sabato 12 aprile 2025

[ RECENSIONE ] MARINA di Carlos Ruiz Zafôn



Per le strade, le piazze e i luoghi più nascosti di una Barcellona degli anni '70, affascinante ed enigmatica, si intreccia una storia di mistero, amore e oscuri segreti che emergono dal passato, sconvolgendo il presente di un adolescente solitario e in cerca di avventure ed emozioni.


MARINA
di Carlos Ruiz Zafôn



Ed. Mondadori
trad. B. Arpaia
306 pp
Vi è mai capitato di essere per strada e di sentirvi irresistibilmente attratti da una melodia, un rumore, delle voci indistinte udite in lontananza, e di dirigervi, curiosi e timori insieme, verso la fonte di questo suono?

È ciò che accade al protagonista di questo particolare e ammaliante romanzo di Zafón (la sua prima pubblicazione): nel 1979 Óscar Drai ha quindici anni, studia in collegio ed è sostanzialmente un tipo solitario e con una spiccata vena decadente, malinconica.
Ama ammirare la bellezza dell'edificio in cui vive, gustando la magia del tramonto del sole ogni pomeriggio, e passeggiare da solo per le strade di Barcellona, sognando ad occhi aperti e facendo volare la propria fervida immaginazione.

Un pomeriggio di settembre, prima di tornare in collegio, accade qualcosa di diverso, che segnerà l'inizio di una vera e propria avventura, ricca di emozioni ma anche di pericoli.

Mentre sta camminando col naso all'insù, ammirando residenze antiche e palazzi, una musica melodiosa lo attira, conducendolo fino alle finestre di una grande casa. 
All'interno, un vetusto grammofono suona una canzone per voce e pianoforte. 
Curioso seppur esitante, il ragazzo si attarda ad ascoltare la musica, fino a quando non vede una figura che gli si avvicina; spaventato, fugge, portando con sé un oggetto che non gli appartiene: un bellissimo e brillante orologio da taschino.

Óscar non è un ladro e questo "furto involontario", frutto di un momento di imbarazzo (è entrato in casa altrui senza permesso) e di indefinibile paura, lo mette molto a disagio, così decide di tornare in quella dimora e restituire il maltolto.

Ad accoglierlo c'è il gatto nero, dall'aria diffidente e snob, che c'era anche il giorno prima, ma non solo: entrando nuovamente in casa incontra i proprietari, vale a dire i Blau.

Germàn Blau,  pittore, vedovo inconsolabile, è il padrone di quella villa che, dall'esterno, sembra quasi disabitata, e vive lì con la figlia adolescente Marina.

Questo primo incontro sarà l'inizio di una vera e propria frequentazione fra i tre, perché Óscar comincerà a recarsi in casa Blau praticamente tutti i giorni, non riuscendo a fare a meno di Marina, della sua innocente bellezza, della sua intelligenza, della sua acuta ironia, della sua compagnia stimolante.

Con lei riesce a non sentire la solitudine che lo avvolge quando è in collegio; i due chiacchierano molto e sono entrambi due ragazzi curiosi.

La loro curiosità li porta dritti al cimitero di Sarrià, in cerca di brividi ed emozioni, e da lì a poco realizzano che di brividi ne proveranno e molti: mentre sono in giro osservando lapidi e iscrizioni funerarie, si accorgono di un'ombra, o meglio di una figura femminile vestita di nero che, dopo aver lasciato una rosa su una lapide anonima - decorata unicamente dal simbolo di una farfalla nera - va via, scomparendo tra i vicoli bui di Barcellona.

Questo inseguimento è solo il primo passo di un'avventura che durerà mesi e che vedrà Marina e Óscar addentrarsi in luoghi tenebrosi e sconosciuti e nelle vie più cupe, sinistre e minacciose di una Barcellona ricca di leggende e di segreti inquietanti, paurosi, di cui sono protagoniste persone le cui esistenze sono state segnate da eventi funesti, drammatici, angoscianti e densi di enigmi che sussurrano di restare come sono: nascosti, celati agli occhi e alle orecchie del mondo, che resterebbe inorridito se solo sapesse...


Ma i due giovani amici non sanno starsene buoni e tranquilli: sono fatti per l'avventura, per la ricerca caparbia e impavida di verità, e i fatti e i personaggi di cui verranno a conoscenza sono incredibili, fuori dall'ordinario, rasentano il paranormale, e Óscar stesso, un domani, dubiterà di essere stato effettivamente testimone e conoscitore di quegli avvenimenti e individui.

Codesti personaggi sono uomini e donne dal vissuto singolare, dotati di capacità inusuali e di ambizioni pericolose.

Incontreremo il dottor Shelley, medico ormai anziano che, molti anni prima, ha lavorato per un certo Michail Kolvenik, sulle cui losche attività ha per anni, e inutilmente, indagato l'instancabile e mai rassegnato ispettore di polizia Victor Florián.

Attraverso la loro voci conosceremo, appunto, Kolvenik, un individuo con un passato contrassegnato da dolore e morte, che si renderà protagonista di oscuri esperimenti medici che sfidano l'etica e il comune senso del rispetto per la vita e la morte; sapremo anche di sua moglie Eva Irinova, artista talentuosa ma sfortunata.

Il lettore si pone al fianco di Óscar e Marina e con essi va in giro per le strade di una città bellissima proprio per il suo essere decadente, avvolta da un alone magico, stregato, con i suoi vicoli tetri, i palazzi e i giardini immensi e abbandonati, il cimitero silenzioso ma, al contempo, abitato da voci lontane, ricordi, sentimenti, illusioni, sogni mai realizzati.


Le esperienze cui vanno incontro, un po' da incoscienti, i due amici sono dense di pathos perché associate a storie del passato (dal dopoguerra in poi) che contengono elementi spaventosi, dalle sfumature gotiche, quasi horror, in quanto hanno a che vedere con il delirio di onnipotenza di persone che credono di poter disporre del corpo e dell'esistenza altrui, per dimostrare a sé stessi e al mondo che, grazie al loro ingegno e ad un'ambizione senza freni e limiti, possono fare ciò che appartiene solo alla divinità: dare e togliere la vita (la strizzatina d'occhio al Frankestein di Shelley c'è).

La narrazione procede a un ritmo via via sempre più incalzante man mano che Óscar e Marina si addentrano nelle viscere non solo di una storia sbalorditiva e mostruosa (letteralmente...) ma anche della loro amata Barcellona, che non smette mai di essere il teatro ideale per le prodigiose e lugubri verità che emergeranno progressivamente.

E anzi, possiamo dire che Barcellona diviene, a buon diritto, anch'essa protagonista, con i suoi segreti, le sue leggende e la sua atmosfera crepuscolare, alcune volte fosca, altre malinconica, ma comunque sempre piena di seduzione proprio perché criptica, occulta, indecifrabile.

Come precisò lo stesso Zafòn, Marina è un romanzo difficile da classificare perché contiene elementi appartenenti a più generi narrativi: thriller, gotico, horror, avventura, e potremmo inserirlo, in generale, nella "narrativa per ragazzi".

Leggerlo è stata una vera e propria immersione in una cornice oltremodo suggestiva, dark, intrisa di arcani da svelare, di un pizzico di orrore ma anche di romanticismo, e infine di una dolce e struggente malinconia, soprattutto in riferimento al finale.

Zaf
òn è (stato, ahinoi) uno scrittore abile nel creare trame intricate, originali, ricche di colpi di scena che tengono alta la tensione dalla prima all'ultima pagina, sapendo rendere l'ambientazione scelta molto evocativa, ammaliante, grazie a descrizioni dettagliate e incisive.

Mi è piaciuto il personaggio di Óscar, un ragazzo sveglio ma timoroso che, grazie all'incontro con Marina - con la sua bellezza sfuggente e inconsapevole, i sorrisi ora maliziosi ora ingenui, la sua sincerità - riesce a tirare fuori un'audacia che forse non sapeva neppure di avere.

Carlos Ruiz Zafòn è uno scrittore che voglio assolutamente approfondire, la sua prosa raffinata e poetica mi piace moltissimo.

8 commenti:

  1. Di Zafon avevo letto solo il celeberrimo L'ombra del vento e ricordo che mi era piaciuto un sacco. Anche io voglio leggere altro di lui e credo che comincerò proprio da quello che hai recensito tu.

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    1. Io lessi, ormai diversi anni fa, "il gioco dell angelo" e trovai la penna di Zafòn magnetica e affascinante.
      Voglio leggere anche io l' ombra del vento e poi gli altri romanzi della tetralogia IL CIMITERO DEI LIBRI DIMENTICATI

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  2. Ciao Angela, ho letto questo romanzo qualche anno fa ma, pur avendolo apprezzato, penso che la sua opera migliore sia "L'ombra del vento", che mi ha davvero appassionata :-)

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  3. Sì, immagino che questo non sia probabilmente il migliore tra i suoi scritti, però si può già apprezzare lo stile e l' ambientazione.
    Ciao Ariel ಡ⁠ ͜⁠ ⁠ʖ⁠ ⁠ಡ

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  4. Ciao Angela, devo ammettere di non aver mai letto i libri di Carlos Ruiz Zafôn. Ne ho sempre sentito parlare bene e la tua recensione conferma i giudizi positivi sull'autore.
    Un abbraccio e buona domenica 😘

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    1. È un autore meritevole di attenzione. Peccato non poter leggere nuovi romanzi (⁠╯⁠︵⁠╰⁠,⁠)
      Buona domenica 😘

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  5. Ciao. Questo libro l'avevo letto quando uscì. Non lo ricordo bene, è passato del tempo e molti particolari li ho dimenticati.

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    1. Eh lo capisco.
      Anche Il gioco dell' angelo, letto molti anni fa, la ricordo moooolto poco. Ricordo solo che mi piacque (⁠ ⁠╹⁠▽⁠╹⁠ ⁠)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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