martedì 3 agosto 2021

Recensione: LE FORMICHE ROSSE di Teodoro Lorenzo

 

Una galleria di personaggi - maschili e femminili - le cui esistenze, attraverso la pratica di uno sport, si presentano a noi lettori nelle luci e nelle ombre che inevitabilmente contribuiscono a dar loro quella complessità e ricchezza che caratterizzano ogni essere umano.



LE FORMICHE ROSSE.
 - Racconti di sport -
di Teodoro Lorenzo

305 pp
La presente raccolta contiene trenta racconti che hanno come filo conduttore lo sport; in ciascuna storia compare uno sport differente, che sia il nuoto o il canottaggio, il rugby o il basket, e ad ognuno è associata la storia di un uomo o una donna, che della pratica sportiva ha fatto il perno attorno cui ruota la propria vita.

Una parte di questi racconti sono presenti in "Le streghe di Atripalda", che ho letto in passato e di cui trovate la recensione sul blog.
Alcuni li ho riletti e con molto piacere, riassaporando le sensazioni e le emozioni che mi avevano provocato allora, in quanto avevo avuto modo di apprezzare come l'Autore fosse stato molto bravo nel dare ai propri protagonisti una personalità molto ben definita, che emerge in tutte le contraddizioni, le debolezze, i punti di forza, le ambizioni, i disagi, gli stessi che ogni essere umano si porta dietro e che influenzano e danno una direzione alla propria vita, che ne sia consapevole o meno.

Proseguire nella lettura dei racconti nuovi è stato come riprendere il filo di un discorso che avevo già iniziato ad affrontare e che mi aveva positivamente colpito per diversi aspetti: la proprietà di linguaggio dell'Autore rende questo scritto piacevolissimo da leggere, è molto fluido e scorrevole, l'attenzione del lettore viene catalizzata da subito sulle vicende del protagonista e soprattutto, come già ho avuto modo di precisare, sulla sua interiorità, su ciò che pensa, sente, osa, sugli errori, le paure, le speranze, le sconfitte e i successi.

Sono uomini e donne con un passato, una famiglia, un'educazione ecc..., che li ha inevitabilmente formati, nel bene e nel male: c'è ad es. il ragazzo che avrebbe desiderato tanto ricevere un "bravo" dal padre, una pacca di incoraggiamento sulla spalla, e si è buttato a capofitto in una disciplina sportiva con la speranza di essere apprezzato da lui; dal momento in cui viene a mancare la figura paterna, anche quello sport tanto amato rischia di perdere forza e senso.
C'è il dottore che ha costruito la propria vita, i rapporti con gli altri e la carriera, sul freddo raggiungimento di obiettivi ambiziosi, che mostrino al mondo la sua intelligenza, il suo talento, ma il prezzo è stato quello di rivestirsi di una corazza che ha tenuto fuori emozioni, empatia, legami importanti, per riempirsi di arroganza, distacco, cinismo, indifferenza verso il prossimo. Eppure, anche un essere umano siffatto ha bisogno di amore, e l'affetto puro e incondizionato di un bambino che vive dall'altra parte del mondo sarà la medicina che guarirà il suo cuore arido e che alleggerirà la sua solitudine.

Si respira, tra queste pagine, un amore per lo sport che riflette un mondo interiore fatto di lealtà, solidarietà, amicizia, fedeltà: è quello che emerge, ad es., nel racconto che dà il nome alla raccolta, dove le "formiche rosse" sono i giocatori di una squadra di pallanuoto, chiamate così dall'allenatore (soprannominato Piave), che ama prendere come metro di paragone le formiche perchè da esse i suoi ragazzi possano imparare tante cose.

"Solo la solidarietà può portare alla vittoria, solo uniti si vince. Le formiche (...) possiedono due sacche nel'addome nelle quali vengono accumulate le sostanze alimentari; la prima viene utilizzata per le esigenze personali, il resto del cibo viene messo a disposizione degli altri. Quando due formiche dello stesso formicaio si incontrano, si fermano, cominciano a toccarsi con le antenne e una volta riconosciutesi rigurgitano del cibo liquido l‟una per l‟altra. Piave li voleva così i suoi ragazzi, uniti e solidali. Dare al'altro compagno, sacrificarsi per lui, aiutarlo. E vincere insieme."

E poi incontriamo fratelli che sacrificano sogni ed ambizioni per chi amano, chi non ha mai amato lo sport ma si ritrova a praticarne uno per onorare la memoria di chi gli ha permesso di rinascere, di avere una seconda chance nella vita; c'è chi, oggetto di insulti e cattiverie, grazie allo sport riesce a farsi rispettare e a far vedere chi è; c'è chi trova nella pratica sportiva l'essenza di ciò che egli stesso è e chi riesce ad essere migliore grazie ad essa.

Rinnovo il mio parere positivo su questa raccolta ampliata, che mi ha convinta e coinvolta; io non sono sportiva e, fatta eccezione un po' per il calcio (in passato, negli anni della preadolescenza, ho seguito con vera passione anche una squadra di basket cittadina, e ho un bellissimo ricordo delle domeniche pomeriggio al palazzetto), non seguo molto gli sport in tv, né tantomeno dal vivo, però la penna attenta e accurata di Teodoro Lorenzo, l'approccio realistico, genuino e sensibile usato per narrare quant'è meravigliosamente variegata e complicata la natura di ogni individuo, il suo saper rendere lo sport il punto sì nevralgico di ogni narrazione ma, senza mai lasciarsi andare a tecnicismi fini a se stessi, sempre guardandolo da una prospettiva profondamente umana, hanno fatto in modo che mi appassionassi ad ogni singola storia di vita, ciascuna meritevole di essere raccontata perchè in grado di lasciare qualcosa, da un sorriso alla commozione, da una riflessione sulla vita e su ciò che fa di noi le donne/gli uomini che siamo, a un pensiero malinconico, a volte amaro, altre dolce.

Ringrazio l'avvocato Lorenzo per avermi proposto di leggere questi altri bei racconti sportivi, la cui lettura vi consiglio.



2 commenti:

  1. Ciao Angela :o) molto interessante questa raccolta di racconti, pur non avendo praticato nessuno sport, ho sempre ammirato chi con forza e tenacia si dedica a questa passione.

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    Risposte
    1. Lo stesso vale per me, erielle, molta e sincera ammirazione :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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