mercoledì 7 giugno 2017

Recensione: IL PRINCIPE DELLE OMBRE di Francesca Persico



Un paranormal fantasy che unisce romance e dark dando vita ad una storia ricca di emozioni e senza dubbio originale.


IL PRINCIPE DELLE OMBRE
di Francesca Persico

Ed. Lettere Animate
Gennaio 2017
“Ricordati una cosa, Cassie, ammettere le proprie debolezze significa sconfiggerle. Se provi invidia basta ammetterlo e concentrarti su di te. Se senti l’accidia farsi largo nei tuoi sensi, allora ribellati. Se ti accorgi di sentirti migliore di altri, allora sii umile. Se hai voglia di fare a fette il mondo, prendi a pugni un sacco e poi respira. Se l’avarizia ti coglie, regala soldi, vestiti e va a fare un po’ di volontariato. Se l’ingordigia ti affligge, allontanati da ciò che brami senza mezze misure. Non lasciarti sopraffare Cassie. Mai. Non esiste ragione al mondo per cui valga la pena cedere a uno dei vizi capitali”.

La protagonista di questo originale romanzo è la 17enne Cassandra De Angelis, e la prima volta che la incontriamo è decisamente nei guai: il suo fidanzatino, Andrea (si conoscono da anni) l'ha rapita e le sue intenzioni non sono certamente delle più rosee.

Per fortuna ritroviamo Cassie sana e salva, dopo la disavventura col folle Andrea; ha dovuto lasciare Roma per trasferirsi dalla zia Betta in un paesino di provincia e cercare d buttarsi alle spalle la brutta esperienza.
Il primo giorno di scuola si imbatte in un gruppetto di fratelli e sorelle davvero alquanto singolare: c'è la pigra e pienotta Pig, che la prende da subito in simpatia; l'inquietante, magra e tristissima Vivi (che le riserva sempre minacciose occhiatacce); il presuntuoso Chris e soprattutto c'è lui...: Rio, con cui dal primo istante Cassie scambia battute caustiche e pungenti.

Rio effettivamente tira fuori tutta la propria saccenza, indisponenza; è irriverente, dispotico, egoista, odioso, ma è anche bellissimo e verso di lui Cassie - che a sua volta ha un bel caratterino - prova un'inspiegabile attrazione mista ad antipatia.

Lei stessa non è un tipo facile: ironica, pungente, senza peli sulla lingua ma anche insospettabilmente comprensiva e sensibile all'occorrenza; nonostante ostenti un atteggiamenti indifferente e da dura, in realtà ama le storie impossibili ed è fondamentalmente una romanticae poi le piace scrivere, in particolare storie fantasy.

Il rapporto con questi stranissimi fratelli ha inizio quasi per caso, in modo naturale, e grazie a Pig, ma con la palese disapprovazione di Vivi e in particolare di Rio, che non risparmia battutacce e commenti odiosamente sarcastici per far innervosire Cassie e farla sentire un'intrusa; la ragazza, infatti, finisce per frequentare quotidianamente casa di Rio, ben accolta dal padre (in realtà padre adottivo) di questi ragazzi, Martino, socievole e affabile.
Cassie conosce anche gli altri fratelli: la bellissima ma triste Lussie e il magrissimo e sempre depresso Mo'.

Pur intuendo che tutti, in questa stramba e misteriosa famiglia, sono davvero anomali, nell'aspetto, nelle abitudini e nel comportamento, Cassie non prova paura, ma una sincera curiosità, oltre ad affezionarsi suo magrado ad essi; non solo, ma pian piano lo stesso Rio passa da un atteggiamento ostile e strafottente ad uno affettuoso e possessivo, finchè tra i due non scatta il sentimento ed entrambi si rendono conto di provare qualcosa di importante l'uno per l'altra.

"ciò che più mi ha sorpreso è che ti sei fidata senza farti domande. Ti sei sempre fidata di me, anche quando Andrea è ricomparso, è da me che sei venuta, è me che hai voluto per sentirti al sicuro. Mi sono sempre vergognato di ciò che sono. Tu, invece, hai preso tutto ciò che di brutto c’è in me e lo hai trasformato in qualcosa di buono”.

Ma purtroppo le stranezze solo ipotizzate o intuite troveranno una precisa e spaventosa risposta: dopo aver avuto un'esperienza paranormale, in cui viene attaccata da un essere mostruoso e salvata da un altro (che lei battezza "il mio angelo"), Cassie dovrà fare i conti con una incredibile verità: Rio e la sua famiglia non sono esseri umani..., non del tutto almeno.
Essi sono per metà umani e per metà niente meno che demoni, figli di sette diversi principi degli inferi; rappresentano ciascuno i sette vizi capitali, sono sulla terra da secoli e la loro natura non è certamente volta al bene...

Insomma, Rio and family non sono proprio "persone" raccomandabili, da frequentare a cuor leggero, eppure Cassie non riesce ad averne paura, in particolare sente che l'amore che la lega a Rio può essere più forte di qualsiasi ostacolo.

Sarà davvero così?
Cassie dovrà accettare l'idea di avere a che fare con esseri sovrannaturali, la cui natura è per metà infernale, e che basta poco perchè essa venga fuori, causando conseguenze tragiche.

Fortunatamente, lì dove ci sono i vizi esitono anche le virtù, ed infatti in mezzo agli uomini vivono anche le creature della luce, che dalla notte dei tempi combattono l’eterna battaglia contro le creature del buio, per difendere l'umanità dalle grinfie degli esseri malvagi.

La stessa Cassie verrà coinvolta in questa guerra tra il bene e il male e sarà costretta a fare scelte difficili che mai avrebbe immaginato, a vivere momenti dolorosi, e niente nella sua vita sarà più lo stesso.

Cassie e Rio si amano, ma lei è un'umana e lui un mezzo demone: che futuro ha il loro amore, per quanto forte?

"Il principe delle ombre" è un romanzo che si legge avvero con molto piacere ed interesse; anzitutto, ho trovato piuttosto originale l'idea di base, cioè questi personaggi che incarnano i vizi capitali, chiaramente opposti ad altri che invece rappresentano sulla terra le virtù cardinali; la protagonista e voce narrante è un tipo spiritoso, intelligente, acuto, il suo modo di narrarci tanto i fatti quanto i suoi sentimenti, è spigliato e rende il ritmo narrativo allegro, soprattutto dalla seconda metà del libro in poi.

Mi piace lo stile dell'Autrice, non mi sono mai annoiata durante la lettura, il che non è poco per una come me che tendenzialmente non ama alla follia questo genere di storie in cui si muovono demoni e mostri dagli occhi rossi e dalla pelle viscida e fatta di squame; in questo caso, devo dire che ho trovato il tutto avvincente, la storia tra Cassie e Rio riesce a coinvolgere il lettore; certo, lui forse rientra nel clichè del ragazzo bello e dannato, che all'inizio si comporta da duro per poi, una volta innamorato, diventare possessivo e premuroso, ma ci sta, e a dare una vena briosa alla vena di romanticismo ci pensa Cassie, molto autoironica e simpatica.
Le personalità dei vari personaggi è ben delineata, anche di quelli secondari, e benchè si tratti anche di esseri tutt'altro che amabili, di essi ci viene presentato soprattutto l'aspetto umano, quello che soffre e che fa di tutto per tenere a bada la parte "cattiva".
Il finale è amaro e fa presagire che ci sarà il seguito, che leggerei volentieri perchè il mio parere su questo romanzo è assolutamente positivo.


martedì 6 giugno 2017

Recensioni film: THE WATER DIVINER // BRIDGET JONES'S BABY // BEL AMI



Cosa avete visto di rilevante in tv o in streaming, ultimamente?
Si accettano consigli di film che voi avete trovato beeellissiiiimiii e meritevoli di essere guardati ^_^


Ecco alcuni che di recente ho scelto di vedere: due perchè già da tempo mi ero ripromessa di farlo, l'altro s'è fatto in prima serata qualche giorno fa.


THE WATER DIVINER


,
Tratto dall'omonimo romanzo, scritto da Andrew Anastasios e Meghan Wilson-Anastasios, pubblicato da Edizioni Piemme

REGIA: Russell Crowe
ATTORI: Russell Crowe, Olga Kurylenko, Jai Courtney, Yilmaz Erdogan, Isabel Lucas, Cem Yilmaz, Jacqueline McKenzie.


E qui Russell se la canta e se la suona - come si dice -, visto che dirige se stesso, oltre che i colleghi.

Siamo in presenza di un'avventura epica ambientata quattro anni dopo la terribile battaglia di Gallipoli in Turchia, durante la Prima Guerra Mondiale. 
E' il 1919 e Joshua Connor è un contadino rabdomante, dotato quindi della capacità di ascoltare la terra per trovare l'acqua nelle sue profondità; vive nella campagna australiana del Mallee, insieme alla moglie Eliza.
Sulla coppia è caduta una pesante ombra di dolore e tristezza: i tre figli maschi sono deceduti nella battaglia di Gallipoli e ciò che rimane agli afflitti genitori sono il ricordo degli anni felici in cui vivevano tutti insieme e un pacchetto con un vecchio diario personale, alcune lettere e poche foto. 

La tragedia improvvisa pesa sul loro cuore e porta ben presto alla morte della moglie di Joshua, alla quale l'uomo aveva promesso che avrebbe riportato a casa, e seppellito in terra consacrata, i corpi degli amati figli, così da onorare la loro memoria e ritrovare la pace nella propria vita. 
Così, in compagnia solo di se stesso e dei propri pensieri, Connor va in Turchia, percorrendo oltre 9000 miglia per recarsi in quella zona in cui i suoi ragazzi sono morti.

Nella variopinta e vivace Costantinopoli, schiacciata dall'ingombrante Impero ottomano, Connor viene proiettato in un mondo fatto di usanze molto distanti dalle sue.
Conosce un bambino, Orhan, che in pratica lo "costringe" ad alloggiare nell'albergo della madre, Ayshe (Olga Kurylenko), bellissima e misteriosa, appartenente a una delle vecchie e potenti famiglie turche. 

Intanto, nonostante i primi ostacoli (di ordine burocratico), l'uomo è determinato a raggiungere Gallipoli, dove i corpi dei combattenti vengono faticosamente restituiti e recuperati dalle viscere di una terra ancora straziata dagli scontri. 
A tal fine, il colonnello Hughes cerca aiuto presso il nemico, il turco Hasan.

Arrivato a Gallipoli, per Connor non sarà facile portare a termine la propria missione impossibile, ma grazie alle proprie doti egli riesce a sentire la presenza dei suoi figli là dove sono morti e temporaneamente sepolti, tranne quella del figlio maggiore, che sembra non essere sepolto sotto la polvere della terra turca, e che potrebbe per questo essere ancora vivo.

Russell Crowe a me piace molto come attore e credo che questo sia un buon esordio alla regia; c'è l'orrore della guerra, che però riesce a "livellare" ogni cosa e ad unire anche anche due nemici; c'è il dolore della perdita dei propri figli, c'è anche il momento più romantico, visto che dai primi sguardi tra Ayshe e Joshua presumiamo che tra i due presto o tardi sboccerà un sentimento... 

Insomma, film piacevole da vedere, ma non mi ha lasciato totalmente soddisfatta; non lo so, mi aspettavo qualcosa di più... 


Altro film che mi ha entusiasmata meno di ciò che speravo, ma per ragioni ben precise, è stato...

lunedì 5 giugno 2017

Recensione: IL GIARDINO DEI SEGRETI di Kate Morton (RC2017)



Un labirinto di misteri e segreti, racchiusi al di là di un muro che nasconde un giardino rigoglioso e magico, testimone di eventi per anni taciuti che, cento anni dopo, chiedono di essere finalmente svelati.


IL GIARDINO DEI SEGRETI
di Kate Morton



IL GIARDINO DEI SEGRETI
Ed. Sperling&Kupfer
trad. A.E. Giagheddu
591 pp
10.90 euro
2013
L'affascinante ed intricata storia narrata dall'autrice australiana Kate Morton si volge seguendo tre filoni temporali (1909-1913 // 1975 // 2005), ciascuno dei quali aventi una protagonista femminile al centro degli eventi; le donne sono chiaramente collegate tra loro ed è l'ultima di esse - in ordine cronologico - a "sbrogliare la matassa" e a chiudere il cerchio dei segreti, nascosti in uno splendido giardino.

Ma procediamo con ordine.

Nel 1913 una bambina di quattro anni si trova da sola su un transatlantico che è salpato dall'Inghilterra ed è diretto in Australia; con sè ha solo una valigetta bianca, con dentro un libro di fiabe, un disegno (che ritrae un volto femminile) ed altri pochi oggetti. La donna che l'accompagnava (chiamata dalla piccola "L'Autrice") le ha ordinato di aspettarla lì, ma poi non è più tornata.
Chi è questa bambina e com'è possibile che sia stata abbandonata su una nave?

Negli anni Trenta, questa bambina, ormai signorina, vive a Brisbane, in Australia; si chiama Nell e scopre una drammatica verità: non è figlia naturale dei genitori che l'hanno cresciuta, bensì è stata trovata sola e smarrita al porto di Maryborough; di lei non si sa neanche il vero nome e l'unico indizio è quella valigetta bianca che si portava dietro.
Diversi anni più tardi, nel 1975, la donna decide di imbarcarsi alla ricerca della verità: il punto di partenza è costituito dal nome dell'Autrice del libro di fiabe che era in valigia: Eliza Makepeace e proprio indagando su di lei giunge a Tregenna, in Cornovaglia, e alla tenuta di Blackhurst Manor, un tempo di proprietà della famiglia aristocratica Mountrachet.

Passano altri trent'anni (2005) e Nell è ormai prossima alla morte; accanto a lei c'è sua sua nipote Cassandra che, alla morte della nonna, scopre di aver ricevuto un'eredità inaspettata: un cottage - il Cliff Cottage - in Cornovaglia.

Questo cottage, insieme al suo bellissimo ma ormai dimenticato giardino, è il luogo del passato, lì dove sono sepolte verità nascoste per troppo tempo ma che Cassandra è intenzionata a scoprire per risolvere finalmente il mistero di quella bambina ritrovata sola in un porto australiano.

Seguiamo quindi le ricerche sia di Cassandra nel 2005 che di Nell nel 1975; entrambe si recano in quei luoghi in cui è vissuta Eliza Makepeace, per cercare di comprendere in che modo sono collegate ad essa.

Eliza non ha sempre vissuto nella ricca dimora dei Mountrachet, a Blackhurst Manor; i primi dodici anni della sua vita, trascorsi a Londra, sono stati molto poveri e tristi; dopo aver perso la cara mamma (Georgiana), Eliza perde anche il fratello gemello, il dolce Sammy, di cui lei si prendeva amorevolmente cura; resta a vivere in casa della signora Swindell, che la tratta peggio di una schiava, ma un giorno un uomo ben vestito viene a prenderla per portarla a casa dello zio Linus Mountrachet, fratello di sua madre. L'uomo è un tipo solitario, indifferente alla moglie Adeline e alla debole figlioletta Rose; appassionato di fotografia e giardini, è completamente schiavo del passato, di quei giorni in cui nella sua vita c'era l'amata sorella Georgiana.
Adeline prova immediatamente odio e disprezzo per la nipotina acquisita, per questa piccola intrusa dai capelli rossi e gli occhi espressivi e profondi, che tanto le ricorda la cognata, la sciagurata Georgiana; per cercare di raddrizzare questo animaletto selvatico, più simile ad un maschiaccio che a una femminuccia, Adeline affida Eliza alla figlia Rose, una bambina malaticcia e delicata, che instaura con la cugina un bellissimo rapporto di amicizia, disapprovato ovviamente da lady Mountrachet.

Nonostante l'antipatia di Adeline, Eliza trova nell'affetto profondo che la lega a Rose una ragione per essere felice; non solo, ma la vivida fantasia della ragazza non fa che spingerla a scrivere racconti e favole particolari, dai significati misteriosi e un po' inquietanti che, anni dopo, tra le mani di Cassandra, diventeranno anche una "chiave" per sciogliere certi intricati misteri,

Ma la vena da scrittrice di Eliza trova sostegno anche in un altro essenziale elemento: il meraviglioso giardino collocato oltre un labirinto, di cui un tempo sua madre si era occupata, e che adesso diventa il suo luogo segreto, il posto magico in cui, tra fiori e alberi, Eliza riesce a immaginare i personaggi delle fiabe che scrive.

Ma quel meraviglioso giardino diventerà anche teatro di avvenimenti drammatici, tristi, colmi di solitudine ed infelicità.
Infatti, tra il 1909 e il 1913 accadranno una serie di eventi che stravolgeranno la vita di tutti a Blackhurst Manor.

Come dicevo, quasi un secolo dopo, la determinata Cassandra è oltremodo convinta a individuare la verità circa le origini di nonna Nell, e per capirci qualcosa lei stessa dovrà immergersi nella bellezza e nella magia del cottage e del suo giardino che, benchè lasciato a se stesso da troppo tempo, non ha smesso di svelare verità inconfessate.

Eliza Makepeace è la donna che lasciò la piccola Nell sulla nave: perchè l'ha fatto? Che tipo di legame le unisce? E cosa è accaduto alla brava scrittrice di racconti per bambini, dopo aver portato via ed aver abbandonato, senza un'apparente spiegazione, la bambina, dato che di lei, da quel 1913 sembrano essersi perse le tracce?


Considerazioni.

Questo bellissimo romanzo di Kate Morton intreccia tra loro storie di donne lontane nel tempo le cui esistenze, però, sono indissolubilmente legate; come accade sempre nei suoi romanzi, l'Autrice pone al centro di tutto sempre dei segreti da svelare e a caratterizzare le trame ci sono degli elementi comuni, che ritroviamo ogni volta e che catturano tutta l'attenzione del lettore.

Anzitutto, le figure femminili: generazioni di donne forti, sensibili e solo all'apparenza chiuse e dure, ma in realtà esse conservano passati difficili e spesso dolorosi; ad es., la stessa Cassandra è mossa dal desiderio di conoscere il passato della nonna non soltanto per amore di lei, ma anche per riempire il vuoto e il dolore creati da due perdite importanti.

Si viaggia sul filo dei ricordi e per percorrere la strada della memoria, del passato, bisogna avere delle "chiavi", degli indizi, degli oggetti importanti, che sono stati cari per qualcuno: un quaderno con dei pensieri personali, un libro di fiabe illustrato, un vaso tenuto nascosto nella canna fumaria, la chiave che apre un cancello.
E servirsi di questi oggetti per conoscere la verità non è semplice, richiede molto coraggio, perchè spesso si scoprono realtà inimmaginabili e cariche di amarezza, che però è necessario conoscere.

I luoghi: sono sempre ben descritti e in essi aleggia un'aura di mistero, imprevedibilità: si tratta di antiche dimore tra le cui mura hanno vissuto delle persone, anni e anni prima, che hanno dato vita, con le loro azioni, le loro scelte, a una serie di eventi, molti dei quali non sempre nobili e quindi da tenere ben custoditi.

Come si evince dal titolo, il luogo più importante è il giardino segreto, cui si giunge attraverso un complicato labirinto (che potremmo considerarlo una metafora: giungere alla verità non è semplice, spesso c'è da attraversare un sentiero contorto, confuso): un giardino cui non tutti possono accedere, un posto incantato, che Eliza coltiva con amore finchè può, rendendolo il suo rifugio, l'antro ideale in cui lei può trovare riposo dal frastuono del mondo, in cui ritrovarsi con la cara cugina Rose e godere della loro sincera amicizia; e ancora, il luogo ideale in cui fermarsi per trovare ispirazione per le proprie fiabe, popolate da principesse bellissime e coraggiose.


"C'è una bellissima atmosfera qui dentro (...). Avvolgente, calda. E poi, mi sembra quasi di sentire i fantasmi del passato che si muovono in mezzo a noi"

dice un'amica di Cassandra a quest'ultima, entrambe rapite dalla malia antica e suggestiva, carica di parole non dette, di significati nascosti, che aleggia nel giardino segreto.

Il fascino dei romanzi della Morton, per me, sta proprio nella sua abilità nel creare storie molto complicate, intrecci che nascondo mille collegamenti tra loro, che l'Autrice rende noti pian piano, senza fretta, a tempo debito, donandoci qualche efficace colpo di scena qua e là, pur lasciandoci, al contempo, indizi sparsi che ci permettono comunque di formarci la nostra spiegazione dei misteri (prima che i personaggi li svelino).
I personaggi sono ben descritti, ci sembra di essere lì con loro, di conoscerli e di "sentirne" i pensieri, i sentimenti; le atmosfere un po' "gotiche", inquietanti, oscure, le dimore antiche, di solito abbandonate ma un tempo teatro di fatti importanti, le ambientazioni ricche di simbolismi e suggestioni esercitano una forte attrattiva su di me e mi fanno amare quest'autrice.

"Il giardino dei segreti" è un romanzo davvero ben scritto, con diversi filoni narrativi che si intersecano tra loro in modo complesso e si può rischiare di perdersi nel corso della lettura, ma la Morton è brava a tener desta la nostra attenzione e alla fine tutto si risolve e diventa chiaro; c'è la giusta dose di romanticismo, ma mai troppo accentuata, insieme a quell'inevitabile velo di malinconia che attraversa tutto il libro.

Posso non consigliarla??? *_*


Articolo correlato:





READING CHALLENGE
Obiettivo n.16 - Un libro in cui il giardino sia un protagonista,
 un centro importante della storia.

LontanAnteprima: THE LOVE LETTER di Lucinda Riley - in Italia nel 2018



Lettrici (ma anche lettori, perchè no? ^_- ) che amate Lucinda Riley...: oltre ad attendere il 14 giugno LA RAGAZZA ITALIANA e a novembre c.a. THE PEARL SISTER (quarto capitolo della bellissima serie "Le Sette Sorelle"), sappiate che nel 2018 verrà pubblicato anche un altro romanzo: "The Love Letter", che insieme a  "The Italian Girl" (La ragazza italiana), "The Angel Tree" (L'angelo di Marchmont Hall) fanno parte dei primi romanzi scritti diversi anni fa con il nome di Lucinda Edmonds (nome da nubile) e che la scrittrice irlandese sta riscrivendo.

THE LOVE LETTER verrà pubblicato, quindi, in Germania e in Norvegia a settembre, e nel 2018 in Danimarca, Italia e Regno Unito.

THE LOVE LETTER


cover norvegese
cover tedesca





Quando il noto attore Sir James Harrison muore nella sua casa di Londra, tutto il paese è in lutto.
La giovane giornalista Joanna Haslam viene inviata per fare un servizio sul defunto  ma incontra una signora anziana che le dà un plico con dei vecchi documenti - incluso il frammento di una misteriosa lettera d'amore. 
Chi sono i due amanti della lettera e in quali circostanze drammatiche erano coinvolti? 
La curiosità di Joanna viene risvegliata ed inizia a indagare. 
Non sa ancora che la missione che ha intrapreso metterà in subbuglio la sua vita e soprattutto il suo cuore perché Marcus Harrison, nipote di Sir James, è un tipo tanto carismatico quanto enigmatico...

domenica 4 giugno 2017

Mini-recensione: LA PAZZA GIOIA (Paolo Virzì)



Due donne un po' matte, che scappano dall'istituto di cura in cui sono ricoverate alla ricerca di un po' di felicità in questo mega manicomio che è il mondo...


LA PAZZA GIOIA


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DATA USCITA: 17 maggio 2016
GENERE: Commedia, Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Paolo Virzì
ATTORI: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Anna Galiena

"Ma siete matte?"Eh, secondo alcune perizie sembrerebbe di sì"

Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi) è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e, a sentir lei, in intimità coi potenti della Terra.

Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti) è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto.

Le due si conoscono all'interno della comunità terapeutica "Villa Biondi" che ospita donne con disturbi mentali; entrambe sono classificate come socialmente pericolose.

Nonostante l'iniziale ritrosia e diffidenza di Donatella - che è apatica e vorrebbe essere lasciata in pace a struggersi per i propri guai -, con la sua esuberanza ed insistenza Beatrice riesce a fare amicizia con lei e a coinvolgerla in una fuga imprevedibile e strampalata, che le avvicinerà moltissimo.

"Ma dove cavolo stiamo andando? Cosa stiamo cercando?"
"Stiamo cercando un po' di felicità."
"Ma sei scema! 'Ndo si trova?"!
"Nei posti belli, nelle tavole di fiandra, nei vini buoni e nei bicchieri di cristallo. Nelle persone gentili. Ecco dove si trova."


Il rapporto che nasce tra le due ha un che di buffo e drammatico insieme, e non solo perchè entrambe sono "matte" e dovrebbero restare a curarsi nell'istituto, sorvegliate dagli operatori e sotto la guida di comprensivi dottori, ma anche perchè le loro personalità sono agli antipodi: Donatella ha un'aria tormentata, dimessa, non fa che pensare al figlio di cui ha perso la potestà genitoriale (per aver commesso una brutta azione), ha un temperamento più remissivo, non ha voglia di vivere e, se servisse a farla star meglio, si sottoporrebbe pure a un elettroshock; piange, è depressa, "è nata triste", dice di se stessa con un'alzata di spalle e un sorriso tenero e amaro insieme.

Lei costituisce la parte drammatica del film, a differenza di Beatrice che invece ci dà invece momenti che strappano sorrisi divertiti per le sue "comiche pazzie"; è una bipolare euforica, ha la mania di rubare tutto ciò che può, è piena  di energia, parla senza fermarsi, riesce anche ad intortare chi non la conosce con il suo fiume di parole senza senso, insomma niente la ferma e nulla le fa paura.

Entrambe hanno famiglie che, in qualche modo, le hanno lasciate sole e in balia del proprio destino di "pazze da manicomio": Donatella ha una madre più matta di lei e un padre assente e menefreghista; l'altra ha un marito viscidino che s'è risposato, un amante tamarro e una madre che la vuol lontana da sè, dopo tutti i guai che ha portato in famiglia.

Le due amiche se ne vanno quindi in giro per centri commerciali, locali, rubano macchine e queste loro peripezie fanno sorridere e fanno al contempo tenerezza, perche la loro è un'amicizia speciale, che unisce due donne sole, disperate,  ma anche tanto stanche, come dice Beatrice: dovrebbero riposare, o forse morire e far felice chi vorrebbe liberarsi di loro.

E' un'amicizia fatta anche di generosità, perchè a un certo punto Beatrice si mette in testa di aiutare Donatella a rivedere il suo bambino, che negli ultimi anni - e dopo il "fattaccio" - è stato dato in adozione, ed è pronta a combinarne di tutti i colori per riuscirci. 

Un film davvero molto bello, che ruota attorno a questa improbabile e toccante amicizia al femminile nata nell'ambito della malattia psichiatrica, argomento sempre sensibile affrontato con la giusta dose di vivacità e momenti esilaranti alternati all'aspetto drammatico e ai momenti più seri; Virzì diverte e commuove, fa ridere e fa uscire qualche lacrima, soprattutto quando c'è in ballo la storia drammatica della povera Donatella.
Le due attrici protagoniste sono fenomenali, e se la Ramazzotti non è nuova a (e l'ho già personalmente apprezzata in) questi ruoli in cui interpreta giovani donne/mamme con vari problemi e fragilità, la Bruni Tedeschi è davvero esplosiva e mi ha completamente affascinata e travolta con la sua Beatrice.

Consigliatissimo.



sabato 3 giugno 2017

Novità noir/giallo: ANNA CON TUTTI di A. Alioto, R. Repaci (Frilli Editore) // FONDAMENTA INQUIETANTI di Luca Marchioro (goWare ed.)



Un paio di segnalazioni editoriali per i lettori che prediligono il noir/giallo.


Il primo noir - edito da Frilli Editore - ruota attorno ad una nuova delicata indagine del Maresciallo Massimo De Scalzi di Genova.
La violenza sulle donne è il tema intorno a cui ruota la trama di questo romanzo. Tema purtroppo troppo spesso presente nei drammatici fatti di cronaca nera.



ANNA CON TUTTI
di A. Alioto, R. Repaci


Frilli Editore
LINK AMAZON
Il Maresciallo De Scalzi ama le donne, le considera il sesso forte, pur riconoscendo che sono ancora bistrattate e, per questo, bisognose di protezione. 
Quando Anna, una cara amica di sua sorella, lo chiama chiedendo aiuto, lui non esita ad intervenire.
Lei è una donna di quarant’anni che conosce il significato della parola violenza, ne porta i segni sul corpo e nel cuore. Le cicatrici dell’anima sono indelebili, ma Anna sta tentando di rinascere dalle ceneri, come una fenice. 
Le botte del marito, perpetrate negli anni, non hanno fermato il suo bisogno di riscatto da una vita senza rispetto. 
La scrittura l’ha aiutata, è stata la mano che l’ha sollevata dal pozzo di disperazione nel quale lui l’aveva gettata. Per lei, scrivere è catartico. 
Inaspettatamente il suo romanzo erotico diventa un successo editoriale. Il prezzo da pagare per il suo trionfo, però, è troppo alto e Anna si ritrova nuovamente in un vortice di minacce, paura, violenza e morte. 

Massimo De Scalzi, in questa seconda indagine, inciamperà in una realtà di malvagità nascoste, di segreti e di persecuzione. La sua anima non ne uscirà indenne. 

Gli autori.
Alessandra Alioto è nata a La Spezia e vive a Rapallo. Svolge la professione di Educatrice Professionale in ambito scolastico e sociale. Scrivere con l’amica, ex collega di lavoro, Rosalba, le ha dato modo di condividere con i personaggi dei loro libri un vissuto sociale proprio della vita reale. 
Rosalba Repaci è nata a Genova e vive a Recco dove lavora come Educatrice in un asilo nido. Le due amiche, complici nel guardare gli altri con un’attenzione non comune, hanno deciso di assecondare la loro passione per la scrittura, dedicandosi a raccontare storie che rispecchino i loro valori. Hanno scritto: Dimmi come mai, Edizioni Cicorivolta, pubblicato nel marzo 2014, La dolce morte. Un’indagine genovese per il Maresciallo De Scalzi, Fratelli Frilli Editori, pubblicato a giugno 2016 e Buongiorno Miriam, primo classificato al concorso Panesi - Lugalè, febbraio 2017 di prossima pubblicazione.



Secondo romanzo: è il giallo d'esordio di Luca Marchioro, Fondamenta inquietanti, edito da goWare, che ci trascina nel vortice degli eventi che coinvolgono il Divo con note goliardiche e conviviali, portandoci a scoprire i segreti dell'assissino e della migliore ricetta per cucinare il baccalà.



FONDAMENTA INQUIETANTI
di  Luca Marchioro 

goWare ed.
LINK AMAZON
Il Divo è un detective privato che assiste a un omicidio nel locale Hard Rock di un paese del Vicentino. Sensibile al fascino femminile, un po’ brusco ma leale, decide di investigare sulla morte dell’uomo, marito di una sua fiamma di gioventù.
Con il collega Gianni e con Giulia, giovane e avvenente ispettrice di polizia, scoprirà i risvolti amari della crisi economica del Paese, di procedure illecite e rapporti umani non più corretti.

Tra donne che lo seducono, una moglie gelosa e nemici che lo vogliono morto, gli unici che non lo abbandoneranno saranno gli amici.

L'AUTORE

Luca Marchioro vive e lavora a Thiene (VI). Appassionato di musica, suona in diverse band rock e rockabilly, da sempre ispirazione per la sua scrittura. Alcuni suoi racconti sono presenti in antologie di concorsi letterari.
Fondamenta inquietanti è il suo romanzo d’esordio.

venerdì 2 giugno 2017

3096 TAGE di Sherry Hormann: recensione e considerazioni



Ci sono storie, fatti di cronaca, di cui sentiamo parlare in tv o che leggiamo sui giornali, che ci paiono talmente "forti" nei loro contenuti, da sembrare spesso degni di un film.
Ma la realtà è che certe cose drammatiche, terribili, inumale.. accadono davvero a persone vere, in carne ed ossa, come lo siamo io e voi.
Tempo fa lessi un libro - testimonianza: 3096 di Natascha Kampusch (RECENSIONE) e in seguito ho deciso di vederne il film.


3096 TAGE


Regia: Sherry Hormann
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Con Antonia Campbell-Hughes, Jaymes Butler, Thure Lindhardt, Trine Dyrholm, Vlasto Peyitch, Angelina Noa, Amelia Pidgeon

Natascha Kampusch ha 10 anni quando nel 1998 viene rapita, mentre sta andando a scuola, da Wolfgang Priklopil, che di professione fa il tecnico delle telecomunicazioni.
L'uomo la terrà segregata per otto anni e mezzo in uno scantinato costruito apposta per la sua vittima, fino a quando la ragazza riuscirà a scappare nel 2006.
Poco dopo l'arresto, Priklopil si suicida gettandosi sotto un treno.

Tanto il libro quanto il film sono una ricostruzione dell'inferno vissuto da Natascha in 3096 giorni, nella mani di un uomo con seri problemi psichici...

Il film parte col mostrarci una bimba di otto anni, con i capelli lisci a caschetto, carina e paffutella; le piace mangiare biscotti ma poi non si ama fisicamente. Una mattina, quella mattina, dopo aver litigato con la mamma, la bimba si avvia verso la scuola, ma un uomo esce da un furgone bianco e la porta via.

E' il 2 marzo 1998 ed è soltanto il primo giorno di quella che diventerà una lunga prigionia.

Il film mostra bene quello che, per sommi capi, chiaramente, fu il tipo di rapporto instauratosi tra vittima e carnefice.

Un rapporto che noi dal di fuori non possiamo comprendere.
Un rapporto fatto principalmente di umiliazioni fisiche e psicologiche, di percosse, di plagio, di "torture" a base di digiuni prolungati per giorni, di minacce, urla...

Riusciamo a scorgere la solitudine e la disperazione di una bambina che settimana dopo settimana, anno dopo anno diventa una giovane donna; il suo fisico cambia insieme a lei e la mancanza di libertà non impedisce certo al suo corpo di crescere, e questo Priklopil non potrà non notarlo.

Natascha è il suo personale oggetto, una sorta di giocattolo, di schiavetta o di bambola che gli deve OBBEDIENZA assoluta, che deve far la brava se vuole mangiare e risparmiarsi le botte.
Che deve soddisfarlo quando lui vuole.

Natascha ha un carattere forte, però, e riesce a restare lucida e presente a se stessa nonostante sevizie e umiliazioni; terrà sempre presente che è una prigioniera, una persona cui è stata tolta la vita, la libertà, e che sa di avere tutti i diritti di porre fine a questa condizione, la quale DOVRA' necessariamente terminare con la morte di uno dei due.

Soltanto uno di loro sopravviverà e i fatti ci dicono che è stata Natascha ad "averla vinta".

Dal film emerge anche l'ambiguità del rapporto di Priklopil con la ragazza, che lui maltrattava ma al contempo vedeva come la persona che doveva restargli accanto; probabilmente la immaginava come un'amante/compagna..., di certo l'ha sempre vista come un qualcosa che gli apparteneva e di cui disporre a suo piacimento.

Ecco, credo che il film ci lasci entrare con molta efficacia e realismo nello scantinato con Natascha, e ci faccia vivere almeno per un po' e con l'immaginazione quello che ha vissuto lei sulla propria pelle: la paura, la rassegnazione, la disperazione, la voglia di combattere e fuggire, il timore di farlo arrabbiare per un nonnulla ricevendone botte e calci... E poi il pensiero di farla finita e porre fine a quel tormento.

Lo consiglio chiaramente a chi predilige i film con al centro le storie vere, forti, in cui qualcuno.., un nostro simile, ha dovuto vivere l'inimmaginabile ma è riuscito a sopravviverne.



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