Prossimi arrivi Neri Pozza.
Ritratto di un matrimonio
di Robin Black
Ed. Neri Pozza trad. C. Brovelli 256 pp 17 euro |
Trama
Augusta e Owen sono sposati da così tanto tempo da essere ormai «un’unica creatura» solitaria e separata dal resto del mondo.
Da poco vivono in campagna, in una fattoria dove la terra è un luccichio di foglie dal suolo fino al cielo, e i laghi sono così perfettamente rotondi che sembrano usciti da un libro di fiabe. Augusta è una pittrice, ha gli occhi azzurri sotto le sopracciglia nere e un’avvenenza che suggerisce forza e potenza.
Owen è uno scrittore, ha quarantotto anni ma pare ancora un ragazzo, con i capelli lunghi che gli cadono sul viso e i maglioni che sembrano presi in prestito dal padre.
Augusta e Owen vivono in una vera e propria «enclave creativa» da quando Alison, una pittrice, ha preso in affitto la casa di fronte alla loro. Minuta, il viso sorridente, le guance tonde, gli occhi grigio chiaro che sembrano d’argento come i capelli, Alison si è rifugiata in campagna attratta dall’idea di avere degli artisti come vicini.
Abitare un’antica fattoria, dipingere ogni singolo scorcio di un luogo incantato, scrivere in un granaio su un’amena collina, essere «un’unica creatura»: la felicità sembrerebbe la condizione naturale di Augusta e Owen se… se i due osassero soltanto portare alla luce i folletti maligni che li sbeffeggiano dall’ombra e li sfidano a farli uscire.
La ragione vera del trasferimento della coppia in campagna non ha, infatti, nulla a che vedere con il coronamento del loro idillio, ma con la sua sfiorata fine, precisamente con il tradimento di Augusta, o meglio di Gus, come la chiama Owen. Un tradimento consumato anni prima con il padre di un’allieva, e rimasto una presenza costante nella loro vita. Gus ha commesso l’errore di confessarlo a Owen, con l’incauta passione di chi è convinta di purificarsi e dimentica che forse sta corrompendo chi ascolta. Da allora Owen è l’uomo che sa troppo, lo scrittore che ha in testa un opprimente pensiero fisso. Per questo trascorre giornate intere nel granaio e ne esce con l’aria afflitta.
Augusta e Owen vivono in una vera e propria «enclave creativa» da quando Alison, una pittrice, ha preso in affitto la casa di fronte alla loro. Minuta, il viso sorridente, le guance tonde, gli occhi grigio chiaro che sembrano d’argento come i capelli, Alison si è rifugiata in campagna attratta dall’idea di avere degli artisti come vicini.
Abitare un’antica fattoria, dipingere ogni singolo scorcio di un luogo incantato, scrivere in un granaio su un’amena collina, essere «un’unica creatura»: la felicità sembrerebbe la condizione naturale di Augusta e Owen se… se i due osassero soltanto portare alla luce i folletti maligni che li sbeffeggiano dall’ombra e li sfidano a farli uscire.
La ragione vera del trasferimento della coppia in campagna non ha, infatti, nulla a che vedere con il coronamento del loro idillio, ma con la sua sfiorata fine, precisamente con il tradimento di Augusta, o meglio di Gus, come la chiama Owen. Un tradimento consumato anni prima con il padre di un’allieva, e rimasto una presenza costante nella loro vita. Gus ha commesso l’errore di confessarlo a Owen, con l’incauta passione di chi è convinta di purificarsi e dimentica che forse sta corrompendo chi ascolta. Da allora Owen è l’uomo che sa troppo, lo scrittore che ha in testa un opprimente pensiero fisso. Per questo trascorre giornate intere nel granaio e ne esce con l’aria afflitta.
Per questo la sua scrittura si è raggomitolata su se stessa per poi morire.
Per fortuna, però, ora è giunta nell’enclave Nora, la figlia di Alison, il corpo longilineo, i capelli biondi legati, una versione Modigliani della madre che tuttavia, diversamente dalla lei, non dipinge ma ama la letteratura e, in modo particolare, la scrittura di Owen: un genio, per lei, una fonte di ispirazione, un autore sottovalutato, destinato a elogi postumi.
Per fortuna, però, ora è giunta nell’enclave Nora, la figlia di Alison, il corpo longilineo, i capelli biondi legati, una versione Modigliani della madre che tuttavia, diversamente dalla lei, non dipinge ma ama la letteratura e, in modo particolare, la scrittura di Owen: un genio, per lei, una fonte di ispirazione, un autore sottovalutato, destinato a elogi postumi.
Magnifico ritratto di un matrimonio d’amore con tradimento, il romanzo di Robin Black ha ricevuto al suo apparire un’entusiastica accoglienza da parte di critica e pubblico negli Stati Uniti.
«Robin Black è una scrittrice di grande sapienza, illumina, senza inutile enfasi, la fragile complessità delle storie personali… Questo romanzo è pervaso di inquietudine, esattamente come la vita».
The Guardian
«La potenza di questa storia sta nel come mostra, nel più piccolo dettaglio, il complicato vis-à-vis di una coppia nel tentativo di salvare il proprio matrimonio dopo un tradimento».
The Guardian
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«La potenza di questa storia sta nel come mostra, nel più piccolo dettaglio, il complicato vis-à-vis di una coppia nel tentativo di salvare il proprio matrimonio dopo un tradimento».
O: The Oprah Magazine
L'autrice.
Robin Black ha scritto una raccolta di racconti If I loved you, I would tell you this finalista al Frank O’Connor Short Story Award. Ritratto di un matrimonio è il suo primo romanzo. I suoi articoli, racconti e saggi sono apparsi in numerose riviste, tra cui O: The Oprah Magazine, The New York Times Magazine e The Southern Review. Vive a Filadelfia, con la famiglia.
Robin Black ha scritto una raccolta di racconti If I loved you, I would tell you this finalista al Frank O’Connor Short Story Award. Ritratto di un matrimonio è il suo primo romanzo. I suoi articoli, racconti e saggi sono apparsi in numerose riviste, tra cui O: The Oprah Magazine, The New York Times Magazine e The Southern Review. Vive a Filadelfia, con la famiglia.
Le immutabili macchie del leopardo
di Kristopher Jansma
Ed. Neri Pozza trad. M. Togliani 272 pp 16 euro |
Trama
Immaginare di avercela fatta: non vi è soluzione migliore di questa, se si è concluso poco o niente nella vita.
Ed è quello che fa il narratore anonimo di questo sorprendente romanzo, sin da quando, tra le aule di un college, durante le lezioni di Narrativa e Poesia impartite dall’altezzoso professor Morissey all’insegna del motto «Tutta la verità dilla, ma dilla obliqua…», incontra Julian McGann, talentuoso ma tormentato scrittore, e decide di imitarlo.
A differenza di Julian, però, il nostro non soltanto non riesce a combinare niente di buono, ma perde persino ogni testo che scrive.
A soli otto anni, nel terminal di un aeroporto, mentre aspetta che la madre hostess finisca di distribuire arachidi tostate al miele a diciottomila piedi di altitudine e torni a prenderlo, conclude il suo primo capolavoro, ma un poliziotto sbadatamente lo getta nella spazzatura.
Scrive altre tre storie, ma anche quelle vanno perdute: la prima sul fondo di un lago nero, la seconda nelle mani di una donna che non ricambia il suo amore, la terza in una polverosa discarica africana, avvolta nei resti strappati e insanguinati di una giacca di tweed.
Braccato dal successo di Julian, suo grande amico e rivale, e ispirato dall’amore che prova per la bellissima Evelyn Lynn Madison Demont, attrice esclusivamente di teatro con gli zigomi alti e lo sguardo annoiato, il nostro narratore decide di avventurarsi, sotto mentite spoglie, da un capo all’altro del pianeta: dai jazz club di Manhattan ai villaggi dello Sri Lanka, dal Gran Canyon alle hall degli hotel più eleganti di Dubai, dai mercati di Kumasi ai picchi ghiacciati dell’Islanda.
Braccato dal successo di Julian, suo grande amico e rivale, e ispirato dall’amore che prova per la bellissima Evelyn Lynn Madison Demont, attrice esclusivamente di teatro con gli zigomi alti e lo sguardo annoiato, il nostro narratore decide di avventurarsi, sotto mentite spoglie, da un capo all’altro del pianeta: dai jazz club di Manhattan ai villaggi dello Sri Lanka, dal Gran Canyon alle hall degli hotel più eleganti di Dubai, dai mercati di Kumasi ai picchi ghiacciati dell’Islanda.
Alla fine, quando per colpa delle sue stesse oblique verità rischierà di perdere l’amicizia di Julian e il legame con Evelyn, capirà che le sue «macchie»,come quelle di un leopardo, non se ne andranno mai e dovrà accettarsi così com’è.
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Grazie alla perfezione dell’intreccio e all’abilità fuori dal comune nell’unire storie e aneddoti in un’unica solida trama, il romanzo di Kristopher Jansma è il cilindro da cui l’autore, come un mago, estrae Fitzgerald, Salinger, Borges e altri grandi della letteratura, regalando al lettore un’opera rara sul potere dell’immaginazione.
L'autore.
Kristopher Jansma è nato e cresciuto nel New Jersey. Si è laureato alla Johns Hopkins University e ha ottenuto un Master in Scrittura alla Columbia University. Nel 2011 alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sullo Shaking Literary Magazine, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Le immutabili macchie del leopardo è il suo primo romanzo.