martedì 12 maggio 2015

L'AQUILA E LA PIOVRA di Gianni Palagonia, da maggio in libreria



Augurandovi buona serata, vi lascio un'anteprima editoriale, un romanzo tratto da una storia vera e basato sulla missione di un poliziotto che lotta conto la criminalità organizzata.

L'AQUILA E LA PIOVRA
di Gianni Palagonia

Editore: CentoAutori
Collana: L'Arcobaleno
Sottogenere: Gialli/Thriller/Noir
Formato: 13x20
Pagine: 384
ISBN: 978-88-6872-026-1
Prezzo: € 16,50

"Ci sono realtà ad un passo da noi che abbiamo già dimenticato. Gianni Palagonia ce le restituisce con la forza del noir, la passione di un grande amore e la struttura avvincente 
di un grande romanzo"
Carlo Lucarelli


Gianni Palagonia è una persona semplice, umile ma determinata.
Un giorno, guardando la realtà che lo circonda, decide di non restare indifferente davanti alle ingiustizie, alle prepotenze e sopratutto a chi si guadagna da vivere in maniera disonesta. 
Lascia la comodità di una vita tranquilla e agiata per indossare la divisa e affrontare in prima linea la mafia.

Per leggere questo romanzo bisogna spogliarsi dei pregiudizi, come ha fatto il nostro protagonista, per riuscire a comprendere un popolo dalla storia travagliata e capire i meccanismi criminali che legano 
l’Aquila e la Piovra, ossia la mafia albanese e quella italiana.

Trama
Il Kanun è un codice millenario che ha resistito a imperi, guerre e rivoluzioni culturali.
Tutt’oggi regola la vita sociale del popolo albanese tra cui gli aspetti di vita familiare come fidanzamenti e matrimoni, ma anche altri come la proprietà, il lavoro, le donazioni, il giuramento, l’onore, il risarcimento dei danni, i delitti infamanti e le vendette, tra cui anche le faide dei clan criminali.
Con queste antiche leggi si deve confrontare un poliziotto italiano che si ritrova in un paese in cui il tempo sembra essersi fermato.
Davanti a lui arriverà a materializzarsi questo mondo fatto di contraddizioni in cui convivono l’antico e il moderno, dove in passato si ascoltavano le canzoni di Sanremo di nascosto perché costituiva reato.

Un paese vittima di sé stesso dove gli onesti cercano di sopravvivere ai disonesti e dove la corruzione si insinua tra le maglie dello Stato. 
Palagonia si ritroverà a scontrarsi con problemi come la mancanza di mezzi e strumenti per portare avanti le indagini della polizia. Al suo fianco troverà il sostegno di molte persone di valore e di gente che resiste alle degenerazioni del capitalismo, persone che conservano valori e regole per loro sacre. 
Questa missione sarà anche l'occasione per il poliziotto di riscoprire quei sentimenti che credeva ormai sepolti negli anni di dura lotta alla mafia. Perché combattere la criminalità in prima linea per vent'anni significa spogliarsi di tutto, anche di quei sentimenti che ti rendono vulnerabile, come l'amore.

L'Aquila e la Piovra racconta di uno dei mestieri più difficili al mondo, quello di “un poliziotto giusto e onesto” che deve portare la luce in un oscurità che si fa sempre più grande, di un poliziotto che non si arrende mai e crede che i buoni sono tenuti a combattere il marcio sempre e ovunque.

Gianni Palagonia. Questo è il nome falso di un poliziotto vero, costretto a nascondersi dietro uno pseudonimo per proteggere se stesso e i propri congiunti. Componente di settori investigativi, ha maturato una notevole esperienza in importanti indagini dirette al contrasto della mafia, della criminalità organizzata, del terrorismo. È una voce ruvida di un uomo battuto ma non vinto, che ha pagato di tasca propria la sua ostinazione. I suoi libri sono stati pubblicati in Germania e Olanda.

Recensione: BELFONDO di Jenn Dìaz



A volte, le letture piccole sono quelle che ti colpiscono di più.


BELFONDO
di Jenn Dìaz



Belfondo
Ed. La Linea
Trad. A. Drenaggi
168 pp
13 euro
2012

Per visitare il blog dell'Autrice... CLICCAMI.

Una donna che ha deciso di vendere per venti pesetas il proprio corpo agli uomini del paese, e di farlo senza alcuna costrizione, ma per semplice... piacere.
Una bambina, unica femminuccia in una famiglia di maschietti, acuta, attenta, che aspetta, un po' gelosa e turbata, che arrivi un altro fratellino.
Un cieco timido ed emarginato cui viene imposto di essere il parroco del paese, e che si convince che Dio sia una bella donna.
Un maestro che vorrebbe insegnare a leggere e scrivere non perchè costretto ma per volontà propria, e che decide paradossalmente di tenersi accanto una moglie analfabeta.

Questi ed altri personaggi ci accompagneranno nella lettura: famiglie, uomini e donne la cui vita ruota attorno al lavoro in fabbrica (o alle mansioni imposte e predefinite previste), all'interno di case spoglie, in un susseguirsi monotono e ripetitivo di giorni fatti solo di lavoro, casa, letto, qualche chiacchiera.. e tanti sogni ad occhi aperti.
Tanti sospiri, tante lacrime silenziose da parte di chi vorrebbe essere altrove, pur non conoscendo nessun altro posto e pur essendo da sempre a Belfondo.

C'è forse un qualche motivo per desiderare di andar via da questo villaggio sonnacchioso ma, in fondo, tranquillo?

Belfondo è un paesino immaginario, una piccola comunità spagnola singolare avente una caratteristica predominante: è "chiusa".
In che senso?
A Belfondo si può "entrare" con facilità ma è difficile uscirne e i suoi confini, ciò che si può o meno fare è già stato deciso.

Come mai?
Forse qualcuno costringe i suoi abitanti a restarvi?

Sapete, Belfondo è un paese strano, i cui "cittadini" sono tutti soggetti a una sola persona e ne accettano le disposizioni volontariamente.
In ogni cosa che fanno o non fanno, si allunga prepotente l'ombra del padrone, a controllare, a concedere o proibire.
Il padrone, a differenza dei personaggi protagonisti delle diverse storie, che si susseguono
.
come mini racconti collegati tra loro
(Beremunda la prostituta, suo fratello Dositeo, la piccola Beniamina, la vedova amata da tutti Domitilda, il poeta Orazio...), non viene identificato con un nome: lui è semplicemente il padrone, colui che comanda, che decide chi fa un lavoro e chi va a lavorare in fabbrica, che stabilisce se ci dev'essere una chiesa e in che tipo di Dio bisogna credere, cosa devono mettere in scena gli attori della compagnia di paese...
Un vero tiranno, insomma, che decide da solo e in piena autonomia, con tutto l'egoismo di cui è capace, come devono andare avanti i giorni nella sua Belfondo, quali sono i confini da varcare e di cosa potrebbero aver bisogno i suoi belfondini affinchè desiderino continuare a restare lì.

Ma forse qualcuno non  è contento e magari desidera e sogna un posto diverso, in cui sentirsi libero e, quindi, felice?


"Quanto più circoscritta era la vita, tanto meglio. Poteva esplodere tutto da un momento all'altro: era come mettere l'acqua del mare in un recipiente che, per quanto grande fosse, aveva un limite. E la vita a Belfondo era così, compressa a fatica, come un paio di scarpe vecchie e consunte che nessuno si fermava più a guardare ma che, in mancanza di scarpe migliori, tutti si mettevano."

Arriverà per i belfondini - ok, magari non per tutti - la voglia di cercare "un'altra prospettiva..., una scappatoia pulita"? Da cosa potrebbe prendere il via? Dai ricordi di un passato antecedente Belfondo e il suo padrone? Dai libri nascosti in una biblioteca segreta? Da un sopito, ma non del tutto, desiderio di libertà?

Belfondo ha una prosa lirica, suggestiva nella sua semplicità che affonda le radici su una base "immaginaria", qual è appunto la comunità rurale spagnola, ma non perde affatto il suo realismo.

Ad affascinare sono i tanti e "variegati" personaggi che la popolano, semplici e complessi al contempo: semplici perchè si tratta di gente analfabeta, che fa lavori umili e vive in modeste condizioni; complessi, perchè tali sono i pensieri, le aspettative (disattese, non confessate), i dolori vissuti interiormente, che capitolo dopo capitolo si vanno intrecciando, creando una trama che perde man mano ogni vaghezza per diventare più chiara, con personaggi che ricorrono più spesso di altri e che ci appaiono più familiari.

L'autrice è molto giovane ma in questo suo esordio rivela la sua bravura, nella scrittura scorrevole ma originale, nella tecnica narrativa scelta (tante piccole storie che però confluiscono in un finale "corale"), nel tratteggio di personaggi di cui comprendiamo, con poche pennellate, lo spessore umano e psicologico.

Consigliato.

lunedì 11 maggio 2015

Pretty titles (maggio 2015)




Buongiorno e buon inizio di settimana!
Questo lunedì riprendiamo la rubrica dei titoli più belli della settimana.
Sono tutte uscite molto recenti e cliccando sui titoli potrete leggere le trame su Amazon.
Ma a prescindere dalla trama, vi chiedo come sempre

QUALE TITOLO VI COLPISCE DI PIU'
A PRIMO IMPATTO?
C'E' UN MOTIVO DIETRO A QUESTA SCELTA
(sensazioni, pensieri, associazioni, sentimenti..)?

di Sarah Jio 

di Francesca Barra



di Gordana Kuic 

di Ilaria Palmosi

sabato 9 maggio 2015

Recensione: GALA COX. Il mistero dei viaggi nel tempo di Raffaella Fenoglio



Seconda recensione della giornata e ultima di questo week end.

Si tratta di un romanzo fantasy dedicato ad un pubblico giovane (ma non solo), che ha per protagonista una 14enne un po' particolare, che tra appassionanti viaggi nel tempo e dialoghi con gli spiriti, diventa una riflessione sulla vita e su cosa ci attende nel nostro futuro.

GALA COX.
Il mistero dei viaggi nel tempo
di Raffaella Fenoglio

Ed. Fanucci
496 pp
14.90 euro (cartaceo)
4.99 euro (e-book)
2014


Sinossi

Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche.

E non sta affrontando un bel momento: ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e il suo amatissimo papà se n’è andato di casa senza una ragione apparente.
Ora Gala vive con la mamma Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen.
Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del padre alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. 
Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto, catapultandola in una realtà parallela e pericolosa.



Gala Cox Gloucerstershire ha 14 anni e frequenta il Liceo Artistico "Modigliani".

È una ragazza molto riservata, timida, un tantino imbranata, con una famiglia strana alle spalle a pochissimi amici al fianco, per non dire nessuno, visto che l’unico con cui ha legato è il compagno di banco, l’allegro e simpaticissimo Dennis Franti.

Andare al liceo per Gala non è il massimo del piacere, non tanto per una questione di studio, quanto di amicizie ed “accettazione” da parte degli altri; la nuova scuola è così diversa dal celebre e prestigioso istituto frequentato in precedenza – il Pioppi – che ambientarsi in una nuova e differente realtà è davvero difficile per lei.
Soprattutto dopo quello che è successo non troppo tempo prima: la sua best friend, Nadia, è morta tragicamente, a causa di un incidente.

Da quel momento la vita della già introversa Gala ha subito un terribile stallo, che l'ha portata ad isolarsi e intristirsi ancora di più.

.
Certo, la vita va avanti e anche la ragazzina ci sta provando, a modo suo.
Se non fosse che i problemi non finiscono mai e da un po’ di tempo ne è subentrato un altro: suo padre Sam, l’adorato papà intelligentissimo, colto, scienziato apprezzato e pieno di idee brillanti… è  scomparso.

Se n’è andato, così, da un giorno all’altro, senza salutare o avvisare, e questo ha gettato nello scoramento la povera Gala e ha reso ancora più scostante la mamma, Orietta, con cui la ragazza già non ha mai avuto un rapporto particolarmente affettuoso, e dopo la partenza misteriosa del padre, sembra che le due non abbiano un granchè da dirsi…

Orietta non fa che rimproverare – apaticamente, con l’aria un po’ scocciata e irritata - la figlia per quegli atteggiamenti tipici degli adolescenti, che non amano accettare alcuna critica, anche minima, e soprattutto non sopporta che la ragazzina faccia tante domande, tanto meno sul padre, la cui scomparsa pare essere diventato un argomento tabù.
Orietta, poi, sembra troppo presa dalla sua attività di medium, malvista dalla gente di fuori, e della quale non ama parlare con Gala, che però ne subisce le conseguenze, visto che la casa è popolata dai fantasmi delle persone che si rivolgono ad Orietta.

Menomale che tra essi non c'è soltanto la rigida monaca Ildegarda, ma anche il dolce, comprensivo e sempre presente Maatunaga, un indiano rispettoso e di poche parole, una super-tata sempre pronta a consigliare, incoraggiare, aiutare nelle difficoltà… e nel corso della storia e delle peripezie di Gala ce ne accorgeremo.

Eh sì, perché la vita un po’ piatta della nostra eroina riceverà un bello scossone con l’arrivo improvviso dell’amica defunta Nadia, la quale si presenta a Gala dicendole di non chiamarsi più Nadia bensì Edvige Jennings, di essere una ex-prostituta che attualmente fa l’operaia, e di vivere … nel 1889, a Londra, a Whitechapel…!

Gala è smarrita, incredula e confusa e non comprende le rivelazioni strambe della sua best friend, che lei credeva morta; e in effetti, Nadia è morta ma le è accaduto qualcosa di speciale: è diventata un usqead (uno spirito che chiude il caos spazio-temporale, ci informa l’Autrice), cioè ha preso la vita di un’altra persona e ne vive l’esistenza, in un altro periodo storico.

E cosa fa la sempre determinata Edvige, decisa a portare nella sua nuova vita l’amica Gala per aiutarla a risolvere un problema urgente?

Le prende la mano e tadà….! le due si ritrovano a Londra, nel 1889, appunto, nel quartiere in cui vive Edvige, così che Gala apprenderà il tipo di esistenza della sua amica, che nonostante non se la passi benissimo, ha conservato il suo caratterino forte, deciso, il suo modo di parlare senza peli sulla lingua, tagliente, a volte fin troppo schietta e, perché no, qualche volte troppo dura con l’amica Gala, che è rimasta insicura, un po’ infantile, indecisa e dubbiosa…, eppure così acuta, intelligente, creativa, proprio come il papà inventore.

Non ho ancora detto, infatti, che Gala segue egregiamente le orme paterne ed è un piccolo genio in tutto ciò che concerne le Scienze Naturali, ed è proprio in virtù di questa sua attitudine che la sveglia Edvige l’ha chiamata a sé, affinchè trovi una soluzione ai suoi problemi economici.

Gala si ritroverà catapultata nella caotica Londra di fine Ottocento, indossandone gli abiti di allora, gironzolando per le strade affollate di carrozze e di gente di diversa estrazione sociale, conoscendo i cari e buoni amici di Edvige, gli O’Sullivan, e soprattutto verrà a trovarsi faccia a faccia con personaggi pericolosi, che si riveleranno essere terribili nemici di sconfiggere: la bella ma isterica e folle Lady Modesty Queenhoney e la sua fedele seguace, la terribile e cattivissima Ipazia Price.

whitechapel, London
Per non parlare della presenza paurosa ed inquietante di Black Coat, una sorta di Jack lo Squartatore, un serial killer insomma, che sta mietendo vittime tra le fanciulle (la stessa vera Edvige è morta a causa sua, venendo però sostituita da Nadia) e che neanche Scotland Yard riesce ad acciuffare.

Nonostante il viaggio nel tempo a Londra sia breve, da esso scaturiranno delle conseguenze che indurranno Gala a insistere con chi le è vicino per ricevere finalmente le informazioni di cui ha bisogno e che la porteranno a capire dov’è e cosa è accaduto al padre, oltre che a rifarsi un giro nella bella capitale inglese, per risolvere stavolta non i problemi dell’amica, ma quelli della propria famiglia, il cui passato (ma anche il presente) nasconde più di un segreto….

Non dico altro sulla trama perché, vi assicuro, siamo in presenza di un romanzo molto ben articolato, che mi è piaciuto proprio per la ricchezza della storia, ricca di azione, colpi di scena, in cui il “volare” dal presente al passato e viceversa mi ha affascinato molto (non potrebbe essere diversamente per una fan sfegatata della trilogia “Ritorno al futuro”, vista e rivista migliaia di volte, tanto da sapere le battute a memoria).

Gala è una protagonista che piace: così giovane, spontanea, fragile, insicura ma anche incredibilmente coraggiosa al momento opportuno, pronta a correre pericoli pur di salvare chi ama.

Ad accompagnarla nelle sue incredibili avventure, il saggio Maatunaga e il vivace e ardimentoso amico (e qualcosa di più?) Dennis, che si butta a pesce nello strano “mondo” di Gala, fatto di spiriti e personaggi strani.

Gala crescerà molto nel corso della storia, apprenderà verità sconcertanti sui genitori e su di sé, ma imparerà a capirle ed accettarle.

La presenza della “macchina del tempo” (chiamata Ecbàtana) è sempre per me un elemento affascinante, e non credo solo per me: alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha desiderato avere a disposizione un aggeggio per tornare indietro nel tempo o andare nel futuro a dare un’occhiata!

Mi è piaciuto molto lo stile dell’Autrice, questa scrittura così vivace, giovanile (del resto, è un fantasy particolarmente adatto ai giovani, ma l’ho apprezzato anche io che giovane “ci sono stata” ^_-), divertente, che narra una storia ricca di movimento, di pericoli da affrontare e soluzioni da architettare per superarli, personaggi divisi tra buoni e cattivi e ben delineati, un ritmo incalzante, col risultato che la lettura è davvero appassionante ed è stato impossibile non desiderare di proseguire pagina dopo pagina per sapere che sarebbe successo a Gala e come le intricate vicende si sarebbero risolte.

Gala Cox mi è piaciuto moltissimo e non posso che consigliarne la lettura a un pubblico di lettori giovani e giovanissimi, sì, ma credo che possa piacere tranquillamente anche a un adulto in cerca di avventure ^_-

Ringrazio l’Autrice e la C.E. Fanucci per l’opportunità di leggere questo libro, che è senza dubbio consigliato!

Recensione: LA VITA OSCENA di Aldo Nove



Lettura tanto breve quanto forte, spietata; o riuscirete a trovare una ragione per apprezzarla o l'odierete senza pensarci due volte; non ci sono posizioni di mezzo, secondo me.

LA VITA OSCENA
di Aldo Nove


La vita oscena
Einaudi
111 pp
15.50 euro
2010
"Ero piccolo ma già sapevo che riempirsi di cose era il modo che usiamo per sentirci il più lontano possibile dalla morte".

Un bambino osserva il mondo degli adulti con la sua voce tersa e visionaria. Il padre che guida velocissimo cantando jingle di Carosello, ma da quando la moglie si è ammalata spesso ferma l'auto di colpo e "fa la faccia della morte". La madre che era una hippy e ora ha il cancro e aspetta la morte, ma a morire per primo è il marito, "come un'offesa inimmaginabile". Rimasto solo, ormai adolescente, il protagonista sprofonda nell'alcol e negli psicofarmaci finché per errore non manda a fuoco la casa. E comincia la sua iniziazione all'abisso, dove droga e irrefrenabile desiderio sessuale ricalcano il meccanismo dell'attesa e del consumo che riempie le nostre esistenze. Una specie di morte in vita da cui però - imprevista - affiora la rinascita.

L'autore.
Aldo Nove, pseudonimo di Antonio Centanin (1967), è uno scrittore e poeta italiano, nato in un paesino della Svizzera.  Il suo primo libro Woobinda è stato pubblicato nel 1996 da Castelvecchi. Un suo racconto è apparso nell'antologia Gioventù cannibale. Nella collana «Stile libero» sono apparsi Puerto Plata Market (1997), Superwoobinda (1998), Amore mio infinito(2000), La più grande balena morta della Lombardia (2004), Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese... (2006) e La vita oscena (2010). Nella «Collezione di Poesia» sono apparsi le raccolte Nella galassia oggi come oggi. Covers (2001), composta insieme a Raul Montanari e Tiziano Scarpa, Maria (2007) , A schemi di costellazioni (2010) e Addio mio Novecento (2014). Il suo più ampio volume di poesia è Fuoco su Babilonia!(Crocetti 2003).


Perché la morte è quando tutto resta fermo.
Fermo.Allora è come se il pavimento diventa di ghiaccio e si incrina, si fa un crepaccio e la gente ci scompare dentro, con i suoi nomi e le sue cose, e dentro, dentro è sotto la terra, è il cimitero.Invece se si pulisce sempre la casa è diverso.Invece se si comprano tanti detersivi è diverso.Bisogna pulire le posate.Passare lo straccio.Bisogna darsi tanto da fare per non incrinare quel ghiaccio. E finirci dentro.

Questo romanzo (di formazione) – dal titolo non proprio accattivante, ma assolutamente azzeccato alla storia narrata - ha come protagonista un ragazzo che, essendosi trovato solo dopo la perdita dei genitori, ha cercato di vivere sensazioni forti per riempire i suoi vuoti, tanto da annullarsi, da mettere a rischio la propria vita, da non sentire più alcuna voglia di vivere, di essere felice, di godere dell’esistenza.

Il nostro protagonista (che in pratica è l'Autore, il quale ha deciso di parlarci di sé in queste pagine…), ci fa subito sapere che a 10 anni era già alcolizzato.
Ci racconta la sua infanzia, felice e serena come quella di tanti altri bimbi come lui, fino a quando in casa sua non è entrato un ospite sgradito: la “brutta malattia” (il cancro), che aggredisce la sua eccentrica e vivace mamma, consumandola e, alla fine, uccidendola.
Il padre sembra morire a poco a poco insieme alla moglie, una volta saputo del cancro: perde la voglia di vivere, di ridere, di stare col figlio; morirà prima di lei, di questa figlia dei fiori che ama raccontare barzellette al suo bambino pure in un luogo di morte come l'ospedale.

E quando anche lei se ne andrà, il ragazzo si ritroverà solo, senza punti di riferimento, solo con l’immenso, doloroso vuoto che ha dentro.

Nonostante la presenza di una zia che cucina per lui e il patronato cattolico per studenti che gli dà l’opportunità di studiare, il ragazzo è completamente lasciato a se stesso; a fargli compagnia solo il suo dolore, che lui affronterà e cercherà di soffocare infilandosi in uno stile di vita estremo, fatto di pornografia, cocaina sniffata in dosi enormi e la decisione di vivere tutto quello che vede sulle riviste porno.

E dopo i tentativi di suicidio falliti (nonostante una nottata intera a sniffare), non gli resta che gettarsi a capofitto nella sua vita oscena, in un marasma di sensazioni ed esperienze estreme, al limite, con la speranza di lasciare il proprio personale inferno e di farla finita al più presto.


La vita oscena è un libro breve ma forte, che non lascia indifferenti, soprattutto se lo si legge pensando che si è in presenza di un libro autobiografico.

Lo stile e la scrittura dell’Autore - estremamente schietti, senza filtri, con un’alternanza di frasi brevi/brevissime (anche solo una parola) ad altre lunghe e deliranti - ti spiazzano, ti colpiscono, rovesciandoti
 violentemente addosso un fiume di parole dure, scene forti che vorresti non immaginare, ma che inevitabilmente ti passano davanti agli occhi nella loro crudezza, trascinando anche te che leggi nell’inferno del protagonista. 

Un inferno dal quale non vedi l’ora di uscire per prendere una boccata d’aria pura (visto che quella respirata, ingoiata dal ragazzo, ci arriva contaminata, sporca) ma che, allo stesso tempo, ti tiene incollato perché non puoi non cercare di dare un senso a tutta quella coca, a quel sesso estremo e "malato", a quel buttarsi via, a quella solitudine disperata e ingombrante.

Leggi questa vita oscena entrando a capofitto in essa, nel delirio raccontato, perdendoti nelle parole, nel dolore, aspettando e sperando che una possibilità di riscatto ci sia per lui, per questo ragazzo, e che finalmente si decida a porre fine a questa sorta di punizione che si è autoinflitto e che lo sta annullando inesorabilmente

Come già ho avuto modo di dire, il libro è breve e lo si legge in pochissimo, eppure io ho dovuto fermarmi nella lettura proprio quando ero nel cuore della storia e dello sbandamento del protagonista, per capire se mi andava o no di terminarlo.

L’Autore mi stava fagocitando nel suo mondo così… sbagliato, così soffocante, che a un certo punto della lettura mi sono sentita quasi a disagio; non saprei spiegarvelo meglio, ma è così, era come se avvertissi un che di sgradevolmente “claustrofobico", e le sensazioni che stavo assorbendo non mi piacevano, mi lasciavano addosso qualcosa di negativo, di scomodo (di osceno..?).

Ma non è possibile attraversare metà inferno e poi restare lì impantanati: o torni indietro o prosegui e cerchi di capire se da quel buco profondo, nero, soffocante, è possibile uscire. Ma non lo avrei mai saputo se mi fossi fermata.

Non avrei scoperto se c’è o no, per il ragazzo, la famigerata e agognata luce in fondo al tunnel.
Ma c’è…, e se si decide di arrivare alla fine, è possibile vederla, come l’ha vista e afferrata lui.

Non vi nascondo che, dopo aver deciso di proseguire nella lettura e averla terminata, avevo deciso di non scrivere nulla su questo libro; non volevo condividere nulla…, e invece, eccomi qui. 

Potrebbe essere un genere non adatto a tutti; ripeto, è una lettura piuttosto forte.


Ho letto in web che l’omonimo film – presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2014 – uscirà nelle sale cinematografiche dall’11 giugno 2015.

Siete curiosi di andare a vederlo?
Vi lascio il link del trailer e qualche informazione sul film.

GIUGNO 2015



Regia di Renato De Maria

Con Clement Metayer, Isabella Ferrari, Roberto De Francesco, Duccio Camerini, Andrea Renzi, Anita Kravos, Miriam Giovanelli, Iaia Forte...

Rimasto solo, per lo sgretolamento improvviso della sua famiglia, Andrea, intraprende un viaggio alla ricerca della morte, ma finisce per trovare la vita. Sulle ruote del suo skateboard Andrea inizia così un percorso allucinato, in cui la visione drogastica si sovrappone alla realtà, deformandola. In attesa di una fine che non arriva e non arriverà mai, attraverserà il fuoco onirico della dissoluzione, inseguito dallo sguardo della madre. Fino a trovare il senso più profondo della sua Vita Oscena.

Dietro le pagine di IL GIARDINO DEI SEGRETI (The forgotten Garden) di Kate Morton



Ieri ho anticipato le cover straniere del prossimo romanzo della bravissima Autrice australiana, Kate Morton.
Oggi volevo dare un'occhiata al "dietro le pagine" di un suo noto romanzo, Il giardino dei segreti.


Il giardino dei segreti
Ed. Sperling&Kupfer
IL GIARDINO DEI SEGRETI (The forgotten Garden)

È il 1913 e sulla costa dell'Inghilterra una nave è pronta a salpare per l'Australia: a bordo, tra i passeggeri in cerca di fortuna e i rudi marinai intenti alle manovre, una bambina di quattro anni, Neil, stringe il prezioso libro di favole che le ha regalato la misteriosa Autrice, Eliza Makepeace. Che dovrebbe prendersi cura di lei, ma l'abbandona sul ponte. 
Distratta dalle attenzioni di un bimbo più grande che la invita a giocare, Neil non si accorge che il rombo dei motori si fa più incalzante, e la nave lascia il molo diretta verso il mare aperto. 
Dopo una traversata che sembra infinita, quando il transatlantico arriva a destinazione, la piccola si ritrova sperduta nel porto di Maryborough: è smarrita, non ricorda il suo nome e tutto ciò che le è rimasto è una valigina bianca che contiene qualche vestito e quel bellissimo libro di fiabe. Per Hugh, il capitano del porto, quella delicata creatura pare piovuta dal cielo, a consolare lui e la moglie della loro sterilità. 
Da quel momento sarà sua figlia. Solo la sera del suo ventunesimo compleanno Neil apprende dal padre il segreto delle sue origini e la sua vita cambia per sempre.

dietro le pagine
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"

Per comprendere come e quando ha avuto inizio l'idea per scrivere questo libro, dobbiamo fare un salto indietro, a un suo romanzo precedente, Ritorno a Riverton Manor, dove al centro vi è un mistero suggestivo che ci riporta indietro nel tempo, che coinvolge due sorelle aristocratiche e un poeta, morto tragicamente in una casa della campagna inglese.
La storia è narrata dall'anziana, ex cameriera di Riverton, Grace Bradley, che ricorda gli eventi passati, pur mantenendo un legame con il presente. 

Morton utilizza gli stessi espedienti narrativi in The Forgotten Garden, un libro più complesso che svela i segreti e le azioni di cinque generazioni della famiglia Mountrachet in Cornovaglia.

L'idea per The Shifting Fog venne a Kate durante la gravidanza del figlio maggiore Oliver; The Forgotten Garden lo iniziò invece quando Oliver era all'asilo, scrivendo un paio di giorni a settimana.

Il giardino dei segreti inizia con una bambina di quattro anni, che non ricorda il proprio nome e non è accompagnata da nessuno, ma si trova da sola sul molo di Maryborough, nel Queensland, dopo che una nave inglese ha attraccato nel porto, nel 1913. 
La bimba porta con sé una valigia bianca che contiene un bel libro di favole, scritto da Eliza Makepeace, autrice vittoriana che scomparve misteriosamente nel 20esimo secolo.
L'immagine di una bambina, seduta su una valigia bianca solo in un porto, ha

ossessionato Morton mentre scriveva la fine di The Shifting Fog .

Questo pensiero è stato favorito anche da un altro aspetto importante.
La famiglia del marito era emigrata dalla Svezia all'Australia nei primi anni del XX secolo e la suocera spesso le ha raccontato la storia del loro viaggio in mare.
C'erano sette bambini in famiglia e questi sono stati lasciati spesso a loro stessi per la maggior parte del tempo perché la madre era occupata sotto coperta con il figlio neonato.
Mentre la nave attraversava l'equatore, uno di essi, di quattro anni, morì per un colpo di sole.
L'immagine di questi bambini svedesi, soli sul ponte di una nave, man mano ha lasciato il posto ad un'altra immagine: quella di una bambina.

Chi era? 
Perché era da sola?
E cosa le sarebbe successo se nessuno fosse venuto a cercarla?

Questa immagine, insieme ad un'altra, ha accompagnato la genesi del romanzo. 
Arrivata ​​verso la fine di The Shifting Fog, dice Morton, era così delusa al pensiero di finire un libro che subito ha iniziato a vagliare nuove idee. 

La seconda immagine che ha ispirato il romanzo era quella di una giovane donna vittoriana coi tacchi, che cammina lungo le strade acciottolate di Londra. Morton era determinata a scoprire la sua missione. 

Chi era?
Dove stava andando?
Perchè aveva tanta fretta?

Kate sentiva che, nel momenti in cui avesse risposto a queste domande, sarebbe stata in grado di scrivere le storie a cui le due immagini appartenevano.
E così, la piccola diventa Nell, che ricerca per tutta la vita il suo passato nascosto e la giovane donna sarà la scrittrice Eliza Makepeace.

Il terzo filone della storia è intessuto attorno alla nipote di Nell, Cassandra, che agisce secondo le ultime volontà di Nell per continuare la ricerca della famiglia, che vede la stessa a Londra e in Cornovaglia.


A proposito di Nell, questo personaggio in qualche modo è ispirato alla nonna di Kate, la quale a 21 anni scoprì di essere stata adottata e tenne questo segreto dentro di sè per molto, molti anni.

The Forgotten Garden funziona perché Morton costruisce pazientemente la trama elaborata con diversi strati di informazioni e con tanta attenzione, e le tre donne centrali divengono personaggi credibili.



Info prese consultando i seguenti siti:

http://www.couriermail.com.au/
https://katemorton.com/books/the-forgotten-garden/

venerdì 8 maggio 2015

Concorso "Disegna Stoneland" (in palio due copie del romanzo)



Buon pomeriggio, lettori ed amici!

Tempo fa vi avevo parlato di un fantasy, STONELAND. I signori del vento e del fuoco di Saguatti Roberto.
L'autore ha organizzato un concorso, che spero possa interessare chi mi sta leggendo.

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Concorso disegna Stoneland

L’autore di Stoneland Roberto Saguatti mette in palio 2 copie cartacee del suo libro (e spedizione gratuita) in un concorso per disegni legati al suo libro.

Regolamento:

1) Mettere “mi piace” sulla pagina del Blog che stai leggendo

2) Mettere “mi piace” sulla pagina facebook Echos edizioni

3) Scaricare le prime 20 pagine del libro dal blog o dal sito dell’autore www.animadidrago.it

4) Realizzare un disegno legato al romanzo (un personaggio, un paesaggio, un oggetto quel che volete purché sia inerente al testo) nello stile che preferite (disegno, bozza, schizzo, china quel che volete, a mano libera o al pc o altro, a colori o bianco e nero non importa).

5) Mandare una mail a sanguy12@inwind.it con:

 In oggetto la scritta Disegna Stoneland.
  •  Allegato il disegno
  •  Nel testo della mail: io sottoscritto xxxxx autorizzo Roberto Saguatti e la Echos edizioni all’uso e riproduzione delle immagini inviate a titolo gratuito (a patto che se ne citi l’autore) e con la presente garantisco che sono di mia realizzazione e ne detengo tutti i diritti.
  •  Indicare il blog o il sito da cui si è venuti a conoscenza del concorso.

6) Il concorso scade il 08/06/2015 fra tutti i lavori pervenuti verranno scelti due vincitori uno dall’autore stesso e uno dai suoi due bimbi (3 e 5 anni). Se il vincitore possiede già Stoneland potrà scegliere un qualsiasi altro libro Echos dal catalogo.

7) I nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito dell'autore e contattati via mail per comunicare l’indirizzo di spedizione. 

8) Tutti i disegni verranno pubblicati sul sito www.animadidrago.it

Beh direi che è tutto molto chiaro, non vi resta che dar spazio alla fantasia!! 
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