venerdì 6 settembre 2019

Recensione: VERSO UN FORSE di Stefano Di Ubaldo



"Verso un forse" è una raccolta di poesie che, pur essendo in versi, in realtà sono più simili a delle piccole narrazioni, le quali, nel trattare vari temi, confluiscono tutte verso la ricerca di una meta in questo viaggio che chiamiamo vita.


VERSO UN FORSE
di Stefano Di Ubaldo



Casa Editrice: Antipodes
Anno: 2018
Pagine: 82
"Se possiamo raccontare,
siamo sogni da nutrire." 

Questa raccolta comprende componimenti attraverso i quali l'Autore - e, con lui, il lettore - volge l'attenzione su ciò che lo/ci circonda quotidianamente.
A cominciare dai tipi di persone che incontriamo, ed emblematiche, in questo senso, sono le tre poesie sui "posti riservati", in cui emergono in modo simpatico e arguto tante tipologie di personalità e per ciascuna è previsto uno spazio ad hoc e proprio in base alle loro caratteristiche.

E ancora ci si concentra sull'amore che riempie le nostre vite ma davanti al quale spesso ci sentiamo impreparati, costringendoci al silenzio; sulla difficoltà di relazionarsi l'uno all'altro, a causa della mancanza di comprensione, dello spettro dell'abitudinarietà nei rapporti.

Ne viene fuori il variegato ritratto di un'umanità che popola il nostro mondo e che ogni giorno deve fare i conti con la propria solitudine e fragilità, con la consapevolezza di se stessi e la fatica del cambiamento.

"provo a inventarequello spazio di incontrotra un’idea e le avversarie,tra il già detto e l’ascolto,tra l’ascolto e un’ideadi quell’altro in me stesso."

È un viaggio dentro se stessi, costellato di riflessioni su passato, presente e futuro, di un certo disincanto nei confronti della realtà, che è altro non è che "un mare d'inganni", ma nel quale comunque ricerchiamo ciascuno il proprio posto e scopo, senza mai, forse, trovarlo definitivamente. Del resto, è l'esistenza stessa ad essere imprevedibile, spesso burlona e acquisire certezze non è poi così automatico e semplice.

"Il mio posto è verso un forse."

Non è possibile intraprendere questo percorso senza una buona dose di ironia e tra questi versi ce n'è tanta, insieme a situazioni buffe e surrealistiche, come nella poesia in cui l'Autore immagina l'interrogatorio di un povero uovo, con la sua scorza fragile e il suo albume di ricordi.

Il linguaggio è ovviamente ricco di metafore e similitudini; per la maggior parte si tratta di versi liberi, che non di rado hanno un ritmo tipico delle filastrocche; ciò che rende accattivante la lettura di questa raccolta, insieme alla presenza di giochi di parole, allitterazioni, riferimenti a opere letterarie e a film celebri (come Pulp fiction e Funny games), è la vivacità, la prontezza di spirito dell'Autore nel guardare dentro e fuori l'essere umano, sorridendo delle nostre tante incertezze, della complessità e unicità di cui ognuno di noi è portatore.

Consigliato a chi ha voglia di leggere poesie diverse dal solito, appassionate, spontanee e attraversate da un piacevole umorismo e da uno sguardo intelligente e attento sulla realtà circostante.

giovedì 5 settembre 2019

Azione e romanticismo con i libri del collettivo Mary Fisher!




Cari lettori, anche oggi torno sul blog per farvi conoscere i libri di Mary Fisher.
Chi è Mary Fisher? Non si tratta di una sola scrittrice, bensì di un collettivo di autrici LGBT che si sono riunite per sviluppare insieme nuove, entusiasmanti storie scritte a più mani per intrattenere con azione, erotismo e tanto romanticismo i propri lettori.

Partiamo da una storia che gira attorno a due uomini, un diamante e un mistero: Il ladro.
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Alexis Solkas, miliardario americano di origini greche, diventa il principale bersaglio del ladro internazionale Milord che intende appropriarsi del prezioso diamante Black Eye, una pietra di inestimabile valore, la sera in cui l’uomo festeggerà i suoi quarant’anni insieme all’élite degli Hamptons.
E mentre l’agente Kelly Torres dell’FBI si impegna per impedire che avvenga il furto, anche Alexis decide di muoversi per conto proprio e scoprire chi è il fantomatico Milord proprio nel momento in cui il bel Martin McKenna entra nella sua vita scombussolando le sue certezze.
Come andranno le cose?
Per scoprirlo, non vi resta che leggere “Il ladro”!


Continuiamo con il nuovo romantico racconto del collettivo: Capodanno a New York!
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Randy è nato e cresciuto in Montana ma sogna da sempre di visitare la città dei suoi sogni, la magica New York, dove spera di incontrare l’uomo della sua vita.
Finalmente, su invito di sua cugina Candice, riesce a realizzare il suo desiderio e proprio la notte di Capodanno conosce l’uomo perfetto.
Matt Morton è bello, sensuale, intelligente e condivide come lui una grande passione per gli animali.
Ma dopo una notte di passione, Randy dovrà fare i conti con la realtà...


E infine... una serie ricca di avventura e azione:

Il gatto e il topo - UN GIOCO RISCHIOSO vol.1

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Dylan Sidle è un agente del NCIS di San Francisco dal passato difficile, impegnato in una missione sotto copertura nella quale sta giocando il tutto e per tutto mettendo a repentaglio la sua vita.
Joel Harmon, primo agente del Dipartimento di Sicurezza degli Stati Uniti, è un eroe pluridecorato e un sogno irraggiungibile per Dylan.
Questo fino a quando, complice una serie di eventi che li vedrà coinvolti, le loro strade finiranno per incrociarsi.
E per entrambi niente sarà più come prima.


L'enigma di Dylan è il secondo racconto della serie “Un gioco rischioso”
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e si narra di come Dylan abbia finalmente trovato il suo equilibrio, al fianco di Joel.
La loro vita trascorre su binari tranquilli fino a quando dalla Francia giunge una vecchia conoscenza di Joel, lo Sciacallo: un uomo senza scrupoli, desideroso di vendetta e disposto a tutto per ottenere ciò che vuole.
Riusciranno Dylan e Joel a cavarsela, riuscirà il loro amore a sopravvivere?


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Tutto o niente (UN GIOCO RISCHIOSO vol.3)

Ora che Dylan è sceso a patti con il passato e sta cercando di ricostruire una nuova vita insieme al suo compagno Joel, un’altra minaccia sconvolgerà la sua vita.
Si tratta del Marsigliese, un individuo crudele che gli sottrarrà quanto ha di più prezioso: Joel.
Ma questa volta Dylan deciderà di giocare senza esclusione di colpi.
Sarà tutto o niente, nell’ultimo racconto della serie “Un gioco rischioso”.

mercoledì 4 settembre 2019

Segnalazione romance/Y.A. || "Arrivò i primi di gennaio" di Livin Derevel.



Buongiorno lettori!!

Oggi vi presento il  nuovo romanzo di un'autrice di cui ho già avuto il piacere di leggere e recensire un precedente libro (IL CARNEVALE A VENEZIA):  Arrivò i primi di gennaio di Livin Derevel.

Serie: Teenage Dreams #1 
Genere: Young adult, coming of age, LGBT, romantico 
588 pp 
Data di uscita: 2 ottobre 2019 

Edizioni: formato digitale (in tutti gli store on-line),
 formato cartaceo (solo su Amazon). 



Trama

Tra i corridoi della Franklin Gooding Junior High School, Vermont, c’è sempre un gran daffare. Suze ha appena scoperto di essere incinta del fidanzato già bello che partito per New York, all'inseguimento di un sogno che sembra non gli lasci nemmeno il tempo di guardarsi indietro.
Ash è il playboy della scuola, la borsa di studio in tasca e un futuro pieno di aspettative, nonché di un piccolo segreto che sa che non potrà tenere proprio per sempre.
E un freddo giorno di gennaio ecco arrivare Lian, con l’abbronzatura di Los Angeles e gli occhi turchesi, eccentrico, brillante, linguacciuto e bellissimo, pronto a creare scompiglio e farsi perdonare scoccando incantevoli sorrisi. Senza dimenticare Gloria, Neil, Jamie, Cody, Chris, Lauren e una girandola di compagni vecchi e nuovi, deliziose infatuazioni arcobaleno, insegnanti fuori dagli schemi, suggestive escursioni sulle Green Mountains, baci rubati sotto fiocchi di neve e vere amicizie che sfidano il tempo e le distanze.
D'altronde, se non è movimentata, che adolescenza è?

 Per aggiornamenti sul blog dell’autrice: QUI
 Per leggere in anteprima i primi TRE capitoli del romanzo: QUI 

martedì 3 settembre 2019

Draghi, dèi e la camelia giapponese



Il fiore di oggi è la camelia.
Ne parliamo attraverso una leggenda giapponese.


Un'antica leggenda, racchiusa in un libro giapponese, racconta le gesta di Susanowo, dio del vento, della pioggia e dell’uragano, che a causa di una punizione fu costretto a vivere nel regno di un orribile serpente a otto teste, che ogni anno pretendeva il sacrificio della più bella fanciulla.
Stanco di lasciare che il paese fosse tenuto sotto scacco dal mostro, Susanowo scese nel regno dei morti e in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce.

fonte
Con la magica spada Susanowo si recò all’ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente. 
Intanto un lungo corteo attraversava la valle accompagnando al sacrifico la dolce principessa "Campo di riso".
Alla prima luce del giorno il drago apparve dalle profondità della caverna, terrificante come sempre.
L'impavido Susanowo gli si lanciò addosso ingaggiando con lui una terribile lotta ma alla fine vinse e abbatté il drago. 

Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa e appoggiò sull’erba la spada affilata e insanguinata: come per magia i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora.
I fiori vennero chiamati "Tsubaki" o "rose del Giappone" e la loro caratteristica di non sfogliarsi, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago.


Fonte consultata:

domenica 1 settembre 2019

Bilancio delle mie letture di agosto 2019



Ed eccomi con le mie letture del mese più caldo dell'anno ^_^




  • TRE PIANI di E. Nevo. Tre storie differenti, tre gruppi di persone che abitano in tre diversi piani di un palazzo a Tel Aviv,  si conoscono, si incrociano per pochi attimi ma le loro esistenze scorrono parallelamente le une alle altre, ognuna chiusa dietro le porte dei loro appartamento, a consumare tradimenti, a crogiolarsi nella propria solitudine, nel proprio dolore... e chissà, anche a sognare giorni migliori.
  • L'ISOLA DELLE ANIME di P. Pulixi. Un bellissimo noir che, attraverso intrecci avvincenti, che sanno sorprendere e coinvolgere il lettore, sullo sfondo di una terra aspra e affascinante insieme, svela i lati più ambigui, tormentati e imprevedibili dell'essere umano.
  • TRADITI E CONSEGNATI ALLA MORTE di E. Anzanello. Le vicende avventurose e drammatiche di un gruppo di soldati tedeschi appartenenti alla 3. SSPanzer Division Totenkopf che, alla fine della seconda guerra mondiale, si sono visti traditi dagli americani e consegnati alle truppe sovietiche, andando così incontro ad un tristissimo destino dal quale in pochi usciranno vivi.
  • PIANO CONCERTO SCHUMANN di P. M. Liotta. Tra queste pagine, intrise della magia che solo la musica sa creare, conosciamo l’intrigante storia di una talentuosa pianista di fama internazionale, la cui esistenza verrà sconvolta da una particolare proposta di lavoro e da un prestigioso regalo la cui provenienza è avvolta nel mistero.
  • IL CUORE NERO DI PARIS TROUT di P. Dexter. Pete Dexter ci racconta una storia drammatica in cui il crimine non è che il triste e cinico riflesso di una società malata, che sembra non dare alcuna importanza alla distinzione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il bene e il male.
  • BACIO FEROCE di R. Saviano. Ritroviamo la Paranza dei Bambini (recensione libro), questi ragazzi nati in una terra di assassini e assassinati, derubati dell'infanzia e dell'adolescenza, destinati a fare i conti con un mondo che non regala niente, anzi, toglie molto. Forti di fame. Forti di rabbia. Pronti a dare e ricevere baci che lasciano un sapore di sangue, perché "Se la strada del bene non c’ha portato niente, forse la strada del male porterà qualcosa."
  • NOVE MINUTI di B. Flynn. La storia drammatica e movimentata di una ragazza che, a soli 15 anni, viene rapita da una banda di motociclisti, divenendo la compagna del capo.
  • DIARIO SEMITRAGICO DI UN CASALINGO DISPERATO di Ariel. È possibile fare delle proprie piccole “tragedie” quotidiane un punto di forza per non cedere alla disperazione e, magari, trasformarle in un’occasione per trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo? È ciò che succede al casalingo, aspirante scrittore, di questo romanzo.
  • POMODORI VERDI FRITTI AL CAFFÈ DI WHISTLE STOP di F. Flagg: sedete al bancone di un vecchio caffè dell'Alabama degli anni Trenta e, tra una colazione sostanziosa e un barbecue delizioso, fermatevi ad ascoltare storie di personaggi indimenticabili.



Ho avuto modo di leggere libri interessanti in agosto, in particolare sul podio vanno senza ombra di dubbio L'ISOLA DELLE ANIME, un libro pieno di fascino, per la storia, l'ambientazione e la scrittura stessa dell'autore; ho apprezzato IL CUORE NERO DI PARIS TROUT, che mostra il lato più torbido e malsano di un uomo e, in generale, dell'ipocrita società cui appartiene; POMODORI VERDI FRITTI, per essere stata una lettura-coccola, deliziosa e malinconica.

Attualmente ho in lettura:

AMATISSIMA di Toni Morrison;
LA CURA SCHOPENHAUER di Irvin Yalom.

venerdì 30 agosto 2019

DODICI ROSE A SETTEMBRE di Maurizio De Giovanni - dal 13 settembre in libreria




Il 13 settembre arriva in libreria il nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, con una nuova detective: Mina Settembre. L'assistente sociale che indaga nei Quartieri Spagnoli di Napoli affronterà il misterioso Assassino delle Rose.


DODICI ROSE A SETTEMBRE

Sellerio Editore
288 pp
14 €
Dal 13 SETTEMBRE 


«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre».

Gelsomina Settembre detta Mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è costretta a occuparsi di casi senza giustizia.
La affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po’ buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall’ordine ufficiale. Domenico Gammardella «chiamami Mimmo», bello come Robert Redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volontà spesso frustrata; «Rudy» Trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di Mina; e, più di lato, il magistrato De Carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia.
Vengono trascinati in due corse contro il tempo più o meno parallele. Ma di una sola di esse sono consapevoli. Mentre Mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. La causa è qualcosa di sepolto nel passato remoto.
Il magistrato De Carolis deve capire tutto prima che arrivi l’ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l’altro, uno sconosciuto invia.
Mina Settembre e gli altri sono figure che Maurizio de Giovanni ha già messo alla prova in un paio di racconti. In Dodici rose a Settembre compaiono per la prima volta in un romanzo. Sono maschere farsesche sullo sfondo chiassoso di una città amara e stanca di tragedie.
Un mondo di fatica del vivere che de Giovanni riesce a far immaginare, oltre all’intreccio delle storie, già solo con il linguaggio parlato dai vari personaggi di ogni strato sociale: ironico, idiomatico, paradossale, immaginoso.

giovedì 29 agosto 2019

Recensione: POMODORI VERDI FRITTI al Caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg



Fannie Flagg ci invita, con la schiettezza e la dolce ironia che la contraddistinguono, a sederci al bancone di un caffè di una cittadina sconosciuta dell’Alabama, e, mentre ci concediamo (seppur soltanto col pensiero!) colazioni sostanziose e barbecue deliziosi, proviamo a chiudere gli occhi e lasciamoci trasportare nell’America degli Anni Trenta: conosceremo persone indimenticabili.


POMODORI VERDI FRITTI al Caffè di Whistle Stop 
di Fannie Flagg


Nell’inverno 1985 la signora Evelyn Couch, in visita dalla suocera (ospite di una casa di riposo) conosce un’anziana, anch’ella ricoverata nel medesimo istituto: Virginia Threagoode,  detta Ninny, 86enne vispa e allegra che, con la sua positività, la sua serena fede in Dio e i suoi racconti di fatti accaduti più di quarant’anni prima, cambierà la sua vita.
In meglio.
Sì perché Evelyn è una dolce e mite signora tra i 45 e i 50 anni che sta vivendo un periodo di frustrazione, depressione e tristezza; il suo cruccio maggiore è costituito dal peso: è decisamente in carne e questa consapevolezza la fa star male, la fa sentire brutta e inadeguata, ma allo stesso tempo non riesce a smettere di mangiare alimenti zuccherini e calorici.
Anzi, diciamo pure che sono il suo rifugio contro l’insoddisfazione e l’infelicità.
Quando fa conoscenza con Ninny, scopre che alla vecchina piace chiacchierare di tutto e di più e così, tra una chiacchiera e l’altra e tra un biscottino e una coca, le due donne imparano a conoscersi e a volersi bene.

Ninny ha una memoria di ferro (beh, giusto con qualche “svista” dovuta all’età) e quando si tratta di raccontare episodi che hanno coinvolto lei o le persone con le quali ha trascorso gran parte dell’esistenza, gli occhi le brillano e parte a parlare diIdgie Threagoode, di Ruth Jamison, del loro amato Caffè e di tutti quegli aneddoti che hanno fatto un po’ la storia di Whistle Stop.

E il lettore, insieme ad una stupita e interessata Evelyn, si siede anch’egli ad ascoltare questi racconti di un’America che sembra davvero tanto lontana, di questa località pacifica e conosciuta, a quel tempo, per lo scalo ferroviario, delle vicende dei Threagoode, del rapporto tra la comunità dei bianchi e quella dei neri, e della difficile integrazione di questi ultimi.
Contemporaneamente - e in sintonia - con la narrazione degli Anni ’80 ad opera di Virginia, seguiamo quella degli Anni ‘30 e oltre, attraverso i bollettini settimanali di Whistle Stop, con cui veniamo aggiornati dalla signora Weems di tutte le novità che accadono via via in paese, belle e brutte.

Il filone principale ruota attorno proprio alla famiglia Threagoode, in particolare attorno a Idgie, che sin da ragazzina ha mostrato un temperamento ribelle, un carattere deciso, mascolino, una personalità granitica dietro cui si nascondono un cuore di panna, una generosità spontanea e una capacità d’amare senza limiti.
È solo una ragazzetta secca e cocciuta quando si innamora di una sua coetanea, la bella e dolce Ruth, ma crescendo questo sentimento deve fare i conti con la realtà, e cioè che Ruth si fidanza con un certo Frank, e nonostante la ragazza ricambi l’amore di Idgie, sposa l’uomo e cerca in tutti i modi di essere una moglie buona e devota; eppure nel corso della lettura, ci rendiamo conto di come a un certo punto le due donne si siano ritrovate a vivere insieme, gestendo (a partire dal 1929) il famoso e frequentato Caffè di Whistle Stop.
Come mai Ruth è tornata da Idgie e le due vivono insieme? Cosa è accaduto al marito di Ruth, Frank, un giovanotto tanto bello quanto arrogante e dalla condotta non proprio integerrima?

Il Caffè di Idgie e Ruth è un posticino accogliente in cui si respirano odorini invitanti e si mangiano piatti ottimi per pochi spiccioli, è un punto di ritrovo per gli abitanti della cittadina, neri compresi.

Sono anni in cui la gente di colore non ha diritti, viene sfacciatamente trattata con disprezzo dalla maggior parte dei bianchi (soprattutto quelli benestanti) e non può liberamente frequentare i luoghi in cui ci sono loro; la stessa Idgie si ritrova a dover affrontare a muso duro alcuni uomini tracotanti e razzisti che pretendono che lei non dia cibo ai neri.
Ma ovviamente Idgie Threagoode non solo dà da mangiare a chi vuole, ma lo dona pure gratis a chi ne ha bisogno: ed infatti, per il Caffè passeranno, negli anni, persone di tutti i tipi, come il buon Smokey, e chiunque riceverà un piatto caldo dalle due proprietarie.

Attorno a questa coppia straordinaria e singolare ruotano altri personaggi, e di volta in volta la Flagg ci introduce con discrezione nelle loro vite, nei loro problemi quotidiani, così che incontriamo i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, banditi dal cuore d’oro (che tolgono al Governo per dare ai poveri, in perfetto stile Robin Hood), pastori battisti pieni di ardore, vittime della Grande Depressione, ragazzini che riescono ad essere dei vincenti nonostante una disabilità, uomini di colore alle prese con le ingiustizie e gli insulti da parte di bianchi boriosi che si credono superiori.
E c’è anche un omicidio, che verrà “risolto” venticinque anni dopo in un modo bizzarro ma che soddisfa il lettore perché questo spiacevole episodio coinvolge le due donne, la temeraria e pratica Idgie e la riservata Ruth, e la tenacia che dimostrano in questo caso e, in generale, nello sconfiggere le avversità , ci colpiscono e ci spingono a fare il tifo per loro.

La stessa ascoltatrice Evelyn viene rapita dalle vicende della coppia, e questo le reca un gran bene: lei, una donna fragile, sensibile, che ha sempre vissuto nell’ombra, senza ambizioni e passioni, con una scarsa autostima (che con ben poco viene demolita del tutto), attraverso il racconto di tutte le traversie che hanno affrontato le due donne, unito alla preziosa amicizia con la sua ineguagliabile narratrice - Ninny - riesce, inaspettatamente, ad acquistare la fiducia e la forza necessarie per guardarsi dentro, per imparare ad amarsi e a superare, nel modo giusto, i propri limiti.

E anche questo romanzo di Fannie Flagg (come già IN PIEDI SULL’ARCOBALENO) mi ha conquistata, per le vicende umane in esso narrate, in cui emergono le mille e complicate sfaccettature proprie dell’animo umano, le pieghe più imprevedibili che può prendere la vita e che ci spingono di volta in volta ad attrezzarci per sostenerle (sovente, tra queste pagine, la fede in Dio è un’àncora imprescindibile per  andare incontro alla tempesta); incontriamo personaggi memorabili, caratterizzati in maniera accattivante, e si arriva all’ultima pagina travolti da tante emozioni, ci si commuove e si prova una grande malinconia a dover lasciare Whistle Stop, a rimirarne ciò che ne resta, e quasi scappa un sospiro di nostalgia perché sarebbe stato bello essere lì, in quegli anni, a conoscere la straordinaria e testarda Idgie, la cara Ruth e tutti gli altri cittadini di questo paesino che riflette un’epoca che non c’è più, ma che è bella da ricordare e da immaginare.

Mi è piaciuta l’evoluzione del personaggio di Evelyn, che trae forza dai racconti di avvenimenti accaduti ad altre donne come lei, e da cui impara a vivere con maggiore serenità, autostima e forza interiore.

Ho apprezzato il senso dell’umorismo dell’Autrice, la sua spontaneità - riflessa nelle sue storie e nei suoi protagonisti -, anche nel trattare argomenti delicati e, relativamente ai tempi cui ci si riferisce, “scomodi”, che si tratti di omosessualità, della discriminazione razziale, del ruolo della donna nella società.
È un romanzo al femminile e, per certi versi, femminista, ma lo è senza forzature, senza accenni polemici, bensì attraverso ritratti di donne forti, comuni e straordinarie insieme, piene di amore da donare e pronte a combattere per la propria felicità.
Leggere questo romanzo è un tuffo nel passato, in grado di divertire, intenerire e intrattenerci amabilmente come se davvero fossimo seduti al tavolino di un bar con una simpatica amica, a parlare di persone che, pur non avendo conosciuto personalmente, dai racconti prendono vita, divenendo familiari.

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