lunedì 26 novembre 2012

Recensione | LA PARETE di Marlene Haushofer



Terminata la lettura de "La parete" di Marlene Haushofer, eccomi qui a condividere il mio pensiero con voi!


La parete è il diario di una donna che a seguito di un evento inspiegabile
- una parete trasparente che circonda alcune montagne - rimane isolata dal resto del mondo.
L 'autrice descrive con intensa attenzione la sua modificazione interiore e fisica nel vivere un quotidiano denso di fatiche e di paure, il suo stare all'essenza delle cose e riscoprire un'autonomia e una valorizzazione di sé quasi dimenticata.
Nella solitudine si apre all'amore per la natura, per gli animali, per se stessa
abbandonandosi a nuove gioie, sensazioni, emozioni che sente profondamente sue; nella solitudine rivisita il suo passato, i ricordi più belli
ma anche il malessere e l'estraneità che già esistevano ma solo ora affiorano e la portano a una consapevole pacificazione.



Questo breve romanzo è considerato un "libro-culto" dai lettori di lingua tedesca ed è di certo una lettura particolare, che però potrebbe non incontrare il gusto di tanti.
E' un libro "intimistico", scritto sotto forma di cronaca-diario personale; la narratrice è la protagonista stessa, della quale mai sapremo il nome, che ci narra la propria avventura tra le montagne, un'avventura alquanto singolare, se vogliamo surreale, visto che questa parete, che la dividerà dal mondo circostante (un mondo che sta per essere distrutto, un'umanità verso l'annientamento?) sorge in modo inspiegabile ed inquietante, all'improvviso, senza che si sappia mai il perché e il come.

La nostra donna sola inizia a scrivere questo suo resoconto per non abbandonarsi alla disperazione della solitudine.
Insieme a lei, vivremo i suoi sforzi e il suo coraggio per sopravvivere a questa strana e tremenda situazione, davanti alla quale la donna decide di non soccombere, ma di affrontarla attraverso un atteggiamento "attivista".
Con incredibile autocontrollo, la protagonista si darà da fare per cercare in ogni modo tutto quanto possa essere utile a se stessa e agli animali che si troverà accanto (una mucca col suo vitello, un cane - il fedele e simpatico Lince -, una gatta con i suoi gattini... ) per non morire di fame e freddo; vivrà dei periodi in uno chalet e degli altri in un rifugio sull'alpe, dandosi da fare a coltivare fagioli, patate, mungendo la mucca, prendendo il fieno.., insomma diventerà un'attenta agricoltrice e questo le garantirà non solo la vita biologica ma anche quella della propria mente, visto che ritrovarsi completamente soli, senza neppure un essere umano con cui scambiare una parola, non è proprio il massimo per la propria salute ed equilibro psichici.
Ci saranno momenti di scoraggiamento, di rassegnazione, di malinconia, dove il peso della solitudine sarà un fardello pesante da portare, ma come un Robinson Crusoe al femminile, la nostra eroina troverà nella natura e nei suoi amici a quattro zampe il senso ed il valore di ogni singolo giorno, troverà la forza e l'energia per non darsi per vinta, evitando ciò che probabilmente la maggior parte delle persone avrebbe fatto al posto suo (io per prima): lasciarsi andare alla disperazione, al pianto, al naufragio nel mare dei ricordi, al desiderio inconsolabile di vedere volti umani oltre quella parete.


Ma Haushofer ci mostra un modo diverso di vivere, ci dice - attraverso l'anonima protagonista - che è possibile andare avanti e vivere anche solo attraverso un rinnovato rapporto con la natura selvaggia, che in fondo, se le cerchiamo, ci dà tutte le risorse per sopravvivere, senza per questo diventare dei selvaggi noi stessi.

Non solo, ma l'Autrice mi ha fatto riflettere anche sul fatto che ogni essere umano nasconde in sè delle risorse psicologiche e fisiche incredibili che, quando si vive nell'indolente abitudinarietà, non vengono fuori, ma che al momento opportuno saltano su e ci scuotono, ci fanno apparire chiara e nitida la soluzione ad un problema che, in condizioni "normali", avremmo rinunciato a risolvere.

Non ci si può accostare a questo romanzo sperando di leggere una storia avventurosa; il paragone con Robinson Crusoe inizia e finisce nella sola condizione di solitudine e dei tentativi per sopravvivere, di adattarsi ad una nuova situazione - primitiva, se volete -; per il resto, a differenziarli c'è la motivazione per cui ci si trova in quella data condizione (Robinson sapeva perché si trovava solo soletto sull'isola...! Ma la donna dell'Haushofer si vede piombare nell'isolamento senza capire perché, sola con le proprie ipotesi "apocalittiche") e la "dinamicità" del racconto stesso, nonché il suo finale.

Insomma, se cercate azione e suspense, non fa per voi!
E' un romanzo placido, "silenzioso", scritto con un linguaggio poetico benché sobrio e semplice, in cui insieme ai personaggi viviamo la solitudine e il distacco dal resto del mondo, per essere immersi in un mondo completamente avvolto dalla natura, dai boschi, dai rumori e dagli odori della montagna.

Avrei preferito - e, a dire il vero, l'ho atteso fino alla fine - maggiore spazio alle riflessioni della protagonista su se stessa, sul proprio passato, sulle persone che ha amato..., anche per conoscerla meglio, visto che resta un personaggio legato all'esperienza della "parete in poi" e poco si sa del prima e del dopo.
Ma forse è giusto così: quando si è soli, l'ultima cosa da fare è pensare al passato, rimpiangendo ciò che si ha avuto o si è stati e che, allo stato attuale, sembra perduto; si finirebbe per impazzire.

Mi sovviene una frase di Dante ne La Divina Commedia, se non erro messa sulle labbra di Francesca (avete presente? l'amante di Paolo  ^_^): "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria".
Evidentemente, la protagonista è stata ben attenta ad evitarsi questo inutile dolore e a "godersi" l'amicizia e la vicinanza di quelle poche bestioline che l'hanno accompagnata nella sua avventura.

domenica 25 novembre 2012

Un libro per l'inverno: "Verrai a trovarmi d'inverno"



Un libro per l'inverno.....??

winter
winter_book
Che ne pensate di questo?

VERRAI A TROVARMI D'INVERNO
di Cristina Alicata

Ed. Hacca
Pagine: 288
Prezzo: 14,00
Marzo 2011
Trama

Dell’ordinaria gestione del dolore di cui ciascuno di voi sa, per quanto lo si occulti e non si nomini, la famiglia di cui racconta Cristiana Alicata in questa storia, è una specie di almanacco virtuoso. 
Una sorta di apologo esemplare su come, dalle assenze e dalle perdite, sempre fioriscano la forza, la sorpresa, l’incontro, la conoscenza di sé e del mondo. 
Per quanto tardi accada, faticosamente, inaspettatamente, seguendo vie tortuose e non proprio desiderate, non esattamente quelle che potendo scegliere avreste scelto, va così: vince la paura chi la attraversa, sconfigge il dolore chi sa guardarci dentro. 
Si illumina chi ha imparato a vivere al buio e ha pensato, persino, che fosse quella la regola. 
Una luce fioca alla quale abituare lo sguardo come nelle case di Pantelleria, così scure che accecano. È poi una storia di sentimenti delicatissimi e fragili, di normalità di confine tutta da conquistare, di nomi da restituire alle cose e agli eventi, da nominare per la prima volta o rinominare da capo. 
Una famiglia esemplare cresciuta sulle rovine di due famiglie impossibili, famiglie mai nate, abortite prima di esistere. Due uomini, i loro figli bambini. 
Due fratelli che non sono fratelli, due amici che non sono amici, due donne che hanno partorito i figli e non possono essere madri, un bisogno di amore che il ragazzo Mattia chiama amore, un amore che non si può dire perché la ragazza Elena non sa, la ragazza Viola che non vuole e non può. Nella tranquilla scansione dei giorni, in un ristorante che apparecchia ogni sera, crescono come se il mondo fosse cominciato in quella cucina e lì finisse i due bimbi come fratelli, figli di soli padri e di un tempo vicino ma remoto, rovente e devastante.

L'autrice.
Cristiana Alicata (1976) è ingegnere, milita attivamente nel PD e combatte per il riconoscimento dei pieni diritti della comunità lesbica, gay e transessuale. Ha pubblicato il romanzo Quattro (Il Dito e La Luna, 2006) e un racconto nell’antologia Principesse Azzurre da Guardare (Mondadori, 2007).

sabato 24 novembre 2012

Segnalazione: Forte come l'onda è il mio amore



Novità in libreria.

FORTE COME L'ONDA E' IL MIO AMORE
di Francesco Zingoni


Forte come l'onda è il mio amore
Ed. Fazi
708 pp
17.90 euro
15.11.2012
«Orizzonti narrativi sterminati, rimandi letterari affilati. C’è anche amore qui, dei più radicali. Ed è circondato da un’irresistibile vertigine».  Maxim 

«Una metafora dell’odissea della vita». Il Tempo

Trama

Qualche mese prima dello tsunami che ha sconvolto il Giappone all’inizio del 2011, Francesco Zingoni pubblica in proprio il suo romanzo d’esordio, Demian Sideheart, promuovendosi da solo sui mezzi di comunicazione. In poco tempo il romanzo inizia ad attirare l’attenzione della critica e i librai, incuriositi dall’iniziativa, decidono di aiutarlo distribuendo ed esponendo il romanzo nelle librerie. 
Vende un numero di copie inaspettato. Forte come l'onda è il mio amore ne è la nuova versione.
In Germania il gruppo Random House Mondadori ne ha già acquistato i diritti. 


Aprile 2009. Durante una vacanza in barca a vela in un arcipelago del Pacifico, una giovane coppia di San Francisco scompare senza lasciare tracce. 
Quando riapre gli occhi l’uomo si ritrova solo, disperso su un atollo remoto. Senza ricordi, senza parole, ma con la sensazione di essere scampato a qualcosa di terribile. 
Poi un sogno: l’eterea visione di una donna. Non la riconosce, ma quel sorriso, quel volto bellissimo che sembra la promessa di un grande amore, diventa l’unica ragione per fuggire dall’isola. 
Sulla spiaggia, a seguito di una mareggiata, rinviene i resti di un libro in cui si è salvata una poesia che sembra parlare di lui. 
Guidato dal sogno e dai versi, intraprende un viaggio attraverso tre continenti ma soprattutto dentro se stesso, alla ricerca di ciò che aveva di più prezioso al mondo e che ha dimenticato: Karin, la donna che ama con tutte le sue forze. 

L'autore.
Francesco Zingoni è nato a Milano nel 1978, dove vive e dirige la sua web agency. Nel 2008 inizia a scrivere il suo primo romanzo e due anni dopo fonda la casa editrice Outsider Edizioni per farlo conoscere.

L'esecuzione di Elsje Christiaens disegnata da Rembrandt



Incuriosita dal libro "Il pittore e la ragazza" di De Moor, in uscita a dicembre e del quale abbiamo parlato nel post precedente, ho cercato il disegno che di Elsje Christiaens ha fatto Rembrandt...

Elsje Christiaens appesa a una forca (1664),
disegno a penna, inchiostro e acquerello bruno,
Netropolitan Museum, New York
Come abbiamo avuto modo di leggere, la 18enne Elsje era giunta dalla Danimarca ad Amsterdam per fare la cameriera; non riuscendo a pagare l'affitto, dopo qualche giorno dal suo arrivo, scoppia un violento litigio con l'affittacamere, che minaccia la fanciulla con una scopa; la ragazza mette gli occhi su un'ascia che è lì vicino, la prende e l'altra donna, terrorizzata, cade per le scale della cantina, rompendosi l'osso del collo...
Elsje proverà a fuggire, portando con sè oggetti di poco conto, ma verrà acciuffata e mandata a morire su un palo...

Elsje fu giustiziata e rimase appesa ad un palo fino a quando non sopraggiungerà la morte; dopo le saranno inferti ripetuti colpi con l'ascia sul capo e sul corpo; lo sesso mezzo da lei usato per minacciare la proprietaria della locanda. L'ascia viene poi appesa accanto al corpo della donna, che verrà fatto imputridire e lasciato in pasto agli uccelli.
Forse Rembrandt si era recato al luogo dell'esecuzione quando la donna era morta da poco, visto che nel disegno il corpo è ancora intatto.

Avvistamento: a dicembre esce "Il pittore e la ragazza"



Uscita che sembra mooooolto confacente ai miei gusti letterari!!

(post da aggiornare con altre info)

IL PITTORE E LA RAGAZZA
di Margriet De Moor

Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
304 pp
16.50 euro
USCITA 13 DICEMBRE 2012


«Margriet de Moor descrive magistralmente il modo in cui l’arte attraversa il confine tra vita e morte, presente e passato».  Vrij Nederland

«Con questa vicenda di una ragazza danese del XVII secolo, Margriet de Moor conferma il suo grande talento di autrice di romanzi storici». Financieel Dagblad

«Margriet de Moor ha un’impeccabile prosa lirica, e il suo modo di descrivere la vita esprime serenità e bellezza». Marcel Reich-Ranicki

«Una narratrice che riesce a esprimere l’ineffabile con tatto e malinconia».  Die Zeit



«Vita e morte catturati dall’arte». De Groene Amsterdammer

Trama

Il 6 marzo 1664 Elsje Christiaens, giovane e bella diciottenne, dolce di carattere e del tutto ignara del corso del mondo, avvolta in uno scialle, con un bauletto da viaggio ben legato al braccio, lascia le fredde terre danesi dello Jutland e si imbarca sulla Dorothe, un veliero diretto ad Amsterdam.
Il 3 maggio 1664 la ragazza viene giustiziata in piazza Dam mediante strangolamento, e il suo corpo messo in mostra sulla forca di Volewijck per essere divorato dal vento e dagli uccelli nel corso delle stagioni.
Come sovente accade, la sua triste sorte avviene per un mero capriccio del destino. 
Una volta ad Amsterdam, la ragazza trova rifugio in un’ambigua locanda dove alle ragazze ospiti è chiesto spesso di pagare in natura intrattenendosi con i clienti. Dopo il suo ostinato rifiuto a cedere alle avances di un cliente, la locandiera le intima un giorno di saldare il conto – un misero tallero, non di più – sull’unghia, senza proroghe, e la colpisce con una scopa. 
Elsje Christiaens sente divampare dentro di sé un’improvvisa, inarrestabile violenza e poi la perfetta calma con cui si annuncia sempre qualcosa di terribile. Sventura vuole che scorga un’accetta su una sedia e che con quella colpisca, ripetutamente, la locandiera.
Aggiungi didascalia

Il caso di Elsje Christiaens, assassina per un tallero, sarebbe consegnato irrimediabilmente all’oblio del tempo, se un grande pittore, impegnato in quei giorni di maggio del 1664 a dipingere un’opera che chiameranno La sposa ebrea e che, dal XVIII fino al XX secolo, nessuno riuscirà a guardare senza «infinita tenerezza», come scrisse van Gogh, non avesse deciso di recarsi a Volewijck, e non avesse immortalato su una pergamena la sfortunata ragazza danese, ancora bella, ancora fresca e pallida, con gli stivaletti di renna ai piedi, la gonna rigonfia in corrispondenza della pancia, e le ginocchia strette dalle corde.
Basandosi su fatti realmente accaduti – Rembrandt nel 1664 ritrasse davvero in due disegni la serva danese Elsje Christiaens, giustiziata dopo essere stata accusata di omicidio –, Margriet de Moor descrive abilmente le passioni, le speranze e gli amori di una ragazza e di un grande artista, entrambi stranieri nell’Amsterdam del XVII secolo (Rembrandt proveniva da Leida), in una storia vibrante di pensieri ed emozioni.

L'autrice.

Margriet de Moor, nata nel 1941, ha studiato piano e canto. Considerata una delle più importanti scrittrici olandesi contemporanee, ha esordito nel 1988 con una collezione di racconti, seguiti da numerosi romanzi di successo. Sonata a Kreutzer, uno dei maggiori bestseller in Olanda e in Germania, e Mareggiata sono stati pubblicati in Italia da Neri Pozza. Le sue opere sono state tradotte in 24 lingue.

Quando leggere concilia il sonno.... ^_^



Articolo curioso (qui) che condivido con voi:

I DIECI LIBRI PIU' NOIOSI (e quindi non terminati)



L'articolista stila questa personale lista:

  • Cinquanta sfumature di grigio (James)
  • Quel che resta del giorno (Ishiguro)
  • Baudolino (Eco)
  • Il signore delle mosche (Golding)
  • Il capitale (Marx)
  • Bryan di Boscoquieto (Ghirardi)
  • Ritratto di un assassino (Cornwell)
  • L'uomo senza qualità (Musil)
  • Un posto nel mondo (F. Volo)
  • La metamorfosi (Kafka)
La condividete?
Io di questi conosco e ho letto solo La metamorfosi e Quel che resta del giorno e in effetti hanno un che di soporifero... ^_^

Cosa ne pensate?

Novità in libreria: "Il cavaliere immortale" di Larissa Ione



Sentimento, passione e azione: il nuovo romanzo di Larissa Ione!
Siamo al secondo intenso appuntamento con la serie Lords of Deliverance che, per il momento, è composta da:

1. Eternal Rider (Il Cavaliere Eterno)
2. Immortal Rider (Il Cavaliere Immortale)
 -  Apocalypse: The Lords of Deliverance Compendium
3. Lethal Rider
4. Rogue Rider

IL CAVALIERE IMMORTALE
di Larissa Ione


Ed. Fanussi
Tif Extra
Trad. di v. Pezzoni
512 pp
9.90 euro
USCITA: 22 novembre 2012
Trama

I segni sono ovunque... eventi disastrosi sconvolgono il mondo. Il Male imperversa sugli innocenti. Le profezie erano chiare, ma nessuno le aveva ascoltate. Ma ora è giunto il momento, sia per chi auspicava il giorno del giudizio sia per chi lo scongiurava.
Sono qui, cavalcano verso di noi. Sono i quattro cavalieri dell’Apocalisse. Arik Wagner, un soldato dell’unità paranormale dell’esercito degli Stati Uniti, ha baciato una ragazza ed è finito all’inferno come punizione. 
Qui ha passato lunghe settimane sotto tortura meditando vendetta. 
Limos, amazzone dell’Apocalisse, non è una ragazza come tutte le altre. È immortale ed estremamente pericolosa. Ed è anche la futura sposa di Satana. In un momento di debolezza si è abbandonata al fascino di Arik, innescando la rabbia del suo temibile compagno. 
cover
Per salvare Arik e il mondo, ora Limos è costretta a fare un patto con il suo diabolico compagno. Un affare che potrebbe costarle l’anima e il cuore.

L'autrice.

Larissa Ione ha scritto il suo primo romanzo a soli dodici anni; si trattava di una storia di licantropi dalle atmosfere dark e horror. La vita l?ha poi portata a intraprendere diversi lavori, tra i quali quello di meteorologa, addestratrice di cani e agente speciale. Da alcuni anni ha scelto di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Con la serieDemonica, composta da cinque titoli, si è imposta ai vertici delle classifiche di New York Times e Usa Today, conquistando una folta schiera di lettrici. Passione eterna è il seguito di Desiderio eterno e Brivido eterno, usciti in questa stessa collana
.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...