martedì 9 agosto 2011

Claudio Baglioni, cantautore e scrittore: "Ora scrivo favole"...!

Il grande cantautore Claudio Baglioni, che ha da qualche mese varcato la soglia dei 60 anni, continua con fervore la propria attività artistica ed intanto allarga i propri interessi anche al campo "letterario".
Chi segue Baglioni come artista, conosce già la sua bravurae la sua capacità nello scrivere (del resto, un cantautore è già, a suo modo, scrittore e poeta...), mettendo tanto di sé, attraverso la narrazione di pensieri, riflessioni, ricordi; chi scrive ha amato molto il romanzo "Q.P.G.A.", non solo per la storia d'amore narrata - che altro non è che la stessa cantata nelle sue canzoni - ma per il modo sensibile di descrivere emozioni e personaggi, e ha quindi apprezzato la "vena letteraria" di Claudio...: non posso che attendere con ansia l'uscita di altri libri scritti da lui!

Ebbene, oltre ad essere impegnato dal punto di vista musicale (con concerti) e sociale (con O'Scià), il cantante romano ha ben pensato di "sdebitarsi" nei confronti del figlio,Giovanni.
In un'intervista rilasciata di recente, infatti, dichiara di aver desiderato di fare qualcosa per il suo unico figlio, perché sente di non avergli dato tutto ciò che avrebbe dovuto, durante l'infanzia: così ha scritto delle favole!

lunedì 8 agosto 2011

Vasco Rossi: scrivo canzoni grazie a psicofarmaci e "male di vivere"

Lo dico da subito: non sono una fan dii Vasco Rossi..., non faccio parte della schiera di suoi adoratori...
Ciò non toglie che io conosca molti suoi pezzi, quantomeno i più famosi, i più cantati anche da chi, come me, non è "fissata" per lui (la mia fissa va verso un altro cantautore...).

Detto questo, aggiungo che non ho amato nè condiviso le sue parole nell'ultima intervista - di cui uno spezzone, probabilmente il passaggio più significativo, è stato fatto vedere molte volte in tv, nei TG - e con le quali Vasco parla del suo malessere psicologico.

A me spiace sentire di tutte quelle persone che soffrono per malesseri di qualsiasi tipo e causa (fisico, psicologico, morale...) e sono solidale per quanto mi è possibile e consentito...
Di conseguenza, mi spiace anche per Vasco e per il fatto che da molti anni conviva forzatamente con psicofarmaci e che da essi debba necessariamente trovare la "forza" per andare avanti.

MA non ho condiviso - ma forse di questo, non gli si può neanche fare una vera e propria "colpa" - che egli abbia definito il proprio "problema" psicologico: "male di vivere"..., evitando, anzi contestando, la parola "depressione".

martedì 26 luglio 2011

Sapersi accontentare....





Un noto proverbio dice "Chi si accontenta, gode!", e lo ripete anche Luciano Ligabue in una sua famosa canzone ("Certe notti").
Non tutti condividono questo pensiero: se accontentarsi significa non osare, non rischiare mai, non mettersi in gioco ma restare ed arenarsi lì dove si è senza andare avanti con nuove conquiste, nuove realizzazione di sè e dei propri sogni... beh effettivamente non è proprio il massimo da augurare a se stessi o a chi amiamo.


Ma se la capacità di accontentarsi di ciò che si ha significa avere un atteggiamento sereno, di chi non si lamenta sempre di ciò che gli manca, disprezzando o non considerando ciò che invece possiede, allora credo che stiamo parlando di una bella virtù, che tutti gli uomini dovrebbero imparare ad avere.


Serenità è quella di chi, pur soffrendo delle cose che mancano, non smette di godere delle cose che ha.


E' una frase che mi ha colpita e mi ha fatto pensare proprio all'errore che molto spesso ho fatto (e che forse commetterò ancora...): non apprezzare a sufficienza le cose belle che ho e che Dio mi ha donato per concentrarmi magari su ciò che mi piacerebbe avere ma che, allo stato attuale, non ho (non parlo necessariamente di cose materiali).

domenica 24 luglio 2011

GESÚ E LA SUA CAPACITÁ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI





Tutti noi, seppure in modo diverso, abbiamo avuto modo nella nostra vita di avere relazioni con persone che vivono condizioni di disagio (psico-fisico, sociale etc…) più o meno gravi: personalmente, mi hanno spesso portato a riflettere sul modo meraviglioso che il Signore Gesù aveva di rapportarsi al prossimo, soprattutto ai “sofferenti”.
Gesù ha dimostrato di possedere delle grandi doti comunicative; Egli era (e lo è tuttora, si intende!!) dotato di un’eccezionale sensibilità e capacità di entrare in sintonia con l’altro, condividendone i dolori e offrendogli aiuto e consolazione
Egli metteva in gioco tutto Se stesso e sapeva comunicare non solo con le parole (Egli insegnava, domandava per stimolare la conversazione, esortava, rimproverava…), ma anche con gli sguardi (Mt 9:36; 14:14; Mr 10:21), i silenzi, il contatto corporeo (Mt 10:34; Mr 1:40,41)!! 
Nei Vangeli, vediamo che Gesù non è mai seccato quando qualcuno Gli si avvicina per chiederGli aiuto, anzi è pronto ad andare prima ancora che gli venga esplicitamente chiesto: “…un centurione venne da Lui,… dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò»” (Mt 8:5-7).                              Gesù non si rifiuta mai di andare verso l’altro, ma si avvicina e cammina insieme, dedica del tempo, come accade nel brano di Luca 24:13-35; al v.15 leggiamo “Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”, cioè con i due discepoli sulla via di Emmaus; Egli domanda, ascolta in silenzio e con pazienza la risposta dei due tristi discepoli e li istruisce, li esorta a riflettere, ad aprire gli occhi del proprio cuore per credere alla promesse della Parola di Dio.

RANCORE: UN'EMOZIONE CHE SI ANNIDA IN NOI

Quanto spesso ci sarà capitato (e ci capiterà ancora, molto probabilmente) di star lì a pensare a una determinata situazione o persona che genera in noi, nella nostra mente, una serie di risentimenti, e che ci spinge e pensare e ripensare sempre allo stesso fatto, senza trovarne, il più delle volte, alcuna via d’uscita per sentirci meglio, più sereni?
Tra i tanti e complessi stati emotivi che caratterizzano l’essere umano, uno dei “meno
simpatici e positivi” è il rancore.
E’ interessante notare l’etimologia di questa parola: dal latino rancere, che si riferisce ad un cibo andato a male, che ha quell’odore sgradevole e quel sapore acidulo che tutti conosciamo.
Questo livello di significato inevitabilmente ci porta a riflettere sui connotati del rancore
stesso: un sentimento che si annida in noi, nel nostro cuore e nella nostra mente e che,
a lungo andare, se non viene eliminato, “puzza”, crea ancora più amarezza, tormento,
sofferenza, acredine.

venerdì 8 luglio 2011

Le star più pagate:Angelina Jolie e Jessica Parker

Come sempre accade, anche quest'anno la rivista finanziaria Forbes non si tira indietro dal rendere noto a noi "comuni mortali" il reddito di tante star di Hollywood (in riferimento allo scorso anno)..., così, giusto per dare "i numeri" e far sentire, a confronto, le entrate di tanti di noi qualcosa di "leggermente inferiore".
Tanto per fare il primo nome: Angelina Jolie è l'attrice più pagata, seguita in ex-aequo da Sarah Jessica Parker, con 30 milioni di dollari durante l'ultimo anno.
La prima - compagna dell'affascinante Brad Pitt - sta sfruttando gli incassi del successo ottenuto con gli ultimi due film, The tourist (insieme al tenebroso Johnny Depp) e Salt (in cui la bella Angelina interpreta un'agente della Cia), che hanno superato i 280 milioni di dollari ciascuno; Sarah Jessica, a sua volta, continua a riscuotere i proventi della serie televisiva Sex and the City, di cui lei è co-produttrice; non solo il secondo film sta avendo il suo successo - anche se inferiore al primo -, ma anche le repliche della serie tv continuano ad essere trasmesse e vanno ad impinguare il già pieno portafoglio della star.
Senza contare che la Parker, grazie alla propria notorietà, sta andando alla grande anche nel settore della vendita dei profumi e dell'abbigliamento (il marchio è moda Halston): insomma, le fonti da cui prendere introiti davvero non mancano!

Scendendo nella Top Ten delle star più pagate del cinema hollywoodiano, leggiamo nomi di donne belle e famose, apprezzate dal grande e piccolo schermo: Reese Whiterspoon e Jennifer Aniston con i loro 28 milioni di dollari; Julia Roberts e Kristen Stewart con 20 milioni, passandoi per Katherine Heigl (19 milioni), Cameron Diaz (18 milioni), la simpatica Sandra Bullock (15 milioni) fino ad arrivare alla "più povera" tra le 10 stelle, Meryl Streep (10 milioni di dollari), che comunque "resiste" e continua ad essere amata e richiesta, infischiandosene del tempo che passa e tenendo degnamente testa alle bellezze giovani ed emergenti.

In totale, oltrepassiamo tranquillamente i 200 milioni...!
Le cifre lasciano sgomenti?
Non è il caso, visto che questi sono solo i guadagni di un anno...!



giovedì 7 luglio 2011

Padre Fedele: condanna per violenza sessuale

Non ha resistito, padre Fedele Bisceglia, e ha urlato tutta la propria indignazione quando ha udito la sentenza che lo condannava a 9 anni e 3 mesi di reclusione per aver stuprato una suora; ha inveito contro chi lo ha condannato e contro le suore Francescane dei Poveri che hanno testimoniato contro di lui e sostenuto la suora violentata.
Il religioso nel 2006 fu arrestato per aver violentato 5 donneche frequentavano la casa d'accoglienza, "L'Oasi dei poveri", ma al posto dell'aiuto le poverette sono state costrette a subire le violenze del frate, aiutato dal suo segretario Antonio Gaudio, che ha avuto 6 anni e 3 mesi per il medesimo reato.

La suora - che aveva dichiarato di essere stata sottoposta all'assunzione forzata di forti farmaci, in modo da renderla succube ed inoffensiva -, la quale ha avuto la forza di denunciare il proprio stupratore, ha compiuto un gesto coraggioso e importante non solo per se stessa, ma anche per le altre vittime; tutte le sue consorelle e la Madre Superiora dell'Ordine delle Suore Francescane hanno da sempre sostenuto la suora e hanno accolto con viva commozione e soddisfazione la lettura della sentenza dai giudici del Tribunale di Cosenza, sostenendo che questa è una "vittoria" per le donne vittime di violenze, tanto più perché si tratta di persone che già vivono situazioni di disagio e che devono essere aiutate e non maltrattate ed offese nella propria dignità di persone.

Il frate ha quindi avuto, davanti alla condanna per questo stupro, parole di rabbia, appellandosi all'arcivescovo Monsignor Nunnari e affermando la propria innocenza ed onestà.
La condotta "bizzarra" e fin troppo vivace, da sempre tenuta da padre Fedele, in particolare in riferimento alla sfrenata passione per il calcio (che gli costò l'espulsione dall'ordine religioso), non è mai stata una novità ed è stata anche usata dall'accusa durante il processo.



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