venerdì 11 ottobre 2024

LA RAGAZZA CHE RUBAVA LE STELLE di Brunonia Barry [ RECENSIONE ]



Zee è una psicoterapeuta con una situazione famigliare da sempre complicata; quando un tragico evento in ambito professionale sembra coincidere con un altro personale (accaduto quindici anni prima), la donna va in crisi, non sa più ciò che vuole e cosa la fa stare bene.
Ha bisogno di ritrovare la sua bussola interiore e di imparare a leggere e affrontare ciò che le accade cercando di non smarrire la strada, proprio come i naviganti si orientano in mare aperto anche solo guardando le stelle in cielo.



LA RAGAZZA CHE RUBAVA LE STELLE
di Brunonia Barry



Garzanti
trad. A. Mantovani
396 pp
Zee Finch vive a Boston con il suo fidanzato Michael e lavora come psicoterapeuta presso lo studio della psicologa e sua amica Liz, presso la quale in passato è stata in analisi.

Quando Zee aveva tredici anni, sua madre Maureen si tolse la vita, dopo aver trascorso anni tormentati in balia del  disturbo bipolare da cui era affetta; il matrimonio tra i suoi genitori non è stato dei più felici e, nonostante non si fossero mai lasciati, negli ultimi tempi (prima che Maureen si suicidasse) tra i coniugi c'era freddezza e distanza, anche perché il padre di Zee (un intellettuale molto colto, amante della letteratura ed in particolare di Hawthorne) aveva il cuore impegnato per un'altra persona...

Adesso, dopo tanti anni da quell'evento che ha sconvolto la sua vita e l'ha influenzata (la scelta di dedicarsi agli studi in psicologia non è stata di certo casuale), Zee potrebbe ritenersi una donna ormai risolta, sufficientemente equilibrata e serena.
Se non fosse che... nulla sta andando per il verso giusto, ultimamente.

Il rapporto con Michael (l'uomo perfetto, a detta di chiunque lo conosca) si sta sgretolando e lei non è più sicura di volerlo sposare.
Suo padre ha il Parkinson, non fa che aggravarsi di settimana in settimana e l'incubo dell'Alzheimer è dietro l'angolo, con tutto ciò che questo comporta.
Sul lavoro, accade una tragedia inaspettata che getta - al pari del suicidio materno - Zee in un vortice di confusione e crisi esistenziale e professionale: una sua paziente (Lilly Braedon, giovane madre e moglie) si toglie la vita.

Questo suicidio la riporta indietro nel tempo perché Zee vede in Lilly delle analogie con la personalità della propria madre.
Lilly era una ragazza con trascorsi difficili e che, nel corso delle sedute, le aveva confidato di avere una relazione adulterina con un uomo che, però, non era proprio uno stinco di santo.


Zee comincia a maturare dei dubbi su cosa possa essere realmente accaduto alla sua paziente e cerca di vederci chiaro: fare luce sulla morte di Lilly diventa un'opportunità per capire la verità sul proprio passato irrisolto, sul tipo di legame che univa i suoi genitori.


Zee deve affrontare questo percorso da sola, ma in realtà non può non chiedere aiuto quando ne ha bisogno: il suo capo Liz, che è anche sua amica e confidente, resta un importante punto di riferimento per la donna, che confrontandosi con l'altra ha modo di riflettere su stessa, sul proprio rapporto con la figura materna (i desideri di Maureen, i suoi malesseri, quanto la sua malattia psichiatrica ha inciso sulla crescita e sulla personalità di Zee, che era solo una bambina...) e di interrogarsi sulle proprie reazioni, su ciò che desidera per sé stessa; c'è Melville, un "amico speciale" del padre, che è anche tanto caro alla stessa Zee, come una seconda figura paterna su cui lei sa di poter fare affidamento in ogni situazione e per ogni difficoltà.

E poi, a un certo punto, le stelle le mettono sul cammino un giovanotto affascinante che lavora su una nave nella baia della magica e affascinante Salem (la città delle streghe e dei pirati) e che diventa importante per lei, anche in vista della "soluzione" della morte di Lilly.


"La ragazza che rubava le stelle" è un romanzo che parte un po' lentamente per diventare più interessante via via, quando man mano ci addentriamo nei particolari della storia famigliare e personale della protagonista e quando viene fatta chiarezza sulle complesse dinamiche in cui era coinvolta Lilly.

Mi è piaciuta l'ambientazione perché Salem è sicuramente una località con una storia intrigante e ricca di fascino, e lo sono anche i riferimenti alla navigazione e al sapersi orientare in mare tramite le stelle; ho apprezzato pure l'attenzione alle relazioni famigliari, in special modo, al legame figlia-madre (con quest'ultima affetta da gravi disturbi psichiatrici), a quello figlia-padre (con un padre tormentato da sensi di colpa e che sviluppa negli ultimi anni una malattia degenerativa, che gli toglie forze fisiche e mentali), al legame psicologo-paziente.

Un romanzo che avevo in libreria da anni e che ho trovato piacevole; certo, la prima metà del libro non posso dire di averla divorata, anche perché, come dicevo, la trama si fa più vivace e imprevedibile man mano; mi è piaciuta comunque la scrittura dell'autrice: evocativa, profonda (come lo sono i suoi personaggi, per nulla banali e, anzi, molto complessi e sfaccettati), con elementi originali e avvincenti.

Promosso :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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