lunedì 11 aprile 2016

Recensione film: GOD'S NOT DEAD di Harold Cronk



Un film molto bello, che sostiene una verità meravigliosa: DIO NON E' MORTO.

GOD'S NOT DEAD

2016
Regia: Harold Cronk
ATTORI: Willie Robertson, David A.R. White,Shane Harper, Kevin Sorbo, Korie Robertson, Marco Khan, Dean Cain

Basato sull'omonimo libro di Rice Broocks e la canzone "Like a Lion" originariamente scritta da Daniel Bashta.



Il film si ispira ad un avvenimento realmente accaduto e racconta di una matricola universitaria - Josh Wheaton - che si ritrova a seguire un corso di Introduzione alla Filosofia del prof. Radisson, dichiaratamente ateo.
Come condizione fondamentale per tenere lezione, il prof "pretende" dai suoi alunni una dichiarazione scritta di tre parole: DIO E' MORTO, e tutto questo per poter trattare gli argomenti filosofici programmati senza sentirsi obbligato a spiegare le ragioni di un fatto semplice e incontestabile (a suo dire), cioè che appunto Dio non esiste; spiegazioni che sconfinerebbero in discussioni senza senso e che gli farebbero soltanto perdere tempo, dando spazio a ciò che lui ritiene siano sciocche e oscurantiste superstizioni.

L'unico studente che si rifiuta di scrivere questa frase sul foglio è Josh, che è un cristiano convinto.
Alla giovane matricola, un divertito prof. Radisson lancia una sfida: difendere la tesi a lui più cara e dimostrarla davanti a tutta la classe, l'ESISTENZA di DIO, appunto.
Per farlo avrà a disposizione soltanto alcuni minuti alla fine delle prossime tre lezioni.

Il ragazzo inizialmente è un po' spiazzato, anche perchè nessuno lo sostiene in questa sua impresa, ed in particolare la sua ragazza è convinta che stia facendo una cosa molto stupida che gli comprometterà i successivi esami e, in pratica, la carriera universitaria, aspetto importante per loro che vogliono progettare un futuro insieme.
Dopo averne parlato col reverendo Dave, Josh comincia a organizzare i punti cardine del suo discorso e, nonostante durante la prima lezione il prof cerchi di mettere in ridicolo e in difficoltà la matricola, in realtà è arrabbiato al pensiero che il ragazzo possa umiliarlo e fargli perdere la faccia davanti agli altri studenti.
Lo minaccia quindi di bocciarlo e di rovinargli il percorso accademico, ma questo non fa demordere Josh, che prosegue imperterrito e convinto nella propria missione di "difendere Dio".

Seguiamo intanto le storie parallele - che poi andranno intrecciandosi tra loro - di altri personaggi: Amy, una giovane donna non credente che scopre di avere un cancro e si sente sola nell'affrontarlo; Aysha, una ragazza figlia di musulmani, che non condivide la religione paterna; e la fidanzata di Radisson, Mina, che è cristiana e che, pur amando il proprio uomo, si sente molto distante da lui.

La battaglia di Josh, e il suo voler dimostrare che nessuno può affermare la non esistenza di Dio se non rifacendosi a ragionamenti spesso lacunosi dal punto di vista logico, è volta a far sì che i propri compagni possano sentirsi liberi di scegliere se credere che Dio c'è oppure no, senza sentirsi costretti da nulla.

Riuscirà a raggiungere il suo intento e a influenzare positivamente chi gli è attorno?

E' un film cristiano molto bello, significativo, che incoraggia chi è credente a non abbattersi di fronte a quanti mettono in dubbio la fede in Dio, ma anzi a rispondere loro con la sicurezza delle proprie convinzioni, senza paura; mostra anche come la solitudine, le malattie... possano spingere a volte alcuni a perdere la fede e a dubitare dell'amore di Dio, ma come nel cuore degli stessi ci sia in fondo un desiderio di riconciliarsi con il Creatore per avere la vera pace.

Mi rendo conto che molti potrebbero considerarlo un film di "propaganda cristiana (protestante)", ma se lo si guarda per il messaggio che vuol dare, senza avere i paraocchi delle proprie credenze  (religiose/filosofiche) e dei propri pregiudizi, e senza essere troppo inflessibili circa la qualità del prodotto (dal punto di vista strettamente cinematografico), forse lo si saprà apprezzare.

Recensione: UN UOMO di Oriana Fallaci



Una lunga e nostalgica lettera all'uomo amato, con cui ha condiviso tre anni di vita, gli ultimi tre della vita di lui, di Alexandros Panagulis, dell'eroe che non voleva essere chiamato eroe, di un simbolo per la Grecia, che non voleva essere visto come tale: questo è Un uomo, di Oriana Fallaci, pubblicato per la prima volta nel 1979.
E' la storia di un uomo, e dell'amore vissuto con e per lui.

"Alekos, cosa significa essere un uomo?
Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?"

Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.

Sul sito dedicato alla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, potete leggere l'intervista fatta ad Alekos nel 1973 - QUI.
Per leggere le poesie di Panagulis potete visitare QUESTO SITO.


UN UOMO
di Oriana Fallaci


Ed. Bur Rizzoli
657 pp
"...andai alla ricerca della tua fiaba".

Questo corposo libro è il romanzo di una vita, quella di Alekos, l'uomo della Resistenza greca, che lottava per rovesciare la dittatura di Papadopoulos.

Ed il 13 agosto 1967 era il giorno stabilito da Alekos e compagni per condannare a morte il tiranno e la Giunta, con un attentato che solo per un soffio non andò a segno.
Alekos fu acchiappato e arrestato, dopo di che iniziarono le sevizie, le tremende e indicibili sevizie fisiche e psicologiche, cui seguì la condanna a morte per diversi capi di imputazione, tra cui la tentata sovversione dello Stato.
E nel memorabile processo in cui fu imputato, Alekos tenne un discorso coraggioso dinanzi ai giudici, ai quali disse :

«Voi siete i rappresentanti della tirannia e so che mi manderete dinanzi al plotone di esecuzione. Ma so anche che il canto del cigno di ogni vero combattente è il rantolo che egli emette colpito dal plotone di esecuzione di una tirannia.»

Leggere il primo capitolo, così dettagliato nel raccontare le torture che subì quest'uomo, è stato difficile, un pugno nello stomaco, che lasciava senza respiro e che gettava addosso una sensazione dolorosa, accresciuta dalla consapevolezza che a parlarne non era uno storico o un semplice giornalista, ma era la donna che ha amato quel corpo ricoperto di lividi e cicatrici, quell'anima triste e segnata dalla solitudine e dalla sofferenza di cinque anni di prigione; un'anima che però è rimasta battagliera e che i nemici non sono riusciti a spezzare, perchè Alekos era un uomo fiero, orgoglioso delle proprie idee e dei propri tentativi di abbattere la tirannia nel suo amato Paese.

Sono pagine intrise di questa dolorosa consapevolezza, da cui emerge, attraverso una scrittura intensa, appassionata, nostalgica, in cui la rabbia è espressa come una placida constatazione, senza violenza (perchè di violenza ce n'è stata fin troppa), tutta la tenerezza, l'amore, l'ammirazione e il rispetto per quest'uomo.

"un uomo che viveva e moriva da uomo, senza piegarsi, senza spaventarsi, senza rassegnarsi, predicando l'unico bene possibile, l'unico bene che conta: la libertà".

Il racconto delle drammatiche vicende e degli anni trascorsi in una prigione piccola e stretta quasi quanto una tomba, è dunque tristemente preciso e lucido.
Il lettore viene scaraventato insieme a Panagulis nel luogo dei feroci interrogatori e delle torture (l'Esa), nel purgatorio, nel luogo sospeso, in cui Alekos attese l'ora della morte, che però non arrivò mai (l'Egina), e ancora nel luogo della solitudine e del silenzio (Boiati, Goudi)

Nonostante il tempo passato nelle mani di disumani aguzzini, il desiderio di lottare e di uscire dalla cella non hanno mai abbandonato Alekos, che tentò diverse volte di scappare.
Durante quegli anni, l'uomo e poeta conservò una impressionante lucidità, tale da "perseguitare" psicologicamente il direttore di Boiati (Zakarakis), portandolo più volte all'esasperazione, pur di ottenere di volta in volta piccoli benefici, che fossero il gabinetto o carta e penna, su cui scrivere gli struggenti versi che affollavano la sua mente.

"....il vero eroe non si arrende mai,... a distinguerlo dagli altri non è il gran gesto iniziale o la fierezza con cui affronta le torture e la morte, ma la costanza con cui si ripete, la pazienza con cui subisce e reagisce, l'orgoglio  con cui nasconde le sue sofferenze e gliele ributta in faccia a chi gliele impone. Non rassegarsi è il suo segreto, non considerarsi vittima, non mostrare agli altri tristezza o disperazione. E all'occorrenza, ricorrere all'arma dell'ironia e della beffa: ovvie alleate di un uomo in catene".

Una delle cose tremende, credo, per un uomo condannato alla fucilazione è attendere la morte, sapendone il giorno e l'ora; eppure, questa stessa terribile certezza Alekos l'accettava con serenità, consapevole che quello era il suo destino; ma attendere una morte che viene via via rimandata, di ora in ora, di giorno in giorno, di mese in mese, dev'essere stato oltremodo sfiancante.
E di certo furono quegli anni e quelle attese a rendere la sua ironia un po' macabra, cupa, amara, propria di chi non ha timore di scherzare con un argomento solitamente sgradevole ai più, la Morte appunto, della quale parlava con naturalezza e senza imbarazzo.

La ricerca di una Morte che sai ti verrà a prendere presto, unita al (paradossale?) timore che questo presto non arrivi mai, accompagnerà costantemente i pochi anni di vita successivi alla sua liberazione (che avvenne nell'agosto del 1973, in seguito al provvedimento di grazia) e il 17 novembre 1968 resterà per Panagulis il giorno della sua morte, nonostante non sia deceduto fisicamente.


"Amarti... era vestire i panni di Sancho Panza che segue don Chisciotte e canta le sue poetiche folli bugie".

L'incontro tra Oriana e Alekos, l'intervista che ne seguì, lasciano trasparire la sintonia e l'attrazione immediata che nacque tra i due, anche se in realtà Oriana sentì subito che la cosa migliore per lei sarebbe stata quella di stargli lontana, come se già presentisse che un eventuale legame tra loro avrebbe potuto rivelarsi "pericoloso", fonte di dolore e amarezze.

Alekos sapeva essere un uomo affascinante - la sua voce, in particolare, era ciò che catturava l'attenzione di chi gli era vicino, perchè il suo aspetto fisico di per sè non aveva nulla di particolarmente attraente - e carismatico, ma allo stesso tempo aggressivo, dagli atteggiamenti folli, incomprensibili, capricciosi, propri di chi non sopportava che gli si dicesse di no o gli si negasse un favore.

E lui dalla sua compagna si aspettò sempre questo: assoluta dedizione e complicità, sembrava quasi non riuscire neanche a mettere in conto che lei potesse abbandonarlo o rifiutarsi di non aiutarlo in qualche "missione".

"...l'amore è amicizia, è complicità. L'amore è una compagna con la quale si divide il letto perchè si divide un sogno, un impegno.(...) ...non ho mai avuto una compagna. E voglio una compagna. Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Sono un uomo in lotta, e lo sarò sempre. Lo sarei ovunque e comunque. anche in paradiso. non so concepire un modo diverso per vivere e per morire."

Uscito di prigione, Alekos interromperà la sua lotta, il suo organizzare attentati?
L'affetto di Oriana per il proprio uomo potrebbe riuscire a tenere lontano il suo eroe dalla lotta rivoluzionaria, dalla Grecia, dai pericoli di morte?

Alekos era un combattente nell'intimo, ed era impensabile per lui restar fermo a guardare ciò che accadeva nel suo Paese.
Come poteva ottenere che i mestieranti in politica e il popolo lo ascoltassero? forse infilandosi anche lui nei meandri della politica "ufficiale"?

Con la vitalità frenetica, esasperata e disperata che lo caratterizzeranno sempre, Alekos cercherà di far sentire la propria voce, ma stranamente essa non avrà più, per i greci, la medesima forza che ebbe negli anni della prigionia, come se, paradossalmente, una lotta come la sua facesse più rumore da dietro le sbarre che fuori.


"...le stesse cose che mi allontanavano da te... mi portavano a te".

Ma Un uomo non è solo il ritratto di un rivoluzionario instancabile eppure inadeguato nel contesto in cui si è ritrovato a combattere, ma è anche la storia di un amore travolgente, tenero e feroce, un amore più forte della gelosia, della paura; un sentimento implacabile...

"Stare con te era come stare in prima linea".

Un amore da cui spesso bisognava allontanarsi per non soffrire uteriormente e per riprendere a respirare, perchè camminare nel deserto in cui era Alekos, tentare di alleviare la sua solitudine senza poter diminuire la propria, non era semplice.
Eppure bastava riascoltare quella voce, capace di irretirla e ammaliarla, quelle quattro parole urlate al citofono o al telefono - "Sono io! Sono me!" - per ritornare di nuovo punto e a capo.
Due solitudini che non riuscivano a fare a meno l'uno dell'altra, e che sentiranno sempre, dentro di loro, che quell'appuntamento a Samarcanda era inevitabile, perchè il destino è un fiume che deve arrivare al mare e nulla può arrestarlo; però ciò che spetta a noi è la scelta di come navigarlo.

La lettura di Un uomo è proseguita tutt'altro che di fretta, come se ogni capitolo, ogni dialogo (sono frequentissimi gli scambi e le schermaglie verbali tra i due innamorati, due personalità, del resto, estremamente acute e intelligenti) avesse bisogno di essere accolto e compreso con la dovuta "lentezza".
Una scrittura immediata, nuda e diretta eppure piena di metafore e simbolismi, per descrivere, con la passione di chi ha amato e l'accuratezza di chi scrive per mestiere, un uomo e la sua lotta per la libertà, un uomo e la sua compagna ("la sola compagna possibile"), un uomo e il suo ineluttabile destino.
Non posso che consigliarvene la lettura, c'è solo da riflettere e da imparare da chi ha dato tutto per ideali immortali per i quali noi tutti dovremmo batterci quotidianamente.


1. Un libro scritto nell'anno in cui sei nato

domenica 10 aprile 2016

Recensione film: "Noi e la Giulia" (E. Leo) - "Dobbiamo parlare" (S. Rubini)



Come anticipato ieri, eccomi qui a parlarvi brevemente di un paio di film italiani carini, visti non molto tempo fa in streaming.


NOI E LA GIULIA


2015
REGIA: Edoardo Leo
ATTORI: Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso
Tratto dal romanzo di successo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei.

Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti: il primo vende auto ma dopo la morte del padre vuol cambiare vita; l'altro fa televendite ed è pieno di debiti; il terzo ha appena dovuto chiudere il negozio di alimentari di tradizione famigliare, per fallimento.
Insomma, tutti e tre sono in fuga dalla città e dalle proprie vite, e si conoscono per caso, nell'atto di andare a vedere un casale da acquistare per dare un po' di sprint alla propria esistenza.
Sebbene non si conoscano, decidono di mettersi insieme per dar vita a un'impresa comune: un agriturismo. 

Ma non saranno solo loro tre a iniziare quest'attività; ben presto si uniranno alla comitiva  Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta e un po' strana, Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne comunista al quale Claudio deve dei soldi, e in seguito un ghanese, Abu.

Ma i sogni di gloria dell'entusiastico gruppetto si scontreranno con la camorra, nella persona di Vito (Carlo Buccirosso), venuto a chiedere il pizzo ai neo imprenditori, alla guida di una vecchia Giulia 1300

Cosa fare con questo bellimbusto che pretende di ricattare i poveri impresari, la cui attività è appena iniziata e, anzi, ancora neanche ha ingranato la marcia?

Inaspettatamente, i nostri eroi, non solo non hanno intenzione di pagare alcun pizzo, ma decidono di fare una cosa singolare: dopo aver steso con un pugno il malavitoso, lo sequestrano, mettendolo in cantina.
E non sarà l'unico delinquente troppo curioso e molto minaccioso a fare quella "fine" balorda!

Da questo momento prenderà il via un'avventura rocambolesca, tragicomica, divertente, che di serio ha il tentativo legittimo e disperato di resistere ai soprusi e portare avanti il progetto dell'agriturismo, che comincerà pian piano a fare i primi clienti.

"...stiamo scappando perchè non ci hanno dato le armi giuste per resistere (...). Ci sarebbe bastato poco tipo, avere dei sogni davvero nostri (...), tipo imparare a richiudere i pugni come da neonati per tenere stretta in mano la nostra vita".

Diego e gli altri dovranno decidere se soccombere o scappare con la Giulia, davanti alle difficoltà inevitabili che si ritroveranno via via ad affrontare, o se restare e resistere, nonostante tutto.

E' un film piacevole, con tanti momenti simpatici e comici, che però vuol lanciare questo messaggio serio, di non lasciarsi abbattere da chi vorrebbe spezzare i nostri sogni con la prepotenza; certo, c'è un che di surreale e quasi di favolistico nelle decisioni e nelle reazioni dei protagonisti rispetto alle ingerenze della camorra - visto che nella realtà non basta dare una botta in testa al criminale di turno e poi rinchiuderlo in uno scantinato per essere esonerati molto gentilmente dal non pagare il pizzo.. -, ma ci sta, è un film che, col sorriso, dà un messaggio di speranza e di fiducia, soprattutto alle nuove generazioni, che si ritrovano - forse oggi più di prima - a vivere periodi, e neanche troppo brevi, di scoraggiamento, insoddisfazione,  dove la capacità di reagire e provare a darsi una mossa è fondamentale.

Altro film, di diverso tenore, è stato:

Recensione: LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta di Licia Oliviero



Eccomi con la recensione del secondo libro della trilogia fantasy di Licia Oliviero "La Principessa degli Elfi", così composta:

1- LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI (clicca sul titolo per la recensione)
2- LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta
3. LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Maledizione


LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta 
di Licia Oliviero


Genere Romanzo: Fantasy
Casa Ed.: Narcissus Self Publishing
Pagine: 244 (Kindle)
Prezzo: 2, 99 €
Formato: ePub, Kindle
edito il 19 Ottobre 2014

La principessa degli Elfi della Luce, Layra, e la sua giovane amichetta Ally (sorellina di Anter, l'innamorato di Layra) sono prigioniere degli Elfi Oscuri, il cui sovrano è il malvagio Amos.

Intanto, fuori dal regno di Amos, il coraggioso Anter sta cercando di capire come fare per liberare le due ragazze, ed è convinto che l'unico modo è quello di organizzare una rivolta.
Entra a far parte quindi del gruppo di rivoltosi capeggiati da Artis; gli Elfi della Luce ribelli, sfuggiti ai rastrellamenti nemici, intendono combattere per riprendersi la propria patria, e questa potrebbe rivelarsi la migliore occasione per avere accesso al castello di Amos e portar via Ally e Layra dalle sue grinfie.

Ma le cose non sono così semplici.
Amos è potente e attorno a lui ha molti servitori, tra cui l'infido e traditore Drew, che - pur essendo un elfo della Luce - ha preferito schierarsi dalla parte del nemico.
A logorarlo e muoverlo è il suo spropositato odio per Anter e Layra.
Fortunatamente nel regno oscuro c'è qualcuno che è dalla parte degli Elfi della Luce e che al momento opportuno potrebbe rivelarsi molto utile.

Rinchiuse nelle segrete, la principessa e la piccola veggente Ally vengono quotidianamente minacciate e maltrattate da Amos e scagnozzi; Amos sa che non gli conviene per ora ucciderle, perchè Layra è pur sempre una principessa con dei poteri magici notevoli, ed Ally gli serve viva per i suoi poteri di premonizione; ma si renderà conto molto presto che le due fanciulle sono determinate, coraggiose e testarde, e non hanno alcuna intenzione di sottomettersi a lui e assecondarlo.
Anche perchè la loro fiducia è che Anter vada a liberarle.

E si avvicina infatti una nuova battaglia, e la sfida è assolutamente impari, perchè gli Elfi della Luce scampati formerebbero un esercito esiguo, mentre quello di Amos è meglio attrezzato.
Ma ciò che spinge Layra e i suoi alleati è l’amore per la propria casa, per la propria famiglia e per il proprio futuro, e questi sono valori di gran lunga superiori alla sete di potere e vendetta, che muove invece il malvagio Amos.

Le difficoltà e gli ostacoli da superare e abbattere, perchè la luce trionfi sulle tenebre della malvagità, sono davvero molti, ma Anter e Layra non sono soli: hanno al loro fianco amici fedeli, sono abili combattenti e, soprattutto, chi li ama non ha smesso di vegliare su di loro.

I due innamorati, sostenuti dalla nobiltà dei propri sentimenti e dalla forze dell'amore che li unisce, sono pronti a rischiare qualsiasi cosa pur di tenere Amos lontano, ed infatti assistiamo a diversi scontri, che si combattono a colpi di spada e di magie.
A complicare le cose si aggiungono incantesimi malvagi che potrebbero avere risvolti drammatici, ma in questo secondo capitolo della saga, nonostante le avventure concitate che vedono protagonisti Anter, Layra e i loro alleati, si profila uno spiraglio di luce che fa presagire che non tutto è perduto, e che ci sia ancora modo di ripristinare la pace.

Ma sarà duratura? 
Dopo tante lacrime, tanto dolore a causa di una guerra tra le due razze elfiche, tante morti..., Anter e Layra vorrebbero soltanto poter essere felici con le persone che amano, ed essere liberi di vivere il loro amore.
Ce la faranno?

La scrittura di Licia, semplice e scorrevole, dal ritmo vivace, trasporta il lettore in questo mondo fantastico, in cui a far da sfondo alle peripezie dei protagonisti è la lotta i buoni e i cattivi (come del resto era già nel primo libro), tra chi usa la magia per il bene dei più e chi lo fa solo per i propri interessi. Anter e Layra stanno crescendo e la consapevolezza delle proprie responsabilità e del loro amore, li rende più forti e maturi; si dà molta importanza ai loro sentimenti, alla loro sensibilità e sono diversi i momenti di affetto e tenerezza tra loro e verso le persone amate.

Non mi resta che arrivare all'epilogo di questa saga per scoprire cosa accadrà...!


Novità Metropoli d'Asia: E ADESSO? di A Yi


E adesso? è un romanzo elettrizzante e raffinato su un omicidio privo di movente che ricorda l’assurdo di Kafka, il nichilismo di Camus e la corruzione morale di Dostoevskij. 
È un’analisi scioccante della disperazione che intrappola gli abitanti poveri delle campagne e allo stesso tempo un’incursione condotta con grande abilità tecnica nel campo dell’horror e della suspense. 

E ADESSO?
di A Yi


Ed. Metropoli d'Asia
trad. S. Pozzi
Pagine 128
Euro 10,00
«Da ultimo, hanno introdotto un agente di custodia. L’uomo ha raccontato che, dietro le sbarre, i malviventi diventano agnellini e supplicano di vedere la moglie o i genitori, invece io mantenevo un atteggiamento distaccato, come se nulla fosse.
“Dopo quello che è successo, la sua unica richiesta è stata un menu del McDonald’s”.
“Kentucky Fried Chicken”, ho precisato».


Un giorno qualunque in una provincia della Cina. 
Mentre conduce la sua vita normale, un adolescente sta progettando il brutale assassinio della sua unica amica. La attira in una trappola, la strangola, infila il cadavere in una lavatrice e fugge dalla città, dando il via a una caccia all’uomo piena di imprevisti. 

Con uno straordinario controllo dello stile, A Yi svela l’antefatto psico-logico che ci consente di dare un senso alla drammatica violenza della storia e fornisce degli scorci agghiaccianti e rivelatori su un Paese che vive un radicale cambiamento dal punto di vista sociale, politico ed economico.


«Con questo romanzo A Yi dimostra di essere una delle voci più importanti emerse negli ultimi anni nella Repubblica Popolare Cinese». International Express

«Frasi guizzanti e lampi di pensiero originale filtrano nella sua prosa essenziale e descrittiva come raggi di sole in una stanza in penombra». Big Issue

L'autore.
Nato nel 1976 a Ruichang, nella provincia dello Jiangxi, A Yi (pseudonimo di Ai Guozhu) ha lavorato come poliziotto, giornalista sportivo e redattore prima di dedicarsi alla scrittura, a trentadue anni. Dopo un breve periodo nel consiglio di redazione di Chutzpah/Tian Nan, una nuova rivista letteraria che pubblica scritti di autori giovani e innovativi (tra cui lo stesso A Yi), ora lavora per la casa editrice Xiron come direttore della collana di narrativa “Iron Gourd”. La sua prima opera, la raccolta di racconti Grey Stories, esce nel 2008. Segue nel 2010 The Bird Saw Me, un’altra raccolta in cui l’autore sviluppa il suo stile insolito e la sua tutt’altro che romantica visione del mondo e che viene accolta con grande favore da pubblico e critica. Nel 2012 esce in Cina E adesso?, il suo primo romanzo, già pubblicato nel Regno Unito presso la casa editrice Oneworld, dove è in corso di traduzione anche il suo ultimo lavoro, Domattina svegliami alle nove (di cui Metropoli d’Asia ha acquisito i diritti).

sabato 9 aprile 2016

Anteprime Neri Pozza (14-21 aprile 2016)



Deliziamoci gli occhi (un po' meno deliziato potrebbe uscirne il portafogli) con queste prossime pubblicazioni Neri Pozza!

  1. Il matrimonio degli opposti è un romanzo struggente che intreccia ricostruzioni storiche, capolavori dell’arte e una magnifica storia d’amore.
  2. Romanzo-rivelazione della recente stagione letteraria francese, accolto da uno strepitoso successo di pubblico e di critica in Francia, Aspettando Bojangles ha segnato il sontuoso esordio di Olivier Bourdeaut, uno scrittore «dalla disperata levità di un Fitzgerald» (Les Inrockuptibles).
  3. L'ho sposato, lettore mio: 21 racconti di autrici affermate per celebrare Charlotte Bronte e il coraggio delle donne di lottare contro i pregiudizi maschilisti.
  4. Con una prosa meticolosa e ironica, e una galleria di colpi di scena da lasciare senza fiato, Belgravia è una storia che parla d’amore, di rabbia, di invidia, di tradimenti, candidandosi al romanzo di maggiore successo della nuova stagione.


IL MATRIMONIO DEGLI OPPOSTI
(The mariage of opposites)
di Alice Hoffman


432 pp
18 euro
USCITA:
14 APRILE 2016
Isola di St Thomas, 1807. 
Rachel Pomié ha tutto per essere felice: ha un padre che ogni sera, rientrato dalle sue navi che esportano zucchero, rum e melassa, le legge le fiabe di Perrault e un’amica del cuore, Jestine, figlia creola della cuoca di famiglia, che la segue ovunque in totale adorazione. Eppure Rachel sogna di sgusciare via da quell’esistenza e di fuggire a Parigi.
Dai racconti di suo padre sa che da quella grande città vengono i suoi antenati, dopo aver peregrinato in Spagna e Portogallo, alla ricerca di una terra dove professare l’ebraismo senza essere umiliati, offesi o, persino, uccisi. 
Il suo sogno, però, di aggirarsi per le strade della capitale francese, svanisce il giorno in cui finisce in sposa all’anziano commerciante Isaac Petit. 
La vita coniugale con monsieur Petit, un vedovo di trent’anni più vecchio di lei, si rivela piena di sacrifici, lutti e delusioni.
Una mattina, appena arrivato da Parigi, compare al suo cospetto il nipote di Petit, Frédéric Pizzarro, un bel giovane coi capelli scuri, elegante che diverrà, per Rachel, l’uomo della sua vita, e dal loro amore nascerà Camille, un ragazzino curioso e vivace che andrà a Parigi, diplomandosi alla scuola delle Belle Arti...


«Una storia incantevole che parla di sacrifici, tradimenti e tragedie familiari, in un mondo diviso dalla religione, dalle divisioni di classe e di razza, e riscattato dall’arte e dall’amore». Booklist
 

L'autrice.
Alice Hoffman è nata a New York nel 1952. È autrice di numerosi romanzi di successo, tra i quali The Museum of Extraordinary Things e The Dovekeepers, entrambi New York Times bestseller. Vive nei pressi di Boston.

Recensione film: SE DIO VUOLE (Edoardo Falcone)



Ultimamente ho guardato diversi film, tutti made in Italy.
Pensavo di parlarvi dei tre film tutti in un post, ma credo che per ora mi limiterò all'ultimo in ordine di visione, poi agli altri due visti meno di recente :)


2015

SE DIO VUOLE


REGIA: Edoardo Falcone
ATTORI: Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Laura Morante, Ilaria Spada,Edoardo Pesce, Enrico Oetiker, Carlo De Ruggieri.


Tommaso (M. Giallini) è un eccellente cardiochirurgo ma non ha proprio un carattere semplice: cinico, dalla battuta sarcastica, avaro di sorrisi e di parole gentili, tanto in famiglia quanto a lavoro; di lui è nota la professionalità ma anche l'atteggiamento sempre freddo e distaccato, critico verso tutti e tutto, sempre pronto a sferrare giudizi poco misericordiosi.
E' sposato con la bella ma ormai depressa Carla (L. Morante), ex-attivista convinta, che adesso, invece di combattere per gli ideali in cui credeva, si limita ad affogare delusioni e insoddisfazioni in bottiglie di alcolici bevute di nascosto; è padre di Bianca (I. Spada), una ragazza un po' sciocchina, con la testa fra le nuvole, priva di interessi e passioni, sposata con Gianni, agente immobiliare, che Tommaso disprezza perchè lo considera un pusillanime un po' stupido.
E poi c'è il figlio minore, Andrea (E. Oetiker), l'unico che potrebbe dargli soddisfazioni, visto che è da sempre un ragazzo brillante, iscritto a Medicina, pronto a seguire le orme del padre, con suo grande orgoglio. 

Se non fosse che Andrea negli ultimi tempi sembra cambiato: è spesso chiuso nella sua stanza e la sera esce sempre con lo stesso amico e senza mai dire a nessuno dove va. 

Non sarà gay?, pensa Tommaso, ma l'ipotesi non lo spaventa: il dottore è un tipo dalla mente aperta ed è pronto ad accettare questo figlio che ha semplicemente un modo diverso di amare.
Quando Andrea raduna la sua famiglia per rivelare la grande consapevolezza della propria vita, ecco che arriva la notizia sconvolgente: altro che gay! Andrea ha sì incontrato una persona che gli ha cambiato la vita, ma non è una donna nè un uomo... E' Gesù, e il ragazzo ha deciso di diventare sacerdote!

Per Tommaso, ateo convinto, un figlio prete è una vera e propria tragedia inaccettabile: perchè sprecare la propria vita, buttando all'aria una carriera brillante, per qualcosa che neanche esiste (cioè Dio)??

Mentre finge di dargli appoggio totale, decide in realtà di indagare meglio sul figlio, per capire da dove è nata questa idea di farsi prete.
E conosce così un sacerdote davvero particolare, don Pietro (V. Gassman).
Chi è costui, che con le sue prediche simpatiche ma profonde e il suo modo di fare alla mano e da romanaccio doc ha confuso la mente del suo giovane figliolo?

L'unico modo per dimostrare che è un imbroglione che plagia ragazzi è fare amicizia, conoscerlo da vicino e scoprirne i difetti...

Inizia quindi una sorta di amicizia tra i due, inizialmente costellata di bugie da parte di Tommaso, che daranno vita ad una serie di gag e situazioni spassose e simpatiche che fanno davvero sorridere tanto.

Giallini e Gassman sono una fantastica accoppiata: dall'aria tanto seriosa e impassibile il primo, goliardico e sempre col sorriso l'altro; ma nonostante si rida spesso durante il film, è bello il messaggio che ne viene fuori, che è profondo: un uomo come Tommaso, poco sensibile nei rapporti umani, e con i pazienti e in casa propria, ha bisogno di mettere il cuore in quello che fa, di ascoltare i bisogni delle persone che gli sono accanto, di apprezzarle, smettendo di guardarle dall'alto in basso. Non ci si aspetta da lui necessariamente una conversione di fede ma di certo, l'incontro con un uomo semplice e generoso come don Pietro sarà l'occasione giusta per aiutarlo a cambiare e diventare una persona migliore.

Un bel film, leggero senza essere banale, anzi!!

Pillole di notizie dal mondo dei libri



Se vi rendereste conto di avere troppi libri in casa e che tra un altro po' di tempo non avreste più spazio per conservare i vostri nuovi acquisti libreschi, cosa fareste?

Beh c'è qualcuno che ha deciso di regalarli, ma non a gente a lui nota - amici, parenti, colleghi... - bensì a dei perfetti sconosciuti.

.
Shaheryar Malik ha pensato di lasciare in giro per la Grande Mela pile e pile di libri.
Tutto è iniziato un anno fa, quando Malik ha cominciato a svuotare la sua libreria per far spazio a nuovi volumi: divise i suoi vecchi libri in gruppi di 40 e li lasciò in otto zone diverse di Manhattan (tra cui il celebre e romantico Ponte di Brooklyn), lì dove passano ogni giorno centinaia di persone. 
Su ogni libro Malik lasciò il suo indirizzo email e il messaggio: «Prendi un libro, un libro qualsiasi. Quando lo hai finito scrivi all’artista». 
E le mail non si sono fatte attendere! Infatti, ne ha ricevute più di 60 email da persone di 30 paesi diversi. 


I libri abbandonati da Malik a New York includono diversi generi letterari: romanzi, guide di giardinaggio e di
fotografia, un saggio sul Terzo Reich, e il libro in cima a ciascuna pila non era scelto a caso, ma con cura, ad esempio, un saggio divulgativo sulla fisica e uno di consigli su come prendere decisioni strategiche.


Negli ultimi anni questi esperimenti di bookcrossing (scambio gratuito di libri) tra lettori che non si conoscono stano aumentando a vista d'occhio; ancora a New York, nel 2012, un architetto ha pensato di rendere le cabine telefoniche ormai in disuso delle mini biblioteche a disposizione di tutti; in Germania sono stati costruiti scaffali appositi nelle strade e nelle piazze di diverse città, come Colonia e Berlino.











fonti: http://www.ilpost.it/      http://www.citylab.com/

venerdì 8 aprile 2016

Cito e canto: "Wayfarin' Stranger"



Una bella canzone, un bel testo, una musica altrettanto bella.
Non so come sarebbe cantata da Bonnie Rae Shelby, ma eccovi la versione di Johnny Cash.





 Vi trascrivo il testo così come compare nel romanzo, credo sia leggermente diverso da com'è cantato da Johnny.

"Wayfarin' Stranger"


I’m just a poor wayfarin’ stranger
Travelin’ through this world of woe
There’s no sickness, toil or danger
In that bright land to which I go.

I’m goin’ there to see my Father
And all my loved ones who have gone on.
Just a poor wayfarin’ stranger
Travelin’ through this world of woe.

I know dark clouds will gather ’round me
I know my way is hard and steep
But wide fields arise before me
Where God’s redeemed, their vigil’s keep.
I’m goin’ there to see my brother.
He said he’d meet me when I come
Just a poor wayfarin’ stranger
Travelin’ through this world of woe.


Traduzione: 
«Sono solo un povero viandante straniero / Viaggio per questo mondo di dolori / Non ci sono malattie, fatiche né pericoli / In quella terra luminosa in cui vado». 
«Sto andando lì per incontrare mio padre / E tutti i miei cari che mi hanno preceduto. / Sono solo un povero viandante straniero / Viaggio per questo mondo di dolori».
«So che nuvole oscure si raduneranno intorno a me / So che la mia strada è irta e scoscesa / Eppure i grandi campi si distendono davanti a me / Dove i redenti di Dio dormiranno per sempre. // Sto andando lì per incontrare mio fratello. / Ha detto che ci saremmo incontrati quando fossi arrivato / Sono solo un povero viandante straniero / Viaggio per questo mondo di dolori»

Recensione: INFINITO+1 di Amy Harmon



E fu così che Amy Harmon si riconfermò, per me,  - dopo "I cento colori del blu"-  una scrittrice piena di sensibilità, capace di costruire storie struggenti, con personaggi indimenticabili.


INFINITO+1
di Amy Harmon


Ed. Newton Compton
trad. S. Rega
382 pp
12 euro
Febbraio 2016
«Noi siamo Bonnie e Clyde! Ricercati e non desiderati. Ingabbiati e intrappolati. Siamo persi e siamo soli. Siamo un disastro inestricabile e infinito. Siamo uno sparo nel buio. Siamo due persone che non hanno un posto al mondo, e nessun altro al mondo, eppure all’improvviso a me sembra che questo basti!».

Bonnie Rae Shelby è una cantante country, 21enne, bella, ricca e famosa.
Ma è soprattutto terribilmente infelice e desidera morire.
Mentre è sul palco e si sta esibendo alla fine del proprio concerto, qualcosa in lei scatta, facendola scappare via, lontano da tutti: dai riflettori, dall'inflessibile nonna manager, dalle guardie del corpo sempre presenti, dal team che la segue passo passo nel tour.

E proprio quando è affacciata a un ponte, incerta se gettarsi e farla finalmente finita, lui arriva per soccorrerla.

«Ho sentito dire che tutti urlano quando cadono, anche se si lanciano».
«Scendi da lì», risuonò ancora quella voce senza corpo.

Sembra un po' Titanic: una fragile e disperata Rose sta per gettarsi nelle acque gelide dell'Atlantico, ma dietro di lei la voce scanzonata di Jack Dawson la ferma.

E il nostro Jack qui ha il volto di Finn Clyde, un giovanotto di 24 anni, riservato e scontroso, taciturno e facile all'imprecazione, che riesce a salvare la bionda e riccia sconosciuta da un probabile suicidio.

E così Bonnie decide di accomodarsi in macchina del ragazzo, che inizialmente pensa di doverla semplicemente accompagnare a casa o alla polizia..., ma non sa ancora che nel momento in cui Bonnie si metterà nella sua Chevy Blazer, al lato del passeggero, la sua vita cambierà per sempre.

I due iniziano un viaggio lungo, partendo da Boston, che li porterà attraverso vari stati fino a Las Vegas, dove poi, si presume, si separeranno e ognuno per la sua strada.

Ma non sarà così e quel viaggio diventerà il più strabiliante della loro vita.

Bonnie è in fuga dalla propria vita, che la sta risucchiando in un vortice di successi contrassegnati dalla solitudine e dall'infelicità.
Ha tutto quel che una ragazza della sua età potrebbe desiderare: bellezza, popolarità, tanto denaro..., ma si sente in trappola, imprigionata in una gabbia dorata dalla quale desidera uscire per essere libera e non dover rendere conto a nessuno delle proprie scelte.

La prima persona dalla quale desidera scappare è la nonna, Reana, cinica, fredda, calcolatrice, che da anni è la sua manager e che organizza e gestisce ogni aspetto dell'esistenza, della carriera e dei soldi della nipote.
La donna si è dimostrata negli anni, sì una brava manager, ma anche una nonna poco affettuosa e comprensiva: nel passato recente di Bonnie c'è un grande dolore, una grave perdita che la fa soffrire in modo indicibile: solo un anno fa è morta la sua sorella gemella, Minnie, a causa di una inguaribile leucemia.
Una gemella cui era legatissima e alla quale avrebbe voluto far sentire la propria vicinanza prima di perderla per sempre, se i tour e la terribile nonnina non l'avessero costretta a star lontana da casa, assecondando l'ossessione di far soldi.

Minnie non c'è più e questo devasta il cuore e la mente di Bonnie, che sente la sua mancanza, e vive ogni giorno con estrema fatica, come se fosse costretta a fare ciò che in realtà non vuole, a mostrare sorrisi e a cantare come se niente fosse, quando invece avrebbe solo voglia di piangere.

Finn è un signor nessuno. È un ragazzo molto intelligente, appassionato della matematica, un genio con i numeri, ed ha un passato turbolento alle spalle, nonostante non sia un cattivo ragazzo.
Una serie di circostanze drammatiche e dolorose gli hanno tolto una persona importante per la sua vita e lo hanno portato a vivere una delle esperienze più brutte che un uomo possa fare... Questo lo ha reso inevitabilmente cupo, sfiduciato e poco incline ai sentimentalismi.

Insomma, almeno in apparenza Finn - il cui vero nome è nientemeno che Infinity ma che preferisce farsi chiamare col cognome, Clyde - non è proprio lo sconosciuto più rassicurante che Bonnie potesse incontrare e al quale affidarsi per un passaggio in auto.

Ma Bonnie non vuole semplicemente un passaggio; non sa neanche lei ciò che vuole in realtà, ma una cosa diverrà chiara ad entrambi da subito: sono a pezzi, finora un senso profondo di insoddisfazione e infelicità li ha inseguiti e acchiappati nella sua morsa, ma non vedono l'ora di liberarsene.
E se Finn ha un passato con cui confrontarsi, Bonnie ha un futuro che ha paura di affrontare. 

Finn e Bonnie si incontrano in un momento della loro vita in cui nulla sembrava avere più senso, ma nonostante lo scoraggiamento e le tante incertezze, in entrambi c'è quella scintilla di vita e di voglia di essere liberi e felici che li porterà ad affidarsi l'uno all'altra, a darsi la mano e a rischiare tutto. 

Un po' come Jack e Rose (eh sì, ancora loro): "Salti tu, salto io, ricordi?"

Sono l'uno l'opposto dell'altra, caratterialmente: lui è razionale in modo ossessivo, ragiona in termini di numeri, curve e paradossi; per strappargli una risata che ci vuole...!; lei è istintiva, pazzerella, soggetta a cambi di umore repentini, capace di ridere o scoppiare a piangere nell'arco di due minuti, e chiaramente ha una voce divina.
Lui ama ascoltarla cantare e, durante il loro lungo viaggio in auto da uno stato all'altro, resterà sempre incantato dalla sua voce e dalle emozioni che gli dà; lei di matematica non ci capisce nulla ma adora sentirlo parlare del magico mondo dei numeri primi, anche perchè le concilia il sonno.

E mentre loro sono in viaggio, vivendo questa inaspettata ed incredibile avventura, in tanti parlano di loro in tv e sui giornali, li cercano forsennatamente, si chiedono che fine abbia fatto la popstar Bonnie Rea Shelby, e chi sia quel soggetto poco raccomandabile con cui è in compagnia.

Una settimana di tempo e Finn e Bonnie vivranno la loro avventura on the road, in perfetto stile Bonnie e Clyde, tra auto noleggiate e abbandonate, veloci pernottamenti in hotel e berretti in testa per nascondere i loro visi, come due ladri: sette giorni e la vita di due persone giovani e bisognose di affetto, speranza e fiducia nella vita, di tranquillità, verrà letteralmente stravolta.

Basteranno sette giorni anche a farle innamorare? E le innumerevoli difficoltà che incontreranno sul loro cammino riusciranno a separarli o li uniranno? 
Finn e Bonnie capiranno di essere due numeri primi inconciliabili o due metà che finalmente si sono incontrate per formare un intero?

E' un romanzo molto bello, che trae i suoi punti di forza su molti elementi: i riferimenti alla matematica, mondo vasto, complesso e affascinante, che più di una volta salverà la vita di Finn; la musica, lo strumento principale con cui Bonnie ama comunicare pensieri ed emozioni; il viaggio (in auto e non solo) dei due ragazzi, che ha sempre quel sapore magico e romantico; il passato difficile di entrambi i protagonisti, le cui singole vite, incrociandosi, riveleranno una serie di coincidenze che li accomunano; l'attenzione posta all'interiore di Finn e Bonnie, alle loro emozioni e alla loro evoluzione; e poi la storia della coppia americana criminale più famosa del Novecento, Bonnie e Clyde

Certo, il destino dei due rapinatori non fu sereno e lieto; forse anche quello che attende Finn e Bonnie si colorerà di tragico? Purtroppo, i presupposti perchè le cose non vadano proprio bene ci sono tutti...

Non vi resta che scoprire che destino attende questa strana coppia, immergendovi in una lettura romantica, profonda (mi piace il fatto che l'Autrice dia un certo spessore e complessità psicologica ai suoi personaggi, come era già accaduto in "I cento colori del blu"), con molti passaggi dolci e commoventi, altri buffi e scanzonati, come solo l'universo giovanile sa esserlo.

Bello davvero, lo consiglio, è una lettura coinvolgente, che fa sognare, sorridere ed emozionare!


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...