch'essa infertile, ha deciso di condividere creando una raccolta di centocinquanta testimonianze vere, rielaborate, che gettano luce sul lato oscuro della maternità negata o infertile nell'utero e nel cuore. Sono tredici storie. 
Storie di donne mortificate nella femminilità, da abusi o da malattie o da eventi imponderabili. Storie di nonne e madri, che hanno generato creature infertili nell'utero e nel cuore. Storie di bambine, ora cresciute, ma ancora bramose di una carezza. Storie di figlie desiderate, con amore indomito. 
Storie di guerriere vittoriose, non di vittime, che hanno saputo rialzarsi e sorridere alla vita. In verità, sono tutte storie di Madri. Madri di idee, di progetti, di sogni. Seni turgidi di Dee che accolgono amiche, sorelle, mariti, amanti. Madri delle proprie madri e perfino di se stesse, capaci di far germogliare speranza e abortire fantasie, di creare dal nulla e di nutrire di sé.


LE DEE DEL MIELE
di Emma Fenu


8 euro
“Le Dee del miele” è una storia, ispirata alla realtà, che si snoda attraverso tutto il Novecento, ambientata in una Sardegna intrisa di mito e memoria. 
In tale contesto, in cui si fonde un universo parallelo di spiriti, fate e demoni, spetta al mondo muliebre vegliare sulla vita e sulla morte.Le protagoniste sono, infatti, quattro donne: Caterina e Lisetta, fanciulle che non si conoscono, ma che diverranno consuocere; Marianna, figlia adottiva di Lisetta; e Eva, figlia di Marianna. 
Sono creature diverse fra loro, per ceto sociale e vissuto, ma legate dai fili del destino fino a divenire parte l’una dell’altra, tramite un cordone ombelicale di sangue, luna, farina, miele, mistero, esoterismo e agnizioni.
Sarà Eva a riannodare il filo rosso di mestruazioni, parti e aborti delle sue antenate e a scoprire il vero segreto del “dono” di famiglia.
Questa è, dunque, una storia di Donne. Donne madri, forti come Dee, capaci di rinascere dopo infinite eclissi. Donne mamme, lune piene, dolci come miele. Dee del miele.

** Segnalazioni ** novità dalle case editrici (Armando Editore - Viola Editrice)



Carissimi lettori, oggi ho da porre alla vostra attenzioni un paio di pubblicazioni di due diverse case editrici.

TUTTO È SCRITTO
di Simone Ruggerini


Viola Editrice
22 euro
“Per loro è iniziato il gioco più importante. Un gioco in cui saranno pedine e noi coloro che le muoveranno”.

In “Tutto è scritto” la vita, le paure e gli amori di un gruppo di ragazzi di Parma si incrociano a una serie di delitti, fino a un tragico epilogo che nessun potrà più dimenticare.
Mesi dopo, le storie di questi giovani tornano a intrecciarsi, insieme a quelle di nuovi personaggi alla ricerca di risposte su quanto accaduto durante il periodo degli omicidi.
Tutto inizierà a ruotare attorno a una casa e ai suoi segreti, agli orrori che essa sembra attirare o forse contenere al suo interno, in uno spazio non visibile, altro. 
Nessuno rimarrà indifferente all’atmosfera che inizia a respirarsi attorno ad essa, nessuno resterà quello che era ma diventerà qualcos’altro, e ancora una volta una tragedia toccherà Parma.
Ma la verità si avvicinerà sempre di più. E sarà una verità spaventosa, inimmaginabile, una verità che porterà chi potrà ancora farlo a viaggiare nei recessi della propria mente fino a una dimensione che forse non appartiene alla realtà conosciuta, bensì a una dove tutto è scritto….

L'autore.
Simone Ruggerini, nasce a Parma il 15 Marzo 1982; lì passa la sua vita, fino a quando decide di proseguire gli studi a Padova, dove nel 2011 si laurea in Psicologia.
Nel 2014 prende il via la sua professione di psicologo libero professionista e di istruttore di meditazione, mentre nel 2017 apre un suo studio privato come psicoterapeuta.
Durante gli anni di studio, sviluppa le sue passioni legate alla musica: compone musica da pianoforte e fa parte di un gruppo musicale rock parmigiano, i Domina Noctis, e alla scrittura: nel 2015 partecipa a un concorso di racconti horror brevi, Parma Rosso Sangue, che vince con il racconto “Tempo di bilanci”. “Tutto è scritto” è il suo primo romanzo
.



La seconda novità è OTTO PAROLE, un libro di Marco La Piana, catanese, orientatore di carriere e
Armando Editore
128 pp
13 euro
sostiene giovani e meno giovani nell’ingresso e nel reinserimento nel mondo del lavoro

Una storia intima, schietta e reale, anche quando la realtà supera l’immaginazione. Una rivelazione estrema con qualche piccola iniezione di un dolore che scava, affonda i colpi e non vince mai, battuto da un avversario invincibile che si mostra puntuale sulla via della speranza.

mercoledì 25 settembre 2019

Recensione: UNA SCRITTURA FEMMINILE AZZURRO PALLIDO di Franz Werfel



È sufficiente una busta leggera e sottile, contrassegnata da una grafia femminile nota, che il passato ritorni ad imporsi con tutto il suo carico di sensi di colpa, seppur dopo quasi venti anni... Ed è così che il mondo di Leonida, con tutte le sue certezze e vanità, potrebbe accartocciarsi su se stesso.



UNA SCRITTURA FEMMINILE AZZURRO PALLIDO 
di Franz Werfel



Adelphi Ed.
trad. r.Colorni
131 pp
Alla vigilia del primo conflitto mondiale Leonida (chiamato familiarmente Leòn) vive a Vienna con la moglie Amelie, di dodici anni più giovane.

L'uomo, un cinquantenne ancora in forma, ammirato dalle donne e rispettato dagli uomini che lo conoscono, è un alto funzionario ministeriale che una mattina, smistando la folta posta arrivatagli negli ultimi giorni in occasione del suo 50° compleanno, nota una busta diversa da tutte le altre e che, al solo guardarla, lo fa sudare freddo e lo spinge immediatamente a nasconderla alla vista della moglie, una bella e ricca dama viennese sempre attenta a ogni minimo dettaglio e, soprattutto, con la fissa della forma fisica.

Quella busta, scritta con un'inchiostro azzurro pallido, una grafia ripida e severa, Leonida sa chi gliel'ha mandata prima ancora di leggere il mittente: Vera Wormser.
Senza neppure aprirla, la ripone nel portafoglio e intanto il pensiero di Vera si insinua immediatamente, come una lama, nella sua mente concentrata su se stesso e sulla bella vita che conduce da anni, ormai, grazie soprattutto al matrimonio fortunato con la benestante Amelie.

Quella scrittura femminile che egli riconosce e che lo raggela, gli rammenta, in modo inequivocabile, la sua viltà, il comportamento scorretto avuto con l'amante (una ragazza intelligente e colta, di origini ebraiche, di cui si era innamorato la prima volta quand'ella aveva solo quattordici anni), di cui non ha notizie ormai da 18 anni.
Rimasto solo con la busta in mano, incerto se aprirla o meno, Leòn ripensa a Vera, che lui ha ingannato e abbandonato senza fornirle mai alcuna spiegazione.

E non è la prima volta che lei gli scrive una lettera personale; già quindici anni prima era successo, ma lui quella lettera, molto vigliaccamente, aveva deciso di strapparla senza vedere cosa lei gli avesse scritto, per lavarsi le mani da ogni possibile colpa e responsabilità. Sì, perchè se non sai, non sei colpevole.
Ma è davvero così?

Il cuore di Leòn la pensa diversamente perché questa seconda busta è sufficiente ad aprire gli argini di un fiume in piena, fatto principalmente di sensi di colpa, e verso l'amante sedotta e abbandonata, e verso la moglie tradita.

Ma non è solo questo ad angustiarlo, bensì anche la consapevolezza che, se la moglie dovesse scoprire il tradimento, per lui sarebbero guai.
Già, perché Leòn sa chi è e da dove viene: figlio di un professorucolo che in eredità gli ha lasciato un nome altisonante difficile da dimenticare e una collana di libri di autori classici, sin da ragazzo ha dovuto fare i conti con la scarsità di risorse economiche, un carattere riservato ed un'innata goffaggine che lo rendevano un soggetto poco interessante, tanto più agli occhi delle donne.

Fino a quando, a motivo di un evento casuale e singolare e di un frac lasciatogli in dono da un compagno del college, a Leòn si aprono inaspettatamente le porte dell'alta borghesia, dei salotti viennesi, e comincia a frequentare persone di un certo rango, tra le quali conosce la bella e sofisticata Amelie Paradini, che s'invaghisce di quel bel giovanotto in frac, abile ballerino, sposandolo.

Leòn è tristemente cosciente di essere il "mantenuto" della moglie, che tutto ciò di cui gode, dal punto di vista materiale, appartiene a lei e lui ne usufruisce in quanto coniuge fortunato.
Si sente ospite nella casa coniugale, dipendente dalla consorte, e prova allo stesso tempo piacere e irritazione pensando alla propria esistenza artificiosa, fatta di gesti e parole cerimoniose, di convenzioni e formalità vuote cui egli è ormai abituato.
La sola idea di poter perdere i privilegi di cui gode lo terrorizza ed è per questo che, più si sofferma a guardare la lettera e il nome di Vera Wormser, più si sente male al pensiero di cosa lei potrebbe mai volere da lui, diciotto anni dopo il loro ultimo incontro.

Ma forse la cosa è meno tragica di quanto aveva paventato: apparentemente, in poche righe molto formali, la donna chiede l'aiuto del potente funzionario per trasferire in una scuola viennese un giovane tedesco di diciassette anni.

Benché non contengano nulla di personale, che rimandi alla loro breve ma intensa relazione, per Leòn quelle righe nascondono ben altri significati e lasciano riaffiorare i resti di un amore di molti anni prima, un amore cancellato con ogni cura.

E se il giovanotto da aiutare fosse nientemeno che suo figlio? Un figlio di cui non ha mai saputo l'esistenza e che adesso "prende forma" per richiamarlo a tutte le sue responsabilità!

Quella tresca, avvenuta solo un anno dopo le nozze con Amelie, che il brillante funzionario aveva accuratamente seppellito dentro di sé, adesso torna prepotente a gravare sul suo «cuore guasto», che ha rinunciato a quello che forse è stato davvero il suo unico amore per poter adeguare la propria vita alle esigenze della società viennese.

E adesso (siamo nel 1936) che questa vecchia fiamma gli chiede aiuto per suo figlio, visti i tempi difficili per gli ebrei, Leòn sente che forse è giunto il momento di fare i conti con questo segreto che si porta dietro da troppi anni.

Deve confessare alla moglie il vecchio tradimento? Come la prenderà Amelie? Lui sa che lei lo ama, ma a maggior ragione, sentendosi presa in giro, potrebbe non voler perdonare quel peccatuccio che ora lui si sente costretto a rivelare.

Vera, intanto, nella lettera specifica di volerlo incontrare: cosa potrebbe venir fuori da questo incontro? Come sarà per lui rivedere la donna amata tanti anni prima e consapevolmente ingannata con promesse d'amore e di un futuro insieme mai realizzate?

Con una scrittura elegante e precisa tanto nell'indagine psicologica quanto nell'analisi sociale di un contesto specifico (la società viennese degli Anni '30), l'Autore magistralmente mette in luce i pensieri, gli stati d'animo e le contraddizioni del protagonista, un cinquantenne sicuro di sé, un tipo comune, di umili origini che, per una serie di coincidenze, è riuscito a farsi conoscere negli ambienti altolocati e a sfruttare il proprio carisma e la propria avvenenza per farsi benvolere.

Leòn è un protagonista che si rivela, nelle pagine di questo breve romanzo, in tutta la sua fragilità, nelle sue miserie, nei suoi difetti: è consapevole dei propri errori - non è uno sciocco e, anzi, si ritiene un tipo fin troppo sensibile -, perde ore ad immaginare arringhe a difesa delle proprie azioni dinanzi ad un'immaginaria corte di giustizia, da cui si aspetta indulgenza, cerca di trovare dentro di sé le parole giuste per confessare le sue mancanze all'ignara e devota moglie, freme all'idea di sentirsi recriminare le proprie colpe dall'ex-amante..., ma al contempo, non riesce a pensare di poter rinunciare alla propria vita dorata, di uomo rispettato e agiato.

Leòn non sa - o meglio, non vuole - prendersi le conseguenze delle proprie egoistiche scelte, preferisce aspettare prima di agire per vedere se altri lo anticipano sul tempo,  esonerandolo dal peso di dire la verità; in una parola, è un vile.

Werfel ha una grande capacità narrativa, sa come rendere vivo ciò che descrive, che sia il paesaggio naturale, che muta al mutare dei sentimenti del protagonista, o ciò che si agita nella mente dello stesso; nazismo e antisemitismo in queste pagine ci sono ma non ancora in tutta la loro drammaticità, sono accennate ma questo basta a lasciare un senso di inquietudine per quell'ombra scura che, sappiamo, si farà sempre più minacciosa.

Un romanzo di poche pagine, scoperto un po' per caso e che mi ha colpito positivamente per la bravura di Werfel nell'analisi psicologica e sociale e nel saper tenere desta l'attenzione del lettore attraverso una storia di per sé semplice, che parte da un triangolo amoroso ma che è qualcosa di più.


martedì 24 settembre 2019

Booktag autunnale



Avevo voglia di un booktag autunnale per omaggiare con voi l'inizio di una stagione che amo moltissimo per i suoi colori, profumi... e anche per il clima, quanto meno prima che diventi troppo rigido :-D
Questo l'ho trovato sul blog The quirky book nerd.


Qual è la cosa che preferisci dell'autunno?

Come dicevo nell'introduzione, i suoi colori caldi e il rumore del tappeto di foglie calpestato camminando lungo strade e viali. Sì, lo so, c'è poco da essere poetici e romantici, visto che le foglie, se non vengono spazzate via dai netturbini, sono fastidiose, soprattutto se piove..., ma lasciatemi per un po' vedere solo il lato positivo (almeno ai fini del tag) ^_^




Quale libro ti ricorda i tuoi giorni di scuola?

Hum.., forse Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith, in quanto è uno di quei libri che scoprii a scuola (alle  medie) nell'ora di Antologia e che mi ripromisi di leggere negli anni a venire perché mi ritrovavo nella giovanissima protagonista (Francie Nolan), timida, solitaria e amante dei libri.


Quale copertina ti ricorda l'autunno?

Quella di questo romanzo della Simons, che mi piacque davvero molto - ricco di suspense e con intrecci e personaggi intriganti.

link recensione


Qual è la tua storia horror o di Halloween preferita?

Premesso che non amo l'horror e che quindi non ho un libro preferito, tra i pochi che ho letto cito il classico Dracula di Bram Stoker.


Qual è il tuo film horror o di Halloween preferito?

Vale lo stesso discorso dei libri, anzi per i film è pure peggio, perchè se un libro horror potrei quanto  meno iniziare a leggerlo, un film... non credo proprio, sono troppo fifona -_-'
E allora menziono un film le cui vicende, pur appartenendo più al dark romance/gothic che all'horror, sono collocate proprio nella notte di Halloween: Il Corvo, con il compianto Brandon Lee.



Quale uscita editoriale autunnale non vedi l'ora di leggere?

Non sto fremendo per una in particolare ^_^


Quale film stai aspettando in questa stagione?

Di certo  L'Uomo del Labirinto (recensione libro) diretto da Donato Carrisi (e tratto dal suo omonimo romanzo) e Tre piani  (recensione libro) tratto dal libro di Nevo e diretto da Nanni Moretti *_*

Quali sono i tre libri che prevedi di leggere questo autunno?

Sicuramente ho intenzione di iniziare a breve:

.
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Se vi va di condividere le vostre risposte, accomodatevi!!

lunedì 23 settembre 2019

L'autrice di oggi: Sophie Rocher (segnalazione)




Buongiorno, lettori, e buon inizio di settimana!
Eccomi con voi per segnalarvi i libri di un'autrice, Sophie Rocher!




Uccidere il drago

.
GENERE: Thriller, Narrativa contemporanea
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing



TRAMA

Matilda Kerr è una ragazza come tante.
O forse no.
Non è la più bella della classe, non ha un ragazzo, non ha amici né grandi sogni.
Un giorno però la sua piccola realtà quotidiana viene sconvolta per sempre e il suo mondo monotono e prevedibile non sarà più lo stesso.
In bilico fra la vita e la morte, riuscirà Matilda a tornare alla vita?
E come potrà andare avanti, se tutti la credono morta?


ESTRATTO

22 giugno 2013, Kane Island.
Chi ha detto la vendetta non paga non ha mai subito un torto in tutta la sua vita.
La vendetta paga, eccome.
Mette fine a ogni dolore, a ogni ingiustizia e a ogni singolo torto che si è stati costretti a subire ingiustamente.
La vendetta è la più alta e sacra forma di giustizia.
Matilda Kerr pensava queste parole mentre osservava dall’elicottero la grande villa che era stata il
teatro della sua vendetta andare a fuoco insieme a dodici corpi.
Dodici nomi marchiati a fuoco nella sua mente.
Sarah Miller.
Donald Nilson.
Jack Bennet.
Annie Dalton.
Frank Collin.
Cheryl Lane.
Phil Brody.
Adam Ford.
Nicole Sheen.
Steve Moore.
E per finire Claire e Mark Swinton.
Quelle persone erano sempre state dodici cadaveri che camminavano.
Peccato che se ne fossero resi conto solo quando era stato troppo tardi.





La Storia e l’Amore



,

GENERE: Storico, Romantico
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing

TRAMA

A volte l’impossibile diventa realtà.
Succede quando la storia e l’amore si uniscono alla fantasia per dare voce a mondi alternativi dipingendo scenari inattesi ed emozionanti.
E così ecco apparire nelle pagine di questo libro Cesare e Cleopatra, il sommo poeta Dante Alighieri in compagnia della bella Beatrice o addirittura la giovane e sfortunata regina Maria Antonietta.
Sei racconti che svelano cosa sarebbe potuto accadere se il destino avesse mescolato le sue carte in modo diverso.


ESTRATTO

Il vento porta sulla terrazza i granelli di sabbia bianca e fina, granelli che so benissimo si
insinueranno poco a poco anche nella nostra stanza e che domattina qualche solerte ancella spazzerà via.
È triste il deserto, malinconico e freddo quando cala la sera.
Non importa se sia lontano da Alessandria, il deserto incombe sempre nei miei pensieri e so per certo che dipende dal fatto che per lungo tempo è stato la mia casa.
Il mio rifugio sicuro dai miei fratellastri, che progettavano di uccidermi pur di avere il trono.
Almeno fino a quando non sei entrato nella mia vita... o sono io a essere entrata in punta di piedi nella tua?
Mi stringo nel tuo mantello porpora, che ti rende ancora più affascinante di quanto tu non lo sia, 
per avvicinarmi alla balaustra bianca e fredda della terrazza. 
Vi poso sopra le mani, rabbrividendo per un attimo al contatto con il marmo. 
Il rumore della brezza proveniente dal mare è il solo suono che giunge alle mie orecchie, gli altri li ho annullati tutti o meglio sono io che fingo di ignorare il brusio delle sere  alessandrine. 
Alessandria non è diversa da Roma, sai amore mio? 
Oh certo, non potrei mai dirlo apertamente in tua presenza. 
Tu ami Roma, sei Roma. 
Caio Giulio Cesare è Roma.


È di nuovo Natale



GENERE: Romantico
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing


TRAMA
Alice è una ragazza dal passato difficile e dal futuro incerto, che ha paura di spiccare il volo e
seguire la sua strada.
Connor è un uomo con un matrimonio fallito alle spalle e un disperato bisogno di ricominciare a
vivere, e per farlo torna a Red Cove dove è nato e cresciuto.
Complice un concorso di addobbi natalizi, le strade di Alice e Connor si incontrano e finalmente
per entrambi sarà di nuovo Natale.
Un Natale memorabile.


DOVE POTETE TROVARE I LIBRI
-StreetLib Stores
-Amazon
-IBS
-Kobo Store

L’AUTRICE
Sophie Rocher è nata a Parigi negli anni Ottanta ed è cresciuta tra Francia, Italia e Regno Unito respirando una cultura multietnica che ha influenzato il suo modo di vedere il mondo.
Ha deciso di seguire la sua vocazione di scrittrice durante gli studi superiori.
Le sue storie sono racconti e immagini che parlano della sua realtà ma anche dei tanti piccoli universi che ha incrociato e che continua a incontrare durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo.


CONTATTI
-https://sophierocherauthor.blogspot.it/
-https://mewe.com/i/sophierocher
-https://www.wattpad.com/user/SophieRocherBooks
-https://www.goodreads.com/author/show/17430560.Sophie_Rocher
-https://www.facebook.com/Sophie-Rocher-Books-135026697154083/

sabato 21 settembre 2019

Recensione: LA CURA SCHOPENHAUER di Irvin D. Yalom



Improvvisamente costretto a confrontarsi con una malattia inguaribile e l'approssimarsi della morte, lo psicoterapeuta Julius Hertzfeld è costretto a riesaminare la sua vita e il suo lavoro, mettendosi così alla ricerca di Philip Slate, che anni prima non è riuscito ad aiutare. E adesso Philip afferma di essere guarito, miracolosamente trasformato dagli insegnamenti pessimisti del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer! Scettico ma curioso, Julius invita Philip a unirsi al suo gruppo di terapia: riuscirà questa volta ad essere di aiuto a Philip, prima che sia troppo tardi e la morte ponga fine a questa sua ultima missione?


LA CURA SCHOPENHAUER 
di Irvin D. Yalom



Ed. Neri Pozza
trad. S. Prina
440 pp
 18 euro
Julius Hertzfeld, è uno stimato e brillante professore di psichiatria presso l’università della California, oltre che un bravo terapeuta.
Vedovo, sente la mancanza dell'amata moglie - consapevole di come forse non sempre le abbia dato il giusto valore, quand'ella era in vita -, ma non sa che un'altra bella batosta sta per scaraventarsi su di lui che, con i suoi sessantacinque anni, ha sempre vantato una buona salute ed un fisico prestante.
Purtroppo gli viene diagnosticato un tumore (un melanoma aggressivo e ormai diffuso nel suo corpo) e gli viene comunicato, con fredda e brutale sincerità, che ha poco più di un anno di vita. Un anno, anzi, di «buona salute», come ha detto con amara ironia Bob, l’amico dermatologo, almeno finché il male non si manifesterà in altre parti del corpo.
Scoprire che è iniziato una sorta di tragico countdown della propria esistenza dev'essere qualcosa di difficilissimo da digerire, e il povero Julius passa i primi giorni dopo la diagnosi oppresso da un senso di impotenza, infelicità e depressione, al pensiero di come, da un momento all'altro, la propria esistenza
spensierata stia per terminare a causa di un nemico materializzatosi in tutta la sua terrificante realtà... e senza alcun preavviso!

Lo spettro della malattia e, ancor più, della morte, si fa sempre più concreto, pesante e pressante, divenendo un fardello emotivo e psicologico non indifferente.

Come si può continuare a vivere normalmente dopo aver saputo che la sabbia nella fragile clessidra della propria vita ha incominciato a scendere giù inesorabilmente, granello dopo granello? 
Forse la consapevolezza di essere affetto da una malattia mortale che non perdona può spingerlo a vivere con consapevolezza fino all'ultimo giorno, succhiando questa vita fino al midollo, per non lasciar sprecato neanche un attimo?

"«Consumate la vostra vita». «Muori al momento giusto». Queste due frasi colpirono nel segno. Vivere la nostra vita nel modo più completo: e allora, soltanto allora, morire. Non lasciarsi alcuna parte di vita non vissuta alle spalle."

O forse non sarà il caso di ricercare una maggiore saggezza, rinunciando a piaceri futili ed inutili, all’ambizione, al prestigio, all'approvazione degli uomini, in vista del raggiungimento di una sorta di nirvana, di liberazione dal dolore, allontanandosi da tutto e da tutti come insegna il Buddha?

Julius non è un uomo di fede, non cerca consolazione in un'entità ultraterrena come insegnano le religioni; lui è un uomo di scienza e non ha dubbi su come trascorrerà il suo "ultimo anno di buona salute": continuerà a occuparsi dei suoi pazienti e a cercare di ridestare, nella terapia di gruppo da lui portata avanti, il sentimento della vita dentro di loro

A questa mission, si affianca, per poi intrecciarsi, un'altra: il pensiero di morire lo induce a chiedersi come finora sia stato il proprio lavoro di terapeuta. È stato realmente in grado di aiutare i propri pazienti, che nel corso di decine di anni, sono venuti nel suo studio, trascorrendo del tempo con lui per riceverne aiuto? Quanti, al contrario, di questi suoi pazienti, sono stati un autentico fallimento?
Se dovesse pensare a quest'ultima categoria, il primo nome a venirgli in mente è uno ed uno soltanto: Philip Slate.
Philip si rivolse a lui venticinque anni prima, quand'era un giovanotto con un problema di difficile gestione e soluzione: il sesso compulsivo. Philip era alla continua ed ossessiva ricerca di donne da portarsi a letto, una a sera, nessuna relazione sentimentale ma solo e soltanto sesso, godimento dei sensi, ricerca del piacere fisico.
Purtroppo la terapia con Julius non portò ad alcun buon risultato e Philip abbandonò il suo terapeuta deluso e irritato.
Anni dopo, lo psichiatra lo contatta per sapere se quel loro rapporto professionale, al tempo fallimentare, abbia magari prodotto frutti buoni a distanza di tempo... 
Insomma, come stai Philip? La tua vita è migliorata? E la tua ossessione per il sesso...: sempre uguale?

Philip Slate accetta di incontrare il buon vecchio terapeuta, ma ormai è un altro uomo: altro che fornicatore seriale, adesso è un intellettuale, un dottore in counseling filosofico che ha aperto uno studio per aiutare i propri pazienti attraverso il pensiero di uno dei massimi filosofi dell'età moderna: Arthur Schopenhauer, le cui idee sono state per lui la sola cura efficace, che gli ha permesso di guarire dal suo problema e di raggiungere un equilibrio che le "normali" psicoterapie non gli hanno dato.

Eppure, a sentirlo parlare, a Julius non pare che Philip sia migliorato molto: ok, forse è riuscito a fermare i propri impulsi sessuali, ma quanto ad empatia, è assolutamente avaro, arido, incapace di comunicare e di mettersi in contatto con gli altri. Come può un uomo siffatto, privo di qualsivoglia capacità di immedesimazione, di umana comprensione, di amicizia, un uomo che si vanta di essere solo e di bastare a se stesso senza la necessità di avere relazioni con i propri simili, essere un terapeuta? Come fa uno così - arrogante, freddo, privo di ironia, serioso, incapace di donare un sorriso spontaneo, una parola di comprensione (non ha mostrato alcuna compassione e solidarietà all'udire la notizia della scoperta del tumore da parte di Julius)... - ad aiutare il prossimo a risolvere conflitti e traumi personali?

Philip è un soggetto sorprendente, che suo malgrado affascina il terapeuta (e noi lettori!), il quale prova sentimenti contrastanti verso di lui: da un lato la sua sicurezza lo spiazza e lo intriga, dall'altra essa risulta irritante.
I due terapeuti, alla fine, giungono a una sorta di patto professionale, secondo una logica del do ut des: in cambio di una supervisione per il proprio lavoro di counselor, Philip è disposto ad illustrare a Julius la "cura Schopenhauer", che tanto bene ha fatto a lui e di cui, secondo Philip, l'altro necessita, proprio in seguito alla scoperta della malattia; ma il dottor Hertzfeld pone una condizione: accetterà di fare da supervisore a Slate solo se questi farà parte per sei mesi del gruppo di terapia guidato da Julius; quest'ultimo ritiene, infatti, che il suo ex-paziente ne abbia urgente bisogno in quanto assolutamente non equipaggiato di quelle abilità umane ed interpersonali indispensabili per un terapeuta.

Seppur mal volentieri, Philip Slate accetta di entrare all'interno del gruppo di Hertzfeld, conoscendo così i suoi membri: Gill, Stuart, Tony, Rebecca, Bonnie; manca Pam, attualmente in viaggio in India alla ricerca di se stessa e di quella pace che finora ancora le sta sfuggendo.
Dal momento in cui entra nel gruppo, già consolidato e affiatato, è inevitabile che Philip inneschi dinamiche, reazioni, tentativi di approccio, perplessità, contrasti...: interagire con lui non è semplice, e se Julius lo sa per esperienza, gli altri lo impareranno pian piano.

I ragazzi del gruppo di terapia sanno come interagire gli uni con altri, conoscono le regole, seguono le indicazioni e i saggi consigli del loro terapeuta per cercare di far venir fuori ciò che è dentro di loro;  al contrario, la new entry è completamente a digiuno circa il condurre una conversazione di gruppo, il rispondere a domande personali, rivolgersi direttamente al proprio interlocutore (lui che rifiuta il minimo contatto interpersonale, fossero anche solo sguardi), e soprattutto esprimere i pensieri e le emozioni che di volta in volta le varie discussioni e gli interventi di ciascuno suscitano negli altri.

Insomma, il gruppo mette alla prova Philip, e viceversa, e ne vengono fuori dinamiche vivaci, che mettono in discussione ogni membro, Julius e Philip compresi.
E se il terapeuta più anziano cerca in tutti i modi di coinvolgere il più giovane, in modo da abbattere quella barriera di imperturbabilità di cui questi si è circondato attraverso il "pessimismo" del maestro Schopenhauer, l'altro a sua volta usa le convinzioni che gli derivano dal pensiero stesso del filosofo tedesco per contrapporsi ai membri del gruppo, quasi ergendosi al di sopra di essi, convinto di aver raggiunto certezze da cui loro sono ben lontani.

Quali siano queste certezze, il lettore ne viene messo a parte nel corso di tutto il libro, che alterna la storia principale a quella del famoso filosofo, di cui ci vengono date informazioni sull'infanzia, le esperienze esistenziali che l'hanno portato a sviluppare il proprio pensiero, il rapporto coi genitori, con le donne e, in generale, con tutti i bipedi (così definiva i propri simili Arthur) sciocchi e inutili che lo circondavano.
Volendo sintetizzare, di Schopenhauer ci viene illustrato come egli vedesse la vita umana come un pendolo che oscilla da una parte all'altra, «tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi». Come fa l'uomo a liberarsi del dolore? Divenendo consapevole del destino di sofferenza che lo attende; non solo, ma la ricerca del piacere è qualcosa di illusorio, che appaga per beve tempo e al quale segue la noia; solo annullando la volontà si entra in uno stato di quiete, di distacco ascetico che permette anche l’annullamento del desiderio di felicità e di vita.
E così, spenta ogni volontà, si spegne ogni dolore. Del resto, già Aristotele lo aveva dichiarato: «Il saggio non persegue il piacere, ma l'assenza di dolore".
Arthur "non rinunciò mai al credo che la vita non fosse che uno «strato di muffa» sulla crosta della terra, e «un futile episodio perturbatore nella beata pace del nulla»".

Una tale filosofia può costituire davvero la cura ideale per la persona, con i suoi tormenti interiori, le sue paure, i suoi conflitti, le sue contraddizioni, speranze, ossessioni, ansietà, bisogni emotivi complessi....?
Philip è convinto di sì, e cercherà, con l'impassibilità iniziale che lo contraddistingue, a trasmetterla ai "bipedi di Julius", oltre che a Julius stesso.
Quello che forse non si aspetta è che quel gruppetto di estranei, ciascuno con i propri problemi e segreti inconfessati - all'interno del quale vi è anche una persona che, in virtù di un evento passato in cui è coinvolto Philip stesso, col suo atteggiamento creerà diversi momenti di tensione -, potrebbe essere davvero di grande aiuto per uno come lui, alienato, anaffettivo, pieno di sé, allergico ad ogni forma di scambio umano.

"La cura Schopenhauer" è un testo notevole, per stile e argomenti, una lettura che richiede la giusta concentrazione perchè ricca di filosofia ed elementi di psicoterapia; le parti relative al filosofo - alla sua vita e al suo pensiero -, lungi dall'imporsi come mere informazioni biografiche e filosofiche, sono in realtà necessarie per comprendere il pensiero articolato che sta alla base di questa "cura" in cui il co-protagonista, Philip, crede ciecamente.
Per il resto, le parti inerenti il rapporto tra Julius e Philip prima, e poi di questi con i membri del gruppo di terapia, sono sempre più coinvolgenti.
E lo sono non soltanto per il tipo di relazioni che si creano e sviluppano tra le persone, per le evoluzioni che essi vivono nel corso delle vicende, ma anche per lo stile dell'autore, che sa rendere materie non semplici come la psichiatria e la filosofia alla portata del lettore. Aggiungo a questo, anche la vivacità dei dialoghi, abbondanti, sempre pertinenti e stimolanti, tanto da affascinare chi legge e da farlo sentire membro del gruppo al pari dei personaggi, come se anche a lui fosse data una sedia per stare lì in cerchio, in mezzo a queste persone, ciascuna con il proprio carattere, mancanze, risorse, difetti e virtù..., in fondo comuni a ogni essere umano.

Un romanzo che sa catturare l'attenzione e la concentrazione  del lettore - preferibilmente amante delle discipline in oggetto -, offrendogli spunti interessanti dal punto di vita delle relazioni umane, della necessità dell'empatia, della comprensione reciproca, dell'ascolto attivo, dell'atteggiamento proattivo e della sensibilità verso le miserie e le fragilità altrui.
La ritengo una lettura arricchente e istruttiva; sono giunta alle ultime battute (anzi, sedute, incontri) curiosa di scoprire il destino di questo gruppo, l'evoluzione personale di Philip (un personaggio davvero complesso, che per la maggior parte della narrazione difficilmente suscita emozioni e pensieri positivi in chi legge) e attratta dall'umanità e dalla professionalità di Julius; sempre verso la fine, c'è una scena in particolare che, a mio modestissimo avviso, vale tutta la terapia e che mi ha anche commossa.

Consigliato, Yalom è uno scrittore di spessore, profondo per tematiche e scrittura, con una grande esperienza e conoscenza della materia trattata.


Alcune citazioni:


"Se mai qualcosa merita di essere onorato e bene­detto, dovrebbe semplicemente essere questo, il dono inesti­mabile della pura e semplice esistenza."

" L’infanzia priva d’amore di Arthur ebbe serie implicazioni per il suo futuro. I bambini deprivati dell’amore materno non sviluppano la fiducia necessaria per amare essi stessi, per cre­dere che gli altri li ameranno, o per amare il fatto di essere vivi."

"Vivi nel modo giusto (...) e abbi fede che così usciranno da te cose buone anche se non lo saprai mai."

"Nessuna penna può scrivere qualcosa di eterno che non sia immerso nell’umore della notte."
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