lunedì 7 luglio 2025

STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA di Elena Ferrante - L'amica geniale IV [ RECENSIONE ]

 

Ed eccomi giunta all'ultimo, toccante capitolo della serie L'amica geniale, che si conferma essere un'opera di narrativa ricca di intensità, densa di personaggi e passaggi indimenticabili, ambientata in un periodo di tempo vivacizzato da numerosi ed importanti cambiamenti sociali, politici, culturali e sullo sfondo c'è sempre il Rione, questo quartiere che non è solo un groviglio di palazzi, stradine e botteghe, ma un piccolo universo vivo più che mai, il cuore pulsante di un legame d'amicizia che resiste al logorio del tempo che scorre, che vola oltre le divergenze caratteriali e d'opinione e che continua a tenere vicine, per sempre, due donne tanto diverse tra loro eppure unite così profondamente.




STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA
di Elena Ferrante

Ed. E/O
451 pp
Nel terzo libro, abbiamo lasciato Elena Greco completamente in balia del proprio folle e appassionato amore per Nino Sarratore, ricomparso nella sua vita e pronto a stravolgergliela.

Volata assieme a lui a Montpellier, Elena resta via da casa per cinque giorni, scappando da un Pietro ferito e furioso, e da Dede ed Elsa smarrite di fronte ai litigi dei genitori e alla fuga materna. 

L'ebbrezza, frutto del folle gesto d'amore, fa sì che Elena tenga a bada i sensi di colpa verso le figlie, se non fosse che l'amica Lila, saputa la decisione presa da Lenù di lasciare il marito, la mette in guardia dalle certe scelte che potrebbero far del male alle bambine.

Sullo sfondo romantico di questa relazione con l'uomo amato dall'infanzia, le parole di Lila sono sgradevolmente giudicanti ed Elena cerca di non darvi troppo peso.

Ma già durante i pur incantevoli giorni in Francia, nascono in Elena i primi dubbi su Nino, sciupafemmine e dongiovanni nell'animo. 

La verità è che, nonostante lei ami Nino e lui giuri di amare solo lei, al fianco di quest'uomo ritornano  a galla tutte le insicurezze di Elena, che si sente messa in ombra dalla personalità carismatica e accentratrice di Nino, di cui noi lettori (tutti, vero?) conosciamo (e disprezziamo) l'ambiguità, il suo essere così naturalmente subdolo, il viscidume che lo contraddistingue; in fondo, è degno figlio di suo padre Donato (Elena ricorda a sé stessa e a noi lo squallido amplesso avuto con l'uomo sulla spiaggia ad Ischia. Come dimenticarlo, del resto...?).

Accanto a Nino, Lenù si sente insicura perché sa quanto a lui piaccia piacere ed essere adulato e vezzeggiato da tutti, in particolare dalle donne. 

Intanto, ella continua a cercare di tracciare la propria definitiva strada nel mondo della letteratura e, dopo i soliti suoi tentennamenti, riesce a costruirsi, a fatica e non senza i bastoni tra le ruote da parte dell'ex-suocera, una carriera di scrittrice affermata, cercando allo stesso tempo di trovare un equilibrio tra questa professione - che inevitabilmente le sottrae molto tempo da passare con le figlie, le quali crescono incamerando non poco rancore verso questa madre assente, che le lascia prima con la nonna paterna e poi con "zia Lila" -, la relazione con lo sfuggente e inaffidabile Sarratore (che prosegue con la sua attività da intellettuale e uomo di cultura e poi di politica) e il sempre presente ed enigmatico rapporto con Lila.

Ad un certo punto, Lenù decide di trasferirsi con le figlie a Napoli, decisione che inizialmente verrà presa malissimo dalle bambine, che si vedono di colpo catapultate in una realtà grezza, sciatta, miserabile, abituate com'erano ad ambienti decisamente più educati e raffinati.
Nel tornare a Napoli, la Greco cerca di non farsi risucchiare dal Rione, dai vecchi conoscenti, dalle loro chiacchiere e pettegolezzi, da quella rozzezza dalla quale era fuggita anni prima, ma è impossibile. 

Dopotutto, per quanto si senta ormai un pesce fuori d'acqua, Elena Greco viene da lì, da quel posto rumoroso, caotico, pericoloso, dove per vivere ogni giorno devi intraprendere un qualche tipo di lotta con coloro che, da sempre ormai, spadroneggiano e fanno il bello e il cattivo tempo in quello sputo di mondo.

Ritroviamo, quindi, i fratelli Solara (Michele e Marcello), Carmen Peluso, la famiglia stessa di Elena, Gigliola e tutte le altre donne che hanno caratterizzato l'infanzia e l'adolescenza di Elena, e soprattutto Lila ed Enzo, assieme al figlio di lei, Gennaro (Rino).

Lila, dal Rione, non solo non se n'è andata, ma ha messo radici, costruendosi con Enzo una vita stabile e un lavoro solido grazie alla loro piccola azienda informatica.
Al cospetto dell'amica di sempre, Elena continua a soffrirne la soverchiante personalità, quella sicurezza  che desta ammirazione e invidia, quella capacità che la Cerullo ha di sedurre, catalizzare su di sé ogni attenzione, di riuscire a parlare di qualcosa con convinzione e fascino pur non avendo proseguito con gli studi.

Lila è l'amica intelligentissima, intuitiva, magnetica, decisa e con un gran senso pratico e per gli affari, una donna che sa il fatto suo, capace di ottenere risultati invidiabili a dispetto del postaccio in cui vive, e questa amara consapevolezza ha accompagnato Elena da quando le due erano bambine, influenzando il loro legame.
Per ogni decisione importante presa, Elena (che, per certi versi, è ancora l'adolescente che è stata, vale a dire costantemente bisognosa di conferme) si chiede cosa ne penserà l'arguta e schietta Lila, ma contemporaneamente ne rifugge il parere sapendo che lei la farà sentire sciocca e sbagliata. 

Una delle rare occasioni in cui Lenù si sente importante per Lila e  si scopre più forte di lei, è quello che vede le due amiche atterrite in occasione del forte terremoto del 1980: c'è un momento in cui Lila,  forse per la prima ed unica volta, apre davvero il proprio cuore ad Elena ammettendo le proprie debolezze, la propria vulnerabilità e chiedendole di non abbandonarla mai, neanche quando le dirà cose brutte.

E Lila ha quest'abitudine di essere spessissimo brusca con l'amica, di scagliarle addosso le sue opinioni, il suo modo di vedere le cose e di giudicare le scelte di Elena (circa il matrimonio con Pietro, la relazione con Nino, l'educazione delle figlie...) senza filtri, senza chiedersi mai (non prima, almeno) se ciò che dirà ad Elena la potrebbe ferire o offendere.

In questo ultimo capitolo della serie, si chiudono necessariamente molti cerchi, ma altri resteranno drammaticamente aperti.

Ad esempio, il rapporto conflittuale con Immacolata si rasserena almeno un po' durante la malattia della donna.
Anche con Nino si arriva ad un punto fermo e la conoscenza che il lettore ha di questo individuo gli permette di immaginare in che senso la storia tra lui ed Elena potrebbe evolvere...

Ma ci sono cose che resteranno sospese e che non troveranno soluzione.
Vi è un evento centrale e devastante che coinvolge Lila e che, da un certo momento in poi, diviene il fulcro attorno a cui ruoteranno molte delle vicende successive e che indirizzerà drammaticamente l'esistenza della Cerullo, fermandola, lasciandola come spezzata, interrotta, irrisolta.


L'ascolto dell'audiolibro è stato appassionante e non mi aspettavo nulla di diverso: seguire le storie personali di Lenù e Lila, il modo in cui evolvono i fatti, i rapporti con i personaggi e la loro stessa importante amicizia, mi ha molto coinvolta.
È stato naturale, ancora una volta - e per l'ultima - lasciarmi prendere dal loro legame così viscerale, sincero e ricco di contraddizioni (e per questo così vero), pormi al loro fianco e vederle interagire come amiche che sono tali da quand'erano piccole, e che continuano ad esserlo nell'età matura; è stato emozionante "vederle" cercarsi, darsi supporto a vicenda, oscillare tra momenti di vicinanza intensa e periodi di allontanamento.

Sempre avvincente l'intreccio con gli altri personaggi del Rione, alcuni dei quali crescono, cambiano mentre altri restano intrappolati nelle dinamiche che conosciamo, in alcuni casi subendole e divenendo vittime di certi modi di fare ed essere violenti e intimidatori che, purtroppo, non cambiano col tempo. 

Attraverso gli occhi della protagonista, il lettore si confronta con diverse tematiche, come il ruolo della donna in famiglia, nella società e nel mondo del lavoro, la maternità, la malattia, specifici fatti di natura politica, le trasformazioni sociali che scuotono l'Italia non soltanto dagli anni '70 ma anche dopo, sino ai primi anni 2000.

La scrittura immersiva e potente della Ferrante mi ha irretita e affascinata, in tanti frangenti mi ha commossa e mi ha trasmesso le emozioni e i tormenti delle due donne in modo forte;  ho amato la profondità e la naturalezza con cui l'autrice racconta di legami umani ad ogni livello (di coppia, genitori-figli, amicale, fraterno, con il luogo d'origine...), confermo il mio parere sulla serie e non posso che ribadire anche il consiglio di leggerla perché è una tetralogia che merita, alla quale ci si affeziona di libro in libro.

Confesso che, giunta alla fine, ho sentito immediatamente una sensazione di malinconia e so che ancora per un po' sentirò la mancanza di Lila ed Elena, così agli antipodi, e spesso in conflitto l'una con l'altra, da essere l'una speculare all'altra.

Ciascuna è l'amica geniale agli occhi dell'altra e, al netto delle simpatie/antipatie che di volta in volta ambedue mi hanno suscitata, entrambe lo sono ai miei occhi, in modi e momenti differenti.



Le recensioni dei volumi precedenti

L'AMICA GENIALE
STORIA DEL NUOVO COGNOME
STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI RESTA







Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...