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giovedì 23 agosto 2012

RECENSIONE: FIORE DI SCOZIA di S. Auci

Vacanze terminate ed eccomi qui a riscrivere attorno a ciò che non mi ha mai abbandonato, nè in viaggio nè nei posti in cui sono stata: i libri!!
Son riuscita a dedicarmi e a terminare tre libri ed in questi giorni non mi resterà che scrivere le recensioni!

reading


Allora iniziamo dal primo che ho terminato: FIORE DI SCOZIA, di Stefania Auci (QUI per la scheda).


Era da un po’ di tempo che non leggevo un romanzo storico della Harlequin Mondadori e sono contenta di aver “ripreso i rapporti” attraverso questo romance di Stefania Auci, Fiore di Scozia.
C’è da dire, come premessa, che mi piacciono le storie d’amore; non posso negare di essere un tipo fondamentalmente romantico, che spesso e volentieri sogna “ad occhi aperti”; non nascondo neanche che ricerco, il più delle volte, nelle storie che leggo, non solo personaggi e storie nelle quali possa immedesimarmi e a cui appassionarmi, ma anche l’happy ending.
Eh sì, ho questo viziaccio, questo difettuccio: non riesco ad amare totalmente le storie che non terminano con “note positive”; non dico il classico lieto fine da favoletta (il tanto amato dai bambini “… e vissero felici e contenti”), ma un raggio di speranza lo voglio….!!
E lo so che nella vita reale “i buoni non vincono sempre” e la “giustizia non trionfa sempre” ma onestamente quando leggo non è che desidero che qualcuno mi ricordi la “cruda realtà” (la conosco già…), quanto piuttosto spostarmi un una “dimensione” in cui, a forza di insistere, di combattere, di stringere i denti, di fare sacrifici…, qualche soddisfazione e qualche aspettativa di felicità siano quanto meno possibili..!
Se a tutti gli elementi menzionati sopra, aggiungiamo il contesto storico-sociale, per me assolutamente fondamentale, e beh, allora vado a nozze…; tendo sempre a scegliere romanzi ambientati nei secoli passati, possibilmente antecedenti al ‘900.
Fiore di Scozia è un romanzo che contiene tutti quegli elementi che attraggono la mia attenzione: personaggi ben delineati a livello fisico e caratteriale, amore e passione, intrighi, ingiustizie, soprusi… inseriti nella Scozia del 1745-1747, durante la rivolta giacobita, capeggiata dal pretendente al trono Carlo Stuart, per liberare la Scozia dalla Corona inglese.
Come la stessa Autrice spiega brevemente a fine romanzo, non ci sono purtroppo molte informazioni in italiano su questo episodio storico, il che rende la scelta da parte della stessa ancora più apprezzabile, per quel che mi riguarda, visto che adesso in me si è accesa una certa curiosità verso questa parte di storia europea non molto nota ai più.
La trama di per sé non è complessa, anzi è semplice e “lineare”: i due scozzesi, la bella Deirdre e il suo amato fidanzato Alexander, sono promessi sposi; a dividerli, la guerra, il desiderio di combattere per la libertà del proprio Paese; ad unirli, il loro amore forte, la promessa di essere fedeli l’uno all’altro, la speranza di poter vivere in un Paese libero!
Ma i sogni non coincidono sempre con la realtà e il destino ha in serbo qualcosa di diverso per i due e per le loro famiglie.
Alex andrà a combattere ma, ahilui, l’esercito di Carlo non è adatto a fronteggiare quello armato ed organizzato degli inglesi; le cose non vanno come gli scozzesi speravano e molte saranno le perdite umane, materiali…: le guerre, si sa, non lasciano mai indenni coloro che ne sono coinvolti e recano solo dolore, morte, rovina, desolazione.
In situazioni drammatiche come queste, l’amore di Deirdre e Alex si trova a dove affrontare la propria “piccola guerra personale”, a causa di persone che invaderanno il campo dei due sposi, per poter con la forza e la cattiveria imporre il proprio volere, il proprio egoismo.
Ad insidiare l’amore dei due, un uomo, un traditore della Patria, che preferisce voltare le spalle al proprio Paese pur di salvare la pelle, “vendendosi” al nemico e offrendogli i propri servigi; quest’uomo porta il nome di Sean Mourdant.

sabato 21 settembre 2013

Recensione DANZANDO SUI VETRI ROTTI di Ka Hancock



Ho terminato ieri un romanzo che mi ha commosso moltissime volte durante la lettura.
Ok, io sarò un cuore di panna e la storia narrata nel romanzo di cui vi parlerò stamane sarà pure della serie "strappalacrime", però resta il dato di fatto che mi ha emozionato.
Ecco il libro in questione:

DANZANDO SUI VETRI ROTTI
di Ka Hancock

Leggereditore
Trad. M. Timperi
445 pp
14 euro
2012


Trama
Lucy Houston e Mickey Chandler non sembrano destinati a una vita felice: lui è affetto da disturbo bipolare e la famiglia di lei ha accumulato una lunga serie di casi di cancro. 
Nonostante siano entrambi segnati da un destino che non lascia ben sperare, quando le loro strade si incontrano, la notte del ventunesimo compleanno di Lucy, è subito amore.
Cauti a ogni passo, Lucy e Mickey sono determinati a portare avanti la loro relazione, consapevoli di non essere in grado di donare un futuro felice a un possibile figlio. 
Lui le promette onestà. Lei gli promette pazienza.
Entrambi si promettono di rinunciare a essere genitori. 
Nonostante la decisione dolorosa e difficile di non avere bambini, tutto cambia improvvisamente il giorno del loro undicesimo anniversario di matrimonio, dopo un controllo di routine di Lucy. 
Ha inizio così una storia unica, in cui nessuna regola conta più e la parola amore assume nuove declinazioni e profonde sfumature.

L'autrice.
Ka Hancock è nata e cresciuta nello Utah. Con due lauree in scienze infermieristiche ha lavorato in diversi settori della medicina, ma il suo primo amore è la psichiatria. Dividendosi tra la famiglia e il lavoro è riuscita a scrivere questo suo libro d'esordio, che è un romanzo autentico sull'amore imperfetto
.

il mio pensiero

Lucy e Mickey: una coppia innamorata come poche, pur essendo, per certi versi, davvero mal assortita.
Due vite, due problematiche differenti ma simili per la loro irreversibilità.
Malato mentale lui, soggetta a cancro lei.
Eppure, la malattia non è un freno al loro amore..., anzi!!
Eh sì, perché la bella e bruna 21enne Lucy, determinata e forte, non ha dubbi: dal primo istante in cui i suoi occhi incrociano quelli profondi e leali di Mickey, la sera del proprio compleanno, nel locale di lui (che fino a poco prima ha flirtato con la sorella maggiore di lei, Priscilla), riconosce un immediato legame, un'affinità unica e mai provata, che li unirà da subito.
Ma Mic ha paura e non vuole..., non vorrebbe, portare la bella e giovane Lucy nel proprio mondo un po' matto, sempre in bilico, alla ricerca continua di un equilibrio mentale non sempre facile da gestire.
Il disturbo bipolare, di cui Mic soffre da ragazzino, è per lui un grossissimo limite per l'inizio di una storia d'amore seria e duratura; e il matrimonio dei suoi genitori è per lui un esempio illuminante, in negativo:  la stessa madre ha sofferto di disturbi psichici e si è suicidata, Mic e suo fratello David ne hanno sofferto e il padre si è chiuso in se stesso, consapevole che la propria felicità era ormai morta insieme alla malattia invalidante della moglie, che pure egli amava moltissimo.
Come può un individuo adulto, con un minimo di senso di responsabilità, pensare di metter su famiglia, sapendo che il proprio demone lo accompagnerà fedelmente all'interno del matrimonio, nel rapporto con la moglie, con eventuali figli, votando quindi all'infelicità tutti, come già è accaduto a lui, da figlio?

Eh no, a malincuore, il bel Mic dovrà rinunciare a Lucy, bloccare i sentimenti di entrambi sul nascere prima che sia troppo tardi..
Ma le sue paure, il suo senso di inadeguatezza, non hanno fatto i conti con la caparbietà di Lucy, la quale è disposta a rischiare, a provare per costruire qualcosa insieme, nonostante le difficoltà che la malattia psichica di Mickey promette di portare tra di loro.
Lucy non è una wonder woman, ha certamente le proprie fragilità, le proprie insicurezze; lei stessa sa di essere "difettosa", a causa della familiarità delle donne della propria famiglia al cancro.
Ma non vuole assolutamente privarsi della gioia che solo l'amore vero sa dare!
Anche perchè la bella Lucille, la terza di tre bellissime sorelle, legatissime tra loro pur essendo caratterialmente diverse, è cresciuta in un ambiente affettuoso, in cui l'espressione dei sentimenti era pane quotidiano.
I suoi genitori amavano profondamente le proprie figlie e lo dimostravano; però purtroppo la Signora Bianca, la Morte - la cui infausta presenza aleggia nella vita di Lucy sin dall'infanzia - ha privato Priscilla, Lily e Lucy della presenza rassicurante dei genitori: il padre, poliziotto, è stato ucciso mentre esercitava il proprio lavoro, la mamma è morta di cancro.
Ma Lucy non si sente troppo sola, perchè cresce circondata dall'affetto non solo dell'intraprendente Priss e della dolce Lily, ma anche dei vicini di casa, delle amiche di famiglia: nella piccola località del Connecticut, Brinley, tutti si conoscono, si vogliono bene, si aiutano a vicenda, si sostengono in modo pratico, e questa sorta di guscio protettivo è fondamentale nella storia narrata, non fa semplicemente da sfondo, ma assume le sue connotazioni importanti, perchè lascia intendere come le difficoltà e i dolori grandi che la vita spesso mette sul cammino delle persone, siano affrontabili e superabili solo se abbiamo delle persone a sostenerci, a incoraggiarci, a piangere con noi.
E Lucy sembra avere il suo scudo, la sua corazza in tutto questo.
Non solo, ma lo stesso psichiatra di Mic, Gleason, sarà un punto di riferimento importantissimo, che metterà davanti alla donna tutto ciò che implica amare un uomo come Mickey, non nascondendole nulla, aiutandola a guardare ai demoni che dilaniano la mente del proprio uomo come qualcosa che può essere tenuto sotto controllo, nonostante un certo grado di imprevedibilità, attraverso la terapia farmacologica e psicologica.
E' bellissima la metafora utilizzata dal dottore per descrivere quella che potrebbe essere la vita condivisa con una persona affetta da quel tipo di malattia:

"Lucy, ogni matrimonio è una danza; 
a volte complicata, a volte deliziosa, 

il più delle volte senza eventi rilevanti.

Ma con Mickey ci saranno momenti 

in cui la vostra danza sarà sui vetri rotti. 
Sarà dolorosa.
O fuggirete da questo dolore 
o vi terrete ancora più stretti 
e danzerete su questi vetri 
fino a un punto meno accidentato".

E Mic darà all'amata moglie davvero dei vetri rotti, che spesso faranno sanguinare i piedi di entrambi, ma che mai diminuiranno la portata dell'amore che provano reciprocamente.

Mic e Lucy hanno deciso di essere tutto l'uno per l'altro, ma questo non li ha resi ciechi davanti ai propri reali problemi, così hanno deciso di fissare delle regole all'interno del proprio matrimonio e tra queste ce n'è una in particolare: pur desiderando immensamente un figlio come coronamento del loro amore, Lucy e Mickey promettono di non averne, per non mettere al mondo creature alle quali far del male, a causa e della malattia mentale di lui, e della familiarità al cancro, da parte di lei.
Nonostante i dovuti provvedimenti, dopo 11 anni di matrimonio, un "nuotatore valoroso" si fa largo tra le tube e... un piccolo, innocente esserino inizia a formarsi dentro di lei.
Gioia e paura invadono i cuori di entrambi!
La gioia di un bimbo che s'è fatto strada nonostante le precauzioni; paura per tutto ciò che questo comporta.
Riusciranno ad essere dei buoni genitori e a dare al loro piccolo la felicità che gli devono e che vogliono dargli?

Tra litigi, lacrime versate, ricoveri in ospedale, cose rinfacciate, espressioni di affetto sincere, richieste di aiuto, disperazione profonda, scelte difficilissime da fare e non sempre approvate da tutti.., Lucy e Mickey vivranno fino in fondo la promessa che si sono scambiati il giorno del matrimonio: "in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà...": un amore, il loro, che pur avendo in sè numerose fragilità e "pecche", non mancherà di farsi strada a gomitate contro un destino avverso, perchè è animato dal desiderio forte di credere nei miracoli. 

Danzando sui vetri  rotti è un romanzo delicato ma anche intenso, intriso d'amore davvero in ogni pagina: l'amore tra uomo e donna, tra sorelle, tra genitore e figlio, tra amici, e proprio l'Amore è il vero ed indiscusso protagonista: l'Amore incondizionato, voluto, frutto di sacrifici, impegno, che sa andare oltre le scelte non condivise, che sa guardare oltre la disperazione del presente, che sa godere di ogni singolo momento trascorso insieme quale dono prezioso e mai scontato, l'amore che va oltre il limite - pure oggettivo - di un corpo e di una mente "malati", che reclama il proprio diritto di essere pienamente vissuto nonostante la scienza e la medicina diano un parere tutt'altro che incoraggiante.

Scritto con sensibilità, dando ampio spazio al vissuto emotivo dei personaggi coinvolti - ognuno con la propria definita personalità -, alla loro psicologia, questo romanzo mette il lettore in diretto contatto con il punto di vista dei protagonisti (la narrazione è sempre in prima persona e ci viene narrata sia da Lucy che da Mic, che si alternano e tornano anche indietro nel tempo per raccontarci le cose dal principio).
La malattia di Mic ci viene presentata con molta precisione ma senza mai essere pesante, e questo l'ho apprezzato molto.
Un aspetto che mi ha colpito molto di questa storia è stata, come già ho anticipato, l'importanza data all'ambiente sociale, cioè ai vicini e agli amici di Brinley, che finisce per essere come una grande famiglia in cui ci si conosce ma non si spettegola, bensì ci si aiuta ne momenti di difficoltà, anche solo con una pacca sulla spalla. Durante la lettura, mi son ritrovata spesso a pensare che davvero questo sarebbe il contesto ideale in cui nascere e vivere...; direi che l'Autrice ce lo presenta con tinte che lo rendono anche troppo ideale, quasi perfetto.
La traduzione mi piace molto e credo renda onore al testo originale.
Lo consiglio davvero a chi ama le storie piene di sentimento, di emozioni; ok, lo dico: adatto a chi ama le storie in cui è richiesto l'uso dei fazzoletti....!!!

martedì 21 maggio 2013

Anteprime Einaudi. POCHE PAROLE MOLTISSIME COSE - LA TEORIA IMPERFETTA DELL'AMORE



Buongiorno!!!!!!!!!!!!

Ero sul sito di Einaudi alla ricerca della trama di un libro che mi è stato segnalato (magari di esso ve ne parlo in giornata) ed eccomi con due uscite prossime.
Poche parole, moltissime cose rientra, per la sua trama, tra quelle storie che mi attirano moltissimo perchè si dà ampio spazio alle emozioni, alla ricerca, da parte dei personaggi, di ciò che conta davvero e che spesso, una volta trovato, mette in discussione le certezze (o presunte tali) che si avevano fino a quel momento.

POCHE PAROLE, MOLTISSIME COSE
di Rossella Milone


Poche parole, moltissime cose
Ed. Einaudi
I coralli
216 pp
17 euro
USCITA 28 MAGGIO
2013

«Un giorno, fra tanti anni, 

lo specchio ti guarderà e tu penserai 
"Dove sono finita?", 
e allora sentirai solo voglia di andare avanti, 
di scoprire che il mondo ti vuole ancora». 
 Rossella Milone, Poche parole, moltissime cose


A volte l'amore arriva dopo una vita intera spesa a rincorrere ciò che si credeva fosse davvero importante. E quando si riesce finalmente ad acciuffare il diritto a essere felici, c'è il rischio che gli altri non capiscano - come se tanta gioia di vivere fosse quasi scandalosa. 
Così succede a Olga e Sergio, una coppia di vecchi innamorati che spiazzando tutti scappa senza lasciare tracce. 
E soltanto la piccola Nanà, l'unica custode del loro segreto, sembra comprendere fino in fondo la forza dirompente di quel gesto. 
Un romanzo sulla tenacia dei sentimenti, sulle risorse che ciascuno di noi neppure immagina di avere. Finché il destino non viene a chiedere il conto.

Trama

Nanà è appena tornata dalle vacanze estive. Mentre i suoi genitori sono indaffarati a disfare i bagagli, lei è la prima a dare l'allarme: nonna Olga è fuggita con Sergio.
La coppia viveva una complicità silenziosa e tenace che nessuno - nemmeno i rispettivi figli, che infatti mal sopportavano quell'amore senile - riusciva a comprendere fino in fondo. 
Ora che i due se ne sono andati senza dire una parola, senza lasciare un biglietto, quell'ingombrante assenza sembra accusare chi è rimasto. 
Sulle loro tracce provano a mettersi Ivan e Albertine - il figlio di Sergio con la fidanzata franco-palestinese -, insieme a Pietro e Bruna, genitori di Nanà, in una ricerca che coinvolge persino Abramo, il cucciolo che la bambina ha appena adottato.
Interrogarsi sul perché di quella fuga finirà per mettere in scacco le apparenti certezze di tutti loro, inchiodandoli al momento presente. 
Perché adesso che Olga e Sergio sono chissà dove, di fronte a tanta incauta intraprendenza ogni cosa sembra essere improvvisamente finita sotto la lente d'ingrandimento, mostrando le crepe che minacciano il crollo.

Con una scrittura calda e decisa, capace di indagare in profondità le sfumature dei legami affettivi, Rossella Milone restituisce sulla pagina l'amore, le bugie, la ricerca delle radici, i non detti e tutte le complessità che si annidano in ogni famiglia. 
rossellaprofilo
rossella milone
Tenendo lo sguardo fisso sui personaggi senza mai rinunciare alla forza espressiva del suo stile - con quell'istinto che è proprio dei narratori - l'autrice compone una storia di straordinario impatto emotivo. Fino a mostrare al lettore che, anche quando sembra troppo tardi per ribaltare un'esistenza - e le parole non bastano più -, l'unica cosa che possiamo fare è ricominciare da capo.

L'autrice.
Rossella Milone è nata nel 1979, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato due raccolte di racconti, Prendetevi cura delle bambine (Avagliano 2006, menzione al Premio Calvino) e La memoria dei vivi (Einaudi 2008), un Contromano per Laterza, Nella pancia, sulla schiena, tra le mani (2011), oltre a numerosi racconti in antologie. Scrive per quotidiani e riviste letterarie. Poche parole, moltissime cose (Einaudi 2013) è il suo primo romanzo
.

BARRES DE SEPARATION
,

LA TEORIA IMPERFETTA DELL'AMORE
di Scott Hutchins


Teoria imperfetta dell'amore
Ed. Einaudi
Stile Libero Big
Trad. M. Rossari
408 pp
19 euro
USCITA 28 MAGGIO
2013

«Eppure eccolo là, l'amore, un territorio a parte. Esposto agli sciami sismici, a improvvisi mutamenti, a confini friabili. Che ha bisogno dei suoi tanti nomi. E che li vale anche tutti».


Scott Hutchins, Teoria imperfetta dell'amore

Trama

Possiamo spiegare che cos'è l'amore, se siamo noi i primi a non saperlo?
La vita di Neill Bassett jr, un matrimonio fallito alle spalle e un presente organizzato in una perfetta routine da single, viene sconvolta il giorno in cui conosce Rachel, la storia di una notte che in modo lento e inesorabile si trasforma in qualcos'altro, e soprattutto quando l'ambizioso programma di intelligenza artificiale al quale lavora, basato sull'utilizzo delle informazioni e dei ricordi contenuti nei meticolosissimi diari del padre, morto suicida quindici anni prima, mostra segni inequivocabili di coscienza, cominciando a dialogare con lui come solo qualcuno che lo conosce fin dalla nascita potrebbe fare.
Image of Scott Hutchins
Hutchins
La sua famiglia e la sua esistenza gli appariranno allora sotto una luce del tutto nuova. 
Il rapporto con il genitore, sempre stato cosí labile da non lasciargli quasi tracce nella memoria, acquisterà una concretezza e una complicità mai sperimentate prima.
L'autore.
Scott Hutchins (1974) ha partecipato al Programma di scrittura della Stanford University, dove oggi insegna. Ha pubblicato su «Story Quarterly», su «Esquire» e sul «New York Times». Teoria imperfetta dell'amore (pubblicato da Einaudi Stile Libero nel 2013) è il suo primo, acclamato romanzo
.


lunedì 25 marzo 2013

Recensione "La figlia dei ricordi" di Sarah McCoy



Buondì!!
Eccomi qui a dire la mia su un romanzo che mi è piaciuto molto, tirandomi fuori anche qualche lacrimuccia di commozione finale.

LA FIGLIA DEI RICORDI
di Sarah McCoy

Ed. Nord
Narrativa Nord
374 pp
16.70 euro
 2013
Garmisch, Germania, inverno 1944. È un anello di fidanzamento, quello che un ufficiale nazista ha appena messo al dito della giovane Elsie. Un anello che potrebbe cancellare l’amaro sapore della guerra, regalando a lei e alla sua famiglia il sogno di una vita in cui l’aria profuma di biscotti allo zenzero e di serenità. Invece, d’un tratto, Elsie si ritrova a guardare negli occhi la realtà: un bambino ebreo si presenta alla sua porta e la implora di salvarlo, di nasconderlo. E lei lo aiuta…

El Paso, Texas, oggi. È un anello di fidanzamento, quello che Reba non ha il coraggio d’indossare. A darglielo è stato Riki, un uomo che la ama senza riserve, nonostante le sue asprezze. Eppure Reba esita: prigioniera di angosce e inquietudini radicate nel profondo, sa che la sua armatura di donna realizzata potrebbe frantumarsi da un momento all’altro. E ha paura…
Elsie e Reba non potrebbero essere più diverse, ma il destino ha voluto far incrociare le loro strade, come se l’una non potesse proseguire senza l’altra.
 Per Elsie, parlare con Reba significherà ripercorrere le vicende che l’hanno portata dalla Germania agli Stati Uniti, ricordare tutto ciò che la guerra le ha brutalmente strappato e infine perdonare se stessa.
Per Reba, confidarsi con Elsie significherà accendere la luce della verità, ascoltare la voce del cuore e accettare che la speranza possa nascere anche dal dolore. 
Per entrambe, l’amicizia che le lega darà loro il coraggio di sconfiggere i fantasmi del passato


il mio pensiero.....


La figlia dei ricordi è un romanzo ambientato nel difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale; in particolare, a fare da sfondo alla storia è la persecuzione degli Ebrei ad opera dei Tedeschi nazisti.
A dire il vero, le brutture cui andarono incontro questo ed altri gruppi di individui sono qui accennate, ci scorrono davanti "dall'esterno", come qualcosa di cui si parla ma che non ci viene presentato direttamente nella sua crudezza.
La storia vede protagoniste due donne molto diverse tra loro, per nazionalità, vissuto personale, scelte di vita, carattere, professione, età....; la narrazione si intervalla tra due periodi storici lontani una sessantina di anni, il 1945 e il 2007.
A fare da filo conduttore è il personaggio di Elsie Schmidt, una donna tedesca che nel 2007 vive ormai in America, nel Texas, più precisamente ad El Paso, con sua figlia Jane, che ha passato i 40 anni.
Le due donne gestiscono una panetteria, la  "Elsie Backerei", specializzata in dolci di origine tedesca, molto apprezzati dai tantissimi clienti del posto.
Una mattina in questa panetteria, il regno delle dolcezze, degli aromi speziati, dei profumi invitanti - che tanto spesso, leggendo, mi è sembrato di sentirmi passare sotto il naso... -, entra una giovane donna, una giornalista cui è stato affidato un articolo di giornale avente come tema il modo in cui si festeggiava il Natale nella Germania di qualche anno fa; informazioni che conta di ottenere intervistando la fornaia Elsie.
La giornalista si chiana Reba Adams, ha un fidanzato poliziotto, Riki, del quale è innamorata ma alla cui proposta di matrimonio non riesce ancora a rispondere nè sì nè no...
Le vite di Reba ed Elsie si incontreranno e faranno sì che da questa amicizia sincera, allegra, profumata di leccornie di ottima qualità, ne venga fuori un processo di "catarsi", di crescita e di liberazione da un passato che, come un grave fardello, pesa sulle spalle di Reba, come anche sul cuore di Elsie.
Ma la differenza fondamentale tra l'anziana tedesca trapiantata negli Usa e la giovane ragazza che ha lasciato la Virginia ed è andata a vivere con il proprio fidanzato, sta nel fatto che la prima ha avuto il tempo e la forza per guardare in faccia il proprio vissuto, le proprie colpe e le proprie scelte, e dare ad essi nomi, volti, emozioni, senza rinnegarli e rifiutarli, cosa che invece sta facendo Reba.

Ma andiamo con ordine.

Dicevo che la storia si articola su due livelli temporali distanti, che si alternano facendoci conoscere il presente - in cui conosciamo una Elsie ormai anziana, ma forte, pratica, determinata, e Reba, con i suoi piccoli grandi problemi, le sue paranoie, le sue piccole manie per esorcizzare paure e incubi del passato - e il passato, in cui seguiremo le esperienze drammatiche del periodo della guerra, in Germania.

Al centro vi è sempre lei, l'allora diciassettenne Elsie, figlia di una coppia di panettieri, "Vati" Max e "Mutti" Luana; la ragazza si sta avviando a quello che sarà il suo mestiere nel futuro; siamo in pieno conflitto mondiale, a Garmisch; la famiglia Schmidt sembra condividere le idee di Hitler, il suo (malato) patriottismo, la fissa per la razza ariana pura, l'obbedienza cieca alle regole del Reich, che coinvolgono tanto gli adulti quanto i bambini che devono essere educati secondo sistemi molto ferrei, in cui c'è posto solo per il coraggio e la salute (fisica e mentale).
Elsie e la famiglia ricevono protezione e alimenti per l'attività grazie all'amicizia con un ufficiale nazista, Josef Hub, che chiede la mano di Elsie.
Apparentemente questa richiesta è un fatto positivo e dovrebbe rendere felice la ragazza - come lo sono Vati e Mutti - ma non è così...
Quelli di allora, sono giorni confusi, difficile da comprendere, caratterizzati da paura e terrore..., ma Elsie comincia ad aprire gli occhi sulla follia che permea la mente e le convinzioni dei propri compatrioti (che guardano ad Hitler come il "salvatore della potente Germania") soprattutto quando, non solo si scontrerà con lo squallore di uomini che vogliono approfittare di lei, ma si ritroverà anche davanti alla propria coscienza e alla necessità di mettere in salvo un bambino dalla voce melodiosa ma dalla razza "sbagliata": l'ebreo Tobias, di soli 7 anni.

Attraverso le proprie scelte coraggiose, seppure fatte nel timore di essere scoperta e di essere considerata una traditrice, insieme alla sua ignara famiglia, Elsie ci ricorda che in un posto in cui predomina il male, c'è sempre una goccia di bene che si propaga, che sfida la pazzia dell'uomo, la sua crudeltà cieca, il suo odio senza ragioni per chi è reputato diverso, "inferiore"; ci ricorda che è possibile scegliere se agire bene o male, nonostante attorno a noi la maggior parte delle persone abbia fatto scelte discutibili.
Ci ricorda che la paura delle ritorsioni che gli uomini possono operare nei confronti di colui che additano come traditore degli alti ideali nazionalistici non è affatto più grande della paura che dobbiamo avere di fronte alla nostra coscienza che ci accusa, perchè lì dove avremmo potuto di scegliere di fare il bene, abbiamo scelto di chiudere occhi, orecchie e bocca e di lasciare "semplicemente" che le cose scorressero seguendo un corso che altri hanno deciso.
Ci ricorda che tedesco non era necessariamente sinonimo di nazista e persecutore degli ebrei, e che anche tra la gente semplice si poteva trovare aiuto, compassione.

L'aiuto che Elsie offrirà di nascosto al piccolo ebreo non sarà inutile o vano e farà sì che la stessa Elsie possa dare a se stessa la possibilità di un futuro, di un avvenire lontano da un paese che le ricorda solo dolori, anche se questo potrebbe costarle l'allontanamento dai propri cari, dal padre e dalla madre, dalla amata sorella Hazel, dai figli di lei.
Il destino non sarà sempre crudele e la forte e tenace Elsie avrà le sue occasioni di "riscatto", le esperienze anche tristi l'aiuteranno a crescere.

E Reba?
Seppure in modi differenti, anche la giovane Reba avrà i suoi fantasmi del passato da affrontare, legati soprattutto alla sua famiglia.

Quella di "La figlia dei ricordi" è una storia d'amore, lunga 60 anni.
L'amore dei genitori verso i figli, l'amore (cieco) per degli ideali, l'amore per la famiglia, l'amore per ciò che è giusto, l'amore per il proprio lavoro, l'amore tra un uomo e una donna, l'amore per chi ci ha salvato la vita.
E' una storia di segreti che affondano le proprie radici in un passato che non si stanca di riaffiorare dal mare della memoria; segreti a volte svelati, altri "è meglio che ci seguano nella tomba. Perchè ai vivi fanno solo male", lascia dire l'Autrice alla amareggiata mamma di Elsie.

I personaggi principali - e non solo - ne escono senza dubbio ben tratteggiati e il lettore facilmente si trova ad assumere il punto di vista di Elsie e Reba, senza alcuna confusione.
Ci si sente sempre un po' toccati e commossi nel leggere di situazioni che realmente possono essere accadute a gente comune, lontana da noi nel tempo e nello spazio, eppure vicina nel cuore, perchè l'eco di una tragedia accaduta a tanti innocenti decenni fa è giunta fino a noi, che non possiamo restare indifferenti.

Lettura coinvolgente, sia per lo stile chiaro, scorrevole, vivido, sia per la tematica sempre attuale (anche se, certamente, affrontata abbondantemente in molti romanzi del genere, me ne viene in mente uno: "La chiave di Sarah" della De Rosnay); inevitabile per me la commozione, al pensiero di quanto bene si possa fare pur essendo "soli contro tutti" e di come in diversi momenti drammatici della storia umana la presenza di tanti "angeli" abbia contribuito a non spegnere la fiammella della speranza di chi decide di schierarsi, nonostante tutto e tutti, dalla parte del bene.

Utilissima, per una pasticciona come la sottoscritta, la presenza delle ricette dei buonissimi dolci tedeschi citati nel romanzo.


lunedì 11 aprile 2016

Recensione: UN UOMO di Oriana Fallaci



Una lunga e nostalgica lettera all'uomo amato, con cui ha condiviso tre anni di vita, gli ultimi tre della vita di lui, di Alexandros Panagulis, dell'eroe che non voleva essere chiamato eroe, di un simbolo per la Grecia, che non voleva essere visto come tale: questo è Un uomo, di Oriana Fallaci, pubblicato per la prima volta nel 1979.
E' la storia di un uomo, e dell'amore vissuto con e per lui.

"Alekos, cosa significa essere un uomo?
Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?"

Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.

Sul sito dedicato alla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, potete leggere l'intervista fatta ad Alekos nel 1973 - QUI.
Per leggere le poesie di Panagulis potete visitare QUESTO SITO.


UN UOMO
di Oriana Fallaci


Ed. Bur Rizzoli
657 pp
"...andai alla ricerca della tua fiaba".

Questo corposo libro è il romanzo di una vita, quella di Alekos, l'uomo della Resistenza greca, che lottava per rovesciare la dittatura di Papadopoulos.

Ed il 13 agosto 1967 era il giorno stabilito da Alekos e compagni per condannare a morte il tiranno e la Giunta, con un attentato che solo per un soffio non andò a segno.
Alekos fu acchiappato e arrestato, dopo di che iniziarono le sevizie, le tremende e indicibili sevizie fisiche e psicologiche, cui seguì la condanna a morte per diversi capi di imputazione, tra cui la tentata sovversione dello Stato.
E nel memorabile processo in cui fu imputato, Alekos tenne un discorso coraggioso dinanzi ai giudici, ai quali disse :

«Voi siete i rappresentanti della tirannia e so che mi manderete dinanzi al plotone di esecuzione. Ma so anche che il canto del cigno di ogni vero combattente è il rantolo che egli emette colpito dal plotone di esecuzione di una tirannia.»

Leggere il primo capitolo, così dettagliato nel raccontare le torture che subì quest'uomo, è stato difficile, un pugno nello stomaco, che lasciava senza respiro e che gettava addosso una sensazione dolorosa, accresciuta dalla consapevolezza che a parlarne non era uno storico o un semplice giornalista, ma era la donna che ha amato quel corpo ricoperto di lividi e cicatrici, quell'anima triste e segnata dalla solitudine e dalla sofferenza di cinque anni di prigione; un'anima che però è rimasta battagliera e che i nemici non sono riusciti a spezzare, perchè Alekos era un uomo fiero, orgoglioso delle proprie idee e dei propri tentativi di abbattere la tirannia nel suo amato Paese.

Sono pagine intrise di questa dolorosa consapevolezza, da cui emerge, attraverso una scrittura intensa, appassionata, nostalgica, in cui la rabbia è espressa come una placida constatazione, senza violenza (perchè di violenza ce n'è stata fin troppa), tutta la tenerezza, l'amore, l'ammirazione e il rispetto per quest'uomo.

"un uomo che viveva e moriva da uomo, senza piegarsi, senza spaventarsi, senza rassegnarsi, predicando l'unico bene possibile, l'unico bene che conta: la libertà".

Il racconto delle drammatiche vicende e degli anni trascorsi in una prigione piccola e stretta quasi quanto una tomba, è dunque tristemente preciso e lucido.
Il lettore viene scaraventato insieme a Panagulis nel luogo dei feroci interrogatori e delle torture (l'Esa), nel purgatorio, nel luogo sospeso, in cui Alekos attese l'ora della morte, che però non arrivò mai (l'Egina), e ancora nel luogo della solitudine e del silenzio (Boiati, Goudi)

Nonostante il tempo passato nelle mani di disumani aguzzini, il desiderio di lottare e di uscire dalla cella non hanno mai abbandonato Alekos, che tentò diverse volte di scappare.
Durante quegli anni, l'uomo e poeta conservò una impressionante lucidità, tale da "perseguitare" psicologicamente il direttore di Boiati (Zakarakis), portandolo più volte all'esasperazione, pur di ottenere di volta in volta piccoli benefici, che fossero il gabinetto o carta e penna, su cui scrivere gli struggenti versi che affollavano la sua mente.

"....il vero eroe non si arrende mai,... a distinguerlo dagli altri non è il gran gesto iniziale o la fierezza con cui affronta le torture e la morte, ma la costanza con cui si ripete, la pazienza con cui subisce e reagisce, l'orgoglio  con cui nasconde le sue sofferenze e gliele ributta in faccia a chi gliele impone. Non rassegarsi è il suo segreto, non considerarsi vittima, non mostrare agli altri tristezza o disperazione. E all'occorrenza, ricorrere all'arma dell'ironia e della beffa: ovvie alleate di un uomo in catene".

Una delle cose tremende, credo, per un uomo condannato alla fucilazione è attendere la morte, sapendone il giorno e l'ora; eppure, questa stessa terribile certezza Alekos l'accettava con serenità, consapevole che quello era il suo destino; ma attendere una morte che viene via via rimandata, di ora in ora, di giorno in giorno, di mese in mese, dev'essere stato oltremodo sfiancante.
E di certo furono quegli anni e quelle attese a rendere la sua ironia un po' macabra, cupa, amara, propria di chi non ha timore di scherzare con un argomento solitamente sgradevole ai più, la Morte appunto, della quale parlava con naturalezza e senza imbarazzo.

La ricerca di una Morte che sai ti verrà a prendere presto, unita al (paradossale?) timore che questo presto non arrivi mai, accompagnerà costantemente i pochi anni di vita successivi alla sua liberazione (che avvenne nell'agosto del 1973, in seguito al provvedimento di grazia) e il 17 novembre 1968 resterà per Panagulis il giorno della sua morte, nonostante non sia deceduto fisicamente.


"Amarti... era vestire i panni di Sancho Panza che segue don Chisciotte e canta le sue poetiche folli bugie".

L'incontro tra Oriana e Alekos, l'intervista che ne seguì, lasciano trasparire la sintonia e l'attrazione immediata che nacque tra i due, anche se in realtà Oriana sentì subito che la cosa migliore per lei sarebbe stata quella di stargli lontana, come se già presentisse che un eventuale legame tra loro avrebbe potuto rivelarsi "pericoloso", fonte di dolore e amarezze.

Alekos sapeva essere un uomo affascinante - la sua voce, in particolare, era ciò che catturava l'attenzione di chi gli era vicino, perchè il suo aspetto fisico di per sè non aveva nulla di particolarmente attraente - e carismatico, ma allo stesso tempo aggressivo, dagli atteggiamenti folli, incomprensibili, capricciosi, propri di chi non sopportava che gli si dicesse di no o gli si negasse un favore.

E lui dalla sua compagna si aspettò sempre questo: assoluta dedizione e complicità, sembrava quasi non riuscire neanche a mettere in conto che lei potesse abbandonarlo o rifiutarsi di non aiutarlo in qualche "missione".

"...l'amore è amicizia, è complicità. L'amore è una compagna con la quale si divide il letto perchè si divide un sogno, un impegno.(...) ...non ho mai avuto una compagna. E voglio una compagna. Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Sono un uomo in lotta, e lo sarò sempre. Lo sarei ovunque e comunque. anche in paradiso. non so concepire un modo diverso per vivere e per morire."

Uscito di prigione, Alekos interromperà la sua lotta, il suo organizzare attentati?
L'affetto di Oriana per il proprio uomo potrebbe riuscire a tenere lontano il suo eroe dalla lotta rivoluzionaria, dalla Grecia, dai pericoli di morte?

Alekos era un combattente nell'intimo, ed era impensabile per lui restar fermo a guardare ciò che accadeva nel suo Paese.
Come poteva ottenere che i mestieranti in politica e il popolo lo ascoltassero? forse infilandosi anche lui nei meandri della politica "ufficiale"?

Con la vitalità frenetica, esasperata e disperata che lo caratterizzeranno sempre, Alekos cercherà di far sentire la propria voce, ma stranamente essa non avrà più, per i greci, la medesima forza che ebbe negli anni della prigionia, come se, paradossalmente, una lotta come la sua facesse più rumore da dietro le sbarre che fuori.


"...le stesse cose che mi allontanavano da te... mi portavano a te".

Ma Un uomo non è solo il ritratto di un rivoluzionario instancabile eppure inadeguato nel contesto in cui si è ritrovato a combattere, ma è anche la storia di un amore travolgente, tenero e feroce, un amore più forte della gelosia, della paura; un sentimento implacabile...

"Stare con te era come stare in prima linea".

Un amore da cui spesso bisognava allontanarsi per non soffrire uteriormente e per riprendere a respirare, perchè camminare nel deserto in cui era Alekos, tentare di alleviare la sua solitudine senza poter diminuire la propria, non era semplice.
Eppure bastava riascoltare quella voce, capace di irretirla e ammaliarla, quelle quattro parole urlate al citofono o al telefono - "Sono io! Sono me!" - per ritornare di nuovo punto e a capo.
Due solitudini che non riuscivano a fare a meno l'uno dell'altra, e che sentiranno sempre, dentro di loro, che quell'appuntamento a Samarcanda era inevitabile, perchè il destino è un fiume che deve arrivare al mare e nulla può arrestarlo; però ciò che spetta a noi è la scelta di come navigarlo.

La lettura di Un uomo è proseguita tutt'altro che di fretta, come se ogni capitolo, ogni dialogo (sono frequentissimi gli scambi e le schermaglie verbali tra i due innamorati, due personalità, del resto, estremamente acute e intelligenti) avesse bisogno di essere accolto e compreso con la dovuta "lentezza".
Una scrittura immediata, nuda e diretta eppure piena di metafore e simbolismi, per descrivere, con la passione di chi ha amato e l'accuratezza di chi scrive per mestiere, un uomo e la sua lotta per la libertà, un uomo e la sua compagna ("la sola compagna possibile"), un uomo e il suo ineluttabile destino.
Non posso che consigliarvene la lettura, c'è solo da riflettere e da imparare da chi ha dato tutto per ideali immortali per i quali noi tutti dovremmo batterci quotidianamente.


1. Un libro scritto nell'anno in cui sei nato

giovedì 28 novembre 2013

YOU&ME di Valentina F. Da oggi in libreria + contest



Esce oggi un romanzo cui è legato un contest per chi ha voglia di scrivere d'amore!!

Ecco l'uscita:

YOU&ME
di Valentina F.


Leggereditore
248 pp
13 euro
USCITA 28 NOVEMBRE
2013
Trama


You&Me è il nuovo romanzo di Valentina F., la giovane autrice che ha appassionato migliaia di teenager con la sua serie TVUKDB. You and me è una storia d’amore delicata e tormentata, un rutilante affresco di emozioni che tolgono il fiato e fanno uscire un sorriso.
Una storia per il cuore di qualsiasi età.

Ci sono storie che nascono dal cuore: basta uno sguardo, un impercettibile battito di ciglia, un movimento improvviso che attira l’attenzione o un piccolo sorriso che appare così, senza volerlo. 
E poi ci sono dei luoghi magici che sempre ritornano, quasi per caso; custodiscono ricordi, emozioni, delusioni, sogni, gioie e a volte anche qualche dolore. 
E infine ci sono le parole, quelle che riempiono il cuore, ti tormentano o ti rendono felice, ti sorridono o leniscono la tua pena come balsamo della vita.

Tutto questo accade a Clara il giorno in cui conosce Dante; il tempo si ferma, il cuore perde un colpo, il corpo reagisce da solo, e tutto, in un attimo, ha un senso compiuto. 
Il luogo? Una libreria dove il tempo si è fermato e i sentimenti fanno le capriole fuori dai libri. Ma ogni storia che nasce dal cuore porta con sé qualche sorpresa perché a volte l’amore fa rima con stupore.

L'autrice.
Valentina F. vive e studia a Roma, ha vent’anni e ama i viaggi e la scrittura. Nel 2008 ha esordito con il primo romanzo della fortunatissima serie per teenager TVUKDB, Ti Voglio Un Kasino Di Bene, a cui hanno fatto seguito altri quattro libri, e che ha venduto complessivamente oltre 350.000 copie. Con lo pseudonimo di Shari H. Grilli ha scritto la serie Alicia che conta quattro romanzi in tutto, sempre per un pubblico adolescente.
You and me è la sua prima storia per adulti, quegli adulti che credono che il più antico sentimento del mondo sia la ragione principale per cui vale la pena vivere.


ED ECCO IL CONTEST:



«Come ci si innamora?
«Si casca? Si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sul
marciapiede sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore?
Ci si schianta per terra sui sassi o è come rimanere sospesi sull’orlo del precipizio, per sempre?» 



Care ragazze, dopo tre anni di assenza dalle librerie, torna l’autrice con cui molte di voi sono cresciute e lei con voi. Oggi Valentina F. è una ragazza di poco più di vent’anni che si affaccia alla vita adulta tra paure ed incertezze tipiche di chi non sa bene cosa aspettarsi dal futuro. You&Me è il suo nuovo romanzo.

Ironico, divertente e dal ritmo serrato, You and me è una storia sui giovani di oggi, tra lavoro precario, crisi in famiglia e l’amore che si nasconde dietro l’angolo.

Raccontateci, quindi, anche voi il vostro appuntamento galante più emozionante o come sognate l’incontro con il vostro principe azzurro.
Inviate il vostro racconto a leggereditore@gmail.com entro la mezzanotte di giovedì 5 dicembre indicando nell’oggetto della mail INIZIATIVA VALENTINA F. La lunghezza del racconto non dovrà superare le 5 pagine word.

Il racconto vincitore, decretato ad insindacabile giudizio della nostra redazione, verrà pubblicato alla fine della nuova versione ebook del romanzo in vendita su tutti gli store digitali e anche su questo sito. L’autrice prescelta verrà contattata via mail e annunciata qui e sul blog Leggereditore.

Affrettatevi dunque e che l’ispirazione che solo l’amore sa dare sia con voi!

Buona fortuna alle romantiche scrittrici che parteciperanno!!!


mercoledì 2 gennaio 2013

IN LIBRERIA TROVIAMO...



nuove uscite

Spulciamo insieme qualche uscita recentissima e che possiamo trovare in libreria!!

Il primo libro è uscito a dicembre, gli altri due escono proprio oggi!!!

IL DIARIO DI ISABEL
di Isabel C. Alley


Il Diario di Isabel
Ed. Lulu.com
442 pp
21. euro
e-book: 1.99 euro
USCITA: 9.12.2012
Trama

Un ragazzo può vestire tante maschere, nel corso del tempo. Può mostrarsi come uno studente universitario di cui poco conosci e di cui nulla vuoi approfondire.
Può diventare un vicino di casa enigmatico, a tratti oscuro nelle attenzioni che rivolge all'improvviso nei tuoi confronti. Ma poi la maschera cade e il ragazzo si rivela essere uno spietato aguzzino, a cui poco importa del mondo se non del proprio divertimento. 
Quando lo vedevo tra i suoi amici, non avrei mai potuto immaginare la verità su Andrea. L'ho compresa solo quando lui si è presentato davanti a me, assetato del mio sangue e della mia ingenua passione. 
Mi sono lasciata sottomettere, nella speranza che il destino avesse pietà di me. Ma Andrea mi ha trasformata in un giocattolo per il suo piacere e mi ha fatto aprire gli occhi su un mondo di vampiri lussuriosi ed egoisti. 
Potevo abbandonarmi alla disperazione, ma ho scelto di reagire. Ora esigo vendetta. 
Questa è la storia di una cacciatrice. Questa è la storia di Isabel Carian.


Per informazioni dettagliate su Autrice e libro, potete visitare il sito: Il Diario di Isabel.


lunedì 23 luglio 2018

Segnalazione: ALICE NON LO SA di Carmen Laterza



Carissimi, sono lieta di presentarvi il nuovo romanzo di un'autrice di cui in passato ho avuto modo di leggere e recensire L'AMORE CONTA; Carmen Laterza torna con un'altra coinvolgente storia:


ALICE NON LO SA


Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Libroza
Pag: 346
eBook EUR 2,99
Cartaceo EUR 15,00
Alice è una bambina di sei anni, curiosa e sempre allegra, che osserva il mondo con sguardo puro e senza filtri. Sua madre Roberta, oberata dal lavoro e dagli impegni familiari, cerca di non far pesare sui figli il momento difficile che sta attraversando, soprattutto nella relazione con il marito Carlo.
La nonna Mimì, dal canto suo, cerca di insegnare ai nipoti che la vita va presa con leggerezza e sprona la figlia a non rinunciare alla propria felicità.
Convinti che Alice sia troppo piccola per capire ciò che le succede intorno, i familiari non si accorgono che invece Alice li osserva e riesce a vedere oltre l’immagine che ciascuno vuole dare di sé. Così Alice vede la stanchezza di sua madre, il distacco del padre, i tormenti di suo fratello Riccardo, in piena crisi preadolescenziale, e la dolorosa solitudine della nonna, nascosta sotto una maschera di apparente serenità. 
Con la disarmante innocenza della sua infanzia, Alice intuisce quello che gli adulti le nascondono e arriva a comprendere perfino quello che essi stessi non sanno. 

Nel rapporto tra nipote, madre e nonna, nell’alternarsi di queste tre nuove figure femminili, Carmen Laterza indaga dunque ancora una volta il senso profondo delle relazioni familiari e affettive e, con la scrittura lucida e riflessiva che abbiamo imparato ad amare, ci dimostra che spesso la saggezza non è conquista esclusiva dell’età adulta e che la felicità è possibile, ma solo se condivisa.
Perché essere felici da soli è come essere felici a metà.


Quando sento che qualcuno vicino a me è triste o preoccupato
vorrei tanto riuscire a trovare il modo di renderlo felice.
Altrimenti a cosa serve se sono felice da sola?

L’autrice.
CARMEN LATERZA è nata e cresciuta a Pordenone, città in cui vive tuttora. Laureata in Lettere a indirizzo musicologico e Diplomata in Pianoforte, è una scrittrice indipendente, ghostwriter ed editor freelance. Da anni gestisce il blog Libroza.com, dedicato alla scrittura creativa e al self publishing. Ha autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi e il romanzo L’amore conta. Per le Edizioni Wide ha pubblicato il manuale Stai calma e scrivi il tuo romanzo. Alice non lo sa è il suo nuovo romanzo.

domenica 16 agosto 2020

Le mie letture - agosto 2020

 

Due libri attualmente in lettura!

Il primo l'ho scelto non soltanto per l'argomento e per l'autrice, ma anche perchè attratta dal titolo particolare e curioso.



STORIA DI UN ABITO INGLESE E DI UNA MUCCA EBREA
di Suad Amiry


Ed. Mondadori
240 pp
18 euro
Giugno 2020
Palestina, 1947. Giaffa è una città viva di mercati, caffè, strade affollate, aperta sul mare pescoso e chiusa da distese immense di aranceti profumati. Subhi è un ragazzo che sogna di diventare il Miglior Meccanico della città. È in effetti un talento e quando riesce a riparare una pompa d’irrigazione, il ricco uomo d’affari che lo ha messo alla prova gli fa confezionare, in segno di riconoscenza, un abito inglese in lana di Manchester. 
Subhi è al settimo cielo e con quell’abito acquista una nuova consapevolezza di sé e della città in cui si muove, ma soprattutto immagina di indossarlo, malgrado il caldo, per fare colpo sulla ragazza dei suoi sogni, la giovanissima e bellissima Shams.

Peccato che non siano tempi facili, tanto più per le storie d’amore: gli inglesi, che da oltre vent’anni amministravano la Palestina, dichiarano concluso il loro mandato e finiscono con il fomentare le già forti tensioni tra gli ebrei sempre più numerosi e i residenti palestinesi. 
Nel 1948 arriva l’attacco deliberato, quello che fu chiamato Nakba, la catastrofe: le forze israeliane ben equipaggiate dalla Gran Bretagna bombardano Giaffa senza pietà, la occupano, la riducono a una città fantasma. 
Traditi gli accordi, sono disperse centinaia di famiglie, le abitazioni e gli aranceti sono espropriati, la vita quotidiana è sfigurata da uno stato di polizia. 
E in quel teatro di caos e di morte le giovani anime di Subhi e Shams, perduti l’uno all’altra, disegnano sulla mappa della Storia il loro destino, senza rassegnazione, illuminati dalla certezza di appartenere a una terra, alla gente che l’ha abitata, a una avventurosa speranza, che, come in un sogno, è di volta in volta l’apparizione di una mucca sfortunata, la morbida eleganza della lana di Manchester, o un coloratissimo volo di aquiloni.

Suad Amiry ha saputo ascoltare i veri protagonisti di questo racconto, ha saputo narrare con sapienza e humour una promessa d’amore, ha saputo mettere nel cuore di un ragazzino la meraviglia di esistere e ha intessuto tutto questo dentro una delle pagine più drammatiche e meno note del secolo scorso.



La seconda lettura è un omaggio della scrittrice Carmen Laterza, di cui ho già letto due libri - Alice non lo sa e L'amore conta.


I RICORDI NON FANNO RUMORE
di Carmen Laterza




Libroza
259 pp
Luglio 2020
Quando la signora Colombo decide di organizzare una cena dall’oggi al domani, tutti sono presi da una febbrile agitazione: la padrona di casa, che vuole fare bella figura con i propri ospiti; la cuoca, che deve organizzare la spesa e imbastire un menu; la cameriera, che deve preparare e servire in tavola; ma soprattutto Bianca perché, ancora una volta, potrà spiare i vestiti eleganti, i gioielli, i gesti raffinati e sognare di diventare anche lei, un giorno, una vera signora.

Bianca è una bambina allegra e vivace e vive con sua madre Giovanna in casa dei signori Colombo, presso i quali la madre fa la cameriera. La vita di Bianca è fatta di cose semplici: le torte della cuoca Ida, le confidenze con l’amica Maria, le fantasticherie sul padre mai conosciuto e morto da eroe nella Guerra d’Africa, e soprattutto la presenza rassicurante e affettuosa della madre. 
Lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, però, travolge gli equilibri familiari: Milano è colpita da bombardamenti devastanti e l’elegante palazzo di città non sembra più essere un luogo sicuro.

Bianca lascia dunque Milano e se ne va con la madre nelle campagne del Pavese, dalla zia Augusta, dove pensa di poter cominciare una nuova vita. 
E invece Bianca scopre ben presto che per sfuggire alla guerra non basta tenersi lontano dalla violenza, perché la guerra è ovunque intorno a lei, acuta e incombente, fuori e ancora di più dentro casa.

Sullo sfondo di un’Italia divisa tra due guerre, quella ufficiale degli eserciti e quella clandestina dei partigiani, Carmen Laterza mette in scena una straordinaria parabola di formazione e resilienza, una storia in cui l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia lasciano il posto alla consapevolezza dell’età adulta e in cui, ancora una volta, il messaggio di rinascita e speranza è affidato a figure femminili profonde e indimenticabili.



CHE NE PENSATE
LEGGENDO LE SINOSSI, COME VI SEMBRANO?


martedì 22 agosto 2017

Segnalazioni editoriali: SETTE GIORNI di Pablo Cerini // BLACK LOVE di Cristian Mazza // IN BASSO, AGLI INFERI di Alberto Alessi



Come anticipato ieri, ho alcune interessanti segnalazioni editoriali da condividere con voi.

Partiamo da un romanzo new adult, influenzato da Irvine Welsh e scritto da Pablo Cerini:



SETTE GIORNI
di Pablo Cerini





"F. guarda il miscuglio di grigiore cittadino e luce dietro i grattacieli. Sembra che l'aurora abbia ormai rinunciato all'ambizione di poter restituire un po’ di bellezza al panorama e si accontenta solo di mischiare i propri raggi alla tavolozza di amarezza con cui la città è stata dipinta."

La vita li ha fatti arrivare stanchi al momento della verità, ma invece il destino li chiama ad essere pronti. In gioco c'è tutto. La carriera. L'amore. Il senso di tutti i giorni spesi fino ad ora.
Come si è giunti a qui?
Sono passati giorni. Sette, per la precisione, in cui tutto poteva essere ripensato e riscritto.
Ma l'abitudine e la noia hanno avuto il sopravvento.
Poi sarà troppo tardi per svegliarsi. Adesso, accanto a lei.
Credevo che si fosse seduta al tavolo da gioco già sconfitta in partenza. Spesso sopravvaluto la mia capacità di capire le persone. E adesso è troppo tardi per il rewind. Siamo in tre sul bordo del precipizio. E uno di noi deve cadere.

"Mentre F. guida nell'alba nascente, P. pensa al corpo di L., alle parti nude che le sue mani hanno da poco accarezzato. F. sta parlando di progetti e investimenti ma la sua voce sembra provenire da un programma tv nella stanza a fianco. La città scorre fuori dal finestrino."

C'è una storia d'amore, in fondo. Anche se parlare d'amore è esagerato. Forse, è sufficiente dire che c'è stato un incontro e due solitudini non hanno più avuto il coraggio di tornare a guardarsi indietro. Qualcun altro pagherà le conseguenze, tanto. In fondo, le figlie di papà si possono permettere tutto. Tranne alzare la testa davanti al proprio papà. Ma uscire dalla solitudine può donare il coraggio necessario al riscatto.
"Vive un terribile deja-vu di quando tornava dal liceo magari più tardi di quanto previsto perché si era fermato nel baretto fuori da scuola a giocare al videogioco di Golden Axe."
 Sì, e c'è della nostalgia. Per forza. Perché anche chi non è vissuto negli anni 90 sente la nostalgia per gli anni 90. Sono stati i peggiori di tutti. E i più felici di tutti. Chi ci è vissuto non riesce a dimenticarli. Chi è arrivato dopo cerca disperatamente simulazioni veritiere che lo rendano partecipe di quelle sensazioni esclusive e distruttive.

"Allora è proprio un insoluto, pensa amaramente. Forse è colpa del troppo vino che ha bevuto a pranzo, non ha capito bene i segnali che gli stanno attorno. Il genio della PNL."

E c'è anche il business. Perché quale storia non gira attorno ai soldi? Persino il colpo di scena del Vangelo costa trenta denari. Qui invece abbiamo l'annoiato mondo corporate che parla più con le posizioni del corpo che con il cervello. E le vendite vanno chiuse. Spostando il limite sempre più in là.

"Piove violentemente sugli alberi e sulla chiesetta nascosta nel bosco. L’acqua cola dal crocefisso,rigando i mosaici delle vetrate mentre le gocce penetrano tra le pietre della cupola e bagnano l’affresco del giudizio universale che decora il muro dietro l’altare."

 E c'è una visione. Che non interessa a nessuno ma che rimane la pietra angolare di tutto. La pietra su cui scivoleremo sfracellandoci. Perché il perdono arriva. Ma chiede il suo obolo da pagare.


L'autore.
Pablo Cerini lavora come sviluppatore software ma, oltre che codice, ama anche scrivere storie.
“Sette giorni” è il suo primo romanzo ed ha ricevuto notevole interesse da parte di blog letterari e radio locali. È stato intervistato da Radio Lombardia e altre emittenti.



Proseguiamo con la pubblicazione del romanzo Young Adult “Black Love" di Cristian Mazza (autopubblicato). Black Love, primo capitolo dell'omonima trilogia, racconta la storia di Alicia, una ragazza somala arrivata clandestinamente sulle coste siciliane. Lo sviluppo della storia lascia il lettore inevitabilmente senza fiato, in un percorso di amore e violenza, di razzismo e di cambiamento.



BLACK LOVE
di Cristian Mazza




Alicia è una ragazza Somala, arrivata clandestinamente sulle coste siciliane con un piccolo gruppo di persone guidate da Faisal, il leader, che costringe la comunità a continuare a vivere clandestinamente, in un casale in campagna, a pochi kilometri da Noto,un paesino dove il tempo sembra essersi fermato all'età barocca.
Joseph Delia è un membro dell'associazione sportivo-culturale "nido delle aquile", che da qualche tempo ha preso una piega violenta e razzista, pratica la boxe, come il resto dell'associazione, e tutti sono temuti e rispettati dalla gente del paese.
Le vite dei due ragazzi sono legate da un destino così cupo e crudele da sembrare sadico.
Lo sviluppo della storia lascia il lettore inevitabilmente senza fiato, in un percorso di amore e violenza, di razzismo e di cambiamento.
Niente è come sembra, Alicia scoprirá quanto la vita possa essere dura e quanto la crudeltà della gente spropositata.

L'autore.
Cristian Mazza nasce a Noto il 27/09/1987. Dopo aver conseguito gli studi di maturità classica, si trasferisce a Catania per lo studio universitario. Ad oggi è attore di teatro,e la sua produzione conta cinque romanzi e due sceneggiature. Black Love è il primo libro che decide di condividere con il pubblico.



Termino con la terza segnalazione:


IN BASSO, AGLI INFERI
di Alberto Alessi



Ed. Montag
321 pp
Futuro imprecisato. L'Europa vive in pace e prosperità, i popoli seguono principi di eguaglianza e fratellanza e nulla sembra poter turbare lo status quo, almeno fino a quando, lungo il confine che la separa dall'Asia, si verificano rapimenti e attacchi da parte degli eserciti degli stati asiatici, e a nulla servirà l'intervento degli ambasciatori europei, rapiti anch'essi.
Il protagonista, Chira, si troverà prigioniero, sepolto in una fossa e solo grazie all'intervento dell'amico Nilo verrà liberato e, insieme, inizieranno il lungo viaggio che li condurrà verso le terre libere, in compagnia di altri esiliati come Madeira e Mekong, attraverso l'Africa (colonia statunitense), gli USA (potenza incontrastata), all'inseguimento di una libertà agognata, ma che governi, interessi economici e religioni minacciano di soffocare senza alcuna speranza.

L'autore.
"Mi chiamo Alberto Alessi, sono nato a Castelfranco Veneto il 20 aprile del 1984, abito a Cittadella (PD). Mi sono laureato a pieni voti in Lettere e Filosofia all'università di Padova, il mio esordio letterario è avvenuto due anni fa con "Due novelle rock'n'roll", due romanzi che ho voluto riunire in un unico volume, pubblicato da Lettere Animate, una casa editrice non a pagamento. Sono attivista volontario per la LAV onlus(Lega Anti Vivisezione). Suono e canto nel gruppo rock L’Amor Violento. “In basso, agli inferi” è edito da Edizioni Montag."

lunedì 23 ottobre 2017

Recensione: ADDIO, FAIRY OAK di Elisabetta Gnone



La dolce fatina Felì è giunta al suo quarto ed ultimo racconto, in cui narra l'ultimo mistero di Fairy Oak:


"La prima sera parlai d'amore,la seconda di mirabolanti incantesimi,la terza di amicizia, la quarta sera raccontai un addio."

ADDIO FAIRY OAK
di Elisabetta Gnone



In CAPITAN GRISAM E l’AMORE, grazie alle gemelle Pervinca e Vaniglia, e alla loro Banda (capeggiata dal bel Grisam), abbiamo saputo qualcosa di più sul compianto Capitano Talbooth; ne GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY siamo stati accompagnati nel favoloso mondo degli incantesimi, volando con la fantasia grazie alla straordinaria Shirley Poppy, e con FLOX SORRIDE IN AUTUNNO abbiamo sorriso con la simpatica teoria dei colori della vivace e dolce Flox.

Ma in questo quarto racconto comprendiamo dalle prime pagine che Felì si sta facendo sempre più malinconica nel raccontare le avventure delle sue gemelline e degli abitanti della Valle: i 15 anni insieme alla famiglia Periwinkle stanno per concludersi e la cara fata sarà costretta a dire addio all'amata Fairy Oak; Vì e Babù, infatti, stanno crescendo e non avranno più bisogno di lei...

Ed è così che Felì si perde nei ricordi e ci porta indietro nel tempo, a quando le gemelline sono nate e a tutti i piccoli misteri che da quel momento hanno popolato, seppur nell'ombra, a Fairy Oak.
L'incontro col misterioso Barbo Tagix, il vecchio mago che va in giro sul carro dei ricordi, in seguito alla nascita delle due sorelline, ha destato un po' di ansia nella strega Tomelilla, perchè il mago del tempo è stato sibillino parlando con lei, in presenza di Felì: un evento epocale accadrà e sconvolgerà al vita a Fairy Oak.

"L'equilibrio si spezzerà (...) L'Alleanza tra Buio e Luce è destinata a finire perchè è stabilito: centoventun anni da oggi, uno di voi tradirà!"


Tomelilla, saggia e preoccupata, non si dà pace: quale stravolgimento devono attendere? E che ne sarà delle sue nipotine appena nate: Vaniglia e Pervinca svilupperanno i doni magici, o i poteri straordinari che si trasmettono da generazioni in famiglia son destinati ad andare perduti?

Affinchè nessun dettaglio e particolare prezioso, nel corso della crescita delle due bambine - che immediatamente dimostrano di essere l'una l'opposto dell'altra, non nell'aspetto ma nel temperamento - possa essere dimenticato, ma anzi possa risultare utile per comprendere le misteriose parole di Barbo circa il futuro, Tomelilla ordina alla fedele Felì di scrivere un diario e di aggiornare quante più cose, ogni giorno, non solo sulle gemelle ma anche sul villaggio e circa i cambiamenti, seppur minimi, che si verificano attorno a loro.

Il lettore viene quindi immerso negli anni dell'infanzia felice delle sorelline Periwinkle: la dolce e sensibile Babù, sempre paziente e pronta a dar saggi consigli alla sua ribelle sorella, Vì, che è un peperino dal carattere deciso, impaziente, incapace di star ferma, allergica a tutto ciò che è "femminile" (che siano le gonne o i discorsi romantici); entrambe, di giorno in giorno e di anni in anno, mostrano le proprie attitudini e imparano a valorizzare le proprie capacità, partecipando alla vita della piccola e allegra comunità.
In particolare, ad aiutare tutti i ragazzini di Fairy Oak a crescere sviluppando valori sani sono i celebri Giochi Estivi, in cui i ragazzi, divisi in squadre, si sfidano in competizioni in cui, alla fine, ciò che conta di più non è tanto la medaglia finale quanto la lealtà, l'amicizia, la forza, l'audacia... dimostrate.

Conosceremo com'è nata la simpatia tra il coraggioso e saggio Grisam e la vivace e testarda Vì; ascolteremo dalla bocca del burbero (ma solo per gioco) Talbooth la commovente storia della bella Isabella e del suo nobile sacrificio; ci divertiremo ascoltando i bisticci tra Vì e l'antipatica figlia del sindaco; resteremo incuriositi e perplessi di fronte ai sospiri e alle angoscianti preoccupazioni nutrite da Tomelilla circa il destino della proprie nipoti: saranno delle streghette oppure no? Entrambe saranno Magici del Buio o della Luce?
Fairy Oak e i suoi pacifici abitanti sapranno resistere alle "turbolenze", agli eventi epocali previsti da Barbo Tagix?

"Addio, Fairy Oak" è dunque il capitolo che chiude la fantastica saga ambientata in un mondo magico, ricco di profumi e di colori, in cui ogni giorno i protagonisti vivono piccole e grandi avventure, e in cui a predominare sono sempre i sentimenti più belli: l'affetto tra gli amici, che sanno restare accanto l'uno dell'altro nei momenti belli come in quelli brutti; la voglia di divertirsi insieme, di giocare allegramente, di svelare sempre nuovi misteri; l'amore, che nasce pian piano nei giovani cuori di Vì e Babù; il prendersi cura dell'altro, e non ultimo.. la bellezza dei ricordi.

Felì racconta ma sa che il suo tempo nella Valle sta per concludersi: come può lasciare le sue bellissime gemelle, la cara Tomelilla e, con loro, tutti gli abitanti del gioioso villaggio?
Dire addio è difficile, è doloroso, e allora forse

"Il miglior modo per dire addio, è non dirlo affatto (...). E il miglior ricordo che ci si può portare via è il ricordo di un giorno qualsiasi."

Ancora una volta Elisabetta Gnone ci dona una storia che profuma di fiaba, di "cose buone", di sentimenti puri, di problemi affrontati con coraggio e sacrificio, di amici fedeli, e che ci lascia quel pizzico di nostalgia e malinconia che dalla fatina Felì passa direttamente a noi che leggiamo, che ci sentiamo un po' come lei..., tristi, al pensiero di dover dire addio ai personaggi che danno vita a Fairy Oak, ma al contempo siamo contenti di averli conosciuti ed aver sorriso o esserci commossi insieme a loro.

Come sempre piacevole e molto scorrevole da leggere, la scrittura dell'Autrice mi ha conquistata anche questa volta perchè mi ha fatto sognare ad occhi aperti trasportandomi nelle atmosfere magiche di Fairy Oak, quasi facendomi sentire il soffio del vento e delle onde, presentandomi fate, maghi, streghe, umani privi di poteri, mamme apprensive, padri attenti, fatine chiacchierone, ragazzini desiderosi di divertirsi e giocare, dandomi modo di passare qualche ora di spensieratezza.

Ringrazio la C.E. Salani per le copie omaggio e consiglio questa saga, che piacerà ai giovani lettori che ancora non la conoscono... ma forse anche agli adulti, come me, che hanno voglia di fantasticare e sognare leggendo.
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