venerdì 20 novembre 2020

Recensione: L'EROE DI ELEANOR (Natale in città, vol. 2) di Jill Barnett



A Natale manca poco meno di un mese, è vero, ma io ho avuto modo, attraverso il delizioso racconto che vi propongo oggi, di immergermi nella fredda, innevata e frizzante atmosfera natalizia newyorchese, e di godermi momenti di dolcezza e romanticismo.



L'EROE DI ELEANOR
(Natale in città, vol. 2)
di Jill Barnett



Babelcube Inc.
75 pp
trad. Isabella Nanni
"Tutte le volte che era con lui, non era se stessa. Il brutto dell'amore era che rendeva diversi; ti faceva comportare in modo irrazionale. L'amore era molto simile al clima invernale. Arrivava nel momento peggiore e ti rendeva la vita impossibile. come la neve e il ghiaccio che cadevano, poi si scioglievano. Non ce n'era motivo, succedeva e basta. L'amore ti dava uno schiaffo in faccia senza alcuna spiegazione logica. Ci si poteva chiedere perchè all'infinito, ma questo non cambiava il fatto che si amava la persona che si era destinati ad amare." 

Ah, che fascino New York a Natale, tra cumuli di neve bianca, slitte, gente che canta canzoni natalizie: il periodo e la location adatte per innamorarsi, vero?

Siamo verso la fine del 1800 e la signorina Eleanor Austen è costretta, dopo la morte del nonno, a trasferirsi in un angusto appartamentino all’ultimo piano dell’edificio che l'anziano aveva affittato a Conn Donoughue, proprietario di una palestra piuttosto rumorosa.

Il bello ed aitante Conn è un famoso pugile irlandese, di 32 anni, ed è pure single. Ma non per molto, perché il destino - o lo spirito del Natale - ha deciso di dargli un aiutino in amore!

Quando scopre che, da un giorno all'altro, l'appartamento del quarto piano dello stabile in cui ha la palestra, sta per essere occupato dalla legittima proprietaria, si infuria perché lì ci sono alcune sue cose, che egli ha temporaneamente sistemato in quei locali sapendoli disabitati.

Ma a quanto pare la bella Eleanor ha deciso di riappropriarsene; del resto, non avendo un lavoro e non potendo, quindi, permettersi un affitto, deve necessariamente andare ad abitare nella casa del nonno.
Tra i due non scorre proprio una grandissima simpatia: lei si rivolge al giovane cercando di mantenersi altezzosa, distante, ma è solo perché quel benedetto ragazzone tutto muscoli e con un sorriso furbo e intrigante, in realtà le provoca più di un brivido e la fa arrossire come mai nessuno è riuscito a fare.

Conn, dal canto suo, si mostra sicuro di sè, ironico, pronto a far battute per mettere in imbarazzo la bella proprietaria, ad es. rivolgendosi a lei con un nomignolo, Nellibelle, che alla donna fa saltare i nervi.

Eppure..., a dispetto di menti alzati e braccia incrociate, risposte secche e ghigni sarcastici, Conn ed Eleanor si piacciono, e anche tanto.
Cosa li frena allora dal dichiararsi l'uno all'altra?

A dire il vero, tempo prima tra loro c'è stato un piccolo avvicinamento, ma qualcosa è andato storto, e  adesso, se lui cerca di farle capire quanto gli piaccia, la donna scappa a gambe levate.
Come mai? Eppure, non solo l'attrazione per Conn non è scemata, ma anzi i sentimenti sono sempre più forti.
Cosa impedisce a Nellibelle di lasciarsi andare e vivere un amore appassionato con l'uomo che le ha fatto perdere la testa e che sembra contraccambiare?

La motivazione risiede nella paura di fare la cosa sbagliata, di essere giudicata male dagli altri e di non essere la donna adatta per Conn, facendogli più male che bene.
E già, perché tra i due ci sono otto anni di differenza d'età.
Lei ha quarant'anni suonati e lui trentadue: cosa direbbe la gente di una donna non più giovanissima che si fidanza con un giovanotto nel pieno del suo vigore?
Considerato il periodo storico in cui la vicenda è ambientata (che poi, diciamocelo: non è così raro anche ai nostri giorni vedere gente che storce il naso di fronte a coppie in cui lei è più grande di lui), questi dubbi ci stanno, ma quando c'è l'amore, un ostacolo come otto anni di differenza può essere tranquillamente superato.

Donn è caparbio, determinato e, soprattutto, sinceramente innamorato della sua Nellie, e non è intenzionato a perderla, anche perché per lui Eleanor è a dir poco bellissima e poco gli importa che lei sia più "vecchia" di lui.

È un racconto che si legge con molta scorrevolezza, è davvero piacevole, delizioso, romantico al punto giusto e con due protagonisti che entrano facilmente nelle simpatie del lettore: lei è fragile, insicura, cerca di mostrarsi forte e indipendente ma ha un disperato bisogno di protezione, amore, di una famiglia; lui, nonostante i pettorali d'acciaio e l'altezza notevole, è un cucciolo tenero e pieno d'amore da dare.

Conn ed Eleanor sono due persone terribilmente sole e trovano nel sentimento che li lega un'ancora di salvezza, una preziosa opportunità per riempire certi vuoti delle loro esistenze con un affetto importante e dare un senso a una quotidianità altrimenti triste e grigia.  

Il romanticismo presente in questo racconto natalizio di Jill Barnett, lungi dallo scadere nella stucchevolezza e nelle smancerie patinate, ci regala anche diversi momenti buffi, ironici, che fanno sorridere perché la protagonista, più cerca di darsi un contegno e di dimostrare di non avere bisogno di Conn, più combina guai..., e menomale che c'è lui a correre in aiuto della sua Nellie!
Mi è piaciuto anche il contesto, che non è quella parte di New York ricca, ma una zona di quartieri dove vive gente semplice, cui piove dentro casa perché l'acqua filtra da un tetto in pessime condizioni.

Lettura agile e gradevole, ideale per chi ama storie romantiche e l'atmosfera magica e da sogno che  il Natale sa creare.

2 commenti:

  1. Ma questo libro, io che amo NYC, non posso perdermelo. Segnato! Buon sabato a te💛

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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