
Proprio ieri ho scritto un articolo sul caso di quel bambino americano, Jackie, che a soli 10 anni
 si sente sicuro della propria identità sessuale, diversa da quella che la natura (o, per chi è credente - ed io lo sono - Dio) gli ha donato: il bambino sa di essere sessualmente maschietto... ma si sente e vuol vivere come una femminuccia...!
 si sente sicuro della propria identità sessuale, diversa da quella che la natura (o, per chi è credente - ed io lo sono - Dio) gli ha donato: il bambino sa di essere sessualmente maschietto... ma si sente e vuol vivere come una femminuccia...!
Beh, questa storia mi ha fatto immediatamente pensare ad un'altra - molto drammatica
 - che mi colpì moltissimo quando la lessi, anni fa, sulla rivista "Psicologia contemporanea".
 - che mi colpì moltissimo quando la lessi, anni fa, sulla rivista "Psicologia contemporanea".
La teoria secondo la quale la sessualità - e la conseguente identità sessuale - di ogni individuo sia un effetto della società, delle proprie norme e dei ruoli socialmente costituiti, non è affatto recente: un certo dottor John Money, famoso chirurgo di Baltimora, propugnava proprio la tesi secondo la quale l'identità di genere non dipende dagli organi sessuali, bensì dal tipo di educazione ricevuta: vieni cresciuta con bambole trucchi? Sarai una femminuccia!
Vieni tirato su con macchinine e soldatini? Sarai un maschietto!
E questo a prescindere da come sei fisicamente!




 





