sabato 1 aprile 2023

LETTURE DI APRILE E READING CHALLENGE

 

Ed eccoci con il post in cui faccio il punto della situazione di inizio mese!

Per quanto concerne i libri in lettura... tadaaaaaaaaaaaaaaaa, per la prima volta nella storia mi trovo ad aver concluso (IN QUESTO SPECIFICO FRANGENTE DELLA MIA ESISTENZA) tutto quello che avevo in corso e quindi... non mi resta che fiondarmi a scegliere le prossime letture, impegno meraviglioso che mi fa sempre scorrere un brivido di eccitazione ^_^

Quali letture mi porterà quasi sicuramente con sé il bel mese di aprile? 

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Ho in previsione di leggere:

- LA LUCE NATURALE di Marco Archetti: una madre sta morendo e questo diventa il momento per far emergere ipocrisie, malignità, debolezze di chi col corpo è fermo al suo capezzale ma ha la mente e il cuore da un'altra parte;

- ho voglia di thriller e credo che mi butterò su LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris

- LO DICIAMO A LIDDY?, di Anne Fine: quattro sorelle legatissime, un matrimonio imminente e un segreto atroce.


Passiamo alla Reading Challenge del mese di aprile.


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 📖 CLASSICO: Di Dumas ho letto "I tre Moschettieri" o "Il Conte di Montecristo"e ne serbo un ottimo ricordo, ma poiché ho scelto un classico già a marzo, questa volta vado su altro.

 📖🇮🇹CONTEMPORANEO ITALIANO: c'è Antonio Scurati.
I libri su Mussolini non mi dispiacerebbero, ma so che sono belli corposi e non ho voglia di incominciarli avendo fretta di terminarli entro il mese in vista dell'obiettivo challenge, per cui dovrei, eventualmente, buttarmi su altro. Non so, dovrei spulciare la bibliografia.

📖🇯🇵CONTEMPORANEO STRANIERO: c'è la dolce ed eterea Banana Yoshimoto, con i suoi romanzi delicati e onirici; di lei ho letto MOSHI MOSHI e A PROPOSITO DI LEI. Confesso di essere orientata su questa autrice, anche perché ho trovato un suo libro nell'abbonamento Kindle Unlimited.

📖❤️ LIBRO "SPECIAL" (scelto dall'organizzatrice): IL NUOTATORE di Zander, un thriller dal ritmo serrato che si sofferma sul conflitto di uomini e donne con il proprio passato e sulla loro ricerca di un riscatto.

venerdì 31 marzo 2023

Segnalazioni editoriali

 

Carissimi lettori, oggi vi presento un paio di nuove uscite.


Parto da un romanzo storico accattivante e intrigante, scritto dall'abile penna di Adriana Assini: MADAME CLICQUOT narra la storia della imprenditrice Barbe-Nicole Ponsardin, che sul finire dell'Ottocento sposò Clicquot; diventua presto vedova, ereditò la Maison di champagne e portando il "Veuve Clicquot" in tutto il mondo, strappando al maschile Moët clienti, fama e prestigio.



MADAME CLICQUOT. LO CHAMPAGNE SONO IO
di Adriana Assini


Scrittura&Scritture
232 pp
16,90 euro
Marzo 2023
Sul finire del Settecento, in una delle famiglie più agiate di Reims, nella ridente Champagne, tra i dettami di una Rivoluzione che in provincia non ha alzato troppo i toni, Barbe-Nicole Ponsardin cresce sotto l’influenza di un padre liberale e colto.
In seguito, mentre sullo scenario politico si fa largo un personaggio controverso come Bonaparte, mademoiselle Ponsardin, che non sa distinguere un Pinot nero da uno Chardonnay, s’innamora di un giovane produttore di vino, François Clicquot, e lo sposa.
Una storia la sua che sembra destinata a confondersi con quella di tante altre donne del suo stesso ceto, divise tra la cura della prole e le frequentazioni dei salotti alla moda.
Ma una sorte malefica la mette con le spalle al muro, facendola ritrovare molto presto vedova e con una piccola Maison di champagne da gestire.
Sollecitata a chiudere bottega, tanto più che la legge vieta al gentil sesso di lavorare, firmare contratti, assumere responsabilità pubbliche, Barbe-Nicole lascia tutti di stucco aggirando i divieti e mostrando al mondo il suo vero volto: all’insegna del motto “voglio una sola qualità, la primissima”, decide di mettersi lei a capo dell’impresa.
Nessuno scommetterebbe un franco sulla sua riuscita, e invece…


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Il secondo libro è un romanzo che parla di morte, di anime, di becchini ma non è un horror, bensì un  racconto delicato e a tratti divertente, che affronta diversi temi oltre a quello dell’accompagnamento nell’uscita di scena. E poi c'è la storia di Lorenzo, un ragazzo di 12 anni bloccato fra l'Aldiqua e l'Aldilà. 



QUALCOSA NASCOSTO
di Marco Bagliano e Susanna De Ciechi



Un impresario di pompe funebri e un
Manni Ed 
256 pp

ragazzino finito in un grosso guaio sono i protagonisti di una storia che si consuma in un solo giorno ad Alessandria.
Pietro Ventura e la sua famiglia affrontano la consueta routine di “una giornata da becchini” in cui le vicende dei vivi incrociano quelle dei morti e di alcune presenze benevole, quando accade l’inaspettato.
Un giardino di transito per l'Aldilà accoglie uomini, donne, bambini e animali al centro di eventi straordinari eppure intimamente connessi a ognuno di noi.

La tenerezza e l'ironia sono gli ingredienti di un romanzo lieve e delicato che svela più di una verità.

Gli autori.

Marco Bagliano è nato nel 1984 ad Alessandria dove gestisce con la famiglia una storica impresa di onoranze funebri.
È laureato in Scienze politiche con master in Scienze della comunicazione.

Susanna De Ciechi è nata a Milano dove vive e lavora, è scrittrice e ghost writer.Ha pubblicato diversi romanzi, spesso ispirati a storie vere, biografie e mémoir.



martedì 28 marzo 2023

📖 RECENSIONE 📚 LA LIBRERIA DEI GATTI NERI 🐈‍⬛👣 di Piergiorgio Pulixi

 

Un libraio dal brutto carattere e quattro amici appassionati di gialli e noir che - lungi dal voler cambiare il mondo standosene seduti al bar, come canta Gino Paoli - preferiscono riunirsi in una libreria, pronti a dare il loro prezioso ed esperto contributo a un'indagine spinosa in cui alle povere vittime viene ordinato di fare delle terribili scelte, tassativamente entro un minuto.


LA LIBRERIA DEI GATTI NERI
 di Piergiorgio Pulixi

Marsilio Ed.
296 pp

Una tranquilla famigliola (composta da padre, madre e figlio) ha appena tenuto una festicciola in casa quando la morte bussa alla loro porta: ha l'aspetto di un uomo incappucciato, fornito di videocamera, pistola e una clessidra di legno.

Quell'ospite inatteso, dando vita a una sorta di macabro teatro, compie un crimine con una spietatezza e un'accuratezza (non lascia indizi e non commette nessun errore che possa ricondurre a lui) da killer professionista; a restare in vita è solo il bambino, Lorenzo, unico testimone della serata più brutta della sua vita e che lo renderà orfano.

Perfidamente, e come a prendersi gioco di coloro che indagheranno su quelle morti, l'assassino, prima di andarsene dal luogo del delitto, lascia un "ricordino": una clessidra di legno, inquietante souvenir che gli farà guadagnare l'appellativo "l'assassino della clessidra".

Il romanzo parte subito col botto, con una scena di sangue che lascia il lettore turbato, ma nonostante la tragicità dell'incipit, nel presentarci per la prima volta il protagonista, il libraio Marzio Montecristo, l'autore ce ne parla in toni leggeri ed ironici, allentando così la tensione.

Marzio è un grande appassionato di gialli e, dopo un passato da insegnate (interrotto bruscamente per una ragione ben precisa riconducibile al suo carattere fumantino, nonché al non riuscire a tollerare le ingiustizie), ha deciso di dare una svolta alla propria vita aprendo,  nel centro di Cagliari, una libreria, ma non una qualsiasi, bensì una "Libreria del Mistero", specializzata in romanzi polizieschi, noir e thriller.

Ad essere precisi, nel tempo il nome della libreria è stato cambiato in Les Chats Noirs, per rendere un buffo e simpatico omaggio ai due gatti neri (soprannominati Miss Marple e Poirot) che un giorno, con l'indifferente eleganza che li contraddistingue, si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati. 

A prescindere dal nome, sarà che vende libri destinati a un target specifico (e limitato), sarà che Montecristo non sprizza gioia, buon umore e simpatia da tutti i pori, ci sono periodi in cui la libreria naviga in cattive acque e più di una volta, da quando ha aperto, ha rischiato di chiudere i battenti.

A salvarla non è di certo il buon carattere di Marzio, che, anzi, ogni giorno ha un diverbio con i già non numerosissimi clienti che varcano disgraziatamente la soglia del negozio ( col rischio di farli arrabbiare, spaventare e convincerli a non rimetterci più piede), bensì la sua collaboratrice Patricia (con cui ha quotidianamente vivacissimi scambi di battute), che sa come trattare le persone, anche le più difficili e capricciose.

Non solo ma, tempo prima, a dargli una grandissima mano a risollevare le sorti della libreria, è stata un'anziana cliente, colta e piena di idee: Nunzia, che ha avuto la brillante idea di dar vita ad un gruppo di lettura, in seguito battezzato “gli investigatori del martedì”: un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discutere con passione del romanzo della settimana. 

A dire il vero, quando la serata di lettura ebbe inizio, i lettori partecipanti erano molti di più di quelli attuali, ma purtroppo, dopo che la povera Nunzia cominciò ad ammalarsi e a perdere colpi (psicologicamente soprattutto), l'iniziativa rischiò addirittura di morire, se non fosse stato per gli inossidabili e irriducibili lettori che, ancora adesso, continuano a riunirsi.

L'anima del gruppo, Nunzia, non può più far loro compagnia perché è ricoverata in una struttura per anziani a causa dell'Alzheimer; Marzio le vuol bene e va a trovarla regolarmente, anche se lei ormai ha pochi momenti di lucidità e molti di confusione, dove non lo riconosce e lo scambia per un medico.

Come dicevo, ci sono i lettori più fedeli con i quali Marzio forma il piccolo ma vivacissimo gruppo di lettura del martedì: c'è Vittorio Scalabrini, un pensionato malinconico; frate Raimondo, solare e rassicurante; l'allegra Camilla Solinas, un'ottantenne fissata con i serial killer, e la più giovane del gruppetto, la dark Maina (contrazione di "Mai 'na gioia), che conosce a memoria interi brani dei suoi romanzi preferiti.

Sarà proprio questa cricca di improbabili detective a dare una mano alla polizia, impegnata a risolvere il caso dell'assassino della clessidra, il quale - manco a dirlo - continua a commettere i suoi omicidi inscenando sempre la stessa situazione e lasciando la solita clessidra sul luogo del delitto.

Anche se non mancano delle piccole differenze tra i crimini, ad accomunarli è questo: il killer entra in casa, immobilizza i componenti della famiglia e intima a uno di essi di scegliere quale congiunto lasciar morire e quale salvare; l'atroce decisione va presa entro un minuto (il tempo è, ovviamente, scandito dalla clessidra), in caso di non scelta moriranno tutti... tranne colui che, per "vigliaccheria", non ha fatto il nome, come ordinatogli dall'assassino.

Lucido e perfido, il killer mette. dunque, una delle vittime nella condizione di scegliere chi far morire: un figlio o l'altro, la mamma o il papà, la moglie o il figlio..., insomma c'è una sadica scelta da fare.

Ma non è scontato che essa venga fatta, perché scegliere se far ammazzare un congiunto al posto di un altro è tremendo! Con che coraggio si prende una decisione del genere?

Mentre l'uomo prosegue con il suo diabolico disegno, una vecchia amica di Marzio - la sovrintendente Angela Dimase - e l'ispettore Flavio Caruso chiedono al librario di fare una cosa per loro: visto che un anno prima il famigerato gruppo di lettura è stato capace di aiutare la polizia a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza, perché non dare il loro contributo anche ora?

Marzio&Co. sono entusiasti all'idea di mettere le mani sul fascicolo di un caso reale, pur sentendone contemporaneamente "il peso", perché qui non si tratta di storie inventate da un bravo romanziere ma di persone in carne ed ossa cui viene tolta la vita o di altre lasciate vivere, ma con un trauma sulle spalle che non li abbandonerà mai.

Marzio, poi, è emotivamente coinvolto in uno dei casi (il primo), quello che vede come unico superstite della famiglia il piccolo Lorenzo Vincis, che è stato un suo alunno; Lorenzo è legato al suo ex-insegnante e solo con lui è disposto a sbloccarsi per raccontare cosa è successo tra le mura della sua casa, fornendo anche particolari su cui gli investigatori possono riflettere e provare ad abbozzare delle ipotesi.

Il caso della clessidra è complicato: l'omicida è "pulito", scaltro, uccide a sangue freddo, sa come non farsi sorprendere; come sceglie le sue vittime? C'è un legame tra esse? Apparentemente sembra proprio di no, ma i cinque esperti di gialli de Les Chats Noirs sanno ognuno il fatto suo e, ragionando, ipotizzando, proponendo, scavando nei perché, nei come e in ogni altro dettaglio di quegli omicidi, riusciranno ad avvicinarsi sempre più alla soluzione. Una soluzione che è sempre stata sotto i loro occhi..., ma si sa, a volte le cose più semplici ci sfuggono, concentrati come siamo a cercare le risposte chissà dove.


Anche con questo romanzo Pulixi fa centro: è un giallo ricco di suspense ma anche di ironia; ruota attorno ai libri e rende omaggio ai classici del mystery, menzionando diversi titoli e autori del genere, cosa che personalmente mi è di stimolo ad allargare le mie "conoscenze letterarie".
Leggendo, ci si sente coinvolti nella ricerca del killer perché sulle sue tracce ci sono appassionati di polizieschi come lo siamo tanti di noi lettori e questo rende la lettura elettrizzante e interessante.
Come sempre, mi piacciono i capitoli brevi, la scrittura curata e sempre tanto scorrevole, l'attenzione ai dettagli, le descrizioni precise e incisive, i colpi di scena finali.

Ho trovato intrigante l'idea di base degli omicidi: "A chi vuoi più bene: a mamma o a papà?", è una di quelle domande che, credo, tutti i bambini si sono sentiti rivolgere almeno una volta; una domanda posta col sorriso da un adulto (scioccamente?) curioso e un tantino sadico al contempo, e che chiede al piccolo di operare una scelta che, per carità, non condannerà a morte nessuno.
E se da bambini siamo liberi di nasconderci dietro un'imbarazzata alzata di spalle o un timido "A tutt'e dueee", gli adulti presi di mira dal killer non possono sfuggire alla fatidica e letale scelta, diventando - in un certo senso - essi stessi causa della morte dei propri cari.

Credo che a rendere ancor più inquietante il modus operandi dell'assassino della clessidra sia proprio il fatto di "sporcare" qualcosa che, essendo legato all'infanzia, ha i caratteri dell'innocenza, della purezza, della spensieratezza, e che invece, in uno scenario criminale, assume contorni decisamente tragici e sanguinosi.

Marzio è un protagonista irresistibile perché il suo modo di essere burbero e le sue schermaglie con i clienti (che comunque sono bravissimi a farlo innervosire con certe richieste assurde), le battutacce, le urla ecc., danno vita a momenti divertenti e umoristici; e poi, nasconde anch'egli un cuore buono e una sensibilità romantica che però è bravo a tener sepolta dietro strati di acidità e sguardi torvi.

Assolutamente consigliato, sia a chi solitamente predilige i gialli, sia a chi non li legge abitualmente.

sabato 25 marzo 2023

Leggendo gialli e noir...

 

L'ultimo libro terminato è un giallo/noir di Piergiorgio Pulixi che ha al centro una libreria specializzata in libri gialli (e affini), al cui interno si riunisce un gruppo di lettura che si incontra settimanalmente per discutere del libro che, di volta in volta, decide di leggere insieme.

Durante la lettura, sono molti gli spunti che l'autore offre ai suoi lettori in merito a diversi scrittori di thriller, gialli e noir, alcuni dei quali io, personalmente, pur essendo comunque appassionata del genere, non ho ancora mai letto ma ho solo sentito nominare.

Condivido con voi questi (non tutti, ce ne sono altri citati nel libro) autori; fatemi sapere se li conoscete e se di essi avete letto uno o più libri.


John Dickson Carr (pseudonimo Carr Dickson o Carter Dickson), nato nel 1906 e morto nel 1977, è stato uno scrittore statunitense tra i migliori della narrativa poliziesca e tra i maggiori esponenti del cosiddetto "mistero della camera chiusa" (il delitto o l'omicidio, al centro del mistero, avviene in una stanza in cui l'unica entrata è chiusa dall'interno e, poiché non vi sono segni di effrazione, l'autore lascia al lettore il compito di determinare come l'assassino sia riuscito a compiere un crimine senza lasciare traccia).
Carr ha pubblicato più di 80 romanzi, ma è stato anche uno sceneggiatore radiofonico e autore di racconti.

Il suo primo romanzo è stato It Walks by Night (Il mostro del plenilunio, 1930); a 25 anni sposò Clarice Cleaves (con cui ho avuto tre figlie, Julia, Bonita e Mary), con cui si stabilì in Inghilterra, dove ha trascorso gran parte della sua carriera, ma dopo essere vissuto molti anni all'estero, è tornato negli Stati Uniti, dove è rimasto fino alla sua morte.
Carr scriveva fino a 18 ore senza sosta pur di raggiungere l'obiettivo di completare quattro romanzi all'anno.

All'inizio degli anni '50, quando viveva in Inghilterra, Carr approfondì e rinnovò il suo interesse per i gialli e, in particolare, si volse verso il sottogenere del mistero storico. 
Era particolarmente attratto dalla storia britannica del XVII secolo e la inserì in molti dei suoi libri, svolgendo ricerche approfondite per assicurarsi di rappresentare accuratamente l'epoca. 
Le opere di Carr appartenenti a questo sottogenere includono La sposa di Newgate (1950) e Il diavolo vestito di velluto (1951), il suo libro più venduto.

Dorothy L. Sayers (Dorothy Leigh Sayers, 1893-1957) è stata una studiosa e scrittrice inglese, annoverata con Agatha Christie tra le "Regine del Crimine" e conosciuta in particolare per i suoi romanzi aventi come protagonista Lord Peter Wimsey, un aristocratico e investigatore dilettante; era anche un'abile e popolare drammaturga, commentatrice religiosa; la sua traduzione della Divina Commedia di Dante è considerata impareggiabile per qualità e leggibilità.

Sayers non ha scritto solo gialli; ha esplorato, ad esempio, le difficoltà dei veterani della Prima Guerra Mondiale, l'etica della pubblicità, la parità di genere, il ruolo della donna nella società.

"L'uomo non è mai veramente se stesso tranne quando crea attivamente qualcosa."

Tra le opere: Peter Wimsey e il cadavere sconosciuto, Gli occhi verdi del gatto, L'ammiraglio alla deriva.


Peter Swanson (1968) è un autore americano, noto soprattutto per i suoi romanzi di suspense psicologica. Ha pubblicato racconti e poesie in numerose riviste e i suoi romanzi sono stati tradotti in più di 30 Paesi; tra le sue opere citiamo: Quelli che meritano di essere uccisi, Otto perfetti omicidi (dal quale sarà tratto un film prodotto e interpretato da Ryan Reynolds), Il tipo che vale la pena salvare, Nove vite: un romanzo.

Mickey Spillane (pseudonimo di Frank Michael Morrison Spillane, 1918-2006) è stato un fumettista, scrittore e sceneggiatore statunitense, uno degli esponenti di riferimento del genere hard-boiled e creatore del personaggio del detective Mike Hammer.
Tra i suoi libri: L'uomo che uccide, Ti ucciderò, Bacio mortale, Alba di sangue.


Anthony Horowitz 
è uno degli scrittori più prolifici ed eclettici del Regno Unito,  è sceneggiatore per la televisione, ha prodotto, tra le altre, la prima stagione dell’Ispettore Barnaby. Nel 1979 ha pubblicato il suo primo libro per ragazzi; ha raggiunto una grande fama soprattutto scrivendo la serie di romanzi per ragazzi di Alex Rider, un 14enne che diventa una spia dei servizi segreti inglesi.
Scrittore raffinato, capace di costruire trame avvincenti e piene di colpi di scena, fa largo uso di un irresistibile humor nero.



Fonti consultate:

https://www.britannica.com/
https://www.wikiwand.com/en/Peter_Swanson
https://pabook.libraries.psu.edu/carr__john_dickson
https://www.wheaton.edu/academics/academic-centers/wadecenter/authors/dorothy-l-sayers/
https://www.rizzolilibri.it/

giovedì 23 marzo 2023

LIBRI AMBIENTATI IN AUSTRALIA

 

Cercate romanzi ambientati in Australia?

Ecco qualche spunto che, spero, possa soddisfare la vostra ricerca.





STORIE (E SEGRETI) DI FAMIGLIA


LA MIA AUSTRALIA
di Sally Morgan
(Ed. Bompiani, trad. M.Bartocci, 528 pp).

La storia di famiglia di Sally Morgan è il racconto commovente, a tratti divertente, che l'autrice ci dona sulla sua discendenza, lottando per superare i segreti a lungo taciuti dalla madre e dalla nonna fino alla scoperta della sua provenienza da una tribù di nativi aborigeni. 
Riprendendo la tradizione del racconto orale, l’autrice riesce a dar voce a un popolo brutalmente calpestato dall’uomo bianco nel silenzio e nell’indifferenza generale. 


UNA VITA MIGLIORE di Susan Allott (HarperCollins It., 352 pp).

Una telefonata nel cuore della notte informa Isla Green che suo padre, che vive in Australia, è stato
appena accusato dell'omicidio di una donna, la loro ex vicina di casa, scomparsa da molti anni. 
Ed è stato proprio lui a vederla viva per l'ultima volta. 
Cosa è successo a Sydney nel 1967?
Louisa e Joe, recentemente arrivati dall'Inghilterra con la loro bambina di quattro anni, Isla, vivono accanto a Mandy e Steve, che di mestiere fa il poliziotto. 
Mentre Louisa vorrebbe tornare a Londra, Mandy ha il terrore di rimanere incinta e di diventare madre. Steve, che invece vorrebbe moltissimo un figlio, è distrutto dal nuovo compito affidatogli dalla polizia: strappare bambini aborigeni dalle loro famiglie, per inserirli in un programma statale di reinserimento sociale. 
Ogni giorno, ognuno di loro racconta una piccola bugia, destinata a costruire un fragile castello, pronto a crollare al minimo soffio di vento... 
Dopo trent'anni, sotto le ceneri di quel castello covano ancora le fiamme di molti altri segreti che Isla deve scoprire. 


STORIE DI RAGAZZI



THE CHOKE. DOVE IL FIUME SI STRINGE di Sofie Laguna (Ed. Pessime Idee, trad. M.Musco, 344 pp).

Nell'Australia più rurale Justine, di soli dieci anni, viene affidata a un nonno che, pur amandola, non è in grado di prendersi cura di lei; crescerà cosi timida e in bilico tra la consapevolezza e l'incoscienza di ciò che la circonda. 
La sua unica via di fuga è lo Strozzo (The choke), un luogo di incredibile bellezza vicino al fiume Murray. Il coinvolgimento e l'empatia che si creano tra il lettore e la piccola Justine è il frutto di un vero e proprio atto materno che l'autrice compie nei confronti di questa storia, dai tratti dolci ma anche molto crudi.




IL CIELO, LA TERRA E QUEL CHE STA NEL MEZZO di Marlo 
Morgan (Sonzogno, trad. R.Petrillo, 356 pp)
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Due gemelli aborigeni, appena nati, vengono strappati dalla madre per essere dati in adozione alla cosiddetta società civile. Il maschio, abituato sin da piccolo al duro lavoro, cresce senza conoscere il significato della parola amore e senza alcuna coscienza delle sue radici. La bambina, a cui viene dato il nome di Beatrice, appena nata viene invece mandata in un orfanotrofio dove suore non proprio caritatevoli la tengono fino a sedici anni. 
Sola nel mondo esterno, fa i lavori più umili e sconfigge la solitudine immergendosi nella lettura. Pian piano proprio questa passione la porta a voler scoprire di più sulle sue origini e sulla propria terra.



STORIE DI DONNE DETERMINATE


UNA STANZA FATTA DI FOGLIE di Kate Grenville (Neri Pozza, trad. S.Fefè, 352 pp).

Durante la ristrutturazione di una residenza storica di Sydney, viene rinvenuta una scatola di latta che contiene le memorie di Elizabeth Macarthur, moglie di John Macarthur, il padre dell'industria laniera australiana. 
Il ritrovamento svela la vita di una donna straordinaria, capace di amministrare un'azienda agricola enorme con grande temperamento. 
Nata nel 1766, figlia di un agricoltore del piccolo villaggio di Bridgerule, nel Devon, ancora bambina Elizabeth viene accolta nella casa del pastore, incontra e sposa il sottufficiale John Macarthur, un uomo irrequieto, sgradevole, roso dall'ambizione. 
Un anno dopo i due sposi, con il figlio in fasce, salpano verso la colonia penale del Nuovo Galles del Sud, appena istituita; in quel continente sconosciuto, Elizabeth scoprirà un coraggio che non avrebbe mai immaginato di possedere.

 

LA CASA DEGLI ANGELI di Colleen McCullough (Rizzoli, trad. R.Zuppet, 294 pp).

La "casa degli angeli" è il palazzo di un quartiere malfamato di Sydney in cui va ad abitare la giovane 
Harriet, nel 1960, per sfuggire al soffocante ambiente maschilista della sua famiglia. 
Nella nuova casa, conosce un pittore squattrinato, un immigrato tedesco appassionato di musica e di cucina, una coppia di innamorate e la padrona di casa, la signora Schwartz - cartomante, veggente e medium, che ha una figlia, la piccola Flo, che non sa parlare. 
Harriet scopre l'amore, il sesso, la libertà e l'affermazione di sé. Ma dovrà sfoderare tutta la sua determinazione per strappare Flo a un destino di solitudine e dolore.



MISTERI DA RISOLVERE



CHI È SENZA PECCATO di Jane Harper (Bompiani, trad. L.Mateoli, 384 pp).

L'agente federale Aaron Falk è tornato da Melbourne a Kiewarra per i funerali del suo vecchio amico Luke Hadler, della moglie e del figlio: un omicidio-suicidio che ha risparmiato solo Charlotte, la più piccola della famiglia. 
Falk, seppure a malincuore, rimane in quel piccolo paese in cui tutti hanno qualcosa da nascondere; grazie all'aiuto di Raco, il giovane, ingegnoso poliziotto locale, viene squarciato il velo di silenzi e segreti e si riaprono inevitabilmente vecchie ferite...





SCRUBLANDS NOIR di Chris Hammer (Neri Pozza, trad. A.Biavasco, V.Guani, 432 pp).   ** RECENSIONE **

Sembra un giorno afoso come tanti altri a Riversend, una piccola cittadina australiana, se non fosse che 
a Byron Swift, il giovane sacerdote della comunità, viene la terribile idea di imbracciare un fucile da caccia e sparare sui parrocchiani riuniti sul sagrato in attesa della funzione, prima di essere freddato lui stesso da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia. 
Un anno dopo, Martin Scarsden viene incaricato dal suo giornale di scrivere un reportage da mandare in stampa il giorno dell'anniversario della strage. 
Dopo aver incontrato la gente del posto e ascoltato la loro versione dei fatti, Martin si rende però conto che le ragioni di quella strage sono tutt'altro che chiare, e che sia la personalità del sacerdote sia le circostanze in cui ha agito sono tuttora avvolte nell'oscurità. 


STORIE DI AMORI E PASSIONI



IL COTTAGE SULL'OCEANO di Dorothy Hewett (Neri Pozza, trad. G.Scocchera, 237 pp).


Jessica ha deciso di vivere in un cottage a Zane, un piccolo villaggio sulla costa meridionale dell'Australia; da lì si vede il mare ed è ciò che cercava quando è partita da Melbourne: cielo, nuvole, granito e acqua. 
Jessica è una donna che ha avuto un primo marito suicida, una figlia lontana e poco amata, un secondo marito, narcisista e distratto; nella quiete di quel promontorio lambito dalle maree, cerca la calma necessaria per rimettere insieme i pezzi della propria vita. 
Quello che Jessica, tuttavia, non sa è che la casa sul promontorio non è abitata soltanto dal mare, ma dall'inquietante memoria di una tragica passione, nelle cui trame si troverà sempre più avvinta.



LA LUCE SUGLI OCEANI di M.L. Stedman (Garzanti, trad, C.Mantovani, 368 pp).   **  RECENSIONE **


Siamo nel 1926. La giovane Isabel, moglie del guardiano del faro di Janus Rock (un’isola 
dell’Australia), Tom Sherbourne, continua a perdere i bimbi che porta in grembo e la sua sofferenza è sempre più gravosa. Finché un giorno, il pianto flebile di un bambino la scuote dal torpore e dalla tristezza: l’arrivo di una barca naufragata sulle spiagge dell’isola del faro, con dentro un'unica superstite - una neonata! - stravolgerà la vita di Tom e Isabel.
Per Isabel è la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Ma sulla terraferma, c'è una donna che spera ancora di sapere cosa ne è stato della sua creatura.

martedì 21 marzo 2023

[ ANTEPRIMA ] PUBBLICAZIONI IN USCITA (NOIR, HISTORICAL ROMANCE, THRILLER)



Cari lettori, vi segnalo alcune anteprime editoriali, in uscita prossimamente; si tratta di tre romanzi appartenenti ai generi noir, romance storico e thriller.



ANTEPRIMA NOIR

Il campo delle ossa. Le indagini del Foresto n.2, di Chiara Forlani (Nua Edizioni, 222 pp, 16 euro in uscita il 31 marzo 2023).


Agosto 1951. Attilio Malvezzi, detto il Foresto, si trova coinvolto dall’amico maresciallo dei carabinieri
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in una nuova indagine: durante gli scavi nei pressi dello zuccherificio di Pontelagoscuro sono emerse delle antiche sepolture infantili, oltre a un cadavere recente di neonato.
Ancora una volta, il protagonista conosciuto in Delitto sull’Isola Bianca viene coinvolto nelle indagini: il suo amico maresciallo lo fa assumere come operaio stagionale per dargli un lavoro e la possibilità di fare ricerche sul campo. È il 1951 e in una torrida estate il Foresto dovrà fare luce su una storia che mette a dura prova la sua capacità di decidere tra il bene e il male. Nel tentativo di chiarire il mistero delle piccole ossa che costellano il campo, il Foresto farà delle scoperte inquietanti, imbattendosi in monasteri dal passato oscuro e in squallide storie familiari di pazzia. 
Da un passato lontano emerge la storia di un convento situato alle porte della città di Ferrara e delle ragazze che vi hanno trovato rifugio: una vicenda atroce, di colpe non confessate e di assoluzioni forse non dovute. 
Nel frattempo proseguono le vicende private dei personaggi che abbiamo conosciuto nel primo episodio della trilogia, tra storie d’amore, grandezze e meschinità d’animo.

L'autrice.
Chiara Forlani, è nata e vive a Ferrara. Dopo un’infanzia passata a divorare libri, frequenta il liceo scientifico, ma rompe gli schemi laureandosi in storia dell’arte. La sua carriera ha visto alternarsi la passione per l’arte e la letteratura: dopo un biennio di lavoro presso i musei universitari bolognesi, apre un laboratorio di restauro di opere d’arte. Successivamente passa a insegnare lettere, attività che tuttora svolge presso la scuola ospedaliera, dove ogni giorno porta un sorriso ai giovani ammalati. Vive in campagna con il marito e due cagnolini salvati dal canile.
Ha pubblicato La tasca sul cuore e Una rosa tra i capelli, oltre a racconti presenti in varie antologie. A scopi benefici, per aiutare i piccoli pazienti pediatrici, ha dato alle stampe il romanzo per ragazzi Il viaggio di Kordelia e il suo seguito Kordelia alla riskossa. Le sue opere hanno raggiunto il podio in vari concorsi, portando alla pubblicazione La bambina fatta di niente e La casa delle piccole anime. Delitto sull’Isola Bianca si è classificato nella terzina finalista dei premi Giallo Festival e De Filippis Gold Crime, oltre al concorso Locanda del Doge di Rovigo. Di recente ha dato alle stampe un racconto sulla prestigiosa Writers Magazine e ha pubblicato la seconda indagine del Foresto, dal titolo Il campo delle ossa



ANTEPRIMA HISTORICAL ROMANCE 

Il 5 aprile esce il capitolo conclusivo della serie di romance storici ambientata nella cittadina di Emerson Pass in Colorado. Il libro è già in preordine su Amazon a questo link.


“La guerriera di Emerson Pass” di Tess Thompson
 (Emerson Pass Historical, vol. 8) è il libro dedicato a Delphia Barnes, la più piccola della famiglia. Comincia il giorno dell’attacco giapponese a Pearl Harbour, finisce il Natale del 1945.


Autopubblicazione
Traduttore: Isabella Nanni
€ 4,99 (ebook)
disponibile anche in Kindle Unlimited
€ 14,50 (cart.)
Data pubblicazione: 
5 aprile 2023

È costretta ad assistere impotente quando l’uomo che ama parte per andare a combattere oltreoceano con gli Alleati, ma lui le promette che tornerà da lei vivo e vegeto.
Riuscirà a mantenere la promessa o sarà l’ennesimo soldato perso in una guerra contro la tirannia?


Dopo quattro anni di università, Delphia Barnes torna a casa a Emerson Pass mentre l’America si prepara a entrare in guerra. Decisa a resistere a una vita convenzionale fatta di matrimonio e figli, combatte l’attrazione per il suo vecchio amico Jack Depaul. Tuttavia, il suo cuore non vuole sentire ragioni e si innamora comunque.

Jack Depaul è figlio di un allevatore di cavalli di Emerson Pass, e ne è orgoglioso. Non volendo fare altro nella vita, è più che felice di lavorare al fianco del padre e del fratello nella loro fattoria. 

La sua vecchia amica Delphia è l’ultima di cui pensava di sentire la mancanza. Eppure, la passione per la giovane Barnes diventa ben presto più forte del suo amore per i cavalli. 


Come può mai lasciarla ora che si sono finalmente ritrovati? Ma quando l’America entra in guerra oltreoceano, lui sente di non avere altra scelta se non quella di arruolarsi e lasciarsela alle spalle.
Jack sopravviverà alla guerra? Se sì, Delphia riconoscerà l’uomo che farà ritorno? La famiglia e la comunità riusciranno a sostenerli in tempi difficili per tutti?

A metà tra il romance storico americano e la saga familiare, questo ultimo capitolo della fortunata serie storica di Emerson Pass è una storia di sopravvivenza e coraggio di due giovani straziati dalla guerra. Un toccante addio all’amata famiglia Barnes che saprà sicuramente soddisfare i fan.

Biografia autore
Tess Thompson è un’autrice pluripremiata di narrativa femminile romantica contemporanea e storica con quasi 40 titoli pubblicati. È sposata con il suo principe, Mister Miglior Marito, ed è la madre della loro famiglia allargata di quattro figli e cinque gatti. Mister Miglior Marito ha
diciassette mesi meno di lei, il che fa di Tess la tardona di casa, un titolo che porta con orgoglio.
È orgogliosa di essere cresciuta in una piccola città come quelle dei suoi romanzi. Dopo essersi laureata alla University of Southern California Drama School, sperava di diventare un’attrice ma invece ha avuto la vocazione di scrivere narrativa. È grata di passare la maggior parte dei giorni nel suo ufficio a mettere insieme i suoi personaggi mentre Mittens, il suo gatto preferito (shhh...non ditelo agli altri), dorme sulla scrivania.


Biografia traduttrice
Isabella Nanni si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne ed è iscritta al Ruolo Periti ed Esperti per la categoria Traduttori e Interpreti. Le sue lingue di lavoro sono Inglese, Tedesco e Spagnolo, da cui traduce verso l’italiano, lingua madre. A gennaio 2019 è risultata vincitrice ex aequo del concorso di traduzione de “La Bottega Dei Traduttori”. Dopo un MBA da diversi anni è libera professionista e si occupa di traduzioni, sia editoriali che tecniche. È inoltre consulente commerciale per editori di testate trade.
È l’orgogliosa madre di due splendide giovani dal sangue misto come Harry Potter, emiliano e campano. Coltiva rose di tutti i colori e con una vita di riserva studierebbe arabo, cinese e russo.



Ebook gratis su Amazon dal 20 al 22 marzo

Per festeggiare l’arrivo della primavera e la Giornata Internazionale della Felicità, l’autrice Jess Michaels ha concordato con Amazon di mettere a disposizione l’ebook del primo libro della fortunata serie di romance regency Il Club del 1797 GRATIS

Trovate il libro a questo link


ANTEPRIMA THRILLER


Venerdì 14 aprile uscirà per SEM il nuovo romanzo di Marina Visentin "Gli occhi della notte".

Gli ultimi giorni di novembre a Milano fanno da cornice alla nuova indagine del vice questore Giulia 
SEM Ed.
272 pp
19 euro

Ferro.
Per lei c'è un caso particolarmente drammatico: la morte di Cinzia, una bambina di sette anni, scomparsa all'uscita da scuola e ritrovata cadavere in un boschetto ai margini del Parco Nord.
L'incubo che la bimba sia finita in mano a un gruppo di pedofili apre un'indagine che si presenta da subito complessa e faticosa, un ginepraio di false piste e vicoli senza uscita.
Il primo nella lista di sospettati è l'ex marito di una delle maestre della bimba, già condannato in passato per violenze domestiche e Revenge porn; inoltre, molti testimoni segnalano la presenza nei dintorni della scuola di un ragazzo, dall'area ambigua e stravagante insieme, con un cappellino rosso. 
Anche il padre di Cinzia è un uomo dai molti misteri, a partire dal suo coinvolgimento in loschi affari.

Giulia può contare, anche in questa indagine, sull'aiuto dell'ispettore capo Alfio Russo, amico fidato e collega perspicace. 
Ma i fantasmi del passato ancora una volta non la lasciano in pace, anzi riaffiorano dopo la scelta di tornare a vivere a Milano.
 
Anche in questo secondo capitolo della saga che ha per protagonista Giulia Ferro, si conferma il talento di Marina Visentin nel costruire trame singolari attraverso uno stile pulito, con una forte attenzione ai dettagli psicologici e un ritmo sempre elevato dalla prima all'ultima pagina.

L'autrice.
Marina Visentin, nata a Novara, vive e lavora a Milano; laureata in filosofia, è traduttrice, consulente editoriale e ha collaborato con varie testate nazionali scrivendo di cinema. Ha pubblicato testi di critica e storia cinematografica, libri di filosofia e psicologia. Dopo la fiaba noir Biancaneve, ha scritto La donna nella pioggia e Cuore di rabbia.

domenica 19 marzo 2023

** RECENSIONE ** LA SIGNORA DALLOWAY di Virginia Woolf



Con La signora Dalloway (pubblicato nel 1925) Virginia Woolf, con grande intensità e sapienza narrativa, attraverso il flusso di emozioni e pensieri dei suoi personaggi - di cui ci vengono svelati le fragilità, le luci e le ombre, le sofferenze e i turbamenti - racconta la precarietà della vita e l'affascinante complessità dell'animo umano.


LA SIGNORA DALLOWAY
di Virginia Woolf



Einaudi
trad. A.Nadotti
196 pp
In un tranquillo mercoledì di metà giugno del 1923 la signora Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce di casa con l'intenzione di comprare dei fiori per la festa che terrà la sera nella sua casa e alla quale saranno presenti tante persone, tra cui le altolocate conoscenze del marito.

Mentre passeggia per le strade di Londra, si gode la piacevole mattinata e pensa alla festa, dentro di lei ha luogo un monologo interiore, un affastellarsi di pensieri e ricordi che la portano indietro di vent'anni, agli anni in cui era una ragazza non ancora sposata, con attorno un uomo innamorato come Peter e la bella e vivace Sally come amica (o forse per lei ha provato sentimenti più forti di una semplice amicizia?).

Quante cose possono accadere in un giorno! E quanto e quale valore esse possono più o meno avere a seconda di chi li vive - com'è la sua vita? cosa fa, di che umore è?... -, li osserva, li racconta!

In un giorno qualunque succedono fatti in grado di cambiare la vita ed altri (apparentemente) insignificanti.
La giornata di Clarissa è resa speciale ed eccitante dal fatto che terrà una festa ed infatti è tutta impegnata nell'organizzarla, a cominciare dall'acquisto dei fiori.

Ci sarà anche il suo vecchio amico (e amore di gioventù) Peter Walsh, da sempre innamorato di lei, che non trova pace a motivo di questo sentimento che a nulla lo condurrà, visto che lei è sposata con il buon Richard Dalloway.
E Richard - uomo gentile, discreto, impegnato in politica -, anche lui quel giorno ha qualcosa che lo agita: come tornare di corsa a casa per dire a Clarissa che l'ama! Riuscirà ad esprimere i suoi sentimenti?

Ma ci sono anche persone per le quali un giorno in più da vivere è un giorno in più di sofferenza, di depressione, di malessere.
È ciò che accade a Septimus Smith, un veterano di guerra che ha riportato dei disturbi di natura psicologica (oggi parleremmo con certezza di DPTS); è sposato con la dolce Lucrezia ma il loro matrimonio non sembra infondere gioia a nessuno dei due. Tutt'altro, sta per naufragare e questo non è che un altro dei "crolli" cui sta per andare incontro il povero e provato Septimus, la cui esperienza bellica non lo abbandona, anzi, lo ha seguito come un segugio e continua ad ossessionarlo.
Septmus e Clarissa non si conoscono e non si incontrano, ma a fine libro vedremo che tra essi si crea una connessione (l'amore e il terrore per la vita), che turba Clarissa.

La malattia mentale è un tema caro alla Woolf, la quale, in queste pagine, lo affronta attraverso Septimus (la stessa scrittrice ha sofferto di depressione, esaurimento nervoso; è morta suicida).

Clarissa ha superato i cinquanta, appartiene all'alta società londinese e la vediamo come, vista dall'esterno, si stia dando da fare per un avvenimento di per sé superficiale, frivolo, ma questo atteggiamento riflette ben altro: "c'era nelle profondità del suo cuore una paura terribile".

"Si sentiva molto giovane, e nello stesso tempo indicibilmente vecchio. Affondava come una lama nelle cose, e tuttavia non restava fuori, a osservare. Aveva la perpetua sensazione, anche mentre guardava i taxi, di essere altrove, altrove, in mare aperto e sola; la sensazione che fosse molto, molto pericoloso vivere anche un giorno soltanto."

 In un flusso incessante di parole, pensieri, ricordi, associazioni, emergono desideri, angosce e paure - della solitudine, della morte, della vita -; la paura di non essere vista né riconosciuta, considerata.

"Aveva la bizzarra sensazione di essere invisibile, non vista, non conosciuta; ormai non c'erano più né matrimonio né figli, ma solo questa stupefacente e piuttosto solenne processione insieme a tutti gli altri, su per Bond Street, questo essere la signora Dalloway, neppure più Clarissa, solo la moglie di Richard Dalloway."

Clarissa è una donna sensibile, con il senso dell'umorismo, che ama la vita e la gente e in cui non c'è acredine né "l'ombra di quel disgustoso moralismo così frequente nelle donne perbene." e chi - come Peter - la conosce bene, sa che ha un umore "fluttuante", capace di passare dalla felicità ai cattivi pensieri in un attimo.

Virginia Woolf ha scritto un romanzo che, fondamentalmente, non ha una vera e propria trama; accadono pochi fatti e la maggior parte delle azioni si svolgono principalmente nella coscienza dei personaggi; tutto è concentrato in una sola giornata di giugno a Londra e i piccoli avvenimenti quotidiani sono funzionali al risveglio in Clarissa di tutta una serie di impressioni e ricordi, che le rammentano come l'intera esistenza altro non sia che un continuo divenire.

È un romanzo introspettivo, psicologico, dove è evidente l'uso della tecnica del flusso di coscienza, che esprime mirabilmente tutta la vasta gamma di impressioni - visive, uditive, fisiche -, le associazioni, i ricordi, i pensieri che incidono sulla coscienza dei personaggi.
Ad essere importanti non sono solo i contenuti dei loro pensieri e monologhi interiori, ma ancor prima i meccanismi alla loro base.

Credo si possa dire con cognizione di causa che questo romanzo (ma anche gli altri) di Virginia Woolf rientri tra i libri da leggere almeno una volta nella vita; è un'opera di notevole valore letterario, scritta magistralmente, con un linguaggio altamente evocativo, lirico, di grande intensità.
Confesso di non essere entrata subito in sintonia con lo stile della Woolf ma, proseguendo nella lettura, la sua scrittura e quel filo di sofferta nostalgia che l'attraversa mi hanno sempre più affascinata. 

Citazioni

"...senza dubbio provava ciò che provano gli uomini. Solo per un istante, ma bastava. Era una rivelazione repentina, un tocco lieve come un rossore che si cerca di dominare e alla cui espansione, quando esplode, si cede, e si precipita sul margine ultimo e si trema sentendo che il mondo si avvicina, gonfio di un qualche significato sorprendente, una pressione simile all'estasi, che ne frantuma la crosta sottile e sgorga e si versa con sollievo straordinario sulle ferite e le piaghe!"

"Lei era come un uccello che trova riparo nella conca sottile di una foglia, che ammicca al sole quando la foglia si muove, e sussulta allo scricchiolio di un ramoscello secco. Era abbandonata, circondata dagli alberi enormi, dalle immense nubi di un mondo indifferente, abbandonata, torturata. E perché doveva soffrire? Perché?"

venerdì 17 marzo 2023

[[ RECENSIONE ]] CARNE E SANGUE di Michael Cunningham


Questa è la storia di una famiglia americana composta da uomini e donne dalla personalità complessa, che affrontano singolarmente e assieme piccole e grandi tragedie, ciascuno con i propri demoni, le proprie insicurezze, le ostilità e i tentativi di trovare ed affermare la propria identità.


CARNE E SANGUE
di Michael Cunningham



Ed. La nave di Teseo
trad. E.Capriolo
400 pp
Conosciamo uno dei protagonisti quando, nel 1935, ha solo otto anni.
Constantine (Con) Stassos è di origine greca ed è emigrato negli USA con la famiglia; quando è un giovanotto ambizioso e sicuro di sé sposa la bella italo-americana Mary, gentile e solare.

Come se ci scorressero davanti agli occhi degli scatti fotografici, conosciamo tutta la famiglia mentre è impegnata in diversi momenti della loro vita insieme; incontriamo i figli degli Stassos - Susan, Billy e Zoe - quando sono molto piccoli ma già l'Autore - attraverso gli occhi dei genitori - ce ne dà un'infarinatura circa i loro caratteri, e nel corso degli anni certe caratteristiche non potranno che emergere con chiarezza e orientarli verso quel tipo di vita, di condotta, di scelte, che ora li allontaneranno, ora li riavvicineranno, ora li renderanno infelici, ora soddisfatti.

Susan è la bella di casa e il padre stravede per lei; il suo affetto per Susan è, però, poco "sano", molto ambiguo e crea il formarsi di situazioni che non sono normali tra un padre e sua figlia.
Quest'ultima, proprio per sfuggire a qualcosa che la spaventa, sposa il fidanzato Todd, un giovanotto di buona famiglia, studioso, serioso, con alte ambizioni in ambito professionale.
Ma ben presto, la vivace Susan comincia ad avvertire un grande vuoto, una insoddisfazione verso quella vita matrimoniale - tra l'altro neppure rallegrata dall'imminente arrivo di figli - che le sta stretta, che sta rendendo la sua esistenza piatta e monotona, pur avendo danaro a sufficienza, una bella casa, un marito innamorato e che tante donne le invidiano.

Billy è il cocco di mamma. Sin da piccolo mostra una personalità particolare, fragile e delicata ma, allo stesso tempo, c'è in lui un atteggiamento oppositivo e ribelle verso il padre.
Constantine, infatti, percepisce che il suo unico figlio maschio è troppo delicato, troppo coccolato dalla moglie; sembra quasi.., no, Constantine non vuole neppure pronunciare la parola gay, ma è questa l'idea che danno un certo tipo di gestualità, di modi di parlare... e Con non ne è affatto contento. Un uomo come lui, virile, con tanto d'amanti a rallegrargli i momenti fuori casa, dalla mentalità borghese e perbenista, come potrebbe accettare di buon grado un figlio omosessuale? Giammai!!
Quello tra Con e Billy è un rapporto ricco di episodi di violenza, di parole taglienti, di urla, di silenzi ostinati e pieni di rancore, e nel tempo le cose non miglioreranno, tanto più che i dubbi di Constantine circa l'omosessualità del figlio sono fondati.

E poi c'è la piccola di casa, Zoe: la più strana dei tre figli, uno scrigno chiuso a chiave, che sin da piccina sembra amare la sofferenza, e che crescendo, dall'adolescenza in poi, non farà che "farsi del male" facendo uso di alcool, droghe e psicofarmaci, nonché conducendo una vita sregolata e facendo scelte moralmente discutibili, che bene non le faranno.
Il suo punto di riferimento adulto non è né Mary né Con, entrambi presi dai loro problemi coniugali, bensì una drag queen, il travestito Cassandra, che farà da madre a Zoe (e non solo).

Il romanzo, coprendo un arco temporale che va dal 1935 al 2035, narra gli anni della giovinezza e della maturità dei tre fratelli, si concentra in special modo sul periodo Cinquanta-Sessanta e poi gli anni Novanta, e lo fa ora più dettagliatamente, ora più "di volata", in base all'importanza di determinati avvenimenti, relazioni, disgrazie, incontri con persone vecchie e nuove (amanti, amici...) e scontri con il padre, il quale, anche se man mano pare restare sullo sfondo (in quanto l'attenzione si sposta sui figli, Billy e Zoe specialmente), in realtà la sua ombra, la sua presenza conflittuale, "disturbante", resta sempre lì, come nascosta nell'angolo meno illuminato di una stanza: c'è, anche se si prova a non guardarlo.

Mary, invece, ha un rapporto con i suoi ragazzi meno ostile; ha le sue enormi insicurezze, è essenzialmente sola e infelice, sembra un'anima inquieta e, allo stesso tempo, rassegnata, che nulla si aspetta più dalla vita; ma quando avrà il coraggio di dire basta ad un matrimonio ormai deteriorato, potrà darsi finalmente la possibilità di "ricostruirsi", di sentirsi libera e di agire senza condizionamenti.
Da sempre messa un po' ai margini da questi figli che si sono allontanati sempre più dal nido famigliare, perché tutto era fuorché un luogo rassicurante e amorevole (a causa di Con, essenzialmente), proverà a instaurare con essi (Billy e Zoe saranno quelli che le daranno più spazio) un legame più sincero, onesto, lasciando loro capire che rispetta scelte e stili di vita senza giudicare, ma essendo disponibile ad aiutare e accogliere qualora essi lo vogliano.

Mary trova in Cassandra una cara amica, perché quest'ultima la tratta da subito con rispetto ma anche con schiettezza, senza formalismi e ipocrisie, aiutandola a mettere da parte pregiudizi e mentalità ristrette, perché questo farà bene a lei e al suo rapporto coi figli.

Non voglio dire troppo sulla trama e sulle tante cose che accadono ai protagonisti, vi dico soltanto che le loro vite sono vivaci e ne accadono di cose: tradimenti coniugali, malattie, relazioni naufragate, gravidanze inaspettate, tragedie, qualcuno incontrerà l'amore vero, qualcun altro un vero amico ma non l'amore, ma qualsiasi cosa accadrà alle tre generazioni Stassos, i componenti la vivranno in toto, con tutto il fuoco che hanno dentro, con le loro paure, la voglia di essere liberi, di vivere come vogliono e, se ci scappa, di essere anche un po', se non felici, almeno sereni e, più di tutto, di essere sé stessi.

I protagonisti - con le loro esperienze, i fallimenti e le piccole conquiste personali, con i loro rapporti conflittuali con i genitori e quelli più affettuosi e altruisti tra fratelli - mi hanno lasciato di sovente, nel corso della lettura, una sensazione di solitudine e malinconia; essi sono in continua tensione, alla costante ricerca della propria identità (a cominciare da Bill, che a un certo punto rifiuta il suo nome, quello datogli dal padre, per "battezzarsi e rinascere" come Will), della propria dimensione, desiderosi di trovare il coraggio per vivere liberamente, lasciandosi alle spalle le "zavorre", i pesi e le inibizioni dovuti a quella "rete di guai"  tessuta dai genitori sin dalla loro infanzia.

È un romanzo che si lascia apprezzare per il linguaggio molto realistico, esplicito, asciutto ma che, in certi frangenti, sa essere poetico e commovente e, soprattutto, sa come farci entrare nelle esistenze dei personaggi, lasciandoci camminare accanto ad essi e guardarli mentre prendono decisioni, commettono errori e cercano di dare una direzione alla propria vita che sia coerente con la propria natura, con i propri desideri. Sono personaggi vividi, molto ben definiti e a questa famiglia disfunzionale in qualche modo ci si affeziona, pagina dopo pagina.

Lo consiglio a chi cerca storie di famiglie complicate, disordinate, anticonformiste nonostante il moralismo e il perbenismo di cui sono ammantate, narrate con grande maestria, con forza e sensibilità insieme.

martedì 14 marzo 2023

♠️ RECENSIONE ♠️ OGNI MATTINA A JENIN di Susan Abulhawa

 

"Anche se i personaggi di questo libro sono fittizi, la Palestina non lo è, né lo sono gli eventi storici e i dati riportati in questa storia".

Sono parole di Susan Abulhawa nelle note a fine libro e, anche se le ho lette una volta giunta al termine, è una consapevolezza che ha mi ha accompagnato da subito e durante tutta la lettura: i personaggi saranno pure inventati, e così gli specifici avvenimenti che ne caratterizzano le esistenze, ma ciò che è - purtroppo! - fin troppo reale è ciò che i palestinesi vivono ogni giorno da 75 anni.



OGNI MATTINA A JENIN
di Susan Abulhawa


Ed. Feltrinelli
trad. S. Rota Sperti
400 pp
17 euro
"Il campo profughi di Jenin era lo stesso di un tempo, un brandello di terra di due chilometri quadrati e mezzo, escluso dal tempo e imprigionato in un eterno 1948."

Conosciamo la protagonista, Amal Abulheja, quando è ormai una donna adulta e si trova a Jenin, nei terribili giorni in cui - nell'aprile del 2002 - le forze di difesa israeliane hanno invaso il campo profughi palestinese a Jenin, uccidendo centinaia di persone e compiendo uno spietato massacro.

Pur essendo nata a Jenin, Amal non vi ha trascorso tutta la sua vita; da ragazzina se n'era andata per cogliere l'opportunità di un futuro migliore, e in seguito dovette volare (di nuovo) negli USA per cercarvi rifugio.

Cosa ci fa, allora, nel 2002, nel campo profughi della sua infanzia?

È la sua stessa voce, ripercorrendo un periodo di tempo che va dal 1941 fino ai primi anni del Duemila, a narrarci la storia della famiglia Abulheja: del nonno, il patriarca Yehya, di sua moglie Bassima e dei loro due figli, tutti residenti ad 'Ain Hod, un villaggio della Palestina. 
Ci sembra di vederli, impegnati nella raccolta delle olive e nel condurre la loro vita semplice, come quella della maggior parte dei contadini palestinesi prima che la Nakba ("catastrofe") si abbattesse su di loro nel 1948 e fossero costretti a lasciare i loro villaggi e le loro case, per trovare rifugio in città e terre straniere. 

"Nel dolore di una storia sepolta viva, in Palestina l'anno 1948 andò in esilio dal calendario, smise di tenere il conto di giorni, mesi e anni per diventare solo foschia infinita di un preciso momento storico."

Amal ci racconta di Dalia, la sua mamma beduina, forte, testarda, che ha sposato Hassan (il figlio di Yehya), dandogli tre figli: Yussef, Isma'il e Amal.

Quando Amal nasce (nel 1955), la sua famiglia ha già subito sofferenze, privazioni, espropri, lutti; in particolare, ad aver segnato irrimediabilmente l'animo della povera Dalia è stata la perdita del secondogenito, Isma'il, sottratto alle sue braccia durante la fuga da 'Ain Hod, assediata dalle truppe israeliane nel '48.

Cosa è accaduto al piccolo Isma'il (ancora in fasce) in quel maledetto giorno? Qualcuno l'ha rapito o forse il piccolo è "semplicemente" e disgraziatamente morto nella confusione della gente che correva per le strade disperata?

Durante i primi anni di vita, Amal si è svegliata tra le braccia di suo padre Hassan, respirando l'aroma di miele e tabacco e lasciandosi cullare dall'incanto dell'alba e della poesia.
Ogni mattina quel dolce risveglio costituiva un tesoro speciale per la bambina, cresciuta all'ombra dello sguardo rassicurante e amorevole del suo papà, un uomo semplice e amante della poesia; negli anni, il ricordo di quelle mattine le avrebbe donato il conforto necessario per continuare a vivere nonostante la morte nel cuore.

Amal, nonostante le scarse risorse e la vita non facile in un campo per rifugiati, è una bimba serena, che viene su con un carattere deciso e determinato, sempre pronta a giocare e correre mano nella mano con l'amichetta del cuore (Huda) e a fare da messaggera d'amore per suo fratello Yussef e la ragazza di cui è innamorato, la dolce Fatima.

Ha solo 12 anni quando, nel 1967, vive il trauma della guerra ("dei sei giorni"), che le strapperà via suo padre, ma non Yussef, il quale però di lì a poco deciderà di unirsi alla resistenza palestinese.

In un paesaggio costellato di torrette di controllo israeliane, Amal e la sua gente continuano a vivere un incubo terribile e senza fine. 

"Pervasi dal sapore terroso della morte, quei giorni si conficcarono nei miei ricordi come particelle di polvere insanguinata, come l'odore dolciastro della vita in decomposizione e della terra bruciata. Ci spostavamo, ma senza andare da nessuna parte. (...) Eravamo profughi, tutti quanti. Quelli che erano scappati, erano diventati profughi ancora una volta (...) E quelli di noi che erano rimasti diventarono prigionieri a Jenin."


Sensibile e dalla mente brillante, Amal, come dicevo, non resterà sempre a Jenin, ma prima se ne allontanerà per andare a Gerusalemme, per studiare e concedersi “la possibilità di far fiorire la vita che giace addormentata..." e in seguito, la vita la porterà in America (a Filadelfia) e poi in Libano, dove vivrà momenti di pace famigliare assieme ai cari che le sono rimasti, e la sua vita verrà arricchita dalla presenza di un uomo, che sarà il suo grande amore, da cui nascerà Sara, la loro unica figlia. 
Ma quel miraggio di un'esistenza felice crollerà nel momento in cui, ancora una volta, soffieranno venti di guerra e Israele attaccherà il Libano nell' "Operazione Pace in Galilea".

"...com'era facile usare il termine 'incidente' in Libano – che era anche un'atrocità. Andava al di là di ciò che gli israeliani in altre circostanze avrebbero chiamato atrocità terroristica. Era un crimine di guerra."


➤Le pagine che descrivono l'atroce massacro di Sabra e Chatila (settembre 1982) sono strazianti e leggerle è davvero un colpo al cuore.


La vita di Amal viene nuovamente stravolta, colpita e affondata; anche se ella (con la creatura che porta in grembo) riesce a salvarsi ritornando negli USA, le separazioni, il dolore, la morte... viaggiano con lei, la seguono, e il suo soggiorno americano sarà solo un sopravvivere per amore di Sara ma avendo ormai perduto per sempre ogni gioia e motivo per vivere.

"Mi chiusi in me stessa. (...)
La mia vita sapeva di cenere e vivevo nel perpetuo silenzio di una canzone senza voce. Nella mia amarezza e paura, mi sentivo sola come nella solitudine più nera."

L'Amal madre ripete, suo malgrado, il modello materno: Dalia era stata una madre sì presente e attenta, ma molto riservata e, soprattutto, emotivamente poco generosa; a renderla fredda e chiusa erano state le tante disgrazie vissute e, in particolare, il dolore per la perdita del piccolo Isma'il; quando ci fu la guerra del '67 la sua salute mentale non fece che peggiorare sempre più.
Amal sapeva che sua madre l'amava ma vedeva come non sapesse dimostrarglielo con gesti o parole affettuose; il suo motto era: "Qualsiasi cosa senti, tienila dentro".

Similmente, anche Amal si ritrova ad affrontare i doveri della maternità trattenendo l'amore ardente che prova per quell'unica figlia, barricandosi dietro alle fredde mura della paura e preferendo trascorrere più tempo possibile al lavoro per non permettere all'angoscia di sopraffarla.

Ma il richiamo della Palestina si fa strada prepotentemente nella sua vita in terra americana e una telefonata giunge improvvisa a sconvolgerla, riportandola bruscamente nel passato e, nello stesso tempo, donandole qualcuno che le era stato tolto e che credeva essere ormai perso per sempre: suo fratello Isma'il.

Yussef, Isma'il e Amal: "tre fratelli, emersi dalla culla di una tragedia senza fine. Ciascuno separato dall'altro, ma continuamente inseguiti dai sussurri strappati dalla consapevolezza degli altri."


Yussef, il combattente, colui che non poteva accettare passivamente che altri (gli occupanti) scrivessero per i palestinesi delle vite che non erano altro che prolungate sentenze di morte, degli atroci calvari senza fine. "Io non vivrò questo copione. Se morirò da martire, che sia."

Amal, che ha lasciato il cuore e i suoi affetti più cari in quella terra straziata, dalla quale non s'è mai allontanata davvero, perché "La Palestina ci possiede e noi apparteniamo a lei."

E poi c'è lui, il figlio perduto, Isma'il, cresciuto "dall'altra parte del muro" ma nel cui viso Amal ritrova i tratti delle persone amate.

Imprevedibile come solo essa sa esserlo, la vita ora divide, ora riunisce; come ti lacera strappandoti via con crudele ferocia chi ami, creandoti un vuoto dentro che, per non soccombere, riempi di indifferenza e freddezza, così ti ricorda che lì, in mezzo al petto, c'è ancora un cuore capace di amare.

Susan Abulhawa ha scritto un romanzo che dà voce a chi è stato silenziato a favore di una narrativa "ufficiale" che inevitabilmente distorce la verità, la rende opaca, la nasconde, finendo per ribaltare i ruoli di "aggressore" e "aggredito", di occupante e occupato, di vittima e carnefice.

La scrittrice racconta con sensibilità e intensità la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria".

Cercando di raccontare la verità della propria gente e di farlo il più onestamente possibile, l'autrice non si lascia andare a riduttive e fin troppo ovvie demonizzazioni,  non esprime giudizi, ma racconta semplicemente le vicende di una famiglia che, intrecciandosi con la storia della Palestina, diventa simbolo di tutte le famiglie palestinesi: la gioia e la vita degli uni contro la morte e la tragedia dell'esilio degli altri, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, come rifugiati, condannati a sopravvivere in un eterno stato di sospensione, di attesa che qualcosa cambi, che si possano infilare di nuovo le chiavi in quelle che sono state le proprie umili abitazioni e che possano tornare a vivere in quella terra come avevano sempre fatto.


Leggendo, ci si affeziona ai personaggi: alla tenace Dalia, a questa madre che il dolore ha portato alla perdita della ragione; al coraggioso Yussef, dal cuore grande, tanto da contenere l"amore per i suoi cari e quello per il proprio paese, per il quale è disposto a combattere, a resistere; alla sua Fatima, dolce, allegra, generosa, che è stata come una sorella per Amal.

Soprattutto ci si sente vicini a lei, ad Amal, che vediamo crescere e passare dall'essere una bimba felice a diventare una ragazza chiamata a fare delle scelte per cercare di andare avanti.

La vediamo nelle sue fragilità e contraddizioni, mentre da universitaria e ragazza libera cerca di lasciarsi alle spalle la povera e disgraziata vita di una palestinese circondata da soldati, in una quotidiana condizione di occupazione militare.

Ma anche se per qualche anno vive libera da soldati, trasformandosi in un'araba  occidentalizzata e senza radici, la Palestina riemerge dal profondo del suo cuore senza preavviso, costringendola a ricordare chi è e da dove viene.

Leggendo, si empatizza con queste persone che, "prima che la storia marciasse per le colline e annientasse presente e futuro, prima che il vento afferrasse la terra per un angolo e le scrollasse via nome e identità", conducevano un'esistenza semplice ma serena.
Fino a quel giorno in cui, denudate della propria umanità, furono buttate come spazzatura in campi profughi, lasciati senza diritti, senza casa né nazione, " mentre il mondo si voltava dall'altra parte a guardare e ad applaudire l’esultanza degli usurpatori che proclamavano il nuovo stato che chiamavano Israele."

Tra queste pagine si parla di lotta, di resistenza all'occupante, di amore per le proprie radici, di ingiustizie e morti davanti alle quali o ti rassegni o combatti.

"La durezza trovò un terreno fertile nei cuori dei palestinesi e i germi della resistenza si radicarono nella loro pelle. La sopportazione diventò una caratteristica distintiva della comunità dei profughi. Ma il prezzo che pagarono fu l’annientamento della loro dolce vulnerabilità. Impararono a esaltare il martirio. Solo il martirio offriva la libertà. Solo nella morte potevano essere invulnerabili a Israele. Il martirio diventò il rifiuto supremo dell'occupazione israeliana.".


Ogni mattina a Jenin è un romanzo intriso di profonda umanità: è una storia che ci parla di memoria, di identità (personale e nazionale), di amicizia e amore, di famiglia, di guerre e massacri, di coraggio e speranza. 

E io non posso che consigliarvene caldamente la lettura, che regala molte emozioni, commuove e fa arrabbiare, e soprattutto porta a riflettere su ciò che da decenni accade in questa piccola porzione di terra. 


ALCUNE CITAZIONI 

"Il nocciolo della loro esistenza era il legame con Dio, con la terra e la famiglia, ed era questo che volevano difendere e custodire."

“Possono portarti via la terra e tutto quello che c'è sopra, ma non potranno mai portarti via quello che sai o le cose che hai studiato”.

"Veniamo dalla terra, le diamo il nostro amore e il nostro lavoro, e lei in cambio ci nutre. Quando moriamo, torniamo alla terra. In un certo senso, le apparteniamo. La Palestina ci possiede e noi apparteniamo a lei."

"Ogni centimetro di questa città racchiude i segreti di antiche civiltà, le cui morti e tradizioni sono impresse nelle sue viscere e nelle macerie che la nebbia. (...) Gerusalemme trasmette umiltà. In me suscita un innato senso di familiarità – l'indubbia, inconfutabile sicurezza palestinese di appartenere a questa terra. Mi possiede, indipendentemente da chi la conquista, perché il suo suolo è il custode delle mie radici, delle ossa dei miei antenati."


"Sono figlia di questa terra, e Gerusalemme mi rassicura di questo titolo inalienabile molto più degli atti di proprietà ingialliti, dei registri catastali ottomani, delle chiavi di ferro delle nostre case rubate, di tutte le risoluzioni o i decreti che potranno emanare l’Onu o le superpotenze."


"Pensa alla paura. Quella che per noi è semplice paura per altri è terrore, perché ormai siamo anestetizzati dai fucili che abbiamo continuamente puntati contro. E il terrore che abbiamo conosciuto è qualcosa che pochi occidentali proveranno mai. L'occupazione israeliana ci ha esposto fin da piccoli a emozioni estreme, e adesso non possiamo che sentire in maniera estrema. “Le radici del nostro dolore affondano a tal punto nella perdita che la morte ha finito per vivere con noi, come se fosse un componente della famiglia che saremmo ben contenti di evitare, ma che comunque fa parte della famiglia. La nostra rabbia è un furore che gli occidentali non possono capire. La nostra tristezza può far piangere le pietre. E il nostro modo di amare non è diverso, Amal. “È un amore che puoi conoscere solo se hai provato la fame atroce che di notte ti rode il corpo. Un amore che puoi conoscere solo dopo che la vita ti ha salvato da una pioggia di bombe o dai proiettili che volevano attraversarti il corpo. È un amore che si tuffa nudo verso l’infinito. Verso il luogo dove vive Dio.”


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