La storia della regina Esther, narrata nella Bibbia, viene qui romanzata, in un mix di elementi presi dalle Scritture ed altri inventati dall'autrice; il risultato è un romanzo piacevole capace di trasportare il lettore in un tempo lontano.
![]() |
298 pp |
La storia della regina Esther, narrata nella Bibbia, viene qui romanzata, in un mix di elementi presi dalle Scritture ed altri inventati dall'autrice; il risultato è un romanzo piacevole capace di trasportare il lettore in un tempo lontano.
![]() |
298 pp |
![]() |
Edizioni Radici Future 126 pp 16 euro |
La storia di Gesmundo parte da un paese del Sud italia, nel barese, inserendosi a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del nuovo secolo.
La sua è una famiglia di umili origini, di gente abituata a lavorare la terra con fatica e scarsi guadagni, a servizio di proprietari terrieri per nulla intenzionati ad andare incontro alle esigenze delle persone che lavoravano per loro.
Venuto al mondo nel 1908, rimase orfano molto presto di entrambi i genitori, venendo cresciuto da fratelli e sorelle maggiori, a loro volta supportati da vicini generosi.
L'autore usa un registro linguistico accurato ma allo stesso tempo chiaro e semplice, di immediata fruibilità e quindi scorrevole, nel condividere le notizie biografiche salienti riguardanti Gesmundo, partendo dalla sua infanzia e inserendole nella cornice storica, socio-economica e politica del periodo di riferimento, vale a dire gli anni che precedono l'ascesa del fascismo.
Abbiamo modo di farci un'idea della personalità e del carattere di Gioacchino: taciturno, schivo e con un animo gentile, frequenta con profitto il Regio Magistrale e quelli sono gli anni in cui va maturando una coscienza morale e politica che comincia a prendere forma grazie a insegnanti per lui fondamentali e fonte di ispirazione; leggiamo di come, sin da adolescente, abbia sentito una forte passione per l’umanità che soffriva a causa di un regime oppressivo, colpevole di soffocare le libertà individuali e di impedire, di conseguenza, ogni possibilità di giustizia sociale.
Negli anni universitari emergono le sue già forti "inclinazioni socialiste, vissute sulla pelle attraverso le vicissitudini familiari e che si stavano rafforzando da un punto di vista filosofico."
![]() |
Gesmundo e don Pietro Pappagallo (Wikipedia) |
Ecco le mie letture di maggio.
READING CHALLENGE
Il ritratto lucido e pacato, ma allo stesso tempo intenso e struggente, di una famiglia in balìa di un marito/padre padrone, che tiene sotto scacco la moglie - completamente succuba - e tenta di tenere terrorizzati e annichiliti i figli.
E per salvarsi e spezzare certi ingranaggi soffocanti, a volte non resta che allontanarsi da legami famigliari poco sani.
In un contesto famigliare così, è strano immaginare che un figlio, una volta cresciuto, desideri liberarsi di questa eredità patriarcale brutale, di legami così opprimenti e disgraziati, da un tipo di amore malato, in cui possesso e richiesta d’amore erano i lacci di un unico nodo?
![]() |
Fazi Ed. 397 pp 2012 |
Bambini che vivono con genitori che non si prendono cura di loro come dovrebbero, che sono superficiali e distratti o, peggio ancora, aggressivi, abituati a sfogare la propria frustrazione e infelicità sui figli attraverso botte e umiliazioni fisiche e psicologiche.
![]() |
Marsilio Ed. 448 pp |
"Sembrava che gli abitanti di Nagyrév si sforzassero strenuamente affinché la morte non rovinasse la quiete del loro piccolo paese: un cadavere era stato lasciato alla mercé delle bestie per un’intera giornata, per essere infine spostato nella stamberga di un disadattato. In quello strano villaggio, perfino la sgradevolezza fisica veniva additata come un marchio..."
Quando Zsigmond intuisce che la morte violenta di Julianna è solo un anello di una lunga catena di scomparse, incidenti e morti "strane", capisce anche che per individuare l'origine della catena e la causa di tutto, deve entrare nel microcosmo femminile del piccolo villaggio.
"E così le sue conoscenze erboristiche, unite a certe maldicenze che da sempre circolavano sul conto delle ostetriche, avevano contribuito a renderla una donna diversa dalle altre: una guaritrice, quando gli abitanti erano benevoli; una strega, quando invece l’invidia e la calunnia soverchiavano ogni giudizio."
"Lei conosceva bene anche la natura umana e sapeva guardare dentro le persone, riuscendo a scandagliare la loro anima Forse era per questo che le donne del villaggio le chiedevano udienza così spesso. E probabilmente era questo il motivo per cui, così frequentemente e generosamente, offriva consigli ed elargiva i più intimi insegnamenti. Per loro lei non era solo la levatrice di Nagyrév. Non era solo la guaritrice. Era molto di più: un’amica, un’insegnante, una confidente. Lei era zia Zsuzsi, e aveva una soluzione per tutto."
«Ci uccisero proprio coloro che ci avrebbero dovuto amare di più.»
Può una vacanza lunga soltanto un mese stravolgere le vite di un piccolo gruppo di persone, ciascuna alla ricerca della propria personale fetta di serenità in un'esistenza, fino a quel momento, triste e infelice?
![]() |
Fazi Ed. trad. S. Terziani 288 pp |
La vacanza diventa l'occasione per ciascuna donna di mettersi a nudo, di meditare su sé stessa anche grazie al confronto l'una con l'altra, cosa che le aiuterà ad apprezzarsi e a sbocciare, a riscoprire l’amore e l’amicizia, ritrovando la speranza di poter, a buon diritto, ancora essere felici e appagati di ciò che si è e si ha.
"Perché due persone infelici non possono offrirsi il sollievo reciproco di una chiacchierata mentre camminano per la strada della vita, arida e polverosa, discorrendo con sincerità di cose vere, dei loro sentimenti, dei desideri e delle speranze che ancora possiedono?"