venerdì 30 giugno 2017

INTRECCI EDIZIONI: FRESCHI DI STAMPA - Giugno 2017



Cosa c'è di meglio di un buon libro a farci compagnia in queste calde giornate estive (beh, ad essere onesti, il libro fa compagnia a noi lettori incalliti anche in estate, in autunno e in inverno..)?
E allora lasciate che vi segnali le ultime, particolari uscite in casa Intrecci Edizioni!!


CREPAPELLE
di Paola Rondini



Pagine: 176
Prezzo: 14,00 €
Collana: Enne di Intrecci

Un foglio di carta (carta buona e spessa) pieno di frasi all’apparenza senza senso e firmato “Crepapelle” è ciò che Edo, anziano dalla pelle ambrata e dalle spalle resistenti, maestro nel fare il nodo alla cravatta, distribuisce una volta al mese agli automobilisti fermi al semaforo, distogliendoli dalla frenesia di un’altra giornata frettolosa.
Per Giacomo, chirurgo plastico dal successo programmato con cura maniacale, quel foglio e quella firma diventano un elemento di disturbo che o offusca l’occhio millimetrico e rende insicuro il bisturi. 
La sua routine trionfale salta e, nell’esplosione, si frantuma anche la vita di una sua paziente, già sedata e pronta a ricevere la sua dose di futuro. Lei è Greta, una ragazza di cinquant’anni, fresca di divorzio e in corsa per la sua seconda chance. 
Da quel momento, per i due protagonisti niente sarà più come prima e niente tornerà al suo posto.

UNA VITA DA RIFARE
Claudio Capretti



Pagine: 204
Prezzo: 14,00 €

«Quando sapranno da dove sei uscito, alcuni ti diranno che sei solo un’anima persa dentro uno squallido labirinto. Tu, di’ loro che è vero, ma dentro di te, non perdere mai la speranza che prima o poi, qualcuno ti indicherà una via d’uscita. Altri, ti diranno che sei solo una vita infranta. Tu, di’ loro che è vero, ma dentro di te, abbi sempre la certezza che, anche una vita disgregata, può ritornare intatta.
 Ma, soprattutto, quando affronterai la fatica di restituire il tuo cuore a se stesso, non dimenticare che non sei una vita da buttare via. Sei, a seguito di scelte insensate, una vita da rifare daccapo, con tutto quello che ne consegue».



IL SISTEMA DELL'IDENTITA'
di Valerio dell'Uva




Pagine: 112
Prezzo: 13,00 €

Questo scritto intende dimostrare la verità ontologica del principio di identità. 
È nell’ambito della metafisica dell’identità, cioè di quella metafisica in cui vale l’assoluta separazione tra essere e non essere, che l’autore si propone di rispondere a quella domanda che secondo Heidegger rappresenta la questione per eccellenza della metafisica: Perché esiste qualcosa e non il nulla? 
Il Sistema dell’identità è il tentativo di proporre una filosofia in forma di sistema, un sistema che ha nel principio di A=A il suo fondamento logico e metafisico.






Novità Frilli Editore/goWare (giugno 2017)



Per gli amanti dei gialli/noir, diamo un'occhiata ad alcune recenti pubblicazioni goWare e Frilli Editore.


FUORI PIOVE
di Gianni Cardillo


goWare
2017
pp. 242
Edizione digitale € 4,99 
Edizione a stampa € 12,99

Il cadavere di una donna affiora dal mare: omicidio o incidente?
Alina, la figlia quindicenne della donna, ha una psiche molto fragile. Il dubbio di essere l’assassina della propria madre diventa il suo incubo e l’ospedale psichiatrico la sua casa per venticinque anni. Fino a oggi.
Per recuperare i pezzi in cui si è frantumata, Alina ricostruisce il proprio passato di pianista dal talento precoce e immenso, disciplinato da una madre avida di successo e ostacolato da un banale incidente. Scopre infine la verità sulla morte della madre.
Ma quanto c’è di reale nel percorso che compie?

Alina è la protagonista di Fuori piove, romanzo di esordio dello sceneggiatore Gianni Cardillo. Una donna saldamente ancorata a una realtà che lei stessa si è costruita, una realtà popolata da figure del suo passato, le cui storie intersecano la sua in un continuo scambio di prospettive in grado di creare attesa e straniamento dalla prima all’ultima pagina di questo romanzo.
Fragilità, psicosi, umanità, tenerezza e amore - o, più spesso, mancanza di amore - si mescolano in un insolito giallo dal sorprendente finale.

L'autore.
Gianni Cardillo, laureato al DAMS di Bologna, da molti anni vive e lavora a Roma come sceneggiatore per cinema (La verità vi prego sull’amore, Fate come noi, Sole nero, In carne e ossa ecc.) e fiction televisive (Un medico in famiglia, Distretto di polizia, Commissario Nardone ecc.). Come regista realizza alcuni cortometraggi e il lungometraggio Ristabbanna.
Fuori piove è il suo primo romanzo.



La seconda indagine con protagonisti il commissario Andrea Pagani e il professore Lorenzo Marino.
A Genova, in piazza Martinez, viene ritrovato il corpo di un senza tetto morto per strangolamento. Il commissario Pagani, incaricato di seguire l’indagine, si trova suo malgrado a dover fare i conti con il passato.
Con l’aiuto dell’amico Marino, porteranno alla luce una storia genovese che i loro nonni si erano gelosamente portati nella tomba.


NATI IN VIA MADRE DI DIO
di Alessio Piras



Ed. Frilli
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25 aprile 2014: il corpo di Roberto Centurioni, senza tetto, viene ritrovato in piazza Martinez, morto per strangolamento. L’indagine viene affidata al commissario Andrea Pagani, di recente insediatosi nel commissariato di San Fruttuoso.
Pochi giorni prima dell’omicidio, la madre di Pagani muore di tumore e il commissario, con la sorella Marina, vecchia amica di Lorenzo, svuota la casa di famiglia in via Torti. 
Lì trova fotografie e lettere di suo nonno. In particolare, due istantanee richiamano l’attenzione dei due uomini: una foto ritrae Aldo Pagani, nonno del commissario, poco più che bambino nei pressi della Chiesa delle Vigne in compagnia di altri due bambini. Lorenzo, che è con lui per ficcanasare un po’, riconosce suo nonno, Antonio Satta. 
Sul retro della fotografia una data (8 febbraio 1941) e tre nomi: Aldo, Antonio e Roberto (il terzo bambino), che Pagani riconosce come la vittima dell’omicidio. Un’altra foto, invece, ritrae gli stessi tre bambini e un quarto, di nome Giobatta, il 25 aprile 1945 in via XX Settembre. 
Qualche giorno più tardi, Lorenzo riceve un pacco da suo fratello contenente diversi cimeli di famiglia. 
Tra questi un diario, redatto dal nonno tra l’8 febbraio 1941 e il 9 febbraio 1944, con una pagina finale che racconta la giornata tra il 25 e il 26 aprile 1945. 
Ripiegata nel diario trova anche una copia carbone di una lettera di scuse, firmata da suo nonno, Aldo Pagani e Roberto Centurioni, indirizzata a una tale signora Barcaccia. 
Nell’ultima pagina del diario, Antonio Satta parla di una foto che lo ritrae insieme ai suoi tre compagni, Centurioni incluso. Lorenzo mostra la lettera a Pagani e la foto, che è la stessa che hanno ritrovato in casa della madre del commissario. 
Sono ormai consapevoli che per risolvere il caso del senza tetto dovranno scavare nel passato, svelando una storia genovese che i loro nonni si erano gelosamente portati nella tomba. 

L'autore.
Alessio Piras (Genova, 1983) ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pisa nel 2014 con una tesi dal titolo sulla Guerra Civile Spagnola. Vive e lavora a Barcellona, dove svolge attività di ricerca in ambito letterario con il Grupo de Estudios del Exilio Literario (GEXEL-CEFID) dell’Universitat Autònoma di Barcelona e codirige la pubblicazione Forma. Revista d’Estudis Comparatius dell’Universitat Pompeu Fabra. Coltiva la critica letteraria anche fuori dall’ambito accademico sulle pagine del blog collettivo Critica Letteraria. Per la Fratelli Frilli Editori ha pubblicato il romanzo Omicidio in Piazza Sant’Elena (2016).

giovedì 29 giugno 2017

Recensione: IL BAMBINO BUGIARDO di S.K. Tremayne (RC2017)




Dopo l'appassionante LA GEMELLA SILENZIOSA, Tremayne torna con un altro thriller psicologico, e anche qui l'Autore si districa tra allucinazioni, disturbi psichiatrici, strani avvenimenti al limite del paranormale all'interno di un'antica ed enorme casa isolata nell'aspra Cornovaglia: una donna con un passato molto difficile da seppellire, un figliastro dal visetto angelico ma dalla condotta decisamente inquietante e la insistente "presenza" di una donna morta a turbare la serenità di tutti...



IL BAMBINO BUGIARDO 
di S.K. Tremayne



Ed. Garzanti
trad. C. Marseguerra
USCITA
20 APRILE 2017
Rachel Daly ha 30 anni e si è sposata da poco con un ricco avvocato londinese, David Kerthen, proprietario di una grandissima e vetusta dimora sita in Cornovaglia, su cui aleggiano numerose leggende, tutte legate alla dura vita (e alle tristi morti...) dei tanti dipendenti della famiglia che, nel corso delle generazioni, hanno lavorato nelle miniere dei Kerthen, la cui ricchezza, quindi, si è basata moltissimo sui sacrifici di poveri disgraziati che avevano bisogno di lavorare per campare.

Affascinata dalla bellezza di questa casa, dal rumore ritmico e costante delle onde del mare che fanno da sottofondo, nonchè dalle suggestive leggende e storie che ruotano attorno alla tenuta di Carnhallow, Rachel fatica a credere che essa ora sia anche casa sua. 
Proprio di una come lei che viene da zone povere e periferiche di Londra, e che per arrivare dov'è adesso ha dovuto sgomitare e superare traumi non indifferenti...
Vissuti dolorosi che non ha raccontato al marito David; per vergogna, perchè certe ferite non si rimarginano mai...., ma un giorno gli dirà tutto. Forse.

Ma ciò che conta è che la donna ha avuto il coraggio di gettarsi
alle spalle la sua vita tormentata grazie al matrimonio con David e al rapporto con il figlio di lui, Jamie, un bambino timido e silenzioso, segnato dalla tragedia della morte della madre, due anni prima.
Nina Kerthen infatti - la prima moglie di David - è rimasta vittima di un terribile incidente nelle miniere sotterranee su cui si erge Carnhallow e il suo corpo non è mai stato ritrovato. 

Rachel si affeziona immediatamente al piccolo come se fosse suo ma, dopo una fase iniziale normale e serena, il comportamento del bambino comincia a diventare molto strano e ossessionato nei confronti della madre defunta.
Il piccolo sembra avere la capacità di predire il futuro, di vedere immagini di cose che accadranno di lì a poco, e la stessa Rachel ne fa esperienza, per quanto sia restia, inizialmente, a credere a questa "capacità sovrannaturale" che, a detta dell'anziana suocera - Juliet, che da un po' ha cominciato a mostrare i segni di demenza senile e la cui memoria e lucidità la stanno pian piano abbandonando - è posseduta dai Kerthen: 

"...un dono spaventoso, un sesto senso o una specie di chiaroveggenza (...) Nel dialetto della Cornovaglia esiste un nome specifico per chi possiede un simile dono: tus-tanyow. Significa persone di fuoco, persone con la luce".

Sarà così anche per Jamie? Il bambino possiede questo "potere" di vedere le cose che avverranno?
David, al solo sentirne parlare, si infuria: Jamie è solo turbato e ancora sconvolto per la perdita della mamma, tutto il resto sono fandonie, storielle sciocche da raccontare ai bambini.

Eppure, ad aumentare il senso di inquietudine di Rachel, è una dichiarazione disperata del bambino, che durante una notte di tempesta, mentre i due sono soli in casa, le rivolge queste parole: 


"«La mamma mi parla durante il giorno (...) Vedo una cosa, una cosa nel futuro che è molto brutta. Molto brutta... (...) Rachel, tu non sarai qui a Natale. Non ci sarai più.»
Lui prende un altro respiro profondo, poi, scandendo bene le parole, quasi confessando il più atroce dei segreti, dice: «Tu morirai il giorno di Natale".»


Queste parole sconvolgono Rache, che comunque cerca di essere razionale e di dar retta al marito, che le dice di non fissarsi sulle stranezze del figlio, anzi di essere per lui una presenza positiva, che lo aiuti a ritrovare la normalità, e non una ancora più destabilizzante, che solleciti i suoi pensieri disturbati.

Ma i comportamenti irrequieti e folli di questo bambino, che insiste nel dire di "vedere" e "sentire" la madre, la quale gli dice che presto ritornerà da lui, cominciano a confondere anche Rachel, ad insinuarsi come un tarlo pericoloso nella sua mente, non priva di fragilità personali...

Terribili dubbi si fanno spazio e scavano nella sua mente: cosa è successo due anni prima nei pressi del pozzo della miniera? La madre di Jamie è davvero morta? Perché David si rifiuta di parlarne con lei? È possibile che il marito di cui è tanto innamorata le nasconda qualcosa? Forse è in qualche modo coinvolto nell'incidente della defunta consorte?
Ma poi... è stato davvero un incidente? E' possibile che si sia trattato di altro..., magari un suicidio o addirittura un omicidio?

I giorni, lunghi e silenziosi, passano e dicembre si avvicina; Rachel sa che deve scoprire la verità, e pure in fretta, perché ogni angolo della sua nuova casa nasconde un pericolo mortale, e lo stesso David comincia a guardarla con diffidenza e sospetto, come se fosse lei la pazza e la causa della follia del bambino.

E se fosse così? Se anche Rachel stesse sviluppando problemi psichici, allucinazioni visive e uditive?
La donna è spaventata non solo dal figliastro, che fa e dice cose terrificanti circa la presenza di Nina, ma anche dal fatto che lei stessa avverte che c'è una presenza oscura che si aggira nelle stanze fredde e solitarie dell'immensa villa, sente delle voci terrificanti e profumi lì dove invece non dovrebbe esserci nessuno.
Cosa le sta accadendo? Sta perdendo la testa anche lei, insieme a Jamie?
Rachel sa che questo è possibile, ahilei... E' il suo passato doloroso a ricordarglielo, un passato che ha generato in lei, nella sua testa, incubi, paure, lacerazioni che il tempo non ha guarito del tutto, e anche se lei è stata brava e coraggiosa ad andare avanti e a rifarsi una vita lontana dalla sua famiglia d'origine, gli spettri che l'hanno tormentata rischiano di riaffacciarsi e farle perdere quel barlume di lucidità cui lei deve strenuamente aggrapparsi per non farsi trascinare negli abissi della follia.
Restare sana di mente è l'unica cosa che può fare per aiutare Jamie a non impazzire e a non far passare lei per matta agli occhi di David, che è sempre più diverso dal marito premuroso di cui lei si è innamorata...
 

Tremayne, come dicevo nell'introduzione alla recensione, gioca, anche in questo secondo romanzo, nel presentarci una verità che non ha mai una sola faccia, dove un’aura di sospetto strisciante pervade il lettore non facendogli capire chi è il matto e chi è il sano, chi mente di proposito e chi dice la verità, o ancora chi mente perchè purtroppo la testa gioca brutti scherzi.

Come già nel precedente libro, anche qui il personaggio principale, che dà vita a tutto il perverso meccanismo della realtà che si mescola con l'immaginazione, è un bambino particolare, le cui parole enigmatiche e la cui condotta irrazionale e incomprensibile danno vita a una serie di eventi che man mano confondono le carte, così che il lettore si ritrova a chiedersi, pagina dopo pagina, dove stia il bandolo della matassa: Jamie è disturbato o è semplicemente bugiardo? Rachel si lascerà sopraffare dai disturbi mentali che la minacciano e che lei vorrebbe con tutte le sue forze contrastare? Che ruolo ha avuto David nella morte dell'ex moglie e cosa è disposto a fare pur di nascondere eventuali segreti che è meglio restino sepolti?
Ma Nina, poi, è morta davvero?

Insomma, Tremayne mette il dubbio ad ogni capitolo, tutti sembrano avere le proprie ragioni e al contempo la consapevolezza delle loro bugie ci insospettisce e non ci lascia intravedere la piega che via via prenderà la storia, a motivo dei piccoli colpi di scena e delle verità gradualmente rivelate.
La tensione emotiva c'è, favorita dall'ambientazione ricca di mistero, sinistra, dove c'è un silenzio tombale che viene interrotto da piccoli rumori inspiegabili e a malapena percettibili, che però mettono i brividi; la villa è in un luogo isolato, dove resti scollegato dal mondo se nevica, il che mette addosso al lettore la sensazione di pericolo inevitabile; inoltre, è un luogo in cui aleggiano leggende e storie agghiaccianti, dove la morte ha fatto capolino troppo spesso, dove i fantasmi delle tante persone decedute nelle infide e oscure miniere sembrano essere ancora lì.
La suspense è alimentata anche dal fatto che i capitoli sono denominati in base ai giorni che mancano al Natale, il che catalizza l'attenzione del lettore su quel giorno, in cui accadrà qualcosa di grave, che stravolgerà tutto e di certo risolverà ogni nodo. 
Ed infatti è così, solo che il colpo di scena finale l'ho trovato sinceramente un po' forzato, tirato per i capelli, basato su coincidenze che però a me hanno lasciato qualche perplessità...
Comunque, il finale di per sè mi soddisfa, anche se ci si arriva in un modo poco convincente...

Il bambino mi ha ricordato sia un po' il Danny  Torrance di "Shining" per questa presunta "luccicanza", sia Cole di "Il sesto senso" - "Vedo la gente morta" -, però è un personaggio intrigante, che fa anche tenerezza perchè, dietro i suoi deliri, si percepisce il dolore per la morte della mamma.
David passa dall'essere il marito troppo perfetto al marito con oscuri segreti che destano più di un sospetto; Rachel è quella più complessa, perchè di lei conosciamo il passato a piccole dosi e con qualche bugia in mezzo, quindi arriviamo a capirla totalmente solo verso la fine.

Nel complesso, devo dire che è un thriller che si lascia leggere con trasporto, perchè l'atmosfera è carica di tensione, suggestioni, misteri, quindi ci si fa coinvolgere da tutto il contesto e dal mix realtà-delirio, i cui confini sono sempre più labili e poco chiari.
Ricordo che anche de "La gemella silenziosa" era stato il finale l'elemento (l'unico) meno convincente, e anche qui è la stessa cosa; ma a parte questo, mi piace come scrive Tremayne, mi piacciono le storie che costruisce, la trepidazione che percepisco quando lo leggo, la voglia di scoprire cosa accadrà nel capitolo successivo e soprattutto come risolverà tutto il mega nodo ingarbugliato che ha prodotto.

Se vi piace il thriller psicologico, attraversato da una bella tensione narrativa, ve lo consiglio!!


READING CHALLENGE
Obiettivo n.19 - Un libro che parli di fragilità





martedì 27 giugno 2017

Recensione: GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY di Elisabetta Gnone



Continuano le avventure delle gemelle Pervinca e Vaniglia che, insieme agli amici della Banda di Grisam e alla potente strega Shirley, si ritrovano a risolvere un altro mistero...


GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY
di Elisabetta Gnone



Ed. Salani
Nel precedente romanzo Capitan Grisam e l’amore, la fatina Felì ha cominciato il suo dettagliato racconto del primo dei quattro misteri di Fairy Oak, promettendo una storia per ogni sera: 

"La prima sera parlai d'amore, 
la seconda di mirabolanti incantesimi, 
la terza di amicizia, 
la quarta sera raccontai un addio."

Siamo quindi alla seconda sera e al secondo mirabolante racconto, che ruota attorno al favoloso mondo degli incantesimi!

A Fairy Oak sta per arrivare la primavera, ma nell’aria in realtà non si respira il dolce profumo di questa bella stagione: da giorni, infatti, non fa che piovere e, come se non bastasse, il fiume rischia di straripare e di arrecare notevoli danni al villaggio e al paesaggio circostante.

C’è un modo per fermare tutto questo? Il fiume è sempre stato amico del villaggio…: cosa gli sta accadendo?

Il sindaco vorrebbe che i magici, della Luce e del Buio, mettessero in atto tutte le loro arti e capacità per fermare la furia di una natura che sembra ribellarsi, ma c’è ben poco da fare, se non rimboccarsi le mani per limitare i danni ed arginare il flusso dell’acqua. Del resto…:

“La pioggia cade, la terra s’inzuppa, frana, colma i fiumi, l’acqua straripa e invade la valle. È la Natura! (…) Crea e distrugge, proprio come noi. I suoi poteri sono i nostri poteri, ma lei è sopra di noi e ci comprende. Non possiamo combatterla.”.

Mentre gli adulti sono impegnati con questi problemi, i giovani membri della Banda capeggiata da Grisam, sono alle prese con un altro mistero, che gira attorno alla vivace e incantevole Shirley Poppy, una streghetta che racchiude in sé il cosiddetto Infinito Potere, in grado di assicurare il ciclo della vita, l’equilibrio delle cose e la stessa pace nella Valle e nel villaggio. 
Lei è la magia fatta persona; vive col padre, la zia, un topolino e un cane, ma è anche circondata da numerosi animali, che rallegrano la sua casa.
La rossa e potentissima Shirley ha trovato, nascosto nel laboratorio di sua zia, un ricettario molto, molto strano, in cui si fa cenno a spade di sale, a pezzi di cielo, a cuori di pietra e a un segreto, il Segreto del Bosco.
Cos’è questo segreto? La sola parola basta a raddrizzare le antenne della curiosità delle gemelle, Pervinca e Vaniglia, e dei loro amici della Banda del Capitano, tutti prontissimi ed eccitati all’idea di essere coinvolti in una serie di mirabolanti avventure.
Sarà pericoloso, i ragazzi lo sanno - come lo sa la preoccupata e sempre presente fatina Felì - ma ciò che vedranno e impareranno li ripagherà di ogni ferita e paura.

Ritroviamo Pervinca (Vì), sempre così pragmatica, un po’ maschiaccio, restia ad ogni forma di sdolcinatezza e sentimentalismo (ma un cuoricino ce l’ha anche lei e batte per il bel Grisam!), e la dolce Vaniglia (Babù), una signorina sognante, di buon cuore, romantica e che sospira d’amore aspettando il ritorno del suo Jim.
E poi ci sono gli altri amici, la piccola Sophie, l’intellettuale Acanti con la “eVVe” moscia, la vivace Flox…, insomma il giovane lettore vive con i suoi amici di carta un’altra esperienza magica, tra boschi incantati, topolini curiosi, strani ingredienti da ricercare, frasi misteriose da completare, e piccoli incantesimi che all’occorrenza trasformano tutti loro in animaletti veloci e coraggiosi.

Shirley è un personaggio molto carino: libera, indipendente, sembra una ragazzina ma in realtà ha la saggezza di un’adulta; trasmette sicurezza ai suoi amici, è sempre pronta a proteggerli ma soprattutto ad insegnar loro il rispetto per il mondo che li circonda, per gli animali come per la natura, che va ascoltata, rispettata perché siamo noi ad aver bisogno di lei, non il contrario.

Il mondo di Fairy Oak ha sempre quell’incanto fiabesco che fa sognare, immergendo il lettore in un luogo in cui tutto è magico e colorato, dove le casette sono adorabili e al loro interno si respirano profumi di dolcetti deliziosi dai nomi e dagli ingredienti improbabili ma buonissimi; dove fiori, piante, animali… si animano e vivono di vita propria sotto gli occhi curiosi e stupiti dei giovanissimi personaggi creati da Elisabetta Gnone. L’amicizia è un elemento imprescindibile, che lega Vì e Babù ai loro inseparabili compagni di ventura, tutti caratterialmente differenti, tanto buffi quanto altruisti e generosi.

Adatto soprattutto a lettori molto giovani (dagli 8 anni), con il suo stile piacevolissimo, molto scorrevole, il linguaggio semplice e preciso, l’ambientazione da favola, personaggi giovanissimi pieni di voglia di giocare, divertirsi e scoprire i piccoli grandi misteri che colorano le loro giornate; ad arricchire questa edizioni ci sono le illustrazioni coloratissime, con disegni molto belli e ben fatti. 
Una lettura che riesce a regalare momenti di svago e spensieratezza anche a una lettrice adulta come la sottoscritta ^_-

Ringrazio la C.E. Salani per la copia e presto vi parlerò del seguito…: “Flox sorride in autunno”.

Musica e citazioni letterarie (#3)



Citazione letteraria di Claudio Baglioni che fa da apertura alla sua canzone "Gli anni della gioventù" (album "Con Voi"):


Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Lorenzo De' Medici

...
da Claudio leggermente modificata in...:

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tutta via,
del doman non v’è certezza,
chi vuol esser, lieto sia!
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-2995>




lunedì 26 giugno 2017

Recensione film: 12 ANNI SCHIAVO (Steve McQueen) // PALME NELLA NEVE (Fernando González Molina)



Avete visto qualche film interessante di recente e che magari mi consigliereste?
Sono sempre alla ricerca di "cose belle" da vedere, oltre che da leggere ^_-

Oggi vi segnalo un paio di film che ho gradito, diversi tra loro per genere, contesto storico di riferimento ecc..., eppure aventi in comune un elemento fondamentale: uomini che rendono schiavo il prossimo, umiliandolo e ritenendolo inferiore a motivo del colore della sua pelle.

Il primo film è tratto da un'autobiografia (12 Years A Slave), pubblicata a metà dell’Ottocento, che rese note le drammatiche vicende di Solomon Northup, il quale trascorse 12 anni in schiavitù in diverse piantagioni della Louisiana, pur essendo legalmente un uomo libero.

La pellicola ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi, tra cui tre Oscar (Miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attrice non protagonista a Lupita Nyong'o).

12 ANNI SCHIAVO


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Regia: Steve McQueen.
Cast: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Brad Pitt, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Sarah Paulson, Paul Giamatti, Lupita Nyong'o, Dwight Henry.


Siamo nel 1841, prima della guerra di secessione, e Solomon Northup, talentuoso violinista di colore, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs (nello Stato di New York) con la propria famiglia - la moglie Anne e i figli Margaret e Alonzo.
Un giorno però viene avvicinato da due falsi agenti di spettacolo che gli offrono un lavoro; in realtà essi sono trafficanti di schiavi: rapiscono Solomon, gli tolgono i documenti e lo portano in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853, cambiando per tre volte padrone e lavorando principalmente nella piantagione di cotone del perfido schiavista Edwin Epps.

Solomon inizialmente cerca di ribellarsi a quello che, ora dopo ora, sembra diventare purtroppo il suo destino, gridando a gran voce il proprio nome e la propria condizione legittima di uomo libero..., ma riceve solo frustrate e umiliazioni, e deve anche accettare un nuovo nome (Platt), come a ricordargli di scordarsi la sua "vecchia vita".

Il primo padrone cui viene venduto è William Ford, predicatore battista e proprietario di una piantagione; questi non è un uomo crudele, anzi è un timorato di Dio e cerca di trattare con umanità gli schiavi; purtroppo, Ford cede Solomon al proprio dipendente John M. Tibaut (pur avendo su Solomon dei diritti, in quanto Tibaut non aveva potuto pagare per intero la somma per comprare lo schiavo) e questi si rivela essere molto malvagio e cinico; il protagonista rischia anche di morire a causa sua ma Ford viene in suo aiuto; i guai non sono finiti e Tibaut successivamente vende Platt ad un proprietario più meschino e folle più di lui: Edward Epps.

Epps, interpretato da un (sempre *_*) favoloso Fassbender, è davvero crudele e spietato con i suoi "negri"; ha sempre la frusta in mano per colpire a sangue, e con tutte le energie che ha, le loro schiene straziate; nella storia di Solomon c'è un altro personaggio di cui, per un tratto, seguiamo le dolorose vicissitudini, ed è la giovanissima Patsey, che è morbosamente oggetto delle attenzioni violente e perverse del padrone schiavista: abusa costantemente di lei, infatti, scatenando le ire e le gelosie della moglie, che quanto a sadismo non gli è da meno, e a causa sua assistiamo a scene drammatiche e di intensa malvagità nei confronti della povera schiava, che ne subisce di tutti i colori...

Molto forte è, in particolare, una scena in cui Patsey viene punita più atrocemente del solito: legata ad un albero, nuda, Epps costringe Solomon a frustarla ma quando si accorge che l'uomo vi mette decisamente poca energia, prende la frustra e ci pensa lui..., lacerando la pelle della povera vittima senza pietà.

Presso Epps, Northup resta circa dieci anni e solo grazie all'arrivo di un carpentiere, di nome Samuel Bass (un canadese abolizionista, cui dà il volto Brad Pitt), al quale per la prima volta racconta tutta la sua storia, nel povero Solomon si riaccende la speranza di poter uscire da quell'inferno.

Questo film racconta con realismo e intensità, a mio avviso, la storia di Solomon Northup, la sua disperazione, l'impotenza di fronte a ciò che gli stava accadendo e al quale non riusciva a ribellarsi, pur provandoci; racconta la sua lotta non solo per sopravvivere, ma anche per conservare la propria dignità. 

A me fa sempre un certo effetto e mi colpisce tanto vedere questo genere di film in cui l'essere umano, perdendo ogni umanità, rende il proprio simile suo schiavo, trattandolo come un oggetto, senza provare una briciola di misericordia, di empatia, di pentimento, di rimorso per le proprie azioni aberranti.
Non ho letto il libro, ma mi pare di poter dire - stando alle informazioni che circolano in web - che il film sia piuttosto fedele nel riportarci l'incredibile e terribile esperienza vissuta da Solomon, e non si può non provare tanta rabbia davanti a questa ingiustizia.
Secondo il mio giudizio, è uno di quei film fatti bene che si è meritato i premi ricevuti.



Il secondo film è Palme nella neve, tratto dal romanzo di Luz Gabas (Ed. Mondadori), che, sullo sfondo della realtà coloniale in Guinea, ruota attorno alla storia commovente di un amore proibito ed esotico.


domenica 25 giugno 2017

Novità editoriali (Ed. Leucotea - indies g&a - WLM Edizioni)



Buona domenica, amici!
Non sono a casa questo week end, quindi ho programmato giusto qualche post, in particolare di segnalazioni.

Comincio da un romanzo che esaspera la naturale condizione dell'uomo: perché se tutto può andare per il verso sbagliato, quasi sicuramente accadrà. L'opera, seppur inventata, tratta in alcuni casi argomenti ed emozioni vissuti in prima persona dall'autore.


TI FARANNO DEL MALE
di Andrea Ferrari



Edizioni Leucotea 
Pagine: 106
Prezzo: 
12.90 euro (cartaceo)
5.99 euro (e-book)



Andrea vive in un appartamento protetto del servizio di salute mentale, dentro cui trascorre le proprie giornate quando non lavora come magazziniere o riflette sulla sua condizione vagando per la città. Ormai le donne sono per lui una chimera, non coltiva amicizie e ha una condizione economica precaria. 
L'uomo è rinchiuso in se stesso e affranto; neanche la pubblicazione del suo primo romanzo, gli dona speranza. Dopo essersi ritrovato, suo malgrado, a vivere in tre diversi ospedali psichiatrici, l'arrivo di Carolina cambierà la sua vita. 
Questa ragazza dalle vedute antisemite e dai comportamenti particolari, lo condurrà verso situazioni difficili da affrontare.


Breve estratto 


Ero uscito fuori a correre, era il cinque febbraio, sono dovuto rientrare perché l’aria mi perforava i polmoni, il freddo era una specie di morsa. “Meglio”, pensai, così posso tornare nella mia stanza, davanti al computer portatile, a eiaculare in santa pace. In quel periodo la mia mente prediligeva le webcam girls; queste ragazze, per la maggior parte straniere, che esponevano i loro corpi attraverso un monitor. Donne incantevoli dai capelli tinti di vari colori, qualche piercing, a volte ricoperte di tatuaggi e con il basso ventre in perenne esposizione. Ricordo che puntavano la videocamera esattamente sui loro punti forti, per poi rimanere voltate verso lo schermo e gestire la stanza dove si conversava, incitando a fornire loro moneta virtuale e ignorando o escludendo dalla camera chi poneva richieste senza aver pagato.Quella sera, erano le ventuno circa, sono tornato in casa dopo poche decine di metri. Indossavo una maglia elastica e traspirante, adatta alla corsa; il cielo ero nero, illuminato da quei pochi lampioni che si presentavano sotto casa mia, per poi sprofondare nell’oscurità più assoluta la, nei campi. Dannata casa. Mi trovavo ancora in un appartamento protetto, a vivere a contatto con persone a me estranee e sulla cui sanità mentale si potrebbe avere da obiettare.



Proseguo col segnalare la raccolta Stanze sul mare di Franco Iannelli, di recente entrata a far parte della collana indies g&a e disponibile in versione digitale sugli store di Amazon e Kobo.
I protagonisti dei racconti che ne fanno parte sono rifiutati dal mondo, altri invece fuggono dal mondo, e tutti cercano con ostinazione un barlume di vita autentica nel disordinato grigiore quotidiano. Tema ricorrente è la perdita del lavoro e l’apertura successiva su mondi di desolazione, ma anche su nuovi itinerari di ricerca esistenziale.


STANZE SUL MARE
di Franco Iannelli


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Una donna in carriera abbandona il lavoro e il successo professionale e in una giornata gelida arriva su una spiaggia dell’Adriatico dove vorrebbe sentire di nuovo le cose o farsi capire da chi vive dall’altra parte del mare e soffre la durezza di guerre e incomprensioni.
Un ragazzo triste e solitario, in rivolta contro tutto, in una biblioteca di quartiere politicamente corretta cancella con il bianchetto le parole superflue dei libri, per liberare la vita dalle finzioni e dalle parole inutili.
Un uomo sposato abbandona famiglia e amici per tornare su un’isola vulcanica e mettere a confronto la natura selvaggia con le immagini crudeli dei quadri di Francis Bacon che non riesce dimenticare.
Un giovane bizzarro e sconclusionato, pieno di problemi con la giustizia, rimpiange la lontananza del fratello affermato nel lavoro, che forse lo ha iniziato alle droghe, e sogna l’amore, una ragazza cui potersi presentare con spavalda sicurezza.
Sono alcuni dei protagonisti dei racconti veloci, intensi, dolorosi, e talvolta comici, di Franco Iannelli. Persone sull’orlo: il mondo non li vuole o loro non vogliono il mondo. Persone che cercano con testardaggine un senso e un barlume di vita autentica nel disordinato grigiore quotidiano.E davanti agli occhi e all’anima, il mare, sogno perpetuo o brutale schiaffo in faccia, approdo liberatorio o muro insormontabile di fronte agli itinerari di fuga. Come per il piccolo protagonista dei “Quattrocento colpi” di François Truffaut che, finalmente arrivato al mare tanto desiderato e mai visto, torna indietro e guarda sconsolato gli spettatori.




Termino con l'uscita del romanzo noir Musical 80, vicenda di un commissario varesino in azione tra Urbino e Roma, che immerge il lettore nei ricordi di musica, cinema horror e soft/core e società degli anni 80 con un taglio ironico e dissacrante.







Musical 80 
di Nicola Gervasini 



Casa editrice: WLM Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2017
Pagine: 206 
Prezzo: € 17,00 
Genere: giallo/noir/poliziesco
 Anni 80: gli anni delle musica di plastica, delle attrici maggiorate nei film soft-erotici, degli splatter, dei politici pronti ad arraffare tutto prima del terremoto di Mani Pulite e della crisi economica degli anni novanta. Anni visti con sospetto da tutti, ma non dal commissario Paolo Manfredi, costretto a rovistare nella vera essenza di quel decennio per risolvere il suo primo caso di omicidio. 
Al Teatro Sanzio si sta allestendo Musical 80, opera su musica e costumi dei tempi, quando una delle attrici viene trovata morta nel suo appartamento di Fossombrone. Manfredi intraprende così un viaggio nella vita di una ex attricetta nota con il nome di Zara Blacks. 
Un percorso che da Urbino e i suoi vicoli arriva fino ai salotti dei politici romani e alle mura della Rocca di San Leo. Svogliato, superficiale, non sempre politically correct, e con un evidente conflitto da risolvere con il mondo femminile, Manfredi, originario di Varese, è un uomo che vive con il rimpianto di una carriera di scrittore mai veramente tentata, un matrimonio appena fallito, e un quotidiano impegno a non cadere negli stereotipi. 
Gli stessi che da tempo condizionano la visione di un decennio che forse non fu poi così frivolo e scanzonato.
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