lunedì 29 settembre 2025

Nuove uscite editoriali (settembre/ottobre 2025)



Buongiorno, lettori.
Stamattina vi propongo quattro pubblicazioni, due di recente uscita e due in arrivo.


Il primo libro è scritto da un ricercatore del CNR di Pisa e il suo protagonista, che fa lo stesso mestiere, si occupa di intelligenza artificiale ed è chiamato a investigare sulla morte della collega Linda, specializzata in mondi virtuali.


POLVERE DI GESSO
di Fabrizio Falchi

Homo Scrivens s.r.l.
pp. 240 
Uscita: 19.9.25

Luigi Fucini, ricercatore che si occupa di intelligenza artificiale presso il CNR di Pisa, vive immerso nella musica, che sente come parte del suo inconscio.

Un giorno, Linda, collega precaria specializzata in mondi virtuali, sceglie Jeremy dei Pearl Jam come testamento del proprio suicidio.
Luigi non riesce ad accettare né quella morte né l’uso di quella canzone che per lui ha significati profondi e personali.
Spinto più dai suoi fantasmi che da dubbi concreti, inizia a
scavare nella vita di Linda: il suo superiore, i colleghi più stretti, gli studenti, i soci in una startup, gli amori svaniti...
In un mondo sull’orlo di una trasformazione, innescata dalle ripetute scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale, la ricerca della verità si trasforma in un viaggio lungo il sottile confine tra realtà e apparenza.
L'autrice.
Fabrizio Falchi, ingegnere informatico, è ricercatore del CNR di Pisa dove si occupa di intelligenza artificiale ed è  responsabile del gruppo di ricerca in Computer Vision e Deep Learning. Appassionato di musica, è al suo esordio letterario.


📝📝📝🩷📝📝📝🧡📝📝📝


LO SCIOPERO DELLE MOZZARELLE
di Salvatore Bonavita


Agenzia Pensiero Creativo

118 pagine 

Ill.: M. Capuozzo

Prezzo: 12€

USCITA: 8 OTTOBRE 2025


Da mercoledì 8 ottobre è disponibile in libreria e in tutti gli store digitali il nuovissimo libro illustrato della collana di narrativa per bambini e ragazzi targata Agenzia Pensiero Creativo “Lo sciopero delle mozzarelle”. I testi sono di Salvatore Bonavita, le illustrazioni sono opera di Marco Capuozzo.

Il volume è un romanzo per ragazzi dai 9 anni che spinge a riflettere sulla necessità di una "rivoluzione" per ovviare ai problemi ambientali e climatici contemporanei.


LINK sul sito della casa editrice 


Cosa accadrebbe se le mozzarelle andassero in sciopero? Potremmo mai privarci della pizza margherita, della caprese, della mozzarella in carrozza o col prosciutto crudo? 
O persino della parmigiana e degli gnocchi alla sorrentina? 
Per quanto strano possa sembrare, è esattamente quello che accade ai giovani protagonisti di questo libro. 
Ma questo non è l’unico problema che devono affrontare: Ludovica soffre per la separazione dei genitori, Costanzo deve fare i conti con una verità di cui tutti gli altri sembrano già a conoscenza, Gennarino contempla a un matrimonio la sedia vuota del nonno, le due gemelle Giorgia e Camilla devono scegliere da che parte stare, dividendosi per la prima volta, Melania ha problemi con la squadra di pallavolo, Marco si separerà presto dal suo migliore amico. 

Mentre le loro vite scorrono e li travolgono, sullo sfondo il pianeta fatica. E così, preoccupate dall’andamento delle cose (ma approfittando dell’occasione anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe), le mozzarelle decidono di scioperare, privando tutti della loro bontà e sperando che con ciò la gente capisca l’importanza incombente di un cambiamento.


L'autore.
Salvatore Bonavita lavora nell’ambito dell’editoria. Ha pubblicato Fesseria ‘e cafè, una raccolta di detti, facezie e proverbi napoletani, “Parla comme t’ha fatto mammeta” e il romanzo “L’incontro di ritorno”, diventato poi una breve rappresentazione teatrale messa in scena dagli studenti dell’ITGC Cesaro di Torre Annunziata. Suoi articoli sono comparsi sulla rivista culturale L’Ancora di Partenope. Questo è il suo primo romanzo per ragazzi.

L'illustratore.
Marco Capuozzo classe 1975 si è diplomato all’Istituto d’arte Boccioni di Napoli. Da buon appassionato di fantascienza, disegna astronavi da quando ha 5 anni, prendendo ispirazione da illustri designer come Scott Robertson, Syd Mead, Daniel Simon.


💖📓💖📓💖📓💖📓


Antonella Arietano, autrice di narrativa per l’infanzia e romanzi di formazione e fondatrice dei progetti Fata in fabula e La Radura incantata, torna con una nuova e affascinante raccolta di racconti per bambini dal titolo “Avvento nella Radura Incantata”.

Autopubblicazione
Pagine: 77
Uscita: 25.9.25

Un viaggio magico nel cuore dell’inverno: quattro racconti per accompagnare grandi e piccoli lungo le settimane dell’Avvento. 
Storie illustrate che intrecciano amicizia, collaborazione, accoglienza e magia, valori universali capaci di incantare i bambini e regalare ai genitori un momento di lettura condivisa.

Il libro arricchito da illustrazioni a colori che lo rendono un vero e proprio capolavoro visivo, e sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 25 settembre 2025.



L’inverno avanza nella Radura Incantata, e le Streghe del Nord si preparano ai festeggiamenti natalizi. Sarà un periodo d’Avvento pieno di avventure e sorprese: la Strega della Fonte deve risolvere l’enigma del Fiume Canterino che ha smesso di scorrere, privando la foresta della sua magia; strega Priscilla e strega Drusilla sono alle prese con un grosso imprevisto capitato al gigante Gedeone, che rischia di non avere più un albero di Natale; il folletto Martin desidera tantissimo incontrare il suo famiglio; infine, un ospite inatteso semina il panico nel Villaggio delle Streghe del Nord, le quali dovranno capire di chi si tratta e se ha bisogno del loro aiuto.

All’interno del libro un codice QR dà accesso a uno speciale calendario dell’Avvento online.


💖📓💖📓💖📓💖📓


Il caffè del lunedì di Alfredo Nepi, edito da Giovane Holden Edizioni, è una storia che nasce attorno a un bar e parla di incontri, di vite che si sfiorano, si perdono, si ritrovano. 
Non offre soluzioni, ma sguardi. Non grida, ma ascolta.

160 pp
14 euro
USCITA30 SETTEMBRE 2025
In queste pagine i sentimenti non seguono mappe: si perdono, si reinventano, si intrecciano con la realtà digitale e con quella più fragile, umana. È un libro da leggere come si beve un caffè lungo: con calma, lasciando che i dettagli emergano da soli.


Sinossi

Ogni quarto lunedì del mese, Flavio si concede un rituale: un caffè con una donna conosciuta on-line. È il suo modo di sentirsi vivo, di ritrovare un contatto autentico in un’esistenza levigata dal dovere e dalle apparenze. Dopo una vita spesa a recitare il ruolo del marito perfetto, del padre presente, del professionista affidabile, ora Flavio è un uomo divorziato che cerca nelle donne un riflesso perduto di sé. Corteggia con eleganza, ascolta con profondità, seduce senza forzature. 
Ma dentro il suo stile impeccabile si nasconde un vuoto che nessun incontro riesce a colmare davvero. 
Poi arriva Elena. Un messaggio. Una conversazione. Una scintilla. 
Diversa da tutte le altre, Elena ha un’intelligenza sottile e una vulnerabilità che tocca corde mai sfiorate prima. Anche lei ha un matrimonio che la svuota, una vita familiare che non la rispecchia più. 
Il loro dialogo diventa un rifugio, un gioco di specchi dove ciascuno si riflette nel desiderio dell’altro. Ma cosa accade quando il virtuale si fa reale, quando le parole si tramutano in gesti, in sguardi, in un incontro che scuote ogni certezza?

Tra malinconia e sensualità, seduzione e disincanto, il caffè del lunedì, è la storia di due anime sospese: un uomo che cerca redenzione nell’intimità effimera e una donna che riscopre se stessa attraverso l’azzardo di un’emozione inattesa. 


Notizie biografiche.
Il richiamo della parola lo avvicina presto al mondo della comunicazione: dopo gli studi, inizia a collaborare con diverse testate radiofoniche e televisive tra cui Radio Rai, contribuendo alla realizzazione di una trasmissione a puntate di carattere storico. Nel 1986 per motivi affettivi si 
trasferisce a Trento dove intraprende un percorso professionale nel settore turistico ricoprendo ruoli 
dirigenziali. Il suo viaggio prosegue nel mondo del marketing e della comunicazione lavorando per importanti multinazionali, fino a consolidare la sua esperienza come direttore vendite nel settore industriale.
Parallelamente, coltiva la scrittura ed il giornalismo: è stato pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti, collaborando con varie testate e siti internet. La passione per la narrativa lo porta alla pubblicazione di due romanzi che raccontano la fragilità e la forza dei destini umani, tra sogni da inseguire e storie da non dimenticare: I sogni non hanno scadenza (TG book editore 2010) Stivali Blu (Giovane Holden Edizioni 2016) È nato a Porto San Giorgio (Fermo) nel 1963
.

sabato 27 settembre 2025

Recensione: ANIME IN CHIAROSCURO di Giovanni Mignini

 



Anime in chiaroscuro di Giovanni Mignini è una raccolta di racconti che trasportano il lettore in epoche e mondi diversi dai nostri ma, al contempo,  a noi vicini perché tutti stimolano il lettore a porsi quegli interrogativi che ogni uomo, in qualsiasi momento e luogo, si pone da sempre sul senso dell'esistenza, sul destino degli esseri umani, sulla ricchezza insita nelle diversità individuali, sull'importanza e sulle conseguenze delle scelte che facciamo.


Distruttori di Terre
76 pp
10.99 euro

In queste storie leggiamo di uomini che hanno bisogno di ritrovare sé stessi e "la strada verso casa", di ragazze che non trovano alcuna gioia nella vita, di donne innamorate che - spaventate all'idea della Morte che separa le persone dai propri cari - si ingegnano per dar vita a invenzioni straordinarie; leggiamo di ragazzi cresciuti nell'errata convinzione di non avere abilità particolari, come ne hanno i propri coetanei, ma che poi, negli anni, hanno sfruttato al meglio le proprie capacità speciali per fare cose grandiose e rivoluzionarie; ci sono uomini in cerca di quell'ultimo brivido che li trascini verso l'infinito e poi c'è lei, la nostra amata Terra che, in balia della follia e della stoltezza di uomini avidi, rischia di autodistruggersi.

Ma le porte verso un mondo migliore non sono mai sbarrate definitivamente, se la speranza di spargere ancora i semi del bene e della giustizia continua a vivere in qualche cuore puro e genuino.

I racconti di Giovanni Mignini partono da domande esistenziali fondamentali, che ogni uomo è chiamato a porsi: che cosa ci aspetta nel futuro? Verso quale domani si dirige l'umanità?

Attraverso storie ambientate in epoche e in mondi non specificati, l’autore ci porta in un viaggio nel futuro e su pianeti lontani, dove incontriamo uomini, donne, ragazzi/e che la vita mette davanti a delle sfide, a dei dilemmi morali e, di conseguenza, a delle scelte importanti da fare.

La cornice in cui sono immersi i racconti va oltre la dimensione della realtà per sfociare in una irreale,  distopica, in cui i contorni appaiono come sfumati, evanescenti, e gli stessi personaggi sembrano agire, parlare e sentire come se fossero in un sogno; essi sembrano "fuori luogo" nel contesto in cui si trovano a vivere, sono dei sognatori che, al cospetto degli ostacoli e delle prove ai quali la vita e la società li sottopongono, tirano fuori abilità inimmaginabili e straordinarie, sfruttate non per fini egoistici ma, anzi, altruistici e per il bene della collettività.

Se è vero che ogni narrazione ha un che di onirico e di impalpabile, è altrettanto vero che ad essere fortemente reali, concreti e legati all'esperienza umana sono i sentimenti che i protagonisti provano, i loro desideri, gli stati d'animo, le paure, le fragilità e le insicurezze che appartengono a ogni essere umano e che rendono ogni esistenza unica ed irripetibile.

La prima reazione del lettore, nel leggere l'incipit di ogni racconto, è di spaesamento, di smarrimento, perché inevitabili sorgono subito le domande: dove siamo? quando siamo?
E man mano che si prosegue nella lettura: che tipo di personaggi incontrerò? Quali difficoltà dovranno affrontare e quali capacità metteranno in campo?

Ogni inizio è, quindi, volutamente quasi confuso ma ovviamente ogni nebbia si dissolve man mano che si procede e che si entra nella dimensione immaginata dall'autore, una dimensione in cui non conta solo ciò che vediamo con gli occhi fisici, ma ciò che possiamo creare con la fantasia, la creatività, la voglia di concepire nuovi orizzonti e un nuovo domani.

Sono davvero dei bei racconti, scritti con quello stile scorrevole e semplice che già avevo apprezzato in I dieci momenti, e soprattutto sono storie che trasudano sensibilità, umanità, una grande profondità, qualità proprie di chi si fa domande e spinge anche gli altri a porsene: cosa rende la nostra vita degna di essere vissuta? In che modo le nostre capacità, la nostra intelligenza, possono essere messe al servizio del prossimo? La nostra autostima deve dipendere da come gli altri ci vedono, dall'uniformarci al modo di pensare e vivere della maggioranza, o piuttosto dal saper riconoscere le proprie personali virtù e abilità e investire per affinarle e usarle al meglio?

E ancora: la scienza sarà mai in grado di debellare ogni tipologia di malattia, anche quelle giudicate inguaribili e quindi letali? Ci sarà mai un modo per ingannare la Morte, per non dover dire mai più addio a chi si ama?

"Arriva un momento in cui il destino si mostra nudo e indifeso per quello che è. L'equilibrio è solo un'illusione, una caduta libera prima dello schianto."


Quale sarà il destino della nostra Terra in mano all'Uomo, che troppo spesso è distruttivo, le manca di rispetto, la tratta come un oggetto privo di vita, non rendendosi conto di quanto questo sia dannoso per sé stesso e per i propri simili?

Nei racconti di questa raccolta percepiamo una grande varietà di emozioni: malinconia, nostalgia, paura e desiderio di vivere, dolore, confusione, rimpianti e infine speranza.
E di speranza abbiamo un impellente bisogno e, in tempi duri, anche un briciolo può fare la differenza.


Ringrazio Giovanni Mignini per avermi inviato gentilmente una copia del suo libro; ve ne consiglio la lettura, che risulta molto fluida e accessibile, non solo per il numero di pagine ma per la scrittura ricca di suggestività e la profondità dei contenuti. 

giovedì 25 settembre 2025

Recensione: IL MORALIZZATORE di Marco Distort



La Valle d’Aosta si macchia di sangue.
Un serial killer sta terrorizzando i cittadini aostani commettendo crimini efferati ai danni di specifiche vittime che, agli occhi del folle assassino, si sono si rese colpevoli di peccati per i quali devono espiare.
Individuarlo e fermarlo diventa la priorità assoluta per il commissario Hervè.



IL MORALIZZATORE
di Marco Distort



DZ Edizioni
384 pp
14.90 E
2025
È la sera del 6 ottobre e per Franco Baudin, proprietario di un'agenzia pubblicitaria ad Aosta, quella dovrebbe essere una serata come tante altre.
Dovrebbe... ma non lo è, perché, tornato a casa dal lavoro, si accorge dell'assenza di sua moglie Sylvie, che solitamente a quell'ora è a casa ad aspettarlo.
E invece non c'è.
Dopo la perplessità iniziale, comincia a salire la preoccupazione, così Franco decide di rivolgersi alla polizia, che si interessa subito alla scomparsa della donna, la quale comunque potrebbe essersi allontanata volontariamente.
Ma purtroppo non è così e di lì a pochi giorni la situazione precipiterà, facendo cadere tutte le persone coinvolte in un baratro di terrore e violenza inimmaginabili.

La sparizione di Sylvie è solo la prima di altre sparizioni misteriose ed improvvise che riguardano altre donne sposate e i loro rispettivi amanti...

Quando prima la polizia e poi la Sezione Omicidi - capeggiata dal commissario Jérôme Hervé - cominciano ad indagare, si ritrovano davanti ad un diabolico piano omicida, organizzato in modo schematico da un assassino intelligente e meticoloso, che non sta ammazzando gente a caso, ma sta prendendo di mira una specifica categoria di persone: gli adùlteri.

Questo soggetto infido e sadico pedina le sue vittime, scatta loro fotografie compromettenti (che li colgono in flagranza di adulterio), invia le foto ai mariti traditi avvisandoli che riceveranno la giusta vendetta per il tradimento subìto da parte delle mogli fedifraghe.
Il killer accompagna la documentazione fotografica con biglietti dai messaggi sibillini e inquietanti, che lasciano presagire l'imminente uccisione delle sue vittime.

Quando Hervé - che ha al suo fianco professionisti efficienti, dotati di acume, dedizione e coraggio - comincia a realizzare che tipo mostruoso sia il "suo" assassino, quasi non crede allo scempio di corpi che è costretto a ritrovare: il serial killer da stanare e bloccare agisce con un livello di crudeltà tale da richiamare alla memoria nientemeno che la perfidia e crudeltà delle torture dell'Inquisizione.

Il processo logorante e sanguinoso che porta al decesso delle vittime è atroce, contrassegnato da torture indicibili, supplizi d'origine antica e repellenti e macabri souvenir inviati ai mariti.

Chi è costui che sta rubando il sonno a Jérôme e la serenità ai cittadini di Aosta?

L'autore pone il lettore al fianco del commissario e della sua squadra (che comprende anche un ex sacerdote e una psichiatra), i quali, lavorando in perfetta sinergia, tentano di individuare i luoghi in cui il serial killer agisce, di capire in che modo si muove e che tipo di disturbo di personalità potrebbe avere.

Quali conoscenze e convinzioni distorte ed estremiste nutrono e muovono la sua fantasia?
Se colpisce esclusivamente gli adùlteri, qual è il suo obiettivo, o meglio, la sua missione? 

Jérôme è un uomo estremamente razionale ma anche una persona come lui, abituata a procedere per logica e ragionamento, di fronte al complicarsi degli eventi delittuosi su cui indaga senza sosta, sa di avere bisogno di seguire anche l'istinto e imporsi di ragionare in modo "animalesco", "primitivo", per arrivare a capire come pensa e pianifica il serial killer. 
Se impari a conoscere il tuo nemico, forse potrai immaginarne e prevederne le mosse.

E qui abbiamo un nemico che non agisce, solitamente, in modo disordinato ma, anzi, secondo degli schemi precisi; egli si sente il vendicatore che si fa strumento di espiazione per i peccati di quanti tradiscono il proprio coniuge e Jérôme e collaboratori, quando incominciano a comprendere il suo modo di agire e cosa lo muove, gli attribuiscono un appellativo significativo: "il moralizzatore".

E se quel modo orribile e sensazionalistico con cui uccide e fa ritrovare le vittime fosse frutto della volontà di lanciare un determinato messaggio ai coniugi traditi e alla stessa polizia che è sulle sue tracce?


Più si va avanti nella lettura e più ci si avvicina al Male che alberga nel cuore dell'uomo quando decide di mettersi al posto di Dio per giudicare, giustiziare, condannare senza appello gli immorali, decidere quale sia la punizione giusta e necessaria per purificare dagli immondi peccati commessi.
Cosa vuole dimostrare il moralizzatore attraverso la propria manifesta e oscena crudeltà?

Di certo, Hervé e i suoi capiscono da subito di essere di fronte a un soggetto che, oltre ad avere una personalità disturbata e altamente pericolosa, è in una certa misura anche colto, dotato di intelligenza, capace di manipolare le coscienze facendo leva su debolezze e sentimenti di rancore, odio, dolore e vendetta.

In questo viaggio verso i luoghi nascosti e più bui della mente umana, la prospettiva narrativa si sposta dal punto di vista di Hervé (il che ci permette di seguire passo passo il corso delle indagini, le deduzioni, le ipotesi, i tentativi, le ricerche, le frustrazioni davanti agli insuccessi...) a quello del moralizzatore nell'atto di organizzare ed attuare i suoi mefistofelici piani.

Identificare l'assassino e impedirgli di uccidere ancora dà vita ad una corsa contro il tempo, in cui ognuno dei poliziotti coinvolti farà la sua parte per aiutare il proprio commissario ad arrestare la spirale di violenza e sangue che sta mietendo troppe vittime.


Ho apprezzato molto questo romanzo per diverse ragioni: per la scrittura immersiva, per l'uso di uno stile linguistico immediatorealistico e coerente con i personaggi, per i dialoghi efficaci e credibili, per il modo in cui si sviluppa la narrazione, che mantiene un ritmo incalzante e serrato (come tale è, del resto, l'affannosa ricerca di indizi ed eventuali errori che possano aiutare chi indaga a dare un nome e un volto all'assassino e, più di tutto, a salvare le vittime da torture e morte certa) ed è arricchita da brevi ma incisive ed esaustive descrizioni del contesto ambientale (paesaggi e luoghi descritti, in questo caso, nella stagione invernale, cosa che contribuisce a rendere l'ambientazione più cupa e fredda, coerente con il gelo che attanaglia cuore e mente dei personaggi al cospetto di uno spettacolo aberrante che fa scempio della vita umana) e umano, il che mette il lettore in condizione di immaginare con chiarezza ogni scena, ogni particolare della "cornice" in cui si muovono gli attori di questa storia.

La trama ben strutturata sa come trascinare, coinvolgere e sorprendere il lettore, il quale non può che appassionarsi sia alle indagini guidate dal protagonista che alla condotta scellerata e malvagia dell'antagonista.

Un altro aspetto interessante è da attribuire alle riflessioni che nascono quando ci si confronta con il Male in tutte le sue (peggiori) sfaccettature.
E il Male, purtroppo, ha tante manifestazioni e facce, e può penetrare nelle menti più vulnerabili, in quelle che...

"...hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa per soddisfare il vuoto che sentono dentro. Certi individui sono deboli perché non hanno una struttura psichica solida, ma la loro identità viene definita da ciò che riescono a realizzare per far emergere loro stessi. (...)
Il vero problema (...) è il male. È questo che offre una grande varietà di stampelle. Ne ha di tutti i tipi e sono adatte a chiunque. Il male è molto più attraente della virtù, perché riesce a camuffarsi. (...) Il male è molto più subdolo. Anche Gesù avvertì i suoi, dicendo che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce".

Conoscevo già "la penna" di Marco Distort, per averla apprezzata attraverso la lettura (e lo studio) di suoi numerosi scritti (saggi su argomenti biblici, vita cristiana, teologia, escatologia...), ma mi ha fatto molto piacere leggerlo in questa "nuova veste" di scrittore di thriller, e il mio modesto parere è che Il moralizzatore costituisca davvero un ottimo esordio nel mondo della narrativa. Mi pare di capire che questo sia il primo libro di una serie avente Jérôme Hervé come protagonista, per cui non mi resta che sperare che il prossimo libro arrivi e presto.

Consiglio il romanzo, in special modo a quanti amano il genere; mi sembra corretto avvertire che in esso vi sono descritte, in modo vivido e chiaro, scene molto crude, che potrebbero dar fastidio ai lettori più sensibili.


mercoledì 24 settembre 2025

PROSSIMI ARRIVI IN LIBRERIA (settembre/ottobre 2025)



Alcune prossime uscite che hanno attirato la mia attenzione.


LA RIVA NOTTURNA DEL FIUME di Jeanette Winterson (Mondadori, trad. C.Spallino Rocca, 288 pp., USCITA 30 SETTEMBRE 2025).


,
Muovendosi tra tra Black Mirror e Il giro di vite, e mescolando elementi gotici tradizionali con tematiche contemporanee - come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale -, la Winterson dà vita a narrazioni spaventose e ricche di spunti di riflessione e in grado, al contempo, di spingerci a confrontarci con le nostre paure più profonde e con le ombre che abitano sia il mondo tecnologico moderno sia le antiche leggende.

Le nostre vite sono ormai digitali, esposte e sempre online. Noi siamo cambiati, ma i nostri fantasmi no. Si sono semplicemente adattati e rinnovati. 
Abitano le nostre app e vagano per il metaverso proprio come infestano le nostre case e i nostri ricordi, sempre alla ricerca di nuovi modi per connettersi., per vivere tra noi, per tentarci e vendicarsi. 
Queste storie non sono nostre. Sono le storie dei morti, di coloro che abbiamo perso, amato, dimenticato... e temuto. 
Alcune sono finzione ma altre potrebbero non esserlo. 

Questi tredici racconti affrontano una vasta gamma di argomenti legati al soprannaturale: dal modo in cui la tecnologia moderna può condizionare la nostra percezione della vita e della morte a storie ambientate in luoghi infestati, come case abbandonate e castelli misteriosi, dove le presenze del passato influenzano il presente.







CROCE DI FUOCO di Diana Gabaldon (Mondadori, trad. V.Galassi, USCITA 6 OTTOBRE 2025). Outlander V

Nuovo Mondo, 1770.
Dopo aver attraversato oceani e secoli, Claire e Jamie sono riusciti a costruire il loro sogno d’amore 
,

nella colonia del North Carolina.

Antiche e nuove tensioni, però, minacciano la loro felicità, e quella di tutto il clan, a partire dalla figlia Brianna, suo marito Roger, e il loro bambino Jemmy.
Il governatore della colonia, infatti, ha incaricato Jamie di guidare una milizia contro la rivolta dei Regolatori, coloni ribelli che protestano per l’esosa tassazione della madrepatria. 
È l’inizio della Rivoluzione americana, e Claire sa bene a cosa stanno andando incontro: per Jamie rompere il giuramento fatto alla Corona vorrà dire essere considerato un traditore, rispettarlo significherà schierarsi dalla parte sbagliata della storia.

Claire è combattuta tra la vita in un tempo al quale ormai sente di appartenere e la sua provenienza dal mondo moderno: la sua conoscenza degli eventi futuri potrebbe infatti essere una torcia in grado di illuminare il cammino di tutti coloro che ama, o di innescare un incendio che ridurrà le loro vite in cenere.






LA REGINA DELL'ISOLA DI FANGO
di Donal Ryan  (Fazi Ed., trad. S. Bortolussi, 264 pp., USCITA 14 OTTOBRE 2025)
.


Un romanzo travolgente, lirico e colorito che ci parla di tutto ciò che la famiglia può essere e di tutto ciò che a volte non è, celebrando la forza impetuosa dell'amore e la potenza delle storie che durano per generazioni.

In un paesino dell'Irlanda rurale, la giovane Eileen dà alla luce la figlia Saoirse; pochi giorni dopo, suo marito perde la vita in un incidente stradale. 
Rimasta sola, l'unica persona su cui Eileen può fare affidamento è la suocera Mary Aylward: una donna forte, volitiva e senza peli sulla lingua, proprio come lei. 
La piccola Saoirse cresce così circondata da un grande affetto sotto l'ala protettiva della madre e della nonna, le quali, nonostante i continui battibecchi, sono profondamente legate.
A sedici anni Saoirse rimane incinta e partorisce Pearl, che diventerà presto fonte di immensa felicità per tutte. 
Le donne Aylward stravedono l'una per l'altra, anche se spesso si direbbe piuttosto il contrario; i vicini vociferano di urla, litigi e scenate drammatiche, ma chi le conosce davvero sa che la loro casa è un luogo di pace, pieno di amore, un rifugio dalla tristezza e dalla crudeltà del mondo. 
La loro storia inizia con una fine e termina con un inizio. È una storia di lealtà furiosa e tradimenti indicibili, di isolamento e unione, di trasgressione, di perdono, di desiderio e amore.







SE VUOI NASCERE O NO di Li Katomi (Mondadori, trad. A. Specchio, USCITA 7 OTTOBRE 2025).


Tokyo, 2075. Ayaka e Ririka sono amiche e colleghe: entrambe incinte, attendono con impazienza 
l’ottavo mese di gravidanza per scoprire se potranno o meno partorire i propri figli. 
In seguito a una grave pandemia che ha decimato la popolazione mondiale, infatti, il governo ha istituito il Sistema delle nascite consensuali: dopo un esame accurato, chiamato Conferma, grazie al quale i medici pronosticano la percentuale di soddisfazione e felicità nella vita di una persona, è proprio il nascituro a comunicare la sua decisione scegliendo di venire al mondo o meno. 
Partorire contro la volontà espressa durante questo esame è considerato reato e le due amiche sono determinate a rispettare la decisione dei figli che portano in grembo. 
Ayaka e la compagna Kaori hanno desiderato a lungo una gravidanza e non vedono l’ora di poter abbracciare la loro bambina. 
Nonostante diversi momenti di tensione, come la visita inaspettata della sorella, con la quale i rapporti sono da tempo deteriorati, e le accese manifestazioni pro nascita fuori dagli ospedali, dove numerosi gruppi protestano contro il Sistema, Ayaka è serena, certa che il suo desiderio di maternità si realizzerà. 
Ma cosa accade quando un meccanismo considerato “giusto” si scontra con le nostre scelte più intime e personali, come quella di diventare genitori?



lunedì 22 settembre 2025

[ RECENSIONE ] DEMON COPPERHEAD di Barbara Kingsolver




Ambientato nel Sud degli Stati Uniti in un arco di tempo che va dagli anni Novanta ai Duemila e ispirato al celebre classico di Dickens (David Copperfield), questo corposo romanzo racconta al lettore -attraverso le vicende, ora drammatiche ora strampalate, che accompagnano l'infanzia e l'adolescenza del protagonista - uno spaccato realistico della travagliata esistenza di una generazione devastata dall'abuso di oppioidi.


DEMON COPPERHEAD 
di Barbara Kingsolver



Neri Pozza
trad. L. Prandino
656 pp
Siamo negli Appalachi, nella Lee County in Virginia, e la voce narrante appartiene a Damon Fields (soprannominato Demon Copperhead), il quale ci racconta, con dovizia di particolari e senza mai tentare di suscitare pietà nel lettore, la storia della propria vita dalla nascita all'età adulta.

Demon è un inconsapevole eroe dei nostri tempi dalla faccia carina e i capelli rossi; sin dalla tenera età si arma di resilienza, di uno spirito vivace, combattivo, e di un ammirevole senso di sopravvivenza. 
E questo nonostante spesso si ritroverà a soffrire abbandoni, solitudini, sconfitte e rifiuti...

Orfano di padre, sua madre è appena diciottenne quando lo partorisce e ha evidenti problemi di dipendenza tanto da alcool quanto da anfetamine e oppioidi.
Demon e sua madre vivono in una roulotte di proprietà dei Peggot, che abitano accanto e che costituiranno una presenza costante, un punto di riferimento per Demon, nel corso degli anni a venire. 
Matthew Peggot (Maggot) ha più o meno l'età di Demon ed è il suo migliore amico. 
Seppur tra mille difficoltà, finché mamma e figlio restano  in due, riescono ancora ad essere qualche volta felici, ma i veri problemi nascono quando i due si ritrovano a vivere con l'ultimo fidanzato di lei: Stoner.

Quest'uomo è un violento, un prepotente, un arrogante sgradevole e detestabile e il suo comportamento supponente e perfido è tale sia con Demon che con sua madre; col ragazzo, anzi, lo è cento volte di più, mostrandogli apertamente disprezzo e non nascondendo che per lui Demon è un'inutile seccatura.
Purtroppo, Stoner è un manipolatore e la mamma di Demon non riesce a imporsi quando si tratta di difendere il figlio dalle ire e dai provvedimenti crudeli e sadici del proprio compagno.

Tutto peggiora quando la madre, dopo aver assunto una massiccia dose di antidolorifici, viene ricoverata e a Demon viene assegnata un'assistente sociale del Dipartimento dei Servizi Sociali, la signorina Barks. 

Da questo momento, per il bambino ha inizio una vera e propria odissea che lo vedrà passare da un affidamento temporaneo  all'altro, a partire dal soggiorno in una fattoria (con altri orfani/ragazzini "problematici" come lui, che vengono praticamente sfruttati dal proprietario della fattoria) fino ad arrivare in casa di un allenatore di football, Winfield (che ha una figlia, Angus).

Nel frattempo, sua madre muore e il ragazzino, a soli undici anni, scopre cosa vuol dire vivere una vita che è sempre una corsa a perdifiato, uno sfrecciare tra scuole povere, lavoro minorile sottopagato, pesante e pericoloso, genitori affidatari, amici persi e ritrovati.

Crescendo, sviluppa delle passioni che potrebbero diventare, in futuro, delle professioni con le quali ritagliarsi il proprio posto nella società.

Ma la vita è una strada in salita, e chi più di un orfano (la cui infanzia è stata "un bello spettacolo di m***a a quattro stelle") lo impara presto e a proprie spese?

Quello in casa Winfield è un periodo che incomincia "sotto una buona stella": la vita di Demon prende una svolta positiva in quanto egli si trova bene con l'allenatore e Angus; a scuola ha dei buoni voti e viene incoraggiato a coltivare la sua passione per il disegno (i fumetti) e per lo sport.

Tra le tante e variegate caratteristiche di quest'opera, una è la quantità considerevole di personaggi (buoni e cattivi, maschi e femmine, ragazzi e adulti) che ruotano attorno al protagonista, influenzandone in qualche modo la condotta, le scelte e il corso stesso dell'esistenza.

Una presenza costante, positiva, è ad es. "zia June" Peggott, che in diversi momenti importanti darà una mano non irrilevante al suo pupillo.

Meno positivo è quel maschilista e narcisista di Fast Forward, un ragazzone bravo nel foootball, "sciupafemmine"  e testa calda, che creerà non pochi problemi a più persone.

Altro personaggio importante è Dori, il primo amore di Demon.
Dori è la sua bambolina, la sua ragazza fragile, insicura, bisognosa di amore e di protezione, e con lei Demon condividerà le prime esperienze sentimentali ma purtroppo anche altre drammatiche, dolorose, che getteranno i due in un vortice di tossicodipendenza da cui uscire sarà davvero difficile...


Il lettore accompagna Demon in questo viaggio che è la sua giovane ma pienissima ed intensa vita, e lo osserva vivere giorno per giorno, lo vede combattere contro i problemi, i cambiamenti, la povertà, il dolore per non riuscire a trovare una stabilità (famigliare, in special modo), ma in tutto questo dolore non c'è ombra di pietismo o inutile sentimentalismo, tutt'altro: spesso Demon è ironico e descrive fatti e persone e difficoltà con il proprio umorismo un po' cupo ma realistico.

Demon deve farsi strada tra gli invisibili, essendo anch'egli un invisibile, un orfano, un ragazzino abbandonato a sé stesso o affidato ad adulti distratti.
Un ragazzino il cui "cuoricino malconcio e contorto aveva sempre, sempre desiderato (...) una madre, semplicemente".

 Attraverso il suo protagonista, la Kingsolver tratta argomenti di enorme rilevanza ed urgenza sociali, come la dipendenza da droghe e alcool, le attività criminali (legate allo spaccio, ad es.), lo sfruttamento del lavoro minorile, la povertà, la disorganizzazione degli affidi, la poca attenzione da parte dei servizi sociali e, in generale, delle istituzioni, che non hanno davvero a cuore il destino di questi ragazzi orfani o che provengono da contesti disfunzionali, e ai quali invece va garantita - tra le tante cose - la possibilità di uscire da situazioni (famigliari, di quartiere ecc...) difficili e limitanti, per provare a costruirsi un futuro, investendo sui propri talenti, passioni e capacità.

"È tutto quello che vogliamo, noi giovani pezzenti. Vivere da uomini."

Le mille peripezie vissute da Demon ci ricordano come spesso coloro che fanno uso di sostanze, lo fanno per colmare vuoti e solitudini che li divorano, illudendosi di trovare nello sballo quel conforto necessario che allevi, fosse anche soltanto per qualche ora, il dolore, la paura... e tutto il ventaglio di emozioni negative che rischiano di travolgere chi è (e/o si sente) solo e sprovvisto dei mezzi giusti per affrontare i problemi quotidiani.

Demon è alla continua ricerca di un senso di comunità e appartenenza e questo suo legittimo bisogno spinge il lettore a "volergli bene", a sperare con lui che la vita smetta di metterlo alla prova e che gli doni ciò che cerca da quando è venuto al mondo. 

Lo stile dell'autrice è informale, colloquiale e realistico, coerente con l'età e il carattere del protagonista e di chi gli gravita intorno.

Le ambientazioni risultano descritte in modo dettagliato; i personaggi sono molti ma vi sono quelli "fissi", riconoscibili, e tutti - a partire da Demon, ovviamente - ben sfaccettati e complessi.

"Demon Copperhead" è un bel romanzo lungo, da leggere senza fretta ma con la placida consapevolezza che la sua lettura è un viaggio non soltanto letterario, ma ancor prima "umano"; è ricco dì umanità, spinge il lettore all'empatia, alla riflessione, e lo fa senza piagnistei, ma narrando drammi, conflitti e disgrazie come cose che "semplicemente" accadono praticamente a tutti, anche se forse con qualcuno la vita pare accanirsi  maggiormente.
Ma se è vero che Demon mette al centro il racconto di come la sua esistenza, da un certo momento, abbia iniziato ad andare in malora, è altresì vero che egli ci dà un messaggio di speranza: vi è anche un punto ben preciso in cui una noce dentro di te si spacca e comincia a crescere il germoglio di un albero.

Mi è piaciuto sicuramente, anche se verso la fine ne ho sofferto un po' la lunghezza e la narrazione troppo particolareggiata (e quindi un po' lenta), ma è un romanzo notevole, scritto splendidamente, con un personaggio cui ci si affeziona e al quale, chiusa l'ultima pagina, il pensiero non può non ritornare anche nei giorni successivi.

Consigliato. E confesso che mi ha messo voglia di rileggere David Copperfield, letto e amato ormai molti anni orsono.


venerdì 19 settembre 2025

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA (narrativa per l'infanzia/saggistica)

 

Buon pomeriggio, lettori.

In questo post vi segnalerò due prossime uscite editoriali; spero possano incontrare i vostri interessi.


Il 26 settembre uscirà, per la collana Ziggurat di Catartica Edizioni, il saggio di Sìrbiu Orrù Mele, dal titolo A SA SARDA. (LINK)

Un testo che affronta il fenomeno del ribellismo e del banditismo in Sardegna, collocandolo all’interno
Catartica Ed.
248 pp

di un preciso contesto sociale e storico. 
L’autore mette in luce come questi fenomeni possano essere letti come risposta alla criminalizzazione della cultura sarda e, più in generale, come una forma di reazione della società agropastorale all’aggressione coloniale subita dall’Isola.

Il libro rileva come la criminalità tipica sarda nasca dalla sovrapposizione di un sistema imposto dall’esterno a quello indigeno: un ordine giuridico che pretende di giudicare una società che rifiuta lo Stato in quanto le è estraneo. 
Spiega come, per difendere la propria terra, la propria cultura e il proprio ordine sovrano, la società sarda si ribelli all’aggressione colonialista e il banditismo assuma valore di resistenza nazionale e sociale. 
Il culto secolare dell’autonomia familiare e comunale, della libertà primigenia, il codice di vita millenario, la ribellione sociale indigena, si esaltano nell’interpretazione anarchista e l’eversione a sa sarda, orientando la resistenza culturale all’attacco diretto al potere accentrato.

A rendere questo volume ancora più interessante:

    - la prefazione (in lingua sarda) di Matteo Boe, che offre una prospettiva che contribuisce a                      contestualizzare ulteriormente il testo;
    - la postfazione di Sara Corona Demurtas, che arricchisce il quadro interpretativo tracciato dall’autore       con una chiave di lettura attuale.

Un lavoro di grande valore politico e culturale, che siamo certi susciterà interesse e confronto.

L’autore
Nato a Nùgoro nel 1988 da padre nugorese e madre ortzaese, residente a Ortzai (NU). Parenti pure a Nule e a Yertzu. Maturità linguistica, parla fluente in portoghese. Laurea triennale in Scienze Politiche, studi internazionali, con tesi in Storia delle dottrine politiche intitolata Ribellione sociale indigena e anarchismo in Sardegna. Certificazione provvisoria sperimentale della conoscenza della lingua sarda, livello C1. Servo pastore dal 2013/2014. Dal 2019/2020, pastore di pecore e capre, iscritte all’albo genealogico della razza sarda, allo stato semibrado in territorio di Ortzai. Lettore di poesia sarda, saggi su lingue e cultura della Sardegna, etnologia, antropologia politica e strategia rivoluzionaria. Da Mereu e Poddighe a Stirner e Bakunin, Gramsci, Cavalleri, Bonanno, Öcalan, Kaczynski. Da Sun Tzu a Guevara. Curioso della biodiversità della natura e delle culture indigene
.




La seconda pubblicazione sarà disponibile dal 6 OTTOBRE: "Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto" (LINK), scritto da Viviana Hutter e illustrato da Emanuele Sponta; è un delicato racconto sulla diversità, l'accettazione di ogni differenza e "sul bisogno di sentirsi accolti e del coraggio di cambiare il mondo con la propria unicità".


A Tuttodritto la drittezza è una regola senza eccezioni. Tutto è perfettamente dritto: gli alberi, le case, le
PensieroCreativo

strade, i capelli degli abitanti; persino le nuvole non assumono le loro forme arzigogolate. 
L’unico colore ammesso è il grigio. 
Questo, almeno, finché nel bosco non viene trovata una bambina i cui riccioli e la cui pelle color cannella minacciano quell’ordine sempre uguale a sé stesso. 
Adottata, viene chiamata Lilì, un nome simmetrico se non fosse per l’accento, un nome che rispecchia l’ondata di novità che la bambina porterà in città. Tutto ciò è però inaccettabile per gli abitanti, tanto da costringere i genitori di Lilì a tenerla nascosta. 
E così la bambina cresce libera di esprimersi come desidera, creando mondi sempre nuovi attraverso l’arte. 
Ma non rimane a lungo sola: un giorno incontra Tobia, un bambino di Tuttodritto, cui insegna a poco a poco la bellezza delle curve, delle spirali, delle forme inconsuete. 
Insieme i due coltivano l’ambizione di mostrare a Tuttodritto la bellezza della diversità.



“Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto” è particolarmente indicato per giovani lettori dagli 8 ai 13 anni.

Utile da adottare nelle classi di scuola primaria e secondaria di primo grado per progetti scolastici dedicati all’inclusione, al superamento delle diversità e alla gestione delle emozioni.


Biografie.

Viviana Hutter è autrice, educatrice e formatrice esperta in pedagogia creativa, educazione alle emozioni, psicologia degli apprendimenti, è ideatrice della "pedagogia della gentilezza" e docente di scrittura creativa e terapeutica.
Ha lavorato come consulente pedagogica per ONG in Africa e realizzato numerosi workshop in Italia e all’estero. Collabora con numerose case editrici, è direttrice artistica del festival per bambini e ragazzi "Ricomincio dalle Storie", fondatrice dell’associazione Coltiviamo Gentilezza e promotrice del Festival della Gentilezza in Italia, primo evento su tematiche educative e sociali.

Emanuele Sponta è nato a L’Aquila e vive a Lucoli, un piccolo paese tra le montagne abruzzesi.
La natura che lo circonda è una fonte di ispirazione continua per i suoi disegni. Ha illustrato per Officina Milena il racconto “Sarò il vento” dando vita con le sue illustrazioni alle parole della scrittrice Donella Giuliani. Quando non disegna ama suonare, dedicarsi all’arte in tutte le sue forme e fare lunghe passeggiate in montagna
.

lunedì 15 settembre 2025

[ RECENSIONE ] LA FORTUNA di Michael McDowell (Blackwater V)

 

La guerra è passata e la famiglia Caskey si appresta a vivere un periodo economicamente florido oltre ogni immaginazione.
Ciascun membro del ricco clan avrà l'opportunità di rendere stabile e sicura la propria esistenza, anche se qualcuno sarà chiamato ad affrontare cambiamenti importanti e radicali.



LA FORTUNA 
di Michael McDowell



Neri Pozza
trad. E.Cantoni
256 pp
Il secondo conflitto mondiale è ormai un ricordo del passato, dopo il quale segue un periodo di assestamento nel quale Miriam e Oscar proseguono con l'attività della segheria, conseguendo successi e ampliando le prospettive di guadagno; le cose non possono che migliorare quando nel team della ditta si inserisce un nuovo elemento: Billy Bronze, il marito di Frances, secondogenita di Elinor ed Oscar.

Inizialmente, Billy si occupa di riorganizzare i beni mobili e immobili dei propri parenti acquisiti, e poiché il suo contributo viene percepito come fondamentale e irrinunciabile, anche Miriam decide di approfittare dell'aiuto che può darle Billy in azienda.

Miriam è sempre la stessa: distaccata, razionale, responsabile e con un gran senso pratico e fiuto per gli affari; quando sua madre Elinor (con cui i rapporti sono, se non nettamente migliorati, almeno un po' più sereni) le confida che nelle terre paludose (e apparentemente sterili e inutilizzabili) in cui vivono Grace e Lucille, possono rivelarsi, se ben sfruttate, una fonte di immenso guadagno, Miriam si fida ciecamente e decide di cominciare a muoversi per sfruttare al massimo quelle zone.

Con grande stupore ed entusiasmo di tutti, le previsioni di Elinor si rivelano vere e la scoperta non potrà che rendere i Caskey ricchissimi e felicissimi.
Si ritrovano a poter disporre di una tale quantità di soldi da non sapere in che modo utilizzarli al meglio.                                               

Ma non sono solamente i quattrini ad arrivare a iosa; ci sono anche dei ritorni inaspettati... e non tutti graditi.

Torna il figlio maggiore di Queenie (Malcom), desideroso di rientrare nel clan e di poter finalmente mettere radici definitivamente nella sua Perdido.
E torna pure Early, il marito girovago di Sister, la quale però non sopporta l'idea di riaverlo tra i piedi e farà di tutto per sbarazzarsi di lui e di non seguirlo là dove l'uomo vorrebbe portarla.
È pronta anche a pagarne amare conseguenze pur di restare a Perdido, nella propria casa con Miriam e Queenie ad assisterla.

Se il giovane Malcom mostra segni di maturità e un'evoluzione ammirevole, Sister subisce un'involuzione, andando concretamente incontro al rischio di somigliare sempre più a colei che, in gioventù, aveva tanto criticato: sua madre Mary-Love.


Ma c'è un'altra persona che dovrà accettare e gestire mutamenti importanti, che coinvolgeranno letteralmente tutto il suo essere: Francy Caskey Bronze.

Sappiamo come ella abbia sempre avuto un legame speciale e molto stretto con la madre Elinor, la quale ha per Frances una predilezione  e un affetto viscerale che mai ha avuto per Miriam.
Elinor e Frances si comprendono con uno sguardo e la prima sa leggere i silenzi e le espressioni facciali, i gesti, le rughe sulla fronte della figlia come se si trattasse di sé stessa.

Frances è alla sua prima gravidanza ed è inevitabile che un evento del genere cambi la futura mamma, rendendola apprensiva, preoccupata, un po' ansiosa e piena di aspettative e speranze.

Ma in Frances l'avere figli costituirà uno spartiacque che cambierà drasticamente la sua persona, il suo modo di sentire e pensare, i suoi desideri e stati d'animo.

Frances partorisce due bambine, Lilah e Nerita, ma dovrà necessariamente separarsi da una delle due, cosa che sembrerà accettare nei primi momenti, per poi invece soffrirne grandemente.

Non aggiungo altro ma, com'è facile intuire se avete letto i precedenti libri, Frances deve accettare la propria vera ed intima natura, che è ciò che la lega e la rende simile tanto ad Elinor quanto alla figlia da allontanare.

Arriviamo quindi al 1956 e il mese di maggio vedrà Perdido ritrovarsi in una situazione molto, troppo simile a quella da cui siamo partiti (nel 1919): non è solo la vera natura di Frances a chiedere prepotentemente di uscir fuori, ma anche la natura circostante, che alza ancora una volta la propria voce come a chiedere il conto ai suoi abitanti.


La fortuna è il quinto e penultimo volume della saga famigliare Blackwater e, pur avendo letto anch'esso con piacere (ritornare a Perdido, dai Caskey, ormai è come tornare a far visita a degli amici), ho avuto la conferma che è ben lontana dall'essere una saga horror; è sicuramente paranormal fantasy e con un'atmosfera gotica suggestiva, che crea aspettative nel lettore perché gli mette addosso, nel corso dello sviluppo degli eventi, la sensazione che sta per accadere qualcosa di oscuro che potrebbe sparigliare le carte e spazzar via quella serenità e stabilità in cui i Caskey e Perdido rischiano di crogiolarsi, indolenti e paghi.

Il mio parere continua ad essere positivo; io amo le storie in cui i legami famigliari sono al centro della storia raccontata, in cui emergono luci ed ombre, difetti e pregi dell'essere umano, e sotto questo aspetto McDowell è stato sicuramente generoso, offrendoci una esaustiva e interessante caratterizzazione di ogni personaggio.

Mi attende l'ultimo libro, Pioggia, e poi vorrei leggere anche Katie.


LIBRI DELLA SAGA

1. LA PIENA
2. LA DIGA
3. LA CASA
4. LA GUERRA
5. LA FORTUNA
6. PIOGGIA

sabato 13 settembre 2025

ROMEO E ROSALINA di Natasha Solomons [ Recensione ]



"O Romeo, Romeo? Perché sei tu, Romeo?"
Chi non conosce queste celebri parole e il nome di colei che le ha pronunciate nel dramma d'amore tra i più famosi della letteratura?
Tutti conosciamo, fosse anche solo per sommi capi, l'amore osteggiato e tragico tra Giulietta Capuleti e Romeo Montecchi.
In questo romanzo esso ci viene raccontata dalla prospettiva di una donna illusa e delusa proprio da quel gaglioffo di un Montecchi...


ROMEO E ROSALINA
di Natasha Solomons


Neri Pozza
trad. A. Sabini
352 pp
Rosalina è una signorina della Verona del Cinquecento, una quindicenne bella e con carattere ma la cui sorte è stata decisa dai genitori: non è destinata al matrimonio, bensì alla vita monastica.

Dopo essere rimasta orfana di madre (a causa della peste), la bella Rosalina Capuleti scopre, con sgomento e amarezza, che l'amata genitrice ha lasciato scritte le proprie volontà sulla figlia, chiedendo che prenda il velo.
Il padre, Masetto Capuleti, non può che concordare e così, con quella durezza che da sempre ha riservato alla figlia femmina, le comunica che ha ancora undici giorni di libertà, dopo i quali verrà spedita dritta dritta in convento, dove diventerà una Sposa di Cristo.

Undici giorni!
Rosalina è affranta, delusa, amareggiata, il suo cuore è rotto dal peso di un destino sfortunato che vuole privarla delle gioie della vita secolare per rinchiuderla tra le cupe sbarre di una vita di clausura.

Le sue rimostranze, le sue argomentazioni circa l'assenza di vocazione, non addolciscono il padre, che è risoluto e fermo nella propria decisione: tra undici giorni le mura del convento si chiuderanno dietro di lei.

Rosalina sa di non poter opporre resistenza, così decide di vivere al massimo quegli undici giorni, di assaporare gli ultimi sprazzi di libertà, e tanto per cominciare va di nascosto ad una festa in maschera organizzata da una famiglia ben nota alla propriai e da essa odiata: i Montecchi, con cui i Capuleti sono in eterna rivalità.

Eccitata all'idea di trasgredire gli ordini paterni e l'obbligo a starsene chiusa in camera, col supporto della propria cameriera personale, Rosalina va alla festa e viene avvicinata da un baldo giovane, tanto ardito quanto bello e dall'eloquio ammaliante: Romeo Montecchi.

La prima volta che Romeo vede Rosalina, se ne innamora all’istante. 
E Rosalina, inesperta e ingenua ma anche bramosa di ricevere attenzioni e di essere corteggiata da un così bel giovanotto, accoglie con entusiasmo ogni parola di lui, ogni complimento, ogni sospiro, ogni promessa.

Ai due freschi innamorati non interessa se le loro famiglie sono in guerra, se quel sentimento travolgente, seppur acerbo, è ritenuto uno scandalo, un oltraggio: i due si lasciano andare alla passione, all'unione di corpi e di cuori, giurandosi amore eterno. 
E quando lui le promette un matrimonio segreto e la fuga, lei cede, anche se questo significa tradire il proprio padre, far arrabbiare l'amato cugino Tebaldo (con cui ha condiviso l'infanzia) e commettere gesti imprudenti e pericolosi che, se fossero scoperti dai suoi famigliari, ne scatenerebbero l'ira più funesta.

Ma si sa, l'amore è cieco e, se le circostanze lo richiedono, diventa pure sordo e cocciuto, ed è così che Rosalina non si accorge..., non vede al di là del proprio giovanile ed inesperto amore di adolescente: chi è davvero Romeo? Dice di amarla e di volerla sposare e portar via a Mantova, ma poi ogni promessa crolla dinanzi a improvvisi ostacoli che rimandano, di notte in notte, il matrimonio in segreto e la fuga d'amore.

Mentire, rubare, tradire...: chi ti ama ti chiede di compiere azioni di questo tipo?
Nel cuore della ragazza si insinua il dubbio: e se Romeo Montecchi non fosse chi dice di essere? 

Diverse sono le voci di coloro che sussurrano al suo orecchio la verità su Romeo: egli è volubile, si innamora oggi di una vergine, la deflora, la inganna con mille e dolci promesse... per poi stancarsi della stessa dopo poco, quando i suoi occhi si posano su un'altra fanciulla da incantare, ammaliare,  e così in un continuo susseguirsi di seduzioni, abbandoni, menzogne e crudeltà.

Col passare dei giorni, il dubbio sulla bontà dei sentimenti di Romeo si fa certezza: non soltanto egli le dichiara di non volerla più sposare, ma confessa di amare un'altra giovane più bella, davanti alla cui bellezza Rosalina sparisce: Giuletta Capuleti.

Sentirsi rifiutata e umiliata, dileggiata e trattata come una scarpa usata e gettata via perché ormai vecchia, è molto doloroso per la povera Rosalina, che si vede non solo abbandonata da colui che credeva essere l'amore della sua vita, ma anche derubata del sogno segreto di fuggire alla vita in convento decisa dal padre.

Ma l'amarezza aumenta quando pensa al fatto che il nuovo bersaglio di Romeo è la sua adoratissima cuginetta Giulietta, di soli tredici anni.
Giulietta è troppo giovane per l'amore e soprattutto è pura ed ingenua, non si rende conto che quel gaglioffo farabutto di Romeo Montecchi fa promesse da marinaio ad ogni porto cui approda..., e che probabilmente anche Giulietta è destinata ad essere una sua vittima.

Rosalina ama troppo la cugina per permettere a quel mostro dalla lingua sciolta e dagli occhi gentili e luminosi, di farle del male.
Anche perché il danno cui andrebbe incontro Giulietta - e a cui lei è scampata per miracolo - vede coinvolti non soltanto il finto innamorato, ma anche altre persone altrettanto malvagie e corrotte.

Nonostante la sofferenza per essere stata presa in giro, Rosalina non cede allo sconforto e il suo dolore si trasforma di rabbia e determinazione, in rivalsa e vendetta, per sé, per Giulietta e per le donne che l’hanno precedute. 
Non ce ne saranno altre e forse non è troppo tardi per salvare Giulietta…


"Romeo e Rosalina" è un piacevole untelling della famosissima tragedia shakespeariana che affida la narrazione degli eventi a un personaggio che nell'opera originaria è sì presente ma al contempo invisibile, perché viene menzionato senza però mai comparire "in scena": Rosalina, appunto, colei di cui il Montecchi è innamorato fino al momento in cui incontra la bella e dolce Giulietta.

Rosalina è una ragazza piena di vita, solare, dalla personalità decisa e ribelle, e un'esistenza chiusa, limitata e lontana dal mondo è impensabile per un uccellino libero e felice qual è lei, ma purtroppo son tempi difficili e la giovinetta non ha alcun potere sulla propria vita: deve obbedire al padre e non disonorarlo ribellandosi.
L'amore arriva inaspettato e travolgente come un fiume in piena; non era pronta ad accoglierlo ma quando irrompe in quel momento della sua vita, ella vi si aggrappa con una gioia disperata, come se fosse l'ultima ancora di salvezza per evitare quel "carcere a vita" che per lei è il convento.
Ma non ha fatto i conti con i lati oscuri, i peccati e le cattive intenzioni che albergano in un cuore che a lei è sembrato buono, sincero, ma che nascondeva il veleno della bugia e della perfidia.

Ferita e arrabbiata, Rosalina tira fuori il suo bel caratterino e si fa paladina delle donne abbindolate dalle mielose dichiarazioni d'amore di un damerino la cui bellezza è solo esteriore, mentre dentro è marcio.
E la sua cara Giulietta non dev'essere toccata da quel marcio, così la battagliera Rosalina farà di tutto per non perdere la cugina e per aprirle gli occhi.

La trama ovviamente non segue pari pari la tragedia così come scritta da Shakespeare, perché il personaggio di Rosalina scombina le carte e l'autrice ha creato, attorno a Romeo e ad altri personaggi, ombre scure, in cui lascivia, corruzione, crudeltà e inganno sono le parole d'ordine.

I personaggi noti - Tebaldo, frate Lorenzo, Paride, Mercuzio, la nutrice di Giulietta... - ci sono e ognuno fa la sua parte nel palcoscenico della Solomons, che ha riscritto la tragica storia svestendola di ogni romanticheria per restituirci un'altra prospettiva, più disincantata, forse anche un tantino cinica e che potrebbe far storcere il naso agli amanti della tragedia, soprattutto per come ne esce Romeo Montecchi (una brutta persona veramente eh) ma che io ho letto con piacere perché la narrazione scorre con fluidità, il linguaggio è consono al periodo di riferimento e c'è un che di moderno in questa rivisitazione, che a mio avviso non stona.

Carino, lo consiglierei a chi ama Romeo e Giulietta e non "teme" di leggere le riscritture di opere celebri.

mercoledì 10 settembre 2025

LA RADICE DEL MALE di Adam Rapp [ RECENSIONE ]


I Larkin sono, a un occhio esterno, una famiglia come tante: gente perbene, rispettabile, di religione cattolica, al cui interno i figli vengono educati con rigore e disciplina.
Ma anche in un contesto così apparentemente rassicurante, e in mezzo a brave persone, può annidarsi il male più nero e abietto.



LA RADICE DEL MALE
di Adam Rapp


NN Editore
trad. M. Martino
544 pp
Tutto ha inizio in un giorno d'estate del 1951 ad Elmira, New York.
La tredicenne Myra Larkin, figlia maggiore di una numerosa famiglia cattolica, sta leggendo con trasporto il suo libro preferito, Il giovane Holden, quando viene avvicinata da un giovanotto sfacciato ma gentile che si dimostra interessato a lei e la riempie di complimenti.

Trasgredendo a una regola materna (Myra deve essere a casa entro una certa ora per aiutare sua madre Ava con il fratellino più piccolo, avendo lei da fare con altri quattro pargoli), la ragazzina - presa da un vortice di emozioni nuove per lei, in un misto di timore, imbarazzo, desiderio di indipendenza, il piacere di essere corteggiata e di attirare sguardi maschili - dà confidenza allo sconosciuto, il quale si presenta col nome di Mickey Mantle, giovane promessa degli Yankees. 

Quel loro incontro sarà il primo e l'ultimo, anche perché quella stessa notte, i vicini di casa di Myra vengono brutalmente assassinati, e i sospetti ricadono su uno sconosciuto dall'abbigliamento e dall'aspetto molto simile al suo nuovo amico. 

L'autore non chiarirà mai in modo esplicito la responsabilità del ragazzo che dice di chiamarsi Mantle ma quel che è certo è che quella tragica notte costituirà una sorta di prologo drammatico a tutta una serie di eventi violenti e cupi che accompagneranno negli anni i membri della famiglia Larkin.

Il romanzo si presenta come una saga famigliare che copre più generazioni e un periodo di tempo abbastanza lungo (dagli anni Cinquanta ai Duemila); nel corso di questo periodo il lettore "viaggia" da New York a Chicago, dal Kentucky al Mississippi, dal Massachussets al Vermont, da Londra a Los Angeles, accompagnato da una narrazione che, di capitolo in capitolo, si sofferma su un singolo Larkin.

Myra è, come abbiamo detto, la primogenita di Donald ed Ava Larkin; ha tre sorelle - Joan, affetta da ritardo mentale, Lexy e Fiona - e due fratelli minori, Alec ed Archie (quest'ultimo muore quando è ancora molto piccolo).

Benché cresciuti nella stessa casa ed educati dai medesimi genitori - che cercano di dare ai figli dei sani principi di vita - i fratelli sono tutti molto diversi l'un dall'altro e avranno percorsi di vita diametralmente opposti.

Myra è la più equilibrata, saggia e responsabile della famiglia; diventa infermiera pediatrica e ama la sua professione; quando conosce un giovanotto educato e riservato, Denny Happ, se ne innamora, i due si sposano e diventano genitori di Ronan.
Ma l'idillio ha vita breve: quando il bimbo ha solo sei anni, Denny esce di casa, in un giorno di tempesta, e non vi fa più ritorno.
Myra è distrutta, smarrita, perplessa: forse gli è accaduto qualcosa? Ma in tal caso qualcuno, prima o poi, non l'avrebbe contattata per comunicarle notizie di Denny?
La donna si convince che suo marito abbia abbandonato moglie e figlio e questo pensiero è una spina atroce per lei, che la farà soffrire anche negli anni a venire; non dimenticherà mai Denny e non riuscirà mai neppure ad odiarlo, anzi lo cercherà... e lo troverà, scoprendo l'amara verità: egli è vivo ma qualcosa dentro di lui si è "interrotto", si è spezzato, privandolo della voglia di vivere e allontanandolo irreversibilmente dai suoi cari...
Myra trascorre la sua vita facendo moltissimi sacrifici per tirar su Ronan, per farne un ragazzo assennato, con dei valori, che si ponga degli obiettivi nella vita e che provi a raggiungerli.

E Ronan - che sarà anch'egli protagonista di diversi capitoli, andando avanti con la narrazione e con gli anni - si costruirà pian piano il suo futuro e la sua famiglia, nonostante purtroppo lo stesso cupo spettro che ha tormentato il padre farà capolino anche nella sua vita...

Lexy è la Larkin che avrà una sorte più serena e forse per questo è la meno presente nella narrazione; Fiona è la ribelle della famiglia, la Larkin bella ma inquieta, che fa della propria sfrenata indipendenza il lasciapassare per un modo di vivere disordinato, in cui la vedremo affannarsi e amareggiarsi nel cercare di diventare una stella di Broadway.

Ma al centro di tutto, se vogliamo, c'è Alec, il fratello rinnegato e mandato via di casa quand'è solo un ragazzo.

Alec mostra sin dall'infanzia una personalità problematica, una tendenza alla perfidia e al sadismo che avrebbe dovuto accendere delle spie d'allarme nei genitori.
Ma sembra che l'unica ad esaminare e pesare i comportamenti di Alec sia Myra, che infatti è colei che cercherà di tenere sempre un minimo di legame con lui, informandosi su cosa faccia e dove sia.

Alec cresce frequentando la chiesa cattolica vicino a casa, servendo come chierichetto e avendo a che fare con diversi preti...

Ecco, potrei aggiungere qualcosa ma evito per non dire troppo; mi limito a scrivere solo che certe traumatiche esperienze inevitabilmente segnano, creano dei vuoti e delle ferite che, nel caso di Alec, egli ricuce... a modo suo, e non è il modo giusto.

Alec, cacciato di casa, comincia a condurre un'esistenza errabonda, cambiando lavori e città, conoscendo gente poco raccomandabile, divenendo spettatore di episodi violenti e criminali, e tutto ciò che vivrà contribuirà a forgiare la sua personalità che già è complessa e preoccupante di suo...

Solitario, sempre più alienato socialmente, da un certo momento in poi inizia a inviare alla madre doni disgustosi e cartoline incomprensibili ma che racchiudono presagi inquietanti e danno adito a pensieri a dir poco allarmanti.

In cosa si trasforma Alec Larkin con il passare del tempo?

L'autore non ci risparmia il racconto del male oscuro che perseguita e che agguanta ferocemente il cuore e la mente di Alec, infettandolo e guidandone le terribili e deprecabili azioni.

Si creano, tra i membri della famiglia Larkin, numerose e profondo crepe in cui il tempo e la vita, impietosi e crudeli, deporranno non poche rogne e complicazioni di diversa entità e gravità: abusi, malattie gravi, disturbi mentali, solitudine, infelicità, fallimenti, e soprattutto crimini molto, molto gravi.



La radice del male è un romanzo dalle tinte molto fosche, amare, in cui la malvagità e la violenza serpeggiano tra le pagine, infilandosi nell'esistenza di un uomo, Alec, che prima di diventare il pessimo individuo che è da adulto, è stato un ragazzo, dei cui atteggiamenti eccessivamente ribelli, del cui sadismo gratuito, della cui indifferenza emotiva, nessuno si è accorto, fatta eccezione, forse, per Myra, che a modo suo, è l'unica che interverrà per cercare di "salvarlo".

Probabilmente, Myra è la sola che scorge i semi del male nel fratello perché lei ha avuto tempo e modo (per via del suo lavoro) di scrutare negli occhi di uomini depravati, stupratori, serial killer, pedofili..., e di rendersi conto del

"...vuoto nei loro occhi, qualcosa di perduto al centro della pupilla, un’assenza spietata. Lo stesso sguardo dei coyote. Degli squali e delle iene. E dei serpenti velenosi."


Alec ha lo stesso sguardo vacuo, distante, privo di emozioni, di umana pietà, di amore?
È possibile salvarlo, recuperare la sua anima votatasi alla perversione, alla malvagità?

Quanto conta l'essere nati e cresciuti in un contesto famigliare che di per sé, almeno in apparenza, non presenta evidenti o grosse disfunzionalità, se poi comunque in esso possono innestarsi le radici del male?

L'autore, come dicevo più su, tocca tematiche importanti, come i reati sessuali, i disturbi psichiatrici (e la loro componente ereditaria), i legami famigliari, l'educazione religiosa rigida e fredda e i suoi effetti non sempre positivi, e lo fa con uno stile molto asciutto, lucido, consapevole che, lungi dal solleticare quel lato morboso (presente forse, e in diversa misura, in ogni persona) interessato agli aspetti macabri dei reati violenti, racconta e mostra, più che altro, come l'orrore possa insinuarsi non così lontano dalla quotidianità di una famiglia "normale", che si crede al sicuro dietro la propria rispettabile facciata di perbenismo e devozione, e come esso - se non viene individuato e "contenuto" - possa allargarsi come una macchia d'olio, con conseguenze anche devastanti.

Se dovessi trovare un difetto in quest'opera, esso risiederebbe nel ritmo, che in alcuni capitoli rallenta un po', ma nel complesso l'ho letto con interesse e lo ritengo un buon libro, che mi sento di consigliare a chi ama leggere storie di famiglie americane con i loro segreti, peccati e angoli oscuri e inquietanti.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...