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giovedì 14 luglio 2022

** RECENSIONE ** LE STANZE SEGRETE DELLA PIOGGIA di Viviana De Cecco



Per Rebecca, tormentata da un passato famigliare che ha causato tanto dolore a lei e ai suoi cari, è difficile ritornare nella cittadina in cui è cresciuta, ma è ciò che fa, nonostante tutto. La sua vita è un continuo stare sotto una pioggia scrosciante, in cui ogni goccia è una lacrima che racchiude sensi di colpa, rimorsi e solitudine; adesso per la ragazza è arrivato il momento di scrollarsi dal cuore tutta la pesantezza che la opprime e di affrontare i propri segreti e le proprie paure.


LE STANZE SEGRETE DELLA PIOGGIA
di Viviana De Cecco



Genesis Publishing
186 pp
«Voglio essere una pioggia di cui non aver paura. Una pioggia che lavi via il dolore e lo trascini lontano.»

Rebecca ha vissuto per un po' di tempo a Berlino, fuggendo dalla cittadina in provincia di Venezia in cui viveva con la famiglia, per cercare di rifarsi una vita lontana da un passato doloroso.
Nella capitale tedesca aveva sognato di poter lavorare come fotografa, scontrandosi con la dura realtà della crisi; i soldi erano sempre pochi e per sbarcare il lunario Rebecca doveva svolgere addirittura tre lavori, tutti precari: cameriera ai tavoli di un ristorante italiano all’ora di pranzo, addetta alle prenotazioni di un sito internet di viaggi nelle ore notturne e dog sitter nel fine settimana.

Quando la storia con il fidanzato Alessandro giunge al capolinea, Rebecca sente che non ci sono più delle vere ragioni per restare a Berlino; a darle conferma di questo ci pensa l'amica di sempre, Maddalena, che le suggerisce di "tornare finalmente a casa" e di sistemarsi da lei.
Seppur reticente, Rebecca accoglie il consiglio e ritorna in Italia, nella sua cittadina, cominciando a lavorare in un negozio (di proprietà di Maddalena).

È in un giorno di pioggia che la sua vita comincia a prendere strade inaspettate.
Del resto, la pioggia ha sempre accompagnato determinati eventi della sua esistenza, e purtroppo non belli, anzi.

"...il suo cuore era stato devastato da una pioggia di dolore sotto cui si era ritrovata indifesa e vulnerabile."

E anche quando piove Rebecca mantiene un'abitudine di cui proprio non sa liberarsi: protetta dal suo ombrello azzurro si ferma ogni sera a osservare le finestre di un appartamento vuoto. 

Come mai, chi abita in quel palazzo?

Dietro i vetri delle finestre ci sono stanze che, in un tempo che sembra essere ormai lontanissimo, hanno risuonato di risate, voci allegre, scherzi, abbracci, momenti di gioia e complicità famigliare.
Uno spazio e un luogo che una serie di fatti drammatici, capitati alla sua famiglia, hanno strappato via per sempre.

Rebecca ha avuto un'infanzia felice con i suoi cari genitori e il fratello Damiano, fino al giorno nefasto in cui suo padre, in seguito ad un fallimento in ambito lavorativo, ha abbandonato lei, sua madre e suo fratello maggiore, senza un biglietto e senza una spiegazione, lasciando che essi se la vedessero da soli con i creditori che bussavano alla loro porta, pronti a togliere loro tutto.

E Rebecca e la sua famiglia sono stati davvero privati di tutto: casa, mobili, oggetti e soprattutto la loro dignità come persone.

Quella tragedia aveva portato una lacerazione in casa, rendendo la madre l'ombra di ciò che era prima: una donna infelice, abbandonata dal proprio uomo, che doveva affrontare una situazione economica complessa con solo i figli accanto; dopo l'abbandono, la donna non aveva più avuto la forza di lottare per essere di nuovo felice.

E Rebecca ha dei forti sensi di colpa verso la mamma e il fratello perché sa di averli abbandonati anche lei!

Non è rimasta con loro e non per vigliaccheria o egoismo, ma perché i sensi di colpa la divoravano: la giovane, infatti custodisce un particolare segreto  di ciò che accadde non molto tempo dopo la fuga del padre: un fatto di cui si incolpa perché convinta che lei avrebbe potuto far qualcosa affinché non si verificassero, poi, altre conseguenze penose.

Ma il passato non possiamo modificarlo e piangersi addosso... a cosa può servire?

Rebecca lo sa, eppure non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e della sgradevole e malinconica sensazione che per lei, nel suo futuro, ci sia sempre e solo pioggia: quella pioggia carica di tristezza, di grigiore, che rimarca tutta la fragilità del suo cuore.

Ma, come dicevo più su, in un giorno di pioggia accade qualcosa che potrebbe stravolgerle l'esistenza. Se lei vorrà.

Una sera, mentre è davanti al palazzo che non può fare a meno di contemplare, col sole o con le nuvole, si scontra accidentalmente con l'affascinante Massimiliano. 

Trentenne in carriera, restio a "mettere radici" e ad instaurare relazioni sentimentali durature, Massimiliano resta folgorato da quella ragazza dai capelli neri, gli occhi profondi e l'ombrellino azzurro.

Entrambi, a dire il vero, dopo aver scambiato qualche battuta - neanche troppo cortese - continuano a pensarsi... e qual è la loro sorpresa nel rivedersi nel negozio di Maddalena, apprendendo che lui lavorerà lì, assieme a Rebecca. 

Nonostante tutti e due sentano di avere un "cuore vagabondo", l'attrazione scatta immediatamente, anche se a placare i sensi ci pensano la ragione e il cuore, sempre sul chi va là.

Però Massimiliano è testardo e realizza di tenerci davvero a quella ragazza un po' schiva, diffidente, poco incline alle confidenze ma che - è evidente - ha un mondo di emozioni dentro che chiede di venir fuori, e cerca in tutti i modi di scavare nell'anima della sua "ragazza della pioggia" e di trovare le risposte ad alcune domande che, via via che si frequentano (e non solo per lavoro) emergono.

Massimiliano capisce che il palazzo in cui vive (è, infatti, in affitto in un appartamento dello stabile) è proprio quello davanti al quale si ferma costantemente Rebecca, che resta immobile e nostalgica sotto la sua finestra, di sera, per ragioni che ancora non sa. Quali sono?

E perché la ragazza, da quando è tornata, non ha avuto rapporti con la famiglia?

Cosa l'ha resa così eccessivamente cauta verso l'amore? Perché le è così difficile abbandonarsi ai sentimenti che i due nutrono l'uno verso l'altra?

Certo, anche Massimiliano ha le sue paure e anche lui deve decidere cosa vuole dalla vita, a cosa e a chi dare priorità, ma ciò che per lui conta di più è aiutare Rebecca a sbloccarsi e a realizzare che non ci sono solo lacrime nella pioggia, ma anche vita e speranza.

 

"...il destino aveva deciso di intrecciare le loro strade senza neppure chiedere il permesso. Il destino era come la pioggia. A volte, si dimenticava di dare segni premonitori e si abbatteva sulla vita delle persone come un temporale improvviso."


Il giovane tenterà di scoprire quali dolorose verità si annidino nell'animo solitario di Rebecca e per 
quale ragione ella odi la pioggia più di se stessa.
E chissà, magari grazie a quel misterioso appartamento al quale Rebecca è tanto legata e nelle cui stanze i due vivono con gioia ed entusiasmo il loro amore, il passato potrebbe riconciliarsi col presente, fugare ogni dubbio, rimorso, senso di colpa, vergogna e, proprio come accade al sole, che riappare dopo la pioggia, anche il futuro potrebbe finalmente trovare il suo posto e apparire più luminoso e pieno di speranza.

"Le stanze segrete della pioggia" è un romanzo che racconta una dolce storia d'amore, nata per caso ma che cresce piano piano, perché entrambi i protagonisti, malgrado le paure, le reticenze, i mille dubbi, sentono un gran bisogno di dare e ricevere amore, di avere una ragione vera per mettere le proprie radici, trovare una "casa" e non essere più delle anime raminghe, alla costante ricerca di una felicità che si diverte a farsi rincorrere.
Massimiliano è un giovane uomo che non si lascia scoraggiare dal carattere chiuso e guardingo di Rebecca, ma si sforza di farla sfogare, di ascoltarla e di aiutarla a liberarsi di ciò che la fa star male.
Lei, dal canto suo, è una donna sensibile, che però si è caricata, negli anni, di pesi troppo gravosi da portare, che finora l'hanno resa infelice e di cui deve essere pronta a liberarsi, se vuole darsi la possibilità di ricongiungersi con i propri cari e di provare a vivere il bello che la vita le vuol donare.

È una storia, quindi, d'amore certamente, ma anche di vicissitudini personali e famigliari che - come accade del resto anche nella vita reale - inevitabilmente segnano la vita di chi si ritrova ad affrontarle.
Una lettura romantica e senza dubbio piacevole, anche per la scrittura dell'autrice, che si riconferma sensibile e introspettiva nello scavare nell'interiore dei suoi personaggi. 

lunedì 27 giugno 2022

** RECENSIONE ** DOVE SEI, MONDO BELLO di Sally Rooney



Ci sono quattro amici... e no, non sono necessariamente al bar.
Volevano cambiare il mondo? Forse sì... o forse no. Magari è il mondo che vuol cambiare loro, chissà.
E mentre vivono e vagano per le strade di questo mondo che spesso sembra più brutto che bello, mentre ne avvertono tutta la sfibrante incertezza, ciascuno a modo suo continua a cercare di mettere insieme frammenti di sé, persi qua e là, e di provare ad aggiungere un pezzetto di bellezza, di felicità, di amore.


DOVE SEI, MONDO BELLO
di Sally Rooney



Ed. Einaudi
trad. M.Balmelli
312 pp
Il punto di partenza di questo romanzo è presto detto: ci sono due amiche del cuore, Eileen e Alice, che si scrivono fiumi di email in cui si raccontano le proprie vite, il lavoro, la famiglia, pensieri e considerazioni su argomenti filosofici, politici, esistenziali, religiosi, ma anche arte e cambiamenti climatici. Non mancano le condivisioni delle proprie storie d'amore.

Le due - che si conoscono dai tempi dell'università e che ora sono attorno ai trenta - si vogliono bene ma... si vedono poco.
Perché, come mai?, chiederete voi, abitano lontane?
Mah, neanche più di tanto, in una manciata di ore di volo sarebbero l'una a casa dell'altra.
Diciamo che procrastinano sempre il momento di vedersi, un po' per impegni lavorativi, un po' per altri "imprevisti" e, chissà, un po' per pigrizia.
Non giudichiamole troppo male però. Può succedere anche a noi. Avete presente quando ci si convince che certi rapporti siano capaci di andare oltre le distanze geografiche e la quantità di tempo trascorso insieme, perché ciò che conta è la consapevolezza che l'altro c'è ed è sempre presente, anche quando non lo vediamo spesso o non ci telefoniamo tutti i giorni? Ecco, magari è solo questo.

Per inciso: Eileen lavora come redattrice per una rivista letteraria che non vanta chissà quanti lettori, ed infatti la paga è da fame; ma vabbè, la ragazza s'accontenta, non ha grosse pretese.
Dal canto suo, Alice è una scrittrice di successo ed è molto impegnata con le presentazioni e le conferenze sui suoi libri, dei best-seller che l'hanno resa praticamente ricca.
Ma la ricchezza, si sa, non è sinonimo di felicità. Non sempre almeno.
Facciamo quasi mai, va'.

In seguito ad un esaurimento nervoso - per il quale ha dovuto ricoverarsi in ospedale per curarsi -, la nostra scrittrice ha deciso di lasciare New York e di prendere una casa in un zona di campagna, in Irlanda, vicino al mare. La sua è una quotidianità piuttosto solitaria e, fatta eccezione per i viaggi di lavoro, non ha una rilevante vita sociale.
Sarà per questo che bazzica su Tinder ed eccola in un bar di un paesino sulle coste dell’Atlantico mentre aspetta un uomo che ancora non conosce. 
Lui è Felix, è attraente e a questo primo incontro è un tantino impacciato (beh, comprensibile, no?), e forse è proprio l'imbarazzo che non lo rende simpaticissimo; non ama il proprio lavoro (sposta merci in un gelido magazzino) e non legge libri..., tanto meno quelli di Alice.

Questo primo incontro è un completo flop, eppure qualcosa dev'essere scattato se Alice lo invita ad accompagnarla nel suo prossimo tour promozionale a Roma e Felix - rassicurato sul fatto che non tirerà fuori un euro - accetta.

Frattanto a Dublino Eileen continua la sua vita, sistemando la punteggiatura di articoli non suoi per una rivista letteraria su cui un tempo ha pubblicato un unico pezzo degno di nota, e per il resto scorre le pagine social del suo ex e cerca di rimettere insieme i cocci di ambizioni e speranze dimezzate.

Entrambe le donne non hanno rapporti sereni con le proprie famiglie, con cui per loro è più facile entrare in conflitto (seguito dal silenzio per evitare discussioni) che relazionarsi in modo tranquillo; Eileen, in particolare, ha un legame difficile con sua sorella Lola: non fanno che stuzzicarsi, Lola è sempre pronta a dire qualche cattiveria all'altra, che vorrebbe essere difesa, almeno un po', dalla madre, la quale invece resta ai margini, facendosi i fatti propri.
Unica nota positiva - a parte la corrispondenza con Alice - è l'amico di sempre, Simon.

Simon è un punto di riferimento per Eileen; sono amici per la pelle dagli anni dell'adolescenza (di lei, lui è cinque anni più grande), ci sono sempre l'una per l'altro, si raccontano tutto, si consigliano, si sfogano, lui ha sempre una solida spalla da offrire all'amica quando lei ha bisogno di piangere (il contrario è molto  meno frequente, visto che Simon si sbottona poco) e, tra una relazione e l'altra, ogni tanto vanno a letto insieme.
Così, per amicizia, per affetto, per sentirsi meno soli, per addormentarsi e risvegliarsi tra braccia conosciute e rassicuranti.
Simon è un bell'uomo, è un consulente politico ed è sempre in giro; accomodante, sempre cortese, comprensivo, è cattolico e vive un cristianesimo tutto suo, fatto di preghiere, messe... e l'incapacità (?) di non resistere alle tentazioni, tipo quelle sessuali, tipo quelle con Eileen.

Quattro esistenze che sembrano fin troppo comuni (o forse lo sono davvero); nulla di particolarmente esaltante ma neppure da buttar via.
O no?

Eppure, qualcosa non va, e lo capiamo dalle lunghe e sincere email che le due donne si scambiano, in cui si fanno prendere da frenesie intellettualistiche e affrontano temi d'attualità - dal contrasto fra la società dei consumi e la miseria della moltitudine al crollo della civiltà nella tarda Età del bronzo, dalla perdita del senso del bello con l’avvento della plastica agli effetti corrosivi della fama sulla cultura - e in mezzo ci infilano le loro storie private, i dubbi, le speranze, ciò che le rende insoddisfatte, insicure. Infelici.

«Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?».

Il racconto in prima persona da parte delle due amiche si alterna a quello in terza persona delle esperienze e dei legami che entrambe vivono separatamente con i due uomini con cui hanno una relazione un po' ambigua, indefinita, sfuggente, e forse per questo più eccitante.

Alice e Felix si frequentano, si scrivono messaggi, hanno una relazione sessuale che rende appagati entrambi..., ma poi?
C'è amore? La prospettiva di una relazione stabile? Stanno insieme o sono solo "il tipo/la tipa che sto frequentando in questo periodo"?

I dubbi colgono pure Simon ed Eileen: lui frequenta addirittura un'altra donna ed Eileen non sa che pensare di questo. Che rapporto c'è tra loro? Amicizia sicuramente, la sintonia emotiva e fisica è perfetta, si conoscono benissimo e c'è molto affetto.
Ma anche qui: è amore?

In entrambe le coppie a un certo punto la fatidica domanda - dove finirà questa relazione? A cosa porterà? Si evolverà in qualcosa di stabile e definito oppure no? - diviene sempre più urgente.

Mentre leggiamo, impariamo a conoscere le personalità dei quattro personaggi e ognuno ci appare complicato a modo suo; si cercano, si vogliono, desiderano la reciproca compagnia, ma qualcosa li frena.
In un mondo dominato dall'incertezza, dalla sensazione di ineluttabile declino, in cui è facile sentirsi alienati, "intellettualmente senza patria", in cui la bruttezza sembra aver preso il predominio nella vita moderna, in cosa si può trovare senso, pace, stabilità, serenità?

Simon è così buono, quasi perfetto, inarrivabile, così pulito e saggio con le sue certezze di fede, così diverso da Felix, insoddisfatto del proprio brutto lavoro, franco ma spesso cinico e tagliente nelle sue battute ed osservazioni, in special modo verso Alice, la cui personalità così particolare e distante da lui lo attrae e lo mette, allo stesso tempo, in soggezione.

Se nelle email le due donne tirano fuori pensieri su argomenti vari e ci sembrano così ordinate e sicure, riflessive, sensibili e profonde, è nei momenti in cui le vediamo interagire con i due uomini (e, a un dato momento, tutti e quattro tra loro) che emergono insicurezze, contraddizioni, paure, interrogativi su sé stesse, su ciò che sono e vogliono e, su tutti, il dubbio di non saper vivere, di non riuscire a trovare la felicità, la pace, l'amore. E, chissà, di non meritare nessuna bellezza.

"Mi dico che voglio vivere una vita felice e che le circostanze per viverla non si sono semplicemente presentate. Ma se non fosse vero? Se fossi io che non riesco a concedermi di essere felice? Per paura, o perché preferisco crogiolarmi nell’autocommiserazione, o perché credo di non meritarmi niente di buono, o per qualche altra ragione. Ogni volta che mi capita qualcosa di bello mi ritrovo a pensare: chissà quanto durerà prima di finire male. E desidero quasi che il peggio arrivi presto, meglio prima che dopo, e se possibile subito, cosí almeno smetto di stare in ansia."


All'inizio ho fatto un po' di fatica a empatizzare con i quattro amici, e lo stile dell'Autrice non mi ha aiutato in questo, nel senso che mi sembrava narrasse le vicende di questi protagonisti in un modo troppo distante, poco coinvolgente.

Però questa sensazione di distacco emotivo è andata sfumando e poi sparendo quando sono "entrata nella storia" e i caratteri - pregi e difetti, incongruenze e punti di forza - delle due amiche e dei loro uomini hanno iniziato ad essermi più chiari; del resto, è così anche nella vita reale: quando conosciamo qualcuno, ci facciamo sì un'impressione iniziale ma è solo parlandoci e frequentandolo che iniziamo ad entrare in sintonia, a "inquadrarlo" e a decidere se ci piace o no.

Le relazioni amicali e amorose che si snodano di capitolo in capitolo, tra un'email e l'altra, sono lo specchio, in un certo senso, della disillusione, della frammentarietà e della mancanza di certezze che vigono nel mondo contemporaneo (tra problemi di ordine politico, climatico, sociale, ecc...), di come i desideri romantici di questa generazione alla deriva si scontrino con un mondo che sta crollando e sta facendo emergere, tra le altre cose, profonde disuguaglianze. Tra i quattro, infatti, avvertiamo anche questo aspetto: un'insoddisfazione, un'amarezza dovute alla propria condizione socio-economica. Tutti e quattro svolgono il proprio mestiere senza necessariamente ritenerlo meraviglioso e appagante a tutti gli effetti; forse l'unica che fa quello che vuole è Alice, ma anche lei giudica comunque il proprio lavoro "moralmente e politicamente inutile" e sente che parenti ed amici pensano di lei che sia ricca senza in realtà fare chissà quale grosso sforzo.

Il mio parere su questo romanzo della Rooney è sicuramente positivo; ha un linguaggio scorrevole, disinvolto, dialoghi efficaci e realistici, che - essendo privi di virgolette - si lasciano leggere come un flusso continuo, libero da interruzioni (dovute all'interpunzione).

Una lettura stimolante; voglio provare a leggere altro di questa scrittrice.


ALCUNE CITAZIONI

"Ho bisogno di sentire che la mia vita ha un qualche tipo di centro, un posto cui i miei pensieri possano fare ritorno e trovare requie."

"...mi sento davvero fallita, e per certi versi la mia vita è davvero insulsa, e le persone che si preoccupano di quello che mi accade sono pochissime. A volte trovare un senso è davvero dura, quando le cose che credevo significative si rivelano insignificanti e le persone che dovrebbero amarmi non mi amano."

"... certi dolori, a certi stadi formativi della vita, s’imprimono in modo permanente nella percezione di sé. "

"In realtà il mio problema è che me la prendo con gli altri perché non hanno le risposte quando sono la prima a non averne. E chi sono io per pretendere umiltà e apertura da parte degli altri? Cos’ho mai dato al mondo per pretendere cosí tanto in cambio? Potrei disintegrarmi in un mucchietto di polvere, per quel che importa al mondo, ed è giusto che sia cosí."

lunedì 13 giugno 2022

RECENSIONE: ** I GUARDIANI DEL FARO di Emma Stonex **

 

Ispirandosi a fatti realmente accaduti, Emma Stonex ha immaginato la vita di tre guardiani di un faro, la loro improvvisa sparizione, che nel tempo resterà un mistero, e come le loro compagne hanno cercato di andare avanti; vent'anni dopo uno scrittore proverà a far emergere la verità interrogando le donne dei tre scomparsi: sarà possibile scoprire cosa realmente è accaduto in quel maledetto faro? Dove sono finiti i tre uomini? Qualcuno ha fatto loro del male?


I GUARDIANI DEL FARO
di Emma Stonex


Ed. Mondadori
trad. M. Rossari
334 pp
Il primo guardiano Arthur Black, il primo assistente William “Bill” Walker e il secondo assistente Vincent Bourne, sono di guardia al faro dello Scoglio della Fanciulla, un isolotto remoto a miglia di distanza dalla costa, in Cornovaglia; verso la fine dell'anno 1972 una barca approda al faro per dare il cambio ai custodi. 

Ma di loro non c'è traccia.
Sono andati via? E come, con che mezzo?
Qualcuno è arrivato prima e ha fatto loro del male?

Le domande sorgono numerose ma di risposte non se ne trovano.
È tutto molto strano e misterioso sin da subito: la porta d’ingresso del faro è chiusa dall’interno; gli orologi in soggiorno e in cucina sono fermi alle 8,45; la tavola è preparata per un pasto che non è mai stato consumato. 

Ma soprattutto la torre è vuota. 
Dove sono i tre uomini?

A gettare ulteriori ombre su queste già non poche stranezze, ci pensa il registro meteorologico tenuto da Arthur, che descrive una tempesta che infuria intorno all’isola, il che è davvero bizzarro se si tiene conto del fatto che il cielo è stato sereno per tutta la settimana. 

Vent’anni dopo, le donne dei tre guardiani vivono sì le loro vite ma in realtà sono ancorate a quel passato che le ha segnate irrimediabilmente e dal quale non si sono mai riprese del tutto. È come se anche un pezzo di loro sia stato imprigionato tra le fredde mura di quel faro.
Andare avanti senza aver mai avuto risposta su ciò che è accaduto ai loro uomini non è stato facile; la Trident House (che aveva assunto e mandato i tre guardiani al faro) ha sempre garantito di aver fatto ricerche e indagini, ma senza risultato: quello che è successo a Bill, Arthur e Vince è destinato ad essere classificato come un vero e proprio mistero.
Le tre donne hanno ricevuto (e continuano a ricevere) un indennizzo a motivo della sparizione (e, si presume, della morte) dei loro cari, e se vogliono continuare a percepirlo sono caldamente raccomandate di non provare a riaprire il caso.

Helen, Jenny e Michelle non sono state unite da questa comune tragedia, anzi, si sono allontanate e ciascuna ha vissuto il proprio lutto a modo suo, provando comunque a rifarsi una vita, anche accanto ad altri uomini.

Helen, però, ha sempre scritto a Jenny, chiedendole di poterle parlare ma questa si è sempre rifiutata; ce l'ha con lei, le serba rancore e ne ha le ragioni. 

Ma ora che son passati venti anni, le tre si ritrovano a dover guardare di nuovo in quel buco nero che le aveva risucchiate nel '72 e a provare a mettere insieme i ricordi: un giorno, lo scrittore Dan Sharp le contatta in quanto è intenzionato a scrivere un libro su quel mistero irrisolto del faro e  per farlo vuole intervistare proprio le tre donne, dando loro la possibilità di raccontare la propria versione della storia, di tirar fuori memorie, sentimenti, segreti. 

Quando la Trident scopre che c'è un giovanotto che se ne va in giro a far domande, ricorda alle tre signore di non parlare con quello scrittore ficcanaso che vuol solo raccogliere materiale per il suo nuovo libro, perché l'azienda non è assolutamente d'accordo e non collaborerà in alcun modo.

La narrazione si svolge su due piani temporali: il 1972 e il 1992.

Nel primo, il lettore può "ascoltare" le voci dei tre guardiani, conoscendone il carattere, il temperamento, e apprendendo anche il tipo di vita e di quotidianità che caratterizza il periodo al faro.

Mi sono immaginata come dovesse essere e, diversamente da ciò che potrebbe sembrare a uno sguardo esterno e lontano, è chiaro che ci fosse ben poco di romantico nel trascorrere lunghi periodi chiusi in una torre, con poco spazio a disposizione, con sempre lo stesso cibo razionato (senza tv, senza Internet, senza smartphone: ce la immaginiamo una vita così isolata e fuori dal mondo?), con molte ore vuote e silenziose da riempire, con la consapevolezza di essere circondati da distese d'acqua salata e di dover restare lì fino al prossimo cambio.
Il lavoro di guardiano del faro è solitario, ti pone davanti alla tua capacità di saper stare sia da solo che a stretto contatto con quei pochi colleghi, che - si spera - siano persone con cui è facile andare d'accordo, altrimenti diventa un inferno.

Chi sceglie la vita al faro? Che tipo di uomo? Perché l'hanno scelta Arthur, Bill e Vince?

Arthur è un guardiano nato, sta bene solo quando è in un faro, tant'è che nei giorni in cui può tornare a casa, sembra quasi un'ombra che girovaga per le stanze e sua moglie Helen lo vede, lo percepisce chiaramente e sente il taciturno marito sempre più distante da lei.
Nel prosieguo della lettura apprenderemo due motivazioni che hanno contribuito ad allontanare i due coniugi, e una di queste avrà anche un peso nel rapporto tra  Helen e un'altra moglie, Jenny.
Arthur è una roccia, un punto di riferimento per gli assistenti perché ha tanti anni d'esperienza come primo guardiano, sa cosa fare in ogni situazione e di lui ci si può fidare.
Ma Arthur è comunque solo un uomo ed è pure un uomo solo, che si sente alienato dagli altri, il cui cuore e la cui mente sono occupati da fantasmi, da ricordi e perdite dolorose mai superate. E i fantasmi, si sa, esistono per seguire passo passo chi li ha, per tormentarlo attraverso voci e sussurri che non sempre è facile capire se siano reali o immaginari, se siano magari frutto della propria mente fragile che fa scherzi.
E quando poi, per caso, l'uomo fa una sgradevole scoperta su Bill (qualcosa che lo tocca da vicino...), la ragionevolezza e la calma che hanno sempre contraddistinto Arthur rischiano di naufragare in un mare di dubbi e risentimenti.

Bill non ha mai amato il mestiere di guardiano, ma è finito per imbarcarsi in questa professione perché è sempre stata una tradizione di famiglia; è sposato con Jenny, hanno dei figli ma qualcosa ha cominciato a spezzarsi tra loro; in particolare, Bill si sente attratto da una donna sposata..., che è la moglie non di una persona qualsiasi.
Questo sentimento potrebbe costare caro e avere delle conseguenze, ma a Bill sembra non importare.

Vince è il più giovane fra i tre e non ha alcuna esperienza di fari; ha scelto questo lavoro perché è isolato e lui aveva urgenza e bisogno di allontanarsi dal mondo per un po'.
È fidanzato con Michelle, si amano e con lei Vince sogna di poter dare un nuovo indirizzo alla propria esistenza; sì, perché fino a quel momento ha commesso non pochi errori e si è fatto la nomea di essere un ragazzaccio, un delinquente. Ma Vince vorrebbe solo rifarsi una vita e spera che nessuno che ce l'ha con lui sbuchi all'improvviso dal suo turbolento passato per fargli del male...!

Tre guardiani, tre uomini diversi per temperamento, esperienze di vita, obiettivi; tre esistenze ciascuna con i suoi segreti, le sue paure nascoste e i suoi lati più oscuri.

Il racconto del 1972 si alterna, dunque, con il 1992, in cui conosciamo Helen, Jenny e Michelle, le vediamo impegnate ognuna con la propria vita: Helen è quella che ci appare più sola (non ha figli) ma anche la più determinata a parlare con Sharp e a raccontargli tutto, e vorrebbe che anche le altre due cogliessero al volo questa occasione: non vogliono sapere cosa è successo ai loro cari? Se anche scavare significasse fare emergere scheletri e segreti, potrebbe comunque volerne la pena, no? Significherebbe metterci definitivamente una pietra sopra!

A distanza di tanto tempo, il cuore di Michelle è rimasto legato all'amore per Vince, a quel suo ragazzo su cui si è cercato di addossare la colpa della sparizione dei tre solo in virtù del suo passato in prigione.
Ma bastano i pregiudizi per infangare la memoria di un uomo che cercava di ricostruirsi una vita?

Jenny ha figli ormai adulti ma non s'è mai del tutto ripresa dalla scomparsa di Bill, e ha i suoi buoni motivi per non voler assecondare Helen né tanto meno per parlare con quello scrittore.

Ma solo avendo il coraggio di affrontare la verità sarà possibile arrivare, se non a chiarire esattamente cosa è successo, almeno a zittire la voce di quel mare e di quel faro che si son portati via tre amori, tre speranze di futuro, e non li ha più restituiti.

È un romanzo che ha un che di ipnotico e che, nel complesso, è riuscito a tener viva una certa suspense in quanto per tutto il libro mi son chiesta: "Ma quindi che è successo?", e già solo questa domanda bastava a farmi andare avanti nella lettura.
Per la maggior parte, la narrazione procede, più che attraverso molti dialoghi, come un racconto personale e privato da parte dei vari personaggi, i cui punti di vista si alternano dandoci ciascuno il proprio contributo per capire cosa sia successo nel 1972 e dopo.

A noi lettori verrà raccontato cosa è accaduto realmente; lo scopriranno anche lo scrittore e le mogli?
Una cosa è certa: chi è rimasto, e ha a lungo pianto chi non c'è più, non necessariamente deve ottenere la risposta certa ad ogni domanda per raggiungere la propria pace interiore. Spesso ciò che conta, e che è in nostro potere, è accettare anche quello che non sappiamo spiegare.

Il ritmo non è veloce o incalzante, tutt'altro, proprio per la presenza di molte sequenze riflessive e descrittive (ad es. in riferimento alla vita dei tre custodi nel faro), ma è interessante il profilo psicologico che emerge dei sei personaggi, le loro solitudini, le ossessioni, la sottile linea che separa (e confonde) realtà e illusione, l'amore e il dolore, e l'Autrice ha avuto sensibilità e cura nell'esplorare il modo in cui le paure più profonde e inconfessate offuschino il confine tra il reale e l’immaginario.


Concludendo, quindi, a parte il ritmo narrativo un po' lento  in certi passaggi, il romanzo merita per diversi aspetti: l'argomento della vita nel faro (sempre affascinante) e, di conseguenza, l'ambientazione molto ben descritta (ci sembra di essere lì, in quelle stanzette piccole, di sentire l'odore del mare, di percepire il rumore delle onde, di avvistare una lucina o un'ombra in lontananza...: o forse è soltanto suggestione?), l'abilità della Stonex di solleticare, quindi, il lettore fornendogli dettagli che vanno oltre il razionale (quasi da horror, ma prendete l'accostamento con le pinze, eh) e sfociano nelle allucinazioni, l'aspetto psicologico, la scrittura corposa e solida, che sa trascinare il lettore in un piccolo mondo claustrofobico e inquietante.

Consigliato. 


venerdì 18 febbraio 2022

[[ RECENSIONE ]] IL GELSO ROSSO di Gennaro Maria Guaccio



La storia di Rosa è la storia di una donna la cui esistenza ha preso strade sempre diverse, imprevedibili, che l'hanno allontanata da casa per poi portarla, come a chiudere un cerchio, sempre lì, sotto il suo amato gelso rosso, silenzioso e rassicurante testimone di cambiamenti, di scelte fatte, di conquiste ed errori, dell'innocenza di una ragazzina piena di sogni, di una donna combattiva, desiderosa di libertà ed indipendenza, dei suoi ideali, dei tradimenti e degli amori che ne sono seguiti.



IL GELSO ROSSO
di Gennaro Maria Guaccio



LFA Publisher
220 pp
"...la vita è come un ponte che va attraversato ma importante è non pensare di edificarvi sopra la propria dimora perché, verosimilmente, il nostro mondo, l’anima del mondo e l’essere di ogni singolo uomo hanno un anelito che va ben oltre questa vita."

Rosa Alfano è nata durante il secondo conflitto mondiale a Trocchia (NA), un paesino di gente semplice, che lavora per lo più i campi; porta il nome di sua nonna Rosina, alla quale è molto affezionata.
Papà Giuseppe è socialista e sin da ragazzina Rosa è cresciuta ascoltando i "sermoni" dello zio Giorgio, attivista della locale sezione del PCI e che si è preoccupato di stimolare l'intelligenza di Rosa consigliandole i libri da leggere e assicurandosi che studiasse, perché la cultura è un'arma importante per essere persone libere, che conoscono i propri diritti e sanno rivendicarli.

Rosa è una ragazzina intelligente, curiosa, sveglia, è un'avida lettrice e cresce tra i lavori in campagna e a casa, e la scuola; sin da bambina sogna di diventare maestra e si impegna nello studio per poter realizzare, un domani, il suo desiderio.

Da adolescente vive la sua bella storia d'amore con Antonio, un giovanotto che lavora come fabbro nella bottega paterna e che, al contrario della fidanzatina, non ama lo studio ma è in compenso un gran lavoratore e un ragazzo onesto.

Rosa cresce in un contesto vivace, abbastanza sereno (le preoccupazioni vengono più che altro dal rapporto con i signori e padroni di quella terra di cui i suoi famigliari sono fittavoli), coccolata dai comprensivi genitori, apprezzata dagli insegnanti per i suoi buoni risultati a scuola, amata dal bell'Antonio - focoso e pieno di passione - e influenzata, dal punto di vista della coscienza sociale, dal parroco di paese, don Serafino (socialista), e dal già citato zio Giorgio Micillo, che ne riconosce il carattere deciso, la mente aperta e perspicace, e la prende tanto a cuore da aiutarla a formarsi sul piano sociale e politico.

Dopo aver conseguito la maturità magistrale, Rosa incomincia a lavorare come maestra, proprio come aveva sempre sognato; il suo rapporto con Antonio cresce, viene ufficializzato e si arriva al matrimonio.

Intanto la ragazza si interessa sempre di più al socialismo, tiene discorsi pieni di fervore alla gente del paese, a questi lavoratori che devono maturare ciascuno una coscienza sociale per potersi ribellare ai ricchi proprietari terrieri che vogliono dominarli e tenerli schiavi.
Siamo tutti cittadini del mondo, grida Rosa con vigore, "La mia patria è dovunque ci sia libertà".

"...se avessimo già potuto realizzare un’onesta società socialista, (...) ognuno avrebbe il suo legittimo posto nella società, perché ognuno ha il diritto e il dovere di fare qualcosa per tutti gli altri. Il lavoro è un diritto e un dovere di tutti."

La vita di Rosa procede all'ombra del maestoso gelso, che se da una parte è il simbolo di una vita attaccata profondamente alle proprie radici, alla propria terra, alla propria gente, dall'altra a una donna come la protagonista - che ha un fuoco dentro indomabile e una voglia di vivere lasciando il proprio segno in questo mondo -  esso ricorda un modo di vivere sì tranquillo e rassicurante, ma anche per questo sempre uguale a se stesso,  immobile, scevro di stimoli e di occasione di crescita.

Il desiderio di essere una donna indipendente la porterà lontana da Antonio, dai genitori, dal suo lavoro di maestra, dal partito, con cui entrerà ben presto in contrasto perché a suo avviso le idee dei compagni nel Sud Italia "si sono troppo uniformate ai sistemi statalisti e tendono a imborghesirsi", col rischio di acquisire quel carattere arrogante e dominante tanto criticato in chi governava prima.

Va, quindi, a Parigi e lì la sua vita prende una piega diversa da quella vissuta fino a quel momento a Pollena Trocchia; del resto, il contrasto tra la piccola comunità agricola, contadina, in cui tutti conoscono tutti, in cui i ruoli uomo-donna sono già definiti, e le esperienze francesi (in particolare, viene in contatto con un gruppo di giovani rivoluzionari, uno su tutti Daniel Cohn-Bendit, sostenitore di ideologie marxiste, anarchiche e della libertà sessuale), che sicuramente serviranno a Rosa per diventare la donna eclettica e determinata che è, è abissale.
A Parigi si farà degli amici e avrà le sue relazioni amorose, fino a quando una serie di difficili circostanze non la indurrà a tornare a casa, al suo gelso rosso...

La storia di Rosa Alfano ci scorre davanti agli occhi in un alternarsi di passato e presente; il racconto della sua infanzia/giovinezza, la scuola, l'amore con e per Antonio, il suo avviarsi verso il mondo della politica attraverso le presenze maschili più importanti (il padre, il prete e lo zio), è intervallato dal presente, narrato sotto forma di pagine di diario (che lascerà nella mani di don Serafino), in cui la donna racconta il suo presente (con le sue difficoltà) e ricorda ciò che è stato.

Al centro di questo romanzo c'è questo personaggio femminile principale dalla forte personalità, che si staglia sullo sfondo di una comunità contadina, fatta di gente che trascorre praticamente tutta la vita con la schiena piegata dalla fatica, che tramanda il mestiere di padre in figlio, che deve vedersela con i capricci egoistici dei ricchi proprietari delle terre in cui loro lavorano dalla mattina alla sera; padri che sperano - forse non tutti, ma qualcuno sì - che almeno i propri figlioli riescano a fare strada grazie alla scuola; Giuseppe Alfano è uno di questi, convinto del potere dell'istruzione e che studiare serva per migliorare il mondo, per dare speranza alla gente povera e semplice, che ha le mani sporche di terra (la terra dei ricchi), le saccocce vuote... e il cuore pieno di dignità.
L'autore ci descrive un tipo di società con un regime economico principalmente agricolo, dove la quasi totalità della terra appartiene a pochi, e questo non può che generare povertà nella grande maggioranza della popolazione.

Interessante anche il periodo francese, che permetterà a Rosa di confrontarsi con un contesto fin troppo aperto, anche per una donna come lei che desidera liberarsi della mentalità ristretta e "paesana" da cui proviene. Ma tutta questa presunta libertà - di vivere, amare, fare il lavoro che si vuole - le porterà la felicità?

"...io sono stata libera di fare cose che quelli nati dove sono nata io non hanno potuto fare. (...) Ho agito con passione, questo sì. Ho agito come me la sentivo, tuttavia con coraggio e con rettitudine, ritengo. Anche quando ho amato, ho trovato la ragione di amare e di essere fedele a chi amavo. Ho goduto della libertà di amare quando volevo amare."

Sin dai suoi inizi nel partito PCI, Rosa non potrà mai evitare anche un altro confronto/scontro: quello tra il proprio pensiero politico e sociale con le verità insegnate dalla religione cristiana, e per quanto ella cercherà nel tempo di sentirsi slegata da dogmi e precetti cattolici, arriverà il momento in cui dovrà fare i conti anche con la fede, arrivando a non sentirla più come qualcosa di lontano e di esterno a se stessa ma, al contrario, di profondamente intimo e autentico.

È un romanzo di formazione ad ampio raggio e infatti seguiamo l'evoluzione e  la maturazione dell'energica protagonista sotto tutti gli aspetti: fisico, sentimentale, socio-politico, spirituale; la sua vita è costellata di decisioni coraggiose e di delusioni, di imprevisti belli e brutti, di incontri con persone che l'aiuteranno - in positivo o in negativo - a crescere, a diventare una donna consapevole di se stessa e di ciò che davvero alla fine conta per lei.
Una donna con più di una ferita nel cuore (e non solo), ma che s'è lasciata coraggiosamente guidare dalla propria fame di vivere, conoscere, conquistare, consapevole di come ciascuno di noi debba dare il proprio contributo in questo mondo in cui vive e di cui fa parte.

Una lettura stimolante ed interessante per contesto storico, tematiche affrontate e per le dinamiche che si sviluppano attorno alla protagonista.

giovedì 3 febbraio 2022

Recensione: "Amore e amicizia" di Jane Austen



Amore e amicizia (Love and Freindship) è una breve novella in forma epistolare di Jane Austen scritta nel 1790 e facente parte degli scritti giovanili, i cosiddetti Juvenilia, risalenti al periodo 1787 - 1793, quando cioè l'autrice era davvero molto giovane (dodici-diciotto anni).
 
166 pp
Si tratta di un racconto composto da una serie di lettere che una giovane, Laura, invia alla figlia della sua migliore amica, Marianne, raccontandole le proprie (dis)avventure dopo essersi sposata con un giovanotto, Edward, il quale l'ha portata via da casa dei suoi genitori e da quel momento si sono susseguite vicende bizzarre, disgrazie, incontri con vari personaggi altrettanto strani e molti svenimenti.

Laura ha un modo tutto suo di parlare di sé e delle persone che le stanno simpatiche o di quelle che disprezza; se delle prime sottolinea la grazia e la sensibilità, delle seconde la grettezza e la pochezza nei sentimenti.
Lei e Edward si sposano senza la benedizione del padre di lui, che lo avrebbe voluto unito ad una donna di ben altro "partito", e non con una ragazzetta senza dote.
Ma Laura e il marito paiono vivere alla giornata e disprezzano il vil danaro; diventano amici di un'altra coppia, Augustus e Sophia, ma pure questi due amici non hanno molto sale in zucca: nessuno che pensi a come portare la pagnotta a casa, l'unica cosa che conta è spendere e spandere i pochi quattrini che hanno, e quando finiscono... si cerca il modo di recuperare qualche sterlina, in un modo o nell'altro.
Quando poi accade una doppia tragedia nella vita delle due amiche, già avvezze per indole a svenire, lamentarsi e sospirare l'una nelle braccia dell'altra per ogni minimo problema, le due passano un po' di tempo languidamente svenute per poi reagire e cercare di tirare avanti trovando qualcuno a cui spillare soldini.

Il racconto è spassoso, simpatico, romantico sì ma in senso ironico, in quanto la 14enne Jane ci descrive le sue donne attraverso le emozioni amorose da loro vissute, che loro stesse raccontano con toni forti e ferventi, dimenticando ogni traccia di buon senso ma generando situazioni così scioccamente assurde da far sorridere il lettore: donne che perdono i sensi come se niente fosse, che si abbracciano e si raccontano segreti dopo due secondi di conoscenza, che giudicano gli altri con criteri superficiali e poco intelligenti, che si comportano in modo frivolo e senza alcuna lungimiranza.

È un romanticismo portato all'estremo, volutamente stucchevole e zuccheroso, che fa il verso a questi protagonisti dalla personalità mediocre, prendendoli un po' in giro; mediocrità che emerge soprattutto quando passano per difficoltà e disgrazie, che li vedono sempre staccati dalla realtà, sciocchi e vanesi, e mai maturi e saggi.

Tra queste pagine ritroviamo la vivace fantasia di una scrittrice-ragazzina che si diletta a giocare con i propri personaggi con un'ironia e un gusto per la parodia che matureranno e confluiranno nei cosiddetti "romanzi canonici".

Breve ma delizioso; una Jane in erba -  non ancora la nostra "zia", quella di Liz Bennet - ma che già manifestava la propria intelligenza e finezza nel catturare con amabile humor certi tratti, modi di fare, contraddizioni ecc... della società del suo tempo.

sabato 22 gennaio 2022

Recensione: LA RAGAZZA DEL SOLE di Lucinda Riley (Le Sette Sorelle #6)



È giovane, bella, ricca, inseguita dai paparazzi: Electra D'Aplièse è una top model di successo, ma la fama e il danaro non sono tutto nella vita, e per quanto questo possa sembrare il più famoso tra i cliché, contiene la sua inconfutabile verità. Ed Electra ne è un esempio: a ventisei anni è infelice, arrabbiata col mondo e soprattutto, nonostante sia ammirata ed invidiata, non è libera, ma schiava. 
Schiava della droga e dell'alcool, i suoi più fedeli amici, che la stanno distruggendo nel corpo e nell'anima. 
Ma, dopo aver toccato il fondo, si può solo risalire e quando la ragazza decide finalmente di conoscere gli indizi che Pa' Salt le ha lasciato per trovare le sue radici e la sua famiglia, scoprirà che "la storia delle nostre origini è il tappeto su cui poggiamo i piedi e che ci permette di volare": e allora sarà pronta a spiccare il volo e a non sentirsi più "la sorella perduta delle Pleiadi".


Ecco i libri che compongono questa che, per me, è una serie bellissima:

"Le Sette Sorelle":

1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole
7. La sorella perduta (trama)
8. Atlas. The story of Pa' Salt (uscita prevista per ottobre 2022)



LA RAGAZZA DEL SOLE 
di Lucinda Riley



Ed. Giunti
672 pp

"Pa' se n'era andato – proprio come chiunque amato in vita mia – quindi non restava che tirare avanti. Non avevo bisogno di lui. Non avevo bisogno di nessuno...".


Come per le cinque sorelle maggiori, anche per la giovane Electra D'Aplièse apprendere della morte del padre adottivo è motivo di grande sconvolgimento e dolore.
Ma la ragazza non vuole ammetterlo né alla psicologa che la segue né tantomeno a se stessa; in fondo, suo padre non aveva alcuna ragione per essere davvero orgoglioso di lei, anzi, quasi sicuramente ne disapprovava lo stile di vita ed è morto amareggiato nel sapere che la più piccola delle sue figlie è una tossica ed alcolista.

Eppure alla donna non manca davvero nulla per essere felice ed appagata: vive in un fantastico appartamento a New York, il suo lavoro di top model famosa, richiestissima dalle case di moda - che adorano la sua pelle d'ebano, il suo viso bellissimo e il suo corpo longilineo su cui gli abiti costosissimi fanno una gran bella figura - le permette di avere un tenore di vita invidiabile, di poter soddisfare ogni capriccio, anche se poi in realtà lei ne ha soltanto due, che sono anche la sua ossessione e la sua rovina: cocaina e vodka.
Piste quotidiane di coca e fiumi di vodka, ad ogni ora, in ogni momento della giornata, ingollata come fosse acqua fresca.

Sotto la facciata di apparente soddisfazione e benessere, c'è una Electra fragile, ferita, che si sente sola e da sola non ce la fa a riprendere il controllo, da troppo tempo instabile, sulla propria vita; ovviamente il suo stato emotivo viene ulteriormente scosso dalla morte di Pa' Salt e dai sensi di colpa nutriti verso di lui.

"...cercai le Sette Sorelle, le trovai e cominciai a contarle. Ne individuai sei, la settima riuscivo a vederla solo di rado. Una volta Pa' mi aveva spiegato che in alcune culture Electra – cioè io – era considerata la sorella perduta delle Pleiadi. (...) in effetti mi ero sempre sentita la sorella perduta fra noi sei. Anche se Pa’ non era mai riuscito a trovare la settima."

Certo, non è davvero sola: sul lavoro è circondata da tante persone che cercano di rispondere alle sue esigenze e di mettere ordine nelle sue frenetiche giornate; in particolare, per Electra è fondamentale la sua assistente personale, e quando a farsi avanti è una certa Mariam, la ragazza scopre in lei non solo un fidato supporto professionale, ma anche un'amica leale, sincera, empatica.
In fondo, è di questo che tutti abbiamo bisogno per sentirci meno soli: un amico che ti ascolta, ti comprende e non ti giudica, ma ti aiuta a mettere un po' di ordine dentro e fuori di te.
Per quanto riguarda il rapporto con le sorelle, Electra ha sempre sofferto una sorta di inferiorità rispetto a loro, le quali, in un modo o nell'altro, hanno reso orgoglioso il padre e Ma', e attualmente hanno tutte trovato la loro strada, soprattutto dopo aver indagato sulle proprie origini.
Non sarà arrivato anche per lei questo momento?

Intanto, la dipendenza da alcool e stupefacenti la getta in un incubo, da cui però Electra è intenzionata ad uscire e, grazie alla propria forza di volontà e agli incoraggiamenti di Mariam, decide di prendersi cura di se stessa e di ricoverarsi in una clinica di disintossicazione; l'esperienza diventa fondamentale, grazie al supporto psicologico e all'incontro di alcune persone che diventeranno per lei importanti: le sue compagne di stanza, Lizzie (allegra e ottimista, nonostante i problemi personali) e Vanessa (giovanissima ma con un'esistenza difficilissima alle spalle) e infine l'avvocato nero Miles, un uomo gentile, comprensivo, diretto, dal grande cuore... e anche affascinante, il che non guasta!

Proprio quando è impegnata in questa battaglia personale, Electra riceve una lettera da una perfetta sconosciuta che afferma di essere sua nonna: Stella Jackson, una signora nera, che le somiglia molto, bella ed elegante a dispetto degli anni; ella dice di aver conosciuto Pa' e di avere una storia da raccontarle, per aiutarla a riscoprire se stessa sotto una nuova luce: quella del passato, necessaria per comprendere, accettare e costruire il presente ed il futuro. 

Stella comincia a raccontare e, insieme ad Electra, il lettore viene catapultato nel 1939, sempre a New York, dove conosce Cecily Huntley-Morgan, una giovane ragazza di buona famiglia a cui è stato spezzato il cuore per ben due volte; ferita e triste, la ragazza accetta l'invito dell'eccentrica madrina e amica di famiglia, Kiki, e si trasferisce in Kenya, convinta di trascorrerci qualche settimana per poi tornare a casa.

Ma nella soleggiata e meravigliosa Africa, con i suoi tramonti unici, il contatto quotidiano con la natura rigogliosa, la vista di animali imponenti e maestosi (e pericolosi...!) a un passo da lei, in compagnia della sua madrina (membro del famigerato gruppo Happy Valley), sulle rive del bellissimo lago Naivasha, Cecily ci resterà per diversi anni, lontana dalla sua famiglia e impossibilitata a raggiungerla per via dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Il soggiorno africano viene turbato da un imprevisto che rischia di mettere Cecily nei guai, ma il destino le fa incontrare Bill Forsythe, un famoso scapolo e allevatore di bestiame che ha stretti legami con l'orgogliosa tribù Maasai; la sua vita si incrocia quindi con quella di questo brav'uomo e, grazie ai suoi stretti rapporti con le tribù locali, Cecily conosce una giovane principessa, che aspetta un bambino: a lei fa una promessa che cambierà il corso della sua vita per sempre.

Il racconto della vita avventurosa di Cecily negli anni '40 in Kenya appassiona Electra, che piano piano capisce in che modo le proprie origini africane siano collegate a questa ragazza bianca americana.
E conoscere quali tipi di donne abbiano costellato quel passato che poi ha portato alla sua nascita - seppure in circostanze dolorosamente drammatiche - è per lei motivo di orgoglio e di incoraggiamento a non essere da meno: donne che - bianche o nere che fossero - hanno preso in mano la propria vita, facendo scelte anticonvenzionali pur di provare ad essere felici e fedeli ai propri principi e valori; donne che non hanno lasciato che la Storia le toccasse di sfuggita, ma che hanno fatto di tutto per ritagliarsi il proprio spazio in una società purtroppo piena di pregiudizi di vario genere, in primis quelli razziali nei confronti delle persone di colore.

E lei, la ricca e bella modella nera, può "usare" la propria lotta contro droga e alcool per inaugurare un nuovo capitolo della propria esistenza, facendo sì che il racconto dei suoi tanti sbagli e delle debolezze  che hanno la meglio su di lei per troppo tempo, sia di aiuto per i ragazzi nelle sue stesse difficoltà?


Considerazioni.

Leggere il sesto capitolo della saga è stata un'avventura bellissima, piena di emozioni, perché le donne protagoniste di entrambi i filoni narrativi (Electra nel 2008 e Cecily negli anni '40) sono delineate in tutta la loro sfaccettata personalità, nelle loro molteplici insicurezze e fragilità, ma anche nei loro punti di forza, nella loro resilienza, nella capacità e volontà di non arrendersi bensì di battersi per loro stesse e per chi amano.
Mi è piaciuta la doppia ambientazione, newyorchese ed africana, e ciascuna mi ha donato qualcosa.
La prima ha messo in risalto problematiche importanti, quali la droga, l'alcolismo, l'apartheid nei confronti delle comunità nere e l'impegno da parte di tanti attivisti per difendere i legittimi diritti delle persone di colore, oggetto di vergognose discriminazioni.
La seconda mi ha fatto provare per un po', con l'immaginazione, il fascino irresistibile di una terra esotica, le sue risorse naturali, le tribù dei nativi - con i loro costumi, lingua e tradizioni -, la sua flora e fauna... e i suoi problemi, di tipo politico, sociale, culturale, sanitario, legati in particolare alla colonizzazione da parte dell'uomo bianco.

La ragazza del sole esplora la forza dell'amore e la sua capacità di attraversare confini apparentemente invalicabili, di abbattere pregiudizi e convenzioni sociali; il desiderio di rinascere dalle proprie ceneri, la forza di chiedere aiuto quando si è a terra, la bellezza di poter aiutare gli altri con i propri mezzi e nel proprio piccolo.

Concludo dicendo che ogni volta la penna di Lucinda mi rapisce, coinvolge, emoziona, incastrando sapientemente la finzione narrativa (intricata, piena di imprevisti, cosparsa di piccoli e misteriosi interrogativi in merito alla figura sfuggente di Pa' Salt e a quella della settima sorella) con fatti o personaggi realmente accaduti/esistiti, che stuzzicano sempre il mio interesse e mi inducono a fare ricerche personali per saperne di più.



Qualche citazione: 

«Tesoro, non devi dire “un giorno”. L'unico tempo a nostra disposizione è questo preciso istante...»

"Siamo tutti come profughi, privi di radici e di un luogo di appartenenza."

"...in realtà siamo tutti isolati. Ed è un peccato, perché ci ritroviamo sempre soli davanti ai nostri problemi."

«Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.»

"Fa’ tutto il possibile per rendere felice te stessa e le persone che ami, perché in un batter d’occhio la tua vita e la loro saranno passate. Non perdere nemmeno un istante, Cecily, capito? Scopri chi e che cosa conta davvero per te e non lasciartelo sfuggire a nessun costo. Me lo prometti?"

"La vita si può capire solo all’indietro, ma va vissuta in avanti."

giovedì 16 settembre 2021

Recensione: "Il diritto di vivere. La voce di Angela" di Imma Pontecorvo



A quattordici anni si hanno tanti sogni ed è giusto che sia così; ma quando un evento imprevisto e terribile rischia di far crollare tutti quei sogni gelosamente custoditi dentro di sé, la vita può diventare di colpo un incubo da cui ci si vorrebbe svegliare.
È ciò che succede alla giovanissima Angela, che si trova a vivere una prova troppo grande per lei, ma non la vivrà da sola: accanto ha una famiglia e delle amiche che la amano e le daranno tutto il supporto e l'affetto di cui ha bisogno per capire che un futuro pieno di sogni da realizzare è ancora lì per lei.



 "Il diritto di vivere. La voce di Angela" 
di Imma Pontecorvo


145 pp
Angela ha quattordici anni ed è una ragazzina piena di vita, con grandi progetti ed ambizioni; ama cavalcare e sogna di poterlo fare a livello agonistico.
Ma in un brutto sabato pomeriggio la sua vita cambia drasticamente e, a causa di una caduta da cavallo, si ritrova su una sedia a rotelle. 
Esmeralda: questo è il nome che decide di dare alla sua compagna a due ruote, consapevole di come essa ormai farà parte della propria quotidianità, che lo voglia o meno.

Come si reagisce ad una condizione tanto traumatica?

La madre Luciana, all'inizio, non riesce ad accettare le conseguenze di quell'incidente: possibile che la sua bambina abbia definitivamente perso l'uso delle gambe?

Suo padre è forse colui che, pur soffrendo ugualmente tanto, più di tutti cerca di avere un atteggiamento positivo, di reagire in modo da sostenere moralmente tutti, dalla moglie a, soprattutto, la figlia, che è così giovane e già la vita ha costretto ad una prova così grossa e dolorosa.
Anche il fratellino, dopo lo sconvolgimento iniziale, cerca in tutti i modi di far sentire la propria vicinanza e il proprio amore alla sorella maggiore.

Ma nonostante tutti si sforzino di incoraggiarla, per la ragazzina è tutt'altro che facile: ritrovarsi di colpo sulla sedia a rotelle, costretta a dipendere dagli altri, a dire addio a cose normalissime, come correre, fare una passeggiata dove e quando vuole con le amiche Ilaria e Giada, andare alle feste, al mare...: per lei, ormai, tutto questo è praticamente precluso, perché se anche volesse provare ad avere una vita sociale, farlo in carrozzina non è la stessa cosa che reggersi sulle proprie gambe in piena autonomia! 
Angela si sente in trappola in un corpo che è suo, certo, ma sul quale non ha più il pieno controllo: non potrà più camminare, questa è la verità, che le piaccia o no, ed è una condizione che la rende per forza diversa dai suoi coetanei.

Tornare a scuola è il primo ostacolo da superare: Angela teme gli sguardi dei compagni, pieni di compassione, imbarazzo o, peggio, di scherno (sui volti di alcuni, decisamente immaturi e stupidini).
Ma i problemi non sono solo quelli: la sua scuola, purtroppo, non è attrezzata per accogliere persone con disabilità, e presto la povera Angela si renderà conto che sono tanti, troppi, i contesti di vita in cui  le barriere architettoniche impediscono l'accesso a una persona in carrozzina, limitando di fatto la sua libertà e condizionando la scelta dei posti da frequentare.

La consapevolezza di non poter accompagnare le proprie migliori amiche ovunque, rattrista molto Angela, che spesso rifiuta gli inviti sinceri ed entusiastici di Ilaria e Giada, e si rassegna a starsene chiusa in cameretta, annegando in un mare di tristezza e non riuscendo a vedere prospettive future positive...

Ma la sua famiglia e le sue amiche non si arrendono e continueranno a spronarla ad uscire, a stare con gli altri, a continuare ad essere la ragazza solare e ottimista che è sempre stata e che sicuramente è ancora, nonostante i tanti disagi incontrati (e che ancora ci saranno).

I mesi passano, Angela si butta nello studio, passa a pieni voti l'esame di terza media e si iscrive al Liceo Classico, insieme alle sue due affezionatissime amiche, che non la mollano un attimo. 

Non sarà semplice e ogni nuovo giorno porterà con sé una piccola battaglia da affrontare, ma Angela imparerà a lottare, dimostrando tenacia e forza d'animo. 
A distanza di un paio di anni dall'incidente, l'incontro con una persona speciale le farà capire che anche nelle proprie condizioni di "diversamente abile" è possibile vivere la propria vita con pienezza e soddisfazione, e la forza che ha scoperto di avere è un bene prezioso da condividere affinchè altri - che vivono situazioni simili alla sua - possano sentirsi motivati ed incoraggiati a non arrendersi, a far sentire la propria voce, lottando insieme per un obiettivo comune, perché l'unione fa la forza e ciò che conta è non abbattersi qualsiasi cosa accada.

"Se il fatto di non essere soli nelle difficoltà ti rende più forte, più capace di resistere alle tempeste della vita, ti fa scorgere la luce in fondo al tunnel, ti regala energie sempre nuove, la consapevolezza che altre persone lottano insieme a te e per te per realizzare un obiettivo comune può farti sentire invincibile."


La storia di Angela, pur essendo drammatica e raccontata con realismo, non ha toni pietistici e non lascia addosso sensazioni di tristezza perché è, al contempo, intrisa di forza, di tenacia, di speranza; è vero, la giovanissima protagonista viene messa davanti a degli ostacoli notevoli, che butterebbero giù il morale di chiunque, tanto più di un'adolescente; le problematiche legate all'essere su una sedia a rotelle non sono poche e l'Autrice, con estrema delicatezza e con un linguaggio semplice, immediato ed efficace, sa come farci sentire gli stati d'animo di Angela, il sapore delle sue lacrime, l'amarezza di non poter rapportarsi con i coetanei con la spontaneità dei suoi anni, ma sorridiamo di tenerezza nel vedere come l'amore dei famigliari e l'amicizia leale e sincera delle due amiche del cuore, siano due pilastri fondamentali, importantissimi per Angela, che si può aggrappare con sicurezza ad essi e trarne forza, coraggio, autostima, fiducia in se stessa.

Di notevole importanza è poi il messaggio riguardante la necessità dell'abolizione delle barriere architettoniche, un limite davvero grande per tanti diversamente abili, che si vedono limitati (più di quanto non lo siano già) nella propria vita sociale a causa della mancanza di attenzione verso le loro esigenze pratiche; ovviamente, si sottolinea anche come le prime barriere a dover essere abbattute siano quelle mentali, a partire dalla terminologia >> disabile - diversamente abile - handicappato - portatore di handicap. 

Nota personale: nella lettura, mi sono imbattuta in un episodio in cui la protagonista ha dovuto rinunciare ad andare in spiaggia perché inaccessibile alle carrozzine; ebbene, questa situazione spiacevole si è presentata a me e alla mia famiglia quando ci siamo recati al lido (dove avevamo affittato l'ombrellone) a luglio. Mia madre è disabile (non in carrozzina, usa un deambulatore e/o la stampella) e nessun lido era munito di una pedana per l'accesso ai diversamente abili: constatarlo ha prodotto delusione e amarezza, oltre che uno snervante senso di impotenza e di ingiustizia. Possibile che nessuno abbia pensato che anche una persona con difficoltà di deambulazione potesse avere il desiderio di scendere in spiaggia?

Ci definiamo "società civile", ci sentiamo avanti e progrediti, ma in realtà c'è tanto da fare affinché i diritti di ogni persona a vivere una vita ricca e piena di opportunità siano garantiti e ogni discriminazione venga smantellata.

Consigliato; trovo sia una lettura formativa, utile per chi voglia soffermarsi sull'argomento della disabilità, magari anche proponendola a lettori giovani, della stessa età di Angela.

lunedì 14 giugno 2021

Leggere gratis: "Storia di un Pitbull pantofolaio" di Natasha Turbanti || "Donne, quanto danno!" di Antropoetico (mini-recensioni)

 

Nella giornata di oggi ho scaricato da Amazon un paio di ebook gratuiti e desidero parlarvene brevemente.


40 pp

Il primo è un racconto molto simpatico e divertente "Storia di un Pitbull pantofolaio" di Natasha Turbanti (link), narrato dalla voce del l'indiscusso protagonista: un Pitbull Black Nose di nome Bulla. 

Bulla ci racconta della sua infanzia e dell'adolescenza, di come è stata adottata dalla sua padrona - "la mia umana" - e delle varie peripezie vissute giorno per giorno in mezzo a questi umani capricciosi, strani e un po' prepotenti.

Leggere le disavventure di Bulla, i suoi rocamboleschi tentativi di fuga, il suo rapporto conflittuale con gli umani, la diffidenza di questi ultimi verso la razza dei pitbull, la sua natura vivace e giocherellona, la brutta fine che ha fatto fare, nel tempo, ai vari pupazzi di gomma regalatigli per farla giocare....: insomma, Bulla è una voce narrante spassosa che regala sorrisi e, sempre col sorriso e con canina leggerezza, ci dice che non c'è da aver paura dei pitbull: è vero, sono cani da combattimento ma ciò che conta è come vengono addestrati e allevati, il rispetto per il loro essere pieni d'energia, e la saggia consapevolezza che quest'ultima va 
in qualche modo "sfogata", ed è l'umano a doverla incanalare con intelligenza.

Scoprite anche voi come e perchè la pazzerella Bulla, incapace di star ferma un attimo e pronta a correre al minimo spiraglio di libertà, è pian piano diventata un pantofolaia coccolona e con un po' di panzetta!
Agile, frizzante, spensierata, proprio come Bulla, è una lettura che può intrattenere brevemente e piacevolmente chi è alla ricerca di un racconto leggero e ironico; se poi si amano i cani e magari se ne ha uno per amico, è ancora più indicato!


*****

"Donne, quanto danno!" di Antropoetico è un trattato contenente riflessioni e considerazioni che l'Autore fa sullo sfaccettato e ricco di meravigliose contraddizioni  universo femminile.

106 pp
Chi può comprendere la complessità di una mente femminile?
Questa potremmo definirla "una domanda da un milione di euro"!
Spiegare il modo di ragionare della donna, i come, i perché, i se..., è qualcosa di impossibile perché per farlo il maschietto dovrebbe capirla, e ovviamente è un'impresa impossibile.

"Complicate, anzi “dolcemente complicate” come raccontate nella canzone di Fiorella Mannoia, in grado di soffrire per amore, di fingere per i figli, di lottare per la vita. Femminili, femministe, operaie, avvocati, insegnanti, veline, atlete, sempre e solo donne! Competitive, arroganti, vanitose, irripetibili, uniche, vendicative, cattive, sante e diavoli, artiste, giornaliste, personaggi comunque nella società capaci di lasciare il segno.
Sulle donne si è già scritto praticamente tutto..."

Con questo libro si vuole semplicemente analizzare la realtà femminile spaziando dagli ambiti più disparati, parlando delle donne in quanto lavoratrici, casalinghe, mogli, amanti, mamme..., e per ogni ruolo l'Autore decanta pregi e difetti, tanto del sesso forte quanto di quello (presunto) debole, anche se leggendo si avverte una ovvia solidarietà per gli uomini, costretti a fare i conti con queste donne dall'umore spesso ballerino.

Con molta ironia, vengono messi sul tavolo di questa arguta dissertazione i tanti cliché che circondano "l'universo rosa", quei modi di pensare e considerare le donne attraverso luoghi comuni, pregiudizi, attraverso cui guardarle e imbrigliarle - etichette forse necessarie per chi vuol coraggiosamente tentare di barcamenarsi.

Donne nervose ed isteriche nei periodi del ciclo, donne al lavoro, super competitive tanto con colleghi maschi (cui dimostrare di non essere a loro inferiori) quanto con le altre donne, a cui fare le scarpe pur di emergere; donne che non accettano il trascorrere degli anni e ricorrono a botox, ritocchini vari, trucco pesante; donne che sanno come conquistare un uomo con la propria carica sexy, sempre che lo vogliano, altrimenti sanno come negarsi; donne sfigate, bruttine, che nessun uomo si fila; donne che sfogano le frustrazioni dando fondo alla carta di credito.

E' un trattato che si lascia leggere perché molto ironico e quindi piacevole, che strappa sorrisi perchè tanto le donne quanto gli uomini possono ritrovarsi in tante situazioni e modi di fare, presentate in modo divertente.





mercoledì 17 marzo 2021

Milena Edizioni: le novità di marzo




Ed eccovi le ultime quattro nuove uscite del mese firmate Milena Edizioni, dalla narrativa umoristica alla poesia, senza dimenticare i racconti per l'infanzia.


LA STRANA DITA DI CARLOS MUŇOS di Benedetta Zema.

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Carlos è cileno ma vive a Roma, dove è giunto da ragazzo in fuga dalla sua terra d’origine. Ogni tanto  la sua mente gli gioca qualche scherzo e lo mette in situazioni scomode.

Un giorno tre individui lo ingaggiano per un lavoro da autista ben pagato, accetta ma non riesce a spiegarsi perché gli diano tutti quei soldi. 
Quando scoprirà il motivo e vorrà tirarsene fuori, si renderà conto di esserci dentro fino al collo. 
La sua ingenuità lo metterà in guai via via più grossi, che dovrà affrontare con coraggio.

Intanto non smette mai di cercare il suo amore perduto, Marina, che si è lasciato sfuggire suo malgrado.
Nonostante le sue stranezze, Carlos è di animo buono ed è sempre disposto ad aiutare il prossimo. Riuscirà a ritrovare il suo vero amore e a salvarsi le penne?


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SENZA VOCE di Alessandra Manara: l'autrice accompagna il lettore in punta d'anima nella sua prima raccolta, espressione del mondo sotterraneo e terricolo delle sue poesie, trasportandolo in una dimensione altra. 
Nel flusso dei versi senza titolo si annidano saldi ancoraggi razionali, scaturiti dalla vertigine emotiva del suo percorso esistenziale.
Con leggiadria e delicatezza crea un'impalpabile architettura poetica ispirata a Sylvia Plath, a cui dedica una lirica sofferta, colma d'amore e ammirazione.





PER SEMPRE di Sara Gazzilli (ill. Samira Parasole).

Esther e Camilla, due sorelle diverse tra loro che gli eventi della vita renderanno più unite.
Camilla, dolce e gentile, Esther, altezzosa e presuntuosa, saranno messe a dura prova dal Regno della natura e da una gentile ninfa dei boschi che valuterà la bontà del loro cuore.

Un viaggio in un mondo magico, un dono speciale, due regni contrapposti e una prova da superare.

Un'occasione per capire cosa conta davvero e cosa vivrà per sempre nella nostra vita.



LUNA E GLI AMICI DEL BOSCO di Elena Auricchio, Francesco Lopez Visicchio
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Luna Cagnolina e i suoi amici Ramy Randagio e Bea Coniglietta sono alle prese con una caccia al tesoro molto speciale nel bosco, quando vengono sorpresi dagli spari dei cacciatori. 
Luna spaventata conosce così Miss Talpa e Lulù la Volpe, che la rassicurano e le raccontano di quanto i cacciatori abbiano cambiato le vite di tutti gli abitanti del bosco. 
Luna, Ramy e Bea, assieme ai nuovi amici, decidono allora di dare una lezione ai cacciatori! 
Ne vedremo delle belle...










mercoledì 6 gennaio 2021

On my wishlist - Anteprima: UN COLPO AL CUORE di Piergiorgio Pulixi (26 gennaio 2021)


 

Il 2021 è appena entrato e la mia lista dei libri che vorrei leggere si è allungata :o)

Eccone alcuni che mi hanno attirato molto.


IL MARE E IL SILENZIO di Peter Cunningham (Ed. SEM, trad. L. Grandi, 221 pp, Ottobre 2020) 

Irlanda, anni Quaranta. Giovane e bellissima, Iz vive sulla costa sudorientale con suo marito Ronnie, vicino a un mare spesso inquieto che ama contemplare. 
Le circostanze che l'hanno portata ad abitare non lontano da Monument, una città portuale, sono però avvolte nel mistero. L'emergenza mondiale si è infatti riflettuta nel microcosmo di Iz che, dopo aver conosciuto il vero amore, è stata costretta da ragioni più grandi di lei a fidanzarsi con un uomo che non amava in nome della sicurezza finanziaria e poi a sposare Ronnie per il bene della sua famiglia. Inizialmente le cose con il marito sembrano funzionare, ma poi precipitano man mano che le debolezze di Ronnie vengono alla luce. 

Ripercorrendo i decenni successivi alla conquista dell'indipendenza da parte dell'Irlanda, tra le brucianti questioni di classe e gli scontri fra protestanti e cattolici, "Il mare e il silenzio" è un'epica storia d'amore ambientata tra gli sfarzi del ceto privilegiato anglo-irlandese ormai in declino, che Cunningham ritrae con sapiente maestria.



LA CLASSE di Christina Dalcher (E, Nord, 416 pp)

Di questa scrittrice ho letto in passato VOX (RECENSIONE).

Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati. Una scuola in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. 
In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi.

Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, delle strutture isolate dove imparano le materie di base e la disciplina. E per fare in modo che nessuno rinunci a migliorarsi o si sieda sugli allori, i test Q vengono ripetuti ogni mese. 
Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. 
I genitori ormai temono quel pulmino che passa di casa in casa il giorno successivo all'esame. E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia. 
E lì scoprirà che, quando le persone sono ridotte a numeri, non c'è limite a quello che può succedere a chi non conta più nulla…


** AGGIORNAMENTO **

Inserisco nella lista dei desideri l'ultimo romanzo di un autore che amo molto; è in uscita il 26 gennaio.



UN COLPO AL CUORE
di Piergiorgio Pulixi



Nero Rizzoli
19 euro
USCITA 26 GENNAIO 2021
"Occhio per occhio, dente per dente" è la regola del serial killer che ha deciso di riparare i torti del sistema giudiziario. 
Dove non arrivano le giurie, arriva lui, rapendo, torturando ed eliminando i criminali che l'hanno fatta franca. 
Indossa una maschera dai tratti demoniaci, e si fa annunciare ogni volta da un video intitolato La Legge sei tu in cui chiede alla gente di pronunciarsi in giudizio tramite votazioni anonime e irrintracciabili. A colpi di clic il richiamo alla giustizia sommaria diventa virale. 

Vendicatore spietato come il conte di Montecristo, villain incendiario al pari del Joker che sollevò Gotham City, il Giustiziere gioca la sua partita mortale. 
L'indagine sul caso che sta scuotendo l'Italia è affidata al vicequestore Vito Strega, esperto di psicologia e filosofia, tormentato criminologo dall'intuito infallibile, avvezzo alla seduzione del Male. 

Lo affiancano le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce. Diverse come il giorno e la notte, le due formano una coppia d'eccezione: i modi bruschi e l'impulsività di Mara sono compensati dall'acutezza e dal riserbo sfuggente di Eva. 

Tra la Sardegna e Milano, i tre poliziotti dovranno mettere in gioco tutto per affrontare un imprendibile nemico dai mille volti e misurarsi ciascuno con i fantasmi del proprio passato.
Piergiorgio Pulixi compone un viaggio nell'incubo di questo tempo rabbioso segnato dall'odio, dal furor di popolo e dalla gogna mediatica, fino alla scoperta di una verità che illumina di luce sinistra il senso stesso del fare giustizia.

Mara ed Eva le abbiamo già conosciute in L'ISOLA DELLE ANIME.
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