mercoledì 28 settembre 2016

LA PELLE DELL'ORSO ed altri film tratti dai libri prossimamente al cinema



Quali film tratti dai libri troviamo al cinema in questo periodo?

Troviamo ancora:


  • IO PRIMA DI TE con Emilia Clarke, Sam Claflin, tratto dall'omonimo bestseller di Jojo Moyes, ormai dai princìpi di settembre nelle nostre sale.
  • JASON BOURNE, con Matt Damon; le avventure di questo sono tratte dai romanzi di Robert Ludlum.
  • BRIDGET JONES' BABY, di Sharon Maguire, con Renée Zellweger, Colin Firth, Patrick Dempsey, Emma Thompson, la celebre e divertente serie di commedie romantiche della donna più pasticciona che c'è, nata dalla penna di Helen Fielding.


E da domani:

  • BEN HUR, una rivisitazione del colossal tratto dall'omonimo romanzo di Lew Wallace, con Jack Huston, Morgan Freeman.


Ed. Guanda
186 pp
14 euro
E sarà sul grande schermo anche il romanzo di Matteo Righetto "La pelle dell'orso" diretto da Marco Segato e con Marco Paolini, Leonardo Mason, Lucia Mascino, Maria Paiato, Paolo Pierobon, in uscita il 3 novembre 2016.


Domenico ha dodici anni ed è sempre vissuto nel villaggio dove è nato, ai piedi delle Dolomiti. La montagna è il suo mondo e questo mondo non ha segreti per lui. Gli piace guardare le cime mentre va a scuola,
dove la professoressa gli racconta di Tom Sawyer, o attraversare i boschi mentre va al torrente a pescare, sognando avventure straordinarie. Continua a farlo anche se da un po’ di tempo tutti lo mettono in guardia,
perché il rischio di imbattersi nell’orso di cui tanto si parla in giro è grande.
Un orso ormai diventato una leggenda nella valle: terribile, gigantesco, feroce come da quelle parti non se ne vedevano più. E non riesce a credere che suo padre, sempre così distante, ubriaco, perso, sia lo stesso uomo che adesso vuole dare la caccia all’orso e vuole partire per quella spedizione sulle montagne insieme a lui, solo loro due, via per giorni e giorni a contatto con una natura aspra, selvaggia.
Ma è proprio questo che accadrà. Domenico sarà coinvolto in un’esperienza unica, spaventosa ed eccitante,
dalla quale apprenderà che la natura, per quanto pericolosa, non sarà mai crudele come gli uomini.

Un romanzo d’avventura che è insieme il racconto folgorante di una formazione, di ciò che succede per la prima volta, e che sarà per sempre.

L'autore.
Matteo Righetto è nato a Padova, nel 1972, dove insegna Lettere. Ha pubblicato Savana Padana(Zona 2009, poi TEA 2012),Bacchiglione Blues (Perdisa Pop 2011) e La pelle dell’orso(Guanda 2013), che sarà portato sugli schermi da Marco Paolini, per la regia di Marco Segato. I suoi libri sono stati tradotti in inglese e francese.


Per conoscere gli altri film tratti dai libri in uscita nel 2016 e non solo, cliccate qui sotto:

Film tratti dai libri in uscita nel 2016

Segnalazione: GLI OCCHI DEL LUPO di Federica Amalfitano



Una città tranquilla improvvisamente attaccata da lupi.
Una timida ragazza che deve fare i conti con il mondo dei licantropi.
Un'amicizia che dovrà superare molti ostacoli.


GLI OCCHI DEL LUPO
di Federica Amalfitano


Aletti Editore
244 pp
14 euro (cart.)
215 pp
4.99 euro (ebook)
2016


La vita a Florence è sempre stata monotona e priva di qualsiasi attrattiva finché, un giorno, il bosco che caratterizza la città si popola di un branco di lupi.
Ellen Smith, timida ragazza diciassettenne, si troverà catapultata in un mondo che mai avrebbe potuto pensare esistesse davvero: quello dei licantropi.
E quel ragazzo misterioso arrivato a scuola improvvisamente chi è in realtà? 
Le storie dei due giovani si incroceranno molto presto e, il legame protettivo che li unirà, si intensificherà giorno dopo giorno.
Il capo Alpha del clan, i Wolfers (Gran Consiglio dei licantropi) e i Verdana, faranno di tutto per distruggere il loro rapporto di amicizia.
Riusciranno i ragazzi a restare uniti nonostante le avversità?

ESTRATTO

«Bene. Adesso che la famiglia è riunita dobbiamo parlare», esclamò Paul accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata. 
«Di cosa?», s’informò mia cugina Anne spalancando i suoi grandi occhi verdi e legandosi i lunghi capelli biondi con un elastico. 
«Degli ACILM». 
«Sono qui?», chiesi prontamente. 
«No. So solo che si stanno avvicinando sempre di più. Hanno già fatto fuori centinaia dei nostri simili sulla costa occidentale e ben presto saranno qui». 
Mio padre parlottò con mia madre. Dovevamo trasferirci al più presto in un luogo sicuro, secondo lui. 
«Io non ho nessuna intenzione di scappare per l’ennesima volta. Preferisco affrontarli piuttosto», esclamai prima che mio padre ci ordinasse di levare le tende al più presto. 
«Non dire sciocchezze Taylor. Sai benissimo di cosa sono capaci. L’unica soluzione è allontanarci di qua il prima possibile». 
Ma nemmeno Paul e i figli più grandi erano d’accordo con lui. Eravamo stufi di scappare. Un lupo mannaro non fugge di fronte al pericolo. Nemmeno quando l’Associazione Contro i Lupi Mannari decide di fargli visita.




L'autrice.
Nata ad Ischia in provincia di Napoli nel 1986, Federica Amalfitano si Laurea in Scienze Biotecnologiche per la Salute all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e lavora in laboratorio. Ha sempre avuto una passione smodata per i libri, ma quella per il genere Fantasy nasce grazie al “Signore degli Anelli” di Tolkien e il primo libro di Cristopher Paolini “Eragon”. L’idea di scrivere un romanzo sui licantropi avviene durante gli anni universitari quando aveva bisogno di staccarsi per un po’ dal suo dovere di studentessa di Biotecnologie – pendolare tra Ischia-Napoli – e dedicare un paio d’ore a se stessa. L’ispirazione avviene con la lettura di “Shiver” di Maggie Stiefvater e la saga degli “Shadowhunters” di Cassandra Clare.

martedì 27 settembre 2016

LIBRI A TEMA (#7): ORRORE E FOLLIA, TRA FINZIONE E REALTA'



Una rubrica che avevo accantonato, ma che oggi desidero riproporvi: LIBRI A TEMAuno spazio per condividere con voi dei libri che sono accomunati da una stessa tematica, da uno sfondo o da elementi comuni; ad es., libri che trattano di stragi collettive, di divorzi/separazione, di omosessualità, a sfondo religioso, ecc...

Avrò bisogno anche del vostro aiuto, perchè di certo tanti libri mi sfuggiranno, quindi sono ben accetti i vostri consigli e le vostre segnalazioni!

I libri che scoverò, di volta in volta per le diverse categorie, non necessariamente li avrò letti, ma magari mi sono avvicinata ad essi proprio ricercandoli per tematiche.


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La categoria di oggi è...

STORIE DI ORRORE E FOLLIA 
(omicidi e/o stragi collettive)


VIALE DEI GIGANTI
di Marc Dugain


info
Al Keller è altro due metri e venti e ha un’intelligenza superiore alla media. Ed è in prigione ormai da tanti anni, una figura di riferimento, apprezzata per la sua intelligenza, anche fuori dal carcere. 

Nel suo passato ci sono molto sangue e tante morti. 
Da ragazzino ha ammazzato il nonno e la nonna, con una buona dose di pallettoni, lo stesso giorno dell’assassinio di Kennedy. 
Da quel momento, la sua vita non è più stata la stessa, e a quelle prime due vittime ne sono seguite molte altre. 

Nell’America degli anni sessanta, il movimento hippy e la guerra in Vietnam sullo sfondo, Dugain ci racconta la storia drammatica di un uomo devastato dal male, un gigante cattivo che cerca di scacciare i suoi fantasmi, senza mai riuscirci e senza provare un briciolo di rimorso. 

Cupo e angosciante, Viale dei Giganti è ispirato alla storia vera di Ed Kemper, uno dei serial killer più efferati della storia americana, tuttora imprigionato in California. 
Questo romanzo è un viaggio on the road per le strade di un’America alle prese con pacifismo, guerra e conservatorismo, ma soprattutto un viaggio agli inferi della malattia mentale.

Ed Kemper è un serial killer tra i più crudeli degli ultimi anni, colpevole non solo di numerosi efferati omicidi, ma anche di di aver commesso sui cadaveri atti di mutilazione, necrofilia e cannibalismo.
La sua attività criminale è durata nove anni circa ed è stato lui stesso a costituirsi; in carcere non ha mai mostrato alcun pentimento, anzi, si è sempre vantato della propria intelligenza e di come la polizia non fosse mai arrivata ad arrestarlo se non dopo la sua confessione spontanea. 

Per chi volesse saperne di più, scrissi un post QUI (adatto a chi non è particolarmente suggestionabile).



Recensione: "IL RITORNO DEL RE (The Return of The King)" di J. R. R. Tolkien



Buongiorno, lettori!
Questo martedì sul blog si apre con la recensione dell'ultimo libro della trilogia fantastica di J.R.R. Tolkien, IL SIGNORE DEGLI ANELLI.

Una saga che si colloca tra fiaba e leggenda, tra poema tragico e cavalleresco, che narrando di avventure mirabolanti in luoghi remoti e sconosciuti, in compagnia di creature fantastiche dai sentimenti umani, in uno scenario per lo più inquietante e oscuro, rende il mondo immaginario di Tolkien non troppo lontano dal nostro, perchè non c'è epoca e luogo del mondo in cui non si sia combattuta l'eterna lotta tra il Bene e il Male.

IL RITORNO DEL RE
(The Return of The King)
di J. R. R. Tolkien



Ed. Bompiani
trad. Q. Principe
489 pp
6 euro
2007
"Il coraggio sarà d'ora in poi la migliore arma di difesa contro la tempesta incombente, insieme alla speranza".

In questo terzo capitolo della saga avviene la decisiva battaglia con il Mondo delle Tenebre, succube della malvagia presenza dell'Oscuro Signore, da cui la Terra di Mezzo va liberata perchè riabbia la sua pace.

Elfi e umani, Aragorn, Gandalf e gli altri compagni si preparano per affrontare il Nemico, cercando di distrarlo da Frodo, impegnato nella difficilissima missione di distruggere l'Anello, affinchè nulla lo ostacoli e la porti a termine, per il bene di tutti.

Nel primo scontro importante, il capitano dell'esercito di Mordor viene battuto, ma ai nostri indomiti eroi resta pur sempre da affrontare il momento cruciale e finale contro Sauron.
E se è vero che in questa epica guerra tutti gli intervenuti fanno la loro parte senza risparmiarsi, è altrettanto vero che le sorti di tutto e tutti sono nella piccole mani del mezzo uomo, di Frodo, in cammino verso il Monte Fato in compagnia del fedele Sam; lì dovrà gettare nel fuoco il prezioso e terribile Anello. da tutti bramato perchè simbolo di potere, portando così a compimento la pace nella Terra di Mezzo e chiudere per sempre l'Occhio di Sauron.

Come nei precedenti libri, il mondo immaginato dall'Autore è così riccamente e magistralmente descritto da sembrarci verosimile; le descrizioni dettagliate trasmettono tutta l'inquietudine, la sensazione di pericolo e minaccia, o al contrario la letizia (ma questo lo troviamo in misura inferiore e vero la fine), legate non soltanto al luogo in sè (che nasconde di volta in volta numerose e oscure insidie), ma ancor più a ciò che di lì a poco sta per accadere.

L'ambiente ostile e cupo, dalla fitta e buia vegetazione, dai rumori sinistri che rompono il silenzio di una notte senza stelle, riflette appieno le paure, i timorosi sospetti e i dubbi dei personaggi, trasmettendo anche al lettore tutto il senso di terrore e minaccia incombente, che da un momento all'altro potrebbero manifestarsi.

Il tratteggio psicologico dei personaggi è legato alla narrazione delle loro azioni, emerge dai dialoghi; Tolkien ci rimanda il mondo introspettivo dei suoi "attori" senza lasciarsi andare a sequenze riflessive, ma ne comprendiamo la personalità attraverso comportamenti e scelte.

Ritroviamo così i piccoli Hobbit, coraggiosi e timorosi assieme: Merri, con i suoi momenti di sconforto e nostalgia; Sam, teneramente devoto verso padron Frodo, a sua volta gravato, nel corpo e nella mente, dal fardello che si porta dietro, e che soprattutto dal punto di vista emotivo lo prova, lo atterrisce, perchè l'Oscuro Potere esercita nefaste influenze su  è in qualche modo legato (e soggiogato da) all'Anello; la povera mente di Frodo è quindi combattuta tra l'avida ed irrazionale brama di possedere il magico oggetto e la consapevolezza che esso vada assolutamente distrutto.

Ammiriamo il coraggio dell'impavido re Aragorn, la bellezza dell'intrepida Eòwyn, la saggezza rassicurante, piacevolmente ironica, di Gandalf.

Il linguaggio di Tolkien ha il suo fascino, un fascino che ha il sapore delle antiche leggende, di miti sconosciuti e dimenticati, di battaglie e di eroi arditi e temerari e di nemici infernali, di gesta eroiche tramandate, elogiate e rese immortali dalle canzoni popolari.

Interessante ed illuminante l'appendice finale, che illustra genealogie, calendario della Contea, nomi e pronuncia, dando ancor di più quel tocco di verosimiglianza alla storia, che tanto desta ammirazione nei confronti della geniale fantasia di quest'Autore.
Mirabile la traduzione di Quirino Principe.

Per quanto Il Signore degli Anelli, con i suoi personaggi fantastici (elfi, nani, mezzi uomini, esseri alati laidi e viscide creature della notte...) e le sue ambientazioni favolistiche, abbia in sè elementi fiabeschi, pure non ci dona, neanche giunti all'ultimo rigo, la totale tranquillità che tutto sia finito definitivamente; c'è in tutta la sua scrittura sempre un che di decadente, malinconico, come se, nonostante tutto si stia rimettendo al proprio posto e stiano tornando pian piano l'equilibrio e l'armonia, si respiri ancora nell'aria qualcosa di indefinibile, strascichi vaghi di oscurità e inquietudine che sembrano non voler andar via.

Amore, odio, generosità, invidia, sete oscura di potere, sacrificio, bonta, malvagità, paura, coraggio, amicizia, razionalità, follia..: il poema fantastico di Tokien è questo e altro ancora, e al lettore non resta che decidere se lasciarsi risucchiare da un mondo che non c'è ma che pure, tra queste pagine, prende vita, regalandoci avventure e compagni di viaggio indimenticabili.


READING CHALLENGE
2. Un libro con più di mille pagine 

lunedì 26 settembre 2016

Recensione film: FUOCOAMMARE di Gianfranco Rosi



E' di oggi la notizia secondo cui il documentario di Gianfranco Rosi, FUOCOAMMARE, è stato scelto, tra la rosa dei "magnifici sette", per rappresentarci agli Oscar 2017 (miglior film straniero).
Non ci resta che incrociare le dita!

Il 3 ottobre il film verrà dato su Rai Uno in prima serata ma io mi ero ripromessa di vedere i sette film e così mi sono data allo streaming.

Se, come me, l'avete già visto, mi farà piacere sapere cosa ne pensate e se siete d'accordo con questa scelta in vista degli Oscar  ;)

FUOCOAMMARE


2016
Il documentario ha vinto l'Orso d'oro per il miglior film al Festival di Berlino e ha per oggetto l'isola di Lampedusa e gli sbarchi di migranti che da anni la interessano.
Il regista stesso ha trascorso un anno nell'isola per guardare e vivere da vicino la realtà degli sbarchi.
Uno dei personaggi del film è Pietro Bartólo, il medico che dirige il poliambulatorio di Lampedusa e che da anni compie la prima visita ad ogni migrante che sbarca sull'isola.

Cast: Pietro Bartolo, Samuele Caruana, Maria Costa, Mattias Cucina.
Gli attori interpretano loro stessi.

Fuocoammare è un docu-film su Lampedusa, l’isola che negli ultimi anni è diventata terra di approdo e rifugio per tanti migranti, ma anche spettatrice di naufragi e morti.

La prospettiva da cui guardiamo a quest'isola è, in un certo senso, doppia: da una parte c'è il dodicenne Samuele, con la sua vita di tutti i giorni, dall'altra c'è il dottor Bartolo, con il suo lavoro di medico che accoglie e visita i profughi.

Samuele è un ragazzino vivace, non "spiccica" una parola in italiano ma si esprime essenzialmente solo in siciliano strettissimo; ama giocare con la fionda, andare a caccia (non per mare) e, pur essendo un ragazzetto, ha modi di fare da grandicello, come quando va a farsi fare una visita dal dottore dl poliambulatorio e gli pone domande come se fosse un adulto, o comunque un ragazzino cresciuto in fretta.

E poi c’è il dottore impegnato a fare le visite a fiumane di immigrati; la sua testimonianza, a proposito dei tanti cadaveri di donne e bambini, ai quali non ci si abitua mai, è sicuramente un momento toccante, forse quello che maggiormente esprime il dramma che riguarda tanto singoli quanto gruppi di individui e che non può e non deve lasciare indifferenti.

Le scene che riprendono i momenti di vita isolana di Samuele si intervallano a quelle in cui vediamo i guardia costiere e il personale medico impegnati in prima linea nell’accoglienza di centinaia/migliaia di profughi sui barconi, su tanti dei quali - con i loro volti disperati o stanchi, le loro lacrime o i mezzi sorrisi smarriti, le loro voci, le loro preghiere... - la telecamera si sofferma, forse per per ricordare allo spettatore che non si tratta semplicemente di persone anonime e senza casa, ma di uomini, donne, bambini reali, che hanno attraversato il mare spinti da esigenze altrettanto reali, da disperazione e speranza, e che siamo chiamati ad accogliere.

Proprio come ha fatto e sta facendo (con tutti i pro e i contro legati al fenomento dell'immigrazione, i disagi che ne derivano per i lampedusani...) Lampedusa, quest'isola di pescatori, abituati a raccogliere ed accogliere tutto ciò che viene dal mare.

Personalmente non amo particolarmente i documentari, a prescindere dal soggetto, ma questo non è un documentario nel senso puro del termine, non c'è neanche una voce narrante a spiegare le immagini che ci scorrono dinanzi; è più un lungometraggio che, e per la tematica e per il modo di raccontarla, ho apprezzato, in particolare per la “misura”, l’equilibrio con cui il regista ha deciso di parlarci di Lampedusa e degli arrivi dei profughi, senza voler giocare troppo sul sentimentalismo e sul dramma umano, giusto per commuovere, col rischio di essere forzato e stucchevole.

Anche perchè le sole immagini di barche in mare e persone che vengono aiutate a scendere da esse e soccorse, bastano a rendere l'idea del dramma che si consuma in quei momenti, su quelle coste.

E' quindi un ritratto senza dubbio realistico, autentico, toccante (del resto, tutto ciò che ha a che fare con le sofferenze dei nostri simili non può non coinvolgerci emotivamente), che affianca il ritratto naturale, "preso da vicino", senza filtri, della semplice quotidianità degli abitanti di quest'isola (grazie a Samuele e alle persone attorno a lui), a quello più triste e molto umano di chi ogni giorno è coinvolto nell'accoglienza di gente in fuga dalla propria terra, e questo arriva a noi fondamentalmente attraverso immagini e silenzi, più che attraverso dialoghi.
Forse perchè di parole se ne sono spese e se ne spendono pure troppe, quando invece davanti a certe tragedie c'è più da agire che da parlare...


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RECENSIONI DEGLI ALTRI FILM ITALIANI, TRA CUI E' STATO SCELTO "FUOCOAMMARE"

Novità Frilli Editore: IL CADAVERE VOLUBILE. Incubo ad Avigliana per il Cardo. di Massimo Tallone

Cari amici e lettori, nell'augurarvi un sereno inizio di settimana, vi segnalo ancora un noir edito da Fratelli Frilli Editore: ritorna in libreria una nuova avventura con protagonista il più sgangherato e sboccato perdigiorno del pianeta.

IL CADAVERE VOLUBILE.
Incubo ad Avigliana per il Cardo.
di Massimo Tallone 



Fratelli Frilli Editore
Pagg. 288 
coll. I Tascabili Noir 
€12,90 
Isbn 9788869431524

Il Cardo è sempre lui: torna nella sua stamberga di Stupinigi in piena notte, ubriaco, e torva un morto sul pallet.
Già, perché quando non va a cercarseli sono i guai a trovare il più sgangherato e sboccato perdigiorno del pianeta. 
Ma con un morto in casa c’è poco da scherzare, e se poi il morto sparisce di colpo per riapparire poco dopo, altrove, allora la faccenda comincia a prendere contorni inquietanti. 
E allora è necessario chiedere aiuto a Ribò, l’amico ex poliziotto. 
Ma sarà dura anche per lui, in questa storia capovolta, dove i morti si comportano da vivi, i sani cercano la miglior cura per le emorroidi da tre medici diversi e un morto stecchito dice la sua con una voce che fa gelare il sangue. 
Ma la girandola di situazioni grottesche, gaie e dissolute non finisce qui, perché quando c’è di mezzo il Cardo, si sa, tutto può succedere, e infatti, come se non bastasse, qualcuno se la prende anche con Angela… 
E poi tutto precipita, il Cardo si traveste da spaventapasseri e trova il morto in un frigo, poi ride e piange, e noi con lui, trascinati dalla sua linguaccia di zolfo.

In una girandola di situazioni grottesche, gaie e dissolute tipiche quando c’è di mezzo il Cardo, l’incubo avrà fine in Val Susa ad Avigliana lasciando il lettore letteralmente a bocca aperta.

L'autore.
Massimo Tallone, scrittore e saggista, nato a Fossano, vive e opera a Torino ed è cofondatore del collettivo di giallisti Torinoir. Ha pubblicato con Fratelli Frilli Editori: Piombo a Stupinigi (2007), Veleni al Lingotto (2008), Doppio inganno al Valentino (2009), L’enigma del pollice (2010), La manutenzione della morte (2011), Il Cardo e la cura del sole (2012), L’amaro dell’immortalità (2013). Per UTET ha pubblicato il saggio Dizionario ironico della cultura italiana (2009). Per le edizioni e/o ha pubblicato Il fantasma di piazza Statuto (2012) e Il diavolo ai giardini Cavour (2013). Per le edizioni GOLEM ha pubblicato A bottega dal maestro di cazzeggio (2015) e Le vite anteriori (2016). Per le Edizioni del Capricorno ha pubblicato i gialli, scritti con Biagio Fabrizio Carillo, Il postino di Superga (2015), La riva destra della Dora (2016), La curva delle Cento Lire (2016). Con il quotidiano La Repubblica, ha pubblicato i racconti a puntate: Cardo e i Mille (2011), Genius loci (2013), L’eletto (2014), La donna di Tambov (2015), Il Concerto (2016).

sabato 24 settembre 2016

IN LETTURA: UN ANNO SULL'ALTIPIANO di Emilio Lussu



Lettura appena iniziata!
LO AVETE LETTO? LO CONOSCETE?

Quali letture accompagnano questo vostro weekend?

UN ANNO SULL'ALTIPIANO
di Emilio Lussu



Einaudi Ed.

pp. 224 
€ 11,00
2014

Introduzione di Mario Rigoni Stern


«Tra i libri sulla Prima guerra mondiale Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu è, per me, il piú bello».
Mario Rigoni Stern



Scritto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel '38 e poi da Einaudi nel 1945, questo libro è ancora oggi una delle maggiori opere che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra. 
L'Altipiano è quello di Asiago, l'anno dal giugno 1916 al luglio 1917. 
Un anno di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e cognac". 

Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l'orrore della guerra senza toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto.


L'AUTORE.
Emilio Lussu (Armungia, Cagliari - Roma 1975), combatté durante la Grande Guerra come ufficiale di fanteria della Brigata Sassari. Fondatore del Partito Sardo d'Azione (1919), fu deputato nel 1921 e 1924 e partecipò alla secessione aventiniana. Antifascista, nel 1929 fuggí da Lipari con Carlo Rosselli e Fausto Nitti, coi quali a Parigi fondò il movimento "Giustizia e libertà". Fu tra i dirigenti della resistenza e, nel dopoguerra, senatore nelle prime tre legislature. Presso Einaudi ha pubblicato Un anno sull'altipiano, Marcia su Roma e dintorni, e Il cinghiale del Diavolo.
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